PSICOLOGIA
GENERALE
Antonio Cerasa, PhD
IBFM-CNR, Germaneto (CZ), Itay
[email protected]
http://www.ibfm.cnr.it/en_persone/acerasa.php
http://docenti.unicz.it/sito/cerasa.php
“…Caro signore, ho esaminato con interesse le ricerche
sperimentali da lei condotte per verificare le affermazioni
psicoanalitiche. Non mi sento di dar molto valore a queste
prove perché le affermazioni psicoanalitiche si basano su
una tale mole di osservazioni che non le rendono
sottoponibili alla verifica scientifica. Tuttavia queste
ricerche non provocano alcun danno. Suo Sigmund ….”
(cfr. Meazzini e Corao, 1978).
Effetti della Psicoterapia CognitivoComportamentale sulla plasticità cerebrale.
Presentation Overview
1: Storia della Psicologia
2. La Psicologia Moderna
1879, Fondazione del Lab di Psic. Sperimentale a Lipsia (WUNDT)
1901, Psicologia Sperimentale
1910, Nascita dell’ Associazione Psicoanalitica Internazionale
1912, Nascita del Gestaltismo
1913-30, Comportamentismo classico (Watson)
1930-50, Neo-Comportamentismo (Skinner)
1950-ad oggi, COGNITIVISMO
Indice
1.
Modelli teorici in Psicologia
1.1 Modello Comportamentista
1.2 Modello fenomenologico
(GESTALT)
1.3 Psicologia Cognitivista
Indice
2.
I Domini della psicologia come scienza
2.1 Personalità
2.2 Emozioni
2.3 Pensiero Produttivo // Intelligenza
1. Modelli teorici in Psicologia
1.1 Comportamentismo
..... prima di iniziare bisogna ricordare che la nascita della psicologia come
disciplina scientifica si ha intorno il 1879 con la creazione del laboratorio di
Psicologia Sperimentale del Dr Wundt.
1. Modelli teorici in Psicologia
1.1 Comportamentismo
1880-1920
1910-1960
WATSON
SKINNER
HULL
SECENOV*
PAVLOV
Thorndike
1.1 Comportamentismo: MANIFESTO,
1913
•  LA PSICOLOGIA E’ UNA BRANCA SPERIMENTALE PURAMENTE
OGGETTIVA DELLE SCIENZE NATURALI, CHE HA BISOGNO
DELL’INTROSPEZIONE TANTO QUANTO NE HANNO BISOGNO LE
SCIENZE DELLA CHIMICA E DELLA FISICA….. CIOE’ NIENTE!!!!
•  IL SUO OBIETTIVO TEORICO E’ LA PREVISIONE E IL CONTROLLO
DEL COMPORTAMENTO UMANO
•  IL COMPORTAMENTISTA NEL SUO SFORZO DI PRODURRE UNO
SCHEMA UNITARIO GENERALE DELLA RISPOSTA ANIMALE, NON
AMMETTE NESSUNA LINEA DI DEMARCAZIONE TRA L’UOMO E
L’ANIMALE.
•  NON USARE MAI TERMINE COME COSCIENZA, MENTE,
INTROSPETTIVAMENTE. USARE INVECE: STIMOLO-RISPOSTA,
INTEGRAZIONE DELLE ABITUDINI.
1.1 Comportamentismo: MANIFESTO,
1913
•  LA PSICOLOGIA COMPORTAMENTISTA DEVE SERVIRE A
QUALCOSA. LO PSICOLOGO DEVE ESSERE IMPIEGATO COME
CONSULENTE PER RISOLVERE PROBLEMI (PENSIERO
CONTRAPPOSTO ALLA VISIONE FILOSOFICA DEL FILOSOFO):
PSICOLOGIA DEI FARMACI, PUBBLICITA’, PSICOLOGIA GIURIDICA,
DEI TEST, PSICOPATOLOGIA
•  LA PERSONALITA’ ALTRO NON E’ CHE IL PRODOTTO FINALE DEI
NOSTRI SISTEMI DI ABITUDINI
•  “DATEMI UNA DOZZINA DI BAMBINI SANI E BEN FORMATI E UN
AMBIENTE CHE SIA FORMATO SUI MIEI PRINCIPI, E IO VI
GARANTISCO DI PRENDERE A CASO UNO DI LORO E DI
FORMARLO IN MODO TALE CHE DIVENTI QUALSIASI TIPO
PARTICOLARE: MEDICO, AVVOCATO, DIRETTORE O ANCHE
MENDICANTI O LADRO; INDIPENDENTEMENTE DAI SUOI TALENTI
O INCLINAZIONI O DALLA RAZZA DEI SUOI ANTENATI.
