Un uso consapevole dei termometri digitali A cura di Fabio Murli Una pubblicazione di SerenissimaMeteo.eu I tanti termometri digitali che negli ultimi anni hanno iniziato a comparire ovunque sono senz'altro l'espressione del desiderio di conosce il valore che essi misurano da parte della popolazione, poiché è quello più immediatamente percepibile dal corpo umano assieme a quello dell'umidità. Temperatura ed umidità sono strettamente collegati, ma è sulla temperatura che i prodotti tecnologici si sono concentrati, sostituendo gradualmente i termometri a mercurio ed introducendo i più comodi e meno inquinanti digitali. Sono comodi perché sono più piccoli e si possono posizionare ovunque senza manutenzione, se non quella di cambiargli le pile, possono comunicare il valore che misurano anche su superfici di lampadine led visibili da lontano e non solo su piccoli display. Ad esempio negli ultimi decenni ne sono comparsi molti all’esterno delle farmacie. Ma quanto sono affidabili? A meno che non appartengano a stazioni a norma OMM (l’Organizzazione Mondiale della Meteorologia), i tanti termometri che si trovano sia per strada, che in vendita per pochi euro, sono spesso non perfettamente tarati perché non vengono fabbricati con grandi pretese dovendo essere economici. Come sensore hanno generalmente una termo resistenza, questa alimentata a corrente costante genera un segnale in tensione che varia in base alla temperatura. Il segnale in tensione viene campionato e convertito in formato digitale con un A/D (Analog to digital converter), il valore così ottenuto viene mandato a un display attraverso dei circuiti elettrici ed LCD. Tutte queste funzioni sono praticamente svolta da dei mini circuiti integrati. Questi termometri servono più che altro per dare una idea sommaria della temperatura e non misurarla perfettamente, nonostante alcuni indichino anche il decimo di grado. Oltre ad essere non ottimamente tarati a volte possono guastarsi e rimanere privi di manutenzione per diversi giorni, indicando temperature grossolanamente errate. Un uso consapevole dei termometri digitali SerenissimaMeteo.eu Pagina 1 Vediamo per esempio un termometro lungo un’arteria di Ferrara la sera del 13-12-2010. Indica -40°C che non sono assolutamente possibili in questo clima, mentre la temperatura reale era appena sotto zero. In quest’altro esempio arriviamo ai -45°C segnati in una serata estiva dal termometro di un distributore, lungo la circonvallazione di Ferrara il 06-09-2011. Ma il particolare più importante di cui spesso ci si dimentica è che questi termometri servono per misurare la grandezza termica dell'aria e non quella degli oggetti che hanno vicino, o al peggio quella di essi stessi esposti al sole. Infatti secondo le disposizioni dell’Organizzazione Mondiale della Meteorologia, una misurazione professionale richiede che il sensore sia posto in una capannina, cioè in una gabbia schermata con le pareti bianche che non facciano entrare i raggi solari, ma con delle aperture in modo che l'aria possa ivi circolare. Questa deve essere posta a circa un metro e mezzo da terra su un suolo erboso il più possibile lontano da strutture ed edifici. Tutte queste caratteristiche sono per uniformare il sistema di misura con tutti quelli delle altre stazioni in tutto il mondo. In modo da essere usati per redigere calcoli, statistiche e creare le mappe delle temperature medie, massime e minime. Un uso consapevole dei termometri digitali SerenissimaMeteo.eu Pagina 2 A titolo di esempio nell’immagine è riportata la capannina dell’Orto Botanico di Ferrara inserita nel percorso didattico dell’università. Essa appare aperta e senza strumenti perché è a scopo dimostrativo, in quelle in servizio invece i sensori sono posti chiusi al suo interno. La posizione delle stazioni OMM è stata studiata in modo che i valori registrati non siano influenzati dall’isola di calore degli agglomerati urbani, essi infatti presentano normalmente una temperatura più alta dell’ambiente circostante a causa del maggior calore che gli edifici assorbono rispetto al verde. Quindi