Progetto cofinanziato dal programma LIFE+ Corso di formazione in orticoltura Fondi (LT) 26 giugno 2010 LA NUTRIZIONE MINERALE Francesco Tei Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Tel: 075 585 6320 Cell: 347 9746804 E-mail: [email protected] • carenza ed eccesso di nutrienti • ottimizzazione della fertilizzazione Carenza ed eccesso di nutrienti Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Caratteristiche nutrizionali degli ortaggi • ridotto contenuto calorico • ridotto contenuto di grassi • ricchi in elementi minerali • ricchi in vitamine • ricchi in sostanze anti-ossidanti • elevato contenuto in acqua Caratteristiche nutrizionali degli ortaggi per informazioni dettagliate sui singoli ortaggi consulta il sito web dell’ INRAN Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione http://www.inran.it banche dati banca dati di composizione alimenti verdure ed ortaggi Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali contenuto sostanza secca pianta (valori indicativi) MACROELEMENTI % da aria e acqua carbonio idrogeno ossigeno 45 6 45 da terreno PRINCIPALI azoto fosforo potassio 1.5 0.2 1.0 SECONDARI calcio magnesio zolfo 0.5 0.2 0.1 MICROELEMENTI ppm da terreno ferro manganese boro zinco rame cobalto molibdeno 250 50 20 20 6 0.2 0.1 CARENZA ed ECCESSO di NUTRIENTI • SINTOMI VISIBILI • CONCENTRAZIONE CRITICA se la concentrazione dei nutrienti nella pianta non è molto al di sotto/sopra della soglia critica i sintomi di carenza/tossicità possono anche non essere visibili Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali DIAGNOSI DELLE CARENZE NUTRITIVE La diagnosi delle carenze nutritive per la definizione delle richieste di fertilizzazione delle orticole può esser condotta con diversi metodi: • diagnosi mediante sintomi visibili di carenza • esperimenti in condizioni controllate o in piena campo • analisi chimica del terreno • analisi chimica della pianta • determinazione dello stato nutritivo della pianta mediante parametri biochimici DIAGNOSI di DISORDINI NUTRIZIONALI mediante SINTOMI VISIBILI gli effetti visibili di carenze degli elementi nutritivi in molti casi • sono correlati alle loro funzioni nei sistemi metabolici della pianta • ma possono anche non avere alcuna connessione con questi sistemi perché possono essere implicati numerosi effetti e possono aver luogo cambiamenti secondari Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali DIAGNOSI di DISORDINI NUTRIZIONALI mediante SINTOMI VISIBILI diversi fattori possono interagire: • attacchi parassitari • inquinamento ambientale • stress salino • caratteristiche fisiche del terreno • stadio delle pianta • mobilità (traslocazione) del nutriente nella pianta • tasso di crescita • deficienza ACUTA o CRONICA (disponibilità) • competizione/antagonismo tra elementi nutritivi sintomi simili azione di “mascheramento” localizzazione del sintomo DIAGNOSI di DISORDINI NUTRIZIONALI mediante SINTOMI VISIBILI effetto mobilità dei nutrienti nella pianta NeK molto mobili primi sintomi: foglie vecchie foglie vecchie → giovani radici → foglie giovani – tessuti in crescita Ca, B, Fe poco mobili primi sintomi: foglie giovani – tessuti in crescita bassi tassi di crescita: foglie vecchie → giovani alti tassi di crescita: sintomi in tessuti in crescita S, Mg mediamente mobili sintomi sull’intera pianta bassi tassi di crescita: sintomi su tessuti giovani alti tassi di crescita: sintomi su tessuti vecchi Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Fenomeni di antagonismo ECCESSO → CARENZA NH4+ Na K Mn Ca Zn Mg Cu → → → → → → → → Ca K, Mg, Ca N, Ca, Mg Fe Mg, B Mn, Fe Ca Mn, Fe, Mo AZOTO piante % giovani 5-6 adulte 1-3 funzioni • • • • • forte azione di stimolo della crescita proteine clorofilla acidi nucleici alcaloidi… Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali azoto CARENZA – crescita stentata e foglie di colore verde-giallastro (clorosi) – ingiallimento parte dalle foglie più vecchie che gradualmente necrotizzano – con deficienza cronica la pianta imbrunisce e muore – senescenza e caduta prematura foglie – nelle crocifere le foglie sviluppano spesso una intensa colorazione porpora, rossa o arancio (perdita di clorofilla e evidenza pigmenti supplementari) – maturazione accelerata frutti – colatura fiori – bassa produzione Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali azoto ECCESSO • ritardo ciclo di sviluppo (alcuni giorni); • maggiore suscettibilità a allettamento, malattie, danni da gelo • maggiori consumi idrici (>LAI, >traspirazione) • accumulo nitrati nei tessuti vegetali (foglie, steli): rischio alimentare • dilavamento nitrati: rischio ambientale (inquinamento falde) • minore allegagione dei fiori (in termini %) Accumulo nitrati nelle parti eduli nitrato riduttasi NO3- Destino nitrati nell’uomo (apparato digerente) NH4+ influenza di • luce •T nitrati nitriti nitrosammine cancerogene Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Reg. CEE n. 194/97 Concentrazione max (mg nitrati / kg prodotto fresco) Prodotto Epoca raccolta spinaci 1/11 - 31/03 3000 1/04 - 31/10 2500 spinaci conservati 2000 lattuga 1/10 - 31/03 4500 1/04 - 30/09 3500 1/05 - 31/08 (pieno campo) 2500 Principali fattori di accumulo di nitrati nelle parti eduli • • • • • • • • concentrazione N terreno nitrato riduttasi specie cultivar parte della pianta età del vegetale epoca raccolta conservazione Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Accumulo nitrati nelle parti eduli Accumulo nitrati nelle parti eduli Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Accumulo nitrati nelle parti eduli Accumulo nitrati nelle parti eduli PICCIOLI LAMINA FOGLIARE STELI INFIORESCENZE FRUTTI Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali + - -1 mg NO3 kg - 1 FW 2000 kg N ha 0 50 100 200 A 1500 1000 B 500 0 28 34 40 46 52 28 34 40 46 52 Days after transplanting Nitrate accumulation (mg NO3 kg-1 fresh weight) in (A) cv. Canasta and (B) cv. Audran as a function of days after transplanting and fertilizer-N rates. Vertical bars represent ± SE (after: Tei et al., 2000) Lettuce N Response Data: Shoot Nitrate Concentration Summer crop Winter crop 5000 5000 EU Limit Nitrate (ppm) 4000 4000 EU Limit 3000 3000 2000 2000 1000 1000 0 0 0 50 100 150 200 N Fertiliser (kg/ha) fonte: Burns, 2001 Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali 250 0 50 100 150 200 N Fertiliser (kg/ha) 250 In inverno si accumulano più nitrati perché: • c’è meno luce per ridurre i nitrati in composti organici dell’azoto (minore attività nitrato reduttasica) • le produzioni sono più basse per cui c’è relativamente più azoto disponibile nel terreno • la crescit più lenta permette all’assorbimento di N di eccedere la domanda di N da parte della coltura • le colture in inverno utilizzano più efficientemente l’azoto RISCHIO AMBIENTALE DA NITRATI scorrimento NO3- superficiale inquinamento acque superficiali eutrofizzazione NO3inquinamento falde acqua potabile metaemoglobina limite EU max 50 mg NO3 L-1 Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Principali fattori di lisciviazione di nitrati nel terreno • concentrazione N terreno • tipo terreno • precipitazioni FOSFORO funzioni • trasferimento di energia • formazioni acidi nucleici • proteine, acidi fitici, prodotti di riserva • fosfolipidi associati alle proteine di membrana e nel mantenimento della struttura di membrana • azione nitrato riduttasi (interazione positiva con N) Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali FOSFORO CARENZA • crescita stentata • foglie giovani verde scuro • foglie vecchie rosse o porpora, verde-bluastro opaco • clorosi dalle foglie vecchie alle giovani • piante deboli e filate • foglie con ridotto margine fogliare • picciolo fogliare forma angolo acuto con lo stelo • scarsa formazione di frutti ECCESSO • molto raro • clorosi per insolubilizzazione di Fe, Mn e Zn Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali FOSFORO CARENZA + suscettibili - suscettibili carota lattuga spinacio fagiolino cipolla rapa cavolo cavolfiore pisello ravanello Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali POTASSIO funzioni • equilibrio e trasporto di membrana • attivatore numerosi enzimi • sintesi proteica (attivatore aminoacidi) • controllo apertura stomatica (movimento cellule di guardia) • aumento tolleranza freddo e siccità • miglioramento qualità organolettiche (colorazione, profumo, dimensione, sapidità) dei frutti POTASSIO CARENZA • crescita stentata • meno ramificazioni e foglie • foglie vecchie con margini necrotici e incurvati (o verso il basso o verso l’alto) • internodi brevi • appassimento fogliare • clorosi internervale sulle foglie vecchie poi ingiallimento su tutta la foglia • bruciature marginali possono essere precedute da clorosi del margine con piccole macchie marroni irregolari – poi le macchie si allargano, confluiscono e coprono le aree internervali ECCESSO • carenza di Mg, N e Ca Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali POTASSIO CARENZA + suscettibili SPINACIO cavolo broccolo cavolfiore lattuga fava cipolla rapa Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali - suscettibili cavolo carota pisello CALCIO funzioni • entra nella composizione delle pareti cellulari (pectato di calcio) • con il K contribuisce alla neutralizzazione degli acidi organici • importante per l’assorbimento di N • aumenta resistenza meccanica tessuti adulti (da cui non è traslocato) • MOLTO POCO MOBILE NELLA PIANTA: CARENZE SPESSO DOVUTE A DIFETTI DI TRASLOCAZIONE CALCIO CARENZA • compare su giovani foglie e vicino ai punti di crescita di steli e radici • foglie piccole • crescita stentata • giovani foglie: apice arrotolato e necrotico, margini clorotici, flaccide, deformate, margine arrotolato verso l’alto, a volte bucate • pomodoro e peperone: marciume apicale • lattuga: tip burn • sedano: cuore nero ECCESSO • clorosi per fissazione Fe e B Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali MAGNESIO funzioni • costituente di clorofilla a e b (3.7% di Mg – 10% del Mg totale della foglia) • molti enzimi presenti nei cloroplasti che entrano nel processo fotosintetico contengono Mg • implicato nel metabolismo del P • stabilità sub-unità ribosomiali • interazione positiva con N (soprattutto nitrico) MAGNESIO CARENZA • compare tardi sulle foglie più vecchie: perdita di colore verde nelle zone internervali seguita da imbianchimenti • poi necrosi e filloptosi (linea di abscissione nel picciolo) • margini ricurvi verso il basso • pisello, pomodoro: margini fogliari ingialliscono e poi si colorano di rosso-arancio o porpora • cavolfiore, cavolo broccolo: foglie con aree con colorazioni rossastre • difficile da distinguere dalla carenza di potassio • antagonismo con il K (rapporto K:Mg > 3) ECCESSO • carenza di K e Ca Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali ZOLFO funzioni • incorporato in due aminoacidi (cisteina e metionina) precursori di altri composti solforati (coenzimi e prodotti secondari del metabolismo della pianta) • assorbito come ione solfato (apportato con altri concimi N-P-K) • livello di sulfolipidi nelle radici sembra positivamente correlato con la tolleranza a stress salino • crocifere, aglio e cipolla: ricchi di composti solforati ZOLFO CARENZA • poco mobile nelle pianta per cui le carenze compaiono nei germogli e nelle giovani foglie • clorosi internervale e ingiallimento che parte dai margini e dall’apice della lamina fogliare • spesso pagina inferiore rossastra e picciolo rosato • riduzione dello sviluppo: steli meno spessi, minore numero e dimensione delle foglie • lamina fogliare incurvata a coppa o cucchiaio • radici e steli molto lunghi e lignificano Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali ZOLFO SUSCETTIBILITA’ a CARENZA elevata media bassa cavolo ravanello rapa cavolfiore cavolo broccolo lattuga cipolla pisello spinacio fava fagiolino carota sedano Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali FERRO funzioni • importante ruolo nello sviluppo e nella integrità dei cloroplasti (catalizzatore sintesi della clorofilla) • attivatore di numerose reazioni redox (molti enzimi contengono un gruppo con ferro) • regola respirazione, fotosintesi, riduzione di nitrati e solfati • assorbito come ione ferroso (Fe++) o ferrico (Fe+++) • raramente manca nel terreno ma può essere reso indisponibile per reazione con fosfati e carbonati a pH alto FERRO CARENZA • clorosi internervale delle foglie più giovani • parte dall’apice fogliare e procede verso il basso • casi più gravi: imbianchimento fogliare • riduzione numero e dimensione foglie • crescita stentata • abbassamenti produttivi •ECCESSO • carenze di Mn Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali MANGANESE funzioni • attiva molti enzimi • richiesta di Mn è altamente specifica nella fotosintesi e nei sistemi di ossidazione delle auxine • implicato nella regolazione della respirazione e della sintesi proteica • agisce nella protezione delle membrane cellulari • assorbito come ione manganoso (Mn++) Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali MANGANESE CARENZA • piante con crescita stentata soprattutto sulle foglie giovani e mediane • clorosi internervale su foglie giovani pienamente sviluppate • poi macchie necrotiche che confluiscono e possono interessare tutta