PROGRAMMA RECUPERO CARENZA FORMATIVA III VE Letteratura: Dante : La Vita Nuova, Il Convivio, Il De vulgari eloquentia, il De Monarchia: sintesi del contenuto e delle principali questioni presenti La Divina Commedia: contesto, temi, significati, struttura, lingua e stile Inferno: canti I, III, V, VI (Ciacco), X (Farinata e la condanna degli epicurei), XIII, XXVI (Ulisse), XXXIII ( il Conte Ugolino e l'arcivescovo Ruggeri) Petrarca come nuova figura di intellettuale Secretum L'amore per Laura Familiari L'ascesa al Monte Ventoso Canzoniere Voi ch'ascoltate in rime sparse il suono Movesi il vecchierel Erano i capei d'oro a l'aura sparsi Chiare, fresche e dolci acque Boccaccio Decameron Proemio La peste Lisabetta da Messina Nastagio degli Onesti Federigo degli Alberighi Andreuccio da Perugia Calandrino e l'elitropia L'Umanesimo e il Rinascimento Titoli tracce: TEMI DI ORDINE GENERALE Crescere significa emanciparsi dalla tutela e dalla guida dei genitori e conquistare un’autonomia dalla famiglia. A tuo parere la scuola, la società, la famiglia stessa aiutano i giovani a diventare adulti? Lista delle idee ∙ I genitori faticano spesso ad accettare l’autonomia de figli ∙ La mancanza di lavoro prolunga la dipendenza economica ∙ Si è abbassata a diciotto anni l’età per diventare maggiorenni ∙ Pur non condividendone i valori, la grande maggioranza dei giovani è contenta diu vivere in famiglia ∙ I giovani sono ugualmente liberi di fare quello che vogliono anche se restano con i genitori. ∙ Solo l’entrata nel mondo del lavoro e l’indipendenza economica garantiscono la libertà ∙ La scuola non impone regole e modelli forti di responsabilità ∙ Situazione contraddittoria dei giovani: si chiede loro di comportarsi da adulti, ma viene loro offerta una limitata responsabilità sociale e personale “Ti rispetto, ma non ti accolgo” è una frase che esprime bene un atteggiamento diffuso tra la gente di fronte all’aumento degli immigrati. Inquadra il problema ed esprimi un tuo giudizio in proposito Lista delle idee ∙ La paura degli immigrati: c’è chi pensa che l’immigrazione porti via lavoro e sia un danno ∙ In presenza di sacche di povertà gli immigrati possono scatenare una guerra tra poveri ∙ L’immigrazione invece è vantaggiosa anche se pone problemi: è utile allo sviluppo economico del nostro paese, comporta vantaggi demografici perché ringiovanisce la popolazione, la pluralità etnica e culturale è ricchezza per un popolo, etc. ∙ L’odierna immigrazione pone problemi nuovi di convivenza sociale e culturale ∙ L’accoglienza è un atto di solidarietà e di razionalità ∙ L’immigrazione è sintomo della disuguaglianza tra Paesi ricchi e Paesi poveri ∙ E’ destinata ad aumentare ∙ E’ meglio lasciarsi cogliere impreparati o pensare a come gestire le future ondate migratorie? 1) Lo sport nella società contemporanea occupa un ruolo significativo, ma non sempe limpido. E' ancora un mezzo valido di formazione alla fatica e alla collaborazione con gli altri, oppure l'aggressività, la competizione, il risultato a qualunque costo ne hanno stravolto inevitabilmente la fisionomia? Analizzate luci ed ombre che circondano le attività sportive, a livello tanto amatoriale che professionistico. Comunicare le emozioni: un tempo per farlo si scriveva una lettera, oggi si invia un sms. Così idee e sentimenti viaggiano attraverso abbreviazioni e acronimi, in maniera veloce e funzionale. E' una nuova forma di comunicazione che ha cambiato le relazioni tra gli uomini: mentre quella di ieri era una comunicazione anche fisica, fatta di scrittura e attesa, quella di oggi è incorporea, impersonale e immediata. Affronta l'argomento , illustrandone, sulla base delle tue conoscenze ed esperienze personali, gli aspetti che ritieni più significativi "Occorre compiere fino in fondo il proprio dovere, qualunque sia il sacrificio da sopportare, costi quel che costi, perchè è in ciò che sta l'essenza della dignità umana". Commenta,anche alla luce delle tue esperienze , l'affermazione di Giovanni Falcone (Palermo, 18 maggio 1939 – Palermo, 23 maggio 1992) A nessuno, neanche allo Stato , è consentito di togliere la vita: è questo il principio morale che anima il movimento crescente di tutti coloro che, da parti diverse e talora contrapposte, chiedono l’abolizione della condanna a morte ancor oggi vigente in molti paesi del mondo. Affronta la questione proposta, soffermandoti sulla situazione attuale e accenna, con riflessioni personali, alle ragioni addotte sia a sostegno che contro la pena capitale. Conoscere, comprendere ed esprimere le proprie emozioni è indispensabile per vivere in maniera autentica. Purtroppo, però, non siamo abituati a dar loro la giusta importanza; al contrario, siamo, nella maggior parte dei casi, educati a soffocarle. A un noto studioso statunitense, Daniel Goleman, si deve la diffusione del concetto di “intelligenza emotiva”, vale a dire la capacità di armonizzare mente e cuore, ragione e sentimento, che si può apprendere, perfezionare ed insegnare. Rifletti su quanto scritto sopra provando a definire che cos’ è per te un’emozione. Fai qualche esempio di emozioni negative e positive provate di recente. Ascolta attentamente il tuo corpo quando sei contento. Quali reazioni fisiche avverti? Quando sei triste, invece, cosa ti succede? Racconta un avvenimento che ti ha causato una forte emozione, negativa o positiva. 