Esempio di progetto degli impianti elettrici in un centro estetico (seconda parte) Guida alla progettazione: Esempio di progetto degli impianti elettrici in un centro estetico (seconda parte) Pubblicato il: 18/12/2006 Aggiornato al: 18/12/2006 di Gianluigi Saveri Gianfranco Ceresini 1. Progettazione ed installazione degli impianti elettrici in un centro estetico Per i centri estetici, normalmente alimentati con sistema TT, data la non elevatissima potenza richiesta, le normative principali da considerare e da rispettare sono la sezione 710 della norma CEI 64-8, che riguarda i locali ad uso medico, la guida CEI 64-56 “Criteri particolari per locali ad uso medico” e la norma CEI 62-39 “Apparecchi elettrici per uso estetico. Guida generale per la sicurezza” (che però è una norma di prodotto e non impiantistica). Oltre alla legge 46/90 e al suo regolamento di attuazione DPR 447/91, l’unica disposizione legislativa che occorre consultare è la legge n. 1 del 4 gennaio 1990 “Disciplina dell'attività di estetista”, all’interno della quale vengono elencati quelli che sono da considerare come “apparecchi elettromeccanici per uso estetico”, cioè quegli apparecchi il cui uso caratterizza l’attività di estetista abilitato ai sensi della legge 1/90. Poiché un centro estetico rientra all’interno dei locali ad uso medico, il suo impianto elettrico è sempre soggetto a progettazione (art, 4 comma c del DPR 447/91) anche se dovesse avere solo locali di gruppo 0. A sua volta l’installazione deve essere affidata ad una impresa abilitata alla realizzazione degli impianti di cui all’art. 1 comma 1a) della legge 46/90 e iscritta nell’albo provinciale delle imprese artigiane. Al termine dei lavori tale impresa deve rilasciare la Dichiarazione di Conformità come richiesto dall’art. 9 della legge 46/90. Un centro estetico può essere un locale a se stante, oppure essere inserito all'interno di una struttura più grande, come un albergo, un centro polisportivo o un villaggio turistico. Per poter individuare e classificare dal punto di vista della sicurezza elettrica tali strutture è necessario chiarire chi è, cosa fa e quali apparecchi usa un estetista. Un estetista è un professionista che cura la bellezza delle persone e che per poter svolgere il proprio lavoro e utilizzare apparecchi per uso estetico deve essere abilitato ai sensi della Legge 4 gennaio 1990 n.1, "Disciplina dell'attività di estetista". L'estetista fa abitualmente uso di apparecchi elettrici per uso estetico con parti, anche estese, generalmente a contatto con la persona. Un apparecchio elettrico per uso estetico è definito dalla Norma CEI 62-39 come un apparecchio elettrico munito di una o più connessioni ad una particolare rete di alimentazione, destinato al trattamento estetico utilizzato dall'operatore estetico, e che entra in contatto fisico o elettrico col soggetto trattato e/o trasferisce energia verso o dal soggetto trattato. Nella Legge 1/90 è riportato l'elenco degli apparecchi elettrici per uso estetico (la legge li chiama apparecchi elettromeccanici per uso estetico). Non tutti gli apparecchi per uso estetico elencati dalla Legge 1/90 sono elettrici e quindi in questo caso non ci sono parti applicate e non c'è contatto fisico o elettrico e nemmeno trasferimento di energia da o verso la persona sottoposta a trattamento (vedi l’apparecchio n.5 dell’elenco). Nei locali ad uso estetico non c'è pericolo di microshock, perciò a quest'ultimo gruppo di apparecchi (cioè quelli considerati non pericolosi) possono essere assimilati anche quelli con alimentazione interna (apparecchi alimentati a batteria) che, pur funzionando elettricamente e con parti applicate, non sono connessi alla rete di alimentazione come specificato nella definizione di apparecchio ad uso estetico. Gli altri apparecchi elettrici utilizzati per la cura della persona, come l'asciugacapelli o il casco del parrucchiere, non essendo utilizzati da un estetista abilitato non sono contenuti nell'elenco dei 27 Esempio di progetto degli impianti elettrici in un centro estetico (seconda parte) apparecchi estetici fornito dalla legge 1/90 e pertanto , i locali per parrucchiere o barbiere non sono classificati come centri estetici. L’allegato della legge 1/90 mostra il seguente elenco degli apparecchi elettromeccanici per uso estetico: 1. Vaporizzatore con vapore normale e ionizzato non surriscaldato, stimolatore blu con scariche inferiori ad un centimetro e solo effluvio (alta frequenza o ultrasuoni ). 2. Disincrostante per pulizia con intensità non superiore a 4 mA. 3. Apparecchi per l'aspirazione dei comedoni con aspirazione non superiore ad una atmosfera e con cannule aventi diametro di non oltre un centimetro. 4. Doccia filiforme ed atomizzatore con pressione non superiore ad una atmosfera. 5. Apparecchi per massaggi meccanici solo a livello cutaneo e non in profondità. (ndr: da non considerare essendo puramente meccanici) 6. Apparecchi per massaggi elettrici solo con oscillazione orizzontale o rotazione, che utilizzino unicamente accessori piatti o spazzole. 7. Lampade abbronzanti UVA. 8. Lampade di quarzo con applicazioni combinate o indipendenti di raggi ultravioletti (UV) ed infrarossi (IR). 9. Apparecchi per massaggio ad aria con pressione non superiore ad una atmosfera. 10. Apparecchi per massaggio idrico con pressione non superiore ad una atmosfera. 11. Scaldacera per cerette. 12. Rulli elettrici e manuali. 13. Vibratori elettrici oscillanti. 14. Attrezzi per ginnastica estetica. 15. Attrezzature per manicure e pedicure. 16. Apparecchi per il trattamento di calore totale o parziale. Apparecchi per massaggio aspirante con coppe di varie misure e applicazioni in movimento, fisse e ritmate, e con aspirazione non superiore ad una atmosfera. 17. Apparecchi per massaggi meccanici picchiettanti. 18. Apparecchi per massaggi elettrici picchiettanti. 19. Stimolatore a luce blu con tutti gli elettrodi per uso estetico (alta frequenza). 20. Apparecchi per ionoforesi estetica con intensità massima sulla placca di 1 mA ogni 10 centimetri quadrati. 21. Depilatori elettrici ed elettronici. Esempio di progetto degli impianti elettrici in un centro estetico (seconda parte) 22. Apparecchi per massaggi subacquei. 23. Apparecchi per presso-massaggio. 24. Elettrostimolatore ad impulsi. 25. Apparecchi per massaggi ad aria con pressione superiore ad una atmosfera. 26. Laser estetico. 