Supplemento editoriale a DISMAMUSICA MAGAZINE - Organo Ufficiale Associazione Dismamusica - Anno VIII n. XXXI - Direttore Resp. Gianni Cameroni Milano 12 novembre 2006 Alcatraz Oltre la chitarra: Pietro Nobile Remembering Roberto Tutti gli espositori SHG 29 Milano ALCATRAZ 12 novembre 2006 EDITORIALE 4 Alberto Biraghi - Gianni Cameroni OLTRE LA CHITARRA 6 a colloquio con Pietro Nobile Cristiano Cameroni CHITARRA, POESIA E CANZONE 10 Vittorio Gallarotti E SE A MEET MILANO... 12 Alessandro de Cristoforis VERSO SARZANA 14 Alessio Ambrosi A SHG E OLTRE... 16 | 41 a cura della Redazione REMEMBERING ROBERTO 19 inserto speciale TUTTI GLI ESPOSITORI 42 Speciale Catalogo SHG 29 Supplemento editoriale a Dismamusica Magazine Anno VIII - numero 31 (Novembre 2006) Redazione: S&G Partners srl - Via Bainsizza, 30 - 20039 Varedo - MI tel 0362 583672 - fax 0362 544356 www.dismamusica.it - e-mail: [email protected] Direttore Responsabile: Gianni Cameroni Progetto grafico e impaginazione: S&G Partners srl Stampa: Emme K Editore - Fino Mornasco (CO) Second Hand Guitars 29 E ditoriale F iere, mostre, manifestazioni: una indigestione. Quest’anno, molti come me si sono “bevuti” Rimini, Francoforte, Soave, SHG estiva, Parigi, Cremona, Verona... E adesso eccoci a SHG 29 mentre, a seguire, ci aspetta anche il MEI di Faenza tra pochissimi giorni. Ebbene: da tutti questi luoghi si torna a casa con la sensazione di aver trovato sempre nuovi amici, di aver fatto pace con la musica suonata, di aver imparato qualcosa e, nel mio caso (come giornalista), di aver in qualche modo avuto un ruolo nel costruire il fatto. E questo accade soprattutto con il Salone italiano di riferimento (fino a ieri a Rimini, dove si chiamava Disma Music Show, da domani a Milano dove si chiamerà Meet Milano - Music International Village) per il quale come Associazione produciamo il quotidiano per il pubblico, e con SHG, dove siamo già al quarto numero di questa bizzarra e sempre più corposa pubblicazione che è il catalogo ufficiale. T he show must go on. È stata la prima cosa che abbiamo pensato, tutti noi che ormai da quasi tre lustri mettiamo insieme la follia a sei corde nota a tutti come Second Hand Guitars, quando Roberto Pistolesi è mancato. Quale miglior modo per ricordarlo, a un anno esatto dal suo ultimo, memorabile workshop, che mettere in piedi un’edizione super della manifestazione a cui anche lui ha dato tanto? Detto e fatto. A un passo a tagliare quota 30 edizioni e 15 anni di vita, SHG è ormai un evento radicato nella cultura musicale italiana. Quando nel lontano 1992 il nostro sparuto gruppetto di pazzi chitarromani si riunì per la prima volta in una discoteca di Rho (un po’ troppo buia per far risaltare fiesta red e cherry sunburst, ma la birrra aveva un buon sapore e le chitarre erano magnifiche) mai avremmo pensato di continuare a farlo due volte l’anno fino al 2006 (e probabilmente anche oltre). Abbiamo attraversato di tutto in questi anni: liti, divorzi, crisi coniugali, cambi di fronte, nascite e –ahimé– morti. Eppure siamo qua, con la passione di sempre, a consumare il rito di questa giornata meravigliosa. Un catalogo molto di nome, e solo un po’ di fatto, che riPassione. Second Hand Guitars ne è sinonimo. Senti scorrere porta sì gli espositori con nomi e cognomi, ma che vuole esla passione quando le persone sono in coda all’apertura, in sere soprattutto un prodotto editoriale per appassionati, con attesa di mettere il naso in sala. La percepisci ai workshop, una grafica aggressiva e “chitarristica”, con una manciata di quando un guitar hero de noantri si disarticola per stupire presentazioni di prodotto, con interviste e punti di vista di genpiù di chi l’ha preceduto. La vedi negli occhi che brillano te che sa cosa vuol dire suonare una chitarra (questa volta c’è davanti alle chitarre, perché a ogni SHG ci sono sempre Pietro Nobile, le scorse edizioni ci sono stati Alex Britti, Donato chitarre tanto belle da togliere il fiato e svuotare il Begotti, Antonio Ongarello, Bob Brozman e Massimo Varini) e con conto in banca. la presenza degli espositori che segnalano offerte, opportunità e soluzioni. Ma la passione è anche dolore. C’è sempre la Anche questa volta abbiamo speso energie ed entusiasmo, e il risultato rinuncia dell’ultimo istante che lascia un buco in lo avete tra le mani. Con una particolarità in più: il ricordo di un amico atsala, ci sono le chitarre che non ti puoi comprare traverso le parole dei suoi amici. Parlo dello speciale dedicato a Roberto Piperché costano una fortuna, ci sono le piccole stolesi, dove troverete foto, aneddoti, riflessioni e un ritratto inconsueto di tensioni con lo staff e con gli espositori (“abbassa una persona che ha lasciato un gran vuoto, qui a SHG. il volume per favore”...), c’è la Coca del bar che Quando Alberto mi ha buttato lì l’idea di ricordare il liutaio, il musicista, il costa come Cartizze, c’è la Telecaster taroccata e tecnico, l’appassionato, il genio “Pistolesi”, non ho saputo dire altro che “Va quello che la spaccia per buona. bene! Roberto quest’anno avrà otto pagine tutte sue”. E sono le otto pagine centrali, libere da annunci pubblicitari per non interrompere l’armonia di un Eppure SHG va avanti, inattaccabile e inarrestabile. racconto a più voci. La sensazione è che ormai brilli di luce propria, come entità viva e pensante, autoalimentata a Ed ecco che anche questa edizione di SHG comincia ad assumere contorni birra, assoli lancinanti e ritmiche crunch, pronta a originali, una fisionomia tutta sua, in modo da diventare, ancor prima delschiacciare chiunque tenti di domarla (compresi noi l’inizio, qualcosa di nuovo e di nuovamente unico. Non una tacca in più che l’abbiamo tenuta a balia per tutti questi anni), nell’elenco delle fiere visitate, ma una giornata da ricordare anche in ma dolce e affettuosa con chi le sappia dimostrare futuro. Magari, e perdonate l’impudente presunzione, sfogliando - tra simpatia e amicizia. Come per esempio i 5mila amici qualche giorno, qualche mese o qualche anno - le pagine intridi oggi, 12 novembre 2006 a Milano. Trattiamola bene, ganti di questo strano, sedicente catalogo di SHG 29. SHG, ha ancora molto da dare. Gianni Cameroni Alberto Biraghi Second Hand Guitars 29 I l personaggio a colloquio con Pietro Nobile uando lo chiamo per proporgli di essere intervistato sulle pagine del Catalogo di SHG, Pietro Nobile non ha alcuna esitazione. Si può fare, e subito. Ma ad una condizione: che io lo raggiunga nel suo studio, a due passi dal centro storico di Milano. Naturalmente sono ben felice di accontentarlo, anche se non riesco a spiegarmi il motivo di tanta insistenza. Voglio dire, conosco Pietro Nobile per averlo ascoltato parecchie volte, dal vivo e in diverse incisioni; abbiamo addirittura degli amici in comune; e non mi aspetto certo che nel suo studio possa essere tanto diverso da come lo ricordo... Quando però la porta all’ultimo piano dell’austera palazzina imbiancata di fresco mi si apre di fronte agli occhi, comincio a capire. Mi aspet- tavo un appartamento zeppo di chitarre, invece tutto ciò che posso vedere è una cabina di ripresa sistemata ad arte contro lo spiovente del sottotetto, una master keyboard di qualche anno fa affiancata ad una scintillante postazione ProTools, e una generosa catena di processori di altissimo livello che diffondono nella stanza un chiarore giallo-azzurro. LO STUPORE E L’EMOZIONE Pietro Nobile entra sorridendo e mi stringe la mano. Ha un appuntamento fra un paio d’ore, mi spiega indicandomi una poltrona a fianco della sua, perciò abbiamo tutto il tempo di parlare con calma. Mentre mi siedo, sono ancora un po’ interdetto: cosa c’entra la computer music con SHG? E adesso quali domande posso rivolgere al mio interlocutore? Alla fine deci- Second Hand Guitars 29 do di agire di contropiede; e di fronte a tutto quel chiarore azzurrino chiedo a Pietro Nobile di raccontarmi l’emozione del suo rapporto con lo strumento. Lui mi squadra un po’ dubbioso, riflette un attimo e poi comincia a raccontare: P.N. “In linea di massima direi che la chitarra, come del resto qualsiasi altro strumento musicale, non è altro se non un mezzo per esprimere delle emozioni. Quindi, anche se è pur vero che una chitarra è capace di trasmettere dei valori a chi la suona, io devo dire che mi sono sempre concentrato sull’essenza della musica più che sullo strumento che di Cristiano Cameroni mi avrebbe permesso di trasmetterla agli altri.” C.C. “E allora per quale motivo hai scelto di suonare proprio la chitarra?” P.N. “Beh, questo è facile. Vedi, già da quando ero bambino avevo un orecchio polifonico, abituato ad ascoltare l’armonia più che la linea melodica. Di conseguenza ho sempre provato un grande stupore ed una profonda emozione di fronte al movimento interno delle voci di un pezzo. Gli stessi meccanismi della scrittura hanno sempre esercitato su di me un grande fascino... La chitarra era il solo strumento che fosse facile da trasportare e che allo stesso tempo mi permettes- se di esplorare quel mondo, di lavorare con più voci contemporaneamente, di sperimentare la combinazione dei suoni.” C.C. “Questo spiega anche la scelta del fingerstyle come ambito musicale di riferimento.” P.N. “È possibile. Anche se ti devo confessare che mi interrogo spesso, a questo proposito, su quale sia il meccanismo nascosto che fa scattare nella testa di un ragazzo la scelta di rivolgersi ad un repertorio o ad uno strumento specifici piuttosto che ad altri. La mia stessa scelta, se vuoi, è difficile da decifrare: allora come oggi, la chitarra acustica era certamente molto meno apprezzata rispetto alla chitarra elettrica, perché non godeva dello stesso supporto da parte dei media. Con il risultato che io, che ho vissuto la mia adolescenza negli anni dei primi gruppi prog, che amavo i Beatles, accettavo con entusiasmo la musica di Bach e detestavo l’opera nonostante mio padre lavorasse nel teatro lirico; io, che suonavo la chitarra acustica mentre tutti intorno a me si dedicavano alla chitarra elettrica... beh, mi sentivo proprio un pesce fuor d’acqua.” LA CURIOSITÀ COME REGOLA DI VITA C.C. “A posteriori, però, si direbbe che tu non abbia fatto fatica ad inquadrare il tuo cammino...” P.N. “Forse perché ho sempre scelto di affidarmi alla curiosità. Le stesse chitarre che io ho amato di più, intendo dire l’acustica e l’elettroacustica, mi hanno sempre incuriosito proprio per la differenza di suono rispetto agli strumenti tradizionali. Ed è stato proprio lo stupore di fronte a quel suono così evocativo che mi ha spinto ad approfondire la mia ricerca.” C.C. “Una ricerca che è poi sfociata nella composizione...” P.N. “Sì, è stato un passaggio graduale. Come ti ho detto, ho sempre nutrito un profondo interesse per tutte le forme di scrittura della musica. Come chitarrista-esecutore, ho da subito sentito l’esigenza di scrivere musica per me, e la cosa ha funzionato. Così, un po’ alla volta, ho continuato ad allargare i miei orizzonti di autore.” C.C. “E di produttore, se non ho capito male.” NELLE VESTI DI PRODUTTORE P.N. “Ecco un altro passaggio che merita di essere raccontato... Tutto è nato nel momento in cui, qualche anno fa, si parlava di produrre un mio disco. Ricordo che si dovevano investire circa cinquanta milioni delle vecchie lire; una cifra che non sarebbe stata un problema, anche perché si era fatto avanti un mecenate che avrebbe sostenuto il costo dell’intera produzione. A quel punto, però, mi sono guardato allo specchio e mi sono detto che non aveva senso spendere tutto quel denaro in un progetto che sarebbe finito lì. Già allora mi interessavo parecchio alla ripresa del suono, così ho pensato che, se mi fossi dedicato allo studio approfondito della produzione, avrei potuto investire la stessa cifra nella costruzione di un primo embrione di un studio di incisione che mi avrebbe permesso di continuare a lavorare anche all’indomani di quel progetto discografico.” C.C. “Fra l’altro, tu ti muovi spesso all’interno di studi importantissimi, dove si possono vedere all’opera le tecnologie di riferimento del settore.” P.N. “Sì, è vero. Per non parlare degli ingegneri del suono e dei produttori, da cui ho sempre imparato molto e da cui ho ancora moltissimo da imparare. In questo senso, una delle esperienze più intense è quella che conduco da diversi anni a questa parte con la Little Dreams Foundation di Phil Collins.” C.C. “Di che cosa si tratta?” Second Hand Guitars 29 I l personaggio Qui sopra e accanto al titolo (a pag. 6), due diverse immagini di Pietro Nobile nel suo studio. Nei tondi, Pietro Nobile con la chitarra acustica Guild, di cui è endorser italiano per il distributore, Casale Bauer. P.N. “La Little Dreams è una fondazione che opera nei settori dello spettacolo e dello sport per aiutare i giovani talenti a realizzare i loro sogni. Io, in particolare, seguo uno dei componenti della Little Dreams Band, il gruppo che si esibisce per mezz’ora in apertura dei concerti di Phil Collins. Il “mio” allievo è un ragazzo di vent’anni per il quale tengo periodicamente dei seminari di chitarra.” C.C. “E questo che cosa c’entra con la produzione?” P.N. “È presto detto. Gli incontri si tengono all’interno degli studi di registrazione che Phil Collins ha realizzato nella Svizzera francese. Sono gli studi più grandi d’Europa, con quattro sale di ripresa diverse, nella più grande delle quali due orchestre sinfoniche possono sedere una di fronte all’altra con tutta comodità... Lì è stata portata tutta la tecnologia EMI di Abbey Road: e ci sono centinaia e centinaia di apparecchi raffinatissimi: processori custom, attrezzature avveniristiche e grandi strumenti del passato. Figurati che hanno addirittura il banco di mixaggio su cui i Pink Floyd hanno inciso The Dark Side Of The Moon.” C.C. “Un luogo della tecnologia per eccellenza!” P.N. “Assolutamente. Ma è soprattutto un luogo del- la musica, nel quale la tecnica non viene utilizzata se non come strumento al servizio di un‘idea. Il che è precisamente quello che cerco di fare io, che ho sempre detestato i computer e che mi sono deciso ad utilizzarli solo nel momento in cui mi sono reso conto che, anche loro, sono degli strumenti attraverso i quali si può difendere il valore del suono.” IL VALORE DELLA DIDATTICA C.C. “Molti lamentano il fatto che il computer obblighi, in un certo senso, a delle scelte artistiche, e quindi riduca la libertà.” P.N. “Non se mantieni costantemente il controllo di te stesso. Vedi, c’è una massima che io ripeto sempre ai miei allievi, e che quindi vale non solo a proposito del lavoro al computer, ma più in generale a proposito della professione di musicista: occorre capire sempre dove ci si trova, avere un’idea chiara di dove si è.” C.C. “In che senso?” P.N. “Chi studia chitarra ha come primo obiettivo la tecnica strumentale, e come Second Hand Guitars 29 pietra di paragone i cosiddetti guitar heroes, di cui ammira con invidia le capacità virtuosistiche. Ora, è chiaro che non tutti possono arrivare ad ottenere i risultati tecnici dei grandi virtuosi, e che quindi è inutile abbattersi se non si è capaci di muoversi sullo strumento con la stessa agilità. Penso che sia molto più saggio valutare attentamente quali siano le proprie possibilità, e quindi giudicare con occhio positivo qualsiasi risultato di crescita si sia in grado di raggiungere.” C.C. “Anche perché il virtuosismo fine a se stesso non è propriamente il massimo dell’espressione musicale” P.N. “Anzi. Per tornare a quello che dicevamo prima, il virtuosismo ha senso solo all’interno di un’idea più ampia, di un progetto nato per trasmettere emozioni. E non è nemmeno difficile rendersene conto: per fare un esempio alla portata di tutti, se prendi un chitarrista come Joe Satriani ti accorgerai che il pubblico apprezza molto di più i suoi pezzi lenti che le sue esibizioni come virtuoso. E que- sto non