la lamina • pisello e fagiolo: macchie necrotiche e caduta dei semi aperti • spinacio: minore espansione della lamina che assume forma a freccia ECCESSO • clorosi fogliare (antagonismo con Fe) • lattuga molto suscettibile Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali RAME funzioni • svolge un ruolo importante nella formazione della clorofilla e nella respirazione • catalizzatore di reazione redox • influenza attività di molti enzimi RAME CARENZA • foglie giovani di dimensione ridotta • decolorazione (bianco – grigio) internervale a chiazze • poi imbrunimenti e necrosi • margini fogliari incurvati indentro • internodi raccorciati • crescita stentata • produzione ridotta ECCESSO • clorosi foglie basali, macchie necrotiche e filloptosi Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali BORO funzioni • mantenimento integrità strutturale membrana cellulare • differenziazione, divisione e maturazione cellulare • regolazione contenuto idrico della pianta (trasporto) • implicato in fioritura, germinazione polline., fruttificazione • deficienze determinano: • ritardo divisione cellulare • rallentamento e deregolazione crescita • accumulo fenoli • POCO MOBILE NELLA PIANTA • assorbito come ione BO-3 Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali BORO CARENZA • precoce ritardo della crescita • foglie piccole, ispessite, clorotiche, con lamina ridotta, distorte, imbrunite e poi necrotiche, precoce filloptosi • internodi brevi • piccioli e peduncoli fiorali spesso con spaccature • apici necrotici • appassimenti anche con adeguata disponibilità idrica • pomodoro: oltre a clorosi e necrosi anche imbrunimento purpureo delle nervature • crocifere: stelo cavo e imbrunito ECCESSO • arrotolamento e disseccamento margine foglie adulte – macchie necrotiche BORO SUSCETTIBILITA’ a CARENZA elevata bassa carota lattuga ravanello spinacio pomodoro cipolla fagiolo pisello patata cetriolo Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali sintomi di eccesso di boro in cetriolo ZINCO funzioni • implicato in numerosi enzimi della sintesi proteica e dei carboidrati (necessario per l’accrescimento) • necessario per la sintesi della clorofilla • carenze riducono il tasso di fotosintesi • svolge un ruolo importante nella fisiologia riproduttiva • poco mobile (sintomi sulle foglie giovani) • assorbito come Zn++ Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali ZINCO CARENZA • poco mobile (sintomi sulle foglie più giovani) • foglie con clorosi internervali, piccole, picciolo corto • internodi raccorciati (aspetto cespuglioso) • carenze gravi: crescita molto stentata, fioritura precoce, colatura fiori, foglie necrotiche, margine bruciato e incurvato, filloptosi Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali MOLIBDENO funzioni • essenziale per la sintesi della clorofilla e per il metabolismo dei composti azotati (entra nella nitratoriduttasi) CARENZA • • • • • • arresto di sviluppo clorosi (simile e deficienza N) e necrosi dei margini fogliari lamina fogliare distorta e ridotta (es. cavolfiore “a frusta”) morte degli apici ECCESSO appassimenti fogliari foglie colore aborto di fiori e infiorescenze arancio brillante Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali CLORO funzioni • regolazione osmosi e bilancio ionico • attività fotosintetica CARENZA • carenza rara • foglie giovani di forma anormale • clorosi • appassimento • in fasi avanzate: bronzature pagina superiore e filloptosi Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Fonte: University of Minnesota – Extension http://www.extension.umn.edu/distribution/horticulture/M1190.html CHIAVE DI DIAGNOSI VISIVA DEI DISORDINI NUTRIZIONALI SINTOMI VISIVI* foglie vecchie foglie giovani margini foglie imbruniti o bruciati ingiallimenti internervali morte dei punti di crescita foglie ingiallite margini foglie imbruniti ingiallimenti internervali foglie porpora foglie ingiallite calcio ferro manganese zinco rame boro calcio zolfo potassio magnesio fosforo azoto zolfo** eccesso fosforo tossicità ione ammonio tossicità da sali da boro eccesso potassio tossicità ione ammonio * I sintomi si riferiscono a carenze se non specificato diversamente ** I sintomi di carenza di zolfo normalmente si verificano prima sulle foglie più giovani ma in condizioni di carenza prolungata si può avere un generale ingiallimento della pianta intera Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali PARTE DI PIANTA SINTOMO PREVALENTE DISORDINE CARENZA foglie vecchie e mature clorosi necrosi foglie giovani e apici foglie vecchie e mature clorosi uniforme N (S) internervale o a macchie Mg (Mn) bruciature su apici e margini fogliari K internervale Mg (Mn) uniforme internervale o a macchie Fe (S) Zn (Mn) necrosi Ca, B, Cu deformazioni Mo (Zn, B) necrosi ECCESSO Mn (B) macchie bruciature su apici e margini fogliari B, salinità aspecifico clorosi Intervalli di sufficienza della concentrazione di macroelementi nelle principali orticole (su s.s.) Coltura stadio N P K Ca Mg S % % % % % % bietola 3.03.0-5.0 0.250.25-0.4 2.02.0-6.0 0.70.7-2.0 0.250.25-1.0 0.20.2-0.5 carota 1.81.8-2.5 0.20.2-0.4 2.02.0-4.0 1.01.0-2.0 0.20.2-0.5 0.20.2-0.4 cipolla & aglio bulbificazione 2.02.0-3.0 0.20.2-0.5 1.51.5-3.0 0.60.6-0.8 0.150.15-0.30 0.20.2-0.6 endivia 8a foglia 4.54.5-6.0 4.54.5-6.0 0.80.8-4.0 0.250.25-0.60 fagiolino inizio fioritura 3.03.0-4.0 0.450.45-0.8 0.250.250.45 2.02.0-3.0 0.80.8-1.5 0.250.25-0.45 0.30.3-0.8 0.200.200.40 fragola 1a raccolta 3.03.0-3.5 0.20.2-0.4 1.51.5-2.5 0.40.4-1.5 0.250.25-0.50 0.20.2-0.6 lattuga iceberg 8a foglia 4.04.0-5.0 0.40.4-0.6 5.05.0-7.0 0.80.8-2.0 0.30.3-0.5 0.30.3-0.8 lattuga romana 8a foglia 5.05.0-6.0 0.350.35-0.8 5.05.0-6.0 0.80.8-3.0 0.250.25-0.35 0.30.3-0.8 melanzana inizio allegagione 4.24.2-5.0 0.3-0.3--0.6 --0.6 3.53.5-5.0 0.80.8-1.5 0.250.25-0.6 patata altezza 25 cm 3.03.0-6.0 0.20.2-0.8 3.53.5-6.0 0.60.6-2.0 0.30.3-0.6 0.40.4-0.6 0.250.250.50 peperone inizio fioritura 3.03.0-5.0 0.30.3-0.5 2.52.5-5.0 0.60.6-1.5 0.30.3-0.5 0.30.3-0.6 pomodoro da mensa 1° palco fiorale 2.82.8-4.0 0.20.2-0.4 2.52.5-4.0 0.80.8-2.0 0.30.3-0.5 0.30.3-0.8 ravanello vicino alla raccolta 3.03.0-4.5 0.250.25-0.4 1.51.5-3.0 0.50.5-2.0 0.30.3-0.5 0.30.3-0.6 scarola 8a foglia 4.24.2-5.0 0.450.45-0.6 5.75.7-6.5 0.80.8-2.2 0.250.25-0.35 0.30.3-0.8 1.51.5-1.7 0.30.3-0.6 6.06.0-8.0 1.31.3-2.0 0.30.3-0.6 3.03.0-4.5 0.30.3-0.5 3.03.0-4.0 0.60.6-1.0 1.01.0-1.6 sedano spinacio 30 g dopo la semina fonte: Vegetable Production Handbook for Florida 2007-2008 - University of Florida Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali 0.30.3-0.6 Intervalli di sufficienza della concentrazione di microelementi nelle principali orticole (su s.s.) Coltura stadio bietola carota Fe Mn Zn B Cu Mo ppm ppm ppm ppm ppm ppm 4040-200 3030-200 1515-30 3030-80 5-10 3030-60 3030-60 2020-60 2020-40 4-10 cipolla & aglio bulbificazione 5050-100 1010-20 1515-20 1010-25 5-10 endivia 8a foglia 5050-150 1515-25 3030-50 2525-35 5-10 fagiolino inizio fioritura 2525-200 2020-100 2020-40 1515-40 5-10 fragola 1a raccolta 5050-100 3030-100 2020-40 2020-40 5-10 lattuga iceberg 8a foglia 5050-150 2020-40 2525-50 1515-30 5-10 lattuga romana 8a foglia 5050-150 1515-25 2020-50 3030-45 5-10 melanzana inizio allegagione 5050-100 5050-100 2020-40 2020-40 5-10 patata altezza 25 cm 4040-150 3030-60 3030-60 2020-60 5-10 peperone inizio fioritura 3030-150 3030-100 2525-80 2020-50 5-10 pomodoro da mensa 1° palco fiorale 4040-100 3030-100 2525-40 1515-30 5-10 ravanello vicino alla raccolta 3030-50 2020-40 3030-50 1515-30 3-10 scarola 8a foglia 5050-150 1515-25 3030-50 2020-30 4- 6 2020-30 5-10 2020-40 1515-25 4- 6 5050-150 5050-100 5050-80 2020-40 5-10 sedano spinacio 30 giorni dopo la semina 0.20.20.6 0.10.10.4 0.40.40.8 5.05.08.0 0.10.10.4 0.10.10.4 0.50.50.8 0.10.10.2 0.20.20.8 0.20.20.6 0.10.10.2 0.10.10.4 0.10.11.0 fonte: Vegetable Production Handbook for Florida 2007-2008 - University of Florida Concentrazioni tossiche di microelementi nelle principali orticole (su s.s.) Coltura stadio Mn Zn B ppm ppm ppm bietola > 650 cipolla & aglio bulbificazione > 100 fagiolino inizio fioritura > 100 fragola 1a raccolta > 800 peperone inizio fioritura > 1000 pomodoro da mensa 1° palco fiorale > 1500 ravanello vicino alla raccolta fonte: Vegetable Production Handbook for Florida 2007-2008 - University of Florida Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali > 150 > 350 > 300 > 250 > 85 Risposta delle colture orticole alla fertilizzazione con microelementi Coltura Mn B Cu Zn Mo Fe Bassa Bassa Bassa Bassa Bassa Media bietola Alta Alta Alta Media broccoli Media Alta Media carota Media Media Media cavolfiore Media Alta Media cavolo Media Media Media cetriolo Alta Bassa Media cipolla Alta Bassa Alta Alta Alta fagiolo Alta Bassa Bassa Alta Media asparago Alta Alta Alta Alta Bassa Bassa Alta Alta Bassa Media Media lattuga Alta Media Alta Media Alta patata Alta Bassa Bassa Media Bassa peperone Media Bassa Bassa Alta Bassa Bassa Bassa Media pomodoro Media Media Alta Media Media ravanello Alta Media Media Media Media pisello sedano Media Alta Media spinacio Alta Media Alta Alta Media Alta Bassa Alta Alta Alta Ottimizzazione della fertilizzazione Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Ottimizzazione della fertilizzazione il caso studio: AZOTO CICLO dell’AZOTO Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali INPUTS • N minerale nel terreno all’impianto • mineralizzazione della sostanza organica durante il ciclo colturale • humus • residui colturali • (concimazione organica) • precipitazioni • irrigazioni • concimazione minerale OUTPUTS • assorbimento della coltura (fabbisogno colturale) • N minerale non assorbito dalla coltura • lisciviazione • immobilizzazione • denitrificazione • nitrificazione • fissazione di NH4+ • volatilizzazione NH3 N minerale nel terreno all’impianto Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali N minerale nel terreno all’impianto N minerale nel terreno all’impianto Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali N minerale nel terreno all’impianto determinazione analitica • N minerale (nitrico + ammoniacale) • N totale (stima) Esempio (fonte: disciplinari produzione integrata Regione Campania): N minerale prontamente utilizzabile a inizio ciclo determinato in funzione della tessitura del terreno e del contenuto di N totale Densità apparente kg L-1 1.42 N minerale disponibile kg ha-1 28.4 x N totale ‰ franco 1.30 26.0 x N totale ‰ tendenzialmente argilloso 1.21 24.3 x N totale ‰ Tessitura tendenzialmente sabbioso N da mineralizzazione della sostanza organica Fonti di sostanza organica • Humus • Residui colturali • Compost • Concimi organici • Sovesci Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Sostanza organica del terreno residui di piante, animali, microrganismi (a vari stadi di decomposizione) + sostanze sintetizzate dalla frazione vivente del terreno stadi di decomposizione • biomasse vegetali, animali e microbiche • necromasse integre o in fase di avanzata demolizione cellulare • unità molecolari semplici formatesi per idrolisi • molecole umiche formatesi per polimerizzazioni, policondensazioni • • ossidazioni, ciclizzazioni, il passaggio da una fase all’altra è continuo i limiti delle varie categorie di sostanze sono di difficile determinazione Trasformazioni della s.o. nel terreno residui organici prodotti intermedi decomposizione microbica mineralizzazione sintesi microbiche sostanze minerali + O2, CO2, H2O Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali umificazione humus Sostanza organica del terreno • • • s.o. tende sempre ad evolvere verso mineralizzazione nel corso delle trasformazioni la s.o. può trovarsi, per periodi più o meno lunghi, allo stadio di humus stabile e humus labile sulla evoluzione influisce: CLIMA: il bilancio umico dipende da piovosità e temperatura climi caldo-aridi > ossidazione → rapida mineralizzazione (eremacausi) TERRENO: tessitura, aria/acqua terreni sabbiosi rapida mineralizzazione terreni umidi lenta umificazione PRATICHE AGRONOMICHE: lavorazioni, concimazioni, sistemazioni, irrigazioni, scelta avvicendamento TIPO s.o.: influisce sul tipo e sull’attività di microflora e microfauna decomponente e sull’attitudine ad essere umificata o mineralizzata. COEFFICIENTE ISOUMICO = resa in humus della s.o. di partenza dipende da: rapporto C/N e contenuto lignina e cellulosa Residui colturali: fonte di humus C/N Sostanza Coeff. secca Isoumico -1 (kg ha ) Humus prodotto -1 (kg ha ) Letame maturo -1 (10 t ha , 50% di umidità) <25-30 5000 0.4-0.5 2000-2500 Letame paglioso fresco -1 (12.5 t ha , 60% di umidità) 30-40 5000 0.2-0.3 1000-1500 Residui di frumento (paglia) >40 5000 0.1 500 Residui di barbabietola 6000 0.15 900 Residui di mais (irriguo) 10000 0.15 1500 Residui di girasole (irriguo) 5000 0.2 1000 Residui di tabacco 6000 0.2 1200 Residui di sorgo 7000 0.1 7000 Mais: solo radici e stoppie 3000 0.15 450 Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Bilancio della sostanza organica in un terreno naturale (in equilibrio) s.o. mineralizzata = s.o. apportata modificazioni del contenuto di s.o. del terreno – lente in terreni sciolti e/o in climi caldi e piovosi – estremamente lente (10-20 anni) in terreni pesanti e/o climi freddi velocità