27. Saune. Classificazione dei locali Esiste una certa affinità fra un locale ad uso medico ed un locale ad uso estetico. Curare una persona per fini estetici o per fini medici comporta l'utilizzo abituale di strumenti e apparecchiature elettriche con parti applicate che determinano un aumento del rischio elettrico rispetto ad altri ambienti di tipo ordinario, questo anche se il soggetto sotto trattamento estetico gode di miglior salute e quindi risulta meno vulnerabile di una persona in condizioni fisiche precarie sottoposta a cure mediche. Nel locale ad uso estetico, infatti, si fa un uso prolungato e costante sulla persona di queste apparecchiature il che ci porta a considerare questi luoghi, alla stregua di quelli ad uso medico, ambienti a maggior rischio elettrico. E' per questo che le Norme CEI 64-8 alla sezione 710 stabiliscono di trattare dal punto di vista della sicurezza i locali ad uso estetico come quelli ad uso medico. Chiarito questo, in funzione della pericolosità dell'ambiente, la classificazione dei locali adibiti ad uso estetico è presto fatta (vedi figura 3). Esempio di progetto degli impianti elettrici in un centro estetico (seconda parte) Figura 3 - Esempi di classificazione di diverse tipologie di locali all’interno di un centro estetico Se non si fa uso di alcun apparecchio estetico dell’elenco preso dalla legge 1/90, allora si tratta di un locale ordinario. In questo caso non si tratta di un centro estetico o si tratta di locali, all’interno del centro, quali reception, bagni, docce, spogliatoi, retro, atri, corridoi, etc. Il locale viene invece classificato come locale ad uso medico di gruppo 0 se si fa uso di apparecchi estetici, come da elenco dalla legge 1/90, senza parti applicate (es. sala massaggi), mentre viene classificato come locale ad uso medico di gruppo 1 se si fa uso di apparecchi estetici, come da elenco dalla legge 1/90, con parti applicate (es. un solarium con lampada a raggi ultravioletti in cui il lettino, con cui il paziente è a contatto, sia parte integrante dell’apparecchio). Se il locale è classificato come ordinario non si tratta di un locale ad uso estetico e quindi si applica la norma generale impianti. Se il locale è del gruppo 0, si tratta di locale ad uso medico ma non esistono particolari accorgimenti da adottare e si applicano le norme elettriche generali come per gli ambienti ordinari. Diverse, rispetto a quelli del gruppo 0, sono le attenzioni da dedicare ai locali del gruppo 1 dove si rende necessario adottare alcuni accorgimenti impiantistici particolari. Spesso i locali ad uso estetico sono inseriti all'interno di strutture con destinazioni d'uso anche diverse da quelle di uso estetico (ad esempio un appartamento di civile abitazione in cui sono ricavati alcuni locali adibiti a centro estetico); in questi casi è bene ricordare che tutta l'unità Esempio di progetto degli impianti elettrici in un centro estetico (seconda parte) immobiliare che ospita questi locali, quando la potenza impegnata è superiore a 1,5 kW, è soggetta all'obbligo di progetto (DPR 447/91 art.4) anche se non tutti i locali della struttura sono del gruppo 1 o del gruppo 0. Protezione degli impianti La protezione contro i contatti diretti può essere effettuata attraverso l’isolamento delle parti attive, od in alternativa attraverso involucri o barriere con grado di protezione minimo IP2X o IPXXB. E’ sempre ammessa una protezione addizionale mediante interruttori differenziali con Idn non superiore a 30 mA. La protezione contro i contatti indiretti si differenzia a seconda che si tratti di locale ordinario, locale ad uso medico di gruppo 0, o locale ad uso medico di gruppo 1. Se il locale è classificato sia come ordinario che come locale di gruppo 0, l'impianto è ordinario e non deve essere adottato nessun particolare provvedimento. Si applicano i sistemi di protezione previsti dalla norma generale impianti: la tensione limite di contatto UL deve essere minore o uguale a 50 V; per i sistemi TT deve essere verificata la relazione RE x Idn <=UL dove: RE = resistenza di terra, Idn = corrente nominale del dispositivo differenziale tipo AC in generale, oppure A o B se si prevedono correnti di dispersione di tipo unidirezionale; per i sistemi SELV e PELV la tensione nominale non deve essere superiore a 50 V a.c. (valore efficace) e a 120 V d.c. (non ondulata). Se invece il locale in questione è stato classificato come gruppo 1, si adotta abitualmente la protezione per interruzione automatica dell'alimentazione mediante interruttore differenziale con Idn non superiore a 30 mA associato ad un impianto di messa a terra delle masse e delle masse estranee. La tensione limite UL , trattandosi di locali a maggior rischio elettrico, in questo caso non è più di 50 V come per i locali di tipo ordinario ma di 25 V. Il coordinamento con l'impianto di messa a terra lo si ottiene comunque abbastanza agevolmente con valori di resistenza di terra facilmente realizzabili. Per i locali di gruppo 1, i più complessi, valgono tutte le disposizioni indicate da qui alla fine del paragrafo. Qualsiasi volume in cui un soggetto con parti applicate può venire in contatto intenzionale, o non intenzionale, con apparecchi elettromedicali o con masse estranee, direttamente o per mezzo di altre persone in contatto con tali elementi è definito dalle Norme come zona paziente. Le masse estranee e le masse che si trovano all'interno della zona paziente devono essere collegate ad un nodo equipotenziale comune. Sono da considerare interne alla zona paziente le masse e le masse estranee che si trovano in verticale ad una quota inferiore a 2,5 m dal pavimento o, in orizzontale, ad una distanza inferiore a 1,5 m dal paziente considerando anche le eventuali diverse posizioni che il paziente, quando è in contatto con apparecchi alimentati dalla rete, potrebbe assumere se fosse spostato dal posto originario (figura 4). Esempio di progetto degli impianti elettrici in un centro estetico (seconda parte) Figura 4 - La zona paziente Nei locali ad uso estetico del gruppo 1 è sempre necessario effettuare i collegamenti equipotenziali supplementari (EQS), in aggiunta agli altrettanto necessari collegamenti equipotenziali principali (EQP) realizzati alla base dell'edificio. All'interno del locale deve essere approntato un nodo equipotenziale al quale devono essere collegate tutte le masse a portata di mano e le masse estranee poste ad un'altezza inferiore a 2,5 m dal piano di calpestio (figura 5). Figura 5 - Tutte le masse e le masse estranee poste ad un'altezza inferiore a2,5 m dal piano di calpestio devono essere collegate ad un nodo equipotenziale. Anche le masse non a portata di mano (altezza superiore a 2,5 m dal piano di calpestio) devono essere collegate a terra ma non necessariamente al nodo equipotenziale. Le masse sono gli involucri Esempio di progetto degli impianti elettrici in un centro estetico (seconda parte) esterni degli apparecchi elettrici utilizzati all'interno del locale e si collegano al nodo di terra tramite il conduttore di protezione (PE). Il conduttore di protezione collega al nodo equipotenziale anche il morsetto di terra delle prese (fig. 6) alle quali potranno essere collegati gli apparecchi elettrici ad uso estetico. Figura 6 - Al nodo principale di terra devono essere collegate le masse costituite dagli involucri esterni degli apparecchi elettrici e i morsetti di terra delle prese a spina Le masse estranee sono elementi metallici, non facenti parte dell'impianto elettrico, in grado di introdurre il potenziale di terra (tubazione idrica, tubi dei termosifoni, del gas, condotte dell'aria, ferri del cemento armato, ecc..) o altro potenziale (finestra metallica comune ad altri ambienti che si estende al di fuori del locale) (figura 7). Esempio di progetto degli impianti elettrici in un centro estetico (seconda parte) Figura 7 - Tutte le masse estranee