perché il pubblico sia stupido, ma perché non trova le stesse emozioni in tutti i pezzi.” C.C. “Meglio suonare lentamente, quindi...” P.N. “Non ho mai detto questo. Quello che intendo dire è che bisogna sapere muoversi all’interno del progetto del pezzo che si sta suonando, perché il punto importante della musica non risiede nella velocità con cui la suoni, ma nelle idee che ci stanno dietro, nelle emozioni che la musica nel suo complesso è capace di suscitare in te. Ti faccio un esempio: due dei chitarristi che io ammmiro di più in questo momento sono il chitarrista di Sting, Dominique Miller, e il chitarrista di Peter Gabriel, David Rhodes. Nessuno dei due è un guitar hero, anche se entrambi sono in possesso di una tecnica e di un talento invidiabili. Molto più semplicemente, capiscono esattamente quello che è necessario fare e lo fanno.” C.C. “Per concludere... se ti dovessi chiedere di lanciare un messaggio al pubblico di SHG, tu cosa diresti?” P.N. “Una cosa che mi sta molto a cuore, e che coinvolge direttamente il mio strumento di riferimento, l’acustica. Come ti dicevo, oggi come in passato la chitarra acustica non è molto apprezzata in Italia, soprattutto a causa del fatto che non la si vede spesso sui media. Ecco, penso che sarebbe importantissimo che il mondo della chitarra elettrica, che a SHG è sempre presente in maniera molto forte, prendesse a cuore le sorti della chitarra acustica e sfruttasse il potere comunicativo di cui dispone per stimolare l’attenzione del grande pubblico verso questo strumento. Non si tratta, bada bene, di convertire i chitarristi elettrici al mondo acustico, ma solo di far arrivare lo strumento a chi ancora non lo conosce. L’emozione, poi, farà il resto...” • F ra chitarra & Poesia ella sua Canzone dei dodici mesi Francesco Guccini costruisce dei versi che sembrano incomprensibili. Ricordate? Guccini canta: “Ben venga Maggio e il gonfalone amico, ben venga primavera il nuovo amore getti via l’an- tico, nell’ombra della sera, nell’ombra della sera Ben venga Maggio ben venga la rosa, che dei poeti è il fiore, mentre la canto con la mia chitarra, brindo a cenne a folgòre, brindo a cenne a folgòre.” Ebbene, visto che anche a me piace a volte brindare, mi ha incuriosito quel “brindo a cenne e a folgòre”, perché, effettivamente, non mi sembrava che potessero avere senso quei due strani termini: sia cenne che quel lampo con la “o” accentata: folgòre. Ho cercato e, naturalmente, ho trovato. E quello che ho trovato ha a che fare con la chitarra. Interessante! Cenne della Chitarra Cenne è un poeta. Il suo vero nome è Bencivenne, ma il suo soprannome (quello con il quale viene sempre citato e ricordato) è Cenne dalla Chitarra. Perché, direte voi? Semplice: perché era un poeta comico vissuto a cavallo del Duecento e del Trecento (morì nel 1322, e si sa che nacque intorno al 1260), contemporaneo di Dante Alighieri e di Cecco Angiolieri (altro poeta comico che ha ispirato, tra gli altri, anche Fabrizio De André), che esercitava la raffinata arte della giulleria. Storia di un giullare Cenne della Chitarra era un Giullare, un poeta-cantante-comico che creava canzoni, lazzi e frizzi strettamente connessi al carattere toscano (era di Arezzo, città dove esiste anche Via Cenne del- 10 Second Hand Guitars 29 la Chitarra) ricordato per la sua particolare arguzia. Della sua produzione, sono giunti fino a noi, e sono piuttosto noti ai letterati, 13 sonetti, che sono una divertente parodia dei sonetti dei mesi di Folgóre da San Gimignano (ecco il lampo con la “o” accentata – è un altro poeta non lontano dal Dolce Stilnovo): Cenne sostituisce i piaceri esaltati da Folgóre con l’elenco dei fastidi d’ogni genere che ciascun mese infligge a una brigata di poveretti. E quindi, quando Guccini dice “ben venga maggio” ci suggerisce una citazione letteraria di grande raffinatezza, legata a doppia corda con lo strumento che suona, la chitarra, una citazione alla quale è simpatico, oltre che opportuno, fare cenno durante una manifestazione chitarristica come SHG. E se volete leggere le opere di Cenne dalla Chitarra (i 13 sonetti, intendo) potete scaricare il testo da un e-book Zanichelli al quale si può accedere con Microsoft Reader. Buona lettura! Vittorio Gallarotti Notizie dal settor e Il Guitar Ranch di Verona, lo straordinario scrigno di vintage che è collocato all’interno del punto vendita Musical Box, è stato svaligiato. Due volte. La notizia ha fatto il giro degli appassionati (e del mondo) in pochissimo tempo, e i siti di molti organismi (Dismamusica, Accordo, Chitarre e via discorrendo, per citarne solo alcuni) hanno pubblicato l’elenco dei prodotti trafugati completo dei relativi numeri di serie. Si tratta di chitarre e bassi di valore incalcolabile, spesso pezzi unici. “Scorrendo l’elenco mi sono venuti i brividi”, ha scritto un utente di Accordo.it. E un altro: “Leggendo che cosa si sono portati via, ho pianto di rabbia”. Il riferimento va alle 157 chitarre sottratte a Guitar Ranch, alle quali si sono aggiunte le Custom Shop Fender, le Custom Shop Gibson e i bassi Fodera sottratti a Musical Box (anche di questo sono disponibili i numeri di serie). A Verona, durante EuroBassDay, era presente anche Pierpaolo Adda con quanto gli è rimasto dopo la scorreria. Una serie di bassi e di chitarre sempre clamorosamente interessanti (Hofner, Rickenbacker, Gretsch, Fender, Gibson e via dicendo, tutti rigorosamente d’annata). Ma al pensiero di quello che c’era, corre davvero un brivido lungo la spina dorsale. Pierpaolo Adda non è peraltro rassegnato: “Non abbiamo idea di chi abbia ideato un colpo del genere, ma si tratta sicuramente di una banda di in- competenti ben organizzati. Avevano probabilmente avuto l’elenco di che cosa dovevano prendere e di che cosa dovevano lasciare. E così hanno fatto, portandosi via in sovrappiù un po’ di pezzi pregiati dell’esposizione di Giambattista Zerpelloni”. Pierpaolo dice anche che, secondo la polizia, dovevano almeno essere tra le dodici e le quindici persone, e che il colpo deve essere stato accuratamente programmato. Nella foto, Pierpaolo sembra indicare un punto lontano e sembra quasi dire “Sono stati loro!”. Noi speriamo che non perda il gusto al quale il suo Ranch ci aveva abituato, e che partendo dagli amplificatori vintage (“non li hanno toccati”, commenta. “Troppo pesanti”) rimetta in moto la sua avventura nella storia del chitarrismo mondiale. Con l’augurio che possa di nuovo riportare alle custodie originali (le ha tutte) le rispettive chitarre di appartenenza. G.C. Second Hand Guitars 29 11 L ’appuntamento di Alessandro de Cristoforis un atteso ritorno quello del Salone della Musica a Milano, un appuntamento che manca da oltre quindici anni nella metropoli lombarda, e che molti appassionati richiedevano a gran voce. Senza nulla togliere al Disma Music Show di Rimini, che negli ultimi dieci anni ha tenuto alta la bandiera della musica e dello strumento musicale sul mercato italiano, il grande palcoscenico di Milano si disegna sin da oggi come il più adatto a far risuonare la grande eco della musica suonata tra gli appassionati. Meet Milano, con la sua sezione specificamente dedicata agli strumenti musicali, alle edizioni musicali e a tutto il mondo collegato (che si chiamerà MIV – Music International Village), sarà di fatto un grande e vivace contenitore di eventi che si svilupperanno attorno all’importante momento espositivo (nella nuova, splendida cornice di FieraMilano a Rho Pero) e che coinvolgeranno, grazie alla contemporaneità delle tre set- 12 Second Hand Guitars 29 timane di iniziative musicali coordinate tra Milano e Torino all’interno di MiTo, centinaia di appuntamenti, migliaia di esecutori e svariate decine di migliaia di spettatori. “Ci aspettiamo un’affluenza ben superiore alle 100.000 presenze”, dichiara Claudio Formisano, responsabile del settore Fiere di Dismamusica (l’Associazione nazionale produttori e distributori di strumenti ed edizioni musicali), ma la sua è una stima prudenziale. Molti osservatori prevedono infatti che si sfonderà fin dalla prima edizione, il muro delle 150.000 presenze. Gli espositori Sono chiamati ad esporre a Meet Milano tutti gli attori del mercato della distribuzione e della produzione di strumen- ti musicali, in modo che gli appassionati e i musicisti possano trovare il modo di entrare in contatto con l’intera offerta disponibile e possano, grazie all’organizzazione di demo e clinics a ciclo continuo (sia presso gli stand, sia presso le aree appositamente attrezzate), stabilire un rapporto personale diretto con musicisti, strumenti e soluzioni. E non ci sarà spazio solo per le grandi realtà distributive. Gli organizzatori (Expocts e Dismamusica) stanno infatti studiando soluzioni accessibili anche per realtà produttive di grande profilo qualitativo ma dalle dimensioni strettamente artigianali. Il caso più emblematico in questo senso è dato proprio dalla liuteria, sia classica sia moderna. “Il liutaio”, afferma Gianni Cameroni, responsabile dell’Ufficio Stampa di Dismamusica, “è un artista che crea con il legno. E il suo business, tranne in pochissimi casi, è relativamente modesto. Proprio ai liutai, e ad altre realtà analoghe, stiamo suggerendo di realizzare presenze collettive, stand capaci di avere visibilità e appeal, oltre a servizi comuni importanti (quali segreteria, accoglienza e sala d’ascolto) da suddividere, come costo, tra vari offerenti dello stesso settore merceologico. L’integrazione di un’offerta la arricchisce e la potenzia, e ne sono esempio le grandi collettive già presenti presso altre manifestazioni fieristiche nel mondo (è sufficiente citare Francoforte)”. Quello che gli organizzatori si propongono di creare con Meet Milano è una grande manifestazione di servizio e supporto per gli appassionati, un appuntamento che si candida ad essere il polo italiano di riferimento per l’intero settore, dove tutto, o quasi, sia disponibile per gli occhi, le mani e la voglia di musica di chi fa musica. Il tempo per costruire un evento memorabile c’è. La voglia anche. E anche la “volontà politica” non manca. Al lavoro, dunque, e arrivederci a Meet Milano dal 21 al 24 settembre del prossimo anno. • Milano, 10 ottobre 2006 – Nuove date per MEET Milano. La prima edizione della manifestazione dedicata alla musica, agli strumenti e alle edizioni musicali, alla discografia, alle tecnologie professionali per l’intrattenimento e alle tecnologie digitali di consumo, firmata Expocts S.p.A., avrà luogo a fieramilano Rho-Pero dal 21 al 24 settembre 2007, integrata nel progetto “MiTo” il festival internazionale della musica promosso e organizzato in città dai Comuni di Milano e Torino. “È la dimostrazione –commenta Piergiacomo Ferrari, Amministratore Delegato di Fiera Milano S.p.A.– della sempre più stretta collaborazione tra le istituzioni milanesi a favore dello sviluppo dei principali sistemi produttivi del paese. Impegno che produrremo anche per la realizzazione dell’Expo 2015”. Expocts S.p.A. –società del gruppo Fiera Milano, partecipata dall’Unione del Commercio di Milano e Confcommercio e specializzata nell’organizzazione di fiere– ha scelto di posticipare MEET Milano a settembre 2007 per sfruttare le sinergie e la concomitanza con il nuovo festival internazionale della musica. MEET Milano, organizzata in collaborazione con Dismamusica, intende riunire le diverse componenti della musica, dell’entertainment e degli eventi su un palcoscenico unico per completezza espositiva, all’interno di un territorio, come Milano, in grado di dare visibilità e riconoscimento a un settore vitale, composto da artisti, aziende, operatori e associazioni. Un obiettivo che si sposa con le finalità di “MiTo”, un progetto attraverso il quale la città di Milano si candida a costituire il più grande polo italiano della musica. Grazie alla sua formula multitarget, MEET Milano coniuga sapientemente il momento espositivo e di contatto con il mercato con la capacità di coinvolgere un pubblico consumer e business, vasto, eterogeneo e completo, anche attraverso eventi di intrattenimento in fiera e in città. Il DNA di MEET Milano racchiude le ragioni della sua naturale collocazione nella cornice di “MiTo”. Meet Milano MEET Milano –acronimo di Music, Events and Entertainment Technology– è la nuova manifestazione dedicata alla musica, agli strumenti e alle edizioni musicali, alla discografia, alle tecnologie professionali per l’intrattenimento e alle tecnologie digitali di consumo. Organizzata da Expocts S.p.A. in collaborazione con Dismamusica, MEET Milano si terrà a Fieramilano Rho-Pero dal 21 al 24 settembre 2007. MEET Milano è costituita da tre saloni che rappresentano le tre anime della manifestazione: MIV - Music International Village, salone della musica, degli strumenti e delle edizioni musicali, della discografia; On-Back Stage, salone delle tecnologie professionali per l’intrattenimento, e My Tech, salone delle tecnologie digitali di consumo. Second Hand Guitars 29 13 S arzana di Alessio Ambrosi i avviciniamo alla decima edizione dell’Acoustic Guitar International Meeting di Sarzana; e nonostante manchino ancora diversi mesi all’appuntamento, la macchina organizzativa è già in moto per preparare al meglio la manifestazione leader in Italia nel settore della chitarra acustica. Dieci anni rappresentano un traguardo importante per un festival: sono la consacrazione di un successo sempre crescente e il punto di partenza per un futuro che deve soddisfare in pieno i tanti e tanti appassionati per i quali questo evento rappresenta ormai un appuntamento annuale imperdibile. dal presentare il meglio del panorama mondiale; anche perché questa è proprio la sua vocazione naturale e questo è esattamente ciò che il pubblico si aspetta. sti acustici internazionali, così da offrire una panoramica completa sull’evoluzione del linguaggio di questo strumento e sulle sue forme di espressione più moderne. MAGGIO 2007: QUALCHE ANTICIPAZIONE UN PROGRAMMA FITTISSIMO Forti di queste considerazioni e dei numeri da sempre in crescita, gli organizzatori stanno già lavorando febbrilmente per preparare l’edizione del decennale, che si terrà dal 16 al 20 maggio 2007 all’interno dello splendido scenario della Fortezza Firmafede. La formula della manifestazione rimarrà invariata: i primi tre giorni saranno dedicati al Corso di Formazione per liuteria e didattica dello strumento, UN APPUNTAMENTO INTERNAZIONALE con lezioni e incontri tenuti da maestri liuCostantemente in tai e chitarristi di chiara fama. Il calendario crescita sia nella sua dei corsi e i nomi dei docenti saranno presezione espositiva sto disponibili online sul sito ufficiale www. (quest’anno gli opearmadilloclub.org –dove tra l’altro è possibiratori presenti hanle iscriversi alle clinics. La sera del secondo no raggiunto quota giorno, giovedì 17 maggio, l’appuntamento 73), sia dal punto di vista della proposta ar- sarà come di consueto con il Concorso per tistica (più di 100 chitarristi di grandissimo chitarristi emergenti “New Sounds of Acourichiamo si sono esibiti nel corso delle nove stic Music” –Premio Wilder-Davoli. Anche in edizioni), sia sotto il profilo didattico-for- questo caso, le informazioni dettagliate e il mativo, il Meeting è oggi assurto al ruolo di bando di concorso sono scaricabili dal sito. importante appuntamento internazionale. E Da venerdì 18 maggio in avanti, lungo una in questo senso non può “tre giorni” che coprirà l’intero weekend, esimersi si svolgerà l’Esposizione di Liuteria, Import, Vintage, Accessori per chitarra acuIn alto, stica, che quest’anno ospiterà anche una a fianco del titolo: sezione speciale dedicata a CD, DVD, Viuna veduta notturna nili, rarità da collezione. Il momento espodella Fortezza Firmafede. sitivo, tuttavia, non è che una parte del Qui sopra: Bob Brozman programma: la giornata di venerdì, la sera durante il