di mineralizzazione dipende da: C/N, clima, proprietà del terreno e interventi antropici (fattori che influenzano l’attività microbica) tassi di mineralizzazione climi freddi, umidi e terreni acidi climi temperati e terreni pesanti climi temperati e terreni leggeri % 0.5-1 1-1.5 2-3 climi caldo-umidi (tropici) ~7 Bilancio della sostanza organica: esempio terreno di medio impasto e clima temperato contenuto in s.o. del terreno 1.5% tasso di mineralizzazione 2% anno-1 strato attivo 0.3 m densità apparente 1.3 USCITE 0.3 x 10000 x 1.3 = 3900 t di massa terrosa 3900 x 0.015 = 58.5 t ha-1 = 58500 kg ha-1 s.o. 58500 x 0.02 = 1170 kg ha-1 anno-1 ENTRATE Stime delle produzioni di humus dei materiali organici (vedi tabelle) L’equilibrio umico dipende perciò da avvicendamento e destino residui coltural Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali N da mineralizzazione della s.o. • valori tabulati • da funzioni empiriche in funzione di tessitura del terreno % s.o. rapporto C/N s.o. Humus tasso medio (da diverse ricerche) Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali 5 kg N ha-1 settimana-1 N da mineralizzazione della s.o. VALORI TABULATI Esempio da Disciplinare Regione Emilia Romagna % della sostanza organica * 0,5 1,5 2,0 2,5 3,0 kg N ha-1 da mineralizzazione Tessitura terreno sabbioso medio impasto argilloso 36 24 9 72 48 36 98 72 54 144 96 72 * s.o. con rapporto C/N < 9 N da mineralizzazione della s.o. VALORI TABULATI Esempio (fonte: disciplinari produzione integrata Regione Campania): Azoto mineralizzato (kg/ha) che si rende disponibile in un anno Tessitura C/N tendenzialmente sabbioso franco 24 x s.o. % > 12 tendenzialmente argilloso 36 x s.o. % 9 - 12 tendenzialmente argilloso tendenzialmente argilloso Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali 24 x s.o. % 12 x s.o. % tendenzialmente sabbioso franco 20 x s.o. % 6 x x s.o. % tendenzialmente sabbioso franco N mineralizzato kg ha-1 anno-1 42 x s.o. % <9 26 x s.o. % 18 x s.o. % 180 120 90 N da mineralizzazione della s.o. VALORI TABULATI Esempio (fonte: disciplinari produzione integrata Regione Campania): Azoto mineralizzato (kg/ha) che si rende disponibile in un anno vedi tabella precedente L’entità della decomposizione della sostanza organica varia dal 2 al 3% per i terreni sabbiosi, dal 1,7 al 2 % per i terreni di medio impasto e da 0,5 al 1,5 % per i terreni argillosi. Con un rapporto C/N < di 9 è stato utilizzato il valore più alto dell’intervallo, viceversa con un rapporto C/N > di 12 ed il valore medio con C/N equilibrato. I valori riportati in tabella sono calcolati considerando una profondità di 20 cm e che il contenuto di azoto nella sostanza organica sia del 5%. La quantità di azoto che si rende disponibile rimane costante per tenori di s.s. superiori al 3%. Per colture con ciclo inferiore ad 1 anno i valori tabulati vanno diminuiti in proporzione. N da mineralizzazione FUNZIONI EMPIRICHE MNRLT = 674 * CDEC * [0,0069 * exp(-4,294 * CDEC) + 0,0012] CDEC = CORG - 0,017x + 0,001* esp (0,075x) MNRLT = tasso di mineralizzazione (kg N ha-1 d-1 a 15°C) 674 = coefficiente di calibrazione variabile in funzione del luogo CDEC = % di carbonio decomponibile dalla sostanza organica presente CORG = % di carbonio organico x = % argilla (da Ruhlmann, 1999) Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali N da mineralizzazione dei residui colturali I residui delle colture precedenti una volta interrati subiscono un processo di demolizione che porta in tempi brevi alla liberazione di azoto. Se però questi materiali risultano caratterizzati da un rapporto C/N elevato si verifica l’effetto contrario con una temporanea riduzione della disponibilità di azoto (immobilizzazione). Tale fenomeno è causato dai microrganismi che operano la demolizione dei residui e che per svilupparsi utilizzano l’azoto minerale presente nella soluzione circolante del terreno. Pertanto il contributo della voce “azoto da residui” non è sempre positivo. N da mineralizzazione dei residui colturali Nelle normali condizioni ambientali circa il 70% dell’azoto presente in forma organica nei residui colturali diventa disponibile per l’assorbimento da parte della coltura che segue per un periodo di circa 10 settimane dopo l’incorporazione nel terreno. Comunque, la quantità di azoto che mineralizza ed il tempo necessario ala mineralizzazione possono variare significativamente in funzione di fattori pedo-climatici e colturali. fonte: Tremblay et al., 2001 Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali N da mineralizzazione dei residui colturali Coltura N da residui (kg/ha) Barbabietola Cereali autunno-vernini - paglia asportata - paglia interrata Colza Girasole Mais - stocchi asportati - stocchi interrati Prati - Medica in buone condizioni - polifita con + del 15% di leguminose o medicaio diradato - polifita con leguminose dal 5 al 15% - polifita con meno del 5% di leguminose - di breve durata o trifoglio Patata Pomodoro, altre orticole (es.: cucurbitacee, crucifere e liliacee) Orticole minori a fogli Soia Leguminose da granella (pisello, fagiolo, lenticchia, ecc.) Sorgo Sovescio di leguminose (in copertura autunno-invernale o estiva) 30 -10 -30 20 0 -10 -40 80 60 40 15 30 35 30 25 10 40 -40 50 fonte: AA.VV. Residui colturali interrati mineralizzazione Coltura lattuga, ravanello,mais porro, spinacio, cavolo rapa sedano, fagiolo, lattuga iceberg cavolo cappuccio, broccolo, verza cavolo di Bruxelles Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali AZOTO Biomassa fresca interrata t/ha N potenzialmente liberato per mineralizzazione kg/ha < 10 10-20 20-30 40-50 50-60 < 30 30 - 90 60 - 90 90 - 120 150 - 200 Azoto potenziale da mineralizzazione dei residui colturali interrati N da mineralizzazione dei residui colturali Fattori di variabilità • composizione residui • temperatura • terreno • dimensioni residui • modalità di interramento Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Dinamica del rilascio di N da mineralizzazione dei residui: circa 80% entro 9 settimane dall’incorporazione nel terreno ambiente della ricerca: Europa Occidentale condizioni ambientali: molto favorevoli (terreno caldo, umido e ben aerato) la mineralizzazione è un processo temperatura-dipendente Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali La decomposizione dei residui colturali Decomposition of crop residues varia in funzione della specie Residue weight (%) Wheat 100 Leek Cabbage Carrot 75 Swede 50 25 0 0 200 400 600 800 Thermal time (day degrees) fonte: Burns, 2001 Emivita dei residui colturali (in gradi giorno) cipolla 145 porro 154 fava 177 lattuga 231 cavolo broccolo 241 cavolo Bruxelles 386 cavolo 410 carota 434 bietola rossa 541 barbabietola frumento 193 1482 Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali fonte: Burns, 2001 Emivita dei residui colturali e rapporto C:N 75 C :N ratio paglia 50 25 0 0 500 1000 1500 2000 Half life (day degrees) fonte: Burns, 2001 Emivita dei residui colturali e rapporto C:N (senza paglia) C :N ra tio 30 20 10 0 0 100 200 300 400 Half life (day degrees) Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali 500 600 fonte: Burns, 2001 hResidui da colture differenti hanno tassi di decomposizione diversi Es: residui di cipolla e porro si decompongono 10 volte più velocemente della paglia di frumento hI residui delle specie del genere Brassica non si decompongono immediatamente dopo l’incorporazione nel terreneo hIl tasso di decomposizione non è correlato solo al rapporto C/N dei residui Chemical Characteristics of crop residues % Water soluble fraction % Acid soluble fraction % Acid lignin % N % C 41.9 44.2 47.9 43.5 44.0 46.8 47.2 55.3 42.4 53.8 42.8 15.3 41.7 45.6 40.9 42.0 40.8 40.6 38.5 31.1 40.0 29.4 45.0 65.0 16.1 10.3 11.1 14.3 15.0 12.1 13.7 13.3 15.8 16.6 11.8 18.0 2.9 2.1 2.8 3.4 1.5 2.9 2.4 2.4 2.9 2.0 3.1 0.7 37.1 32.3 29.6 31.3 35.3 34.1 29.4 35.8 28.0 34.6 30.9 40.9 Broad Bean Brussels sprouts Cabbage Calabrese Carrot Leek Lettuce Onion Red Beet Sugar Beet Swede Wheat C:N Lignin:N ratio ratio 12.6 15.5 10.7 9.1 23.5 11.6 12.3 14.8 9.7 17.6 9.9 57.6 5.55 4.90 3.96 4.21 10.00 4.17 5.71 5.54 5.45 8.30 3.81 25.70 fonte: Burns, 2001 Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Correlation between Chemical Quality and N mineralization Correlation coefficient (r) 1.0 0.5 Water soluble-N Water soluble phenolics Cellulose C-to-N %N 0.0 -0.5 Significant P<0.05 Significant P<0.01 -1.0 3 6 16 40 100 250 Time (days) fonte: Burns, 2001 Residue decomposition model Residue weight (W) A+B W = A + B e-k (t - d) A d Thermal time (t) Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali [t ≥ d] Effetto della trinciatura dei residui N minerale (µg g-1 terreno) grossolana 140 120 100 80 60 40 20 0 1 5 0 -5 -10 -15 -20 -25 -30 -35 -40 patata parte aerea 100 80 60 40 20 0 -20 fine parte aerea cavolo Brux. 0 radici loglio 0 28 56 84 112 140 168 tempo (giorni) -10 -20 -30 -40 -50 -60 paglia 0 28 56 84 112 140 168 tempo (giorni) Residui di Brassica Il lento rilascio di N per la lenta decomposizione dei residui di Brassica sembra legato al fatto che queste specie hanno un alto contenuto in composti contenti zolfo (es. glucosinolati) che sono tossici per alcuni microbi del terreno Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali terreno)) (µg g -1 terreno Inibizione della nitrificazione da parte degli isotiocianati in un terreno sabbio-limoso 90 80 70 60 50 40 NO3—N 30 Control 2-PropenylPropenyl-ITC PhenethylPhenethyl-ITC 20 10 0 0 7 14 21 28 35 tempo (giorni (giorni)) fonte: Burns, 2001 La qualità dei residui influenza il tasso di mineralizzazione dell’azoto durante la decomposizione: - i tessuti fogliari si decompongono velocemente - radici e paglia si decompongono più lentamente La composizione chimica dei residui è importante in diversi stadi della loro decomposizione Per residui di bassa qualità la decomposizione è influenzata dalla trinciatura La presenza di glucosinolati o altri composti contenenti zolfo ritarda il processo di decomposizione dei residui La modellizzazione della decomposizione dei residui non è completamente messa a punto Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Tipo di terreno non coltivato (bordoHedge delsoilcampo) 300 250 barbabietola 200 300 250 100 nessun residuo 50 0 0 14 28 56 112 barbabietola 200 150 -1 150 Biomass-N-1 bioamassa N g terreno) (µg (µg g dw soil) -1 biomassa N(µgBiomass-N (µg g-1 terreno) g dw soil) coltivato Field soil 100 Sugarbeet Unamended 50 nessun residuo 0 0 14 28 Time (days) 56 112 Time (days) tempo (giorni) tempo (giorni) Tipo di terreno non coltivato (bordoHedge delsoilcampo) 250 200 Mineral-N barbabietola 150 N minerale (µg (µg g-1soil)terreno) g dw 300 -1 -1 Mineral-N -1 N minerale(µg(µg g dwg soil) terreno) coltivato Field soil 100 0 0 14 28 56 Time (days) tempo (giorni) Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali barbabietola 200 150 100 Sugarbeet Unamended nessun residuo 50 250 112 50 nessun residuo 0 0 14 28 56 Time (days) tempo (giorni) 112 Terreni lavorati intensivamente hanno una biomassa microbica inferiore a terreni indisturbati La biomassa aumenta più lentamente dopo incorporazione dei residui in terreni lavorati intensivamente Il tasso di mineralizzazione dell’azoto da residui colturali dipende dalla storia colturale di quel terreno Sovescio vantaggi svantaggi apporto s.o. e N catch-crop / cover-crop controllo malerbe apporto e rilascio di N non ben definito rischio ambientale effetto dipende da - condizioni pedo-climatiche specie epoca di semina e tecnica (densità) tecnica e stadio di interramento Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Leguminose Graminacee Crocifere crocifere miscele leguminose + graminacee • • • maggiore protezione del terreno maggiore staibilità s.o. migliore modulazione apporto e rilascio N Apporto totale di N da sovescio N kg/ha interramento 26 marzo interramento 8 aprile favino veccia veccia 1/2 dose semina pisello trifoglio squarroso 229 210 213 185 116 295 221 272 268 163 colza logliessa orzo 106 61 93 127 82 111 favno + colza veccia + orzo trifoglio + colza trifoglio + logliessa 185 151 127 89 261 241 156 118 media 147 193 da Benincasa et al., 2004 Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali COMPOST • minore contenuto di N minerale di s.o. e sovesci • s.o. meno facilmente degradabile • rapporto C/N influenza la mineralizzazione NON UTILIZZABILI SU ORTAGGI LIQUAMI Caratteristiche degli effluenti degli allevamenti (% sul tal quale) BOVINI SUINI media min MAX media 9,5 1,6 16,2 1,78 0,113 6,74 N totale 0,38 0,09 0,7 0,24 0,02 0,56 N ammoniacale 0,15 0,03 0,25 0,18 0,015 0,5 Fosforo 0,07 0,01 0,14 0,13 0,09 0,91 Potassio 0,26 0,11 0,44 0,21 0,034 0,71 sostanza secca fonte: Marino et al., 2008; Provolo et al., 2008 Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali min MAX L’azoto derivante dalla mineralizzazione dei residui di fertilizzanti organici che sono stati distribuiti negli anni precedenti varia in funzione delle quantità e del tipo di fertilizzante impiegato e nel caso di distribuzioni regolari nel tempo anche della frequenza (uno, due o tre anni). Il coefficiente di recupero si applica alla quantità totale di azoto contenuto nel prodotto ammendante abitualmente apportato nel caso di apporti regolari o alla quantità effettivamente distribuita l’anno precedente per apporti saltuari. Questo supplemento di N si rende disponibile nell’arco di un intero anno e va opportunamente ridotto in relazione al ciclo del singolo tipo di coltura. Tale valore fornisce una stima della fertilità residua derivante dagli apporti organici effettuati gli anni precedenti e non include l’azoto che si rende disponibile in seguito ad eventuali fertilizzazioni organiche che si fanno alla coltura per la quale si predispone il bilancio dell’azoto. Apporti regolari di fertilizzanti organici: coefficiente % di recupero annuo della quantità di elementi nutritivi mediamente distribuita Matrici organiche Ammendanti Liquame bovino Liquame suino e pollina tutti gli anni 65 30 15 ogni 2 anni ogni 3 anni 30 15 10 20 10 5 fonte: Regione Emilia Romagna Apporti saltuari di ammendanti: coefficiente % di mineralizzazione = disponibilità al 2° anno = 20% N da PRECIPITAZIONI DA NON CONSIDERARE IN SERRA Gli ossidi di azoto (NOx) generati dall’uso di carburanti dai motori dei veicoli, da settori della produzione di energia e da altre attività sono presente nell’aria. Questi ossidi sono convertiti in acido nitrico nell’atmosfera prima di raggiungere il terreno sotto forma di precipitazioni, gas o polveri acide. Il programma USA “National Atmospheric Deposition” ha misurato input di N (ammoniacale e nitrico) variabili da 1 a 7 kg N/ha all’anno. In Germania la concentrazione di N nelle piogge negli ultimi 50 anni oscilla da 25 a 40 kg/ha all’anno. Comunque, l’entità delle deposizioni varia in relazione alle località e alla vicinanza o meno ai centri urbani ed industriali. Nelle zone di pianura italiane limitrofe alle aree densamente popolate si stimano quantitativi oscillanti intorno ai 20 kg ha-1 anno-1. Grignani et al. (2003) riportano per la pianura padana dati di diversi autori variabili da 16 a 53 kg ha-1 anno-1. Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali N da IRRIGAZIONE L’acqua di irrigazione può contenere significative quantità di azoto. L’acqua di irrigazione dovrebbe essere analizzata regolarmente per avere una stima dell’apporto di N da questa fonte. CONSIGLIO: NON TRASCURARE MAI QUESTI APPORTI Esempio: volume d’adacquamento = 20 mm = 20 L/m2 concentrazione nitrati = 50 mg/L concentrazione di azoto = 11.3 mg NO3-N/L (= 22.6%) apporto di azoto = 2.26 kg/ha (= 20 L/m2 x 11.3 mg N/L x 10 000 m2/ha /1000000 mg/kg) Se l’irrigazione è ripetuta 10 volte durante il ciclo colturale l’apporto di azoto è di circa 23 kg/ha. INPUTS • N minerale nel terreno all’impianto • mineralizzazione della sostanza organica durante il ciclo colturale • humus • residui colturali • (concimazione organica) • precipitazioni • irrigazioni • concimazione minerale OUTPUTS • assorbimento della coltura (fabbisogno colturale) • N minerale non assorbito dalla coltura • lisciviazione • immobilizzazione • denitrificazione • nitrificazione • fissazione di NH4+ • volatilizzazione NH3 Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali N da CONCIMAZIONE • è calcolato come differenza tra INPUTS – OUTPUTS in un bilancio • è stimato con altri metodi • è un dato acquisito INPUTS • N minerale nel terreno all’impianto • mineralizzazione della sostanza organica durante il ciclo colturale • humus • residui colturali • (concimazione organica) • precipitazioni • irrigazioni • concimazione minerale OUTPUTS • assorbimento della coltura (fabbisogno colturale) • N minerale non assorbito dalla coltura • lisciviazione • immobilizzazione • denitrificazione • nitrificazione • fissazione di NH4+ • volatilizzazione NH3 Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Fabbisogni colturali (kg/ha) I fabbisogni colturali tengono conto della necessità di azoto della coltura, determinato sia sulla base degli assorbimenti colturali unitari che della produzione attesa fabbisogno = assorbimento unitario x produzione attesa Per assorbimento colturale unitario si intende la quantità di azoto assorbita dalla pianta e che si localizza nei frutti e negli altri organi (culmo, fusto, foglie e radici) per unità di prodotto. asportazione = quantità di elemento che esce dal campo con la raccolta della parte utile della pianta assorbimento = comprende anche le quantità di elemento che si localizzano nelle parti della pianta non raccolte e che rimangono in campo Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Fabbisogni nutrizionali • durante il ciclo • totali COLTURA 50 CAVOLO CAPPUCCIO 30 150 CAVOLO VERZA 30 200 CICORIA 35 180 cv. PS1296 cv. Denaro -2 N assorbito ( g m ) FINOCCHIO 30 20 10 Dose N kg / ha 0 50 100 200 0 20 40 60 80 100 0 20 40 60 80 100 giorni dopo il trapianto 150 25 120 SEDANO 40 200 SPINACIO 15 120 ASPARAGO 5 180 CARCIOFO 15 200 CAVOLFIORE 30 200 CAVOLO BROCCOLO 15 150 FAGIOLINO 10 100 6 60 CETRIOLO 70 150 COCOMERO 50 100 FRAGOLA 20 150 MELANZANA 40 200 MELONE 35 120 PEPERONE 50 180 POMODORO 60 160 ZUCCHINA 30 200 CAROTA 40 150 RAPA 25 120 AGLIO Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali 30 130 LATTUGA PISELLO FRESCO 0 RESA ASSORBIMENTO N t/ha kg/ha BIETOLA DA COSTE 12 120 CIPOLLA 30 120 PATATA 30 150 Coefficienti di assorbimento e asportazione delle colture elaborati dal Comitato Tecnico-Scientifico Nazionale dei Disciplinari di Produzione Integrata vedi file allegato Fabbisogni di azoto nei diversi stadi • assorbito durante tutto ciclo di sviluppo: – prime fasi: sviluppo dell’apparato vegetativo – fasi successive: formazione e accumulo sostanze di riserva • periodi critici: – informazioni specie-specifiche Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Risultati di alcune ricerche su N e crescita orticole Concimazione azotata dose N crescenti peperone pomodoro da industria 0, 100, 200, 300, 400 lattuga 0, 50, 100, 150, 200, 250 0, 50, 100, 200, 400 nitrato ammonico applicazione a tutto campo 100% al trapianto Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali accumulo sostanza secca e assorbimento N in tutte e tre le colture la disponibilità crescente di azoto aumenta • sostanza secca prodotta • N assorbito N rate kg/ha DW (g m-2) 1500 0 50 100 200 1000 500 N uptake (g m-2) Esempio: pomodoro – dati 1997 30 20 10 0 0 0 20 40 60 80 100 Days after transplanting Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali 0 20 40 60 80 100 Days after transplanting ripartizione s.s. e N peperone DW partitioning coefficients leaves 1.0 0.8 1991 stems fruits N 75 N 300 0.6 0.4 0.2 0.0 1.0 0.8 0.6 1992 0.4 0.2 0.0 1.0 1.5 2.0 1.0 1.5 2.0 Growth stages Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali 1.0 1.5 2.0 POMODORO DA INDUSTRIA N partitioning coeff. DW partitioning coeff. stems leaves fruits 1.0 0.8 0.6 0.4 0.2 0.0 1.0 0.8 0.6 0.4 0.2 0.0 10 30 50 70 90 10 30 50 70 90 10 30 50 70 90 Days After Transplanting Realazioni tra RGR e N% Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali biomassa cumulata TASSI DI CRSCITA BIOMASSA W Ln W tassi di crescita CGR RGR TEMPO esponenziale lineare maturazione / senescenza PEPERONE 1991 1992 RGR 0.010 0.008 0.006 0.004 0.002 0.000 1.0 0.012 0.8 0.010 0.6 RGR Nleaves / Nwhole 0.012 0.4 2 3 4 %N Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali 5 0.006 0.004 0.2 0.002 0.0 1 0.008 1 2 3 %N 4 5 0.000 0.0 0.2 0.4 0.6 Nleaves / Nwhole 0.8 POMODORO DA INDUSTRIA Year N rate kg ha-1 1996 1997 RGR 0.15 0 50 100 A B 0.10 0.05 2 R2 = 0.94 R = 0.72 0.00 1 2 3 4 5 0.0 reduced-N % 0.2 0.4 0.6 0.8 1.0 N leaves / N plant RGR on DW basis LATTUGA AUDRAN CANASTA N 0.15 0 0.10 50 100 0.05 200 0.00 2 3 4 5 2 3 % reduced-N on DW basis Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali 4 5 LATTUGA RGR on FW basis AUDRAN CANASTA N 0.20 0 0.15 50 0.10 100 200 0.05 R² = 0.885 R² = 0.861 0.00 0.1 0.2 0.3 0.4 0.1 0.2 0.3 0.4 % reduced-N on FW basis LATTUGA kg N ha- 1 0 50 100 200 cv. AUDRAN mg NO3 kg - 1 FW 2000 cv. CANASTA 1500 1000 500 0 28 34 40 46 52 28 Days after transplanting Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali 34 40 46 52 LATTUGA DAT 32 38 45 52 cv. AUDRAN cv. CANASTA Dry matter % 8 7 6 5 4 0 500 1000 1500 2000 0 500 1000 1500 2000 mg NO3 kg - 1 Fresh Weight TASSI DI ASSORBIMENTO DI N (NUR = kg ha-1 d-1)* * media 2 anni coltura / cv NUR LATTUGA Canasta Audran 4.2 4.5 POMODORO Denaro PS1296 3.9 4.9 PEPERONE Heldor 2.3 Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali da Tei et al., 1999 Assorbimenti di azoto (kg ha-1) durante il ciclo colturale in pomodoro da industria e lattuga. Simboli: dati osservati; linea: funzione di Gompertz adattata ai dati del triennio (pomodoro: R2 = 0.96; lattuga: R2 = 0.95). fonte: Tei et al., 2005 Durata (settimane), tassi medi di assorbimento di azoto (kg N d-1) e % di N assorbito rispetto al totale delle diverse fasi del ciclo di crescita di pomodoro da industria e lattuga calcolati sulla base delle funzioni adattate ai dati osservati. Tra parentesi gli errori standard. pomodoro da industria n. %N ass. kg N ha-1d-1 settimane sul totale esponenziale 4 0.66 (0.227) 6 lineare 7 4.85 (0.142) 79 finale 4 1.63 (0.172) 15 Fase di crescita *NR = non raggiunta; raccolta effettuata durante la fase lineare. fonte: Tei et al., 2005 Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali lattuga n. kg N ha-1d-1 settimane 2 0.26 (0.056) 5 2.93 (0.125) NR* - %N ass. sul totale 4 96 - AZOTO MINERALE NON ASSORBITO DALLA COLTURA Anche sotto le migliori condizioni le piante sono capaci di assorbire solao una frazione dell’azoto applicato con i fertilizzanti. La parte restante non è disponibile per la coltura ed è perduta a causa di diversi processi: • lisciviazione • denitrificazione • immobilizzazione • volatilizzazione • fissazione dello ione ammonio (adsorbimento colloidi terreno) La “Environmental Protection Agency” statunitense stima che l’uso dei fertilizzanti contribuisca per oltre il 60% delle emissioni di ammoniaca nell’atmosfera negli USA ( = 500 milioni di tonnellate per anno). Principali fattori di lisciviazione di nitrati nel terreno • • • • • concentrazione N terreno tipo terreno precipitazioni modalità irrigazione estensione apparato radicale Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali LISCIVIAZIONE LISCIVIAZIONE Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali LISCIVIAZIONE LISCIVIAZIONE fonte: Tremblay et al., 2001 Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Stima delle perdite per lisciviazione Le perdite possono essere stimate secondo 2 metodi che prendono in considerazione: - entità delle precipitazioni - caratteristiche del terreno (in particolare la facilità di drenaggio e la tessitura) Metodo in base alle precipitazioni DA NON CONSIDERARE IN SERRA Nelle realtà dove le precipitazioni sono concentrate nel periodo autunno-invernale, in genere, si considera dilavabile quella quota di azoto che nel bilancio entra come “N disponibile a inizio ciclo (N pronto)”. Mentre nelle situazioni con surplus pluviometrico significativo anche durante il periodo primaverile estivo e con suoli a scarsa ritenzione idrica si deve considerare perdibile oltre all’azoto “pronto” anche una frazione dell’azoto delle fertilizzazioni e di quello derivante dalla mineralizzazione della sostanza organica Le perdite per lisciviazione nel periodo autunno invernale sono stimate prendendo come riferimento l’entità delle precipitazioni nell’intervallo di tempo compreso dal 1 ottobre al 31 gennaio come di seguito riportato: - con pioggia < 150 mm: nessuna perdita: - con pioggia compresa fra 150 e 250 mm: perdita dell’azoto pronto progressivamente crescente; - con pioggia > 250 mm: tutto l’azoto pronto viene perso. Per calcolare la % di “N pronto” che si considera dilavata in funzione delle precipitazioni si utilizza la seguente espressione: x = (y – 150) dove: x > 0 = percentuale di azoto pronto perso; y = pioggia in mm nel periodo ottobre - gennaio. Stima delle perdite per lisciviazione Metodo in base alla facilità di drenaggio Il calcolo delle perdite di azoto nel terreno per lisciviazione in base al drenaggio e alla tessitura possono essere stimate adottando il seguente schema. Quantità di azoto (kg/ha anno) perso per lisciviazione in funzione della facilità di drenaggio e della tessitura del terreno. tessitura terreno Drenaggio(*) Lento o impedito tendenzialmente sabbiosa 50** franca 40** tendenzialmente argillosa 50** Normale 40 30 20 Rapido 50 40 30 (*) L’entità del drenaggio può essere desunta da documenti cartografici e di descrizione delle caratteristiche dei suoli ove disponibili o determinata con un esame pedologico (**) questi valori tengono conto anche dell'effetto negativo che la mancanza di ossigeno causa sui processi di mineralizzazione della sostanza organica Fonte Regione Campania Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali DENITRIFICAZIONE In caso di condizioni anaerobiche nel terreno alcuni micro-organismi sono capaci di usare l’ossigeno derivante da NO2 o NO3 al posto dell’ossigeno atmosferico (O2). I prodotto gassosi che si formano sono ossidi di azoto (N2O), NO2, N2 e NOx. La denitrificazione si verifica nei primi 10 cm di terreno ed i gas prodotti sono rilasciati nell’atmosfera. I fattori che influenzano la denitrificazione sono umidità del terreno, temeperatura, aerazione e fonti di carbonio e substrato (nitrati e nitriti). La denitrificazione si verifica più probabilmente in terreni con scarso drenaggio, a tessitura fine, con falda superficiale ed è favorita da temperature > 15°C. N2O distrugge l’ozono ed è considerato uno dei gas responsabili del riscaldamento globale. In MEDIA dal 10 al 30% dell’azoto applicato con la concimazione è soggetto a denitrificazione. IMMOBILIZZAZIONE Nel processo di umificazione della sostanza organica i microorganismi usano N. Se la s.o. non contiene abbastanza N per soddisfare i loro fabbisogni i microrganismi assorbono N minerale dal terreno. Questo N è convertito in composti organici nei microorganismi (immobilizzazione) e non disponibile per la crescita della pianta. L’immobilizzazione diventa particolarmente intensa quando il rapporto C/N della s.o. è > 30 (es. in paglia, materiali legnosi...). L’immobilizzazione è spesso un fenomeno TEMPORANEO. L’immobilizzazione si verifica anche quando un concime è applicato sulla superficie del terreno senza essere interrato (in ambienti soleggiati piuttosto che in quelli nuvolosi). Come regola generale, durante il ciclo colturale, i microorganismi immobilizzano circa il 15-20% dell’azoto minerale incorporato o presente nei primi strati di terreno. Se il livello di N minerale nel suolo è molto alto, l’immobilizzazione può rimuovere fino al 40% dell’azoto che teoricamente sarebbe stato disponibile per la coltura. Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali IMMOBILIZZAZIONE N da mineralizzazione dei residui colturali IMMOBILIZZAZIONE AZOTO Coltura Barbabietola Cereali autunno-vernini - paglia asportata - paglia interrata Colza Girasole Mais - stocchi asportati - stocchi interrati Prati - Medica in buone condizioni - polifita con + del 15% di leguminose o medicaio diradato - polifita con leguminose dal 5 al 15% - polifita con meno del 5% di leguminose - di breve durata o trifoglio Patata Pomodoro, altre orticole (es.: cucurbitacee, crucifere e liliacee) Orticole minori a fogli Soia Leguminose da granella (pisello, fagiolo, lenticchia, ecc.) Sorgo Sovescio di leguminose (in copertura autunno-invernale o estiva) N da residui (kg/ha) 30 -10 -30 20 0 -10 -40 80 60 40 15 30 35 30 25 10 40 -40 50 fonte: AA.VV. Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Stima delle perdite per immobilizzazione e dispersione Le quantità di azoto che vengono immobilizzate per processi di adsorbimento chimico-fisico e dalla biomassa, nonché per processi di volatilizzazione e denitrificazione possono esser stimate come percentuali degli apporti di azoto provenienti dalla fertilità del suolo utilizzando la seguente formula N = (N1+N2) x fc (in caso di colture arboree si considera solo N2) dove N1 = azoto pronto N2 = azoto derivante dalla mineralizzazione della sostanza organica fc = fattore di correzione Fattori di correzione (fc) da utilizzare per valutare l’immobilizzazione e la dispersione dell’azoto nel terreno Tessitura Drenaggio tendenzialmente sabbioso franco tendenzialmente argilloso Lento o impedito 0,30 0,35 0,40 Normale 0,20 0,25 0,30 Rapido 0,15 0,20 0,25 Fonte: Regione Campania VOLATILIZZAZIONE di AMMONIACA La volatilizzazione di ammoniaca (NH3) dipende da diversi fattori: • fonte di ammoniaca: fertilizzanti inorganici (es. urea, nitroammoniacali), liquami, letame... • pH terreno: la volatilizzazione aumenta a pH elevati (pH > 7) • temperatura: la volatilizzazione aumenta a T° elevate • umidità del terreno: la volatilizzazione aumenta in terreni secchi In condizioni “ideali” fino al 40-50% dell’azoto appicato conla concimazione può essere perduto per volatilizzazione di ammoniaca. Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Perdite di azoto durante l’inverno da colture orticole di pieno campo. L = perdite per lisciviazione (sotto 90 cm) - D = perdite per denitrificazione Le perdite dal terreno originano dall’azoto minerlae derivante da mineralizzazione dei residui colturali e della sostanza organica presente nel terreno. da Whitmore, 1996 EFFICIENZA ASSORBIMENTO E CONCIMAZIONE Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali MARGINE DI SICUREZZA (safety margin) Alcuni autori (Tremblay et al. 2003) hanno introdotto il concetto di margine di sicurezza (safety margin) cioè la quantità addizionale di azoto che deve esere presente nel terreno al fine di salvaguardare la coltura da carenze di N che si potrebbero avere se è presente nel terreno solo la quantità di N risciesta pere l’assorbimento. Infatti sotto la concentrazione critica di azoto nel terreno, rapprsentata da questo “ margine di sicurezza”, l’efficienza della pianta nell’estrarre l’N dal terreno è diminuita e così il “safety margin” permette alla pianta di estrarre tutto l’azoto necessario alla crescita. Le colture che hanno apparato radicale superficiale con pochi peli radicali (es. cipolla e porro) sono inefficienti nell’estrarre N così il margine di sicurezza deve essere relativamente grande. Al contrario, colture con profondo e ampio apparato radicale e ciclo lungo richiedono soltanto piccoli margini di sicurezza N minerale richiesto nello strato esplorato dalle radici fino alla raccolta (margine di sicurezza = safety margin) < 30 kg N/ha cavolo di Bruxelles cavolo tardivo carote tardive 30-60 kg N/ha 60-90 kg N/ha cavolo broccolo precoce fagiolo cavolfiore bietola porro cavolo broccolo tardivo cipolla cavolo cinese spinacio cavolo precoce carota precoce sedano Le colture che hanno apparato indivia radicale superficiale con pochi peli radicali (es. cipolla e porro) sono cavolo rapa inefficienti nell’estrarre N così il lattuga cappuccio margine di sicurezza deve essere lattuga iceberg relativamente grande. radicchio Al contrario, colture con profondo e rucola ampio apparato radicale e ciclo lungo richiedono soltanto piccoli margini di sicurezza Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali APPARENT RECOVERY (REC) Non tutto l’azoto (vale anche per P e K) applicato con la concimazione viene assorbito dalla coltura. L’efficienza dipende da: • coltura • dose di concimazione • modalità di applicazione GREENWOOD et al., 1989 REC = ( UF - U0 ) / NF REC = REC0 - b NF UF = U0 + (REC0) NF - b NF2 REC = apparent recovery del fertilizzante azotato NF = dose di N applicato con la concimazione (kg ha-1) UF = N assorbito dalla coltura (kg ha-1) con la dose NF U0 = N assorbito dalla coltura (kg ha-1) in assenza di concimazione REC0= valore stimato di REC quando NF = 0 Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Esempio di calcolo APPARENT RECOVERY POMODORO cv. PS1296 (Perfectpeel) medie del biennio 1996-97 Nf 0 50 100 200 Uf 132,15 172,6 201,2 259 Uf-U0 REC 40,45 69,05 126,85 0,809 0,691 0,634 la regressione REC = REC0 - b Nf permette di calcolare REC 0 e b RECo b 0,83713 0,00107893 e poi di avere tutti i parametri per la curva di assorbimento Uf = Uo + RECo Nf - b Nf² Cultivar Uo kg N / ha RECo b (x 1000) Nf di Umax kg N / ha Umax kg N / ha PS1296 132,15 0,83713 1,07893 387,9 294,5 NB: stime non estrapolabili perché fuori dell'intervallo sperimentale di Nf APPARENT RECOVERY (REC) es. cereali 1 REC 0.75 0.50 es. orticole 0.25 0 0 50 100 150 200 0 50 100 150 200 dose di azoto (kg/ha) Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali APPARENT RECOVERY REC% di N, P e K a dosi ottimali di concimazione Coltura N P K fava carota porro lattuga cipolla spinacio rapa cavolo 7 49 35 7 28 11 54 38 2 3 8 2 7 3 7 1 27 19 27 8 18 16 31 22 Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali SWEET PEPPER cv. Heldor U0 = 130 kg N ha-1 REC0 = 0.409 b = 0.00042 Relationships between fertiliser-N rate and N uptake () and REC ( o ) Relationships between fertiliser-N rate and marketable yield () and marketable yield N uptake ( o ) da Tei et al., 1999 PROCESSING TOMATO cultivar U0 250 0.8 200 0.6 150 0.4 100 0.2 0 50 100 150 200 NF = N rate ( kg ha-1) Relationships between fertiliser-N rate and N uptake () and REC ( o ) da Tei et al., 1999 Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali 132.2 0.837 114.6 0.724 b 0.00108 0.00076 120 100 160 80 120 60 80 40 40 0 50 100 150 200 Yield N uptake ( kg ha-1) 1.0 Yield ( t ha-1) 300 REC UF = N uptake ( kg ha-1) ------ PS1296 ____ Denaro RECo NF = N rate ( kg ha-1) Relationships between fertiliser-N rate and marketable yield () and marketable yield N uptake ( o ) cultivar ------ Canasta ____ Audran 0.8 100 0.6 50 0.4 0 0.2 0 50 RECo b 68.7 54.7 0.757 0.662 0.0021 0.0016 100 Yield ( t ha-1) 150 REC UF = N uptake ( kg ha-1) LETTUCE U0 80 60 40 20 100 150 200 0 NF = N rate ( kg ha-1) 50 100 150 200 NF = N rate ( kg ha-1) Relationships between fertiliser-N rate and N uptake () and REC ( o ) Relationships between fertiliser-N rate and yield da Tei et al., 1999 Table 2. Estimated fertiliser N rate for maximum marketable yield (MY) and corresponding values of total N uptake, organic N in crop residues and "extra" mineral N in the soil at the end of the growing period. N rate max MY N uptake N crop "Extra" N Crop / cultivar for max MY residues soil kg ha-1 t ha-1 kg ha-1 kg ha-1 kg ha-1 LETTUCE Canasta 158 94 136 90 Audran 167 73 121 101 PROCESSING TOMATO Denaro PS1296 200 200 103 117 226 259 102 104 89 73 SWEET PEPPER Heldor 309 38 216 130 223 da Tei et al., 1999 Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Esecuzione della concimazione minerale A MANO (solo per piccole superfici) A MACCHINA (macchine spandiconcime) – a spaglio su tutta la superficie; – localizzato in vicinanza del seme (seminatrici-spandiconcime) – localizzato in vicinanza della pianta (sarchiatrici-spandiconcime) FERTIRRIGAZIONE – vantaggi localizzazione: • minore fissazione di P e K da parte del terreno • minori perdite per competizione erbe infestanti • azione di “starter” su giovani plantule – svantaggi localizzazione: • danni al seme: eccessiva concentrazione soluzione circolante • riduzione zona esplorata dalle radici Applicazione convenzionale - efficiente per colture a file strette Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Colture a file larghe - uso meno efficiente della concimazione Scopi della localizzazione della concimazione massimizzare ll’efficienza ’efficienza dd’uso ’uso di N permettere adeguate produzioni minimizzare N residuo nel terreno proteggere ll’ambiente ’ambiente Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Ottimizzazione della localizzazione Ottimizzare l’apporto di nutrienti concentrazione quantità Localizzazione nella zona radicale - dove quando Ottimizzazione dell’ dell’apporto di nutrienti durante tutto il ciclo colturale Principio • soddisfare la domanda precoce di nutrienti con localizzazione alla semina o al trapianto • soddisfare la domanda succesiva con dosi ridotte supplementari in copertura Tecniche • • fertilizzazione starter fertilizzazione a bande Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali CONCIMAZIONE A BANDE Concimazione N a bande Approccio Concimazione frazionata di N - la prima applicazione di N localizzata ad una banda ristretta - la seconda applicazione in copertura a dose normale Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Root Spread vs Crop Dry Weight 4.5 Dry weight (t/ha) 2.0 1.0 0.3 0.1 Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Recovery of at Optimum Banded Fertiliser Application Rates Cauliflower Planting date Optimum N in band (kg N/ha) Days after planting May 129 26 40 47 July 46 18 32 39 Root volume (litres)* N in root volume (mg) N uptake (mg) 1.7 12.4 27.9 174 977 2183 132 999 1613 4.8 26.4 46.8 220 1135 1807 123 1080 1718 * to depth of 10 cm Concimazione N a bande Conclusioni • le radici si esapndono lateralmente per esplorare circa la metà dell’interfila entro 48 settimana dal trapianto • le colture trapiantate con dose ottimale di N nella banda assorbiranno l’N entro 8 settimane Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Concimazione a bande Principali esprienze in cavolfiore cipolla lattuga patata Concimazione a bande Benefici h mantiene livelli ottimali di produzione con il 75% della normale dose di N h riduce il livello di N minerale residuo nel terreno a fine ciclo Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali concimazione a bande concimazione “starter” CONCIMAZIONE STARTER Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali metdodi di concimazione profondità semina approx 1.5 cm concimazione starter 2.5 cm tutto campo 100 kg ha-1 ‘Starter’ 20 kg ha -1 applicazione concimazione starter Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Concimazione starter miscela di ammonio fosfato (8:24:0) iniettata alla dose di 9 mL per metro lienare di fila dosi totali 20-30 kg N/ha 60-90 kg P205/ha 2-3 cm sotto il seme o la piantina Starter Fertiliser Effect of Soil P Status High P Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali High P + starter Low P Low P + starter Starter Fertiliser Benefits from Nitrogen 0 kg N/ha control 20 kg N/ha 20 kg N/ha 160 kg N/ha broadcast broadcast starter Marketable Yield of Lettuce Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Sostenere i benefici della concimazione starter fino alla raccolta h applicazione starter con solo 20 - 30 kg N/ha h la maggior parte delle colture richiede una applicazione supplementare di N o come concimazione di base o in copertura h l’applicazione supplemenatre in copertura permette di aggiustare la dose di N