all'interno del locale devono essere collegate al nodo equipotenziale I collegamenti equipotenziali devono essere effettuati una sola volta, senza ulteriori "cavallotti", all'ingresso delle masse estranee nel locale con un conduttore di rame avente una sezione di almeno 6 mm2 . I tubi che alimentano un termosifone, ad esempio, possono essere collegati all'ingresso nel locale e non è più necessario collegare al nodo equipotenziale il termosifone stesso. I ferri del cemento armato sono da considerare masse estranee e come tali vanno collegate al nodo equipotenziale, operazione abbastanza agevole in fase di costruzione dell'edificio ma che diventa molto difficoltosa se l'edificio è già esistente. In questo caso si ritiene che tale collegamento possa essere omesso. Anche gli infissi metallici all'interno del locale se presentano una resistenza verso terra di 200 ohm sono da considerare masse estranee e devono essere collegati al nodo equipotenziale. Gli elementi metallici con resistenza superiore a 200 ohm o con resistenza inferiore a 200 ohm ma che si trovano ad un'altezza superiore a 2,5 m dal piano di calpestio non è necessario che siano collegati al nodo equipotenziale. Tutti i conduttori di protezione ed equipotenziali devono far capo ad uno stesso nodo equipotenziale e devono essere singolarmente scollegabili (figura 8). Esempio di progetto degli impianti elettrici in un centro estetico (seconda parte) Figura 8 - Tutti i conduttori di protezione ed equipotenziali devono essere collegati al nodo equipotenziale ed essere singolarmente scollegabili Per agevolare il collegamento di più prese o di più masse estranee sono ammessi in un unico locale più nodi intermedi (subnodi) ma solo se tra il nodo equipotenziale e le masse o le masse estranee è interposto un solo subnodo (figura 9a). Il "cavallotto" fra una presa e l'altra deve essere considerato come un sub-nodo. Il collegamento entra-esci fra più di due prese non è perciò ammissibile (figura 9b). Esempio di progetto degli impianti elettrici in un centro estetico (seconda parte) Figura 9 - Sono ammessi più subnodi in un unico locale ma tra le masse o le masse estranee e il nodo equipotenziale deve essere inserito non più di un nodo intermedio Altre prescrizioni Il grado di protezione minimo degli involucri deve essere IP4X. Il tipo di posa delle condutture può essere generalmente in tubo incassata o entro canale, anche se non sono vietati altri tipi di posa. I cavi utilizzabili possono essere N07V-K (CEI 20-20), FROR 450/750V (CEI 20-20). Il quadro elettrico può essere del tipo ad uso domestico e similare, rispondente alla norma CEI 23-51, se la corrente nominale in entrata Inq non è superiore ai 125 A, la tensione nominale non è superiore ai 440 V e la corrente di cortocircuito presunta nel punto di installazione non supera i 10 kA oppure i 15kA quando il quadro è protetto mediante dispositivo limitatore. Se queste condizioni non sono verificate occorre realizzare un quadro rispondente alla norma CEI 17-13/1. Il livello di illuminamento medio richiesto è stabilito dalla norma UNI EN 12464-1, che dal 1° luglio 2003 ha sostituito la norma UNI 10380. Tale nuova norma stabilisce un illuminamento medio sopra l’area dove, per lavoro, occorre svolgere un determinato compito visivo (l’area può essere orizzontale, inclinata o anche verticale). Questo illuminamento medio non deve scendere al di sotto dei valori indicati dalla norma indipendentemente dagli anni e dalle condizioni di installazione. Nei vari locali presenti nei centri estetici l’illuminamento medio deve essere di 200 lx nelle reception, nei bagni e nei corridoi, 300 lx nelle sale massaggi. Poiché il centro estetico è classificato come locale ad uso medico è necessario installare l'illuminazione di sicurezza. Se il locale è classificato di gruppo 0 vanno illuminati solo alcuni Esempio di progetto degli impianti elettrici in un centro estetico (seconda parte) locali, se è classificato di gruppo 1 occorre un apparecchio di illuminazione alimentato da una sorgente di sicurezza in ciascun locale. L'illuminazione di sicurezza può essere realizzata mediante apparecchi autonomi che garantiscano almeno 10 lx ad un metro dal piano di calpestio. Altri locali del centro estetico In figura 10 sono riassunti i vari tipi di locali, e le relative Norme CEI di riferimento, che solitamente si incontrano in un centro estetico. Figura 10 - Non tutti i locali di un centro estetico sono da considerare ad uso medico Non tutti i locali del centro estetico come abbiamo visto sono da considerare ad uso medico; ad esempio i locali contenenti riscaldatori per sauna non sono classificabili come locali ad uso medico. Le Norme che si occupano delle saune sono le CEI 64-8 alla sezione 703 e suddividono, in funzione della pericolosità, le saune in quattro zone (figura 11): Esempio di progetto degli impianti elettrici in un centro estetico (seconda parte) Figura 11 - Zone di rispetto in una sauna Zona 1: delimitata dalla superficie laterale situata a 0,5 m dal riscaldatore, dal pavimento e dal piano orizzontale situato a 0,3 m sotto il soffitto; Zona 2: delimitata dalla superficie laterale della Zona 1, dal pavimento e dal piano orizzontale situato a 0,5 m sopra il pavimento; Zona 3: delimitata dalla superficie laterale della Zona 1, dai piani orizzontali situati rispettivamente a 0,5 m sopra il pavimento ed a 0,3 m sotto il soffitto; Zona 4: delimitata dal soffitto e dal piano orizzontale situato a 0,3 m sotto il soffitto. In relazione alla zona di installazione i componenti elettrici (grado di protezione minimo IP 24) devono essere scelti ed installati con le seguenti avvertenze: nella Zona 1 si devono installare solo componenti elettrici relativi al riscaldatore per saune; nella Zona 2 non ci sono prescrizioni speciali che riguardino la resistenza al calore dei componenti elettrici; nella Zona 3 i componenti elettrici devono essere in grado di sopportare una temperatura ambiente di almeno 125 °C; nella Zona 4 si devono installare solo gli apparecchi di illuminazione, installati in modo da evitare il surriscaldamento, le loro condutture, i dispositivi di comando dei riscaldatori per saune (termostati e limitatori di temperatura) e le condutture che appartengono a tali dispositivi. La resistenza al calore deve essere quella richiesta per la Zona 3. Sono vietate le prese a spina e gli interruttori, ad eccezione di quelli incorporati nel riscaldatore, devono essere installati all'esterno del locale. Le condutture collocate all'interno della sauna devono essere di classe II (doppio isolamento) e l'isolante deve essere adatto alle condizioni di posa. La portata, solitamente riferita alla temperatura ambiente, deve essere opportunamente ritoccata. Le condutture incassate e isolate termicamente rispetto il locale della sauna dalla necessaria coibentazione possono essere considerate esterne alla sauna. Anche i bagni e le docce sono ambienti particolari nei quali si rendono necessari i collegamenti equipotenziali supplementari sulle masse estranee. E' in questo caso sufficiente collegare la massa estranea (tubazioni idriche, del riscaldamento, ecc) all'ingresso