concerto tenuto di sabato e il pomeriggio di domenica vequest’anno all’Acoustic Guitar Meeting. dranno infatti alternarsi numerosi arIn alto a destra: Paolo Bonfanti e i Red Wine. L’attività di Armadillo Club comprende anche tisti di grande richiamo, che daranno l’organizzazione dei tour invernali di questi grandi vita all’intenso programma concerartisti. La settimana scorsa è iniziato il tour di Michael tistico del Meeting. Il cast, in via Fix, che sarà seguito da quelli di Bob Brozman all’inizio di definizione, sarà come sempre di dicembre, di Preston Reed a febbraio e di Ed Gerhard costituito dai migliori chitarria marzo. Per informazioni: www.armadilloclub.org 14 Second Hand Guitars 29 Nel corso di ogni giornata si susseguiranno poi workshop, seminari, dimostrazioni, incontri, con un programma non-stop che coinvolgerà tutti all’interno della Fortezza –la “Città delle Chitarre”, come è stata definita da qualcuno– e proseguirà anche nella bellissima città di Sarzana, dove sono previsti concerti ed esibizioni nelle strade e nelle piazze. Ovviamente, le iniziative che caratterizzeranno l’edizione del decennale saranno molte, ma la maggior parte di esse è ancora in via di definizione. Fra queste ce n’è una che sta particolarmente a cuore agli organizzatori, e che può essere anticipata. IL “GRAN FINALE” È l’appuntamento che vedrà il grande chitarrista Franco Morone dirigere un’orchestra di chitarre a Sarzana! Sotto il titolo “Dieci… cento… chitarre a Sarzana”, Franco sceglierà tre arrangiamenti, di non elevata difficoltà di esecuzione, che verranno pubblicati a breve sul sito del Meeting e su www.francomorone.com. Chi vorrà partecipare avrà tutto l’inverno a disposizione per esercitarsi, in modo da arrivare con tutta tranquillità all’appuntamento per le prove generali a Sarzana, nei giorni del Meeting, che sarà seguito dal grande finale della performance, sul piazzale centrale della Fortezza, nel pomeriggio di sabato 19 maggio. L’obiettivo dichiarato di questo progetto è quello di allestire un’esecuzione collettiva di grande suggestione che coinvolga decine e decine di esecutori, dai chitarristi ai liutai, dagli espositori agli appassionati presenti... un evento da record per una manifestazione da record! • Second Hand Guitars 29 15 A SHG e oltre Con Davoli alla scoperta del suono È decisamente ricchissima di novità la postazione che Wilder Davoli ha allestito per la ventinovesima edizione di SHG. E questo anche perché i prodotti in esposizione “coprono“, per così dire, tutti gli aspetti della catena del suono, dalla generazione all’amplificazione –senza trascurare, com’è ovvio, l’elaborazione del segnale. A fare da “padrone di casa” nel settore delle chitarre di liuteria ci sono come ogni anno i raffinatissimi modelli dal look accattivante firmati dal liutaio franco-americano James Trussart, di cui vediamo un paio di esemplari nelle foto in questa pagina. “Sono tutti pezzi unici dotati di fortissima personalità” –afferma con orgoglio Willy Davoli– “e questo non soltanto per il loro aspetto esteriore, ma prima di tutto grazie al fatto che tutti i componenti di ogni singolo strumento, dalle parti in legno ai pickup, dalle corde alle meccaniche, sono scelti senza badare a compromessi.” In grado di spaziare con agilità dal suono più cristallino alle tinte più corpose predilette da chi è in cerca di un sound aggressivo, gli strumenti di James Trussart sono anche capaci –secondo il parere unanime di chi li ha provati– di mettere a proprio agio il musicista fin dalle prime battute, e possono essere customizzati attraverso la scelta di meccaniche e pickup di diverso tipo. Proprio parlando di customizzazione, è fondamentale notare, all’interno dell’assortimento proposto da Davoli, la presenza dei pickup Lindy Fralin, considerati dalla maggior parte dei master builders americani “la quintessenza dei magneti per chitarra e basso”. Prodotti e controllati uno per uno secondo i canoni che solo un grande artigiano è in grado di rispettare, i numerosissimi modelli a marchio Lindy Fralin possono rispondere a qualsiasi esigenza in fatto di customizzazione. Non è quindi un caso che la loro popolarità sia in continuo aumento, come dimostrano i dati di vendita dei modelli più apprezzati dal pubblico italiano. “I più richiesti fra i modelli single coil”, fanno osservare alla Davoli, “sono senz’altro gli Highoutput e i Real ‘54; mentre gli humbuckers più rappresentativi sono senza dubbio i P92 (P90 formato humb, utilizzati fra l’altro anche da James Trussart) e gli Un-buckers.” Tutto questo è già più che sufficiente per giustificare una lunga e attenta visita allo spazio Davoli; una visita durante la quale sarà molto facile imbattersi nel signore raffigurato a sinistra nella foto qui a lato. Si tratta nientemeno che di Monsieur Jacques Charbit, il celeberrimo costruttore di effetti a pedale vintage, qui ritratto in occasione del NAMM insieme a Mike Bei- WILDER DAVOLI www.wilderdavoli.it 16 Second Hand Guitars 29 gel, l’inventore del “mitico” Mu-Tron III. Monsieur Jacques è presente oggi a SHG insieme al suo fido dimostratore Jean-Christophe Panza. Pertanto sarà possibile ascoltare i sorprendenti effetti di tutti gli stompbox nel modo più autorevole possibile. Durante tutta la giornata, Jacques sarà disponibile ad illustrare nei minimi dettagli la filosofia costruttiva dei suoi rinomati effetti boutique... e chissà che non accada che proprio qualche domanda, qualche commento o qualche idea espressi dal pubblico milanese non diventino fonte d’ispirazione per qualche nuova... creatura. Fra i suoi stompbox più recenti, distribuiti nel nostro Paese da Wilder Davoli, vale senz’altro la pena di ricordare lo strepitoso Trinity (che combina un envelope filter, un autowha e un wha-wha), il potentissimo Overtube (un vintage overdrive con controllo cascade che permette di altissima qualità dotato di un controllo di modulazione. Ultimo in ordine di tempo, ma non per questo meno interessante, è il modello Mercer Box, che si è meritato il titolo di “concept distorsion”. Progettato in collaborazione con Steve Morse, questo pedale è caratterizzato da una grande flessibilità operativa, che permette di passare con facilità da un effetto drive molto caldo e corposo ad una distorsione dura e potente. La carrellata delle novità Davoli si conclude con gli ampli combo e testata + cassa a marchio 65Amp. Dotati di diversi tipi di coni (da 10” o da 12”) marchiati Celestion e Jensen, hanno un look retrò che non mancherà di entusiasmare anche i più esigenti in fatto di design. • di ricreare il sound dei pedali che hanno fatto la storia del suono) e il Prisoner, un delay completamente analogico Parma 0521 272743 Remembering Robert o ALL’INTERNO II Un tè e una chitarra di Paolino Canevari IV Il Maestro dell’arte del suono di Peppino Orlando V Non un liutaio di Alberto Biraghi VI Amore a prima vista di Alberto Biraghi VII Una visita al campo militare di Alberto “Mr. T” Dani VIII Una canzone per Roberto di Alessandro Tonini Nella foto in alto: ottobre 1997 - il primo di una lunga serie degli affollati workshop a SHG, in cui Roberto ha distribuito a piene mani tutta la sua incomparabile conoscenza della chitarra. passato un anno dall’ultimo forse hanno più dimestichezza con la penna workshop di Roberto Pistolesi, che suona piuttosto che con quella che scrive. il grande amico nostro e della Ma non potevamo passare il primo autunno chitarra, scomparso prematu- senza di lui senza fare qualcosa di importanramente per una leucemia che te per ricordarlo. Roberto è stato un grande ha combattuto con il corag- liutaio, ma attraverso tastiere, pickup, valvole gio e la forza che ha messo in ogni cosa della e circuiti ha anche saputo dare messaggi che sua vita. Un paio di settimane prima di morire vanno ben oltre la musica. Scanzonato e curioso, Roberto era un giacobino e illumi disse al telefono, con la voce impaminista vero, capace di fare luce stata per le piaghe da chemio che nelle coscienze e nelle conogli avevano devastato la bocca, “Sapevo che era conscenze di chi gli stava vicino, “vinceremo anche stavolta”. siderato da molti un maestro, sbeffeggiando il potere Sapevamo tutti e due che che tantissime persone lo ammiravano, lo stimavano, pendevano dalle sue ogni volta che lo percepil’inevitabile stava per aclabbra. Quando se n’è andato, ho percepito va supponente, ignorante cadere, la leucemia croattorno a me l’affetto di tante persone. Sono o presuntuoso - dall’alto nica è una belva feroce, loro grata. Ma per me era tanto di più, era mio della sua magnifica aniassassina e ancora inpadre, un padre affettuoso e autorevole al conma ribelle di toscano. vincibile, ma quel “vintempo, che pretendeva di essere ascoltato, a ceremo”, quella prima cui quando ero piccola bastava un’occhiata per farmi ubbidire, ma che sapeva essere Oggi noi siamo qui a persona plurale, mi si apdolce e rassicurante. Di lui mi manca raccontarlo per diverse rapiccicò in testa e risuonò a tutto, ogni giorno.” gioni. C’è la voglia egoista lungo. Quando sei un maladi non perderlo continuando to terminale sei solo a comMatilde Pistolesi a parlare di lui, c’è la determibattere, sei solo a perdere e lui nazione a impedire che le sue scolo sapeva benissimo. perte vadano perdute, soprattutto c’è il Che voleva dire allora Roberto con “vincere- desiderio di trasmettere - come si può, come mo”? Continuo a domandarmelo e sono arriva- si riesce - il suo messaggio che va ben oltre to alla conclusione che lui, con quelle parole, le sei corde. Lui, dovunque se ne è andato, ci non stava pensando a se stesso, alla sua vita guarda e se la ride, come ha sempre fatto. che sfuggiva attimo dopo attimo. Pensava inAlberto Biraghi vece a un’altra battaglia, quella che lui - e noi assieme a lui - avevamo deciso di fare. Una PS: Lo staff di SHG, la comunità degli amici di battaglia contro il luogo comune, l’accettaRoberto Pistolesi, la famiglia Pistolesi, la comunità zione supina delle verità rivelate dall’alto, la di Accordo.it e chiunque altro si riconosca in queste soggezione per chi si atteggia a gran dottore. pagine ringraziano di cuore l’amico Gianni Cameroni È una battaglia per la consapevolezza e l’amor e Dismamusica Magazine per aver accettato con proprio, la cultura e la scienza. entusiasmo la proposta di dedicare a Roberto questa È nata qui la proposta fatta a Gianni Cameterza edizione del catalogo di SHG. Per arrivare in roni, direttore di Dismamusica Magazine, di fondo al lavoro in tempo utile Gianni ha dovuto dedicare così tanto dello spazio di questo tersudare ancora più del solito. A tutti questi grazie, zo catalogo di SHG a Roberto Pistolesi, pubdesidero aggiungerne uno personale e sincero. blicando anche ricordi scritti da amici che Second Hand Guitars 29 R emembering Roberto Un tè e una chitarra e lo facciamo un tèino?” , questa era la tipica frase con la quale esordiva Roberto verso le cinque del pomeriggio, per fare una pausa dal lavoro. Quante volte, mentre ero suo ospite, l’ho sentita pronunciata e spesso aspettata con ansia (….dopo certi pranzi, non proprio leggeri o dietetici, il desiderio di tè o di caffé diventava necessità). Il rito del tè del pomeriggio, quando non c’erano clienti ad aspettare o lavori urgenti da consegnare, non era solo la pausa dal lavoro ma un momento di convivialità creativa. Davanti ad un tè, preso nel monolocale retrostante al laboratorio di S. Croce sull’Arno, potevano saltare fuori racconti e aneddoti sugli anni ‘60 e ‘70, storie buffe su musicisti e amici ma anche progetti (la mia Spacecaster per esempio, oppure la Slide-master che purtroppo non è mai stata realizzata) e proposte che spesso venivano abbandonate talvolta si concretizzavano, un esempio su tutti: i pickup VooDoo. Tè, cavallucci e pickup Un pomeriggio dell’autunno ’97 stavamo prendendo il solito tè (accompagnato dagli immancabili “cavallucci”…tanto per non far scendere il livello calorico) ed io, sfogliando una copia di Vintage Guitar Magazine, feci a notare a Roberto la pagina pubblicitaria di Peter Florance, produttore dei VooDoo, dicendo che mi incuriosivano e che poteva essere interessante provarli. Roberto, dopo aver dato un’occhiata, rispose “Ecche ci vole?!, ne ordiniamo un set per Strato, uno per Tele e poi li si prova… se sono boni li si usa… se non ci convincono li si usa per qualche sostituzione su chitarre non di alto costo”. Detto fatto, inviò immediatamente un fax di ordine (in quei giorni non aveva ancora l’allacciamento ad Internet). Passate un paio di settimane, una sera mi squilla il telefono, e un accento inconfondibile, che non aveva bisogno di presentazioni, mi dice: “quei pickuppe sono boni, ma boni davvero, bisogna che mi porti la chitarra che se ti garbano ce li montiamo”. A questo punto, avrete già capito tutto, appena arrivati, i VooDoo erano stati immediatamente testati sul “muletto” prova pickup e, confrontati attentamente con vari altri prodotti, avevano superato tanto brillantemente la prova da far sì che Roberto decidesse di utilizzarli come dotazione standard per le chitarre di sua produzione. Che dovevo fare, dopo alcuni giorni ero sulla via di S. Croce con la mia allora “quasi” Spacecaster pronta per il cambio dei “pickuppe”. Storia di una Spacecaster Dico “quasi” Spacecaster perché la chitarra o meglio la chitarra e mezza che posseggo ha una storia abbastanza articolata che nasce, come dicevamo all’inizio, di fronte ad un tè preso nel retrobottega. In quel periodo (fine ’96) usavo una battagliatissima reissue 62, alla quale avevo prontamente cambiato i pickup e sostituito i tasti. Siccome il manico continuava a crearmi dei problemi di stabilità, chiesi a Roberto di costruirmene uno…. la risposta fu: “d’accordo, ma perché allora non tutta la chitarra?”. Io, pur desiderando da tempo uno strumento costruito da Roberto, non ne avevo mai concretizzato l’ordine, scoraggiato dai lunghi tempi di attesa, ma ormai il dado era tratto… anche se si trattava di aspettare. Proprio in quei giorni ebbi l’opportunità di visitare il laboratorio di Marco Caroti, già allievo e collaboratore di Roberto. Parlando della Spacecaster che avevo appena commissionato, Marco mi disse che durante la sgrossatura dei corpi “strat-style” (operazione che, in quei giorni Roberto e Marco effettuavano insieme nel laboratorio di quest’ultimo) uno era stato danneggiato durante la lavorazione e quindi, non essendo più corrispondente ai loro standard qualitativi, andava scartato. Se lo volevo me lo regalavano, altrimenti sarebbe finito nel camino! Accettai immediatamente. Nella peggiore delle ipotesi lo avrei utilizzato come complemento di arredo del mio, allora decisamente spoglio, appartamento. Il danno consisteva in un colpo di sega circolare nel contour posteriore. Una volta tornato a casa, iniziai a lavorare sul corpo con raspe e carta vetrata. Alla fine il danno sparì, ma il contour risultò essere estremamente pronunciato, e però di insieme gradevole e più che soddisfacente. Fortunatamente Roberto era intenzionato ad evadere un po’ di ordini arretrati e lavorò intensamente alla costruzione dei manici. Ne corso delle mie successive visite in Toscana, vidi scegliere i legni, tagliare e sgrossare i manici delle future Space e Skycaster. Io stesso passai alcune ore a carteggiare il mio futuro manico sotto l’occhio esperto e critico del Maestro. Nell’agosto del ’98 il manico, nonostante le previsioni di tempi d’attesa lunghissimi, era pronto. Con l’idea di provarlo sul corpo reissue, portai con me anche il body “salvato” dal camino, ora riaccomodato e verniciato in blonde trasparente. A Roberto bastò una occhiata, “il manico non lo si monta sul body della riedizione, lo si monta su quell’altro, non avrà il contour giusto, ma almeno è quello che si è fatto noi… col legno bono…. o non senti che quest’altro è sordo e ‘un sona?”