8 milioni e mezzo di bambini nel mondo sono ridotti in schiavitù 246 milioni di minori sono sfruttati nel mondo 400 mila donne, di età inferiore ai 18 anni e provenienti dai paesi dell’Est, sono costrette a prostituirsi in Europa 16 milioni e mezzo di minori sono sfruttati in Africa (140 mila in Italia) 4 milioni di essi sono avviati al lavoro nero ed esso porta 60 mila dollari al giorno ai loro sfruttatori (in La Repubblica, 11 gennaio 2004) E il mondo occidentale civilizzato, così attento, a suo dire, all’infanzia sta a guardare? Rifletti sull’argomento proposto e trai alcune tue conclusioni “Uno dei valori di cui la civiltà occidentale parla molto è l’accettazione delle differenze. Teoricamente siamo tutti d’accordo, è politically correct dire in pubblico di qualcuno che è gay, ma poi a casa si dice ridacchiando che è un frocio. Come si fa ad insegnare l’accettazione della differenza? L’Academie Universelle des Cultures ha messo in linea un sito dove si stanno elaborando materiali su temi diversi ( colore, religione, usi e costumi e così via) per gli educatori di qualsiasi paese che vogliono insegnare ai loro scolari come si accettano coloro che sono differenti da loro. Anzitutto si è deciso di non dire bugie ai bambini, affermando che tutti siamo uguali. I bambini si accorgono benissimo che alcuni vicini di casa o compagni di scuola non sono uguali a loro, hanno una pelle di colore diverso, gli occhi tagliati a mandorla, i capelli più ricci o più lisci, mangiano cose strane, non fanno la prima comunione. Né basta dirgli che sono tutti figli di Dio, perché anche gli animali sono figli di Dio, eppure i ragazzi non hanno mai visto una capra in cattedra a insegnargli l’ortografia. Dunque bisogna dire ai bambini che gli esseri umani sono molto diversi tra loro, e spiegare bene in che cosa sono diversi, per poi mostrare che queste diversità possono essere una fonte di ricchezza.” (U.Eco, Le guerre sante, passione e ragione, da La Repubblica, 5/10/2001) Si dice da parte di alcuni esperti che la forza delle immagini attraverso cui viene oggi veicolata gran parte delle informazioni, rischia, a causa dell'impatto immediato e prevalentemente emozionale, tipico del messaggio visivo, di prendere il sopravvento sul contenuto concettuale del messaggio stesso e sulla riflessione critica del destinatario. Ma si dice anche, da parte opposta, che è proprio la immagine a favorire varie forme di apprendimento, rendendone più efficaci e duraturi i risultati. Discuti criticamente i due aspetti della questione proposta, avanzando le tue personali considerazioni. “Il fine di un serio percorso educativo è la “strutturazione dell’identità personale” degli allievi. Questo significa che il compito più importante della scuola è aiutare i suoi alunni ad individuare e costruire la propria personalità, a scoprire e perfezionare le caratteristiche e le differenze che rendono ciascuno un soggetto unico, a rendersi riconoscibili a se stessi e agli altri. Rendere possibile questo percorso e conseguire questo obiettivo non è tuttavia, come qualcuno oggi sembra credere, un problema psicologico, da affrontare come se alle bambine e ai bambini presenti a scuola si dovesse offrire qualcosa di simile ad una psicoterapia. L’identità si costruisce con la conoscenza, perché ciascuno diventa se stesso grazie alle cose che sa e che sa esprimere, alla capacità di manifestare preferenze, di fare comparazioni ed esprimere giudizi. E la capacità di osservare e scoprire il mondo si conquista attraverso gli strumenti intellettuali e culturali contenuti in quei “saperi” che gli insegnanti offrono agli alunni. Saperi come la lettura, la scrittura, la matematica e la geometria, le scienze e la musica, che ogni ragazzo,se ben guidato e aiutato, elaborerà in modo personale. Infatti, grazie agli alfabeti, ai linguaggi, al patrimonio di idee e di chiavi di lettura della realtà di cui solo a scuola ci si può impadronire, l’allievo scoprirà e costruirà la propria visione del mondo e la propria identità personale.” (prof. Marco Dallari, pedagogista dell’Università di Trento). Dopo aver analizzato attentamente il pensiero del prof. Dallari, sintetizzane brevemente i punti salienti e confrontalo con la tua “idea” di scuola, con le tue attuali aspettative all’inizio di questo impegnativo quadriennio di scuola superiore. Scegli una delle seguenti frasi e commentale, costruendo un testo che sviluppi l’argomento in modo personale e critico e che sia, possibilmente, ricco di esempi anche presi dalle proprie esperienze personali: 1. “Non è mai stato bene aggiustare i vestiti. Buttateli via quando hanno dei buchi e compratene di nuovi. Aggiustare è antisociale” (A.Huxley, Il mondo nuovo) 2 “La libertà consiste nel fare ciò che si desidera” (J.S.Mill, La libertà) 3 “Le leggi sono ragnatele che le mosche grosse sfondano mentre le piccole ci restano impigliate” (H.de Balzac, La casa Nucingen) 4 “Se si escludono istanti prodigiosi e singoli che il destino ci può donare, l’amare il proprio lavoro (che purtroppo è privilegio di pochi) costituisce la miglior approssimazione concreta della felicità sulla terra; ma questa è una verità che molti non conoscono” (P.Levi, La chiave a stella) 5 “In guerra, qualunque parte possa vantarsi di aver vinto, non ci sono vincitori, tutti sono perdenti.” (N.Chamberlain, primo ministro inglese, 3 luglio 1938) REDAZIONE DI UN SAGGIO BREVE Sviluppa l’argomento scelto in forma di “saggio breve”, interpretando e confrontando i documenti e i dati forniti. Argomenta la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di studio. Premetti al saggio un titolo coerente e, se vuoi, suddividilo in paragrafi. Non superare cinque colonne di metà di foglio protocollo. ARGOMENTO: Da Gutenberg al libro elettronico: modi e strumenti della comunicazione DOCUMENTI 1. "L'homo sapiens che moltiplica il proprio sapere è il cosiddetto uomo di Gutenberg. È vero che la Bibbia stampata da Gutenberg tra il 1452 e il 1455 ebbe una tiratura (per noi, oggi, risibile) di 200 copie. Ma quelle 200 copie erano ristampabili. Il salto tecnologico era avvenuto. E dunque è con Gutenberg che la trasmissione scritta della cultura diventa potenzialmente accessibile a tutti. Il progresso della riproduzione a stampa fu lento ma costante e culmina nell'avvento ­ a cavallo tra il Settecento e l'Ottocento ­ del giornale che si stampa ogni giorno, del "quotidiano". Nel contempo, dalla metà dell'Ottocento in poi comincia un nuovo e diverso ciclo di avanzamenti tecnologici. Primo, l'invenzione del telegrafo, poi quella del telefono (di Alexander Graham Bell). Con