nel locale. Come per la sauna il locale è suddiviso in zone (fig. 12) nelle quali devono essere seguite le prescrizioni della sezione 701 della Norma CEI 64-8. Esempio di progetto degli impianti elettrici in un centro estetico (seconda parte) Figura 12 - Zone di rispetto nei bagni e nelle docce Verifiche Le verifiche iniziali dell’impianto devono essere effettuate da una persona esperta, competente in lavori di verifica, anche se non è necessaria nessuna particolare qualifica. E’ bene che i risultati delle verifiche iniziali, qui di seguito elencate, siano riportate su un apposito registro: • Esame a vista • Verifica della continuità dei conduttori di protezione e dei collegamenti equipotenziali principali e supplementari • Misura della resistenza di isolamento dell’impianto elettrico • Verifica della protezione per separazione nel caso di circuiti SELV o PELV e nel caso di separazione elettrica • Verifica della protezione mediante interruzione automatica dell’alimentazione • Prove di polarità • Prove di funzionamento • Misura della resistenza dell’impianto di terra • Misura della resistenza verso terra delle masse estranee (per individuare se una parte metallica è una massa estranea, per i locali di gruppo 1 lo è se ha resistenza verso terra inferiore a 200 ohm) Le verifiche periodiche dell’impianto devono essere effettuate da una persona esperta, competente in lavori di verifica, anche se non è necessaria nessuna particolare qualifica. E’ bene che i risultati delle verifiche periodiche effettuate ad intervalli di tempo tali da non compromettere la sicurezza d'uso dell'impianto, qui di seguito elencate, siano riportate su un apposito registro: • Se il locale è classificato di gruppo 0: o Esame a vista o Misura della resistenza di isolamento o Prova della continuità dei conduttori di protezione o Prove per la protezione contro i contatti indiretti, incluse le prove di funzionamento dei dispositivi differenziali • Se il locale è classificato di gruppo 1: o Esame a vista Esempio di progetto degli impianti elettrici in un centro estetico (seconda parte) o o o o o Misura della resistenza di isolamento Prova della continuità dei conduttori di protezione Prove per la protezione contro i contatti indiretti Ogni 3 anni – Verifica della continuità dei collegamenti equipotenziali supplementari Ogni anno – Prova di intervento a Idn dei dispositivi differenziali Se nel centro estetico lavorano dei dipendenti, occorre anche far effettuare anche una verifica, ogni 2 anni, dell’impianto di messa a terra. Questa verifica è prevista dal DPR 462/01 e va effettuata, a cura di ASL/ARPA o di un Organismo Abilitato. Il verificatore dovrà rilasciare un regolare verbale che deve essere custodito dal titolare ed esibito a richiesta agli organi di vigilanza. Occorre anche effettuare, ogni 2 anni, la verifica degli eventuali dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche nei rarissimi casi nei quali sono verificate queste due condizioni: la struttura non è autoprotetta e nell'azienda sono occupati contemporaneamente in un unico edificio a più di un piano oltre 500 addetti. Esempio di progetto degli impianti elettrici in un centro estetico (seconda parte) 2. Progetto di un centro estetico (esempio) PROVINCIA ……………… COMUNE DI ……………… LOCALITA’: ………………. INDIRIZZO: ………………… DESTINAZIONE D’USO: CENTRO ESTETICO - ABBRONZATURA CENTRO ESTETICO ABBRONZATURA “…………….” PROGETTO ESECUTIVO DEGLI IMPIANTI ELETTRICI RELAZIONE TECNICA …………., …/..../2003 Il Tecnico …………………….. Esempio di progetto degli impianti elettrici in un centro estetico (seconda parte) GENERALITÀ Il presente elaborato è parte integrante del progetto definitivo degli impianti elettrici che si realizzeranno presso il Centro Estetico – Abbronzatura “…….” di Via …….. Sono esclusi dal progetto gli impianti a monte del punto di consegna e gli apparecchi utilizzatori collegati all’impianto mediante prese a spina (apparecchi trasportabili e portatili) e/o fissi (centralini automatismi, quadri e impianti bordo macchina, ecc.). Sono altresì esclusi dal presente progetto eventuali impianti già realizzati e non modificati anche se di pertinenza del negozio e/o appartenenti allo stesso proprietario e/o alimentati dallo stesso contatore di energia elettrica. RISPETTO DEI CAPITOLATI E DEL PROGETTO Laddove per le opere richieste esistano specifiche tecniche riguardanti le forme circuitali, il tipo o la qualità dei materiali, ecc., la ditta esecutrice è tenuta al rispetto integrale di quanto prescritto. Eventuali modifiche al progetto dovranno in ogni caso essere preventivamente presentate ed approvate dalla direzione lavori sia sotto l’aspetto tecnico sia sotto l’eventuale aspetto economico. Sarà cura dell’impresa installatrice assumere in loco, sotto la sua completa ed esclusiva responsabilità, le necessarie autorizzazioni presso le sedi locali ed i competenti uffici dell’AUSL, VVF e ente fornitore di energia elettrica competenti per territorio e di prendere con loro ogni necessario accordo inerente alla realizzazione ed all’eventuale collaudo degli impianti. NORME DI RIFERIMENTO Nella stesura del presente progetto si fa riferimento a tutte le disposizioni legislative ed alle norme in vigore applicabili ed in particolare alle seguenti norme: Norma It. CEI 0-2 - Classif. CEI 0-2 - CT 0 - Anno 2002 Guida per la definizione della documentazione di progetto degli impianti elettrici - Fascicolo 6578 Norma It. CEI 0-10 - Classif. CEI 0-10 Guida alla manutenzione degli impianti elettrici - Fascicolo 6366 - CT 0 - Anno 2002 Norma It. CEI 11-17 - Classif. CEI 11-17 - CT 11 - Anno 1997 - Fascicolo Impianti di produzione, trasmissione e distribuzione di energia elettrica - Linee in cavo 3407 R Norma It. CEI 11-17;V1 - Classif. CEI 11-17;V1 - CT 11 - Anno 2003 - Fascicolo 6834 Impianti di produzione, trasmissione e distribuzione di energia elettrica - Linee in cavo Norma It. CEI-UNEL 35024/2 - Classif. CEI 20 - CT 20 - Anno 1997 - Fascicolo 3517 Cavi elettrici ad isolamento minerale per tensioni nominali non superiori a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua. Portate di corrente in regime permanente per posa in aria Norma It. CEI-UNEL 35024/1 - Classif. CEI 20 - CT 20 - Anno 1997 - Fascicolo 3516 Cavi elettrici isolati con materiale elastomerico o termoplastico per tensioni nominali non superiori a 1000 V in corrente alternata e 1500 V in corrente continua. Portate di corrente in regime permanente per posa in aria Norma It. CEI-UNEL 35024/1;Ec - Classif. CEI 20 - CT 20 - Anno 1998 - Fascicolo 4610 Cavi elettrici isolati con materiale elastomerico o termoplastico per tensioni nominali non superiori a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua. Portate di corrente in regime permanente per posa in aria Norma It. CEI-UNEL 35026 - Classif. CEI 20 - CT 20 - Anno 2000 - Fascicolo 5777 Cavi elettrici isolati con materiale elastomerico o termoplastico per tensioni nominali di 1000 V in corrente alternata e 1500 V in corrente continua. Portate di corrente in regime permanente per posa interrata Norma It. CEI 23-51 - Classif. CEI 23-51 - CT 23 - Anno 1996 - Fascicolo 2731 