1.1 Comportamentismo
•  BEHAVIORISM SIGNIFICA INTERPRETARE OGNI
COMPORTAMENTO IN TERMINI DI RIFLESSI
CONDIZIONATI ANIMALI
STIMOLO
RISPOSTA
•  L’UOMO E’ UN PASSIVO AGENTE NELL’AMBIENTE
•  E’ UNA VISIONE DARWIANA IN CUI LA RISPOSTA
MENO ADEGUATA ALL’AMBIENTE VIENE ESTINTA
1.1 Comportamentismo
Le variabili psichiche
sottoposte a controllo di
laboratorio sono i processi
sensoriali semplici, con
esclusione di tutte quelle aree
che ora noi comprendiamo
sotto il titolo di psicologia
(pensiero, affetti, emozioni).
L’esperimento è l’unico
metodo adeguato di
conoscenza.
Lo scopo è indagare sulla
struttura della mente,
individuandole le componenti
e le leggi di interazione.
1.1 Comportamentismo
ANCHE SE IL COMPORTAMENTISMO SEMBRA PARLARE
DELL’ESSERE UMANO IN GENERALE, IN REALTA’ IL SUO
QUASI TOTALITARIO CAMPO DI INTERESSE E’
SULL’APPRENDIMENTO
IL CONDIZIONAMENTO DIVENTERA’ IL PARADIGMA
SPERIMENTALE DI RIFERIMENTO PER TESTARE LE
IPOTESI SULL’APPRENDIMENTO
1.1 Comportamentismo
•  TUTTI GLI ESPERIMENTI
SONO TESTATI SUGLI
ANIMALI NON PERCHE’
SONO INTERESSATI ALLA
PSICOLOGIA ANIMALE MA
PERCHE’ L’ANIMALE
RAPPRESENTA
ESATTAMENTE COME QUEL
DETERMINATO PROCESSO
AVVIENE NELLA MENTE
UMANA NELLA SUA FORMA
PIU’ PURA SENZA
L’INTERFERENZA DI
COSCIENZA, LINGUAGGIO,
EMOZIONI.
THORNDIKE
•  E’ CONSIDERATO IL VERO PADRE
DEL COMPORTAMENTISMO IN
QUANTO FU IL PRIMO A STUDIARE
LA PSICOLOGIA ANIMALE (1898).
•  LUI INVENTO’ IL PUZZLE BOX: UN
GABBIOTTO DI LEGNO, CHE UN
GATTO AFFAMATO IMPARA
PROGRESSIVAMENTE AD APRIRE
CON LA ZAMPA PER RAGGIUNGER
IL CIBO CHE GLI VIENE DATO
DALL’ESTERNO
WATSON
•  E’ uno dei pochi che è veramente
psicologo, mentre gli altri
comportamentisti sono per lo più
medici.
•  Ha insegnato Psicologia alla Johns
Hopkins ma dopo pochi anni fù
cacciato a causa della sua relazione
con l’assistente
•  Per il resto della vita ha lavorato
come psicologo in un’agenzia
pubblicitaria…. Ed ha inventato il
termine COFFEE BREAK !!!!
PAVLOV
•  Lui non era un comportamentista, ma solo uno
scienziato che ha realizzato un esperimento che è
diventato manifesto della disciplina e che gli ha dato
il NOBEL.
1.1 Comportamentismo
a) Condizionamento Classico
La nutrizione del bambino è un
esempio semplicissimo di come vi
siano catene di azioni nella cui
esecuzione non entrano elementi
appresi.
Pavlov è stato il primo a studiare la
genesi dei meccanismi derivanti dall’
adattamento, i quali fanno sì che uno
stimolo neutro porti ad una risposta
nella quale entra il riflesso originario.
Tra le molteplici stimolazioni ambientali, alcune assumono la capacità di
evocare risposte in precedenza attivate solo dallo stimolo originario. Anche se
questo apprendimento passivo di sequenze di stimoli non è l’unica forma del
processo di apprendimento, costituisce comunque un meccanismo
fondamentale.
