PSICOLOGIA GENERALE Antonio Cerasa, PhD IBFM-CNR, Germaneto (CZ), Itay [email protected] http://www.ibfm.cnr.it/en_persone/acerasa.php http://docenti.unicz.it/sito/cerasa.php “…Caro signore, ho esaminato con interesse le ricerche sperimentali da lei condotte per verificare le affermazioni psicoanalitiche. Non mi sento di dar molto valore a queste prove perché le affermazioni psicoanalitiche si basano su una tale mole di osservazioni che non le rendono sottoponibili alla verifica scientifica. Tuttavia queste ricerche non provocano alcun danno. Suo Sigmund ….” (cfr. Meazzini e Corao, 1978). Effetti della Psicoterapia CognitivoComportamentale sulla plasticità cerebrale. Presentation Overview 1: Storia della Psicologia 2. La Psicologia Moderna 1879, Fondazione del Lab di Psic. Sperimentale a Lipsia (WUNDT) 1901, Psicologia Sperimentale 1910, Nascita dell’ Associazione Psicoanalitica Internazionale 1912, Nascita del Gestaltismo 1913-30, Comportamentismo classico (Watson) 1930-50, Neo-Comportamentismo (Skinner) 1950-ad oggi, COGNITIVISMO Indice 1. Modelli teorici in Psicologia 1.1 Modello Comportamentista 1.2 Modello fenomenologico (GESTALT) 1.3 Psicologia Cognitivista Indice 2. I Domini della psicologia come scienza 2.1 Personalità 2.2 Emozioni 2.3 Pensiero Produttivo // Intelligenza 1. Modelli teorici in Psicologia 1.1 Comportamentismo ..... prima di iniziare bisogna ricordare che la nascita della psicologia come disciplina scientifica si ha intorno il 1879 con la creazione del laboratorio di Psicologia Sperimentale del Dr Wundt. 1. Modelli teorici in Psicologia 1.1 Comportamentismo 1880-1920 1910-1960 WATSON SKINNER HULL SECENOV* PAVLOV Thorndike 1.1 Comportamentismo: MANIFESTO, 1913 • LA PSICOLOGIA E’ UNA BRANCA SPERIMENTALE PURAMENTE OGGETTIVA DELLE SCIENZE NATURALI, CHE HA BISOGNO DELL’INTROSPEZIONE TANTO QUANTO NE HANNO BISOGNO LE SCIENZE DELLA CHIMICA E DELLA FISICA….. CIOE’ NIENTE!!!! • IL SUO OBIETTIVO TEORICO E’ LA PREVISIONE E IL CONTROLLO DEL COMPORTAMENTO UMANO • IL COMPORTAMENTISTA NEL SUO SFORZO DI PRODURRE UNO SCHEMA UNITARIO GENERALE DELLA RISPOSTA ANIMALE, NON AMMETTE NESSUNA LINEA DI DEMARCAZIONE TRA L’UOMO E L’ANIMALE. • NON USARE MAI TERMINE COME COSCIENZA, MENTE, INTROSPETTIVAMENTE. USARE INVECE: STIMOLO-RISPOSTA, INTEGRAZIONE DELLE ABITUDINI. 1.1 Comportamentismo: MANIFESTO, 1913 • LA PSICOLOGIA COMPORTAMENTISTA DEVE SERVIRE A QUALCOSA. LO PSICOLOGO DEVE ESSERE IMPIEGATO COME CONSULENTE PER RISOLVERE PROBLEMI (PENSIERO CONTRAPPOSTO ALLA VISIONE FILOSOFICA DEL FILOSOFO): PSICOLOGIA DEI FARMACI, PUBBLICITA’, PSICOLOGIA GIURIDICA, DEI TEST, PSICOPATOLOGIA • LA PERSONALITA’ ALTRO NON E’ CHE IL PRODOTTO FINALE DEI NOSTRI SISTEMI DI ABITUDINI • “DATEMI UNA DOZZINA DI BAMBINI SANI E BEN FORMATI E UN AMBIENTE CHE SIA FORMATO SUI MIEI PRINCIPI, E IO VI GARANTISCO DI PRENDERE A CASO UNO DI LORO E DI FORMARLO IN MODO TALE CHE DIVENTI QUALSIASI TIPO PARTICOLARE: MEDICO, AVVOCATO, DIRETTORE O ANCHE MENDICANTI O LADRO; INDIPENDENTEMENTE DAI SUOI TALENTI O INCLINAZIONI O DALLA RAZZA DEI SUOI ANTENATI. 1.1 Comportamentismo • BEHAVIORISM SIGNIFICA INTERPRETARE OGNI COMPORTAMENTO IN TERMINI DI RIFLESSI CONDIZIONATI ANIMALI STIMOLO RISPOSTA • L’UOMO E’ UN PASSIVO AGENTE NELL’AMBIENTE • E’ UNA VISIONE DARWIANA IN CUI LA RISPOSTA MENO ADEGUATA ALL’AMBIENTE VIENE ESTINTA 1.1 Comportamentismo Le variabili psichiche sottoposte a controllo di laboratorio sono i processi sensoriali semplici, con esclusione di tutte quelle aree che ora noi comprendiamo sotto il titolo di psicologia (pensiero, affetti, emozioni). L’esperimento è l’unico metodo adeguato di conoscenza. Lo scopo è indagare sulla struttura della mente, individuandole le componenti e le leggi di interazione. 