Prescrizioni per la realizzazione, le verifiche e le prove dei quadri di distribuzione per installazioni fisse per uso domestico e similare Norma It. CEI 23-51;V1 - Classif. CEI 23-51;V1 - CT 23 - Anno 1998 - Fascicolo 4306 Prescrizioni per la realizzazione, le verifiche e le prove dei quadri di distribuzione per installazioni fisse per uso domestico e similare 16 Le informazioni contenute nel presente documento sono tutelate dal diritto d’autore e possono essere usate solo in conformità alle norme vigenti. In particolare Voltimum Italia s.r.l. a socio Unico si riserva tutti i diritti sulla scheda e su tutti i relativi contenuti. Il materiale e i contenuti presentati nel documento sono stati attentamente vagliati e analizzati, e sono stati elaborati con la massima cura. In ogni caso errori, inesattezze e omissioni sono possibili. Voltimum Italia s.r.l. a socio Unico declina qualsiasi responsabilità per errori ed omissioni eventualmente presenti nel sito. Esempio di progetto degli impianti elettrici in un centro estetico (seconda parte) Norma It. CEI 23-51;V3 - Classif. CEI 23-51;V3 - CT 23 - Anno 2001 - Fascicolo 6330 Prescrizioni per la realizzazione, le verifiche e le prove dei quadri di distribuzione per installazioni fisse per uso domestico e similare Norma It. CEI 23-51;V4 - Classif. CEI 23-51;V4 - CT 23 - Anno 2003 - Fascicolo 6937 Prescrizioni per la realizzazione, le verifiche e le prove dei quadri di distribuzione per installazioni fisse per uso domestico e similare Norma It. CEI 64-8/1 - Classif. CEI 64-8/1 - CT 64 - Anno 2003 - Fascicolo 6869 Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua. Parte 1: Oggetto, scopo e principi fondamentali Norma It. CEI 64-8/2 - Classif. CEI 64-8/2 - CT 64 - Anno 2003 - Fascicolo 6870 Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua. Parte 2: Definizioni Norma It. CEI 64-8/3 - Classif. CEI 64-8/3 - CT 64 - Anno 2003 - Fascicolo 6871 Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua. Parte 3: Caratteristiche generali Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua. Parte 4: Prescrizioni per la sicurezza Norma It. CEI 64-8/5 - Classif. CEI 64-8/5 - CT 64 - Anno 2003 - Fascicolo 6873 Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua. Parte 5: Scelta ed installazione dei componenti elettrici Norma It. CEI 64-8/6 - Classif. CEI 64-8/6 - CT 64 - Anno 2003 - Fascicolo 6874 Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua. Parte 6: Verifiche Norma It. CEI 64-8/7 - Classif. CEI 64-8/7 - CT 64 - Anno 2003 - Fascicolo 6875 Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua. Parte 7: Ambienti ed applicazioni particolari Norma It. CEI 64-12 - Classif. CEI 64-12 - CT 64 - Anno 1998 - Fascicolo Guida per l'esecuzione dell'impianto di terra negli edifici per uso residenziale e terziario 3666 R Norma It. CEI 64-12;V1 - Classif. CEI 64-12;V1 - CT 64 - Anno 2003 - Fascicolo 6950 Guida per l'esecuzione dell'impianto di terra negli edifici per uso residenziale e terziario Norma It. CEI 64-14 - Classif. CEI 64-14 Guida alle verifiche degli impianti elettrici utilizzatori - CT 64 - Anno 1996 - Fascicolo 2930 Norma It. CEI 64-14;V1 - Classif. CEI 64-14;V1 - CT 64 - Anno 2000 - Fascicolo 5779 Guida alle verifiche degli impianti elettrici utilizzatori Norma It. CEI R064-004 - Classif. CEI 64-16 - CT 64 - Anno 1999 - Fascicolo 5236 Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua. Protezione contro le interferenze elettromagnetiche (EMI) negli impianti elettrici Norma It. CEI 64-50 - Classif. CEI 64-50 - CT 64 - Anno 2001 - Fascicolo 5901 Edilizia residenziale. Guida per l'esecuzione nell'edificio degli impianti elettrici utilizzatori e per la predisposizione per impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati. Criteri generali Norma It. CEI 64-50;V1 - Classif. CEI 64-50;V1 - CT 64 - Anno 2002 - Fascicolo 6684 Edilizia residenziale. Guida per l'integrazione degli impianti elettrici utilizzatori e per la predisposizione per impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati negli edifici. Criteri generali Norma It. CEI 64-56 - Classif. CEI 64-56 - CT 64 - Anno 2003 - Fascicolo 6824 Edilizia ad uso residenziale e terziario. Guida per l'integrazione degli impianti elettrici utilizzatori e per la 17 Le informazioni contenute nel presente documento sono tutelate dal diritto d’autore e possono essere usate solo in conformità alle norme vigenti. In particolare Voltimum Italia s.r.l. a socio Unico si riserva tutti i diritti sulla scheda e su tutti i relativi contenuti. Il materiale e i contenuti presentati nel documento sono stati attentamente vagliati e analizzati, e sono stati elaborati con la massima cura. In ogni caso errori, inesattezze e omissioni sono possibili. Voltimum Italia s.r.l. a socio Unico declina qualsiasi responsabilità per errori ed omissioni eventualmente presenti nel sito. Esempio di progetto degli impianti elettrici in un centro estetico (seconda parte) predisposizione di impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati negli edifici. Criteri particolari per locali ad uso medico Norma It. CEI 81-1 - Classif. CEI Protezione delle strutture contro i fulmini 81-1 - CT 81 - Anno 1998 - Fascicolo 3681 C Norma It. CEI 81-3 - Classif. CEI 81-3 - CT 81 - Anno 1999 - Fascicolo 5180 Valori medi del numero dei fulmini a terra per anno e per chilometro quadrato dei Comuni d’Italia, in ordine alfabetico Norma It. CEI 81-4 - Classif. CEI 81-4 - CT 81 - Anno 1996 Protezione delle strutture contro i fulmini. Valutazione del rischio dovuto al fulmine - Fascicolo 2924 Norma It. CEI 81-4;V1 - Classif. CEI 81-4;V1 - CT 81 - Anno 1998 - Fascicolo 4814 Protezione delle strutture contro i fulmini. Valutazione del rischio dovuto al fulmine Norma It. CEI 81-8 - Classif. CEI 81-8 - CT 81 - Anno 2002 - Fascicolo 6364 Guida d'applicazione all'utilizzo di limitatori di sovratensioni sugli impianti elettrici utilizzatori di bassa tensione 18 Le informazioni contenute nel presente documento sono tutelate dal diritto d’autore e possono essere usate solo in conformità alle norme vigenti. In particolare Voltimum Italia s.r.l. a socio Unico si riserva tutti i diritti sulla scheda e su tutti i relativi contenuti. Il materiale e i contenuti presentati nel documento sono stati attentamente vagliati e analizzati, e sono stati elaborati con la massima cura. In ogni caso errori, inesattezze e omissioni sono possibili. Voltimum Italia s.r.l. a socio Unico declina qualsiasi responsabilità per errori ed omissioni eventualmente presenti nel sito. Esempio di progetto degli impianti elettrici in un centro estetico (seconda parte) DESTINAZIONE D’USO I locali saranno adibiti a centro estetico ed in essi troveranno posto anche locali per l’abbronzatura sia facciale che integrale. Nei locali saranno poi ricavati gli spogliatoi per il personale ed i servizi. La destinazione di ogni singolo locale è riportata sugli elaborati grafici. CLASSIFICAZIONE DEI LOCALI Secondo quanto riferito dalla committenza all’interno delle varie cabine estetiche e nelle cabine per abbronzatura è possibile l’utilizzo di apparecchiature elettromedicali alimentate dall’impianto