Galileo Galilei Non per vedere Ma per ricercare SIDEREUS NUNCIUS Al serenissimo Cosimo II de Medici IV Granduca di Toscana Accogliete dunque, Clementissimo Principe, questa gloria gentilizia a voi riservata dagli Astri, e di quei beni divini che non tanto dalle Stelle quanto dal loro Fattore e Moderatore Dio vi son largiti godete quanto più a lungo possibile. Padova, 12 Marzo 1610. Devotissimo servo Galileo Galilei Che contiene e spiega osservazioni di recente condotte con l’aiuto di un nuovo occhiale sulla faccia della luna, sulla via Lattea e le Nebulose, su innumerevoli stelle fisse, e su quattro pianeti detti Astri Medicei non mai finora veduti. Circa dieci mesi fa ci giunse notizia che era stato costruito da un certo Fiammingo un occhiale, per mezzo del quale gli oggetti visibili, pur distanti assai dall'occhio di chi guarda, si vedevan distintamente come fossero vicini; e correvan voci su alcune esperienze di questo mirabile effetto, alle quali chi prestava fede, chi no. Questa stessa cosa mi venne confermata pochi giorni dopo per lettera dal nobile francese Iacopo Badovere, da Parigi; e questo fu causa che io mi volgessi tutto a cercar le ragioni e ad escogitare i mezzi per giungere all'invenzione di un simile strumento, che poco dopo conseguii, basandomi sulla dottrina delle rifrazioni. Preparai dapprima un tubo di piombo alle cui estremità applicai due lenti, entrambe piane da una parte, e dall'altra una convessa e una concava; posto l'occhio alla parte concava vidi gli oggetti abbastanza grandi e vicini, tre volte più vicini e nove volte più grandi di quanto non si vedano a occhio nudo. Che dunque la superficie più chiara della Luna sia cosparsa ovunque di rigonfiamenti e avvallamenti, credo sia manifestato a sufficienza dai fenomeni già spiegati. Rimane da dire delle loro grandezze, che dimostrano come le asperità terrestri siano assai minori di quelle lunari; minori, dico, anche parlando in senso assoluto, non in rapporto soltanto alle dimensioni dei globi terrestre e lunare: e questo si dimostra chiaramente così. Il giorno sette gennaio, dunque, dell'anno milleseicentodieci, a un'ora di notte, mentre col cannocchiale osservavo gli astri mi si presentò Giove;… È la prima osservazione di Giove e di nuovi corpi celesti che non sono stelle fisse. Queste osservazioni furono 65 e terminarono il 2 Marzo 1610. Queste sono le osservazioni sui quattro Astri Medicei di recente per la prima volta da me scoperti, dalle quali pur non essendo ancora possibile addurre i loro periodi, è lecito dir cose degne di attenzione. Si nota ancora che sono più veloci le rivoluzioni dei pianeti i quali descrivono intorno a Giove orbite minori … . Abbiamo dunque un valido ed eccellente argomento per togliere ogni dubbio a coloro che, accettando tranquillamente nel sistema di Copernico la rivoluzione dei pianeti intorno al Sole, sono tanto turbati dal moto della sola Luna intorno allaTerra, mentre entrambi compiono ogni anno la loro rivoluzione attorno al Sole, da ritenere si debba rigettare come impossibile questa struttura dell'universo. DISCORSI e DIMOSTRAZIONI MATEMATICHE INTORNO A DUE NUOVE SCIENZE ATTENENTI ALLA MECANICA & I MOVIMENTI LOCALI Allo illustrissimo Signore Il Signore Conte di NOAILLES D'Arcetri, li 6 Marzo 1638. Devotissimo Servitore Galileo Galilei Diamo avvio a una nuovissima scienza intorno a un soggetto antichissimo. Nulla v'è, forse, in natura, di più antico del moto, e su di esso ci sono non pochi volumi, né di piccola mole, scritti dai filosofi; tuttavia tra le sue proprietà ne trova molte che, pur degne di essere conosciute, non sono mai state finora osservate, nonché dimostrate. Se ne rilevano alcune più immediate, come quella, ad esempio, che il moto naturale dei gravi discendenti accelera continuamente; però, secondo