1.1 Comportamentismo ANCHE SE IL COMPORTAMENTISMO SEMBRA PARLARE DELL’ESSERE UMANO IN GENERALE, IN REALTA’ IL SUO QUASI TOTALITARIO CAMPO DI INTERESSE E’ SULL’APPRENDIMENTO IL CONDIZIONAMENTO DIVENTERA’ IL PARADIGMA SPERIMENTALE DI RIFERIMENTO PER TESTARE LE IPOTESI SULL’APPRENDIMENTO 1.1 Comportamentismo • TUTTI GLI ESPERIMENTI SONO TESTATI SUGLI ANIMALI NON PERCHE’ SONO INTERESSATI ALLA PSICOLOGIA ANIMALE MA PERCHE’ L’ANIMALE RAPPRESENTA ESATTAMENTE COME QUEL DETERMINATO PROCESSO AVVIENE NELLA MENTE UMANA NELLA SUA FORMA PIU’ PURA SENZA L’INTERFERENZA DI COSCIENZA, LINGUAGGIO, EMOZIONI. THORNDIKE • E’ CONSIDERATO IL VERO PADRE DEL COMPORTAMENTISMO IN QUANTO FU IL PRIMO A STUDIARE LA PSICOLOGIA ANIMALE (1898). • LUI INVENTO’ IL PUZZLE BOX: UN GABBIOTTO DI LEGNO, CHE UN GATTO AFFAMATO IMPARA PROGRESSIVAMENTE AD APRIRE CON LA ZAMPA PER RAGGIUNGER IL CIBO CHE GLI VIENE DATO DALL’ESTERNO WATSON • E’ uno dei pochi che è veramente psicologo, mentre gli altri comportamentisti sono per lo più medici. • Ha insegnato Psicologia alla Johns Hopkins ma dopo pochi anni fù cacciato a causa della sua relazione con l’assistente • Per il resto della vita ha lavorato come psicologo in un’agenzia pubblicitaria…. Ed ha inventato il termine COFFEE BREAK !!!! PAVLOV • Lui non era un comportamentista, ma solo uno scienziato che ha realizzato un esperimento che è diventato manifesto della disciplina e che gli ha dato il NOBEL. 1.1 Comportamentismo a) Condizionamento Classico La nutrizione del bambino è un esempio semplicissimo di come vi siano catene di azioni nella cui esecuzione non entrano elementi appresi. Pavlov è stato il primo a studiare la genesi dei meccanismi derivanti dall’ adattamento, i quali fanno sì che uno stimolo neutro porti ad una risposta nella quale entra il riflesso originario. Tra le molteplici stimolazioni ambientali, alcune assumono la capacità di evocare risposte in precedenza attivate solo dallo stimolo originario. Anche se questo apprendimento passivo di sequenze di stimoli non è l’unica forma del processo di apprendimento, costituisce comunque un meccanismo fondamentale. 1.1 Comportamentismo a) Condizionamento Classico Studiando i riflessi gastrici, Pavlov notò come il concetto di riflesso non era sufficiente per spiegare da solo la meccanica della secrezione del succo gastrico: questa avveniva anche per stimolazione olfattiva, visiva e acustica. Per capire l’interazione tra sistemi sensoriali differenti con un evento come la secrezione gastrica: escogitò il suo famoso esperimento. 1.1 Comportamentismo a) Condizionamento Classico Prima dell’apprendimento 1) Suono Diapason (SN) à il voltarsi della testa (RO) Addestramento 2) Suono del diapason (SN) Carne in polvere (SI) à Salivazione (RI) Dopo addestramento 3) Suono del diapason (SC) à Salivazione (RC) 1.1 Comportamentismo a) Condizionamento Classico Gli stimoli condizionati possono essere positivi (luce, suono) o negativi (shock elettrico, punture) Per potere essere uno stimolo condizionato, deve avere 3 caratteristiche fondamentali: 1) essere percepibile nel limite delle capacità sensoriali 2) non provocare una risposta simile a quella provocata dalla stimolo incondizionato (visione del cibo). 3) non essere troppo intenso. 