1.1 Comportamentismo
a) Condizionamento Classico
Studiando i riflessi gastrici, Pavlov notò come il concetto di riflesso non
era sufficiente per spiegare da solo la meccanica della secrezione del
succo gastrico: questa avveniva anche per stimolazione olfattiva, visiva
e acustica. Per capire l’interazione tra sistemi sensoriali differenti con
un evento come la secrezione gastrica: escogitò il suo famoso
esperimento.
1.1 Comportamentismo
a) Condizionamento Classico
Prima dell’apprendimento
1) Suono Diapason (SN)
à
il voltarsi della testa (RO)
Addestramento
2) Suono del diapason (SN)
Carne in polvere (SI)
à
Salivazione (RI)
Dopo addestramento
3) Suono del diapason (SC)
à
Salivazione (RC)
1.1 Comportamentismo
a) Condizionamento Classico
Gli stimoli condizionati possono essere positivi (luce, suono) o
negativi (shock elettrico, punture)
Per potere essere uno stimolo condizionato, deve avere 3 caratteristiche
fondamentali:
1)  essere percepibile nel limite delle capacità sensoriali
2)  non provocare una risposta simile a quella provocata dalla stimolo
incondizionato (visione del cibo).
3)  non essere troppo intenso.
1.1 Comportamentismo
a) Condizionamento Classico
*Psicoterapia da condizionamento classico
Il comportamento patologico può assumere il valore di sintomo (come nelle
fobie) o essere l’atto attraverso il quale si concretizza la patologia (come
l’atto del bere degli alcolisti). La psicoterapia tratterà la patologia come tale,
cioè non analizzando nel suo significato profondo.
Una delle modalità della terapia comportamentale si rifà al
controcondizionamento: La ripetuta esposizione di una risposta
incompatibile all’ansia sviluppa processi inibitori eliminando la risposta di tipo
ansioso.
Desensibilizzazione avversiva
Desensibilizzazione sistemica
Alcoolismo
Fobie
BURRHUS SKINNER
•  Con "The Behaviour of Organisms"
del 1938 e "Science and Human
Behaviour" del 1953, pose le basi
per la scoperta delle leggi e dei più
importanti paradigmi della materia,
dando origine ad un modo nuovo di
concepirne le cause e consentendo
così di allargare in modo
significativo le possibilità di influire
sui comportamenti osservabili.
•  Il suo grande merito, è quello di
avere scoperto che i comportamenti
umani sono prevedibili e
controllabili
1.1 Comportamentismo
b) Condizionamento Operante
Fondato da Skinner, questo paradigma permette di studiare i
comportamenti e apprendimenti più complessi più a fondo di quanto
non sia possibile con quello pavloviano.
Il concetto di base è che l’organismo non è un passivo agente nei
confronti dell’ ambiente ma interagisce con esso e discrimina, seleziona
gli eventi esterni.
1.1 Comportamentismo
b) Condizionamento Operante
Il rinforzo è il concetto fondamentale della teoria di Skinner.
Vengono classificati secondo:
1)  Valenza sull’organismo: positivi /negativi;
2)  bisogni su quali agiscono: primari o secondari.
SOLDI!!
Un rinforzo molto importante
soprattutto per l’uomo è il rinforzo
secondario.
Uno stimolo originariamente indifferente può assumere caratteri di rinforzo
se collegato con un rafforzatore efficace. Il nuovo rinforzo prodottosi
viene chiamato secondario. La comprensione di questo meccanismo è
fondamentale per comprendere molti comportamenti umani.
1.1 Comportamentismo
b) Condizionamento Operante
Mentre i rinforzi primari sono di solito legati alla vita privata (bere, mangiare)
quelli secondari sono la base della psicologia sociale. Alcune volte il
rinforzo secondario può sostituire quello primario (e quindi vissuto come
la vera ricompensa).
In generale l’apprendimento tramite condizionamento operante è
quello che maggiormente viene usato anche a livello didattico
nell’educazione dei bambini, o per l’addestramento degli animali.
Un tipico rinforzo negativo molto usato è la punizione: tale rinforzo viene
applicato per diminuire la frequenza di una certa risposta
comportamentale o per eliminarla.