come per le stazioni a norma, se i termometri digitali vengono posti vicino a delle strutture, queste avranno immagazzinati una certa quantità di calore, calore che il termometro misurerà sovrastimando il dato che noi riteniamo essere dell'atmosfera. Inoltre se questi manufatti presentano una superficie scura avranno una temperatura maggiore di quelli chiari, in quanto i colori scuri assorbono più radiazioni. Così i sensori che vengono posti vicini all'asfalto o ad i muri di mattoni in laterizio misureranno anche la temperatura di questi, specie se nella stagione calda. Nella seguente immagine all’infrarosso, dove i colori rossi indicano le temperature più alte e quelli verdi e blu le più basse, possiamo trovare conferma che le superfici più calde sono gli edifici in muratura e l’asfalto. Mentre invece la vegetazione e le parti superiori delle auto risultano più fresche. Quindi si può avere un’idea delle differenze di temperatura che gli eventuali termometri indicheranno a seconda di dove verranno posizionati. Un uso consapevole dei termometri digitali SerenissimaMeteo.eu Pagina 3 Come esempio possiamo prendere in esame un sensore esterno di un termometro non professionale, esso è posto sul davanzale di un palazzo e quindi misurerà anche il calore che proviene dal marmo e dai mattoni. Con la finestra aperta sarà inoltre condizionato dalla temperatura dell’aria presente all’interno della stanza. In questa foto presa in inverno sicuramente sovrastimerà il dato causato dal riscaldamento dell’appartamento, mentre in estate farà lo stesso a causa del calore del palazzo. Lo stesso vale per i termometri delle automobili che ora sono parte degli accessori di serie, essi segneranno una temperatura diversa a seconda di dove si trova il sensore. Nel caso che lo si monti manualmente sarà bene posizionarlo sotto al paraurti anteriormente al motore, questo per evitare che venga influenzato dal suo calore e quello dell’automobile stessa. Così facendo mentre si è in marcia sarà il più possibile esposto all’aria antecedente il veicolo e disturbato solo dal calore dell’asfalto sottostante. Al contrario quando ci si fermerà a motore caldo, il sensore inizierà a sentire la temperatura di questo. Questa foto scattata alle 03.15 del 20-12-2009 durante una discesa di aria continentale pellicolare dalla Russia, ci mostra un termometro digitale montato manualmente che segna una temperatura di -5,7°C mentre l’auto è ferma a motore caldo. Invece la vicina stazione dell’Aeroporto di Ferrara (LIPF) dell’AMM (l’Aeronautica Militare) a norma OMM registrò una minima di -10°C. Un uso consapevole dei termometri digitali SerenissimaMeteo.eu Pagina 4 Un’altra caratteristica assolutamente importante è quella dei raggi solari, i termometri posti al sole segneranno anche la temperatura del proprio supporto, mentre invece la temperatura effettiva dell'aria sarà inferiore. Purtroppo ad ogni ondata calda i mass media per fare audience, prendono spesso in esame i valori misurati da questi display termometrici posti al sole e non quelli delle stazioni a norma. I valori potranno così essere anche di oltre +40°C, queste temperature in realtà nella Pianura Padana si possono toccare, ma solamente durante le ondate calde più intense e non certo in ognuna di queste. Ad esempio nel seguente articolo del 23-08-2011 di un quotidiano locale di Ferrara, si prende in esame la temperatura misurata il giorno precedente dal termometro di una farmacia esposto al sole. La presenza di questi termometri non è di per sé sbagliata, ma essendo non a norma ed esposti ai raggi solari, i valori che raggiungono non dovrebbero essere presi come esempio per dimostrare l’intensità di un’ondata di caldo. Questo risulta fuorviante perché così si fa percepire al lettore che quella temperatura sia riferita a tutta la massa d’aria presente in quella località. Un uso consapevole dei termometri digitali SerenissimaMeteo.eu Pagina 5 Da questo estratto dal sito di Wunderground (una rete mondiale di stazioni a norma OMM), si può vedere come la vicina stazione LIPF dell’AMM il giorno a cui