1.1 Comportamentismo a) Condizionamento Classico *Psicoterapia da condizionamento classico Il comportamento patologico può assumere il valore di sintomo (come nelle fobie) o essere l’atto attraverso il quale si concretizza la patologia (come l’atto del bere degli alcolisti). La psicoterapia tratterà la patologia come tale, cioè non analizzando nel suo significato profondo. Una delle modalità della terapia comportamentale si rifà al controcondizionamento: La ripetuta esposizione di una risposta incompatibile all’ansia sviluppa processi inibitori eliminando la risposta di tipo ansioso. Desensibilizzazione avversiva Desensibilizzazione sistemica Alcoolismo Fobie BURRHUS SKINNER • Con "The Behaviour of Organisms" del 1938 e "Science and Human Behaviour" del 1953, pose le basi per la scoperta delle leggi e dei più importanti paradigmi della materia, dando origine ad un modo nuovo di concepirne le cause e consentendo così di allargare in modo significativo le possibilità di influire sui comportamenti osservabili. • Il suo grande merito, è quello di avere scoperto che i comportamenti umani sono prevedibili e controllabili 1.1 Comportamentismo b) Condizionamento Operante Fondato da Skinner, questo paradigma permette di studiare i comportamenti e apprendimenti più complessi più a fondo di quanto non sia possibile con quello pavloviano. Il concetto di base è che l’organismo non è un passivo agente nei confronti dell’ ambiente ma interagisce con esso e discrimina, seleziona gli eventi esterni. 1.1 Comportamentismo b) Condizionamento Operante Il rinforzo è il concetto fondamentale della teoria di Skinner. Vengono classificati secondo: 1) Valenza sull’organismo: positivi /negativi; 2) bisogni su quali agiscono: primari o secondari. SOLDI!! Un rinforzo molto importante soprattutto per l’uomo è il rinforzo secondario. Uno stimolo originariamente indifferente può assumere caratteri di rinforzo se collegato con un rafforzatore efficace. Il nuovo rinforzo prodottosi viene chiamato secondario. La comprensione di questo meccanismo è fondamentale per comprendere molti comportamenti umani. 1.1 Comportamentismo b) Condizionamento Operante Mentre i rinforzi primari sono di solito legati alla vita privata (bere, mangiare) quelli secondari sono la base della psicologia sociale. Alcune volte il rinforzo secondario può sostituire quello primario (e quindi vissuto come la vera ricompensa). In generale l’apprendimento tramite condizionamento operante è quello che maggiormente viene usato anche a livello didattico nell’educazione dei bambini, o per l’addestramento degli animali. Un tipico rinforzo negativo molto usato è la punizione: tale rinforzo viene applicato per diminuire la frequenza di una certa risposta comportamentale o per eliminarla. 1.1 Comportamentismo-Psic Educazione b) Condizionamento Operante Un altro tipico esempio di apprendimento operante è il processo di identificazione, cioè quel processo attraverso il quale il bambino impara dei comportamenti imitando quelli di persone più grande di lui, che sono quelle che soddisfano i propri bisogni (genitori). Esperimento di Bandura 1.1 Comportamentismo b) Condizionamento Operante Uno delle applicazioni terapiche derivanti da Skinner è detto ricondizionamento positivo. Si può ottenere il superamento di risposte disadattive non solo attraverso la loro estinzione, ma anche attraverso la gratificazione di risposte che si orientano ad un modello di comportamento alternativo. Rinforzo positivo Modellamento LE DIFFERENZE TRA CONDIZ. CLASSICO E OPERANTE CLASSICO • Interessa l’apprendimento inconsapevole (involontario) • Le rispose di chi apprende non influenza la somministrazione dello stimolo rinforzante • Si può considerare come un tipo di sostituzione di stimolo. Accoppiando i due stimoli, lo stimolo condizionato, precedentemente neutrale, prova una risposta simile a quella precedentemente associata con lo stimolo incondizionato OPERANTE • Implica un’intenzionalità consapevole da parte di chi impara • Il rinforzo si realizza in