DIZIONE
La dizione è il modo in cui vengono articolati i suoni che compongono il linguaggio. Con
questo termine si intende, oltre alla mera pronuncia delle parole, oggetto dell'ortoepia,
l'insieme dei meccanismi della fonetica articolatoria e in generale la fisiologia della
produzione del linguaggio orale.
La comunicazione si fonda sul linguaggio che nelle società umane evolute si esprime
tramite l'articolazione e la ricezione di suoni articolati i quali sono oggetto di studio della
fonetica.
Lo studio fonetico si può svolgere in due direzioni.
Il primo approccio è descrittivo e si attua nella
specificazione dei tratti fonetici di un linguaggio
esaminato in un dato momento storico.
L'approccio duale è perciò quello storico dove si
studia la trasformazione fonetica dei suoni durante
la loro evoluzione.
Tra queste due metodologie, per quanto attiene alla dizione come convenzione linguistica,
il primo criterio è più produttivo ma un contatto con la seconda impostazione può rendere
conto delle numerose eccezioni cui va incontro e che sono di natura storica ed
etimologica.
Nella lingua italiana le Vocali vanno distinte fra:
Come si può notare nella categoria delle Vocali fonetiche sono annoverati due tipi di
e e due tipi di o, è infatti su queste due vocali che incide la distinzione fonetica di
pronuncia.
Altra distinzione necessaria per pronunciare correttamente le parole italiane è quella
Per indicare quali vocali vanno pronunciate aperte e quali chiuse si usano due tipi di
)
Quando su una sillaba contente una e o una o non cade l'accento tonico, la e o
la o si deve pronunciare sempre chiusa.
Esempio: tàvolo, lìbro, volànte, dìsco, bottìglia
Il rafforzamento La regola del rafforzamento sintattico, in genere ignorata (al
nord) o malamente utilizzata (al sud), impone di pronunciare alcune consonanti semplici,
poste ad inizio di parola, come se fossero doppie.
Questo raddoppiamento pronunciato, e non scritto, deve essere effettuato nei seguenti
casi:
1. Dopo tutte le parole polisillabe tronche
2. Dopo i monosillabi accentati o tonici né, già, quà, là, fa, più, sì, ma, sa, fra, se, a,
e, o,ecc..
3. Dopo la forma è del verbo essere
I numeri, i mesi, i giorni
I numeri cardinali.
ùno
sèi
ùndici
sédici
trénta
dùe
sètte
dódici
diciassètte
-----
tré
òtto
trédici
diciòtto
cènto
quàttro
nòve
quattórdici
diciannòve
-----
cìnque
dièci
quìndici
vénti
milióne
I numeri ordinali.
prìmo
sèsto
undicèsimo
sedicèsimo
secóndo
sèttimo
dodicèsimo
diciassettèsimo
tèrzo
ottàvo
tredicèsimo
diciottèsimo
quàrto
nòno
quattordicèsimo
diciannovèsimo
quìnto
dècimo
quindicèsimo
ventèsimo
I mesi dell'anno.
gennàio
febbràio
màrzo
aprìle
màggio
giùgno
lùglio
agósto
settèmbre
ottóbre
novèmbre
dicèmbre
I giorni della settimana.
lunedì
martedì
mercoledì
giovedì
venerdì
sàbato
doménica