queste due invenzioni spariva la distanza e cominciava l'era delle comunicazioni immediate. La radio, anch'essa un eliminatore di distanze, aggiunge un nuovo elemento: una voce facile da diffondere in tutte le case. La radio è il primo formidabile diffusore di comunicazioni; ma un diffusore che non intacca la natura simbolica dell'uomo. [...] La rottura avviene, alla metà del nostro secolo, con la televisione. La televisione ­ lo dice il nome ­ è "vedere da lontano" (tele), e cioè portare al cospetto di un pubblico di spettatori cose da vedere da dovunque, da qualsiasi luogo e distanza. E nella televisione il vedere prevale sul parlare, nel senso che la voce in campo, o di un parlante, è secondaria, sta in funzione dell'immagine, commenta l'immagine. Ne consegue che il telespettatore è più un animale vedente che non un animale simbolico. Per lui le cose raffigurate in immagini contano e pesano più delle cose dette in parole. E questo è un radicale rovesciamento di direzione, perché mentre la capacità simbolica distanzia l'homo sapiens dall'animale, il vedere lo ravvicina alle sue capacità ancestrali, al genere di cui l'homo sapiens è specie. [...] I veri studiosi continueranno a leggere libri, avvalendosi di Internet per i riempitivi, per le bibliografie e le informazioni che prima trovavano nei dizionari; ma dubito che se ne innamoreranno." G. SARTORI, Homo videns, Laterza Bari 1997 2. "Attraverso il disegno e la stampa, già nei secoli scorsi, l'uomo aveva catturato e imparato a governare l'immagine. Solo in questo secolo è stato capace di realizzare una delle sue più antiche ambizioni: quella di catturare, riprodurre, trasmettere a distanza i suoni delle voci e delle cose. La galassia Gutenberg ha fatto piombare il mondo nel silenzio. La galassia multimediale gli ha ridato voce, ne ha moltiplicato le immagini acustiche." R. MARAGLIANO, Nuovo manuale di didattica multimediale, Laterza Bari 1998 3. "La rivoluzione dell'editoria comincia a primavera. E nell'arco di pochi anni si verificheranno tali trasformazioni nella produzione di libri e nella loro distribuzione (ma anche in quella dei giornali) che alla fine tutto apparirà radicalmente mutato. Addio carta, addio biblioteche con chilometri di scaffali dal pavimento al soffitto. La rivoluzione si chiama eBook. ... Gli eBook, conclude Fabio Falzea [responsabile delle relazioni strategiche della Microsoft Italia], saranno il più grosso fattore di accelerazione della cultura dopo Gutenberg". L. SIMONELLI, "Tuttoscienze", 23 febbraio 2000 ARGOMENTO: L'acqua, risorsa e fonte di vita DOCUMENTI H²O UNA BIOGRAFIA DELL'ACQUA: H²O è l'unica formula chimica che tutti conoscono. Ed è giusto che sia così: l'acqua non è solo la sostanza più diffusa sulla terra, ma è la condizione necessaria, la fonte, la matrice della vita. In tutti gli antichi miti della creazione, in principio era l'acqua: nella Bibbia "lo spirito di Dio aleggiava sulle acque"; nel Regveda, tutto "era acqua indistinta". Quando la spogliamo dei suoi abbellimenti simbolici, della sua associazione con la purezza, l'anima, la maternità, la vita e la giovinezza; anche quando la riduciamo ad un fenomeno da laboratorio, chimico o geologico che sia, l'acqua continua ad affascinarci. Molecola a prima vista molto semplice, nondimeno l'acqua lancia alla scienza sfide sempre difficili." Ph. BALL, H²O una biografia dell'acqua, Rizzoli 2000 USI E SPRECHI: "Destino veramente strano quello dell'acqua: se un essere umano ne è privato solo per pochi giorni, muore. Se una zona attraversa un lungo periodo di siccità, migliaia o addirittura milioni di persone muoiono di fame. Senza di essa, niente può vivere, crescere, produrre. E tutto questo si riflette nelle idee che ci facciamo sull'acqua e nella sacralità che spesso ancora la circonda. Allo stesso tempo, però, l'acqua è sprecata, sporcata, ignorata e dimenticata forse più di qualunque altra risorsa naturale." M. FONTANA, L'acqua, natura, uso, consumo, inquinamento e sprechi, Editori riuniti, 1984 ACQUA, FONTE DI SICUREZZA ALIMENTARE: " Affinché vi sia cibo occorre che vi sia acqua. E' quindi fondamentale investire per garantire la disponibilità e l'uso efficiente delle risorse idriche, in un indispensabile contesto di salvaguardia ambientale. Acqua e cibo rappresentano il motore di quello sviluppo autosostenibile cui tutti dobbiamo dare priorità assoluta." Introduzione a "Celebrazioni Ufficiali Italiane per la Giornata Mondiale dell'Alimentazione 2002" da parte del presidente del Consiglio dei Ministri PROSPETTIVE FUTURE: "La società contemporanea si è abituata all'idea che risorse essenziali per la vita e per le attività economiche e produttive, come l'acqua, siano inesauribili, a portata di mano, sempre disponibili. Non tutti sanno, tuttavia, che questa fondamentale risorsa è limitata e, in alcune situazioni, comincia anche a scarseggiare. Occorre, quindi, migliorare la conoscenza e la tutela dell'acqua come elemento fondamentale esistente in natura e dell'acqua come risorsa per lo sviluppo, necessaria per la vita, per la salute, per le città e per le campagne, e in particolare per l'agricoltura e per una sana alimentazione... In futuro ? è ormai evidente ? l'acqua diventerà sempre più un bene prezioso ed insostituibile, anche raro. Le difficoltà di approvvigionamento, il declino della qualità, la penuria, il consumo disattento, gli sprechi dell'acqua sono già motivo di preoccupazione… L'acqua non dovrà essere un fattore di incertezza o, nel caso delle catastrofi, minaccia per la popolazione del mondo, anche nei luoghi dove il clima favorevole, le piogge, l'innevamento, l'alternarsi delle stagioni l'hanno resa abbondante." Atti della Giornata mondiale per l'alimentazione 2002 È L'ANNO DELLA VITA: "E' certamente una coincidenza che il 2003, atteso da tempo per celebrare i cinquant'anni dalla scoperta della struttura a doppia elica del Dna, sia stato dedicato anche all'acqua. L'accostamento non poteva essere, comunque, più pertinente. Il