concomitanza a determinate risposte • E’ legato alla pulsione e il comportamento che viene rinforzato è incoraggiato a persistere LE DIFFERENZE TRA CONDIZ. CLASSICO E OPERANTE CLASSIVO OPERANTE Non persisterà né il condizionamento classico né quello operante in assenza di rinforzo. Il coinvolgimento positivo del soggetto nell’operante, comunque, consente un comportamento discriminatori e un modellamento della risposta. Il condizionamento non ci dice niente di come vengono percepiti gli stimoli. La motivazione, la personalità, la esperienze precedenti, tutte influenzeranno l’approccio all’operante 1.2 Fenomenologia GESTALT GESTALT *Von Ehrenfels coniò il termine di qualità della forma riferendosi a concetti come lo spazio o la melodia di una canzone: “Questi sono un semplice insieme di elementi o qualcosa di nuovo che, pur presentandosi con quell’insieme, sia però da esso distinguibile”. L’atto psichico viene indagato attraverso LA PERCEZIONE Così anche il problema della percezione cessa di essere un semplice campo di investigazione psicofisiche e fisiologiche per divenire ricollegato alle più complesse manifestazioni della vita psichica. Questa nuova psicologia fondata da Koffka, Wertheimer and Kohler, si chiamerà Psicologia della forma o Gestalt. GESTALT La scuola tedesca della Gestalt, il cui atto di nascita viene fatto coincidere con la pubblicazione del lavoro sul movimento stroboscopico di Wertheimer (1912), trova le sue fonti, più o meno dirette, nel pensiero kantiano. L’atteggiamento fenomenologico del ricercatore di fronte ai dati percettivi consiste nel “far parlare” i dati da se stessi, senza pregiudizi teorici, e di descrivere ciò che si dà nell’esperienza vissuta. Oggetto d’indagine è, come già aveva detto Wundt, “l’esperienza umana immediata”, ma intesa in modo molto diverso da quell’insieme sommativo di stati che l’introspezione doveva analizzare. Secondo i gestaltisti per esperienza si deve intendere un “campo psicologico” organizzato dove è posto il legame intenzionale del soggetto esperiente con l’ambito percettivo in cui è inserito. GESTALT Mentre in America si sviluppa sempre di più il comportamentismo, in Europa la Gestalt spopola. Mentre gli esperimenti sull’apprendimento diventano per i comportamentisti luogo di conferma delle teorie stimolo-risposta, Per i GESTALTISTI la sperimentazione nel campo percettivo costituisce l’ambiente in cui i fenomeni diventano più facilmente accessibili all’indagine. GESTALT Per la psicologia della Gestalt non è giusto dividere l'esperienza umana nelle sue componenti elementari; occorre invece considerare l'intero come fenomeno sovraordinato rispetto alla somma dei suoi componenti: "L'insieme è più della somma delle sue parti" Quello che noi siamo e sentiamo, il nostro stesso comportamento, sono il risultato di una complessa organizzazione che guida anche i nostri processi di pensiero. La stessa percezione non è preceduta dalla sensazione ma è un processo immediato - influenzato dalle passate esperienze solo in quanto queste sono lo sfondo dell'esperienza attuale - che deriva dalla gestalt, come combinazione delle diverse componenti di un'esperienza realeattuale. GESTALT Per comprendere il mondo circostante si tende a identificarvi forme secondo schemi che ci sembrano adatti - scelti per imitazione, apprendimento e condivisione - e attraverso simili processi si organizzano sia la percezione che il pensiero e la sensazione; ciò avviene di solito del tutto inconsapevolmente. Questi Psicologi hanno dimostrato che la percezione coinvolge parecchie differenti tendenze all’organizzazione. Le Macro Aree in cui si divide l’organizzazione percettiva umana