. Argomentazione più che convincente, che dite? La chitarra, una volta assemblata, suonava bene e Roberto ne era soddisfatto (figuratevi io!!!!!) La domanda successiva, postami col classico sguardo sornione, al di sopra degli occhiali da lavoro, fu: “Che ci voi mettere sulla paletta?”… classica domanda trabocchetto. Al mio: “Nulla, oppure una decal tarocca che toglieremo quando sarà pronto il body sunburst due toni!” mi sentii rispondere “Per il corpo ci avrai da aspettare un bel po’…. è meglio che ti ci metta una decal mia e poi si vedrà”. Iniziò così la mia love story con la Spacecaster, che, credetemi, mi fece passare il desiderio di possedere una “maple neck” originale degli anni 50 che non potevo e non posso permettermi, e soprattutto non mi faceva assolutamente rimpiangere gli strumenti “vintage” che da poco avevo, La notizia della morte di Roberto Pistolesi è stata una pugnalata che ha agghiacciato la comunità degli accordiani. Pochi minuti dopo che la copertina di Accordo.it ha dato l’annuncio, il server non ha più risposto a causa dell’afflusso enorme di persone che volevano notizie. La casella di posta [email protected] ha superato il limite di capacità di 5Mb e altrettanto hanno fatto molte delle caselle personali dello staff. A tutt’oggi il post sulla morte di roberto è nei primi cinque per numero di letture e in assoluto il più letto nelle prime 24 ore dalla pubblicazione. Tra tanti contributi, la maggior parte dei quali arrivati per posta da persone non iscritte e quindi non abilitate a scrivere sul sito, ne abbiamo scelti alcuni dei più significativi. Si è smorzata la luce che faceva brillare il prestigio della liuteria italiana. Sapevo dell’aggravarsi dei problemi di Roberto, ma l’annuncio agghiacciante della scomparsa di una persona arriva sempre come un pugno nello stomaco. - Glen (presidente di Accordo.it srl) Una notizia che non avrei (avremmo) mai voluto sentire. Ho ancora la pelle d’oca... Era il più grande, ci mancherà tanto. Ciao II Second Hand Guitars 29 Remembering Robert o con gran malincuore, ceduto (divorzio e relativo acquisto di “un tetto sopra la testa”). Guadagnarsi il corpo Per più di un’annetto non chiesi più notizie del corpo “due toni sunburst”, ma, sul finire del ’99, in concomitanza dell’ordine della Spacecaster “Irish Green” di Igor, tornai alla carica. Roberto, scherzosamente, mi disse che se volevo il corpo dovevo guadagnarmelo dandogli una mano. Mai “ricatto” giunse più gradito e segnò l’inizio di un lungo periodo caratterizzato da continue “fughe” in Toscana a lavorare ai corpi. Il mio apporto tecnico era molto semplice: innanzitutto spazzavo per terra e con l’aspirapolvere facevo sparire i trucioli e la segatura che si produceva durante il lavoro di fresatura. Poi, soprattutto, carteggiavo, carteggiavo e carteggiavo sotto lo sguardo divertito di Roberto. Fu nell’estate del 2002 che, carteggiando una trentina di corpi, scelsi quello per la mia Spacecaster. In verità, per evitare questa “responsabilità, avevo chiesto l’intervento diretto di Roberto, che mi rispose “Carteggiandoli tutti, li devi maneggiare più e più volte… prima o poi uno che ti garba lo trovi…. o magari è lui che trova te”. Una volta che ebbi fatta la mia scelta, Roberto soppesò il body in ontano, ne saggiò attentamente la risonanza e sorridendo, ma senza proferire parola, scrisse a matita il mio nome nello slot per il manico. Quello rimarrà nei miei ricordi come un periodo unico ed irripetibile. Prendevo le ferie per poter passare un po’ di tempo nel laboratorio di San- ta Croce a raccogliere trucioli e ad imparare un sacco di cose. Roberto amava parlare, raccontare ed ascoltare. Si alternava il lavoro a session nella mansarda a provare e comparare chitarre ed amplificatori, ad ascoltare musica, a far prove di registrazione o più semplicemente a parlare. Assemblare le chitarre Una telefonata sul finire del novembre 2003 mi avvisava che il mio nuovo corpo Spacecaster e la “Irish green” di Igor erano pronti o quasi. Insomma era finalmente arrivato il momento di assemblare le chitarre. Come di prammatica, richiesta di ferie e partenza per la Toscana. Le due Spacecaster vennero completate tra il pomeriggio di giovedì 27 e la notte del 28 novembre 2003. Prima di avvitare i manici, Igor ed io chiedemmo a Roberto di apporre all’interno delle chitarre, accanto al marchio a fuoco che caratterizzava i suoi prodotti, un suo autografo. Lui fece molto di più. Scrisse due brevi dediche. Poi, rivolto a me: “Che ci fai adesso con quell’altro body?” (quello blonde, completo di ponte e parte elettrica ma orfano di manico). “Semplice, aspetto che tu mi costruisca un rosewood neck”. Erano le 5 del mattino e la risposta fu: “Ma voi non dovevate partire per andare a lavorare? Che fate quelli che non si accontentano mai? Dai che ci si fa un teino, con i cantucci”. Ora la “quasi - Spacecaster” (non ha il marchio al suo interno) è dotata di un manico Musikraft, più che dignito- so. Il manico con tastiera in palissandro ad essa destinato era stato successivamente individuato (ne ero sinceramente onorato) in quello montato sulla Spacecaster fiesta red n° 1, quella personale di Roberto, costruita quando il “Mago di Santa Croce sull’Arno”, non avendo ancora progettato e costruito la “macchina per i manici” (il suo banco con fresa studiato appositamente per la sagomatura dei manici), utilizzava manici Warmoth grezzi che successivamente sagomava su specifiche del cliente. Roberto, infatti, aveva in lavorazione un paio di manici caratterizzati dalla figurazione del legno particolarmente bella, destinati alle sue due Spacecaster personali, allineati con gli altri manici in attesa di lavorazione ma siglati, ben in evidenza, a matita con la parola “mio !” . Un uomo del Rinascimento Mi sono spesso ritrovato a pensare a Roberto come ad un uomo del Rinascimento. Oltre alle competenze tecniche e professionali che conoscevamo, aveva conoscenze in altri ambiti culturali che spesso ci lasciavano a bocca aperta. Conosceva a fondo il legno e come trattarlo, l’elettrotecnica e la meccanica. Quando aveva dei dubbi, si documentava, si informava, e studiava. Era capace, durante una chiacchierata, prima di parlare di come va costruito un buon trasformatore, poi di passare a disquisire sul cambio della sua motocicletta BMW e di andare a finire su come funziona un Garand M1 (lui che, se ricordo bene, non aveva neppure fatto il servizio militare) divagando infine su particolari tecnici dei disegni di Leonardo sul volo degli uccelli. Roberto aveva un grande cuore ed un carattere a volte un po’ “ruvido” (mai provato sulla mia pelle ma visto in “azione” alcune volte). Mi ha accolto come un fratello minore e oltre ad avermi insegnato tanto, mi ha fatto il grande dono della sua amicizia. Dopo di lui un grande vuoto. • A fianco del titolo, nella pagina di fronte: 16 gennaio 1994 - Roberto con Paolino Canevari al brindisi rituale dopo la firma dell’atto notarile con cui viene fondata Accordo. Qui sopra: 16 maggio 1993 - A Voghera si tiene la seconda edizione di SHG e Pistolesi porta il prototipo di The Mojo Amp. Qui lo prova Paolino Canevari, imbracciando la Pistolesi Spacecaster fiesta red personale di Roberto. A destra: aprile 1997 - A Second Hand Guitars il reverendo Maurizio Piccoli acquista una Fender The Strat lake placid blu dopo averla fatta controllare nei minimi dettagli dal Maestro e provare a lungo sulle 12 battute blues da Paolino Canevari. Resta la curiosità di sapere quante Heineken si era scolato il Maestro prima di quella. Dall’espressione non poche... Roberto! - McLanfran Robertaccio, la mia musica ha il suono che tu le hai voluto dare, con i tuoi interventi e i tuoi consigli. Quindi ogni volta che imbraccerò la chitarra tu sarai lì con me. Eri la bussola della mia passione più grande. Come te ne ho conosciuti davvero pochi. Grazie di tutto. - Robogg Non potremo mai dimenticare tutto quello che ha fatto per la comunità musicale italiana e non solo. - Simone Salvatore Ora più di prima la precarietà delle cose ci scuote e fa paura. Tutti siamo accomunati da questa passione sfrenata per la musica - alcuni di noi più rock altri più blues, Jazz, metal etc... In questo momento siamo tutti qui commossi e fortemente coesi per la perdita di uno di noi. Però che dire proprio da poco ad un matrimonio di un amico musicista ho potuto verificare quanto alla fine il valore delle cose assuma in determinate circostanze di grandi gioie o dolori dei significati reali. Il valore di questa grande persona è tangibile è nell’aria e nell’animo di tutti noi che abbiamo voluto omaggiarlo e ringraziarLo per tutto quello che ci ha lasciato, un bagaglio umano che va al di là di tutto, che ci fa sentire vicini aglia amici e ai familiari di Roberto. Un bagaglio umano e un’esperienza, intrisi di significato reale cone la nostra musica, una musica che rappre- Second Hand Guitars 29 III R emembering Roberto Il Maestro dell’arte del Suono ome conobbi Roberto forse lo avete già letto sul mio sito ed ora, con un triste magone sullo stomaco ma orgoglioso di ricordarlo insieme a voi, voglio raccontarvi quali furono le sue tecniche d’insegnamento dell’arte del Suono. La prima volta che entrai nel suo laboratorio rimasi colpito da quanto era piccolo ma ordinato. Io a quel tempo non avevo ancora deciso se continuare l’attività di mio padre o fare qualcos’altro e coltivavo il mio hobby in un incasinatissimo garage. Il suo ordine mi fece capire subito chi avevo davanti. Quel giorno portai a Roberto le mie prime due chitarre: una neck-through con manico a sandwich di wengè/acero/mogano e “ali” di ontano e una bolt-on di alder con manico in mogano costruite con i suoi primi consigli telefonici. Lui, dopo essersi mangiato un dolcetto siciliano che gli avevo portato, le guardò per bene, guardò i tasti, i manici, lo spessore del body e disse: “Vabbè, andiamo a mangiare una pastasciutta!”. La mia curiosità sulla sua opinione era enorme ma non osai chiedere: aspettavo che lui stesso riprendesse il discorso. Non lo fece mai. Mai più. Era propio così il maestro, all’antica. I suoi insegnamenti erano sempre nascosti tra le righe di discussioni, di concetti, di macchinari. Il martello e la tastiera Un esempio? “Signor Roberto - chiesi - mi capita che sulle tastiere bombate, quando metto i tasti, mi si alzano gli estremi”. “Usi il martello di gomma?” Risposi che sì, che fanno tutti così. “Tutti ‘na sega, io seguo la tastiera! Mi son costruito una macchinetta che mi permette di spingere dentro il tastino seguendo la tastiera.” che non sapevo distinguere una resistenza da un condensatore, ma lui con voce tranquilla mi disse che il sistema migliore era di provare a costruire un piccolo ampli e che se avevo dubbi potevo chiamarlo o andarlo a trovare. Visto il mio enorme panico lui continuò e disse “tranquillo, prendi uno schema semplice e guardalo. Quelle a zigzag sono le resistenze, mentre le due linee parallele sono i condensatori. Quelle cose tonde con delle linee dentro sono le valvole. Non hai che da unire questi componenti”. E intanto rideva, mamma mia come rideva. Ovviamente presi qualche lezione di elettronica da un professore qui a Catania, ma quando iniziai a costruire il mio primo ampli fu Roberto che chiamai per chiarirmi i dubbi. Un suo discepolo Mi si accese il cervello e iniziai a pensare fino a quando arrivai alla leva. Mi costruii anch’io una macchinetta che spingesse il tasto senza deformarlo come faceva invece il martello. Roberto mi indicò sempre la strada, ma mai con “fai così” o “usa questo arnese”. Mi spingeva sempre a pensare in maniera “larga”, come diceva lui. L’altra metà del suono Dopo qualche anno, quando ormai il Nocivelab (oggi Orlando Musical Instruments) era una attività vera e propria, ebbi la necessità di imparare a sistemare anche gli amplificatori. Un giorno presi il telefono e chiesi a Roberto se poteva insegnarmi “l’altra metà del suono”. Premetto Non avevo capito che lui mi considerava un suo discepolo fino a quando un giorno mi chiamò dicendomi che c’era una persona che voleva parlarmi. “Pronto Peppino, sono Alberto Biraghi, Roberto mi ha parlato di te, dice che sei il suo allievo. Sarei contento se venissi alla 16a edizione del Second Hand Guitars, magari come consulente”. Io, in piena tachicardia, completamente nel pallone dissi “Sì certo.” Poi richiamai Roberto per ringraziarlo. Mi rispose che se qualcosa di buono avevo imparato, lui aveva soltanto aperto la porta. L’eredità di Roberto Di chiacchiere ne facevamo tante e tra le righe mi spiegò tante cose di liuteria, di come trattare con i clienti, mi fece conoscere i suoi “omini”, Giovanni delle vernici, Mario del surplus militare, dove andavamo a “sporcarci le mani e riempire gli occhi”. Oggi, quando la pigrizia mi assale e lavoro male, sento la sua voce sulla spalla che dice “Nun mi garba mica” e sorridendo ricomincio come mi ha insegnato lui. • In questa pagina, tre diversi scatti che ritraggono Roberto Pistolesi assieme a Peppino Orlando. Nella pagina a fianco, in alto: 29 dicembre 2001 - quasi sette anni dopo la creazione, ecco riaperta per la prima volta la Spacecaster #26 anno 1995. Le mani di Roberto sono al lavoro per sostituire i Lindy Fralin montati all’origine con la sua - all’epoca - recente scoperta, i VooDoo. Nel tondo, le mani di Roberto al lavoro sulla sua macchina a pendolo, strumento progettato e realizzato da lui per produrre i manici delle sue chitarre. senta per tutti noi un caldo ristoro per l’anima, che ha rappresentato tanto per la vita di Roberto tanto da dedicarGli una parte di esso. Quella parte cosi intima che nessuna morte e nessun Dolore potranno mai cancellare,quella parte che ci pone di fronte al valore della coesione e lo siamo coesi in questo momento... Siamo tutti commossi, presenti e vicini, uniti nel ricordo della sua e nostra musica, e credo che anche lui sia felice di questa nostra vicinanza e presenza e vivrà sempre nelle pagine, nel valore e nell’animo di questa comunità. - Antoblue83 Grazie a quest’uomo ho imparato a costruire una chitarra. Questa notizia lascia veramente un senso di svuotamento interiore. Anche se non ci si conosce di persona, questa comunità è composta da amici che condividono un’unica passione per la musica e la chitarra, e Roberto ci ha aiutati a comprendere meglio il fantastico mondo della liuteria con umiltà e competenza. Grazie Roberto, non ti dimenticheremo mai. - maoskorpio Da meno di due anni avevo cominciato a frequentare anche se sporadicamente il suo laboratorio. Mi sento triste ed abbandonato. Oggi piove. È davvero una brutta giornata. Ciao Roberto, avrei voluto conoscerti meglio, avrei potuto imparare molte cose sulla musica, sugli strumenti dalla tua competenza e dalla tua IV Second Hand Guitars 29 Non un liutaio oberto Pistolesi non era un liutaio, era molto di più. Perché di liutai ce ne sono tanti, di Pistolesi ne nasce uno ogni secolo, forse anche meno. Uno come lui, uno che condivideva il suo approccio alle cose, è quel signore americano di origine tedesca vissuto nella Orange County, tale Leo Fender. Non è un caso che Pistolesi lo considerasse un genio. Quei due erano molto simili e se Leo ha inventato le cose più brillanti, è soprattutto perché è arrivato prima, quando c’era ancora molto da inventare. Ma Roberto non era meno geniale di lui. Quello che lo rendeva speciale era la sua capacità di elevarsi intellettualmente sopra le cose per osservarle dall’alto, di affrontare i problemi cambiando il punto di vista, per scoprirne gli aspetti critici e vedere con maggior chiarezza le soluzioni. Questa sua attitudine si percepiva in ogni istante del suo lavoro, come pure nella sua vita normale, quando si rubava un giorno per regalarsi il piacere di andarlo a trovare e stare a osservarlo rapiti mentre sistemava la chitarra di turno o solo si beveva un tè assieme. Quanti dettagli, solo apparentemente di poco conto, visti dall’alto