l’articolo fa riferimento, segnò una temperatura massima di +37°C. Si tratta di un valore certamente elevato ma assai differente da quello indicato dal termometro esposto al sole. Inoltre nel trattare l’argomento si afferma che “bisogna tornare al 2003 per avere picchi di caldo così consistenti e per un periodo così prolungato”. In realtà quella a cui l’articolo fa riferimento fu una ondata calda come molte altre negli ultimi anni e rimane inferiore sia per valori raggiunti, che per durata, ad altre che la precedettero. Su tutte quella della seconda metà del luglio 2007, dove tra l’altro ci fu il record di temperatura massima mai raggiunta a Ferrara che fu di +40,4°C, un valore quindi inferiore a quello indicato dal termometro esposto al sole. Infine si afferma che si tratta di “un dato più consono al deserto del Sahara”. In realtà anche se fosse stato veritiero il valore di +43°C, sarebbe rimasto comunque inferiore alle temperature sahariane, le quali superano facilmente i +50°C. A differenza che rispetto al clima della Pianura Padana, nel deserto l’aria è mediamente molto più secca ed a parità di temperatura risulta più sopportabile di quella umida. Sempre dall’ estratto dal sito di Wunderground si può infatti vedere come l’umidità massima durante l’ondata calda di cui parla il quotidiano sia stata del 100%, questo a dimostrare che si tratta di un clima differente e di come i singoli valori non possano essere messi comparazione per stimare il disagio che comportano. Per quanto riguarda gli aggettivi dati alle ondate di caldo, per misurare il disagio è purtroppo diventata una prassi comune identificare un caldo molto intenso con il termine di torrido. Si tratta di un errore grossolano perché da definizione il caldo torrido è in realtà un caldo secco. Invece se abbiamo una umidità elevata associata ad una ondata di caldo si parlerà di caldo afoso, il quale il nostro organismo lo percepirà con maggior disagio. Un uso consapevole dei termometri digitali SerenissimaMeteo.eu Pagina 6 Con il rapporto tra temperatura ed umidità relativa si può ricavare un valore numerico chiamato "indice di calore percepito" o "Humidex” dal suo inventore, il meteorologo canadese K.Scharlau negli anni sessanta. In questo grafico cartesiano del Centro Geofisico Prealpino, possiamo vedere come la correlazione tra temperatura e umidità possa determinare differente aree del calore percepito in cui si può provare benessere, disagio, fino al rischio di un colpo di calore. Infatti il nostro corpo in base ai diversi parametri atmosferici percepisce una temperatura più alta o più bassa di quella presente realmente. Nel caso di una umidità elevata associata ad una temperatura anch’essa elevata, l’organismo sentirà una temperatura più alta. Il motivo è perché il corpo umano per mantenere regolata la temperatura interna, perde costantemente calore attraverso l’evaporazione del sudore dalla pelle. Così facendo esso si raffredda, ma con l’afa il sudore prodotto dall’organismo per abbassare la temperatura corporea non riesce ad evaporare nell’aria perché già satura, in questo modo si percepirà una temperatura maggiore. Mentre in inverno, nel caso di una umidità elevata associata ad una bassa temperatura, l’organismo avvertirà una temperatura più bassa. Questo avviene perché l’isolamento naturale della pellicola d’aria calda attorno alla pelle si riduce e la temperatura corporea si abbassa, quindi per esempio nel caso di nebbia è come se l’organismo fosse a contatto con dell’acqua fredda. Diversamente con un’aria secca, sia le temperature elevate che quelle basse saranno più sopportabili. Un uso consapevole dei termometri digitali SerenissimaMeteo.eu Pagina 7 Nel 1979 venne introdotto il ”Heat Index” (HI), l’Indice di Calore di Stedman. Si tratta di un indice che mette in correlazione la temperatura dell’aria, l’umidità e la temperatura percepita dal nostro corpo. Attraverso una formula calcola l’intensità dell’afa in base agli effetti che la temperatura e l’umidità hanno sull’organismo. Uno degli ultimi indici introdotti a distanza di tempo ed attualmente