Dna è, soprattutto nell'immaginario collettivo, il simbolo biologico della vita, ed è un luogo non meno comune che l'acqua è una condizione indispensabile per la vita. Nonché un ambiente che offre straordinarie opportunità evolutive. Con conseguenze non sempre benefiche per l'uomo: nel passaggio a una civiltà più sedentaria l'acqua ha infatti cominciato a rappresentare un grave rischio di morte per l'umanità, veicolando gli agenti di malattie come il tifo e il colera o favorendo lo sviluppo di artropodi in grado di trasmettere virus, o parassiti come la malaria. Il rapporto fra acqua e vita è stato intuito da molti miti della creazione, in particolare presso quelle civiltà che si svilupparono sulle sponde dei grandi fiumi e fatto proprio addirittura dal primo filosofo naturalista, Talete." G. CORBELLINI, Una molecola nell'oceano, in IL SOLE 24 ORE, 5 gennaio 2003 "La molecola è sempre H2O ma in molte parti del mondo è marrone, sporca di fango e portatrice di funghi e batteri e quindi di malattie e di morte: Oppure è assente del tutto. Per l'Organizzazione mondiale della Sanità la situazione peggiora: nel 2025 l'oro blu potrebbe essere insufficiente per due persone su tre. Urgono nuovi accordi internazionali. L'acqua è un problema globale, ma a differenza del riscaldamento del clima, è affrontabile su scala locale. Lo stress idrico è, per esempio, spesso causato da sprechi locali: in primo luogo dalle inefficienze in agricoltura (attività per la quale utilizziamo il 70% dell'acqua), ma anche da semplici, stupide perdite delle tubature o contaminazioni evitabili… Ma ciò che in Italia è un problema, in Bangla Desh può diventare un dramma. Fino a una trentina di anni fa, tutti bevevano acqua contaminata dalle fognature. Ascoltando i geologi, però, si scopre che basterebbe scavare i pozzi a una profondità di 80 metri, anziché di 50 circa per eliminare il problema alle radici nel 99% dei casi." M. MERZAGORA, Un patto sul colore dell'acqua, in IL SOLE 24 ORE, 5 gennaio 2003 L'EMERGENZA IDRICA E LA STIMOLAZIONE DELLA PIOGGIA: "L'agricoltura italiana può contare sempre meno sulle piogge… Una situazione che provocherà pesanti ripercussioni economiche se si considera che più del 50% del valore lordo della produzione agricola italiana dipende dall'irrigazione e che i due terzi del valore delle esportazioni è costituito da prodotti che provengono da territori irrigati. Alla stimolazione delle piogge si lavora nei Paesi più avanzati al mondo, come gli Stati Uniti, e in nazioni, come Israele, che hanno adottato la tecnologia italiana e si avvalgono della consulenza dei nostri esperti. Non solo. Il convegno dell'Organizzazione meteorologica mondiale ha riaffermato, lo scorso anno a Ginevra, il grande interesse per la stimolazione della pioggia riprendendo l'indicazione data dalla Conferenza di Rio de Janeiro che cita questa tecnologia quale sistema di lotta alla desertificazione della terra. Cos'è la stimolazione della pioggia? La tecnologia messa a punto da un'associazione italiana riproduce in sostanza il processo naturale di formazione delle precipitazioni. Ci si avvale di piccoli aerei che volano alla base dei sistemi nuvolosi, rilasciando microscopiche particelle di ioduro di argento in grado di accelerare il processo di condensazione trasformando il vapore in pioggia che cade al suolo." AGRICOLTURA, marzo/aprile 2002 ARGOMENTO: Social Network, Internet, New Media. «Immagino che qualcuno potrebbe dire: “Perché non mi lasciate da solo? Non voglio far parte della vostra Internet, della vostra civiltà tecnologica, o della vostra società in rete! Voglio solo vivere la mia vita!” Bene, se questa è la vostra posizione, ho delle brutte notizie per voi. Se non vi occuperete delle reti, in ogni caso saranno le reti ad occuparsi di voi. Se avete intenzione di vivere nella società, in questa epoca e in questo posto, dovrete fare i conti con la società in rete.Perché viviamo nella Galassia Internet.» M. CASTELLS¸ Galassia Internet, trad. it., Milano 20072 «C’è una mutazione in atto ed ha a che fare con la componente “partecipativa” che passa attraverso i media. Quelli nuovi caratterizzati dai linguaggi dell’interattività, da dinamiche immersive e grammatiche connettive. [...] Questa mutazione sta mettendo in discussione i rapporti consolidati tra produzione e consumo, con ricadute quindi sulle forme e i linguaggi dell’abitare il nostro tempo. Questo processo incide infatti non solo sulle produzioni culturali, ma anche sulle forme della politica, sulle dinamiche di mercato, sui processi educativi, ecc. [...] D’altra parte la crescita esponenziale di adesione al social network ha consentito di sperimentare le forme partecipative attorno a condivisione di informazioni e pratiche di intrattenimento, moltiplicando ed innovando le occasioni di produzione e riproduzione del capitale sociale.» G. BOCCIA ARTIERI, Le culture partecipative dei media. Una introduzione a Henry Jenkins, Prefazione a H. JENKINS, Fan, Blogger e Videogamers. L’emergere delle culture partecipative nell’era digitale, Milano 2008 «Ciò che conosciamo, il modo in cui conosciamo, quello che pensiamo del mondo e il modo in cui riusciamo a immaginarlo sono cruciali per la libertà individuale e la partecipazione politica. Il fatto che oggi così tanta gente possa parlare, e che si stia raggruppando in reti di citazione reciproca, come la blogosfera, fa sì che per ogni individuo sia più facile farsi ascoltare ed entrare in una vera conversazione pubblica. Al contempo, sulla Rete ci sono un sacco di sciocchezze. Ma incontrare queste assurdità è positivo. Ci insegna a essere scettici, a cercare riferimenti incrociati e più in generale a trovare da soli ciò che ci serve. La ricerca di fonti differenti è un’attività molto più coinvolgente e autonoma rispetto alla ricerca della risposta da parte di un’autorità.» Y. BENKLER, Intervista del 10 maggio 2007, in omniacommunia.org «Siamo in uno stato di connessione permanente e questo è terribilmente