assumono importanza e spessore? Anche le cose più piccole e apparentemente banali, quando si riusciva a seguire lo sguardo diverso di Roberto, apparivano in tutta la loro magnifica complessità. Il campo magnetico All’epoca in cui nasceva la mia Spacecaster, a un certo punto ebbi l’idea di montare un pickup al centro rovesciato (come si cominciava a fare nei primi anni ‘90 e come si fa tuttora troppo spesso) per ottenere un effetto humbucking utilizzandolo in combinazione con uno degli altri due. Sembrava l’uovo di Colombo e i pickuppari di punta, da Seymour Duncan a Lindy Fralin (il mito dell’epoca) passando per Larry Di Marzio si erano adeguati, offrendo set per Stratocaster con l’ozione di un pickup RWRP (Reverse Wind Reverse Polarity). A differenza del resto del mondo, Roberto non amava seguire le scelte altrui acriticamente e si mise a studiare il comportamento dei flussi magnetici, rendendosi conto sulla carta prima (munito di calamita e limatura di ferro), dal vivo poi (con test di suono AB), che il pickup centrale capovolto modifica profondamente il suono più misterioso della Stratocaster, quella delle cosiddette “posizioni intermedie”. Lo dimostrò anche a me, ci volle poco, fu sufficiente il suo corpo cavo sperimentale (quello che consentiva di sostituire i pickup in un attimo per confrontarli), vari set di pickup e un buon amplificatore. Sentimmo il suono di un set normale, poi cambiammo il pickup centrale con uno identico ma RWRP e verificammo con le nostre orecchie che la differenza era infinita, la chitarra suonava più ovattata, gommosa, con armoniche e buona parte della brillantezza che andavano a farsi friggere. Insomma, se avesse avuto un pickup centrale RWRP, il giovane Eric Clapton di Derek and the Dominos non avrebbe scoperto il magico honk-honk della posizione intermedia (quello che neppure Leo aveva previsto), facendolo diventare sinonimo del più puro suono Strat. Nulla per scontato Era così Roberto, non dava mai nulla per scontato. Come con i tasti, come racconta Giuseppe Orlando in queste stesse pagine, che non volle mai prendere a martellate. Fu lui a scoprire che Leo aveva inventato un sistema innovativo per inserirli, trascinandoli attraverso la tastiera a evitare traumi. Remembering Robert o Pistolesi decise che preferiva pigiarli con delicatezza e realizzò uno strumento apposito per farlo al meglio. Costruiva strumenti per fare qualunque cosa, non accettava l’idea di fare a mano le sue repliche di Stratocaster e Telecaster, che erano chitarre nate dalla mente di un genio della meccanica, non da un liutaio. Per questo progettò e realizzò un attrezzo straordinario per tracciare i solchi dei tasti sul manico, un monumento con un bilanciere fuso in alluminio e dime in plexiglass. Aveva miriadi di attrezzini autocostruiti, adattati da attrezzi di normale uso o realizzati da zero, che gli consentivano di svolgere con la massima semplicità i lavori più complicati. Chi ha provato a smontare un Bisgby per pulirlo e lubrificarlo sa bene che solo Roberto Pistolesi lo poteva fare –grazie ad alcuni attrezzi specifici– senza investire ore di fatica, improperi e tagli nei polpastrelli. Il tornio e il trapano Quando mancò mio padre, maestro di bricolage, mi ritrovai tra le mani un suo magnifico tornio e un trapano a colonna professionale. Non sapevo che farci, ma quando li vide Roberto gli brillarono gli occhi, non c’erano dubbi, la loro destinazione era il suo laboratorio. Dopo qualche mese che se li era presi andai a trovarlo e quasi non li riconobbi, tanto li aveva rimessi a nuovo. Sapere che il tornio di mio padre era finito in quel luogo, maneggiato da quelle mani, fu una grande gioia. Amava gli attrezzi, li rispettava, li teneva bene. Credo che in qualche modo considerasse “attrezzi” anche le chitarre, era per questo che le capiva così bene. La borsa laterale Roberto aggiustava tutto, se ti vedeva arrivare con una cosa rotta non poteva resistere, te la sistemava. Una volta che lo andavo a trovare in moto, dopo una sosta fisiologica all’Autogrill mi accorsi che un automobilista in manovra aveva urtato la mia borsa laterale, scardinando la chiusura. Rappezzata con un elastico raggiunsi Santa Croce, dove Roberto si accorse immediatamente del danno (aveva un fiuto speciale per le cose guaste). Non ci fu modo di tenerlo: smontò la borsa, disassemblò la chiusura, ricostruì con pezzi di plastica e alluminio dei pezzi di ricambio e rimise assieme il tutto perfettamente, tanto che la chiusura riparata funzionava meglio di quella sana. Il miracolo di Pistolesi era tutto qui, nella chiusura della borsa della moto, nel campo magnetico, nei tasti infilati. Ma era anche nel suo stile di vita frugale eppure raffinato, nel suo modo attento di versarti il tè, nel suo sguardo che sfiorava la sommità degli occhiali da presbite quando dicevi qualcosa che non gli “garbava”. Bastava quell’occhiata per trasmettere un mondo di saggezza e quella curiosità che lo ha sostenuto e spinto per tutta la sua troppo breve vita. Roberto Pistolesi non c’è più. Dovunque sia andato, ha portato con sé il suo mondo di conoscenza e buonumore, i suoi entusiasmi, le sue manie, le sue pazzie. Siamo qui, noi che eravamo i suoi amici, a dirci l’un l’altro che Roberto è sempre tra noi, che il suo insegnamento resta. È vero, in un certo senso, perché tutti noi che abbiamo avuto il privilegio di essergli vicini cercheremo di tener vivo il suo ricordo ogni volta che accarezziamo la sua chitarra. Ma quella voce allegra, quel sorriso aperto, quei gesti misurati, quelle ore trascorse attorno a un pickup da riavvolgere parlando di tutto e di più, quelli non ci sono più e nessuna saggezza ce li può restituire. • umanità, avrei potuto sicuramente imparare qualcosa sulla vita. Avevi buoni consigli per tutti. Siamo tutti più soli. - Lomba I veri Maestri nella vita sono pochi, è sempre una grande perdita quando si ricongiungono all’Infinito. Ho avuto recentemente il piacere di potere frequentare Roberto a piccoli bocconi e la fortuna di trattenere da ogni incontro qualche prezioso consiglio, di liuteria e di vita. Ci mancherai molto, riposa in pace. - Riccardo Di Roberto ricordo il tono canzonatorio, la capacità di immediato giudizio (nero-nero, bianco-bianco), il rispetto e la toscanità debordante nella musica. E ricordo con grande rispetto l’Arte a me sconosciuta della liuteria più raffinata ed amorevole. - Gianni17 Che notizia. Mi dispiace, non ho parole. Se ne va una grande persona. Mi stringo al dolore. - Giancarmine ...sto imbambolato davanti al monitor... e pensare che un mese fa gli avevo portato la mia chitarra per un lavoro... ancora non me ne capacito... non ero ancora pronto a questo momento... probabilmente non lo sarei mai stato... Mi dispiace Roberto... mi dispiace tanto di perdere una persona come te... tutte le volte che venivo convinto del fatto “ora gliene dico una che nn sa” e tutte le volte con la solita esclamazione... “eccheccazzo... lo sa e anche più di me” Beh... un salu- Second Hand Guitars 29 R emembering Roberto Amore a prima vista more a prima vista. Si può definire così il rapporto tra Roberto Pistolesi e i pionieri di Accordo, che nell’ormai lontano maggio 1992 avevano spedito in alcune migliaia di copie il numero zero di una fanzine formato A4, stampata in economia e su carta riciclata, nata per prendere a schiaffi il mondo della chitarra. Con un lavoro certosino, Maurizio Gottardi e io, ideatori e realizzatori della neonata “Nashville”, avevamo raccolto migliaia di numeri di telefono dalle inserzioni vendocompro chitarre sulle riviste di annunci di tutta Italia e li avevamo trasformati in indirizzi con un terminalino Philips attaccato alla banca dati SIP (oggi tristemente nota come Telecom). Poi avevamo spedito a tutti gli indirizzi una copia omaggio in visione, con la richiesta di sottoscrivere un abbonamento. Una lettera bellissima Con nostra grande meraviglia, il primo invio portò quasi cento abbonati (segno che in Italia c’era voglia di qualcuno che finalmente raccontasse le cose a sei corde che accadevano fuori dai nostri confini). Arrivò anche una lettera, bellissima (non rimpiangerò mai abbastanza la decisione di non salvarla quando feci pulizia di scartoffie prima di traslocare da quell’ufficio), guarnita con una decal ad acqua, di quelle d’altri tempi, che diceva “Pistolesi” con un carattere “spaghetti” dai riferimenti inequivocabilmente pre-CBS. Roberto Pistolesi aveva ricevuto il numero zero di Nashville e aveva capito che lassù, oltre l’Appennino, c’era gente della sua razza, non disposta a prendere per buone le verità rivelate, curiosa e decisa a condividere col mondo notizie, scoperte ed esperienze. Partì uno scambio di fax (qualcuno ricorda che nel 1992 si viveva senza posta elettronica?) e telefonate che culminò nella prima stretta di mano, avvenuta il 24 ottobre 1992 alla discoteca Puerto Musical di Rho, un posto buio e anche un po’ equivoco dove si riunirono i pionieri di quelle che sarebbero diventate le più grandi iniziative nate “dal basso” nella storia della chitarra in Italia, Accordo e Second Hand Guitars. Un’amicizia che non finisce I dieci minuti necessari a scaricare la pigna di AC30 e custodie dalla sua vecchia (ma perfettamente efficiente, come ogni sua cosa) station wagon furono sufficienti a far nascere un’amicizia che non accetta di finire neppure oggi che Roberto è partito con un biglietto di sola andata per il Mondo della Fantasia. Argomento obbligato chitarre, ampli, effetti e tutto quanto contribuiva a fare “il suono”, anzi, come lo chiamavamo noi, “the tone”. Erano gli anni in cui la vintagemania statunitense cominciava a contagiare anche il paese di pizza e mandolino, ma gli appassionati che potevano accarezzare palette ammuffite erano ancora mosche bianche. Oltre a me (che acquistai la prima Telecaster un po’ vecchia nel 1978) c’erano Claudio Bazzari, Paolino Canevari, Paolo Luti, Tolo Marton, Orazio Perego, Maurizio Piccoli e pochi altri. Per questo Roberto Pistolesi sorprese un po’ tutti, perché sembrava conoscere ogni segreto degli strumenti, anzi, ne sapeva sempre uno di più rispetto a noi che eravamo convinti di essere le massime autorità del vintage italiano. Nascita di un Amp Era difficile da credere - per noi che frequentavamo Gruhn Guitars a Nashville, Guitar Trader a Red Bank e Matt Umanov a Manhattan - che quel toscano ne sapesse più di noi e fu forse anche per questo che un giorno, visto che Roberto sembrava a suo totale agio con l’elettronica degli Accanto al titolo, la foto finale alla conclusione di SHG 1, scattata il 24 ottobre 1992 a Rho. Da sinistra: Orazio Perego, Tolo Marton, Roberto Pistolesi, Alberto Biraghi, Paolino Canevari, Daniela Perego, Maurizio Gottardi (primo editore di Nashville e primo presidente di Accordo). Qui a fianco, in una foto del 10 aprile 1994, Roberto è con Daniela Terragni, grande amica di SHG, all’epoca product manager Gibson in Italia. to... mi mancano le parole... - GURU1979 Non ho mai avuto la fortuna di incontrarlo in carne ed ossa, ma ho sempre letto i suoi articoli e le sue botte e risposta con grande interesse e simpatia. Avrei voluto portargli la mia strato assemblata a fare un tagliando e vederlo lavorare come faceva nel video di SHG, con quella passione e mostruoso know how che non si trova da tante parti. Mi sarebbe piaciuto vedergli bussare il legno per capire con quale tavola fare un body. E invece la malattia se l’è portato via. Mi dispiace tanto. So soltanto che doveva essere una persona meravigliosa se tanta gente che nemmeno lo conosceva direttamente si trova oggi a lasciare messaggi. Un abbraccio ai familiari. - Scheggia Che tristezza apprendere che il “toscanaccio” ci ha lasciati. Grazie Roberto per quello che ci hai dato. - Andreas Ciao Robè, grazie degli insegnamenti e della tua vitalità e simpatia. Ti ricordo con tanto affetto. È duro dirti ciao per l’ultima volta - Paolo e Angelo Roberto non morirà mai! - Alecb Un solo scambio di email con il maestro mi aveva fatto assaporare la sua brillantezza e schiettezza, per questo speravo di conoscerlo al più presto. Posso solo dedicargli le vibrazioni dei miei legni, sicuro le sentirà anche da lassù. Ciao - Jack La perdita è tremenda, il dolore tanto, queVI Second Hand Guitars 29 Remembering Robert o amplificatori - credo prima di Natale 1992 - gli lanciai una proposta che conteneva un po’ di sfida. “Tu parli, parli, ma sapresti costruire un amplificatore che riunisce il meglio dei due mondi, il Vox AC30 Top Boost e il Fender Twin anni ‘50?” Probabilmente sarebbe successo lo stesso, Roberto era un vulcano. Ma lasciatemi l’orgoglio di pensare di essere stato l’ideatore del nome e il catalizzatore della nascita di quello che fu il più straordinario amplificatore che mi sia mai capitato di provare, un coso color verde coccodrillo ubriaco che ha messo in fila la lunga serie di Fender black face, tweed, Vox, Marshall passati per casa mia e per ogni luogo in cui ho suonato: The Mojo Amp. The Mojo al debutto Per tutta la notte tra il 15 e il 16 maggio 1993 il prototipo di The Mojo, senza reverbero e con il pannello superiore senza scritte pantografate, restò acceso per l’ultimo controllo prima di mettersi in viaggio di buonora, assieme al suo creatore, per Voghera, dove stava per cominciare Second Hand Guitars 2. Stupì tutti, ma proprio tutti, quel coso verde da 30 Watt che urlava attraverso due Alnico Blue con una forza da sembrare un 100, tanto che nel giro di poche settimane il primo (e unico) contingente di venticinque pezzi andò sold-out. La mia idea non restò senza riconoscenza, perché un mese dopo o giù di lì un corriere consegnò a casa mia una cassa di legno con cerniere rigorosamente anni ‘50 che conteneva il primo The Mojo di produzione, con l’accordo che l’avrei messo a disposizione di chiunque lo volesse sentire. Ho sempre mantenuto fede all’impegno e quel primo amplificatore è stato assaporato da decine di chitarristi, professionisti, dilettanti, bravi o sgangherati, ma tutti ugualmente stupiti per la qualità e la quantità di suono del Mojo. Un legame forte Fu solo l’inizio di un legame forte, che si fece più stretto il 12 gennaio 1994, quando, davanti a un notaio di Milano, Roberto fu uno dei fondatori dell’associazione Accordo, quando si incazzò ferocemente con noi nel 1996 perché, in un tentativo di lanciare Nashville fuori dal circuito degli addetti ai lavori, ne facemmo una fanzine pop, quando l’incazzatura gli sbollì e nell’ottobre 1997 organizzò a SHG il primo workshop sulla manutenzione della chitarra, concluso con l’ultimo della sua vita, il 13 novembre 2005, a SHG 27. • Nel tondo in alto: 13 novembre 2005, Milano, SHG 27. L’ultimo workshop di Roberto Pistolesi è il più bello. In una sala gremita (c’erano state più richieste che per il workshop di Bob Brozman) un Pistolesi cablato con microfono hand free e ripreso dalla telecamera del grande amico Emmetray, assembla una chitarra regalando a piene mani i suoi segreti al popolo di SHG. Per molti è l’ultima volta. Roberto morirà pochi mesi dopo. Una visita al campo militare Andavo spesso a casa di Roberto Pistolesi. Rimanevo letteralmente incantato dal suo modo di lavorare. C’era da imparare da ogni suo gesto. A volte lo tempestavo di domande, pur sapendo che la risposta sarebbe stata un’altra domanda: “Sicuro di non capire come mai faccio così? Se ci pensi c’arrivi!”. Dopo avermene tanto parlato, un giorno Roberto mi disse: “Vuoi venì al campo?”. Era questa la parola d’ordine: “il campo”, un deposito di macchinari e atttrezzature ex-militari. “Si va domattina presto, pe’ l’ fresco”. Appena arrivato, mi guardo attorno con perplessità. Ovunque ci sono rottami color verde oliva: scatole e contenitori per trasporto aereo, containers, tantissimi strumenti e apparecchi per me inutili. Guardo Roberto come per dire: “o che ci siamo venuti a fa’?