sono: 1) RAGGRUPPAMENTO 2) Figura-Sfondo GESTALT 1) RAGGRUPPAMENTO Gli oggetti posti uno vicino all’altro tendono a raggrupparsi insieme. Così quando ci vengono presentati contemporaneamente parecchi stimoli differenti tendiamo tendiamo a percepirli come una configurazione. Le leggi che regolano I meccanismi di raggruppamento sono: 1. Buona forma (la struttura percepita è sempre la più semplice) 2. Prossimità (gli elementi sono raggruppati in funzione delle distanze) 3. Somiglianza (tendenza a raggruppare gli elementi simili) 4. Buona continuità (tutti gli elementi sono percepiti come appartenenti ad un insieme coerente e continuo) 5. Destino comune (se gli elementi sono in movimento, vengono raggruppati quelli con uno spostamento coerente). Queste regole sono utili per spiegare diverse illusioni ottiche. GESTALT 1.1 BUONA FORMA La struttura percepita è sempre la più semplice GESTALT 1.2 PROSSIMITA’ gli elementi sono raggruppati in funzione delle distanze GESTALT 1.3 SOMIGLIANZA tendenza a raggruppare gli elementi simili XXOOXXOOXXOO GESTALT 1.4 BUONA CONTINUITA’ tutti gli elementi sono percepiti come appartenenti ad un insieme coerente e continuo 2) ORGANIZZAZIONE FIGURA-SFONDO La percezione di una figura e di uno sfondo è la tendenza organizatrice più semplice ma anche più imporatnte della percezione umana. La nostra percezione del mondo consta di diversi oggetti che appaiono stagliarsi cotnro lo sfondo general e della nostra esperienza. ILLUSIONI OTTICHE ILLUSIONI OTTICHE ILLUSIONI OTTICHE ILLUSIONI OTTICHE ILLUSIONI OTTICHE ILLUSIONI OTTICHE: Camera di Ames In un ambiente normale, i tre signori della fotografia, sono percepiti di statura simile ma posti a distanza diversa. Nella camera distorta di Ames (psicologo della scuola transnazionale che la costruì nel 1946) essi appaiono, invece, posti alla stessa distanza ma con dimensioni diverse: un gigante, un normale, un nano. La camera è distorta prospetticamente: la parete di sinistra è più lunga di quella di destra, mentre la parete di fronte è messa di traverso. Ma la stanza, per una codifica culturale, pre-giudizio visivo, è vista come “normale” ed allora è la percezione delle persone ad essere distorta. ILLUSIONI OTTICHE: Camera di Ames GESTALT: Influenze Vengono rintracciate delle strutture o Gestalt sia nel fisico che in quello mentale e tra questi due domini si cerca di rintracciare la condizione generale che rende possibile una loro interpretazione omogenea. In altri termini lo studio della percezione diviene il punto d’inizio di un complesso progetto di ricerche, teso a reinterpretare la fenomenologia della vita psichica, sopratutto nelle sue manifestazioni più complesse come il Problem solving e il pensiero produttivo. 1. Che cos’è l’intelligenza • Pensiero Produttivo Cercate, senza sollevare la penna dal foglio di tracciare 4 linee rette, in modo da toccare tutti i 9 punti. 1. Che cos’è l’intelligenza • Pensiero Produttivo La legge percettiva della buona forma ci impedisce di ragionare in modo corretto in vista della soluzione del problema, dando luogo ad una fissazione funzionale. GESTALT: Influenze PSICHIATRIA Anoressia Anoressia Cerasa et al., Submitted 2015. 