prof. Alessandro ALTERIO (FISICA) – 5ªD (P.N.I.) liceo scientifico “Marconi” di Grosseto – pagina 1 di 3 Cenni di magnetismo nella materia Denotiamo con il campo di induzione magnetica nel vuoto; se riempiamo uno spazio in cui è presente il campo uniforme con un materiale (mezzo) che presenta le stesse proprietà in tutte le direzioni (isotropo), otteniamo un nuovo valore del campo che è dato da . La costante adimensionale è detta permeabilità magnetica relativa al vuoto del mezzo considerato e, per le premesse di isotropia fatte, non dipende né dalla direzione del vettore campo e né dalla sua intensità (condizione aggiuntiva). I materiali che alterano il campo in maniera poco significativa ( ) hanno, ovviamente, una permeabilità magnetica relativa prossima all’unità ( ): la permeabilità differisce dall’unità a partire dalla 3ª o 4ª cifra decimale. Per convenienza si introduce la costante , anch’essa adimensionale, detta suscettività magnetica del materiale; in tal modo si osserva che i materiali precedentemente considerati hanno una suscettività magnetica di poco positiva o di poco negativa. Tali materiali vengono classificati1 al seguente modo: o i materiali diamagnetici (argento, rame, acqua, bismuto, etc.) che hanno una suscettività magnetica di poco negativa ( ) per cui hanno una magnetizzazione debole contraria al campo di induzione magnetica ad essi applicato, con un effetto che vale per qualsiasi intensità del campo e per qualsiasi valore della temperatura del materiale; o i materiali paramagnetici (platino, aria, alluminio, cromo, etc.) cha hanno una suscettività magnetica di poco positiva ( ) per cui hanno una magnetizzazione debole concorde con il campo di induzione magnetica ad essi applicato, con un effetto che vale per qualsiasi intensità del campo ma in funzione della temperatura del materiale. In realtà tutti i materiali hanno una “traccia” di diamagnetismo che, tuttavia, viene annichilita dall’effetto paramagnetico o, ancor piú, dall’effetto ferromagnetico, in cui materiali come ferro (e molte sue leghe), nichel, cobalto presentano una magnetizzazione molto forte e concorde (a causa di una suscettività magnetica ) con il campo di induzione ad essi applicato i cui effetti diminuiscono con l’aumentare della temperatura fino a svanire oltre un certo valore caratteristico di ogni materiale (temperatura di Curie2). Ricordiamo che il momento torcente di un spira piana di superficie percorsa dalla corrente e immersa in un campo di induzione magnetica uniforme e perpendicolare all’asse di rotazione della spira (passante per il suo piano) è dato dalla relazione Il modulo del vettore superficie è dato dall’area della superficie della spira. La direzione del vettore superficie della spira. è data dalla perpendicolare al piano della superficie Il verso del vettore superficie è dato dalla “regola della mano destra” in relazione al verso (convenzionale) con cui la corrente circola nella spira. Il vettore 1 è detto momento magnetico della spira e la sua unità di misura è . nel 1845 il fisico britannico (Sir) Michael Faraday (1791-1867) classificò le sostanze in base al loro comportamento magnetico 2 dal fisico francese Pierre Curie (1859-1906) e da sua moglie Marja Salomea Skłodowska (1867-1934), fisica polacca prof. Alessandro ALTERIO (FISICA) – 5ªD (P.N.I.) liceo scientifico “Marconi” di Grosseto – pagina 2 di 3 moto di “rivoluzione” si spiega anche attraverso il modello atomico a planetario di Rutherford Momento magnetico orbitale detto magnetone di Bohr elettrone Momento angolare (meccanico) detto spin Momento intrinseco moto di “rotazione” Relazione tra momento angolare è il momento d’inerzia Momento magnetico di spin (numericamente coincide con il magnetone di Bohr) (della quantità di moto) e momento torcente è la velocità angolare si spiega attraverso il modello atomico quantistico di Bohr (della forza): è l’accelerazione angolare Il concetto di momento intrinseco fu introdotto e interpretato nel 1925 dai fisici olandesi Samuel Abraham Goudsmit (1902-1978) e George Eugene Uhlenbeck (1900-1988). prof. Alessandro ALTERIO (FISICA) – 5ªD (P.N.I.) liceo scientifico “Marconi” di Grosseto – pagina 3 di 3 I momenti magnetici (orbitali e di spin) del neutrone e del protone sono trascurabili rispetto a quelli dell’elettrone per cui in ogni atomo il momento magnetico totale è dato approssimativamente solo dalla somma vettoriale dei momenti magnetici dei suoi elettroni; nonostante gli atomi abbiano molti elettroni, il momento magnetico ha valore pari a pochi magnetoni di Bohr 3 (nella somma vettoriale alcuni termini si elidono a causa delle diverse direzioni e dei differenti versi). Estendendo il discorso, il momento magnetico di una molecola è dato dalla somma vettoriale dei momenti magnetici di tutti gli atomi (in particolare dei soli elettroni) che la costituiscono. Le sostante diamagnetiche hanno momento magnetico nullo per cui gli atomi di tale sostanze sono costituiti da un numero pari di elettroni (in quanto i momenti magnetici degli elettroni si compensano a due a due). Il magnetone di Bohr trova spiegazione (approssimativa) anche nella meccanica classica (modello atomico a planetario di Rutherford4): un elettrone che orbita intorno al nucleo può essere visto come una corrente elettrica che circola in una spira; il modulo del momento magnetico di una spira (vedi pagina 1) è dato dalla relazione , dove la corrente (flusso ordinato di elettroni), nel caso specifico, è con periodo (tempo impiegato dall’elettrone per concludere un’orbita) del moto circolare (uniforme). Il magnetone di Borh è dunque dato dalla relazione e può assumere solo (meccanica quantistica) valori multipli di (circa). 3 4 dal fisico danese Niels Henrik David Bohr (1885-1962) che nel 1913 propose il nuovo modello atomico proposto nel 1911 dal fisico neozelandese (primo Barone di Nelson) Ernst Rutherford (1871-1937)