“, ma lui è già partito alla ricerca, aprendo scatole e sbirciando all’interno di ogni tipo di apparecchi, non mi rimane che seguirlo. A poco a poco tutto diventa più chiaro. Come se uscissero da una macchina del tempo, iniziano ad apparire quei componenti mitici di cui ogni appassionato di strumenti musicali e amplificazione ha sentito parlare: condensatori carta e olio, valvole made in USA, matasse di cavo al Teflon, transistor al germanio... Tutto nuovo, o meglio, NEW OLD STOCK, perfettamente conservato dagli anni ’50 e ‘60 in qualche magazzino e poi gettato perché obsoleto, parte di ricambio di qualche apparecchiatura non più in servizio e quindi inutile. Ma tutto ciò che è ben progettato e costruito non invecchia né diventa realmente inutile... Questi componenti, ormai inadatti a fare la guerra, grazie a Roberto trovavano un nuovo impiego, decisamente più bello e utile, al servizio della musica. “La vedi quella radio?”, disse Roberto indicando una trasmittente americana degli anni ‘50. “Dentro ci sono una 5Y3, una 6V6GT, una 6SJ7, degli zoccoli in porcellana e degli ottimi trasformatori, in pratica tutto quello che serve per costruire un Fender Champ Tweed!”. Anche l’apparecchio più inutilizzabile rappresentava un tesoro. Se non c’era niente di recuperabile si poteva comunque imparare molto. Con uno sguardo attento si notava subito una cura impeccabile, una costruzione realmente “a prova di bomba”. Impossibile non pronunciare il fatidico: “Oggi ‘un li fanno più come una vorta...” Alberto “Mr. T” Dani http://www.t-pedals.com sta persona ha rappresentato una “guida spirituale” per chi si diletta in liuteria o è comunque semplicemente appassionato di belle chitarre. Ricordiamolo ogni volta che ci mettiamo a trafficare con le nostre amate, e facciamolo con ancora piu passione e coinvolgimento di prima, la stessa che Roberto sicuramente metteva, senza risparmiarsi. Quando lo vidi a SHG alla clinic, sorrideva come un bambino entusiasta quando svitava, avvitava, saldava, come se non avesse mai desiderato fare altro che quello nella vita. Anche io non sapevo della malattia... Ovunque tu sia ora, spero sinceramente che te la passi bene, ciao Roberto. - Tom Anderson ...che egli possa continuare a costruire strumenti per gli angeli e che il loro suono possa raggiungerci! - Lacablues l’eco della sua assenza si sentirà per molto tempo a venire. Addio Roberto.... e buon viaggio... - Bluesin’ Mike Sono commosso. Non solo perché ricordo un uomo buono, gentile e sorridente, non solo perché so che non lo incontrerò più su questa Terra, ma perché i commenti che leggo raccontano di un uomo che si è fatto amare anche da chi non lo conosceva di persona. E questo mi sembra una grande cosa, che mi dà la certezza che tutti noi siamo fatti per cose grandi. Buon viaggio, Roberto! - Giovanni Matarazzo Ho conosciuto Roberto Pi- Second Hand Guitars 29 VII R emembering Roberto Una canzone per Roberto o conosciuto Roberto nel 1999 e dopo appena 10 minuti di conversazione mi sono reso conto di avere di fronte una persona speciale, come professionista e come uomo, di quelle che si incontrano raramente nella vita. Si è dimostrato un amico a tutto campo e gli sono riconoscente per aver condiviso con me alcune esperienze che soprattutto per lui, negli ultimi tempi, erano molto importanti, prima tra tutte quelle sul “leggendario” suono degli Shadows. Roberto qualche anno fa ha scritto, come coautore assieme a Malcolm Addey (ingegnere del suono dei mitici studi di Abbey Road ) e Maurizio Mazzini, un libro intitolato That Sound, dedicato al suono degli Shadows, mitico gruppo strumentale inglese nato agli inizi degli anni ‘60 e noto per essere stata la band del cantante Cliff Richard per lungo tempo. Per farla breve: il chitarrista solista degli Shadows, Hank Marvin, è stato senz’altro uno dei primi, almeno sulla scena europea, ad avere un proprio “sound” e sempre associato all’uso di una Stratocaster, un Vox AC30 ed un eco a nastro. Roberto, grandissimo appassionato degli Shadows e di Hank Marvin e da loro ispirato ad entrare nel mondo della chitarra, si era reso conto che il suono dei loro primi successi non poteva essere sempre riprodotto con l’uso della Strato. Da qui è partita una ricerca che lo ha portato a formulare un’intrigante ipotesi: la chitarra poteva essere una Gretsch Contry Gentleman. Le reazioni alla ricerca Il libro ha suscitato un grande interesse internazionale ma anche contrastanti reazioni, soprattutto in In- ghilterra, da parte della nutritissima schiera di fans. Alcuni, con orecchio (e cervello!) più critico hanno sperimentato le sue ipotesi, altri si sono invece scagliati contro di lui gridando allo scandalo. Chi ha conosciuto Roberto sa bene che, se c’era da picchiare duro, lui trovava terreno fertile e così abbiamo deciso di affrontare le critiche più sanguigne recandoci proprio “nella tana del lupo”! Armati di Gretsch ed eco Meazzi, nel 2004 ci siamo recati per la prima volta all’annuale raduno inglese chiamato Shadowmania dove Roberto si è confrontato con i più grandi appassionati degli Shadows. È subito emerso, con grande imbarazzo dei presenti, che sapeva molto più lui, italiano, di molti fans inglesi che si spacciavano per enciclopedie ambulanti. Le persone rimanevano allibite dalle capacità di Roberto di snocciolare, a memoria, dati tecnici precisissimi riguardanti valvole usate in quel preciso anno, tipi di coni, di corde, e la maggior parte dei presenti ha subito capito di essere di fronte, nonostante le sue ipotesi, ad una persona preparatissima come nessun altro. Per non parlare poi del lato umano e gioioso di Roberto: è finita a tarallucci e vino (di quello bono!) persino con quelli che lo avevano aspramente attaccato. Divulgare il verbo La nostra missione di “divulgare il verbo Gretsch” non si è limitata solo all’Inghilterra: anche gli amici francesi hanno avuto il piacere di sentirlo perorare la sua causa ed anche in questo frangente l’interesse è stato notevole. Il culmine della vicenda è stato raggiunto quando Roberto ha avuto il piacere di conoscere personalmente il suo beniamino Hank Marvin durante il tour inglese degli Shadows l’anno passato, su espressa richiesta di Marvin stesso. In molti, presenti all’incontro, hanno allungato le orecchie per carpire qualche frammento di discussione, intuirne il tenore. Appena rientrato, Roberto mi ha chiamato dicendomi, alla sua maniera “Un m’ha convinto punto!”. E quanto fosse appassionato a questo tipo di musica Roberto ce lo ha confermato riuscendo, nell’ultimo periodo della sua vita, a dedicarsi alla sua ultima creazione: l “ARiAB” (Abbey Road in A Box), un piccolo stompbox dedicato al suono degli Shadows, in sintesi un filtro taglia bassi tarato sulle specifiche del suono di Marvin quando questo veniva registrato negli studi di Abbey Road dal tecnico sopracitato Malcolm Addey. Tramite l’aiuto dell’amico Jim Nugent tale scatolina magica è stata fatta sentire in Inghilterra e come al solito ci sono state quantità industriali di richieste. Una canzone a settembre Tutti questi elementi, uniti alla grande simpatia che Roberto ha saputo trasmettere anche a quelli che non hanno condiviso le sue idee, lo hanno portato ad essere amato e ricordato con grande, sincero affetto anche nella “tana del lupo”, e a riprova di questo ci sono le parole di Bruce Welch (Shadows) che durante il suo concerto a Shadowmania, lo scorso 23 settembre, ha espresso il suo rammarico per l’enorme perdita col regalo che Roberto avrebbe gradito di più: una canzone. Per quanto mi riguarda, non basterebbero tutte le parole per esprimere il senso di vuoto che d’un tratto mi si presenta nella vita di tutti i giorni. È come se mi sentissi perennemente “off line”, disconnesso, perché oltre che un amico, era diventato un punto di riferimento e di consiglio nella mia vita quotidiana. • stolesi parecchi anni fa e negli ultimi anni ho avuto modo di conversare amabilmente con lui più volte, l’ultima in occasione dei nostri rispettivi workshops a SHG. Troppo poco per creare i presupposti di un’amicizia, ma sicuramente abbastanza per poter apprezzare l’esperienza e la competenza di un uomo che faceva coincidere la propria passione con un mestiere, ragionando sulle cose, analizzando i problemi e cercando le risposte con grande puntigliosità. Per una volta, un luogo comune, una frase banale hanno un senso: sono sempre i migliori quelli che se ne vanno. - Luca Villani Non ti conoscevo, ti ho visto a SHG e il tuo sorriso verace faceva capire tanto... abbiamo perso uno di noi. - HOKKEIN Le poche occasioni che ho avuto per incontrarlo mi hanno sempre arricchito. Un maestro (ma lui si scherniva “chiamami Roberto”) nella sua arte, un maestro di vita e soprattutto una persona di una vitalità estrema. Mi riesce difficile crederci, altro che accettarlo. Con lui abbiamo perso davvero tanto. - CHARLIE Tutte le visite al suo laboratorio le ricordo come fosse ora, ci andavo nemmeno una volta l’anno ma erano sempre bei giorni: abbiamo perso l’uomo e la sua arte, ma moltissimo è quello che ci ha lasciato e penso che un po’ del suo spirito sia in tutti quelli che l’hanno conosciuto. Buon viaggio Maestro - dickey Era una notizia che non avrei mai voluto avere... Era, con la sua abilità e la sua passione, e i suoi consigli, una persona enorme. Sempre aperto, gentile, anche verso chi, come me, gli rompeva le balle con domande che per lui saranno state assolutamente banali. Trasmetteva passione per quello che faceva, e se ho sempre voluto costruire una chitarra, molto è merito suo... ciao Roberto, e grazie - Adesign Aggiungo il mio saluto alla persona che più mi ha fatto pensare, rimuginare, cambiare idea in fatto di chitarre e non solo. Roberto era semplicemente un piccolo genio della liuteria e una persona veramente squisita. Un tipo davvero particolare, un uomo d’altri tempi per certi valori e convinzioni ma modernissimo e sempre proiettato nel futuro per molti altri. Abbiamo perso un grande uomo. - stratoplaster La notizia mi ha lasciato senza parole, non immaginavo nemmeno che potesse avere quel tipo di malattia. Ricordo i momenti spensierati durante le cene di SHG Ancona da Ulderico quando fra una frittura e l’altra Roberto teneva banco con la sua simpativa e dispensava e noi “terrestri” consigli e informazioni su strato d’annata e ampli. Non posso pensare che un uomo della sua statura ci abbia lasciato, una perdita enorme umana e professionale per tutti noi. Ciao Roberto; ogni nota che da oggi in poi fuoriesce da una tua chitarra o un tuo ampli sia il ricordo di te che si diffonde nei cieli di questa terra e vibra nell’anima di tutti noi che ti abbiamo conosciuto e apprezzato - Matt Il mitico Pistolesi lo conoscevo solo tramite Accordo e credo che la definizione che hai usato “amico di noi tutti” sia perfetta. Tocca ora a noi fare in modo che il suo ricordo rimanga sempre vivo. Sincere condoglianze alla famiglia e a chi gli voleva bene. - Zanocom No, non c’è più voglia di suonare, è vero. Non c’è voglia di parlare di chitarre, di amplificatori, di dischi e di bei concerti. Sinceramente non c’è neanche voglia di scrivere, per la certezza, che va oltre la paura, che ogni cosa detta o fatta a questo punto sia inutile. Non è solo un giorno triste per me, non lo è solo per Accordo, non lo è solo per chi lo conosceva. È il giorno più triste per chiunque abbia mai imbracciato uno strumento, perchè maestri come Roberto al mondo si contano sulle dita di una mano. Ma anche tutto ciò passa in secondo piano, il nostro piccolo mondo a sei corde da solo non può contenere la grandezza di una persona del genere.- BadMirror Ho avuto la fortuna, l’onore di conoscere Roberto già dal ‘92, e ho potuto stabilire con lui un rapporto di profonda stima ed amicizia, mi ha aiutato un mare di volte, disponibile e cordiale... sono stato ospitato nel suo laboratorio, discutendo di stratocaster, di manici, di corpi, sorseggiando un liquore di mirto di Sardegna... mi mancherà da morire... - Roberto Ionta VIII Second Hand Guitars 29 carisch 2006 85X275 Stefy Line e le Hagstrom 3-11-2006 13:54 Pagina 1 ...a SHG e oltr e Una grande tradizione del passato torna a rivivere in Italia grazie a Stefy Line, che a partire da questo mese distribuisce in esclusiva nel nostro Paese la rinnovata linea di chitarre Hagstrom. Sono strumenti dall’indiscutibile fascino e dalla voce inconfondibile, costruiti seguendo alla lettera le specifiche originali della casa svedese. La sensibilità “filologica” riversata nella progettazione delle nuove chitarre è davvero molto profonda: al punto che, per rimanere il più possibile fedeli alla grande tradizione costruttiva Hagstrom, i nuovi progettisti (che fanno comunque capo a Karl Eric Hagstrom) hanno scelto di utilizzare addirittura le stesse macchine con le quali venivano realizzati i modelli di trent’anni fa –e quando non si è riusciti a risalire ai macchinari originali ne sono stati costruiti ex-novo alcuni identici a quelli del passato. Naturalmente, rispetto ai loro... progenitori, i nuovi strumenti (che passano sotto il nome di Hagstrom World Vintage Series) presentano qualche lieve differenza nel design di alcune parti meccaniche; e introducono, accanto ai pickup costruiti in Corea, alcuni nuovi materiali, come il Resinator Wood impiegato nella costruzione della tastiera. Tutto, naturalmente, avviene sotto la costante supervisione del fondatore, in nome di un controllo della qualità che non lascia nessun dettaglio al caso. Al punto che, come la stessa Hagstrom sottolinea nella sua comunicazione, non è esatto parlare di “rifacimento”; di fatto, è come se le linee di produzione fermate nel 1983 si fossero rimesse in movimento, come se i 23 anni passati dalla produzione dell’ultimo esemplare ad oggi non fossero che poche settimane. L’illusione, peraltro smentita dalla presenza di un ricco mercato di collezionisti che si contendono pezzi e ricambi d’epoca, è anche dovuta al fatto che le nuove chitarre sono in tutto e per tutto identiche a quelle degli anni Settanta. Nel “nuovo” catalogo Hagstrom figurano così nomi storici come quello delle Swede e delle Super Swede, o come quello delle semiacustiche Viking, di cui vediamo un esemplare qui a fianco. Accanto a queste “ammiraglie” figurano i modelli della serie F, più aggressivi dal punto di vista del design (una F-20WCT è raffigurata in basso a destra), ma ugualmente curati sotto il profilo della lavorazione dei materiali. I legni, che provengono tutti dal Canada, sono scelti in questo caso fra le essenze di tiglio (per il body) e di acero (per il manico, unitamente al Risonator); ma nel caso degli altri modelli arrivano a comprendere il mogano (per il body delle F-200 e F-300) e l’acero fiammato, che fa bella mostra delle proprie venature sul body della Viking. • STEFY LINE www.stefyline.com Recanati 071 75.01.492 Second Hand Guitars 29 27 A SHG e oltre IL SAPORE “ARTIGIANO” DELLA MUSICA C’è un negozio, a Milano, nel quale la mentalità artigiana ha ancora un ruolo di primissimo piano. È SOUND METAK, che fa delle eleganti vetrine di Piazzale Segrino la finestra ideale per entrare in contatto con strumenti musicali, accessori ed iniziative di carattere artistico. In effetti, Sound Metak non è soltanto un punto vendita; come sottolineano con forza i titolari, è piuttosto uno spazio dove custodire oggetti antichi, articoli artigianali, strumenti musicali, al fine di condividerli con persone che provano per la musica –e per l’arte in genere– una forte passione. Dalla chitarra vintage al grammofono degli Anni Trenta, dalla viola da gamba all’incisione introvabile del 1920... la visita a Sound Metak è capace di sorprendere ogni volta in modo diverso, e può incantare il navigato professionista come il semplice appassionato. In un posto come questo, il “prodotto” non è che un elemento del paesaggio: perché intorno ad esso circolano idee, sentimenti ed emozioni. È