elettrico e con parti applicate al paziente. Il riscaldamento non è presente. L’acqua calda sanitaria viene prodotta mediante un boiler elettrico installato negli spogliatoi. Negli spogliatoi è presente un box doccia. Gli impianti saranno installati in locali interni totalmente protetti dalle intemperie nei quali non è prevista la presenza di acqua, condensa o sostanze corrosive che possano modificare le caratteristiche dei componenti. Non sono altresì previsto lo sviluppo di flora, fauna o rischi di natura meccanica per gli impianti (urti, vibrazioni, ecc.). In base alle informazioni i locali ad uso estetico e le cabine contenti apparecchi per l’abbronzatura vengono a classificarsi “Locali di gruppo 1” definiti dalle norme come “Locali ad uso medico nel quale le parti applicate sono destinate ad essere utilizzate esternamente o anche invasivamente entro qualsiasi parte del corpo ad eccezione della zona cardiaca”. Gli altri ambienti vengono classificati ambienti ordinari. Ai fini della sicurezza e data la ridotta dimensione dei singoli locali “classificati” nella stesura del presente progetto tutta l’area dei singoli locali viene a definirsi come “zona paziente”. CARATTERISTICHE DELL'ALIMENTAZIONE L'alimentazione dell'impianto elettrico avverrà direttamente in BT dall’ente distributore. Un= 400V 3F+N − Tensione nominale TT − Sistema di distribuzione 50 Hz − Frequenza Icco <= 16 KA − Corrente di corto circuito nel punto di consegna (dati ente distributore) − Fattore di potenza Cos ∅ >= 0,9 − Caduta di tensione massima U% <= 4% − Potenza contrattuale 20 Kw non limitata LIMITI DI BATTERIA L'impianto elettrico in oggetto ha i seguenti limiti di batteria: − a monte i morsetti di uscita del limitatore di proprietà dell’ente distributore − a valle gli utilizzatori allacciati all'impianto in modo fisso o tramite prese a spina e i quadri di comando degli automatismi. DESCRIZIONE DELLE OPERE PREVISTE L'impianto in progetto comprende i seguenti elementi: a) Quadri elettrici; b) Linea di alimentazione (montante); c) Circuiti terminali; d) Derivazioni alle utenze; e) Prese e utilizzatori fissi; f) Impianti di illuminazione; g) Impianto di illuminazione di emergenza; h) Impianto di terra 19 Le informazioni contenute nel presente documento sono tutelate dal diritto d’autore e possono essere usate solo in conformità alle norme vigenti. In particolare Voltimum Italia s.r.l. a socio Unico si riserva tutti i diritti sulla scheda e su tutti i relativi contenuti. Il materiale e i contenuti presentati nel documento sono stati attentamente vagliati e analizzati, e sono stati elaborati con la massima cura. In ogni caso errori, inesattezze e omissioni sono possibili. Voltimum Italia s.r.l. a socio Unico declina qualsiasi responsabilità per errori ed omissioni eventualmente presenti nel sito. Esempio di progetto degli impianti elettrici in un centro estetico (seconda parte) a) QUADRI ELETTRICI È prevista l'installazione del seguenti quadri elettrici: − QENEL Quadro Consegna ENEL − QGD Quadro Generale Distribuzione Il quadro QENEL conterrà le protezione della linea di alimentazione al quadro QGD (un interruttore magnetotermico differenziale) Il quadro QGD conterrà le apparecchiature di sezionamento e di protezione di tutti i circuiti principali e terminali. Il quadro sarà realizzato con carpenteria isolante in poliestere di tipo modulare e sarà completo di portella apribile solo con attrezzo ed avrà un grado di protezione non inferiore a IP40. Le apparecchiature in essi cablate dovranno essere di tipo modulare per barra DIN. Tutti i conduttori flessibili dovranno essere del tipo non propagante l'incendio. La carpenteria dovrà essere dimensionate per dissipare la potenza installata e comunque presentare una capacità di ampliamento pari ad almeno il 25% dello spazio progettato. Il quadro dovrà essere conforme alla norma CEI 23-51 e dovrà essere corredato di targhetta di identificazione. b) LINEA DI ALIMENTAZIONE La linea di alimentazione del quadro QGD sarà costituita da cavi FG7R installati in canali di materiale plastico fissati a parete. c) CIRCUITI TERMINALI I circuiti terminali (dorsali) sono stati dimensionati in base ai seguenti dati progettuali; − in riferimento agli utilizzatori rilevati; − alle condizioni di posa; − assumendo come valore limite della caduta di tensione percentuale U% = 4% calcolata assumendo, all'estremità del circuito, la corrente di impiego pari al valore della corrente nominale dell'interruttore automatico scelto per la protezione del circuito. I circuiti saranno realizzati principalmente con cavi di FG7OR posati in canali di materiale plastico fissati alle pareti. Per i tratti di linnee posati sotto al pavimento si utilizzeranno cavi tipo N07V-K. All’interno dei canali si consiglia di siglare periodicamente i cavi in modo tale che siano facilmente identificabili. d) DERIVAZIONI ALLE UTENZE Le derivazioni di alimentazione alle singole utenze saranno derivate dalle dorsali e saranno realizzate principalmente con cavi di FG7OR posati in canali di materiale plastico fissati alle pareti. Per i tratti di linee posati in canali o minicanali a battiscopa o a cornice si utilizzeranno cavi tipo N07V-K. Alcune utenze saranno alimentate direttamente dal quadro QGD mediante linea apposita. e) PRESE E UTILIZZATORI FISSI. Nei locali contenti apparecchi per l’abbronzatura si installeranno prese industriali interbloccate (prese CEE) aventi grado di protezione non inferiore a IP44. La caratteristica di ogni singola presa è specificata sugli elaborati grafici. Nei altri locali e nell’atrio si installeranno prese a spina di uso civile 2P+T 10/16A con grado di protezione non inferiore a IP 21. f) ILLUMINAZIONE L’illuminazione dei locali è stata studiata dalla committenza. Nel presente progetto sono stati quindi predisposti i singoli punti luce nelle posizioni richieste. g) ILLUMINAZIONE DI EMERGENZA L’illuminazione di emergenza sarà realizzata con apparecchi autonomi con tubi al neon e con soccorritori inseriti nelle plafoniere utilizzate per l’illuminazione ordinaria. L’installazione dell’illuminazione di emergenza sarà realizzata in tutti i locali e nell’atrio. L’autonomia degli apparecchi per l’illuminazione di emergenza non sarà inferiore a 1h. 20 Le informazioni contenute nel presente documento sono tutelate dal diritto d’autore e possono essere usate solo in conformità alle norme vigenti. In particolare Voltimum Italia s.r.l. a socio Unico si riserva tutti i diritti sulla scheda e su tutti i relativi contenuti. Il materiale e i contenuti presentati nel documento sono stati attentamente vagliati e analizzati, e sono stati elaborati con la massima cura. In ogni caso errori, inesattezze e omissioni sono possibili. Voltimum Italia s.r.l. a socio Unico declina qualsiasi responsabilità per errori ed omissioni eventualmente presenti nel sito. Esempio di progetto degli impianti elettrici in un centro estetico (seconda parte) h) IMPIANTO DI TERRA L’impianto di terra sarà realizzato con due dispersori a croce di lunghezza pari a 1,5 m collegati con corda in rame nudo da 35 mm2 direttamente interrata. Nel quadro QGD si istallerà il