interessante e affascinante. È una specie di riedizione del mito di Zeus Panopticon che sapeva in ogni momento dove era nel mondo, ma ha insito in sé un grande problema che cela un grave pericolo: dove inizia il nostro potere di connessione inizia il pericolo sulla nostra libertà individuale. Oggi con la tecnologia cellulare è possibile controllare chiunque, sapere con chi parla, dove si trova, come si sposta. Mi viene in mente Victor Hugo che chiamava tomba l’occhio di Dio da cui Caino il grande peccatore non poteva fuggire. Ecco questo è il grande pericolo insito nella tecnologia, quello di creare un grande occhio che seppellisca l’uomo e la sua creatività sotto il suo controllo. [...] Come Zeus disse a Narciso “guardati da te stesso!” questa frase suona bene in questa fase della storia dell’uomo.» D. DE KERCKHOVE, Alla ricerca dell’intelligenza connettiva, Intervento tenuto nel Convegno Internazionale “Professione Giornalista: Nuovi Media, Nuova Informazione” – Novembre 2001 «Agli anziani le banche non sono mai piaciute un granché. Le hanno sempre guardate col cipiglio di chi pensa che invece che aumentare, in banca i risparmi si dissolvono e poi quando vai a chiederli non ci sono più. [...] È per una curiosa forma di contrappasso che ora sono proprio gli anziani, e non i loro risparmi, a finire dentro una banca, archiviati come conti correnti. Si chiama “banca della memoria” ed è un sito internet [...] che archivia esperienze di vita raccontate nel formato della videointervista da donne e uomini nati prima del 1940. [...] È una sorta di “YouTube” della terza età.» A. BAJANI, «YouTube» della terza età, in “Il Sole 24 ORE”, 7 dicembre 2008 «Una rivoluzione non nasce dall’introduzione di una nuova tecnologia, ma dalla conseguente adozione di nuovi comportamenti. La trasparenza radicale conterà come forza di mercato solo se riuscirà a diventare un fenomeno di massa; è necessario che un alto numero di consumatori prendano una quantità enorme di piccole decisioni basate su questo genere di informazioni. […] Grazie al social networking, anche la reazione di un singolo consumatore a un prodotto si trasforma in una forza che potrebbe innescare un boicottaggio oppure avviare affari d’oro per nuove imprese. [...] I più giovani sono sempre in contatto, attraverso Internet, come non è mai accaduto prima d’ora e si scambiano informazioni affidabili, prendendosi gioco, al contempo, di quelle fonti su cui si basavano le generazioni precedenti. Non appena i consumatori – specialmente quelli delle ultime generazioni – si sentono compiaciuti o irritati per la cascata di rivelazioni che la trasparenza offre sui prodotti, diffondono istantaneamente le notizie.» D. GOLEMAN, Un brusio in rapida crescita, in Intelligenza ecologica, Milano 2009 ARGOMENTO: Della felicità e di altri misteri “Non sono infatti conviti e le feste continue, né la pratica sessuale con donne e fanciulli, né il pesce pregiato e quanto offre una mensa raffinata a rendere la vita felice, ma il lucido calcolo che valuta le cause di ogni scelta in positivo o in negativo e respinge le false opinioni, fonte del grandissimo turbamento cui vanno soggette le anime. Di tutte queste cose il principio e il bene maggiore è la saggezza. Perciò addirittura più apprezzabile della filosofia è la saggezza, da cui derivano tutte le altre virtù; quella saggezza che insegna come non sia possibile vivere felici se non si conduce una vita ragionevole, specchiata e giusta, e come non sia d’altra parte possibile condurre una vita ragionevole, specchiata e giusta senza vivere felici.” ( Epicuro, Lettera sulla felicità) “E’ felice dunque chi giudica rettamente. E’ felice chi è contento della sua condizione, qualsiasi essa sia, e gode di quello che ha. E ’felice chi affida alla ragione la condotta di tutta la sua vita” (L.A.Seneca,Sulla felicità) “Questo è dunque il pieno appagamento dello spirito, questa è la felicità: conoscere con vivo sentimento religioso da chi l’uomo è indirizzato alla verità, da quale verità è beatificato e mediante quale principio si ricongiunge alla misura ideale. E questi tre principi sono il Dio unico ed unica sussistenza per coloro che sanno intendere dopo aver superato la falsità della multiforme superstizione pagana.” (Sant’Agostino, La felicità, all’interno dei Dialoghi I ) “La definizione di esistenza felice potrebbe essere questa: un’esistenza tale che,considerata in termini puramente oggettivi – ovvero ( poiché qui è in gioco un giudizio soggettivo) con una riflessione fredda e matura ­ , sarebbe decisamente da preferirsi alla non­esistenza. Il concetto di un’esistenza siffatta implica che dovremmo esserle attaccati per ciò che essa è in se stessa e non solo per paura della morte, il che implica sua volta che desideriamo vederla durare all’infinito. Come è noto, alla domanda se la vita umana corrisponda, o possa corrispondere, a questo concetto di esistenza, la mia filosofia dà una risposta negativa.” ( A.Schopenhauer,L’arte di essere felici) “Felice è l’uomo che vive obiettivamente, che ha affetti liberi e vasti interessi, che si assicura la felicità mediante questi interessi e questi affetti e mediante il fatto che essi, a loro volta, fanno di lui un oggetto di interesse e di affetto per molti altri. Essere oggetto d’amore è una causa potente di felicità, ma l’uomo che chiede amore non è colui al quale viene concesso. L’uomo che riceve l’amore è, generalmente, colui che lo dà.” (B.Russell, La conquista della felicità) “L’anima umana ( e così tutti gli esseri viventi) desidera sempre essenzialmente, e mira unicamente, benchè sotto mille aspetti, al piacere, ossia alla felicità, che considerandola bene, è tutt’uno col piacere. Questo desiderio e questa tendenza non ha limiti, perché è ingenita o congenita coll’esistenza, e perciò non può avere fine in questo o quel piacere, che non può essere infinito, ma solamente termina colla vita.