PROLUNGAMENTO DELLA SHELF-LIFE DI FIORI RECISI Responsabile scientifico: prof. Marisa Di Matteo (Dipartimento di Ingegneria Chimica e Alimentare dell’Università degli Studi di Salerno) RELAZIONE SCIENTIFICA Dopo la raccolta, i fiori recisi hanno una vita piuttosto breve in quanto ai danni subiti a causa del trauma conseguente alla scissione dalla pianta madre, si aggiungono commercializzazione quelli (trasporto, dovuti alle stoccaggio diverse ed fasi della esposizione) che danneggiano ulteriormente i delicati tessuti vegetali. Il fiore, quindi, costretto ad accelerare il suo metabolismo per riparare i tessuti danneggiati, aumenta la respirazione, consumando le sue riserve di zuccheri ed acidi ed accelera la fase catabolica. Le condizioni di temperatura ed umidità incidono moltissimo sulla sua shelf-life. E’ noto, infatti, che far permanere i fiori recisi, nelle fasi di trasporto, stoccaggio ed esposizione in ambienti riscaldati porta ad una rapida disidratazione delle cellule che, prima perdono turgore e successivamente muoiono. Anche la conservazione con i gambi immersi in acqua non risolve efficacemente i problemi poichè in ambienti ricchi di acqua i microrganismi si moltiplicano velocemente, ostruendo i canali dello stelo e dando luogo a repentini fenomeni di fermentazione e marcescenza. Porre i fiori subito dopo la raccolta in celle frigorifere, ad una temperatura di 3-6°C, rallenta notevolmente i fenomeni degradativi ed assicura un allungamento della vita commerciale. Un prolungamento della conservazione può ancora essere assicurato addizionando nutrienti e antimicrobici all’acqua dove sono immersi i gambi dei fiori. 2 Questa è una pratica comune perché i fiori sono colti immaturi e le loro riserve sono estremamente povere per il complesso chimismo del loro metabolismo, per cui fornendogli queste sostanze si aiuta la pianta a sopravvivere e a non autodisgregarsi. Anche l’addizione di antifungini può aiutare il fiore a rallentare gli attacchi di marcescenza. Altro problema che deve essere ridotto al minimo è la presenza o meglio l’accumulo di etilene. Questo gas è normalmente prodotto dal metabolismo della pianta e, quando per lo stress della scissione dalla pianta madre e per riparare i tessuti danneggiati, il vegetale aumenta la respirazione, l’etilene è metabolizzato in misura maggiore. L’etilene però è anche un ormone ed ha la sua azione specifica nell’accelerazione della maturità e quindi della senescenza. Da qui l’importanza di ridurne la presenza e, se possibile, limitarne la produzione. Anche per questo problema normalmente si ricorre ad aggiunte di ossidanti quali derivati dell’argento, del permanganato di potassio ecc., tutte sostanze nocive sia per l’uomo che per l’ambiente. Tali sistemi, generalmente tollerati negli anni passati, attualmente sono guardati con sospetto o limitati al massimo, specie in alcuni paesi Europei, in quanto vi è una maggiore presa di coscienza dei possibili danni da essi causati all’ambiente, agli operatori e ai consumatori. Anche il sistema di far viaggiare i fiori recisi in acqua per migliorarne la conservazione non è ottimale perché è estremamente costoso, non 3 applicabile sempre (si pensi al trasporto aereo), ed è scomodo per le operazioni di confezionamento. Sulla base di queste considerazioni alcuni anni fa è stato avviato questo progetto per il prolungamento della vita dei fiori recisi con bassi costi di produzione, basso o nullo impatto ambientale e mantenimento della qualità della materia prima. Nel primo anno di azione erano stati proposti dei sistemi alternativi utilizzando per le rose un pretrattamento con Almasir, ed un confezionamento con film a doppia permeabilità. Per le gerbere ed i lilium era stato ipotizzato un pretrattamento con una soluzione polimerica in cloroformio e un successivo imballaggio con film semipermeabile e adsorbenti. La nostra azione in questo secondo anno si è svolta secondo le seguenti linee • Ottimizzazione della tecnologia proposta per la conservazione delle rose. • Messa a punto di un sistema combinato pretrattamento- imballaggio per le gerbere ed i lilium • Trasferimento tecnologico ad operatori del settore 4 Conservazione delle rose Per il prolungamento della shelf-life di campioni di rose, già nel primo anno di sperimentazione era stata messa a punto una tecnologia basata sull’utilizzo di un pretrattamento ed un imballaggio arricchito in zeoliti. In questo secondo anno di sperimentazione abbiamo ottimizzato le condizioni e modificato il protocollo. Sono state fatte numerose prove di conservazione di cultivar di rose con questa tecnologia innovativa, per appurarne i limiti e le possibilità. Per le prime prove le rose erano immerse per circa 3 cm in una soluzione acquosa al 10% in Almasir per 1-2 ore, erano poi confezionate con buste costituite da un film semipermeabile, le cui caratteristiche sono riassunte nella Tabella 1, modificate con una microforatura per 1/3 nella parte superiore, in quanto le rose hanno bisogno di una maggiore permeabilità al livello del capolino evitando così macchie di acqua sui petali delicati. Alla confezione era ancora addizionata una bustina contenente zeoliti in rapporto del 3% in peso. Questa successiva aggiunta sfruttava la capacità delle zeoliti di adsorbire vapore d’acqua ed etilene, avendo così un maggior controllo dell’atmosfera interna delle confezioni. In questo secondo anno abbiamo ottimizzato il processo di conservazione, studiando attentamente le condizioni durante le fasi di trasporto, stoccaggio e commercializzazione. 