nodo principale di terra che sarà collegato al dispersore mediante cavo N07V-K di sezione 16 mm2. Al nodo principale di terra verranno collegati i singoli conduttori di protezione delle varie masse ed i collegamenti equipotenziali principali. I conduttori di protezione saranno realizzati utilizzando le anime G/V dei cavi di multipolari ed avranno una sezione pari alla sezione conduttore di fase. I collegamenti equipotenziali principali sulle tubazioni entranti dell’acqua (e dell’eventuale gas) saranno realizzati con cavo N07V-K di sezione minima pari a 6 mm2. Nella doccia, secondo quanto indicato dalla committenza, non saranno presenti masse estranee in quanto sia i tubi dell’acqua che gli scarichi saranno in materiale plastico. Nei locali classificati i conduttori di protezione delle masse (o delle prese a spina che le alimentano) e i conduttori equipotenziali supplementari debbono far capo ad un nodo equipotenziale. È ammesso un solo sub-nodo tra una massa, o una massa estranea, e il nodo. Il nodo equipotenziale sarà collegato all’impianto di dispersione mediante cavo di sezione non inferiore a quella del conduttore di protezione o equipotenziale di sezione maggiore.facente capo al nodo stesso. I conduttori facenti capo al nodo dovranno essere numerati e dovrà essere resa facilmente identificabile la funzione svolta mediante l’uso di legenda o di cartellini da installarsi all’interno del nodo stesso. Il nodo non è necessario nei locali classificati nei quali in zona paziente è presente una sola presa a spina e non sono presenti masse estranee. Lo schema dell’impianto di terra, con particolare riferimento ai locali classificati, è riportato sugli elaborati grafici. PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI DIRETTI La protezione contro i contatti diretti sarà realizzata utilizzando cavi aventi isolamento rimovibile solo mediante distruzione. Le parti attive dei componenti elettrici saranno racchiuse in involucri avente grado di protezione minimo IP20, rimuovibile solo con attrezzo. All'interno delle carpenterie dei quadri i gradi di protezione dei componenti attivi non dovranno essere inferiori ad IP2XC. Gli involucri dei componenti attivi rispetteranno la Sezione 412 della norma CEI 64-8. PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI La protezione contro i contatti indiretti sarà realizzata mediante l’interruzione automatica dei circuiti. Il coordinamento fra l'impianto di terra ed i dispositivi di protezione sarà progettato in modo da ottenere tensioni di contatto non superiori a 25V. Tutti i circuiti terminali saranno protetti con interruttore differenziale di tipo “A” avente corrente di intervento pari a 30 mA non ritardato intenzionalmente. PROTEZIONE CONTRO LE SOVRACORRENTI Tutti i conduttori saranno protetti contro i sovraccarichi ed i cortocircuiti mediante l’impiego di interruttori magnetotermici avente corrente nominale non superiore alla portata del cavo e potere di interruzione non inferiore alla corrente di cortocircuito prevista nel punto di installazione. PROTEZIONE CONTRO LE INFLUENZE ESTERNE Tutti i componenti saranno in generale idonei al luogo di installazione. IMPIANTO DI PROTEZIONE CONTRO LE SCARICHE ATMOSFERICHE Dalla valutazione del rischio, effettuata secondo la Norma CEI 81-1 il negozio risulta essere autoprotetto contro le scariche atmosferiche dirette ed indirette. La procedura di valutazione del rischio è stata effettuata, in mancanza di dati specifici forniti dalla committenza, non considerando la componente “perdite economiche” (valore della struttura e valore aggiunto pari a 0,00 €). Si fa presente infatti che l’installazione di dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche è facoltativa e derivante da pure considerazioni economiche se l’installazione deriva esclusivamente dall’avere un rischio di “perdite economiche” mentre tutti gli altri rischi considerati (perdite di vite umane, perdite inaccettabili di servizi pubblici essenziali, perdite di patrimonio culturale insostituibile) sono, come in questo caso, al di sotto dei valori massimi tollerabili ammessi dalla norma. 21 Le informazioni contenute nel presente documento sono tutelate dal diritto d’autore e possono essere usate solo in conformità alle norme vigenti. In particolare Voltimum Italia s.r.l. a socio Unico si riserva tutti i diritti sulla scheda e su tutti i relativi contenuti. Il materiale e i contenuti presentati nel documento sono stati attentamente vagliati e analizzati, e sono stati elaborati con la massima cura. In ogni caso errori, inesattezze e omissioni sono possibili. Voltimum Italia s.r.l. a socio Unico declina qualsiasi responsabilità per errori ed omissioni eventualmente presenti nel sito. Esempio di progetto degli impianti elettrici in un centro estetico (seconda parte) PRESCRIZIONI PARTICOLARI PER IL LOCALE DOCCIA Il locale in cui è presente la doccia sono suddivisi dalla Norma CEI 64-8 in quattro zone, al di fuori delle quali l’ambiente è da considerarsi ordinario anche se interno al locale. Le zone non si estendono comunque all’esterno dei locali. Nella “Zona 0”, corrispondente al piatto doccia ed alla vasca da bagno, è vietata l’installazione di qualsiasi componente elettrico. Nella “Zona 1”, che si estende sopra il piatto doccia o la vasca da bagno fino ad un’altezza di 2,25 m, si può installare solo lo scalda acqua elettrico; è possibile inoltre installare altri utilizzatori fissi se alimentati con una tensione non superiore a 25V ed aventi un grado di protezione almeno IP24. Nella “Zona 2” che si estende per 60 cm dalla “Zona 1” si possono installare (oltre a quanto permesso nella “Zona 1”) gli apparecchi illuminanti fissi purché in doppio isolamento e con grado di protezione almeno IP24; in questa zona non è ammessa l’installazione di apparecchi di comando, derivazione o protezione. Nella “Zona 3” che si estende per 2,40 m dalla “Zona 2” è possibile installare (oltre a quanto permesso nella “Zona 2”) si può realizzare un impianto ordinario con tubi PVC incassati. Il grado di protezione degli apparecchi deve essere almeno IP21, con la sola eccezione delle prese a spina e degli apparecchi di comando incassati che dovranno avere un grado di protezione non inferiore a IP 20. Nel caso specifico non sono previste installazioni elettriche nelle zone 0,1,2 e 3. COMPONENTI UTILIZZZATI CAVI I cavi utilizzati saranno del tipo non propagante l'incendio ed a bassa emissione di fumi tossici e gas corrosivi. In particolare si utilizzeranno i seguenti tipi di cavi: − FG7(O)R per i collegamenti in canale o in canale a cornice e/o battiscopa; − NO7V-K per i circuiti posati in tubazioni in PVC esterne od incassate a parete o sotto pavimento e per i cavi posati all’interno dei canali a cornice e/o battiscopa. TUBI PROTETTIVI E CANALI (Posa esterna) Si dovranno utilizzare tubi in PVC pesante con accessori IP 40. Il diametro interno non dovrà essere inferiore a 1,3 volte il diametro del cerchio circoscritto al fascio dei cavi in esso contenuto. Nelle tubazioni non potranno coesistere circuiti appartenenti a sistemi diversi a meno che tutti i conduttori presentino un livello di isolamento