1.3 Psicologia Cognitivista Psicologia Cognitivista Gli anni 60 rappresentano un momento importante perché in mezzo ai due grandi filoni del Comportamentismo e della Gestalt si inserisce questo nuovo indirizzo attraverso cui sembrava possibile pervenire ad una ridefinizione di problemi e ad una correzione più adeguata di metodiche di ricerca. Il termine cognitivo indica tutti quei processi che comportano trasformazioni, elaborazioni, riduzioni, immagazzinamento, recuperi dell’input ecc…Il termine vale anche quando non c’è una stimolazione esterna ma lo stimolo nasce da dentro. Termini come pensiero, percezione, immaginazione, problem-solving sono tutti di dominio cognitivista. A differenza degli altri modelli, il cognitivismo non possiede una propria concezione dell’uomo nel senso che non fornisce alcuna spiegazione o interpretazione del comportamento umano: l’individuo, oggetto di studio del cognitivismo è considerato come un elaboratore di informazioni. Psicologia Cognitivista Uno dei compiti principali che la psicologia cognitivista si pone è quello di elaborare micro-modelli che siano utili a chiarire come funzionino i diversi passaggi e le diverse fasi di questi processi e quindi in che modo siano organizzate le funzioni cognitive. L’uomo come elaboratore di informazione che provengono sia dall’interno che dall’esterno Psicologia Cognitivista Da un punto di vista storico, il cognitivismo ha molto a che fare con il comportamentismo. Verso gli anni 50 il neocomportamentismo entra in crisi. Un motivo teorico è che il modello S-R diventa sempre più insufficiente per fornire spiegazioni e giustificazioni di tutti i comportamenti. Il cognitivismo ha il ruolo fondamentale di studiare cosa ci sia in mezzo a questi due eventi.!!!!!! Uno degli esempi di passaggio dal neocomportamentismo al cognitivismo è la teoria del feedback data da Pribman e Miller. Gli autori cercano di trovare una unità di misura del comportamento che sia in grado di sostituire il modello classico S-R. La trovano nel concetto di feedback tra la risposta e lo stimolo. Quindi il modello S-R si trasformerà in S-O-R, dove O sta per Organismo. Psicologia Cognitivista Da notare come l’oggetto d’indagine sia definito in termini di attività e di processo piuttosto che in termini di oggettualità e come esso non sia più una “realtà fisica” ma una congettura. La “rivoluzione cognitivista” (Gardner, 1985), spostando l’attenzioni sui processi cognitivi, processi ipotetici, non osservabili come la realtà fisica, mette in crisi la concezione naturalistica della scienza adottata dalla psicologia e i ricercatori si imbattono di nuovo in quelle questioni filosofiche che avevano finora allontanato con molta cura dal loro terreno d’indagine. Il criterio positivistico della scientificità, come conoscenza di leggi generali sottoponibili a verifica empirica, lascia spazio ai modelli probabilistici. L’uso dei modelli consente una simulazione del funzionamento del sistema cognitivo semplificata e con validità euristica puramente funzionale, in cui la teoria non pretende di rispecchiare il reale stato dei fatti naturali, ma di rappresentarlo. Psicologia Cognitivista La metafora del “computer” si offre, in questo periodo storico, come la più opportuna per rispondere alla esigenze metodologiche del nuovo paradigma. L’informatica e la cibernetica forniscono un linguaggio adatto per la descrizione di un sistema complesso che in entrata elabora selettivamente le informazioni e compie una serie di trasformazioni e di decisioni in uscita. In estrema sintesi, l’ipotesi cognitivista di base è quella che vede la conoscenza umana come una manipolazione di simboli realisticamente rappresentabile attraverso l’analogia con il software. Psicologia Cognitivista Il primo paradigma cognitivista, il paradigma computazionale simbolico teorizzato da Fodor (1983) e Pylyshyn (1984), definisce il sistema cognitivo come una serie di regole per la trasformazione di simboli (Human information processing): le capacità computazionali del sistema trasformano gli input in rappresentazioni, attraverso strutture modulari che entrano in funzione secondo modalità