quale proporzione tale accelerazione avvenga, non è stato sin qui mostrato: nessuno, che io sappia, infatti, ha dimostrato che un mobile discendente a partire dalla quiete percorre, in tempi eguali, spazi che ritengono tra di loro la medesima proporzione che hanno i numeri impari successivi ab unitate. Caduta gravi Secondo Aristotele: tutti i corpi tendono a raggiungere i loro luoghi naturali con moti regolari ed a rimanervi in quiete. In uno spazio vuoto non ci sarebbero luoghi naturali quindi assenza di moto. I corpi non si muovono soltanto verso il basso ma anche verso l’alto se ivi è il loro luogo naturale (fuoco). Uno spostamento dalla posizione naturale costituisce un moto violento. Questo moto deve essere provocato da una causa esterna che ne mantenga il moto. I corpi cadono con una proporzionalità diretta con il proprio peso (più un corpo é pesante e più cade velocemente). 4 C ’08/’09 Secondo Galileo: il peso non determina la velocità di caduta dei gravi che cadono tutti alla stessa velocità, che é proporzionale non al peso, ma al tempo trascorso da quando il moto é iniziato. Però se facciamo cadere una palla di piombo e un batuffolo di cotone ci accorgiamo subito che non cadono alla stessa velocità; dunque la legge di caduta dei gravi galileiana vale esclusivamente in particolari condizioni come vuoto o sistemi senza forze d’attrito. Infatti è proprio la forza d’attrito dell’aria che determina il rallentamento di caduta dei corpi (batuffolo cotone). Si può rendere matematica tale teoria in codesto modo: S = ½ a x t ² a = (vf - vi)/t dove “S” è lo spazio percorso; “a” è l’accelerazione di caduta (data dal rapporto fra la variazione di velocità e il tempo impiegato per tale variazione); “t” il tempo impiegato per percorrere lo spazio “S”. 4 C ’08/’09 Moto eguale o uniforme intendo quello in cui gli spazi percorsi da un mobile in tempi eguali, comunque presi, risultano tra di loro eguali. … definizione che daremo del nostro moto accelerato abbia a corrispondere con l'essenza del moto naturalmente accelerato. Questa coincidenza crediamo di averla raggiunta finalmente, dopo lunghe riflessioni; soprattutto per il fatto che le proprietà, da noi successivamente dimostrate [dalla nostra definizione], sembrano esattamente corrispondere e coincidere con ciò che gli esperimenti naturali presentano ai sensi. Moto equabilmente, ossia uniformemente accelerato, diciamo quello che, a partire dalla quiete, in tempi eguali acquista eguali momenti di velocità IL MOTO RETTILINEO UNIFORMEMENTE ACCELERATO “..Sebbene sia lecito immaginare arbitrariamente qualche forma di moto e contemplare le proprietà che ne conseguono, tuttavia, dal momento che la natura si serve di una certa forma di accelerazione nei gravi discendenti, abbiamo stabilito di studiarne le proprietà, posto che la definizione che daremo del nostro moto accelerato abbia a corrispondere con l'essenza del moto naturalmente accelerato.” Galileo osservò che “una pietra, che discende dall'alto a partire dalla quiete, acquista via via nuovi incrementi di velocità”; e si chiese “perché non dovrei credere che tali aumenti avvengano secondo la più semplice e più ovvia proporzione?” Galileo ritiene vera a priori questa ipotesi, in conformità con la convinzione che la natura sia espressa da poche e semplici leggi Infatti il metodo di Galileo è ipotetico (basato su supposizioni teoriche), sperimentale, matematico e deduttivo 4 C ’08/’09 Possiamo quindi ammettere la seguente definizione del moto di cui tratteremo: Moto equabilmente, ossia uniformemente accelerato, dico quello che, a partire dalla quiete, in tempi eguali acquista eguali momenti di velocità. La velocità e il tempo sono grandezze direttamente proporzionali L’accelerazione è la costante di proporzionalità: ↓ È costante in modulo, direzione e verso Δv / Δt = k • v₁, t₁ condizioni iniziali; v₂, t₂ condizioni finali • unità di misura: [m/s²] • a>0 → aumento velocità • a<0 → diminuzione velocità L’equazione spazio-tempo é: s = ½at² + v₀t + s₀ 4 C ’08/’09 Inoltre, è lecito aspettarsi che, qualunque grado di velocità si trovi in un mobile, gli sia per sua natura indelebilmente impresso, purché siano tolte le cause esterne di accelerazione o di ritardamento; il che accade soltanto nel piano orizzontale; infatti nei piani declivi è di già presente una causa di accelerazione, mentre in quelli acclivi [è già presente una causa] di ritardamento: da ciò segue parimenti che il moto sul piano orizzontale è anche eterno; infatti, se è equabile, non scema o diminuisce, né tanto meno cessa. Un moto si dice rettilineo uniforme se la traiettoria è rettilinea, ovvero se il moto con cui si muove un corpo si svolge lungo una linea retta mantenendo il valore della velocità costante in qualunque intervallo del percorso. Nel moto rettilineo uniforme la velocità è definita come il rapporto tra lo spazio percorso e il tempo impiegato,cioè in simboli: v = ∆s/∆t Nel Sistema Internazionale l’unità di misura della lunghezza è il metro (m) e quella del tempo è il secondo (s) e quindi l’unità di misura della velocità risulta essere il metro al secondo (m/s). È possibile ricavare, dalla precedente equazione, lo spazio percorso in un intervallo di tempo ∆t e alla velocità v: ∆s = v ∆t . 4 C ’08/’09 Se all’istante iniziale, cioè quando il cronometro segna 0, il corpo si trova nella posizione So di partenza ,l’equazione oraria che descrive il m.r.u. diventa: S = So + v t , e poiché la velocità è costante si può anche indicare v = k dove k indica appunto che tale valore è costante o potrebbe essere anche nulla. Riassumendo: le leggi orarie che individuano il moto rettilineo uniforme sono: - S=So+vt - v = k (velocità media costante) 4 C ’08/’09 Nella trattazione, che ora comincio, cercherò di presentare, e di stabilire sulla base di salde dimostrazioni, alcuni fenomeni notevoli e degni di essere conosciuti, che sono propri di un mobile, mentre si muove con moto composto di un duplice movimento, cioè di un movimento equabile e di uno naturalmente accelerato: tale appunto sembra essere quello che chiamiamo moto dei proietti; … la linea descritta dal mobile grave, che mentre ci descende con moto composto dell'equabile orizontale e del naturale descendente, sia una semiparabola. Moto parabolico Il moto parabolico è un tipo di moto composto da due moti distinti: Moto rettilineo uniforme Moto uniformemente accelerato Studiando questo moto effettueremo una forte esemplificazione, tenendo come assunti i seguenti: Studieremo il moto di un punto materiale e non di un corpo rigido Non vi sono attriti lungo il corso del moto Il lancio avviene all'istante t=0 nell'origine degli assi cartesiani Campo di forze conservative, in particolare la forza gravitazionale 4 C ’08/’09 Come detto all' inizio il moto parabolico è un moto composto da due moti distinti: un moto rettilineo lungo l'asse x e un moto uniformemente accelerato lungo l'asse y. La velocità iniziale, appunto per questa motivazione,può venire scomposta lungo le direttrici degli assi cartesiani, → → → e vista così: V = V( x ) + V( y ) Utilizzando la goniometria si può evincere il modulo delle componenti v(x)=vcosθ (rappresenta l’ angolo che si forma tra la velocità e l'asse delle ascisse) 4 C ’08/’09 v(y)=vsin θ Utilizzando ora le leggi orarie dei due moti otteniamo: X=v(x)t Y=v(y)t-(1/2)g(t^2) Per ottenere l' equazione della traiettoria è sufficiente effettuare una divisione tra l' equazione oraria di Y e l' equazione oraria di X( e qualche gioco algebrico): Y/X=tan θ-(gt/2vcos θ) Utilizzando t=(X/v(x)) e