I RULLI MAGNETICI - Feis

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Prodotti Nuovi e Supporti per la rigenerazione di cartucce a nastro, laser ed inkjet
I RULLI MAGNETICI: PROBLEMI LEGATI ALL’USURA E RIMEDI
Premessa
La formazione dell’immagine, detta anche fase di sviluppo, è un procedimento che coinvolge e fa
interagire tra loro tutti i componenti all’interno della cartuccia toner.
All’inizio del processo di formazione dell’immagine il toner viene dapprima caricato elettricamente
tramite il rullo magnetico (Mag Roller) per poi venire attratto dalle zone della superficie del tamburo
fotosensibile (OPC Drum) che hanno conservato la carica di segno opposto, dopo la “cancellazione” delle
aree non interessate da parte di un laser o di una barra a led.
La polarizzazione del toner tramite l’uso di un mix di corrente alternata (AC) e corrente continua (DC) è
una tecnica messa a punto da Canon™ che serve per “miscelare” le particelle di toner di differenti
dimensioni presenti sulla superficie del rullo magnetico, quindi soggette per forza di cose ad accumulare
in maniera diversa la carica elettrica a cui sono sottoposte. In questo modo, quando la tensione della
corrente alternata è dello stesso segno della tensione della corrente continua applicata al rullo, le particelle
“saltano” verso la superficie del tamburo OPC; quando la tensione della corrente alternata è di segno
opposto allora le particelle di toner viaggiano nuovamente verso la superficie del rullo magnetico ed il
processo ha modo di riprendere daccapo, favorendo il mescolamento del toner.
Il rivestimento del rullo magnetico e la lama di livellamento del toner (Doctor Blade) giocano ovviamente
un ruolo molto importante nel controllare il livello di carica del toner.
Chi fabbrica parti di ricambio “compatibili” o “aftermarket” prende naturalmente come riferimento la
parte corrispondente della cartuccia toner OEM (Original Equipment Manufacturer). Per esempio, chi
costruisce Doctor Blade aftermarket cerca di farle il più “simile” possibile alle Doctor Blade OEM, allo
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stesso modo chi fabbrica Mag Roller aftermarket farà altrettanto avendo come riferimento i Mag Roller
OEM.
Una nota: diversamente da quello che si potrebbe pensare, se c’è una parte della cartuccia toner
generalmente molto diversa dalla sua omologa OEM ebbene questa parte è proprio il toner e ciò è dovuto
alla complessità della composizione di questo componente, molto difficile da replicare da parte dei
fabbricanti di materiali compatibili.
Tanto per complicare ancora un po’ le cose, bisogna tener presente che il rigeneratore normalmente ha a
che fare con componenti della cartuccia toner logori e che spesso vengono rimpiazzati solo in parte per
una questione puramente economica.
D’altro canto è anche vero che la sostituzione di tutti i componenti disponibili di una data cartuccia toner
non porta automaticamente ad avere i migliori risultati possibili in termini di qualità di stampa, vuoi
perché all’interno della cartuccia toner ci sono altri componenti logori, vuoi perchè le parti che si vanno a
rimpiazzare non sono appunto fabbricate dagli stesse aziende che costruiscono componenti OEM ma da
altre aziende che, come detto prima, prendono la parte OEM come riferimento per cercare di ottenere gli
stessi risultati.
Il problema più grosso che incontra un rigeneratore nel riutilizzare una parte usata è quindi stabilirne il
grado di usura e di conseguenza prevederne quali saranno le prestazioni durante il ciclo di utilizzo
successivo.
L’usura dei rulli magnetici
Costruzione. Il rullo magnetico è generalmente costituito da un cilindretto o manicotto di alluminio
(Sleeve) che viene dapprima trattato in superficie mediante sabbiatura per dargli una determinata rugosità
superficiale ed infine rivestito con una sottile pellicola di materiale conduttivo. Al suo interno è presente
un nucleo magnetico che rimane immobile durante il processo di carica ed ha lo scopo di attrarre le
particelle di toner presenti nella tramoggia
spingendole verso la superficie del rullo che
ruota.
Nel particolare della figura a fianco si nota il
termine del rivestimento conduttivo (scuro) ad
una estremità del rullo magnetico.
Il grado di rugosità stabilito dal fabbricante OEM
dipende dalla velocità di stampa raggiunta dal
particolare modello di stampante e dalle
caratteristiche di carica elettrica del toner
utilizzato; la rugosità, infatti, consente di
aumentare la superficie a cui il toner è esposto e
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di conseguenza consente di caricare elettricamente il materiale con maggior facilità. A questo punto è
evidente come il rivestimento conduttivo e le sue condizioni superficiali possano determinare la
maggioranza dei problemi riconducibili al rullo magnetico.