5 Innanzitutto abbiamo individuato i limiti di applicazione del pretrattamento, definendo le quantità da addizionare all’acqua di immersione dei fiori ed i tempi di applicazione. Si è visto così che l’efficacia del trattamento si ha anche con concentrazioni di Almasir in acqua del 3% e tempi di 1 ora. Le concentrazioni possono ulteriormente ridursi aumentando il tempo. Concentrazioni dello 0,2% sono sufficienti per prolungare la vita nelle fasi di stoccaggio e commercializzazione. Le zeoliti sono state sostituite con adsorbenti complessi (Foto 1) che utilizzati nella conservazione di alcuni vegetali avevano dato ottimi risultati. Questi adsorbenti di nuova generazione, rispetto alle zeoliti hanno mostrato un miglior controllo sull’umidità e sull’etilene, ed una maggiore facilità nel confezionamento. Per meglio comprendere l’azione combinata pretrattamento- imballaggio attivo abbiamo avviato delle sperimentazioni, mettendo a confronto campioni di rose pretrattate e confezionate e campioni di rose non trattate (v. Foto 1 e 2). Le prove si sono svolte durante la conservazione di entrambe le tipologie di campioni a temperature di 7°C per tre giorni e poi, dopo aver aperto le confezioni, mettendo i gambi delle rose in acqua. A tal proposito sono state testate varie cultivar di rose quali: Prestige, S. Remo, Equador, Dallas Equador e Classy Equador. 6 Accanto alle classiche analisi, ci è sembrato significativo abbinare anche un’ analisi delle componenti aromatiche. Per questa analisi ci siamo avvalsi di un sistema di estrazione in elio e di un riconoscimento degli estratti mediante analisi gascromatografica e spettrometria di massa. Nella tabella 2 vengono riportate le variazioni di alcuni dei composti volatili durante la conservazione. Chiaramente questi sono solo i primi risultati della sperimentazione che devono essere ulteriormente validati con ulteriori analisi, ma ci sono sembrati promettenti come marker di qualità. Nella Tabella 3 sono riportati i risultati dell’analisi sensoriale effettuata durante alcune sperimentazioni. Dai dati ricavati dalle sperimentazioni sulla conservazione di cultivar di rose, si può arrivare alla conclusione che, con una tecnologia appropriata, si possono trasportare agevolmente i fiori senza ricorrere ad ingombranti contenitori d’acqua, e che è altresì possibile prolungarne la freschezza per lungo tempo. 7 Conservazione post-raccolta di gerbere e lilium Fiori come gerbere e lilium hanno un comportamento durante la conservazione molto diverso, perché diverse sono le loro esigenze fiologiche ed il loro metabolismo. Ci siamo, quindi, molto sorpresi nel momento in cui, sottoposti a diversi tipi di pretrattamenti, quello che ha funzionato meglio era lo stesso per entrambi i fiori. I lilium sono una specie che presenta una lunga shelf-life, anche se vi sono notevoli differenze fra le sue cultivar. I problemi maggiori si hanno con l’apertura dei boccioli perché, soprattutto per prolungati stoccaggi, i capolini terminali non arrivano a maturazione e non si dischiudono le corolle. Le gerbere, al contrario, sono una specie poco resistente alla conservazione e già dopo pochi giorni dalla raccolta vede appassire la sua “freschezza” e di conseguenza sminuire il suo valore commerciale. Le cause di deterioramento sono diverse, ma si può ritenere che il principale problema è rappresentato dalla perdita di acqua per respirazione e traspirazione, con la conseguente perdita di turgescenza del tessuto conduttore del gambo, che piegandosi sotto il peso della corolla chiude le vie della nutrizione, o ad ostruzione dei vasi ad opera di colonie batteriche ed ancora a macchie fungine sui delicati petali. Come per la conservazione delle rose nel primo anno di attuazione del progetto era stata formulato un protocollo che comprendeva un pretrattamento, un imballaggio con film semipermeabile ed aggiunta alla confezione di zeoliti in rapporto dell’1%. 