1.1 Comportamentismo-Psic Educazione
b) Condizionamento Operante
Un altro tipico esempio di apprendimento operante è il
processo di identificazione, cioè quel processo attraverso il
quale il bambino impara dei comportamenti imitando quelli di
persone più grande di lui, che sono quelle che soddisfano i
propri bisogni (genitori).
Esperimento di
Bandura
1.1 Comportamentismo
b) Condizionamento Operante
Uno delle applicazioni terapiche derivanti da Skinner è detto
ricondizionamento positivo.
Si può ottenere il superamento di risposte disadattive non solo attraverso
la loro estinzione, ma anche attraverso la gratificazione di risposte che si
orientano ad un modello di comportamento alternativo.
Rinforzo
positivo
Modellamento
LE DIFFERENZE TRA CONDIZ. CLASSICO E
OPERANTE
CLASSICO
•  Interessa l’apprendimento
inconsapevole (involontario)
•  Le rispose di chi apprende non
influenza la somministrazione dello
stimolo rinforzante
•  Si può considerare come un tipo di
sostituzione di stimolo.
Accoppiando i due stimoli, lo
stimolo condizionato,
precedentemente neutrale, prova
una risposta simile a quella
precedentemente associata con lo
stimolo incondizionato
OPERANTE
•  Implica un’intenzionalità
consapevole da parte di chi impara
•  Il rinforzo si realizza in
concomitanza a determinate
risposte
•  E’ legato alla pulsione e il
comportamento che viene
rinforzato è incoraggiato a
persistere
LE DIFFERENZE TRA CONDIZ. CLASSICO E
OPERANTE
CLASSIVO
OPERANTE
Non persisterà né il condizionamento
classico né quello operante in assenza di
rinforzo. Il coinvolgimento positivo del
soggetto nell’operante, comunque,
consente un comportamento discriminatori
e un modellamento della risposta.
Il condizionamento non ci dice niente di
come vengono percepiti gli stimoli. La
motivazione, la personalità, la esperienze
precedenti, tutte influenzeranno l’approccio
all’operante
1.2
Fenomenologia
GESTALT
GESTALT
*Von Ehrenfels coniò il termine di qualità della forma riferendosi a concetti
come lo spazio o la melodia di una canzone: “Questi sono un semplice
insieme di elementi o qualcosa di nuovo che, pur presentandosi con
quell’insieme, sia però da esso distinguibile”.
L’atto psichico viene indagato attraverso LA PERCEZIONE
Così anche il problema della percezione cessa di essere un semplice campo
di investigazione psicofisiche e fisiologiche per divenire ricollegato alle più
complesse manifestazioni della vita psichica.
Questa nuova psicologia fondata da Koffka, Wertheimer and Kohler, si
chiamerà Psicologia della forma o Gestalt.
GESTALT
La scuola tedesca della Gestalt, il cui atto di nascita viene fatto coincidere
con la pubblicazione del lavoro sul movimento stroboscopico di Wertheimer
(1912), trova le sue fonti, più o meno dirette, nel pensiero kantiano.
L’atteggiamento fenomenologico del ricercatore di fronte ai dati percettivi
consiste nel “far parlare” i dati da se stessi, senza pregiudizi teorici, e di
descrivere ciò che si dà nell’esperienza vissuta.
Oggetto d’indagine è, come già aveva detto Wundt, “l’esperienza umana
immediata”, ma intesa in modo molto diverso da quell’insieme sommativo di
stati che l’introspezione doveva analizzare.
Secondo i gestaltisti per esperienza si deve intendere un “campo
psicologico” organizzato dove è posto il legame intenzionale del soggetto
esperiente con l’ambito percettivo in cui è inserito.
GESTALT
Mentre in America si sviluppa sempre di più il comportamentismo, in
Europa la Gestalt spopola.
Mentre gli esperimenti sull’apprendimento diventano per i
comportamentisti luogo di conferma delle teorie stimolo-risposta,
Per i GESTALTISTI la sperimentazione nel campo percettivo
costituisce l’ambiente in cui i fenomeni diventano più facilmente
accessibili all’indagine.
GESTALT
Per la psicologia della Gestalt non è giusto dividere l'esperienza umana nelle
sue componenti elementari; occorre invece considerare l'intero come
fenomeno sovraordinato rispetto alla somma dei suoi componenti:
"L'insieme è più della somma delle sue parti"
Quello che noi siamo e sentiamo, il nostro stesso comportamento, sono il
risultato di una complessa organizzazione che guida anche i nostri
processi di pensiero.