Usura. Col passare del tempo l’attrito provocato dallo sfregamento delle particelle di toner e dalla
pressione esercitata dalla lama di livellamento logorano la superficie del rullo magnetico che tende a
diventare non omogenea: ciò può essere facimente verificato stampando ad esempio una pagina intera con
un retino al 50% e notando quindi sul foglio la comparsa di aree non uniformi.
La progressiva usura del rivestimento comporta anche la comparsa sul foglio stampato di immagini
fantasma oltre ad una generale scarsa densità di stampa che si nota soprattutto nelle aree dove il nero è più
denso.
Per riuscire a prevedere le future prestazioni di un rullo magnetico bisognerebbe allora essere in grado di
rispondere alle domande seguenti:
•
•
•
Quanto rivestimento conduttivo è rimasto sul rullo magnetico?
Che effetti può avere la quantità di rivestimento mancante sulla carica elettrica del toner?
In che condizioni è la finitura superficiale del rullo magnetico?
•
Quante rivoluzioni dovrà ancora compiere il rullo magnetico nel prossimo ciclo d’uso?
Effetti dell’usura. Andiamo ad analizzare gli effetti dell’usura in relazione alla sua tipologia.
Il rivestimento di un rullo magnetico nuovo misura pochi decimi di millimetro ed ha un determinato
livello di rugosità, quindi è praticamente impossibile effettuare una misura dello spessore del rivestimento
rimasto su un rullo magnetico usato perché la sua superficie si presenterebbe molto irregolare e falserebbe
in maniera evidente le misurazioni.
Il rivestimento si logora partendo dai “picchi” di rugosità, a volte riempiendo gli spazi con particelle di
toner che si incastrano sulla superficie del rullo magnetico, cosicchè quest’ultimo perde poco alla volta la
sua capacità di caricare il toner in maniera corretta. Man mano che l’usura procede è possibile che si arrivi
addirittura ad esporre la superficie di alluminio del rullo magnetico, che in questa condizione si trova a
fornire un livello di carica eccessivo al toner che va a depositarsi sopra: il risultato allora sarà la
produzione di stampe con una scarsa densità (il toner sovra-caricato elettricamente farà sempre più fatica
a staccarsi dal rullo magnetico per raggiungere la parte elettricamente carica - ma di segno opposto - del
tamburo fotosensibile).
Inoltre il toner è formato da un insieme di particelle di varie dimensioni e questo fa si che le particelle più
piccole, andando ad aderire maggiormente alla superficie del rullo magnetico, siano maggiormente
coinvolte rispetto a quelle più grosse nel problema del sovra-caricamento elettrico del toner.
Le condizioni ambientali sono altrettanto importanti: in situazioni di bassa umidità si manifesteranno con
maggiore frequenza le stampe che presenteranno scarsa densità, immagini fantasma o addirittura fondo
pesante.
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A peggiorare le cose ci pensa, in seguito, l’ossidazione dovuta all’azione dell’aria sulla parte esposta di
alluminio del rullo magnetico causata dall’abrasione del rivestimento: l’alluminio a contatto con l’aria si
ossida formando appunto ossido di alluminio, il quale invece è un isolante elettrico... L’ossido di
alluminio, insomma, contribuisce anch’esso a determinare lungo la superficie del rullo magnetico una
disomogeneità nel livello di carica elettrica che successivamente dovrà trasferirsi al toner.
Conclusioni
Per quanto detto sopra è quindi assai comune trovare un divario abbastanza grosso nelle condizioni
d’usura dei rulli magnetici anche se questi hanno alle spalle un solo ciclo di utilizzo.
In una siffatta situazione il rigeneratore procede comunemente per tentativi, cercando di “indovinare” in
base alla propria esperienza le prestazioni future di un rullo magnetico usato.
Per uniformare il più possibile le prestazioni delle cartucce toner rigenerate appartenenti ad uno stesso
modello di stampante laser bisogna allora tenere sotto controllo lo stato di usura dei rulli magnetici e
questo si può compiere attraverso i seguenti rimedi:
♦ ricondizionare i rulli magnetici OEM mediante l’applicazione di un nuovo rivestimento
conduttivo per ripristinare il normale livello di carica elettrica del toner
♦ rimpiazzare il vecchio rullo magnetico con uno nuovo compatibile
♦ applicare delle apposite strisce conduttive sulla Doctor Blade che servono anch’esse per
controllare la carica elettrica del toner
♦ se non è attuabile nessuna delle soluzioni sopra proposte allora, maneggiando i rulli magnetici
con i guanti per evitare che il grasso della pelle contamini la superficie, è possibile pulire la
loro superficie utilizzando con molta cautela alcool isopropilico (evitare assolutamente l’uso di
prodotti abrasivi); al limite è possibile utilizzare solamente un potente getto d’aria compressa o
lavare la superficie con acqua tiepida e liquido sgrassante per lavastoviglie, avendo
ovviamente poi cura di effettuare un abbondante risciacquo per eliminare ogni residuo e
facendo poi asciugare completamente il tutto prima di procedere nuovamente al rimontaggio
della parte nella cartuccia.
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