I disegni in pianta, sezione e prospetto

I disegni in pianta, sezione
e prospetto
Alcuni disegni tratti da:
M. Canciani, I disegni di progetto costruzioni, tipi e analisi, cap.1 il processo geometrico
Città Studi edizioni, Novara 2009, ISBN 978-88-251-7331-4
Pianta 1° Livello
Schizzo prospettico
Pianta 2° Livello
Fig. 1 Disegno tratto da Le Corbusier, Villa Stein de Monzie, 1927-1929, pianta primo e secondo livello.
L'ambiente dell'atrio è caratterizzato oltre che dalla parete variamente incurvata, evidenziata anche nello schizzo in prospettiva, dallo spazio vuoto a doppia altezza, messo in risalto
da una leggera ombreggiatura, posta al secondo livello.
Il disegno della pianta viene utilizzato da Le Corbusier come uno strumento per sviluppare il progetto, in un processo lento e meditato, guardando dal suo interno, nell'intima
relazione tra gli spazi.
Fig. 2 A. Loos, Casa Moller, 1927, Pianta 3°
livello.
Loos adotta un metodo razionale di controllo
del progetto nelle tre dimensioni, basato sulla
scomposizione dell’oggetto architettonico
attraverso la pianta e la sezione, in cui la corrispondenza tra i due elaborati viene garantita
dal riferimento nella pianta del piano su cui è
costruita la sezione C-A. L'architettura in questi
due disegni viene descritta nella fase prettamente esecutiva, già definita nelle sue parti,
nelle caratteristiche costruttive, nelle dimensioni di tutti i diversi elementi, anche dei più
piccoli dettagli, non dimostrando nessun ripensamento o modifica nelle scelte progettuali.
«Loos considerava infatti i disegni come mero
strumento per registrare cosa andava costruito: la posizione dei muri, le strutture portanti, la
destinazione d'uso degli ambienti e le misure di
questi», in M. RISSELADRA, Raumplan versus
Plan Libre, Rizzoli, New York 1989
Fig. 3 A. Loos, Casa Moller,1927, Sezione
longitudinale passante nel vano scala.
Loos rivendica alla sezione il ruolo di guida per
lo sviluppo in alzato dei diversi piani, secondo
un «Raumplan», una sovrapposizione di piani
sfalsati, che «sono così ordinati secondo lo
spazio verticale», in M. RISSELADRA, Raumplan
versus Plan Libre, cit. , p. 27, in contrasto con il
valore organizzativo affidato alla pianta da Le
Corbusier, a supporto della «plan libre».
Il disegno della sezione comanda lo sfalsamento tra i diversi piani ed evidenzia, a sinistra,
tra il primo e il secondo livello e a destra, tra il
secondo e il terzo lo sfalsamento per permettere l'entrata della luce all'interno dell'edificio.
L'elemento di collegamento verticale che si
muove liberamente, all'interno e all'esterno del
vano centrale, pur se nascosto nella vista della
sezione, viene rappresentato ugualmente con
un segno tratteggiato, in modo da evidenziarne
la continuità. Il disegno è improntato alla
concretezza e praticità della costruzione, con
precisi riferimenti alle misure reali (sono riportate le quote con le misure) e ai dettagli costruttivi
Fig. 4
Disegno tratto da S. Calatrava, S. John the Divine, 1991, schizzo
della sezione. La sezione trasversale della navata centrale evidenzia il
riferimento metaforico dell’architettura alle proporzioni delle parti caratteristiche di un albero: il primo livello della cripta sotterranea corrisponde
alle radici, il secondo, relativo alla navata, si riferisce alla zona del tronco e
il terzo, che riguarda la copertura dove è previsto un «rifugio ecologico», si
riferisce alla chioma.