moltiplicando entrambi i membri per X si ottiene Y=Xtan θ-(g/2(v^2)cos^2 θ)X^2 4 C ’08/’09 L’esperimento mentale SALV. Riserratevi con qualche amico nella maggiore stanza che sia sotto coverta di alcun gran navilio, e quivi fate d'aver mosche, farfalle e simili animaletti volanti; siavi anco un gran vaso d'acqua, e dentrovi de' pescetti; …fate muover la nave con quanta si voglia velocità; … ché (pur che il moto sia uniforme e non fluttuante in qua e in là) voi non riconoscerete una minima mutazione in tutti li nominati effetti, né da alcuno di quelli potrete comprender se la nave cammina o pure sta ferma: … Seconda giornata in Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo “I pesci si vedranno andar nuotando indifferentemente per tutti i versi” sia quando la nave è immobile sia che si muova con velocità costante rispetto alla Terra. v 4 C ’08/’09 Principio di relatività classica Si rimanda all'Home Page per altre "piccole" informazioni sulla relatività di A. Einstein I fenomeni meccanici si svolgono nello stesso modo in tutti i sistemi di riferimento inerziali x’ = x – vt y’ = y y y’ z’ = z t’ = t y . Δs = Δs’ + Δs t . y’ .P r O rt vt z z’ v = v’ + v t r’ O’ x x x’ v1= v’1 + v t v2= v’2+ v t v–v=v-v 2 1 2 Δv = Δv’ 1 x’ a = a’ 4 C ’08/’09 Rotazione Terrestre mediante il moto dei proiettili: diatriba tra aristotelici e Galileo La rotazione terrestre è sempre stato al centro di numerose discussioni fin dall’Antichità. Attraverso Aristotele e l’ipotesi che i moti di un corpo siano assoluti, nel Cinquecento prima e poi nel Seicento molti fisici hanno dimostrato l’impossibilità della rotazione terrestre mediante un semplice esperimento. 4 C ’08/’09 Per dimostrare ciò utilizziamo questa situazione: Si prendano due cannoni identici per forma e peso e che lanciano lo stesso tipo di proiettile con la stessa massa e con un pari angolo di lancio α. Poniamo che entrambi i cannoni si trovino a una latitudine pari a quella dell’Equatore e nello stesso istante sparino uno nel verso opposto a quello dell’altro. 4 C ’08/’09 Secondo la scienza aristotelica se la terra fosse stata in movimento allora le gittate dei due proiettili dovevano essere diverse. Tuttavia tutte le misurazioni empiriche dimostravano che le gittate dei due cannoni erano uguali,quindi la condizione di partenza sarebbe falsa. L' apparente problema è risolto da Galileo con la legge di composizione dei moti e il loro relativismo. Infatti essendo noi osservatori solidali con la terra, percepiamo che le due gittate(apparenti) sono uguali. Tuttavia se un ipotetico osservatore esterno (ad esempio su Giove) osservasse l' evento noterebbe che le due gittate sono diverse(reali). Galileo riuscì quindi a giustificare il moto terrestre, confutando l’esperimento aristotelico. 4 C ’08/’09 Sagr. Parmi veramente che conceder si possa al nostro Accademico, che egli senza iattanza abbia nel principio di questo suo trattato potuto attribuirsi di arrecarci una nuova scienza intorno a un suggetto antichissimo. Ed il vedere con quanta facilità e chiarezza da un solo semplicissimo principio ei deduca le dimostrazioni di tante proposizioni, mi fa non poco maravigliare come tal materia sia passata intatta da Archimede, Apollonio, Euclide e tanti altri matematici e filosofi illustri, e massime che del moto si trovano scritti volumi grandi e molti. Salv. … . Tal che veramente si può dire, essersi non prima che ora aperta la porta ad una nuova contemplazione, piena di conclusioni infinite ed ammirande, le quali ne i tempi avenire potranno esercitare altri ingegni. Metodo scientifico Mi par che nelle dispute di problemi naturali non si dovrebbe cominciare dalle autorità di luoghi delle Scritture, ma dalle sensate esperienze e dalle dimostrazioni necessarie Galileo Galilei, Lettera a Madama