specifiche e differenziate. Ogni processo può essere scomposto in unità sottoposte ad un sistema gerarchico di controllo. La modellistica che si afferma nelle prima fasi della psicologia cognitiva riguarda sopratutto l’attenzione e la memoria. Per poi diffondersi sopratutto al linguaggio, dove il modellismo diventa certe volte anche esasperato. Psicologia Cognitivista Le regole sequenziali e il carattere localizzato dell’elaborazione non rendono però conto di importanti fenomeni dell’esperienza quali la flessibilità della cognizione biologica, la personalità, la genetica e la riorganizzazione del comportamento in seguito a danni cerebrali localizzati (fenomeni già considerati dai Gestaltisti a sostegno della loro teoria) . Infatti molti modelli cadono proprio quando vengono applicati su patologie neurologiche/psichiatriche. A questi problemi si cercò di rispondere con la formulazione del 2° paradigma, quello connessionista (Rumelhart 1986). Psicologia Cognitivista Il sistema cognitivo non è più visto come un processore di segnali, ma come una rete di interconnessioni, per cui la metafora computazionale, vale la somiglianza con il sistema nervoso reale. I modelli connessionisti sostituiscono l’elaborazione localizzata dei simboli con operazioni distribuite (Parallel Distribute Processing) che danno luogo all’emergenza di proprietà globali. Questo paradigma ha consentito la costruzione di modelli relativi a processi cognitivi quali la visione, il riconoscimento del linguaggio, il riconoscimento rapido e ha favorito nuove congetture sul funzionamento del cervello. Psicologia Cognitivista Sul piano metodologico la sperimentazione resta privilegiata; rispetto a quella comportamentista, nella sperimentazione cognitivista i processi possono essere inferiti tramite le loro conseguenze osservabili, ma non direttamente accessibili. Si riscoprono I tempi di reazione, il riconoscimento di stimoli, I compiti di ricordo e di giudizio e persino l’introspezione (per ottenere per es., I resoconti dei processi attivi in situazioni di problem solving). Psicologia Cognitivista Nonostante l’importanza degli studi applicativi nel campo didattico, clinico e nella riabilitazione di deficit cognitivi, i progressi della psic. Cognitiva hanno tuttavia manifestato alcuni limiti della micromodellistica e dell’analogia uomo-computer. Il rapporto tra modello ed esperimento è meno lineare che nella ricerca comportamentista: se non può più valere il determinismo positivistico, non è possibile pretendere la controllabilità assoluta delle variabili e la prevedibilità del comportamento. Si può solo stabilire la distribuzione di probabilità che certi fenomeni si verifichino effettivamente, ma anche questa misura di probabilità non è di facile definizione. L’ARTIFICIALITA’ PRESUPPOSTA DAI MODELLI COGNITIVISTI HA ALLONTANATO SEMPRE DI PIU’ LA RICERCA PSICOLOGICA DALLE SITUAZIONE DI VITA QUOTIDIANA (Neisser 1987). Psicologia Cognitivista L’uso del computer, come modello di funzionamento del mentale, conduce naturalmente a concentrarsi su problemi logici, escludendo processi che sfuggono a una rappresentazione computazionale (emotività, intuizioni, creatività). Anche il cognitivismo (come il comportamentismo) si trova davanti al limite, derivante dalla riduzione dell’oggetto di studio al metodo disponibile. Psicologia Cognitivista Neurolinguistica Cibernetica Neuroscienze L’indirizzo cognitivo è quello più importante perchè dentro di esso confluiranno varie e differenti campi di ricerca Neurobiologia Comportamentismo Genetica Gestalt Psicologia Cognitivista dove stà andando ?? NeuroPsicologia Psicofisiologia Neuroscienze Sociali NeuroMarketing