abbastanza usato è il “Discomfort Index” (DI), l’Indice di Disagio di Thom. Viene calcolato con una formula matematica abbastanza complessa e prende in esame oltre alla temperatura e l’umidità, anche il movimento dell’aria sulla sensazione di caldo o di freddo percepita dall’organismo. - Fino a 21 nessun disagio o benessere generalizzato Da 21 a 24 meno della metà della popolazione prova disagio Da 25 a 27 più della metà della popolazione prova disagio Da 28 a 29 la maggioranza della popolazione prova disagio ed un deterioramento della stato psico-fisico Da 30 a 32 tutta la popolazione prova un forte disagio Oltre 32 stato di emergenza sanitaria per il disagio molto forte con elevato rischio di colpi di calore Un uso consapevole dei termometri digitali SerenissimaMeteo.eu Pagina 8 L’isolamento naturale della pellicola d’aria che il corpo scalda attorno a noi viene progressivamente meno quando soffia il vento, a parità di temperatura normalmente si percepisce una temperatura più bassa all’aumentare della velocità del vento. Viene chiamato “wind chill”, cioè l’Indice di raffreddamento da vento. In questa tabella del Servizio Valanghe del Club Alpino Italiano possiamo vedere il rapporto che intercorre tra le due grandezze fisiche. Infine è necessario un ultimo accorgimento, nell’indicare una temperatura si dovrebbe utilizzare il “Sistema internazionale di unità di misura”, esso prevede il grado Kelvin ma è accettato anche il grado Celsius in quanto viene più comunemente usato. E’ più conveniente perché nella sua scala il valore di 0°C corrisponde al punto di fusione del ghiaccio e il valore di 100 °C corrisponde al punto di ebollizione dell'acqua al livello del mare. Purtroppo è altresì comune una grossolana inesattezza, nell’indicare una temperatura viene spesso usata la dizione “grado centigrado”, ma il centigrado non è altro che il sistema di misura decimale della grandezza fisica termica e non la scala con cui viene misurata. Il sistema di misura dei gradi può essere infatti anche sessagesimale, il “grado sessagesimale” per esempio viene usato nelle coordinate. Nel caso della temperatura viene invece usato appunto quello decimale, quindi dopo la sua grandezza numerica il simbolo °C si leggerà semplicemente «grado Celsius”. Per concludere, con tutte le informazioni finora trasmesse, non si vuole far intendere che tutti i termometri non a norma siano da buttare. Ma far presente che nel consultarli bisognerebbe prendere qualche accortezza prima di dare per assoluto il dato che essi comunicano. Infatti conoscendo ora tutte queste caratteristiche si evince che i termometri andrebbero posizionati in maniera da avvicinarsi alle norma OMM, qualora non fosse possibile si può confrontare la temperatura segnata dal proprio sensore con quella di una stazione a norma posta nelle vicinanze, possibilmente nella stessa città ed a parità di caratteristiche ambientali. Vedendo di quanto delta tendono a differire si potrà ricavare la temperatura effettiva dell'aria, sempre tenendo conto della diversa percezione di caldo o di freddo che si potrà avere con questa, a seconda degli indici di cui si parlava precedentemente. Questo non sarà certo un metodo scientifico per classificare i dati e redigere le medie climatiche, ma riuscendo ad arrivare anche solo ad una precisione del singolo grado avremo fatto un uso più responsabile di codesto strumento. Un uso consapevole dei termometri digitali SerenissimaMeteo.eu Pagina 9 Scritto da Fabio Murli Pubblicato da SerenissimaMeteo.eu Foto di Fabio Murli Immagine dell’isola di calore da weatherquestions dot com Articolo di giornale da il Resto del Carlino del 23-08-2011 Immagine all’infrarosso da Urban-Climate&Energy Grafico dell’indice di calore percepito a cura del Centro Geofisico Prealpino Tabella dell’indice di calore di Stedman disponibile in rete senza fonte Tabella dell’indice di disagio di Thom da Eurometeo.com Tabella dell’indice di raffreddamento da vento a cura del Servizio Valanghe del Club Alpino Italiano Un uso consapevole dei termometri digitali SerenissimaMeteo.eu Pagina 10