La stessa percezione non è preceduta dalla sensazione ma è un
processo immediato - influenzato dalle passate esperienze solo in quanto
queste sono lo sfondo dell'esperienza attuale - che deriva dalla gestalt,
come combinazione delle diverse componenti di un'esperienza realeattuale.
GESTALT
Per comprendere il mondo circostante si tende a identificarvi forme secondo
schemi che ci sembrano adatti - scelti per imitazione, apprendimento e
condivisione - e attraverso simili processi si organizzano sia la
percezione che il pensiero e la sensazione; ciò avviene di solito del tutto
inconsapevolmente.
Questi Psicologi hanno dimostrato che la percezione coinvolge parecchie
differenti tendenze all’organizzazione.
Le Macro Aree in cui si divide l’organizzazione percettiva umana sono:
1)  RAGGRUPPAMENTO
2)  Figura-Sfondo
GESTALT
1) RAGGRUPPAMENTO
Gli oggetti posti uno vicino all’altro tendono a raggrupparsi insieme. Così
quando ci vengono presentati contemporaneamente parecchi stimoli differenti
tendiamo tendiamo a percepirli come una configurazione. Le leggi che
regolano I meccanismi di raggruppamento sono:
1.  Buona forma (la struttura percepita è sempre la più semplice)
2.  Prossimità (gli elementi sono raggruppati in funzione delle distanze)
3.  Somiglianza (tendenza a raggruppare gli elementi simili)
4.  Buona continuità (tutti gli elementi sono percepiti come appartenenti ad
un insieme coerente e continuo)
5.  Destino comune (se gli elementi sono in movimento, vengono
raggruppati quelli con uno spostamento coerente).
Queste regole sono utili per spiegare diverse illusioni ottiche.
GESTALT
1.1 BUONA FORMA
La struttura percepita è sempre la più semplice
GESTALT
1.2 PROSSIMITA’
gli elementi sono raggruppati in funzione delle distanze
GESTALT
1.3 SOMIGLIANZA
tendenza a raggruppare gli elementi simili
XXOOXXOOXXOO
GESTALT
1.4 BUONA CONTINUITA’
tutti gli elementi sono percepiti come appartenenti ad un insieme coerente e
continuo
2) ORGANIZZAZIONE
FIGURA-SFONDO
La percezione di una figura e di uno sfondo è la tendenza organizatrice più
semplice ma anche più imporatnte della percezione umana. La nostra
percezione del mondo consta di diversi oggetti che appaiono stagliarsi cotnro
lo sfondo general e della nostra esperienza.
ILLUSIONI OTTICHE
ILLUSIONI OTTICHE
ILLUSIONI OTTICHE
ILLUSIONI OTTICHE
ILLUSIONI OTTICHE
ILLUSIONI OTTICHE:
Camera di Ames
In un ambiente normale, i tre signori della
fotografia, sono percepiti di statura simile ma
posti a distanza diversa. Nella camera distorta
di Ames (psicologo della scuola
transnazionale che la costruì nel 1946) essi
appaiono, invece, posti alla stessa distanza ma
con dimensioni diverse: un gigante, un
normale, un nano. La camera è distorta
prospetticamente: la parete di sinistra è più
lunga di quella di destra, mentre la parete di
fronte è messa di traverso. Ma la stanza, per
una codifica culturale, pre-giudizio visivo, è
vista come “normale” ed allora è la
percezione delle persone ad essere distorta.
ILLUSIONI OTTICHE:
Camera di Ames
GESTALT: Influenze
Vengono rintracciate delle strutture o Gestalt
sia nel fisico che in quello mentale e tra questi
due domini si cerca di rintracciare la
condizione generale che rende possibile una
loro interpretazione omogenea.
In altri termini lo studio della percezione
diviene il punto d’inizio di un complesso
progetto di ricerche, teso a reinterpretare la
fenomenologia della vita psichica, sopratutto
nelle sue manifestazioni più complesse come il
Problem solving e il pensiero produttivo.
1. Che cos’è l’intelligenza
•  Pensiero Produttivo
Cercate, senza
sollevare la penna
dal foglio di
tracciare 4 linee
rette, in modo da
toccare tutti i 9
punti.
