Musical
Scritto da Teresa Lepore
In questo genere ogni particolare risulta indispensabile per la riuscita dello spettacolo, dai
costumi alla scenografia includendo regia, coreografie e luci, senza dimenticare gli attori
che devono essere in grado di comunicare emozioni esprimendosi, spesso
contemporaneamente, con la recitazione, la danza e il canto. Il musical va distinto dal
Teatro-danza: quest'ultimo, infatti, è fenomeno non solo più recente, propriamente
novecentesco, ma concettualmente più articolato e di maggiore complessità estetico-linguistica.
Oggi si possono distinguere due tipi di musical: quello teatrale e quello cinematografico.
Musical nel cinema
É ad Hollywood che il musical cinematografico nasce ufficialmente nel 1927 con "Il cantante di
jazz
" di Alan
Crosland, primo film sonoro e canoro della storia del cinema. Il musical cinematografico cresce
in stretta simbiosi con le rappresentazioni teatrali di Broadway prima e londinesi poi, nascono
infatti versioni su celluloide tratte da musical teatrali ma anche situazioni nuove, musiche
originali composte appositamente per il cinema. E succede anche il contrario, non è raro infatti
che da film di successo si ricavino poi fortunate commedie musicali messe in scena ancora
oggi. Nato durante la crisi economica degli Anni Trenta – Grande Depressione – come antidoto
alla tristezza che pervadeva la vita di tutti i giorni, si proponeva come l’espressione della poetica
dell’evasione, la rappresentazione del “sogno americano”. Ecco perché nel 1930 Hollywood
produsse più di cento film musicali contro le poche decine di allestimenti teatrali. Si comprende
quindi in quale misura il boom del musical cinematografico abbia rappresentato in quegli anni
un'industria alla quale sarebbe non stato difficile rinunciare. Gli anni d'oro arrivano assieme a
geni tutti a stelle e strisce, dominano i capolavori di Lubitsch, Minnelli, Donen e Walters portati
al successo grazie al talento indiscusso di artisti quali Gene Kelly, Cyd Charisse, Fred Astaire,
Gynger Rodgers, Judy Garland, Howard Keel e moltissimi altri. Doveroso ricordare "Cantando
sotto la pioggia", "Il mago di Oz", "Sette spose per sette fratelli", "My fair lady", "West side
story", "Tutti insieme appassionatamente" (eletto da un recente studio terzo film per incassi
nella storia del cinema, superato soltanto da "Guerre Stellari" e "Via col vento") e ancora "Hello
Dolly", "Oliver!" e i più "moderni" "Cabaret", "Grease", "Jesus Christ Superstar", "Hair",
"Tommy", "Saranno famosi", "La piccola bottega degli orrori", "The Rocky Horror Picture Show"
e "Chorus Line". Tra gli ultimi nati emergono "Evita" di Alan Parker con una convincente
Madonna, "Tutti dicono I love you" del grande Woody Allen. Ma l'unica che fa ancora dei
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musical best-seller praticamente ogni anno è la Walt Disney, non a caso "La sirenetta", "La
bella e la bestia" e "Il re leone" sono finiti a Broadway.
Origini Teatrali
Si può dire che il musical nasce il 12 settembre 1866, giorno in cui negli Usa viene messa in
scena per la prima volta un'opera (The Black Crook) nata dall'unione fra una compagnia di ballo
e canto importata dall'Europa, con una compagnia di prosa. Questa collaborazione deriva dal
fatto che la prima era rimasta senza un teatro in cui esibirsi mentre la seconda era alle prese
con una produzione che si stava rivelando assai più costosa del previsto. Superate le difficoltà
economiche e organizzative il 12 settembre ci fu la prima dello spettacolo che venne svolta al
Niblo's Garden Theatre (Usa). Il musical ha quindi origine dai ceti popolari della società
americana e si sviluppa come una forma di teatro rivolta alle masse e a un pubblico molto
variegato. La sua struttura ed il suo stile permette allo spettatore di poter seguire lo spettacolo
come nel vaudeville (teatro di varietà), risultando più scorrevole e di più semplice comprensione
rispetto alla prosa tradizionale.
La musical comedy nasce proprio negli Stati Uniti perché tra la popolazione si trovano numerosi
gruppi di immigrati appartenenti ad etnie differenti i quali spesso non parlano o addirittura non
conoscono l'inglese; questi rappresentano un vasto pubblico potenziale per il musical perché
questa forma di spettacolo è in grado di legare con facilità il pubblico all'interesse per una storia
che traspare chiaramente nello spettacolo e lo affascina con lo stesso tipo di emozione circense
dei varietà.
La bravura degli atleti, la grazia delle ballerine, la capacità nel canto: sono queste le
caratteristiche che hanno permesso la nascita e lo sviluppo di questa forma di spettacolo.
Partendo da New York e Broadway, nasce una tradizione che si diffonderà a macchia d'olio,
portando la cultura del musical per le grandi e piccole città degli Stati Uniti. Già negli anni '20
alcuni spettacoli di Broadway cominciano a raggiungere i teatri del West End a Londra la quale
diventerà la grande capitale europea di questo genere teatrale.
Il musical si diffonderà in seguito in altre città d'Europa, anche se risulta difficoltoso farlo
conoscere ai paesi di lingua non anglosassone. Per far fronte a questo in alcune opere si è
ricorso alla traduzione dei testi, mentre in altri casi sono stati utilizzati sottotitoli. Questo ha
permesso di non perdere comunque la capacità tipica dello spettacolo di rendersi comprensibile
al pubblico per la sua forma peculiare.
Oggi
Bisogna riconoscere che la diffusione del musical è stata agevolata dalle versioni
cinematografiche di Hollywood, che hanno contribuito alla maggiore conoscenza e popolarità di
questo genere. In Italia non va trascurato il ruolo di divulgazione e promozione svolto
implicitamente dall'animazione turistica. In quasi tutti i villaggi, infatti, gli spettacoli principali
traggono ispirazione dalle grandi produzioni internazionali. Quest’azione ha contribuito
notevolmente al diffondersi di una cultura e di una sensibilità verso questa forma d'arte cha ha
creato un clima favorevole alla nascita di significative produzioni anche in Italia.
Oggi i giovani vedono il musical come diretta prosecuzione di un video di MTV; negli anni 20 la
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bizzarria di vedere nei film persone che improvvisamente si mettevano a cantare era accettata
proprio in quanto finzione scoperta. Negli anni 50 questa idea era rifiutata perché il pubblico si
era abituato a un continuo, preteso realismo televisivo. Per gli adolescenti del 2000 la musica fa
parte della vita quotidiana. La loro esistenza è accompagnata da una perpetua colonna sonora
fatta di MP3 o CD.
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