Cristina di Lorena, in Opere, edizione nazionale, ristampa, Firenze, 1968, p. 317. Galilei afferma che il libro della natura è scritto in linguaggio matematico ed è dunque interpretabile attraverso un metodo ipotetico, sperimentale, matematico e deduttivo. Egli compie esperimenti, cioè ricrea in modo artificiale la natura e la semplifica isolando delle variabili che portano ad una causalità lineare. Il metodo sperimentale si articola nei seguenti punti: formulazione di un’ipotesi (in termini matematici) verifica sperimentale: se possibile si dimostra subito l’ipotesi, altrimenti si dimostra il teorema riferito all’ipotesi. dalla verifica di questo si considera dimostrata l’ipotesi e quindi la legge matematica. 4 C ’08/’09 Forza Velocità Accelerazione Aristotele: quanto più un corpo pesa, tanto più velocemente scende di quota. Galilei: sotto l’effetto della sola forza peso tutti i corpi cadono di moto uniformemente accelerato con identiche modalità. In assenza di forza risultante non può esservi accelerazione. Galilei non dispone degli strumenti matematici atti a definire la velocità e l’accelerazione istantanee. Newton: con il calcolo infinitesimale introduce il concetto di differenziale di una grandezza, quantità infinitamente piccola, ma che non è zero. Filosofia … galileiana La visione dell’universo come entità matematicamente strutturata è certo legata al platonismo La distinzione fra metodo compositivo e metodo risolutivo è certo legata all’aristotelismo L’applicazione dell’analisi matematica ai problemi di fisica da Archimede La costruzione e l’uso del cannocchiale dalla tradizione intellettuale degli artigiani superiori del Rinascimento. ARISTOTELE IV secolo a.C. , in Grecia. Nello studiare la natura, egli si domanda a quale fine? Ogni cosa in natura è fatta per un fine [Aristotele “Fisica”] Nello studio della natura, ricerca le quattro cause: materiale, formale, efficiente, finale, prestando particolare attenzione a quest’ultima. Ricerca l’essenza dei fenomeni La fisica, la matematica e la metafisica, sono scienze teoretiche, quindi puramente intellettuali Hanno per oggetto il necessario e per scopo il vero METODO Il metodo deduttivo(dal generale al particolare) è garanzia di rigore e certezza. Attraverso la deduzione suppone di dedurre le leggi fisiche dall’essenza degli enti espressa dalla definizione. La forma classica di deduzione è il sillogismo. Egli ammette anche l’induzione (dal particolare al generale) che è per lui la ricerca di una definizione generale. Essa non è un ragionamento infallibile perché non è possibile in natura contemplare tutti i casi particolari. MOTO Ad ogni corpo per sua natura, determinata dalla miscela dei quattro elementi che lo compongono, compete un luogo naturale. Nel luogo naturale, se non intervengono cause esterne, i corpi si mantengono in quiete, che è lo stato naturale dei corpi. GALILEO 1564, Pisa – 1642, Arcetri Egli invece si chiede: in che modo? “…i discorsi nostri hanno a essere intorno al mondo sensibile, e non sopra un mondo di carta” [Galileo Galilei, "Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo" (1632)] Ricerca solo la causa efficiente in quanto non all’uomo, ma solo a Dio, è dato di conoscere quella finale. Non ricerca l’essenza(ossia l’aspetto qualitativo) di un dato fenomeno, ma l’aspetto quantitativo, facendo uso della matematica, che diventa il linguaggio della fisica. “la filosofia è scritta in questo grandissimo libro che continuamente ci sta aperto innanzi agli occhi (io dico l’universo). […] Egli è scritto in lingua matematica, e i caratteri son triangoli, cerchi, ed altre figure geometriche.” Oltre alla teoria sono necessarie tecnica ed esperimento. METODO Utilizza un metodo sia induttivo che deduttivo, che si basa su sensate esperienze (ossia osservazione meticolosa della realtà) e necessarie dimostrazioni (ossia verifica sperimentale e dimostrazione matematica del fenomeno). MOTO Un corpo persevera nel suo stato di quiete o di moto rettilineo uniforme finche non interviene un elemento esterno a modificarlo.