1. Che cos’è l’intelligenza
•  Pensiero Produttivo
La legge percettiva della
buona forma ci impedisce
di ragionare in modo
corretto in vista della
soluzione del problema,
dando luogo ad una
fissazione funzionale.
GESTALT: Influenze
PSICHIATRIA
Anoressia
Anoressia
Cerasa et al., Submitted 2015.
1.3 Psicologia
Cognitivista
Psicologia Cognitivista
Gli anni 60 rappresentano un momento importante perché in mezzo ai due
grandi filoni del Comportamentismo e della Gestalt si inserisce questo
nuovo indirizzo attraverso cui sembrava possibile pervenire ad una
ridefinizione di problemi e ad una correzione più adeguata di metodiche di
ricerca.
Il termine cognitivo indica tutti quei processi che comportano trasformazioni,
elaborazioni, riduzioni, immagazzinamento, recuperi dell’input ecc…Il termine
vale anche quando non c’è una stimolazione esterna ma lo stimolo nasce da
dentro. Termini come pensiero, percezione, immaginazione, problem-solving
sono tutti di dominio cognitivista.
A differenza degli altri modelli, il cognitivismo non possiede una propria
concezione dell’uomo nel senso che non fornisce alcuna spiegazione o
interpretazione del comportamento umano: l’individuo, oggetto di studio del
cognitivismo è considerato come un elaboratore di informazioni.
Psicologia Cognitivista
Uno dei compiti principali che la psicologia cognitivista si pone è
quello di elaborare micro-modelli che siano utili a chiarire come
funzionino i diversi passaggi e le diverse fasi di questi processi e
quindi in che modo siano organizzate le funzioni cognitive.
L’uomo come elaboratore di informazione che
provengono sia dall’interno che dall’esterno
Psicologia Cognitivista
Da un punto di vista storico, il cognitivismo ha molto a che fare con il
comportamentismo. Verso gli anni 50 il neocomportamentismo entra in crisi.
Un motivo teorico è che il modello S-R diventa sempre più insufficiente per
fornire spiegazioni e giustificazioni di tutti i comportamenti.
Il cognitivismo ha il ruolo fondamentale di studiare cosa ci sia in mezzo a
questi due eventi.!!!!!!
Uno degli esempi di passaggio dal neocomportamentismo al cognitivismo è la
teoria del feedback data da Pribman e Miller.
Gli autori cercano di trovare una unità di misura del comportamento che sia in
grado di sostituire il modello classico S-R. La trovano nel concetto di feedback tra la risposta e lo stimolo.
Quindi il modello S-R si trasformerà in S-O-R,
dove O sta per Organismo.
Psicologia Cognitivista
Da notare come l’oggetto d’indagine sia definito in termini di attività e di
processo piuttosto che in termini di oggettualità e come esso non sia più una
“realtà fisica” ma una congettura.
La “rivoluzione cognitivista” (Gardner, 1985), spostando l’attenzioni sui
processi cognitivi, processi ipotetici, non osservabili come la realtà fisica,
mette in crisi la concezione naturalistica della scienza adottata dalla
psicologia e i ricercatori si imbattono di nuovo in quelle questioni filosofiche
che avevano finora allontanato con molta cura dal loro terreno d’indagine.
Il criterio positivistico della scientificità, come conoscenza di leggi generali
sottoponibili a verifica empirica, lascia spazio ai modelli probabilistici. L’uso
dei modelli consente una simulazione del funzionamento del sistema
cognitivo semplificata e con validità euristica puramente funzionale, in cui la
teoria non pretende di rispecchiare il reale stato dei fatti naturali, ma di
rappresentarlo.
Psicologia Cognitivista
La metafora del “computer” si offre, in questo periodo storico, come la più
opportuna per rispondere alla esigenze metodologiche del nuovo
paradigma.
L’informatica e la cibernetica forniscono un linguaggio adatto per la
descrizione di un sistema complesso che in entrata elabora selettivamente
le informazioni e compie una serie di trasformazioni e di decisioni in uscita.
In estrema sintesi, l’ipotesi cognitivista di base è quella che vede la
conoscenza umana come una manipolazione di simboli realisticamente
rappresentabile attraverso l’analogia con il software.