in funzione della disponibilità di N minerale del terreno Calcolo della concimazione in copertura Dose in copertura = Nfabbisogno - (Ncoltura prec + Nterreno + Nmineralizzazione) Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Response to N Fertiliser Yield of bulb onions Bulb fresh weight (t/ha) 65 60 55 50 45 40 B ro a d c a s t S ta r t e r + B r o a d c a s t S ta r t e r + T o p - d r e s s in g 35 30 0 0 40 80 120 160 200 N a p p lic a t io n r a t e ( k g /h a ) Concimazione starter maggiore efficienza di utilizzazione di N N assorbito (% di quello applicato) Coltura con starter senza starter mais cipolla lattuga 79 60 50 47 40 40 Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali FERTIRRIGAZIONE Aumento dell’efficienza della pianta nell’utilizzo degli apporti idriconutrizionali grazie a: • precisa collocazione spaziale rispetto agli apparati radicali • distribuzione in funzione dei ritmi di assorbimento Sistemi & metodi irrigui Localizzato a goccia Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Sistemi & metodi irrigui Sub-irrigazione SUB-IRRIGAZIONE Somministrando la stessa quantità di acqua, l'irrigazione a goccia sotterranea copre un 46% in più di volume di terreno umidificato rispetto al sistema in superficie. Ciò, non solo lascia più spazio per una maggiore aerazione ma anche, non raggiungendo mai il punto di saturazione del terreno, favorisce il movimento dell'acqua per capillarità e diminuisce le perdite della stessa per percolazione maggiore efficienza di utilizzazione dei nutrienti Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Sub-irrigazione Superficie Differenza Raggio (m) 0,36 0,40 - 10% 1.629 1.005 + 62% Volume (m3) 0,195 0,134 + 46% Area (m2) da Tremblay et al., 2001 Importanza relativa degli inputs e outputs di N nell’elaborazione di un bilancio di N Priorità Inputs Outputs Sempre considerato Residui colturali Mineralizzazione s.o. terreno N minerale terreno in primavera Assorbimenti coltura Margine di sicurezza Immobilizzazione Occasionalmente considerato Irrigazione Lisciviazione Raramente considerato Precipitazioni Denitrificazione Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Principi della concimazione azotata SCELTE TECNICHE • • • • DOSE EPOCA MODALITA’ TIPO CONCIME Principi della concimazione azotata DOSE per stabilire la dose di fertilizzante è necessario considerare: – contenuto N minerale del terreno – N rilasciato per mineralizzazione della sostanza organica – fabbisogni specie da concimare la dose “teorica” deve essere aggiustata in base a: – coltura precedente (destinazione, quantità e natura dei residui) – andamento stagionale prima e durante la coltivazione – tecnica colturale irrigazione) adottata (varietà, eventuale letamazione, BILANCIO DI ENTRATE E USCITE DI AZOTO o ALTRI METODI DI STIMA Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali eventuale Metodi di stima dei fabbisogni di concimazione di N delle colture 1 - Metodi basati sull’esperienza e l’osservazione - esperienza - osservazione: colore delle piante, controllo non concimato, piante indicatrici 2 – Metodi basati su calcoli - tabelle - sistemi esperti - modelli 3 – Metodi basati sull’analisi del terreno e delle piante - analisi del terreno: analisi di laboratorio, quick tests - analisi delle piante: analisi di laboratorio, sap test, elettrodi ionospecifici, misuratori di clorofilla, sensori per l’azoto • metodo Nmin • metodo KNS • concentrazione critica di N della pianta Metodi basati sull’esperienza e l’osservazione esperienza (linee guida) Concimazione con N può essere ridotta dove: Concimazione con N può essere aumentata dove: • Una grande quantità di residui colturali è interrata prima dell’autunno • Le precipitazioni durante l’inverno precedente sono state intense • L’inverno precedente è secco e mite • • La data d’impianto è tardiva Le precipitazioni durante la primavera sono state intense • Viene praticata letamazione prima dell’impianto • Le preciptazioni si verificano tardi durante il cilco colturale • Un produzione bassa è attesa • L’impianto della coltura è precoce • Il contenuto di nitrati dele parti eduli della coltura deve essere limitato • Una produzione elevata è richiesta • Le folgie della coltura devono essere mantenute in ottimo stato di salute (es. nella carota) • Un colore verde scuro è desiderabile • La qualità nutritiva della coltura (es. contenuto di zucchero e vitamine) deve essere aumentato • Una migliore tolleranza alle malattie è richiesta • Le foglie della coltura non sono prodoto commerciale L’uso della pacciamatura non ha in generale un effetto specifico sui fabbisogni di N della coltura e pertanto i fabbisogni di concimazione non cambiano. Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Metodi basati sull’esperienza e l’osservazione osservazione colore della pianta controllo non concimato piante indicatrici Metodi basati sull’esperienza e l’osservazione osservazione colore della pianta controllo non concimato piante indicatrici NON-FERTILISED WINDOW Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Metodi basati sull’esperienza e l’osservazione osservazione colore della pianta controllo non concimato piante indicatrici Sempre usando il metodo del controllo non concimato (non-fertilised window) piccole parcelle sono crete all’interno della coltura per la coltivazione di “piante indicatrici” Queste sono generalmente delle piante a crescita rapida che hanno un apparato radicale profondo e con elevata capacità di estrarre nutriente dal terreno (es. rafano). La pianta indicatrice è cresciuta in una piccola sezione del campo dove non è applicato azoto e la sua crescita è usata per stimare il contenuto di N del terreno. profondità di stima (cm) settimane dopo l’impianto 0-30 3 0-60 5 0-90 7 Metodi basati sui calcoli Tabelle: contengono raccomandazioni basate su solide ricerche agronomiche. Sistemi esperti e modelli di simulazione sono programmi informatici che stimano il fabbisogno di concimazione di N usando i parametri del bilancio dell’azoto nel sietma “terreno-coltura”. La differenza fra sistemi esperti e modelli di simulazione è legata soprattutto al tipi di utilizzatore: • sistemi esperti: produttori e tecnici • modelli di simulazione: ricercatori Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali crop N requirements fertiliser N ? High fertiliser efficiency soil N supply low nutrient losses Sistemi esperti Sono programmi computerizzati sviluppati e disponibili sul mercato per: • aiutare i produttori • dare raccomandazioni di concimazione • conservare dati accurati • ridurre il tempo dedicato alla gestione della concimazione Offrono spesso un interfaccia per il facile utilizzo da parte di produttori e tecnici. Esempi: N-Expert II (D) , Conseil-Champs (CAN) and WELL-N (UK) Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali N Fertiliser Decision Support System N response model Input routines Crop database WELL_N Interface Soil database Output routines Weather database Esempio di sistema esperto WELL_N N Fertiliser Decision Support System Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Modelli di simulazione Usati comunemente nella ricerca per studirae accuratamente tutte le interazioni nel sistema terreno-coltura-atmosfera. Necessitano di molti dati in input di diversa natura (meteo, agronomica, eco-fisiologica…). I ricercatori sono anche in grado di determinare quali parametri sono più o meno imprortanti nelle inetrazioni della nutrizione/concimazione azotata e quali fattori possono essere usati nel bilancio dell’azoto I modelli sono comunque la base per lo sviluppo di molti sistemi esperti. Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali I seguenti parametri sono spesso utilizzati nei sistemi di simulazione per calcolare i movimenti dei nitrati nel terreno e la lisciviazione: • • • • • • • • • concentrazione di N nel terreno distribuzione di N mnerale lungo il profilo del terreno concentrazione di sostanza organica (e sue componeneti) csotanti dirologiche del terreno evaporazione (precipitazioni, vento, regimi radiativo, umidità relativa) temparetaura aria e terreno tasso di mineralizzazione assorbimento di azoto della pianta assorbimento di acqua della pianta Esempi: N-Able (UK) N_ABLE Model Mineralization and i mmobilization of N by decomposition of humus and crop debris Distri bution of nitrate and water in soil Daily weather Incre ment in N-uptake Soil type Root distribution Pl ant weight %N in plant We ight of mark etable crop Incre ment i n growth Effective da y degree s Emergence to harvest (cereals) Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali N, P and K FERTILIZER CROP RESPONSE MODEL On-line version http://www.qpais.co.uk/ input di N-able Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Metodi basati sulla analisi chimica del terreno e della pianta I fabbisogni di concimazione azotata pososno essre determinati sulla base dell’analisi chimica del terreno e/o della pianta Nmin e KNS (Kulturebegleitende Nmin Sollwerte) sono due metodi per determinare i fabbosgni di concimazione sulla base delle misure di N minerale del terreno. Sap test, misure colorimetriche del contenuto di clorofilla (SPAD) e la determinazione del contenuto totale di azoto della pianta sono metodi usati per determinare I fabbosgni di concimazione sulla base della concentrazione di azoto. Analisi del terreno Il problema principale è il campionamento che deve permettere risultati affidabili: - localizzazione spaziale - profondità = profondità radicale - epoca: dipende dal metodo di determinazione dei fabbisogni di concimazione utilizzato - trattamento del campione: dipende dal metodi analitico utilizzato Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Profondià di radicazione di alcune orticole (Scharpf, 1991) 0 - 30 cm 0 - 60 cm 0 - 90 cm cavolo rapa lattuga pisello ravanello spinacio fagiolo cavolo broccolo cavolo precoce cavolfiore sedano endivia porro patata asparago cavolo Bruxelles cavolo tardivo rapa N minerale del terreno (Nmin) analisi di laboratorio (metodi ufficiali) ANALISI Quick tests (Nitracheck 404, Mercoquant) Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Contenuto N della pianta Come per il terreno le concentrazioni sono poco omogenee (stadio, organo… ) per cui è fondamntakle un adeguato CAMPIONAMENTO (almeno 20 piante) test distruttivi - test del contenuto di nitrati della linfa (sap nitrate tests) - analisi del contenuto totale di N della pianta test non-distruttivi - misuratori portatili di clorofilla Contenuto N della pianta per “aggiustare” la concimazione N durante il ciclo colturale sap test Nitracheck 404 Mercoquant nitrate test strips elettrodi iono-specifici Cardy meter analisi laboratorio total or reduced N concentration misure della clorofilla Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali SPAD Metodo Nmin La concentrazione di N minerale (Nmin) è determinata da un campione di terreno prelevato a inizio ciclo (prima della semina o del trapianto) ad una profondità variabile con la coltura. Questa concentrazione è sottratta da un valore di riferimento del fabbisogno di N della coltura (tabulato) per dare la dose di concimazione necessaria. Dose N = fabbisogno N coltura - Nmin* * a inizio ciclo La profondità di campionamento corrisponde alla profondità di radicazione. Maggiore è il contenuto di N del terreno minore è la dose di concimazione che deve essere applicata. Per ogni coltura è previsto uno specifico livello di disponibilità di azoto (livello bersaglio = target level) per avere crecst e produzioni massime. Questo valore di riferimento è determinato sperimentalmente ed è la somma dell’azoto già disponibile nel terreno e di quello applicato con la concimazione. valori di riferimento di Nmin coltura Produzione attesa (t/ha) (fonte: Fink et al., 2003) Target N (kg/N ha) Profondità campionamento (cm) Asparago (1 anno) 12 90 60 Carota 70 100 60 Broccoli 20 310 60 Cavolo di Bruxelles 25 300 90 Cavolo precoce 40 240 60 Cavolo tardivo 80 300 90 Cavolfiore 40 300 60 Cicoria 45 90 90 Cipolla 60 120 60 Fagiolo 12 110 60 Endivia 60 190 60 Lettuga iceberg 60 140 30 Patata 60 250 60 Radicchio 28 140 60 Sedano 50 180 60 Spinacio 30 180 30 Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali valori di riferimento di Nmin coltura Expected yield (t/ha) (fonte: Fink et al., 2003) Target N (kg/N ha) Soil sample depth (cm) Asparago (1 anno) 12 90 60 Carota 70 100 60 Broccoli 20 310 60 Cavolo di Bruxelles 25 300 90 Cabbage, early 40 240 60 Cabbage, late 80 300 90 Cauliflower 40 300 60 Chicory 45 90 90 Onion 60 120 60 Bean 12 110 60 Endivie 60 190 60 Lettuce, iceberg 60 140 30 Potato 60 250 60 Chicory, radicchio 28 140 60 Celery 50 180 60 Spinach 30 180 30 Corn salad 15 80 15 Metodo KNS Mentre il metodo Nmin è usato quando si deve decidere quanto N applicare, il metodo KNS usa simili principi quando si vuol decidere quanto N applicare all’impianto e quanto in copertura. Anzichè avere un unico valore di riferimento questo metodo usa valori che differiscono durante il ciclo colturale. Ogni applicazione in copertura è fatta confrontando i valori di riferimento specie-specifici per la fase del ciclo in esame ed il contenuto di Nmin determinato poco prima. Il metode KNS offre i seguenti vantaggi: • la data di campionamento