Fig. 5
L. da Vinci, Tiburio del Duomo di Milano, Sezione.
Il disegno per lo studio dell'innalzamento della struttura del Tiburio,
evidenzia gli allineamenti e le linee di scarico degli archi rampanti,
così come la sovrapposizione di ogni singolo elemento costruttivo
che li compone
Fig. 6 Disegno tratto da F. Castelli detto Borromini, Rilievo della sezione di una modanatura,
eseguita a Montecavallo, a destra in alto e ipotesi
di una nuova modanatura a sinistra in basso.
Le sezioni analizzano i due profili accostati, verificando le proiezioni dei prospetti, ottenute riportando dalle sezioni gli allineamenti orizzontali,
con una particolarità: mentre l'elemento di destra
è relativo ad una sezione di rilievo presa da un
edificio antico, quello di sinistra e anche quelli
ripetuti in basso sono delle sezioni di progetto
con delle cornici «rivisitate» da Borromini in
chiave barocca. Le due sezioni producono nel
prospetto due disegni simili, ma l’effetto plastico
e la rispondenza alla luce di quella borrominiana,
è completamente diverso
Fig. 7 Disegno tratto da Anonimo, Palinsesto
facciata anteriore della Cattedrale di Strasburgo,
1275 ca.
Il disegno della proiezione destra e inferiore della
facciata, descrive tutti gli elementi costruttivi,
archi, finestrature e pinnacoli, con minuziosità e
ricchezza di particolari, secondo una precisa e
rigorosa costruzione geometrica. In questo
caso, il disegno acquista un’importanza
talmente rilevante che il prospetto diviene, allora,
«l’elaborato guida», la matrice che detta le indicazioni per la costruzione stessa
Fig. 8 Disegno tratto da Le Corbusier, Villa Stein de Monzie, 1927, prospetto con evidenziata la
costruzione geometrica relativa ai rapporti proporzionali della «sezione aurea». Nel disegno
della facciata l’intento principale non è tanto quello di rappresentare la profondità, come negli
esempi precedenti, quanto quello di precisare la costruzione geometrica che stabilisce le
proporzioni tra le parti e le dimensioni reciproche. Le linee oblique sovrapposte al disegno
rappresentano, infatti, i rapporti proporzionali, secondo la sezione aurea, tra altezza e larghezza
degli elementi principali della facciata
Pianta
Sezione
Sezione
Prospetto
Sezione
Fig. 9 Disegno tratto da M. Botta, Edificio
Ransila, Lugano, 1979-84, Schizzo di dettaglio in
prospetto e sezione di una finestra.
Botta compone i disegni della sezione e del
prospetto allineandoli semplicemente tra loro.
Pianta
Fig. 10
Rielaborazione del disegno di Antonio di
Vincenzo, Cattedrale di Milano, 1390, Pianta con indicata la sezione parziale in situ dell’ alzato.
3’
Sezione 3-3’
2
3
2’
Sezione 2-2’
Pianta 1
1
Sezione 4-4’
Pianta 2
Pianta 3
1’
Pianta 4
Fig. 1.57 Rielaborazione da H. Hertzberger, Progetto per l’ingresso della scuola Montessori, Apollo Laan, 1980-83.
Il profilo dell’edificio, che rimane costante in pianta nelle diverse versioni, viene riportato con un tratto deciso e rinforzato graficamente da una campitura a tratteggio. Nella tavola, composta da una serie di grafici
collegati tra loro, viene analizzato il disegno della pianta (pianta 1), posto in alto, con un andamento della scala rettilineo, passando poi all'alzato, attraverso le due sezioni che mostrano due versioni diverse del
parapetto (sezione 2-2'e 3-3'), disposte a lato. È elaborata, quindi, una seconda versione della pianta (pianta 2), più in basso, con una scala curvilinea, alla quale viene affiancata la sezione (sezione 4-4'), dove
sono verificate anche le proporzioni rispetto alle figure umane e sviluppa, da questa il disegno del prospetto frontale (prospetto 1-1'). Quindi il procedimento è ripetuto sulla destra del foglio per altre due piante
(pianta 3 e 4), per provare un’altra forma della scala e verificarne la relazione con gli spazi interni