Psicologia Cognitivista
Il primo paradigma cognitivista, il paradigma computazionale simbolico
teorizzato da Fodor (1983) e Pylyshyn (1984), definisce il sistema cognitivo
come una serie di regole per la trasformazione di simboli (Human
information processing): le capacità computazionali del sistema trasformano
gli input in rappresentazioni, attraverso strutture modulari che entrano in
funzione secondo modalità specifiche e differenziate.
Ogni processo può essere scomposto in unità sottoposte ad un sistema
gerarchico di controllo.
La modellistica che si afferma nelle prima fasi della psicologia cognitiva
riguarda sopratutto l’attenzione e la memoria. Per poi diffondersi sopratutto
al linguaggio, dove il modellismo diventa certe volte anche esasperato.
Psicologia Cognitivista
Le regole sequenziali e il carattere localizzato dell’elaborazione non rendono
però conto di importanti fenomeni dell’esperienza quali la flessibilità della
cognizione biologica, la personalità, la genetica e la riorganizzazione del
comportamento in seguito a danni cerebrali localizzati (fenomeni già
considerati dai Gestaltisti a sostegno della loro teoria) .
Infatti molti modelli cadono proprio quando vengono applicati su patologie
neurologiche/psichiatriche.
A questi problemi si cercò di rispondere con la formulazione del 2°
paradigma, quello connessionista (Rumelhart 1986).
Psicologia Cognitivista
Il sistema cognitivo non è più visto come un processore di segnali, ma come
una rete di interconnessioni, per cui la metafora computazionale, vale la
somiglianza con il sistema nervoso reale. I modelli connessionisti
sostituiscono l’elaborazione localizzata dei simboli con operazioni distribuite
(Parallel Distribute Processing) che danno luogo all’emergenza di proprietà
globali.
Questo paradigma ha consentito la costruzione di modelli relativi a processi
cognitivi quali la visione, il riconoscimento del linguaggio, il riconoscimento
rapido e ha favorito nuove congetture sul funzionamento del cervello.
Psicologia Cognitivista
Sul piano metodologico la sperimentazione resta privilegiata;
rispetto a quella comportamentista, nella sperimentazione
cognitivista i processi possono essere inferiti tramite le loro
conseguenze osservabili, ma non direttamente accessibili.
Si riscoprono I tempi di reazione, il riconoscimento di stimoli, I
compiti di ricordo e di giudizio e persino l’introspezione (per
ottenere per es., I resoconti dei processi attivi in situazioni di
problem solving).
Psicologia Cognitivista
Nonostante l’importanza degli studi applicativi nel campo didattico, clinico e
nella riabilitazione di deficit cognitivi, i progressi della psic. Cognitiva hanno
tuttavia manifestato alcuni limiti della micromodellistica e dell’analogia
uomo-computer.
Il rapporto tra modello ed esperimento è meno lineare che nella ricerca
comportamentista: se non può più valere il determinismo positivistico, non è
possibile pretendere la controllabilità assoluta delle variabili e la prevedibilità
del comportamento. Si può solo stabilire la distribuzione di probabilità che
certi fenomeni si verifichino effettivamente, ma anche questa misura di
probabilità non è di facile definizione.
L’ARTIFICIALITA’ PRESUPPOSTA DAI MODELLI COGNITIVISTI HA
ALLONTANATO SEMPRE DI PIU’ LA RICERCA PSICOLOGICA DALLE
SITUAZIONE DI VITA QUOTIDIANA (Neisser 1987).
Psicologia Cognitivista
L’uso del computer, come modello di funzionamento del mentale, conduce
naturalmente a concentrarsi su problemi logici, escludendo processi che
sfuggono a una rappresentazione computazionale (emotività, intuizioni,
creatività).
Anche il cognitivismo (come il comportamentismo) si trova davanti al limite,
derivante dalla riduzione dell’oggetto di studio al metodo disponibile.
Psicologia Cognitivista
Neurolinguistica
Cibernetica
Neuroscienze
L’indirizzo cognitivo è quello più importante perchè
dentro di esso confluiranno varie e
differenti campi di ricerca
Neurobiologia
Comportamentismo
Genetica
Gestalt
Psicologia Cognitivista dove stà
andando ??
NeuroPsicologia
Psicofisiologia
Neuroscienze
Sociali
NeuroMarketing