8 Il pretrattamento era effettuato immergendo circa tre centimetri del gambo delle gerbere in una soluzione cloroformica di una resina polimerica per circa un minuto. Questo pretrattamento però risultava scomodo per l’operatore perché lo obbligava a togliere i fiori dai cestelli con l’acqua dove erano stati messi all’arrivo in azienda, immergere i gambi dei fiori per circa un minuto, toglierli e passare al confezionamento. Un’ ulteriore difficoltà sorgeva per la natura del solvente, il cloroformio, che è tossico e può dare seri problemi se si inalano i suoi vapori. Per questo c’era la necessità di predisporre cappe aspiranti ed un luogo di preparazione appartato ed areato. Un ulteriore problema era rappresentato da una colorazione giallobrunastra sulla porzione del gambo sottoposto al trattamento. In questo secondo anno di attività, abbiamo sostituito il pretrattamento utilizzato in precedenza con uno non solo più efficace ma anche meno tossico, utilizzando. La resina polimerica è stata disciolta in acetone in rapporto dello 0,1% e, questa soluzione, miscelata con acqua nel rapporto dello 0,3%. Non vi era più la necessità di fare il pretrattamento a parte, ed i fiori all’arrivo in azienda erano posti, come si fa normalmente, nei carrelli con acqua con la sola differenza dell’addizione della soluzione pretrattante. Dopo il trattamento i gambi non presentavano alcuna alterazione cromatica o di struttura. 9 Semplificata e resa più sicura la fase del pretrattamento siamo passati all’ottimizzazione del confezionamento. Anche in questo caso ci siamo avvalsi del film a permeabilità differenziata visto in precedenza (v. Tabella 1), abbiamo addizionato la bustina di zeoliti sempre in rapporto del 3%, ed abbiamo posto il tutto nelle consuete scatole di cartone. L’imballaggio di cartone non è necessario per le esigenze di conservazione ma rientra nella consuetudine degli operatori del settore, che mal sopportano imballaggi più attuali e rispondenti alla fisiologia dei fiori. Per avere riscontri obbiettivi sulla metodologia applicata abbiamo effettuato diverse prove di conservazione di gerbere e lilium trattati, con fiori solo imballati in cartone, senza alcun imballaggio e, confezionati con il solo film. Per avere conferme sulla validità del metodo, le prove sono state effettuate in diversi periodi dell’anno, in modo da conoscere il comportamento dei fiori confezionati con pretrattamenti ed imballaggi, anche in periodi non ottimali per la commercializzazione. Infatti nei periodi maggio-luglio, specialmente per le gerbere, la vendita diminuisce notevolmente a causa dell’alta deperibilità dei fiori. La possibilità di aumentare la resistenza dei fiori può quindi essere visto come un valido aiuto alla commercializzazione. Per le prove di conservabilità di gerbere e lilium abbiamo seguito il seguente protocollo. 10 I fiori, al loro arrivo in laboratorio o in azienda, sono stati immersi per circa quattro centimetri in acqua addizionata del 3% della soluzione polimerica a temperatura ambiente. Il tempo del bagno dei gambi dei fiori variava in genere da una a tre ore. Dalle numerose prove effettuate è risultato che i tempi dell’immersione possono essere variati a seconda delle esigenze degli operatori poiché tempi prolungati non danneggiano il fiore né minimizzano l’efficacia del trattamento. I fiori, dopo il pretrattamento, erano confezionati con un film sermipermeabile, addizionati del 3% in zeoliti e posti in celle frigorifere a 7°C per tre giorni. Trascorso questo tempo venivano posti in vasi con 10 cm di acqua, e l’acqua veniva cambiata dopo tre giorni. In questa occasione venivano effettuate analisi di immagine, del colore e sensoriali. Sono state effettuate anche analisi della carica batterica dell’acqua all’inizio ed alla fine della conservazione. I risultati di alcune prove di analisi sensoriali sono riportate nelle tabella 4 per le gerbere e nella tabella 5 per i campioni di lilium, mentre nelle foto 3-12 e nelle foto 13-23 sono presentate alcune analisi di immagine, rispettivamente per le gerbere e per i lilium. Le figure 1-6 mostrano, invece, gli istogrammi che sintetizzano l’analisi delle componenti cromatiche effettuate sulle gerbere. 11 Quest’ultima analisi è stata condotta con un colorimetro Minolta CR200, ed i dati sono stati espressi nella scala Hunter. I dati dell’analisi microbiologica sono riportati nella tabella 6. Dall’attenta osservazione di tutti i dati raccolti si può dire che la tecnologia combinata prolunga notevolmente la vita di questi fiori e, che, già la sola applicazione del pretrattamento o del confezionamento con il film e l’adsorbente mostra un significativo beneficio. 12 TRASFERIMENTO TECNOLOGICO AD OPERATORI DEL SETTORE Durante i due anni di attuazione del progetto, il trasferimento tecnologico è stato attuato tramite le numerose visite effettuate nelle aziende indicateci dal SERSICA In particolare le aziende interessate alla sperimentazione sono state la “Coperativa Masaniello” di Ercolano e l’azienda “Gardenia” di Castellammare di Stabia. In entrambe le aziende sono state effettuate prove di conservazione. Nella coperativa Masaniello sono state effettuate prove su numerose cultivar di rose e diversi tipi di confezionamento. Nell’azienda Gardenia, invece, abbiamo dovuto variare il pretrattamento studiato in precedenza, per adeguarlo alle esigenze degli operatori. Le ultime prove condotte in azienda sono state molto semplificate e molto rapide. 13