(…) Quindi non può essere alcun piacere(…)” (Leopardi, La teoria del piacere, nello Zibaldone) Persone felici Persone non felici Non sa Svizzera 94,5 3,6 1,9 Stati uniti 90,4 7,8 1,8 Gran Bretagna 89,4 8,5 2,1 Giappone 87,6 8,3 4,1 Norvegia 84,9 10,7 4,4 Francia 84,7 10,1 5,2 Italia 71,4 26,4 2,2 (Fonte Censis­ Issp) ARGOMENTO: La riscoperta della necessità di «pensare» DOCUMENTI «A che serve la filosofia? A niente, e a nessuno. Non serve, anzitutto perché non ha uno scopo cui essere asservita. E non serve a nessuno, dal momento che se ha una storia e una tradizione è perché non conosce autorità. … Ovunque e in nessun luogo la filosofia si dispiega come libero esercizio del pensiero, che si sottrae a qualunque rigida norma o definizione… Se incontra un qualche confine è solo per oltrepassarlo, come hanno compreso molti tra quelli che invadono in questi giorni Modena in occasione del "Festival Filosofia". Parecchi sono rimasti sorpresi dal successo di una simile iniziativa, in un tempo, il nostro, che sembrerebbe sempre più quello dell'indifferenza... Eppure, anche là dove pare sia nata, cioè nell'antica Grecia, la ricerca filosofica aveva i propri "festival", come ci hanno mostrato magnificamente i dialoghi platonici. Non era (come non è neanche oggi) una pura e semplice celebrazione: il Socrate raccontato da Platone sapeva fin troppo bene come chi infrange gli stereotipi del sacro e del profano, del giusto e dell'ingiusto (noi diremmo di quello che è o non è politicamente corretto), rischi persino la vita, poiché è con questa che alla fine il filosofo è costretto a fare i conti… Mi ha colpito a Modena soprattutto la diffusa consapevolezza del carattere pubblico della filosofia, della sua necessità di tradursi in un dialogo in cui qualunque "io" ha bisogno di un "tu" per essere tale, in un dialogo che può portare anche (e forse deve) allo scontro tra diverse ragioni ­ una sorta di lotta che si legittima nella capacità di ciascuno di argomentare le proprie tesi, senza alcuna pretesa di disporre di una qualche soluzione definitiva e che si concreta in un prender partito che impone decisioni, anche radicali, senza per questo misconoscere il diritto di quelle altrui.». G. GIORELLO, Filosofia in piazza. Cercando il dialogo fuori dalle accademie, IL CORRIERE DELLA SERA, 21/9/2003 «… tra le tendenze culturali positive del 2003 dobbiamo registrare quella che chiameremo la "filosofomania". Non saremo ai milioni di persone che costituiscono l'audience dei giochi a quiz o dei varietà televisivi; ma ­ udite udite ­ stiamo assistendo a una ripresa d'interesse generalizzata per la disciplina descritta dai detrattori come quella "con la quale e senza la quale si rimane tale e quale"... È solo una moda passeggera o c'è di più?… "Direi che dopo la caduta delle ideologie classiche, la filosofia da una parte si è affrancata dal vassallaggio nei confronti della politica, dall'altra ha trovato nuovi canali di espressione nei mezzi di comunicazione di massa (televisione, giornali). Questo processo si è poi incontrato con una spinta proveniente dal basso. Dopo la crisi delle grandi chiese ideologiche, vere e proprie agenzie donatrici di senso (in primis il Partito), e dopo un breve ma stancante periodo di fast food intellettuale procacciato dalle televisioni, cioè di consumo rapido e commerciale di idee e stili di vita, emerge con chiarezza che, come esseri umani, non possiamo fare a meno di un bisogno personale di orientamento… La filosofia deve restare una disciplina rigorosa, non una collazione di idee o citazioni edificanti. Ferma restando questa esigenza, è molto positivo che la filosofia torni nell'agorà e si esplichi nel dialogo e attraverso l'oratoria e la persuasione. È un ritorno a Socrate… La filosofia è spirito critico. In questo senso essa può dare molto alla società. Non però nel senso che i filosofi abbiano una voce privilegiata nel dibattito pubblico, ma in quello che la funzione filosofica, che può essere svolta da chiunque, è un lievito straordinario per la vita in comune. In questo senso la filosofia è profondamente democratica». Intervista a Remo Bodei, in Corrado OCONE, Prendiamola con filosofia, IL MATTINO, 30/12/2003 «Nulla e nessuno è mai completamente al riparo dal luogo comune, dal fanatismo, dalla stupidità. Anche la filosofia è in grado di provocare, e ha certamente provocato, disastri, non diversamente dalla scienza… ciò accade soprattutto quando si combini con saperi più o meno occulti ed esoterici, tradizionalisti o apocalittici. … Ma, in generale, possiamo affermare che, proprio come la scienza, la filosofia nel suo insieme non è certo priva di ambiguità. Eppure, ne abbiamo sempre più bisogno. … la voglia di filosofia cresce, e forse paradossalmente cresce proprio in Italia, il paese più "ricco" di cattedre e istituzioni…. La filosofia può scendere dal piedestallo specialistico e avvicinarsi ai problemi delle persone. Il suo campo d'azione … si dilata alle "zone calde" della nostra cultura: le neuroscienze, le scienze sociali, l'etica economica, per non parlare della bioetica.» Mario BAUDINO, Ricca e vestita vai, filosofia, LA STAMPA, 29/4/2003 «La filosofia richiede una meditazione solitaria, ma ha anche l'esigenza di comunicare, discutere e mettere alla prova le idee in uno spazio pubblico. In termini provocatori, si occupa di luoghi comuni. Simili alle piazze o ai punti di incontro in cui gli uomini scambiano i loro prodotti ed elaborano i loro vissuti, essi non sono da confondere con le banalità. Si tratta piuttosto di zone di estrema condensazione e sedimentazione di esperienze e di interrogativi, virtualmente condivisi da tutti perché toccano esperienze inaggirabili, sebbene poco esprimibili in discorsi che non risultino superficiali (la vita, la morte, la verità, la bellezza, la condotta morale, l'amore). La maggior parte di noi, in questi casi, è come quei cani ai quali, si dice, manca solo la parola. La grande filosofia al pari della grande arte dà loro voce in forma perspicua, articolata e premiante. Ognuno di noi, nascendo, trova