idoneo a quella del sistema a tensione maggiore. CANALI – CANALI E MINICANALI A BATTISCOPA E A CORNICE Per la distribuzione principale si utilizzeranno canali in materiale plastico avente sezione pari a 200x60mm. Al di sopra dell’altezza di 2,50 m i canali potranno essere senza coperchio. Le calate alle prese ed i tratti di canali ad altezza minore di 2,50 m dovranno invece avere un grado di protezione non inferiore a IP40. La distribuzione all’interno dei singoli locali avverrà mediante l’impiago di canali o minicanali a cornice o a battiscopa di dimensione adeguata ed aventi un grado di protezione non inferiore a IP20. Le dimensioni dei canali dovranno essere tali da presentare una sezione almeno doppia di quella dei cavi contenuti. I cavi saranno periodicamente siglati al fine di consentirne in futuro una rapida identificazione. CASSETTE DI DERIVAZIONE Le cassette di derivazione dovranno essere dimensionate in modo che, le giunzioni ed i cavi in esse contenute non occupino uno spazio superiore al 50% del volume interno della cassetta stessa. Si utilizzeranno i seguenti tipi di cassette di derivazione in materiale plastico autoestinguente IP40. APPARECCHI DI COMANDO Gli apparecchi di comando (pulsanti ed interruttori) saranno di tipo “largo”. QUOTE DI INSTALLAZIONE L’installazione dei componenti elettrici, anche al fine dell’eliminazione delle barriere architettoniche, dovrà avvenire orientativamente alle seguenti quote riferite al pavimento: − Comandi luce 90 cm − Prese e cassette di derivazione > 17,5 cm PREDISPOSIZIONE IMPIANTO TELEFONICO L’impianto telefonico sarà totalmente segregato dagli altri circuiti. 22 Le informazioni contenute nel presente documento sono tutelate dal diritto d’autore e possono essere usate solo in conformità alle norme vigenti. In particolare Voltimum Italia s.r.l. a socio Unico si riserva tutti i diritti sulla scheda e su tutti i relativi contenuti. Il materiale e i contenuti presentati nel documento sono stati attentamente vagliati e analizzati, e sono stati elaborati con la massima cura. In ogni caso errori, inesattezze e omissioni sono possibili. Voltimum Italia s.r.l. a socio Unico declina qualsiasi responsabilità per errori ed omissioni eventualmente presenti nel sito. Esempio di progetto degli impianti elettrici in un centro estetico (seconda parte) Si installeranno prese telefoniche nel locale di riposo e nella sala riunione. Per il collegamento dei vari punti telefonici si utilizzeranno tubi in PVC in vista o incassati di diametro non inferiore a 20 mm. CONSEGNA ELABORATI La ditta esecutrice dei lavori è tenuta, subito dopo la conclusione dei lavori e comunque entro 30 giorni dalla consegna degli impianti, alla consegna alla committenza della dichiarazione di conformità completa dei seguenti allegati: − Relazione con le tipologie dei materiali utilizzati; − Verbale delle verifiche effettuate in conformità alle norme CEI; − Il presente progetto; − Fotocopia del certificato di riconoscimento dei requisiti tecnico-professionali. VERIFICHE PERIODICHE Per il regolare funzionamento degli impianti e l’efficienza dei componenti di protezione si dovranno eseguire le seguenti verifiche: a) Mensilmente: − controllo del funzionamento dell’interruttore differenziale mediante tasto di prova b) Ogni 6 mesi: − verifica del corretto funzionamento delle lampade di emergenza c) Ogni anno: − prova strumentale dell’interruttore differenziale d) Ogni tre anni − Misura della resistenza di terra e dei conduttori equipotenziali (periodicità attualmente allo studio) − Misura di isolamento dei circuiti (periodicità attualmente allo studio). Le verifiche dovranno essere registrate su apposito registro e quelle descritte nei punti c) e d) eseguite da un tecnico abilitato. Eventuali variazioni e modifiche all’impianto devono essere immediatamente riportate sugli schemi disponibili presso l’impianto stesso. Si fa presente inoltre che nel caso di cambiamento di destinazione d’uso o modifiche e/o potenziamento dell’impianto si ci dovrà rivolgere, prima di iniziare i lavori, a questo o altro studio tecnico per le verifiche del caso. PRESCRIZIONI PER IL DATORE DI LAVORO Nel caso in cui siano impegnati lavoratori dipendenti (o equiparati) in base al DPR 462/01 il datore di lavoro, entro 30 giorni dalla messa in esercizio dell’impianto, deve inviare copia della dichiarazione di conformità all’ISPESL e all’ASL competenti per territorio. Le suddette dichiarazioni, nel caso sia stato attivato nel comune di appartenenza, devono essere inviate tramite lo sportello unico. Il datore di lavoro è inoltre tenuto a mantenere in perfetta efficienza l’impianto elettrico ed i dispositivi di protezione mediante idonea manutenzione. Ogni due anni dovrà far sottoporre l’impianto a verifica da parte dei tecnici ASL oppure rivolgendosi a organismi individuati dal ministero delle attività produttive. ………….., …./……/2003 Il Tecnico …………………… Il sottoscritto (titolare del Centro Estetico) ……….. dichiara di aver letto la presente relazione tecnica e di sottoscriverne, per quanto di sua competenza, i seguenti titoli costituenti i “dati di ingresso” del presente progetto: generalità, destinazione d’uso, classificazione dei locali, illuminazione, illuminazione di emergenza, 23 Le informazioni contenute nel presente documento sono tutelate dal diritto d’autore e possono essere usate solo in conformità alle norme vigenti. In particolare Voltimum Italia s.r.l. a socio Unico si riserva tutti i diritti sulla scheda e su tutti i relativi contenuti. Il materiale e i contenuti presentati nel documento sono stati attentamente vagliati e analizzati, e sono stati elaborati con la massima cura. In ogni caso errori, inesattezze e omissioni sono possibili. Voltimum Italia s.r.l. a socio Unico declina qualsiasi responsabilità per errori ed omissioni eventualmente presenti nel sito. Esempio di progetto degli impianti elettrici in un centro estetico (seconda parte) protezione dalle scariche atmosferiche, verifiche periodiche, disposizioni finali, prescrizioni per il datore di lavoro. Luogo e data ………….……….. Firma …………………………… ELENCO ELABORATI Il presente progetto esecutivo è costituito dalle seguenti parti inscindibili: Parte 1 di 3 – Relazione tecnica − Relazione tecnica Parte 2 di 3 – Tavole planimetriche − Tav. CLA: classificazione dei locali; − Tav. IMEL: impianto elettrico; − Tav. IMTE: impianto di terra; Parte 3 di 3 – Schemi elettrici − Tav. QENEL: quadro consegna Enel; − Tav. QGD: Quadro generale distribuzione; …….., …../……/03 Il Tecnico …………………….. 24 Le informazioni contenute nel presente documento sono tutelate dal diritto d’autore e possono essere usate solo in conformità alle norme vigenti. In particolare Voltimum Italia s.r.l. a socio Unico si riserva tutti i diritti sulla scheda e su tutti i relativi contenuti. Il materiale e i contenuti presentati nel documento sono stati attentamente vagliati e analizzati, e sono stati elaborati con la massima cura. In ogni caso errori, inesattezze e omissioni sono possibili. Voltimum Italia s.r.l. a socio Unico declina qualsiasi responsabilità per errori ed omissioni eventualmente presenti nel sito.