(principio d’inerzia) 4 G ’08/’09 il moto può essere inteso come cambiamento di: sostanza, qualità, quantità (un aumento o diminuzione di peso), posizione (il moto locale dei corpi) Ogni movimento, naturale o violento, necessita di una causa. Causa del moto naturale è il ritorno del corpo al suo luogo naturale. Causa del moto violento è un motore esterno in contatto con il mobile. La velocità dei corpi in moto naturale è direttamente proporzionale al loro peso. Egli ritiene che l’esistenza del vuoto sia assurda. Infatti quanto esso si crea, la natura riempie lo spazio vuoto. Soppressa la causa, naturale o violenta, il moto cesserà (cessante causa cessat effectus). Nel moto dei proiettili, la forza motrice viene trasmessa dal motore (ad esempio dalla mano di chi lancia una pietra) al mezzo (ad esempio l’aria), ed è poi il mezzo che permette al proiettile di continuare il suo moto, imprimendogli costantemente una forza. Questo è il concetto di impetus. Moto sublunare [Terra] mutamento Nascita/morte Generazione/corruzione Quattro elementi Terra Acqua pesanti Aria Fuoco leggeri corpi materiali Mescolanza dei 4 elementi “pesantezza” e “leggerezza” determinata dalla posizione Dei 4 elementi. Moto: rettilineo Termina quando il corpo raggiunge il suo luogo naturale. Moto celeste [Stelle e Pianeti] inalterabilità quinto elemento etere solido cristallino imponderabile trasparente immutabile Moto: circolare, perfetto senza inizio né fine Il moto è semplicemente un cambiamento di posizione, ovvero lo spostamento di un corpo nello spazio. s=vt La differenza di massa (cioè di peso) produce solamente variazioni di velocità, cioè accelerazioni ( F=ma ) Ipoteticamente, nel vuoto, la velocità dei corpi in caduta libera è indipendente dal peso. Egli ammette il vuoto (la macchina per crearlo è stata inventata da Torricelli, allievo di Galilei) nei suoi esperimenti mentali come condizione ideale per studiare il moto. L’esperienza sensoriale sembra portarci a credere il contrario, ma in realtà la differenza di velocità dei corpi in caduta libera è dovuta alla resistenza dell’aria. Il principio di inerzia permette di fare a meno del concetto di impetus, poiché un corpo conserva il movimento trasmessogli da una forza finché non ne interviene un’altra a modificarlo. L’aria non è uno dei fattori che trasmette il moto, ma, al contrario, si oppone ad esso. I moti in cielo e in terra obbediscono alle stesse leggi in quanto l’universo è omogeneo. 4 G ’08/’09 Galileo & Aristotele nemici per le stelle Aristotele:principi cosmologici contestati Galileo Scoperta dell’ineguaglianza della superficie lunare,che risulta “rugosa” e ricoperta,similmente alla terra,di prominenze,anfratti e valli. Scoperta dei quattro satelliti di Giove,battezzati pianeti medicei,che compiono movimenti analoghi a quelli effettuati dalla Luna attorno alla Terra. Macchie lunari Satelliti di Giove Messa in dubbio l’idea della incorruttibilità dei cieli. Tradizionalmente si credeva infatti che la luna,analogamente agli altri corpi celesti,avesse una superficie liscia e levigata, in quanto le sfere celesti sono perfette. Demolita l’unicità della Terra,ritenuta,in quanto immobile e “pesante”,centro esclusivo di moti astrali. Scoperta di macchie scure sulla superficie solare che,formandosi e scomparendo,attestano l’esistenza di un processo di trasformazione in atto. Macchie solari Messa in discussione l’idea dell’incorruttibilità dei corpi celesti,che risultano soggetti a fenomeni di alterazione e cambiamento. Scoperta delle fasi di Venere,che inducono a pensare che tale astro riceva la luce dal Sole girandovi attorno. Fasi di Venere Cade la convinzione che la Terra sia l’unico pianeta opaco che necessita di essere illuminato dal Sole perché privo di luce propria . Sempre più evidente l’affinità di struttura tra Terra e altri corpi celesti. Anelli di Saturno Demolita l’idea della sfericità e della perfezione dei corpi celesti. Scoperta degli anelli di Saturno, ritenuti inizialmente semplici rigonfiamenti laterali. 