un mondo già fatto, ma in costante trasformazione, a causa del succedersi nel tempo delle generazioni e del mescolarsi nello spazio geografico di popoli e civiltà. Ognuno comincia una nuova storia, al cui centro inevitabilmente si pone. Nel corso della vita cerca così di dare senso agli avvenimenti in cui è impiegato, alle idee che gli attraversano la mente, alle passioni che lo impregnano e ai progetti che lo guidano. Di quali basi e criteri affidabili può disporre? ... Per comprendere la funzione e la rilevanza della filosofia contro quanti ritengono che non giunga alle certezze della scienza, alle consolazioni della fede o al fascino delle arti, compiamo un esperimento mentale, proviamo ad immaginare come sarebbe il nostro mondo senza di essa». Remo BODEI, Perché c'è fame di filosofia, IL MESSAGGERO, 19/9/2003 «Il filosofo si riconosce dal fatto che egli ha, inseparabilmente, il gusto dell'evidenza e il senso dell'ambiguità… Ciò che del filosofo è caratteristico è il movimento incessante che dal sapere riconduce all'ignoranza e dall'ignoranza al sapere….La debolezza del filosofo è la sua virtù … Il mistero è in tutti come è in lui. Che cosa dice il filosofo dei rapporti dell'anima col corpo se non ciò che ne sanno tutti gli uomini…? Che cosa insegna sulla morte, se non che è nascosta nella vita, come il corpo nell'anima…? Il filosofo è l'uomo che si risveglia e che parla, e l'uomo ha in sé, silenziosamente, i paradossi della filosofia, perché, per essere davvero uomo, bisogna essere un po' di più e un po' di meno che uomo». M. MERLEAU­PONTY, Elogio della filosofia, 1953 ARGOMENTO:Conoscenza, lavoro e commercio nell'era di INTERNET DOCUMENTI "Cento anni fa, il 12 Dicembre 1901, i tre punti del codice Morse che stanno per la lettera "s" passarono per la prima volta da una sponda all'altra dell'Atlantico, attraversarono l'etere. Non lungo un cavo sottomarino ma nell'aria, da una stazione trasmittente in Cornovaglia a una piccola costruzione distante tremila chilometri con sopra, appeso a un aquilone, un filo oscillante nel vento rabbioso del Canada. Nasceva la radiotelegrafia a grande distanza. Il suo inventore, Guglielmo Marconi, diventa di colpo famoso nel mondo. Da allora quel nome significa progresso, cosmopolitismo, modernità". G. M. PACE, "La Repubblica", 12 dicembre 2001 "Con lo sviluppo delle tecnologie per il trattamento delle informazioni e della telematica, la questione [quella del rapporto tra istanze economiche e istanze dello Stato] rischia di divenire ancora più spinosa. Ammettiamo per esempio che un'impresa come la IBM (International Business Machines) sia autorizzata ad occupare un corridoio orbitale attorno alla terra per piazzarvi dei satelliti di comunicazione e/o delle banche di dati. Chi vi avrà accesso? Chi deciderà quali siano i canali e i dati riservati? Lo Stato? Oppure esso sarà un utente come tutti gli altri? Nascono in tal modo nuovi problemi giuridici ed attraverso di essi si pone la domanda: chi saprà? La trasformazione della natura del sapere può dunque generare un effetto di retroazione nei confronti dei poteri pubblici stabiliti tale da costringerli a riconsiderare i loro rapporti di diritto e di fatto con le grandi imprese e più in generale con la società civile". J. F. LYOTARD, La condizione postmoderna, Milano, 1989 "Dal lavoro interinale a quello su Internet. Non più solo annunci sui quotidiani o sulle bacheche delle agenzie. Per chi è alla ricerca di un impiego o desidera cambiare lavoro le proposte non mancano. Grazie anche alle immancabili "partnership", parola che indica le collaborazioni tra le agenzie di reclutamento Web con siti e portali, sia italiani sia esteri. [...] Pensati per chi cerca un impiego o vuole cambiarlo, gli indirizzi di ricerca del personale sono uno strumento rapido per fare incontrare la domanda con l'offerta. Nati cinque anni fa negli Stati Uniti e soltanto da tre, con base in Scandinavia, sviluppatisi in Europa, i primi siti di ricerca di personale via Internet sono arrivati in Italia. Dove, a tutt'oggi, ne esistono una ventina". Supplemento a "Panorama", 15 novembre 2001 "Il commercio elettronico consiste nello svolgimento di attività di business in via elettronica. Esso è basato sulla elaborazione e trasmissione di dati, inclusi testi, suoni e immagini. Ricomprende una molteplicità di attività, inclusive di attività commerciali di beni e servizi, consegne on line di contenuti digitali, trasferimenti elettronici di fondi, scambi commerciali elettronici, fatturazione elettronica, aste di vendita, progettazione e sviluppo collaborativo tra partner, approvvigionamenti, marketing diretto rivolto al consumatore e servizi post­vendita. Esso comprende sia prodotti (ad esempio, beni di consumo o attrezzature specializzate), sia servizi (ad esempio, servizi informativi, finanziari e legali); attività tradizionali (ad esempio, cure mediche, formazione) e nuove (ad esempio, centri commerciali virtuali). (European Commission, 1997)". A. GRANDO, Commercio elettronico e progettazione logistica. Una relazione sottovalutata, Milano, 2001 "Allo stesso modo io penso che siano stati i rivoluzionari miglioramenti tecnici, nei trasporti e nelle comunicazioni, realizzati dalla fine della seconda guerra mondiale, ad aver consentito all'economia di raggiungere gli attuali livelli di globalizzazione. [...] Anche questo sviluppo non ci avrebbe portato molto lontano se non fossero migliorati in parallelo, e in forme ancor più spettacolari, i sistemi di informazione, che rendono possibile controllare il processo produttivo dal centro, praticamente momento per momento. […] Sappiamo che questi processi informatici trasformano il mercato finanziario internazionale, creando un totale squilibrio tra l'economia reale del mondo, la produzione di beni e servizi reali, e il fiume di derivati, diritti, scommesse, insomma di tutte le transazioni finanziarie che scorrono sui computer degli operatori. L'ammontare di questo flusso finanziario è molte