quindi pienamente comprensibile come lo staff di Sound Metak non si limiti alle attività commerciali “pure”, ma si sia di fatto trasformato anche in un vero e proprio propulsore di idee. Al punto che, dietro alle vetrine, si organizzano con regolarità installazioni, performance, concerti e seminari che coin- SOUND METAK www.soundmetak.com 28 Second Hand Guitars 29 volgono tutta la città. A SHG, Sound Metak propone una vasta scelta di strumenti di grande interesse, che vanno dalle chitarre EASTWOOD ai modelli Vintage Lap Steel costruiti fra gli Anni Trenta e gli Anni Cinquanta, passando per una vasta serie di strumenti a corda provenienti dai quattro angoli del pianeta. Non mancano naturalmente gli effetti a pedale, gli ampli vintage, i sintetizzatori monofonici e, più in genere, una vasta scelta di apparecchi “boutique”. Tutto, com’è ovvio, rigorosamente costruito dalle mani di abili artigiani. Per farsi un’idea dell’offerta portata all’Alcatraz basta fare qualche nome: Cornish, Keeley, Klon, ZVex, Menatone, Catalinbread, Effector-13, Van Amps... Se poi la confusione di oggi non permetterà di provare nel modo più congeniale strumenti ed effetti, non resterà che programmare una visita dalle parti di Piazzale Segrino. Qui, lo staff di Sound Metak sarà lieto di mettere a vostra disposizione il comodo box insonorizzato del negozio, dove è possibile provare con calma e tranquillità gli strumenti in vendita. Entrando in contatto, naturalmente, con la magia dell’approccio “artigianale” di Sound Metak. • Milano 02 45493391 ...a SHG e oltr e LA RISPOSTA GIUSTA PER CHI STA SEMPRE A SINISTRA... C’è tutto un mondo di musicisti che, per tradizione, è poco considerato. È il piccolo grande universo dei chitarristi mancini, spesso ignorati dai costruttori industriali e dalla grande distribuzione. Per loro nasce, nei primi giorni del 2005, CHITARREMANCINE: un punto informativo e di unione online che raccoglie ben presto un nutrito numero di iscritti. Il forum e l’angolo degli annunci rappresentano il primo passo del percorso; nel giro di pochi mesi, il sito viene trasformato nel primo GUITARSHOP ONLINE esclusivamente dedicato ai chitarristi mancini. Viene aperta anche una showroom alle porte di Milano, visitabile su appuntamento, dove oggi si possono vedere e provare una cinquantina di strumenti mancini. Gibson, Fender, Musicman, Schecter, Breedlove, Maton, Cole Clark sono solo alcuni dei marchi che si possono trovare all’interno del negozio e della showroom; di fatto, l’elenco è in continua crescita, nel tentativo di dare un supporto costante alla forte domanda del “popolo” dei mancini. Presto arriveranno anche nuovi strumenti firmati ESP e Jackson, due fra i marchi in assoluto più richiesti. Accanto ad essi, sono disponibili già da oggi anche tutte le parti di ricambio: dai corpi ai manici, dai ponti ai battipenna, passando naturalmente per tutte le meccaniche necessarie a customizzare ogni tipo di chitarra. Naturalmente, come in tutti i negozi che si rispettino, anche da CHITARREMANCINE si possono trovare numerosi pickup; come i bellissimi modelli creati appositamente in versione mancina dal Guitarstudio. Sono pickup costruiti a mano, che danno agli strumenti “sinistri” quella personalità che spesso manca ai pickup di serie. In questi giorni si festeggia il primo anniversario del negozio... e per l’occasione, assicurano i titolari, alcuni strumenti verranno proposti a dei prezzi assolutamente favolosi!!!! A SHG 29 si può ammirare una delle pochissime Musicman Luke mancine, la stupenda Minarick Mirrorball prodotta in edizione limitata: quella esposta è la numero 11, e in totale ne sono state costruite solo 20. Il mondo Gibson è rappresentato da tre Les Paul, fra le quali una meravigliosa Classic Plus del 1993. Naturalmente, questa non è che una piccola parte del vasto assortimento di Chitarremancine. Se anche questo non è sufficiente, non vi resta che visitare www.chitarremancine.com per prenotare una visita alla showroom milanese... • Pessano con Bornago (MI) 348 8848873 CHITARRE MANCINE www.chitarremancine.com CON TROY STETINA ALLA SCOPERTA DEL SUONO METAL È uscito proprio in questi giorni per i tipi delle Edizioni Curci il secondo volume della serie “Metal Lead Guitar” dedicata alla tecnica strumentale chitarristica più “dura” in assoluto. Il riferimento va naturalmente al sound, che è quello aggressivo del repertorio metal, illustrato in questo caso dal celebre Troy Stetina. Il poliedrico chitarrista, che vive in una fattoria negli USA e che affianca all’attività di esecutore e di compositore quella di insegnante, pubblica regolarmente per la Hal Leonard Corporation e vanta un passato come ciclista professionista. Un dettaglio, questo, che non è semplicemente “di colore”, ma che contribuisce a dare un’impronta innovativa al suo metodo didattico, imperniato sugli schemi della formazione atletica. Ogni volume contiene tanti capitoli scritti con un linguaggio estremamente concreto; a ciascuno di essi corrispondono precisi obiettivi didattici e numerosissimi esempi, nonché una serie di pagine bianche da dedicare alla stesura degli spunti creativi di cui, secondo l’autore, l’attività di studio deve sempre essere fitta. Fra gli argomenti affrontati in questo secondo volume ricordiamo senz’altro la teoria delle scale tonali e modali, la tecnica dedicata allo sviluppo della velocità, lo studio degli intervalli, degli accordi e della loro risoluzione, lo sweep picking e il tapping applicato alle scale. Per orientarsi meglio in questa... selva, l’autore ha voluto affiancare alla parte cartacea un CD pieno di tracce di esempio, che aiuta fra l’altro a costruire i sei assoli completi, disposti in ordine crescente di difficoltà, che serviranno a “mettere alla prova” le capacità acquisite. • EDIZIONI CURCI www.edizionicurci.it Milano 02 760361 Second Hand Guitars 29 29 A SHG e oltre solo per suonare NEL NOME DELLA QUALITÀ Lenzotti di Modena è uno dei punti di riferimento per la liuteria Second Hand, con un’offerta davvero molto ampia e articolata. Ne è testimonianza la fedeltà a questo SHG, che vede proprio Lenzotti a riconfermare, di volta in volta, lo spazio d’apertura della manifestazione. Anche quest’anno alle chitarre si affiancano sistemi di amplificazione ed effetti: “Non cerchiamo però il pezzo da museo a tutti i costi”, dice Marco Lenzotti, “o lo strumento da collezione da mettere in bacheca. Cerchiamo invece chitarre e bassi da suonare, ampli ed effetti pienamente efficienti per chi vuole fare musica davvero”. • Le leggi dell’economia insegnano che si può raggiungere il successo attraverso due percorsi di segno opposto: dotarsi di tutto (o quasi) l’assortimento possibile per puntare sulla varietà dell’offerta, o concentrarsi su pochi prodotti di altissima qualità. Questa seconda via è precisamente la strada che i titolari di 440Hz hanno deciso di seguire, e che li ha portati oggi a SHG 29 con una gamma di prodotti davvero invidiabile. L’offerta strumentale si limita alle sole chitarre acustiche artigianali Bourgeois, di cui 440Hz è distributore ufficiale per l’Italia. Si tratta di strumenti di grande pregio, costruiti dal “mago del voicing” Dana Bourgeois: un personaggio che ha iniziato la carriera di liutaio negli USA nel lontano 1978 LENZOTTI Modena www.lenzotti.com 059 364114 30 Luciano Andrea / 440Hz www.440hz.it Second Hand Guitars 29 e che, da allora, ha collaborato in qualità di consulente per i più grandi costruttori storici, da Martin a PRS a Gibson. L’altissima qualità di questi strumenti, dovuta all’intervento personale di Dana Bourgeois e all’impiego di legni di gran pregio, è stata di recente testimoniata da Acoustic Guitar Magazine, che nel 2004 ha conferito proprio alla piccola azienda americana l’ambitissima “medaglia d’oro”. Accanto alle acustiche Bourgeois, 440Hz distribuisce anche una variopinta gamma di effetti “boutique” di altissima qualità: sono i Fulltone Custom Effects, che vengono prodotti interamente a mano con componenti discreti e che, come si legge sul sito web di 440Hz, “non escono dal laboratorio di Mike Fuller (il produttore, ndr) se non dopo che lui in persona li ha suonati, testati a fondo e firmati”. Uno sguardo attento va dato poi agli amplificatori artigianali Cornford e Dr. Z. Sono apparecchi costruiti a mano ed estremamente curati sotto ogni punto di vista, fatti per durare a lungo e progettati per diventare “un’estensione della personalità e del sound dei musicisti che li utilizzano”. Da segnalare, infine, l’ampia gamma di accessori che completa l’offerta di 440Hz: dalle valvole JJ Electronic ai commutatori professionali Lehle Switchers, dai pickup Joe Barden e Van Zandt alle corde John Pearse. • Varese 0332 281355 ...a SHG e oltr e C’è più o meno tutto lo scibile della chitarra presso lo spazio espositivo che Prina ha riservato anche per quest’anno alla propria offerta merceologica. Dagli strumenti vintage agli effetti a pedale di tipo artigianale, passando per gli amplificatori che hanno fatto la storia del suono, c’è davvero abbastanza materiale per programmare diverse visite. Anche perché, secondo una consuetudine che è ormai ampiamente apprezzata dal pubblico, la giornata di oggi vedrà la presenza –a intervalli regolari– di Luca Vaghi, l’applauditissimo “Stevie Ray” di Prina. Nel corso delle sue demo, Luca utilizzerà a rotazione diversi setup di tutto rispetto, che comprendono vari amplificatori boutique (Bruno, Komet, Carr, Speedster) e, fra gli effetti a pedale, i vari Menatone, Landgraff (come il coloratissimo overdrive che riproduciamo qui a fianco), RMC e Catalinbread. Molti, naturalmente, anche gli strumenti in esposizione: fra tutti, vale senz’altro la pena di segnalare i “pezzi unici” di Michael Spalt (ne vediamo un esemplare, fotografato nel negozio Prina, qui a destra) e le opere di alta liuteria firmate da Gerard Melancon (una sua... creatura è raffigurata in alto, a sinistra del titolo) e da Don Grosh. Per ciascuno di questi strumenti vale la “regola non scritta” da sempre in vigore presso il punto vendita Prina: tutte queste chitarre sono state scelte dal personale altamente specializzato del negozio milanese in base alla bellezza, alla rarità, alla purezza e all’originalità del suono, e rappresentano quanto di meglio il mercato dell’alta liuteria artigianale nordamericana è in grado di offrire in questo momento. Naturalmente, nell’esposiPRINA www.prina.it zione in mostra oggi all’Alcatraz non può mancare il vintage, da sempre considerato come il vero fiore all’occhiello dell’offerta Prina. Proprio mentre andavamo in stampa, Ivano ci ha segnalato la presenza, ad esempio, di una Gibson LP Spotlight e di una Fender Master Salute: sono i due strumenti “appoggiati” in basso a destra, e c’è da scommettere che prima della fine della giornata avranno riscosso l’attenzione di numerosissimi visitatori. Accanto a queste due “perle” figurano poi moltissimi altri modelli che provengono direttamente dagli Anni Sessanta: dalle Gretsch, qui presenti con un assortimento invidiabile, alle Martin, dalle PRS alle Fender Custom Shop. “Sono tutti strumenti” –tiene a precisare Ivano– in perfette condizioni, che abbiamo selezionato per SHG forti dell’esperienza che indica una vivacissima presenza di grandi estimatori nel pubblico di questa manifestazione. A loro ricordiamo fra l’altro che la nostra realtà è radicata così a fondo nel mercato dello strumento vintage di qualità, che ci è addirittura possibile reperire strumenti vintage anche su ordinazione...” Naturalmente, in questo caso, al “primo contatto” che si viene a creare qui a SHG fanno seguito in genere numerose altre visite al negozio di Corso di Porta Ticinese, dove l’intero staff è a disposizione dei clienti per illustrare in tutte le sue sfaccettature la ricca e preziosa offerta... “firmata” Prina. • Milano 02 89429080 Second Hand Guitars 29 31 A SHG e oltre Guide autorevoli PER SUONARE BENE Quando Boss ha introdotto i celebri “Twin Pedals”, lo ha fatto con l’obiettivo di dare spazio, fra gli altri, ad un prodotto allora rivoluzionario: la LoopStation RC-20. Oggi, dopo che alla prima versione del campionatore in formato pedale si sono affiancati eredi sempre più potenti, Boss dà alla luce una LoopStation estremamente compatta. RC-2, questo il suo nome, ha infatti le dimensioni standard degli stompbox tradizionali Boss. In questo piccolo spazio si nasconde un potente processore digitale, capace di registrare fino a 16 minuti di campioni assegnabili a una qualsiasi delle 11 memorie interne. Le frasi possono essere sovraincise, magari con l’aiuto della guida ritmica integrata, fino a creare delle texture musicali di grande impatto. ROLAND ITALY Arese www.roland.it 02 93.77.81 32 Non è detto che tutti coloro che possiedono una chitarra la sappiano necessariamente suonare bene. Magari, fra quanti affollano oggi la grande sala dell’Alcatraz, si nasconde anche qualcuno in cerca del primo strumento, qualche curioso che viene “tanto per vedere” e che poi si appassionerà, qualche navigato professionista che ora può finalmente permettersi il lusso di coltivare la passione per la musica e che quindi, oltre a pensare all’acquisto dello strumento dei sogni, sta cercando di saperne di più su come si suona... A tutti costoro si rivolgono idealmente i due volumi della serie Musicians Institute di cui riproduciamo qui le copertine. Si tratta di due diversi metodi firmati da docenti qualificati della rinomata scuola californiana, che vengono proposti nell’edizione italiana dall’editore Carisch di Milano. Il primo dei due, Chitarra Rock - Basics, è un’agile pubblicazione che si propone di comunicare in modo molto semplice i concetti fondamentali che stanno alla base della tecnica solista. Gli autori, Nick Nolan e Danny Gill, hanno disseminato di licks le quaranta pagine del libro per spiegare attraverso di essi gli elementi di base dell’armonia (scale pentatoniche e diatoniche su tutto), il Bending e il Vibrato. Nel risulta un testo estremamente divulgativo, dal linguaggio scorrevole, che (complice il CD allegato, con le sue ottanta tracce demo) richiama il clima conviviale delle lezioni con un insegnante “in carne ed ossa”. Chitarra Ritmica - La Guida Completa è invece un volume più impegnativo, sia dal punto di vista della mole (supera le 140 pagine), sia sotto il profilo dei contenuti. Gli autori, Bruce Buckingham e Eric Pascal, hanno suddiviso la materia in trentasette brevi capitoli, a ciascuno dei quali hanno affidato la spiegazione concisa di un solo argomento. Grazie a questa architettura interna, il volume può essere sfruttato sia in modo tradizionale (con una lettura progressiva dei capitoli), sia in modo random, così da dare a ciascuno la possibilità di scegliere su quali argomenti soffermarsi di più e di confezionarsi, per così dire, un percorso di studio completamente “su misura”. • CARISCH www.carisch.com Second Hand Guitars 29 S. Giuliano Milanese (MI) 02 98.221.212 ...a SHG e oltr e UNA LOTUS IN ANTEPRIMA A SHG Quest’anno, a SHG, Jacaranda si presenta accompagnata da due grandi nomi della chitarra, che si affiancheranno ai liutai milanesi per presentare in anteprima due degli ultimi strumenti usciti dai laboratori di viale Corsico. I musicisti sono Gabor Lesko e Antonio Cordaro: e se il nome di quest’ultimo suonerà familiare a molti dei più giovani frequentatori dell’Alcatraz, dal momento che Cordaro insegna regolarmente al CPM, per comprendere la statura artistica di Gabor Lesko basterà citare alcune delle sue collaborazioni più recenti. Il chitarrista, produttore e arrangiatore, che vediamo ritratto qui sopra proprio mentre imbraccia una Jacaranda Lotus, ha lavorato con Vince Tempera, Gianna Nannini, i Beach Boys, e –più di recente– al fianco di Roberto Benigni. Proprio per il comico toscano, Gabor Lesko ha scritto il brano strumentale che fa da sottofondo al monologo contenuto