4 G ’08/’09 “Finalmente, quanto al titolo a pretesto del mio servizio, io desidererei, oltre al nome di Matematico, che S.A. ci aggiungesse quello di Filosofo, professando io di aver studiato più anni in filosofia, che mesi in matematica pura.” (Galileo, Lettere al Gran Duca di Toscana) •Il cosmo è strutturato secondo leggi matematiche •La matematica è il linguaggio della fisica •Ripresa della visione platonico-pitagorica “La filosofia è scritta in questo grandissimo libro […], è scritto in lingua matematica, e i caratteri sono i triangoli, cerchi ed altre figura geometriche, senza i quali mezzi è impossibile a intenderne umanamente parola.” (Saggiatore) •Corrispondenza tra pensiero ed essere: la scienza rispecchia la struttura della realtà “L’accordo generale fra matematica e natura […] è per lui una convinzione soggettiva, anteriore ad ogni riflessione filosofica.” (Cassirer, Storia della filosofia moderna) •La conoscenza umana, quanto al grado di certezza, eguaglia quella divina, anche se Dio conosce intuitivamente, l’uomo progressivamente (ragionamento) •Idea dell’ordine naturale, che risulta necessario e immutabile come una verità geometrica: uniformità della natura “[…]stimo che, tolti via gli orecchi, le lingue e i nasi, restino bene le figure i numeri e i moti…” (Saggiatore) •Distinzione tra proprietà oggettive (possedute dai corpi come tali) e soggettive (in rapporto ai nostri sensi) •Alla scienza interessano solo le proprietà oggettive •Ripresa della visione atomistico-democritea 4 G ’08/’09 Contro il metodo Il processo a Galileo fu uno dei tanti … . Ma una converticola di intellettuali, con l’aiuto di scrittori sempre alla ricerca dello scandalo, sono riusciti a montarlo enormemente, così quel che in fondo era solo un contrasto tra un esperto e un’istituzione che difendeva una visione più ampia delle cose … . E’ una posizione infantile e anche ingiusta nei confronti delle molte altre vittime della giustizia del XVII secolo. E’ particolarmente ingiusta nei confronti di Giordano Bruno, che fu mandato al rogo, ma che gli intellettuali di formazione scientifica preferiscono dimenticare. Non è l’interesse per l’umanità, sono piuttosto interessi di parte ad avere un ruolo importante nell’agiografia di Galileo. Bibliografia Sidereus Nuncius – Galileo Galilei – Edizione elettronica Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze inerenti alla mecanica e i movimenti locali – Galileo Galilei – Edizione elettronica Galilei Antologia – a cura di S. Vanni Rovighi – La Scuola Newton e la dinamica del XVII secolo – R. S. Westfall – Il Mulino Storia della Scienza – Diretta da Paolo Rossi - Gruppo editoriale l’Espresso Aristotele, Galileo, Newton: forza, velocità e accelerazione – Andrea Frova – Dipartimento di Fisica, Università “La Sapienza” Concorso bandito dalla rivista Insegnare Filosofia – Classe II sez. i – Liceo Classico “T. Mamiani” – Prof. T. Orlando Galileo Galilei: mito e realtà – Coordinam. M. Gargantini Feyerabend e Galileo: il testo mai letto in italia – Corriere della Sera – 25/01/2008 La clessidra ad acqua di Galileo, ovvero un precursore dei moderni trasduttori – G. Torzo – Corso Aggiornamento Irrsae Veneto Modelli, ipotesi, verità, certezza e il caso Galileo. Una proposta didattica – A. Briguglia