volte più grande del prodotto totale reale del globo. Questo è dovuto alla tecnologia dell'informazione, che rende tutto ciò straordinariamente facile. E rende addirittura possibile per gente comune, [...] di entrare nel mercato realizzando profitti, comprando e vendendo nell'arco della giornata con promesse di pagamento, senza trasferimenti reali di denaro". E. J. HOBSBAWM, Intervista sul nuovo secolo, Bari, 2000 ANALISI DEL TESTO G.Boccaccio, Cisti il fornaio, dal Decameron (Trovi il testo in internet o su molte antologie delle scuole superiori) COMPRENSIONE Riassumi molto brevemente la novella e spiega perché Cisti decide di non partecipare al convito di Messer Geri. ANALISI 1) A Cisti la fortuna (il casuale svolgersi delle cose umane) ha assegnato un mestiere umile, ma per la sua abilità egli è diventato “ricchissimo”, ha realizzato un passaggio di classe. Di questa nuova condizione egli fruisce attuando e praticando “virtù cortesi”. Metti in luce, con precisi riferimenti testuali, questa componente del personaggio. 2) Nella novella è disegnata la realtà sociale di Firenze trecentesca (i rapporti sociali, le differenze, i comportamenti d’obbligo, etc.). Rileva i dati che contribuiscono al disegno. 3) Analizza il modo con cui Boccaccio costruisce il ritratto di Cisti: ci sono dati fisici? Attenzione alla psicologia del personaggio? O la dimensione psicologica è resa attraverso il suo modo di agire? PRODUZIONE Formula un titolo efficace per questa novella (Aldo Busi la titola: “Quando i fornai andarono a vino.” Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno, canto XXVI, vv.90­142. CONTESTUALIZZAZIONE: Dante sta ascoltando le parole di Ulisse, condannato nel girone dei consiglieri fraudolenti. Siamo nel canto XXVI, vicini al fondo dell’Inferno; Ulisse però non parla della colpa per cui è condannato, ma di una colpa ben più grave di cui si è macchiato, che è quella che interessa Dante. COMPRENSIONE COMPLESSIVA E PARAFRASI: Riassumi il contenuto informativo del testo. Svolgi inoltre la parafrasi letterale del testo dal verso 112 al verso 123, riportando il linguaggio del poeta a un italiano più piano e scorrevole. ANALISI: Soffermati, nella tua analisi, sui seguenti punti: le fasi nelle quali si articola la narrazione di Ulisse (in pratica le sequenze nelle quali può essere suddivisa); le caratteristiche del personaggio che ci viene introdotto e il modo in cui Dante ce ne presenta carattere, identità e aspetti negativi; il significato dell’espressione “fatti non foste a viver come bruti/ ma per seguir virtute e conoscenza”; prova ad individuare alcuni elementi ritmici e stilistici delle terzine. APPROFONDIMENTO: Soffermati sul motivo dell’apparente fascino che Ulisse esercita su Dante e illustra i motivi del suo turbamento: fai riferimento rapidamente anche ad un altro episodio. Dante Alighieri, Ne li occhi porta la mia donna Amore, dalla Vita nuova, capitolo XXI COMPRENSIONE 1. riassumi brevemente il contenuto di ciascuna strofa 2. Quali effetti produce il passaggio di Beatrice sulle persone che hanno la possibilità di assistere a tale evento? 3. Quali conseguenze hanno le sue parole su chi le ascolta? 4. A chi si rivolge il poeta perché lo aiuti a lodare Beatrice? ANALISI 1.Ricostruisci lo schema metrico di questo sonetto. 2.Quali termini si contrappongono , nella prima terzina, alle parole superbia e iracontenute nella seconda quartina (v.7)?La contrapposizione di questi quattro termini dà origine alla figura retorica del chiasmo: di che si tratta? 3.Quale figura retorica è presente nel primo verso, dove Amore è scritto con la maiuscola? 4. Su quale figura retorica è invece costruito il verso 8? 5Quale parola­ chiave del linguaggio stilnovista puoi individuare nel sonetto? CONTESTUALIZZAZIONE E APPROFONDIMENTO 1. Parla della poetica della lode che Dante esprime nella Vita nuova e riconoscila in questo sonetto 2. Quali altri aspetti della Vita nuova conosci? Parlane facendo riferimento ad un altro sonetto da te conosciuto. Boccaccio, Nastagio degli Onesti, dal Decameron 1. Sintetizza in poche righe il contenuto della novella 2. Quali personaggi sono protagonisti della caccia infernale a cui assiste Nastagio? 3. La visione di Nastagio costituisce una sorta di “racconto nel racconto”:Quali sono gli elementi che rendono simili le vicende di Nastagio e quelle del cavaliere suicida? Quale la differenza? 4. La stessa visione si articola in due tempi: nel primo Nastagio vede la scena della caccia infernale, nel secondo la mostra alla brigata e alla donna amata. Nel primo caso la visione è quasi un sogno, una proiezione inconscia dello stato d’animo tormentato del protagonista; nel secondo essa diventa spettacolo ed è usata a fini persuasivi. Metti in rilievo come alla diversa funzione della scena corrispondono diverse tecniche di narrazione. 5 Il centro della novella è l’exemplum della “caccia” infernale, di cui Boccaccio capovolge messaggi e valori: La visione non ha più nulla di sacro e nell’incredibile rapidità degli effetti rivela un intento comico e parodistico: analizza la visione e dimostrane il carattere laico e profano. Quale morale, completamente diversa da quella religiosa tradizionale, viene proposta? 6 Boccaccio fornisce diverse informazioni sull’appartenenza sociale, sul comportamento e sullo stato d’animo del protagonista, ma lascia intuire, solo attraverso l’azione, l’elemento più importante del carattere di Nastagio, quello che gli permette di soddisfare i suoi desideri. Ricostruisci il ritratto del personaggio. Ecco il mio “Inferno”: abbozza un possibile canto dell’Inferno seguendo le “regole dantesche”, ma attualizzandolo. Boccaccio, nel Decameron, traccia un profilo sorprendentemente realistico della vita urbana e dei valori sui quali si regge la società fiorentina trecentesca. Delineane i principali tratti ( facendo riferimento ai testi letti). NOTA BENE. Puoi trovare altre tracce sul libretto allegato all' antologia, il Laboratorio delle competenze