LE CAMPANE
DEL DUOMO DI RAVENNA
LUC A CHIAVEGATO
NICOL A PATRIA
In Ravenna, splendente capitale dell’Esarcato
d’Italia sotto l’impero bizantino, le torri campanarie venivano edificate con sette, nove o dodici
ordini di finestre a rispetto di una numerologia
sacra, il più delle volte di forma circolare per
meglio reggere i cedimenti del suolo, umido per
la vicinanza dell’Adriatico. Il campanile circolare della Cattedrale, risale al IX° secolo e si pre senta in ottimo stato sia internamente che ester namente. Internamente vi si trova un solaio in termedio per ognuno dei sette ordini di finestre, compreso il pian terreno. Al centro del la spaziosissima cella campanaria della Cattedrale si erge un’incastellatura lignea che si
infigge nei muri due piani più in basso. Essa è predisposta per il suono a trave delle
campane la cui maggiore è addirittura munita di due stanghe di manovra. Interessante
rilevare il fatto che i ceppi delle campane minori sono sottodimensionati, conferendo
alle stesse una maggiore velocità d’azione. E’
presente un ceppo ligneo al di sopra delle
stanghe di manovra ad uso dei “calciatori” ed
i fori nel peduncolo dei battagli testimoniano
un uso degli esecutori di “scampanio o cam panò”. In corrispondenza delle campane vi
sono delle crociere ad x sostenenti i piani
dove i suonatori si sistemavano per manovra re i bronzi.
Nella cella si mostrano numerose dediche e
firme della squadra dei campanari cittadini,
che cessarono l’attività durante la seconda
guerra mondiale, lasciando per sempre mute
le torri della città dei mosaici. I bronzi sono
disposti nel seguente modo, da sinistra: mez zana, grossa, mezzanella con davanti la piccola. E’ il coro campanario più imponente di tut ta la provincia di Ravenna e le quattro campa ne sono ferme ed azionate con elettrobattenti
esterni.
CARATTERISTICHE DELLE CAMPANE
CAMPANA MAGGIORE
Posizione musicale Tonica
Diametro 1369 mm
Peso stimato 1500 kg
Nota presunta Re
3
calante
Anno di fusione 1807
Fonditore Marco Antonio Baldini
Inscrizione
ANTONIUS
CODRONCHI
CORNELIEN ARCHIEP RAVEN NAPOLEONIS I
RAVENA
CORONAE
ITAL
MAGNUS
FERREQUES
ELEMOSJNARIUS
TORQUATUS
ILLIS
QUOS PREASENTISSINOS HABUIT LUGDUM
PATRONS IN CURANDA ECCLESIAE LIBERTATE
HAEL HERA NUNC CONSECRAT + MARCUS
ANT. BALDINI RONFRIGIDO FUNDEBAT AN. D.
MDCCCVII
Note È la campana più grande attualmente
censita di tale artista.
Ragione sociale del fonditore Baldini
CAMPANA SECONDA
Posizione musicale MODALE (Terza minore)
Diametro 1072 mm
Peso stimato 830 kg
Nota presunta Fa 3 calante
Anno di fusione 1658
Fonditore Giacinto Landi
Inscrizione OVA MITEM SAEVIENS IGNIS
DISSOLVERAT IDEM LUCAS TORRIGIANUS
ARCHIEP. PRINCEPS ET C.A.C.
SUBNOMINES S. APOLLINARIS ET VITALIS
REFECTAM HABUIT FABIO ZANCHO I.V.D.
CAN. ARCIM. CONSOL. A. MDCLLVIII +
HIACINTUS DE LANDIS IMOL FUNDEBAT
Note La campana è calante rispetto alla
precedente
Ragione sociale del fonditore Landi
CAMPANA TERZA
Posizione musicale SOTTODOMINANTE
(Quarta crescente di quinta maggiore)
Diametro 931 mm
Peso stimato 500 kg
Nota presunta La bemolle
3
Anno di fusione 1769
Fonditore Giulio Scaramelli
Inscrizione D.O.M. IN HONOREM
SS ANTONII PA ET SAVINI EP. ET M.
ANTONIIUS CANTONI ARCHIEP ET P.R.
DICABAT A MDCCLXIX + OPUS IULII
SCARAMELLI RAVENNAE
Note La campana cresce di un semitono
intero rispetto alla tipologia del concerto
minore emiliano dovrebbe essere almeno
un sol.
Ragione sociale del fonditore Landi
CAMPANA QUARTA
Posizione musicale DOMINANTE
Diametro 818 mm
Peso stimato 450 kg
Nota presunta La
3
calante
Anno di fusione 1825
Fonditore Antonio Balestra
Inscrizione ANTONIUS EX COMITIBUS
CODRONCHI ARCHIEP IS OPUS ET
PRINCEPS INJURIAM TEMPORUM REPANS
RENOVAM ET NOMINE SANCTORUM URSI
ET SEVERI ORAVIT. CANONICO
FRANCISCO GUAGNANNI CIMELI ARCA
ANNO MDCCCXXV + ANGELUS BALESTRA
LONGIANI FUNDEBAT
Note
L a campana e molto calante e si
avvicina molto alla precedente
L’insieme si presenta abbastanza armonico nonostante la singolare sequenza delle note
che se suonate alternate danno un risultato solenne e maestoso. Splendido è il magnifico
telaio ligneo, che sostiene le campane, adatto per il suono a trave nel sistema emiliano –
bolognese nella variante Romagnola. I mozzi sono piccoli rispetto alle proporzioni
classiche del sistema emiliano di conseguenza le campane risultano molto più veloci del
consueto. Questa differenza si nota soprattutto nelle due campane minori, le quali
danno l’idea di non essere in grado di poter rimanere in piedi. La ferramenta abbisogna
di sostituzione come i battenti schiacciati dall’uso frequente.
Oggi le campane sono percosse esternamente da elettromartelli che non permettono più
il movimento.
LUCA CHIAVEGATO
NICOLA PATRIA