può essere flessibile • dato che i dati possono essere presi durante l’intera stagione si possono allegerire i picchi di lavoro dei laboratori (spesso intasati nel periodo precedente l’impianto) • si possono ottenere informazioni sulla mineralizzazione della s.o. (velocità, quantità) Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Sap test: concentrazione critica di nitrati Peso pianta (g) Altezza pianta (cm) Larghezza foglie (cm) N. foglie lung. > 1 cm Concentrazione critica di NO 3 (ppm) 0-750 750-1250 1250-1500 > 1550 0-55 n.a. n.a. n.a. n.a. n.a. n.a. n.a. 0-36 36-50 50-55 > 55 11.000 7.000 2.000 0 150 100 50 - Lattuga 0-10 10-75 75-200 > 200 n.a n.a n.a n.a. 0-13 13-21 n.a. n.a. 0-7 7-12 12-18 > 18 7.000 3.000 2.000 500 100 50 50 50 Carota 0-1 1-10 > 10 0-10 10-30 > 30 n.a. n.a. n.a. 0-3 3-10 > 10 1.000 100 0 50 25 - Spinaci 0-5 5-20 > 20 n.a. n.a. n.a. 0-10 n.a. n.a. 0-5 5-10 > 10 11.000 6.000 2.500 100 50 - Cipolle 0-1 1-20 > 20 0-20 20-50 > 50 n.a. n.a. n.a. 0-3 3-7 >7 2.000 60 0 150 100 - 0-1 1-8 >8 0-24 24-43 > 43 n.a. n.a. n.a. 0-3 3-4 >4 2.000 1.000 300 150 100 50 Coltura Cavolo di Bruxelles Porro Concimazione copertura (kg/ha) fonte: Scaife et al. (1984) Sap test: concentrazione critica di nitrati coltura stadio NO3-N (ppm) MELANZANA 1a bacca (lunga 5 cm) 1a raccolta metà raccolte 1200-1600 1000-1200 800-1000 PEPERONE 1i bottoni fiorali 1i fiori aperti bacche a metà crescita 1° raccolta 2° raccolta 1400-1600 1400-1600 1200-1400 800-1000 500-800 fonte: Vegetable Production Handbook for Florida 2007-2008 - University of Florida Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Sap test: concentrazione critica di nitrati coltura stadio NO3-N (ppm) POMODORO 1e gemme fiorali 1i fiori aperti bacche diam. 2.5 cm bacche diam. 5 cm 1a raccolta 2a raccolta 1000-2000 600-800 400-600 400-600 300-400 200-400 PATATA pianta alta 20 cm 1i fiori aperti 50% fiori aperti 100% fiori aperti senescenza foglie 1200-1400 1000-1400 1000-1200 900-1200 600-900 fonte: Vegetable Production Handbook for Florida 2007-2008 - University of Florida CONCENTRAZIONE CRITICA DI AZOTO metodo proposto da Justes et al., 1994 Rn = dose di N R5 R5 %N R4 R3 R4 R2 R3 R2 R1 R1 DW (t/ha) Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali ad ogni data di campionamento differenze di DW → t test (P = 0.10) concentrazione critica di N Comparazione valori osservati vs. valori critici per “aggiustamento” concimazione N durante il ciclo 5 concentrazione critica N consumo di lusso %N 4 concentrazione minima per massima crescita 3 2 minore crescita 1 0 2 4 6 8 10 12 14 sostanza secca (t ha-1) Curve di “diluizione” di N % N = a DW-b %N in DW Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali t/ha Critical N comcentration (%) SWEET PEPPER Lemaire & Gastal, 1997 reduced-N 6 5 Lemaire & Gastal, Gastal, 1997 for C3 crops %Nc = 4.8 DW - 0.34 4 3 2 Tei et al., 1999 reducedreduced-N %Nc = 4.4 DW - 0.32 1 0 1 2 3 4 5 6 7 8 Dry Weight ( t ha- 1 ) Critical N concentration (% DW) PROCESSING TOMATO total-N reduced-N 5 4 Lemaire & Gastal, Gastal, 1997 for C3 cops %Nc = 4.8 DW - 0.34 3 2 Tei et al., 2001 1 totaltotal-N %Nc = 4.53 DW - 0.327 0 2 4 6 8 10 DW (t ha-1) Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali 12 14 reducedreduced-N %Nc = 3.9 DW - 0.27 LETTUCE Critical N (% DM) 5 4 Lemaire & Gastal, Gastal, 1997 for C3 cops %Nc = 4.8 DW - 0.34 3 total-N reduced-N - - - reference curve 2 1 0 1 2 3 Dry matter (t ha-1) Tei et al., 2003 totaltotal-N %Nc = 4.56 DW - 0.357 4 reducedreduced-N %Nc = 3.79 DW - 0.29 Curve di “diluizione” di N % N = a DW-b %N in DW t/ha Curve di assorbimento di N N = 10 a DW1-b Kg N ha-1 Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali t/ha Assorbimento di N nel pomodoro da industria 500 0 kg N ha-1 50 100 200 400 - - - critical N uptake: N = 44.53 DW 0.673 1996 N uptake (kg ha-1) 400 300 1997 1999 200 100 0 0 2 4 6 8 10 12 14 16 0 2 4 6 8 10 12 14 16 0 2 4 6 8 10 12 14 16 DW (t ha-1) Relazione tra misure SPAD e produzione relativa in pomodoro da industria 1 0,9 Relative yield (Yr) CS1 = interramento residui colturali R2 = 0.812 CS2 = interramento residui+pollina CS 1 CS 2 0,8 Yr = c CS3 = rimozione residui colturali CS 3 0,7 0,6 0,5 Yr = a+bX 0,4 data misurazioni: 17 giugno, 54 giorni dal trapianto, 291 GDD Xc 0,3 0,2 30 35 40 45 SPAD values da Gianquinto et al. (2006) Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali 50 55 Principi della concimazione azotata • EPOCA & MODALITA’ – QUANTO PIU’ VICINO AI MOMENTI DI MAGGIOR FABBISOGNO – piante poliennali (arboree ed erbacee): fine inverno-inizio primavera – piante annuali a semina primaverile: tutto o quasi alla semina – piante annuali a semina autunnale: tutto o quasi “in copertura” frazionando la dose e somministrando il concime con un congruo anticipo sui periodi di fabbisogno – localizzazione (a bande, fertirrigazione…) • TIPO DI CONCIME – ambiente o andamento stagionale – urgenza dei fabbisogni – tipo di prodotto che si deve ottenere – prezzo dell’unità fertilizzante Impiego dei fertilizzanti contenenti azoto (linee guida nazionali) Epoche e modalità di distribuzione Una volta stimato il fabbisogno di azoto della coltura in esame occorre decidere come e quando soddisfarlo. Per ridurre al minimo le perdite per lisciviazione e massimizzare l’efficienza della concimazione occorre distribuire l’azoto nelle fasi di maggior necessità delle colture e frazionarlo in più distribuzioni se i quantitativi sono elevati. Il frazionamento delle dosi di azoto è obbligatorio quando il quantitativo da distribuire per singolo intervento supera i 100 kg/ha - questo vincolo non si applica alle quote di azoto effettivamente a lenta cessione. Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Le concimazioni azotate sono consentite solo in presenza della coltura o al momento della semina in quantità contenute. In particolare sono ammissibili distribuzioni di azoto in presemina/pre-trapianto nei seguenti casi: • colture annuali a ciclo primaverile estivo, purché la distribuzione avvenga in tempi prossimi alla semina • uso di concimi organo-minerali o organici qualora sussista la necessità di apportare fosforo o potassio in forme meglio utilizzabili dalle piante (in questi casi la somministrazione di N in presemina non può comunque essere superiore a 30 kg/ha) • colture a ciclo autunno vernino in ambienti dove non sussistono rischi di perdite per lisciviazione e comunque con apporti inferiori a 30 kg/ha Efficienza degli ammendanti organici Ai fini dell’utilizzazione agronomica si considerano ammendanti quei fertilizzanti, come ad esempio il letame bovino maturo, in grado di migliorare le caratteristiche del terreno e che diversamente da altri effluenti zootecnici come i liquami e le polline rilasciano lentamente ed in misura parziale l’azoto in essi contenuto. Come caratteristiche minime di riferimento si può assumere che detti materiali debbano avere un contenuto di sostanza secca > al 20% ed un rapporto C/N maggiore di 11. Mediamente si considera che nell’anno di distribuzione circa il 30 % dell’ammendante incorporato nel suolo subisca un processo di completa mineralizzazione. Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali TECNICHE AGRONOMICHE PER RIDUZIONE RISCHIO AZOTO DOSI fabbisogni colturali effettivi totali TEMPI ritmi di assorbimento MODALITA’ MODALITA’ APPLICAZIONE localizzazione concimazione starter fertirrigazione TIPI DI CONCIME N nitrico / N ammoniacale concimi a lento rilascio concimi organici COLTURE DI COPERTURA biodisponibile o P labile re az si ion lic e at co i n adsorbito da idrossidi di Al, Fe, Mn adsorbito da minerali contenenti Ca immobilizzazione chimica da idrossidi di Al, Fe, Mn 4 5 6 7 aumento disponibilià di P inorganco nel terreno Destino di P apportato al terreno FOSFORO NEL TERRENO 8 pH terreno Destino del P apportato al terreno per adsorbimento o immobilizzazione in forme inorganiche in funzione del pH del terreno Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Concimazione fosfatica Colture erbacee annuali e pluriennali e colture arboree in produzione Per calcolare gli apporti di fosforo da somministrare alla coltura, si applica la seguente relazione: Concimazione fosfatica = fabbisogni colturali +/(apporti da fertilità del suolo x immobilizzazione) Fabbisogni colturali (kg/ha) I fabbisogni colturali tengono conto della necessità di fosforo della coltura, determinato sulla base delle asportazioni colturali unitarie e della produzione attesa: fabbisogni = asportazione colturale unitaria x produzione attesa Per asportazione colturale unitaria si intende la quantità di fosforo assorbita dalla pianta e che esce dal sistema suolo/pianta con la raccolta dei prodotti. Nel caso delle colture arboree occorre tenere conto anche del fosforo che viene immobilizzato nelle strutture permanenti dell’albero. I coefficienti di asportazione unitari di riferimento sono riportati nel file allegato Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Apporti di fosforo derivanti dalla fertilità del suolo (kg/ha) Le disponibilità di fosforo derivanti dalla fertilità del suolo sono stimate sulla base dell’analisi del terreno Apporti di fosforo derivanti dalla fertilità del suolo (kg/ha) Le disponibilità di fosforo derivanti dalla fertilità del suolo sono stimate sulla base dell’analisi del terreno Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Limite inferiore e superiore della classe di dotazione “normale” in P2O5 (mg/kg) Classe coltura Tendenzialmen Franco Tendenzialmente te sabbioso argilloso frumento duro, frumento tenero, sorgo, avena, orzo da 18 a 25 da 23 a 28 da 30 a 39 mais ceroso, mais da granella, soia, girasole da 1a a 21 da 18 a 25 da 23 a 30 barbabietola, bietola da 23 a 30 da 30 a 39 da 34 a 44 tabacco, patata, pomodoro da industria, pisello fresco, pisello da industria, asparago, carciofo, cipolla, aglio, spinacio, lattuga, cocomero, melone, fagiolino da industria, fagiolo da industria, fragola, melanzana, peperone, cavolfiore da 25 a 30 da 30 a 35 da 35 a 40 medica e altri erbai da 34 a 41 da 41 a 50 da 46 a 55 Arboree da 16 a 25 da 21 a 39 da 25 a 48 Fonte Regione Campania Concentrazioni di fosforo assimilabile (ppm di P2O5 - metodo Olsen) nel terreno ritenute normali per le diverse colture in relazione alla tessitura del terreno. Tessitura grossolana (sabbia > 60 %) Tessitura media Tessitura fine (argilla >35 %) Poco esigenti: cereali, foraggere di graminacee e prati stabili. 16 – 27 18 – 30 21 - 32 Mediamente esigenti: medica, soia, foraggere leguminose, orticole a foglia, cucurbitacee, altre orticole minori e arboree. 25 – 37 27 – 39 30 - 41 34 – 46 37 – 48 Colture o gruppi Molto esigenti: barbabietola, cipolla, patata, pomodoro e sedano. Fonte Regione Emilia Romagna Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali 39 – 50 Se la dotazione è normale (giudizio medio ed elevato) concimazione P = 0. In questo caso è ammesso effettuare una concimazione di mantenimento che copra le asportazioni delle colture. Se la dotazione è più bassa del limite inferiore della normalità, si calcola la quota di arricchimento Se la dotazione è più alta del limite superiore della dotazione considerata normale, si calcola la quota di riduzione Per calcolare la quota di arricchimento e la quota di riduzione, si tiene conto della seguente relazione: 4 x Da x Q dove: 4 è una costante che tiene conto della profondità del terreno considerata (40 cm) e del rapporto dimensionale tra le grandezze; Da è la densità apparente del terreno, pari a 1,4 per un terreno tendenzialmente sabbioso, 1,3 per un terreno franco, 1,21 per un terreno tendenzialmente argilloso. Q è la differenza tra il valore del limite inferiore o superiore di normalità del terreno e la dotazione risultante dalle analisi. P assimilabile (metodo Olsen) P (ppm) P2O5 (ppm) 0-6 7-12 13-20 20-30 - 0-15 16-30 31-45 46-70 > 70 valutazione agronomica (livello di P) molto basso basso medio alto molto alto livello di P Concimazione molto basso basso medio alto molto alto Concimazione di arricchimento – dose: asportazione coltura x 2-2.5 Concimazione di arricchimento – dose: asportazione coltura x 1.5-2 Concimazione di mantenimento – dose: asportazione coltura dose: asportazione coltura x 0.5-1 nessuna concimazione Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Valutazione del fosforo assimilabile del terreno (metodo Olsen) e indicazioni per la concimazione Espressione della dotazione Fosforo (P) (ppm) Anidride fosforica (P2O5) (ppm) 0-6 7-12 13-20 20-30 - 0-15 16-30 31-45 46-70 >70 Valutazione agronomica (livello) molto basso basso medio alto molto alto Indicazioni per la concimazione Livello molto basso La risposta al fosforo è certa per tutte le colture. E’ consigliata una concimazione di arricchimento, con dosi variabili da 2 a 2,5 volte gli asporti della coltura. Le concimazioni di arricchimento debbono proseguire fino a quando non si raggiunge il livello di sufficienza per tutte le colture della rotazione. Livello basso La risposta al fosforo è probabile per tutte le colture. La concimazione consigliata è quella di arricchimento; le dosi da apportare variano da 1,5 a 2 volte gli asporti della coltura. Livello medio La risposta al fosforo è meno probabile. E’ consigliata una concimazione di mantenimento: debbono essere reintegrati gli asporti della coltura con eventuali maggiorazioni (fino a 1,5 volte gli asporti) per tenere conto della frazione di fosforo assimilabile che, più o meno in tutti i terreni, va incontro a retrogradazione per la presenza di calcare o per pH <5,5. Livello alto La risposta al fosforo non è in genere probabile; tuttavia è suggerito un moderato apporto di fosforo per le colture esigenti per questo elemento. Le dosi da apportare variano da 0,5 a 1 volta gli asporti della coltura. Livello molto alto La risposta al fosforo è assai improbabile, pertanto si consiglia di non fertilizzare. I valori inferiori dell’intervallo si riferiscono a terreni sabbiosi, quelli più alti a suoli argillosi; per terreni di medio impasto si assumono valori intermedi. Immobilizzazione Il fattore di immobilizzazione tiene conto della quantità di fosforo che viene resa indisponibile ad opera di processi chimico fisici, qualora si debba procedere ad una concimazione di arricchimento, ed è calcolato nel seguente modo: immobilizzazione = a + (0,02 x % calcare totale) a = 1,2 per un terreno tendenzialmente sabbioso; 1,3 per un terreno franco; 1,4 per un terreno tendenzialmente argilloso. Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Intervalli di sufficienza della concentrazione di fosforo nelle principali orticole (su s.s.) Coltura stadio bietola P% 0.250.25-0.4 carota 0.20.2-0.4 cipolla & aglio bulbificazione foglia 0.20.2-0.5 endivia 8a fagiolino inizio fioritura fragola 1a raccolta lattuga iceberg 8a foglia 0.40.4-0.6 lattuga romana 8a foglia 0.350.35-0.8 melanzana inizio allegagione 0.3-0.3--0.6 --0.6 patata altezza 25 cm 0.20.2-0.8 peperone inizio fioritura 0.30.3-0.5 pomodoro da mensa 1° palco fiorale 0.20.2-0.4 ravanello vicino alla raccolta 0.250.25-0.4 scarola 8a foglia 0.450.45-0.6 sedano spinacio 0.450.45-0.8 0.250.25-0.45 0.20.2-0.4 0.30.3-0.6 30 g dopo la semina P model (Greenwood, 2000) On-line version http://www.qpais.co.uk/ Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali 0.30.3-0.5 fonte: Vegetable Production Handbook for Florida 2007-2008 University of Florida Concimazione potassica Colture erbacee annuali e pluriennali e colture arboree in produzione Per calcolare gli apporti di potassio da somministrare alla coltura, si applica la seguente relazione: Concimazione potassica = fabbisogni colturali + (apporti da fertilità del suolo x immobilizzazione) + + lisciviazione Fabbisogni colturali (kg/ha) I fabbisogni colturali tengono conto della necessità di potassio della coltura, determinato sulla base delle asportazioni colturali unitarie e della produzione attesa: fabbisogni = asportazione colturale unitaria x produzione attesa Per asportazione colturale unitaria si intende la quantità di potassio assorbita dalla pianta e che esce dal sistema suolo/pianta con la raccolta dei prodotti. Nel caso delle colture arboree occorre tenere conto anche del potassio che viene immobilizzato nelle strutture permanenti dell’albero e che non ritorna al terreno. I coefficienti di asportazione unitari di riferimento sono riportati nel file allegato Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Apporti di potassio derivanti dalla fertilità del suolo (kg/ha) Le disponibilità di potassio derivanti dalla fertilità del suolo sono stimate sulla base dell’analisi del terreno Limite inferiore e superiore della classe di dotazione “normale” in K2O (mg/kg) Classe coltura tutte le colture Tendenzialmente sabbioso Franco Tendenzialmente argilloso da 102 a 144 da 120 a 180 Da 144 a 216 Fonte Regione Campania e Regione Emilia-Romagna. Se la dotazione è normale (giudizio medio ed elevato) concimazione K = 0. In questo caso è ammesso effettuare una concimazione di mantenimento che copra le asportazioni delle colture. Se la dotazione è più bassa del limite inferiore della normalità, si calcola la quota di arricchimento Se la dotazione è più alta del limite superiore della dotazione considerata normale, si calcola la quota di riduzione Per calcolare la quota di arricchimento e la quota di riduzione, si tiene conto della seguente relazione: 4 x Da x Q dove: 4 è una costante che tiene conto della profondità del terreno considerata (40 cm) e del rapporto dimensionale tra le grandezze; Da è la densità apparente del terreno, pari a 1,4 per un terreno tendenzialmente sabbioso, 1,3 per un terreno franco, 1,21 per un terreno tendenzialmente argilloso. Q è la differenza tra il valore del limite inferiore o superiore di normalità del terreno e la dotazione risultante dalle analisi. Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali K scambiabile (metodo internazionale) K (ppm) K2O (ppm) 0-50 51-100 101-150 151-200 > 200 0-60 61-120 121-180 181-240 > 240 valutazione agronomica (livello di K) molto basso basso medio alto molto alto livello di K Concimazione molto basso basso medio alto molto alto Concimazione di arricchimento – dose: asportazione coltura x 1.1-1.5 Concimazione di arricchimento – dose: asportazione coltura x 0.8-1.1 Concimazione di mantenimento – dose: asportazione coltura x 0.5-0.8 dose: asportazione coltura x 0.4-0.3 nessuna concimazione Valutazione del potassio scambiabile del terreno (metodo internazionale) e indicazioni per la concimazione Espressione della dotazione Ossido di potassio K2O (ppm) Potassio (K) (ppm) Potassio (K) (%CSC) 0-60 61-120 121-180 181-240 >240 0-50 51-100 101-150 151-200 >200 <2% CSC 2-5% CSC >5% CSC - Valutazione agronomica (livello) molto basso basso medio alto molto alto Indicazioni per la concimazione Livello molto basso La risposta al potassio è certa per tutte le colture. E’ consigliata la concimazione di arricchimento con dosi da 1,1 a 1,5 volte gli asporti della coltura. Livello basso La risposta al potassio è probabile per molte colture. E’ consigliata la arricchimento con dosi da 0,8 a 1,1 volte gli asporti della coltura. concimazione di Livello medio La risposta al potassio è , in genere, poco probabile; lo è di più per le colture esigenti. E’ consigliata la concimazione di mantenimento con dosi da 0,5 a 0,8 volte gli asporti della coltura. Livello alto La risposta al potassio non è, in genere, probabile: è consigliabile non concimare. Il potassio potrebbe essere necessario per colture esigenti e capaci di elevate produzioni; le dosi non dovrebbero superare 0,5 volte gli asporti della coltura. Livello molto alto La risposta al potassio è assai improbabile; si consiglia di non fertilizzare. I valori inferiori dell’intervallo si riferiscono a terreni sabbiosi, quelli più alti a suoli argillosi; per terreni di medio impasto si assumono valori intermedi. Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Immobilizzazione Il fattore di immobilizzazione tiene conto della quantità di potassio che viene reso indisponibile ad opera di processi chimico fisici, qualora si debba procedere ad una concimazione di arricchimento, ed è calcolato nel seguente modo: immobilizzazione = 1 + (0,018 x % argilla) Lisciviazione Le perdite per lisciviazione (kg/ha) possono essere stimate ponendole in relazione alla facilità di drenaggio del terreno o al suo contenuto di argilla. Perdite di potassio per lisciviazione in funzione della facilità di drenaggio del terreno Terreno DRENAGGIO (**) Tendenzialmente Tendenzialmente Franco sabbioso argilloso Normale, lento od impedito 25 15 7 Rapido 35 25 17 Fonte Regione Campania (**) La facilità del drenaggio può essere desunta da documenti cartografici e di descrizione delle caratteristiche dei suoli ove disponibili o determinata con un esame pedologico argilla % Da 0 a 5 Da 5 a15 Da 15 a 25 > 25 K2O (kg/ha) 60 30 20 10 Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Perdite annuali di K per lisciviazione in relazione al contenuto di argilla del terreno Fonte: Regione Emilia Romagna Intervalli di sufficienza della concentrazione di potassio nelle principali orticole (su s.s.) Coltura stadio K% bietola 2.02.0-6.0 carota 2.02.0-4.0 cipolla & aglio bulbificazione 1.51.5-3.0 endivia 8a foglia 4.54.5-6.0 fagiolino inizio fioritura 2.02.0-3.0 fragola 1a 1.51.5-2.5 lattuga iceberg 8a foglia 5.05.0-7.0 lattuga romana 8a foglia 5.05.0-6.0 melanzana inizio allegagione 3.53.5-5.0 patata altezza 25 cm 3.53.5-6.0 peperone inizio fioritura 2.52.5-5.0 pomodoro da mensa 1° palco fiorale 2.52.5-4.0 ravanello vicino alla raccolta 1.51.5-3.0 scarola 8a foglia 5.75.7-6.5 raccolta sedano spinacio fonte: Vegetable Production Handbook for Florida 2007-2008 University of Florida 6.06.0-8.0 30 g dopo la semina 3.03.0-4.0 Sap test: concentrazione critica di potassio coltura stadio K (ppm) MELANZANA 1a bacca (lunga 5 cm) 1a raccolta metà raccolte 4500-5000 4000-4500 3500-4000 PEPERONE 1i bottoni fiorali 1i fiori aperti bacche a metà crescita 1° raccolta 2° raccolta 3200-3500 3000-3200 3000-3200 2400-3000 2000-2400 fonte: Vegetable Production Handbook for Florida 2007-2008 - University of Florida Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Sap test: concentrazione critica di potassio coltura stadio NO3-N (ppm) POMODORO 1e gemme fiorali 1i fiori aperti bacche diam. 2.5 cm bacche diam. 5 cm 1a raccolta 2a raccolta 3500-4000 3500-4000 3000-3500 3000-3500 2500-3000 2000-2500 PATATA pianta alta 20 cm 1i fiori aperti 50% fiori aperti 100% fiori aperti senescenza foglie 4500-5000 4500-5000 4000-4500 3500-4000 2500-3000 fonte: Vegetable Production Handbook for Florida 2007-2008 - University of Florida K model (Greenwood, 2000) On-line version http://www.qpais.co.uk/ Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali CONCIMAZIONE FOSFATICA, POTASSICA E ORGANICA LINEE GUIDA NAZIONALI DISCIPLINARI DI PRODUZIONE INTEGRATA Impiego dei fertilizzanti contenenti Fosforo e Potassio Epoche e modalità di distribuzione (linee guida nazionali) Nelle colture orticole, in relazione sia alla brevità del loro ciclo vegetativo e sia al fatto che in genere vengono sarchiate, benché sia fortemente consigliato apportare questi elementi durante la preparazione del terreno, ne è tuttavia consentita la distribuzione in copertura. Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Fertilizzazione organica (linee guida nazionali) Tale pratica consiste nell’apportare sostanza organica (S.O.) di varia origine (letami, compost…) per migliorare la fertilità del terreno in senso lato. Le funzioni svolte dalla sostanza organica sono principalmente due: quella nutrizionale e quella strutturale. La prima si esplica con la messa a disposizione delle piante, degli elementi nutritivi in forma più o meno pronta e solubile (forma minerale), la seconda permette invece di migliorare la fertilità fisica del terreno. Le due funzioni sono in antagonismo fra loro, in quanto una facile e rapida degradabilità della sostanza organica dà origine ad una consistente disponibilità di nutrienti, mentre l’azione strutturale si esplica in maggior misura quanto più il materiale organico apportato è resistente a questa demolizione. I liquami sviluppano principalmente la funzione nutrizionale mentre il letame quella strutturale. Funzione strutturale della materia organica L’apporto di ammendanti con lo scopo di mantenere e/o accrescere il contenuto di sostanza organica nei terreni è una pratica da favorire. D’altra parte apporti eccessivi effettuati con una logica di “smaltimento” aumentano i rischio di perdite di azoto e di inquinamento ambientale. Si ritiene quindi opportuno fissare dei quantitativi massimi utilizzabili annualmente in funzione del tenore di sostanza organica del terreno. Apporti di ammendanti organici in funzione della dotazione del terreno in sostanza organica Dotazione terreno in s.o. Apporti massimi annuali (t s.s./ha) Bassa Normale Elevata 13 11 9 Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali Funzione nutrizionale della materia organica I fertilizzanti organici maggiormente impiegati sono i reflui di origine zootecnica (letame, liquami e i materiali palabili) ed i compost. Questi contengono, in varia misura, tutti i principali elementi nutritivi necessari alla crescita delle piante. SS (% t.q.) Azoto (kg/t t.q.) P (kg/t t.q.) K (kg/t t.q.) 20 - 30 25 22 - 40 3 -7 5 6 - 11 1 -2 2 1 3-8 5 12 - 18 Materiali palabili - lettiera esausta polli da carne - pollina pre-essiccata 60 - 80 50 - 85 30 - 47 23 - 43 13 - 25 9 - 15 14 - 17 17 - 30 Liquame - bovini da carne - bovini da latte - suini - ovaiole 7 - 10 10 - 16 2 -6 19 - 25 3 4 2 10 2 -4 2 -4 1 -5 9 - 11 3 – 44 - 6 1 -4 4-9 Residui organici Letame - bovino - suino - ovino -5 -6 -5 - 15 L’elemento “guida” che determina le quantità massime di fertilizzante organico che è possibile distribuire è l’azoto. Una volta fissata detta quantità si passa ad esaminare gli apporti di fosforo e potassio. Nella pratica si possono verificare le seguenti situazioni: • le quote di P e K apportate con la distribuzione dei fertilizzanti organici determinano il superamento dei limiti ammessi. In questo caso il piano di fertilizzazione è da ritenersi conforme, ma non sono consentiti ulteriori apporti in forma minerale. • le quote di P e K da fertilizzanti organici non esauriscono la domanda di elemento nutritivo, per cui è consentita l’integrazione con concimi minerali, fino a coprire il fabbisogno della coltura. Francesco Tei - Università di Perugia Dip. Scienze Agrarie e Ambientali