nell’ultima produzione di Radio Deejay, Innamoratevi, di cui Benigni è protagonista. Questo pezzo, come i brani del disco solista di Gabor Lesko in uscita nelle prossime settimane, è stato inciso con la Jacaranda Lotus che viene presentata a SHG. Si tratta di una chitarra che affianca al suono acustico la suonabilità di una solidBody. La Lotus ha una cassa hollow body con tavola armonica in abete, manico in mogano e tastiera in ebano a 24 tasti; è dotata di un circuito di preamplificazione progettato “su misura” e si mette in luce anche per il sistema speciale di incastro del manico, che discende direttamente dalla fortunata serie dei bassi Proxima e che oggi viene utilizzato per identificare tutti gli strumenti elettroacustici Jacaranda. La Lotus potrà essere ascoltata oggi a più riprese all’interno dello spazio workshop, dove Gabor Lesko sarà lieto di dare maggiori informazioni a tutti coloro che vorrranno avvicinarsi a questo strumento. Il palco demo accoglierà invece Antonio Cordaro, che dimostrerà la chitarra JST realizzata apposta per lui da Jacaranda. In scaletta brani dal suo cd Sunrise, di cui ha curato la composizione, la produzione e gli arrangamenti. La JST fa parte della serie Jacaranda Classic, e offre quindi un connubio fra tradizione e tecnologia. Costruita con legni selezionati che le assicurano un timbro e una suonabilità superiori, è dotata di un ponte stabile e di pickup antironzio. Come tutte le chitarre Jacaranda, la JST è disponibile mancina e –come la dimostrazione di Antonio Cordaro dimostrerà oggi– può essere customizzata in ogni dettaglio sulla base delle specifiche desiderate. • JACARANDA www.jacaranda.it Milano 02 8394686 Second Hand Guitars 29 33 A SHG e oltre CATALOGO? GENERALE! DA MERULA VI FARANNO LA FESTA... Ancora una volta il grande catalogo Music Gallery è a disposizione di tutti i visitatori: ma, come è ormai consuetudine, bisogna pagarlo 1 Euro. Un Euro che non corrisponde certo al costo di produzione (è dettagliatissimo e aggiornato, contiene centinaia di foto, descrizioni, prezzi e approfondimenti), ma che evita la dispersione: troppo spesso, in passato, i cataloghi venivano raccolti solo per curiosità, e poi buttati. Il sistema adottato invece da Music Gallery, che chiede il pagamento di un importo poco più che simbolico, consente una diffusione più mirata, su potenziali clienti davvero interessati all’offerta Music Gallery. Con in più una promessa che viene sempre mantenuta: l’Euro pagato per il catalogo verrà rimborsato. Sul sito dell’operatore di Rho il meccanismo è chiarissimo: I cataloghi in vendita vengono numerati ed IL COSTO DI EURO 1.0 - VIENE RIMBORSATO PER OGNI ACQUISTO (SUCCESSIVO A QUELLO CHE INCLUDE IL CATALOGO). Stante l’offerta, la cosa assume contorni particolarmente vantaggiosi. Come recita quella nuova pubblicità televisiva che parla di prestiti? Ah sì: bisogna provare... • Anche in occasione di questo SHG 29 Merula sorprende. I visitatori troveranno presso lo stand dei moduli da compilare e da portare con sè nel caso di una visita al negozio Merula di Roreto (Cuneo). Se si abita fuori provincia (di Cuneo, naturalmente) e si porta con sé il modulino compilato, visitando il punto vendita Merula entro il prossimo 1° gennaio, si potrà tornare a casa con una bottiglia di Champagne . Provocatoriamente aggressivo, lo slogan che Merula propone a SHG è proprio “Se venite a trovarci vi facciamo la festa!”, con un simpatico doppio senso che si concretizzerà però nel significato più pieno della parola “festa”: con una bellissima bottiglia di Champagne francese da stappare. Al di là del frizzante omaggio, Merula è presente a SHG con la consueta ricchezza di proposte musicali, che rappresentano la punta dell’iceberg della sua offerta completa che, naturalmente, visibile a pieno presso il suo punto vendita piemontese. Una menzione particolare va anche alla consueta presenza del bellissimo calendario Merula per il 2007. “È ancora più bello di quello dello scorso anno”, ci ha anticipato la Signora Merula al telefono, “e prevediamo anche quest’anno di distribuirne tantissime copie”. Un formato apprezzato da molti, quello del calendario Merula, che spesso si vede (per un intero anno) presso case e uffici degli appassionati di musica. • MUSIC GALLERY www.musicgallery.it 34 Second Hand Guitars 29 Rho (MI) 02.93909372 MERULA www.merula.com Roreto di Cherasco 0172 495591 12.10.2006 Seitee 1 ...a SHG16:45 e Uhr oltr 4209-03_MA_Novita_95x275_4c Arriva PeterPan Schott Guitar News PeterTools, software house italiana nota per i prodotti LiveSet e Hammer dedicati alle performance dal vivo computer-based, è presente a Second Hand Guitar in collaborazione con il laboratorio di effettistica “boutique” Nut & Co. Insieme, le due aziende presentano il progetto PeterPan: una patchmate di livello professionale dotata di 16 banchi da quattro memorie ciascuno, per un totale di 64 patch programmabili. Nonostante le dimensioni contenute (40x20x7 cm), PeterPan è un’unità estremamente potente, come si può facilmente capire dal pannello di controllo. Questo comprende un input buffer/booster con controllo di volume, 9 loop di cui 7 seriali, 1 fisso, 1 parallelo con controllo di mix, 2 cambi canale, uscita amp, uscita tuner, uscita MIDI programmabile per controllare qualsiasi processore/ expander, alimentatore stabilizzato con 8 uscite 9V e 2 uscite 12V. Grazie ad un attento studio dell’interazione uomo-macchina ed al software di gestione sviluppato da PeterTools, è possibile controllare tutte le funzionalità di PeterPan mediante il display LCD e 9 soli stomp switches. Il tutto progettato ed integrato con la filosofia costruttiva ed i vincoli di qualità tipici dei prodotti Nut & Co. Oltre al frutto della collaborazione tra le due aziende, a SHG verranno presentati i software LiveSet e Hammer di PeterTools e la gamma di articoli che hanno fatto il successo del laboratorio Nut & Co: il buffer Greenwave, il compressori Slammer ed i nuovissimi Panrallelizer e A/B Wave. • PETER TOOLS / NUT & CO. www.petertools.com John Wheatcroft Improvising Blues Guitar An introduction to blues guitar styles, techniques and improvisation Con CD ED 12944 Questo fantastico libro apre una nuova strada ai chitarristi blues, e a chi vuole fare il primo approccio con questo stile e questo strumento. Contiene tutte le progressioni di blues, giri e tecniche di bends, slides e vibrato. Vi insegna come realizzare i suoni, adattare chitarre e amplificatori. I miti del blues e suggerimenti per l'ascolto ed una breve storia della chitarra blues. Il cd contiene tutte le traccie. Phil Capone Exploring Jazz Guitar Milano 347-3231383 An introduction to jazz harmony, technique and improvisation Con CD ED 12945 Stampa estera, per conoscere.... ALISOUND www.alisound.com Cadorago (CO) 031 904866 Hugh Burns Discovering Pop Guitar Learn 12 classic pop guitar styles Con CD ED 12946 Avete sempre voluto suonare la chitarra come Scotty More o Carlos Santana? Questo è il libro giusto per voi! Contiene una serie di dodici differenti e facili stili di chitarra, dal pop degli anni '50 alla disco, funk, latin, reggae, sixties pop, glam e motown per migliorare le vostre performance, i suoni, apparecchiature e amplificatori. Il CD contiene la demo e il playlang di ogni traccia. MA 4209-03 · 10/06 La possibilità di leggere riviste specializzate provenienti da tutto il mondo è un privilegio che alcuni coltivano gelosamente: chi conosce una lingua straniera, ma anche chi ha una grande passione per uno strumento, è attratto irresistibilmente anche da questo cammino di conoscenza. Nel nostro settore, la lacuna distributiva è colmata da Alisound, che propone una serie davvero interessante di pubblicazioni. Volete sapere quali? Eccole (in neretto quelle dedicate a chitarre e bassi): 20Th Century Guitar - Acoustic Guitar - Bass Player - Bassics - Bassist - Computer Music - Dj Times - Double Bassist - Drum - EQ - Electronic Musician - Fingerstyle Guitar - Fretboard Journal - Frets - Future Music - Guitar - Guitar For Practicing - Guitar One - Guitar Player - Guitar School Guitar Shop - Guitar Techniques - Guitar World - Guitar World Acoustic - Guitar World BassGuitar - Guitar World Legends - Guitarist - How To Play Guitar - Jazz Times - Keyboard - Mix - Modern Drummer - Mojo - Mojo Classic - Performing Songwriter - Play Guitar - Posters - Pro Audio Review - Recording - Remix - Rhythm - Sound on Sound U.S. - Stick It - Strings - The Strad - Total Guitar - Vintage Guitar - Virtual Instruments. Molte più informazioni, naturalmente, sul sito... • Second Hand Guitars 29 35 A SHG e oltre I pickup che... ispirano I-SPIRA Pickups ha portato a Second Hand Guitars 29 tutta la sua produzione di pickup per chitarra, ed è lieta di presentare in anteprima al pubblico che si è dato convegno oggi a Milano i nuovi pickup per basso che proprio in queste settimane vengono introdotti a catalogo. I-SPIRA è una realtà ormai ampiamente consolidata sul territorio italiano e gode di una posizione di tutto rispetto nell’ambito del mercato della produzione artigianale di pickup di alta qualità. I prodotti I-SPIRA nascono sulla base delle esigenze concrete di chi suona, dal momento che tutti i progettisti sono innanzitutto musicisti che conoscono a fondo il proprio strumento e il suo comportamento sul palco e in studio. L’intera produzione ISPIRA avviene quindi all’insegna dell’impiego dei migliori materiali e della meticolosa ricerca del miglior suono possibile. Il comportamento elettromagnetico di ogni modello è progettato e collaudato con sistemi di alta precisione; qualità e prestazioni vengono verificate esemplare per esemplare. Nessun dettaglio è lasciato al caso: la stessa fase progettuale non si limita alle specifiche tecniche, ma comprende uno studio approfondito dell’estetica finale I-SPIRA www.i-spira.com 36 Second Hand Guitars 29 del prodotto, che può essere montato “a vista” in modo da evitare coperture esterne che ne possono compromettere il rendimento. Grazie all’ampio catalogo, che garantisce soluzioni adatte ad ogni esigenza musicale, artistica e professionale, i pickup I-SPIRA rappresentano oggi un punto di riferimento per liutai e musicisti di tutto il Paese, al punto che sono ormai numerosissime le dichiarazioni di grande apprezzamento espresse da chi li utilizza. Questo, naturalmente, non significa che i titolari di I-SPIRA abbiano smesso di pensare allo sviluppo di nuove soluzioni; al contrario, come tengono a precisare, sono costantemente alla ricerca di risultati migliori, e per questo dispostissimi ad ascoltare proposte di modifica o di adattamento dei modelli già a catalogo. La partecipazione di I-SPIRA a Second Hand Guitars va quindi letta anche attraverso questa prospettiva, che cerca nella completa soddisfazione degli utenti finali la forma più genuina 100 di pubblicità, e che pone il 95 rapporto diretto con il clien75 te al centro della scala dei valori azien25 dali. • 5 0 Rimini 0541 791536 ...a SHG e oltr e Il suono dagli antipodi “Come ogni musicista, anche noi della Cole Clark apprezziamo il suono e le sensazioni che una grande chitarra può dare, una chitarra che rifletta e proietti le emozioni che ciascun esecutore mette nella sua musica”, dichiara un portavoce dell’azienda australiana, aggiungendo anche che “grandi chitarre richiedono ottimi legnami, e noi selezioniamo i nostri con grandissima cura. Anche i nostri modelli più economici sono costruiti in legno massello! COLE CLARK EUROPE www.coleclarkguitars.eu Le caratteristiche innovative che contraddistinguono queste chitarre sono essenzialmente la tecnologia di costruzione dello strumento che si basa sull’uso di macchine CNC (macchine a controllo numerico) di altissima precisione e lo sviluppo del sistema di amplificazione brevettato da Bradley Clark. I preamplificatori ed i pickup Cole Clark sono unici, come testimoniano, secondo i responsabili dell’azienda, i più grandi strumentisti del mondo. Il ‘Face Brace Sensor’ non fa eccezione. Semplice concettualmente e dal design lineare, è il primo pickup che cattura il suono dell’anima dello strumento, prendendolo dalla tavola dove si genera. Il sensore attraversa una grande parte della tavola armonica, e fornisce un segnale veramente ‘reale’ come non si è mai ascoltato prima. “È talmente difficile descriverlo”, chiarisce il portavoce Cole Clark, “che chiediamo di ascoltare il risultato perché la differenza sia davvero comprensibile”. Nella concezione del suo sistema di amplificazione Brad Clark è partito dal presupposto che la maggior parte dei musicisti preferiscono acquistare chitarre acustiche con pickup acustici. Le prestazioni di uno strumento acustico sono monitorate meglio da un sistema DID (Direct Inject Drums), applicato sulla tavola o sul fondo della chitarra. Le frequen- ze sotto i 350Hz che sono propense al feedback sono prese dal piezo sotto il ponte, mentre le frequenze più alte possono essere prese dal sensore sulla tavola, dal montaggio del ponte e della sella, o da un mix dei due sistemi. Nell’ottica di ottenere il massimo della prestazione della tavola armonica è stato applicato un lungo sensore ad una delle catene. Questo innovativo passaggio per aumentare il controllo della tavola dello strumento è stato chiamato Face Brace Sensor4. • Bassano del Grappa (VI) 0424 514744 Second Hand Guitars 29 37 A SHG e oltre TUTTE LE NOVITÀ MASOTTI È di dimensioni contenute, ma racchiude tutta l’esperienza accumulata in anni di attività da Masotti Guitar Devices. Stiamo parlando del nuovo White Box che MGD porta a SHG29: un buffer/ booster progettato per “pilotare” amplificatori ed effetti nel modo più versatile possibile. Capace di passare senza rumore da una modalità all’altra grazie all’utilizzo di una nuova tecnologia che evita il passaggio del segnale attraverso lo stomp, White Box offre, in modalità booster, un guadagno regolabile fra 0 e 25 dB. È quindi l’accessorio più indicato per una perfetta calibrazione delle parti solistiche, così come in tutte le occa- sioni nelle quali sia necessario un drive vigoroso degli effetti. L’altra novità che oggi si potrà vedere all’opera è il Loop Rail con nuova interfaccia (nella foto in alto a destra). Grazie ad essa è possibile gestire sia in modo diretto che via MIDI fino a otto effetti diversi; sarà poi ciascun utente a decidere se utilizzare gli otto pulsanti del pannello frontale per inserire e disinserire manualmente ogni singolo effetto o richiamare una qualsiasi delle combinazioni possibili attraverso un Program Change. Fra l’altro, la gestione MIDI è semplice da programmare ma particolarmente potente, dal MASOTTI GUITAR DEVICES www.masottiamp.it 38 Second Hand Guitars 29 momento che è in grado di elaborare anche i messaggi di Control Change con i quali si possono trasmettere alle unità esterne i parametri di regolazione fine. Un occhio di riguardo va dato infine al design, che, come da tradizione, affianca alla robustezza dello chassis una struttura pensata per poter essere utilizzata con facilità anche nelle condizioni più critiche, come nelle brevissime pause di un live. I singoli stomp possono essere raggiunti in pochi attimi; lo stato dei loop è indicato in maniera chiara da otto led rossi contenuti nei pulsanti, mentre un ulteriore pulsante luminoso indica lo stato di funzionamento della macchina e ne permette la programmazione. • Farnese (VT) 0761 458076 ALVERMANN, da 26 anni a ciriè La bottega di un liutaio ha un fascino che è bello ritrovare nelle proposte sul “campo” con prodotti originali, suggerimenti “Second Hand” di grande pregio, e prodotti di vero vintage. Alvermann, che curiosamente ha come simbolo un “pifferaio”, ha aperto i battenti nel 1980 e sta costruendo un sito Internet (vetrina essenziale, oggi) decisamente suggestivo: l’indirizzo è www.liuteriaalvermann.com • ALVERMANN Ciriè (TO) 011 9210227 - sto m Cu al ls erie MTS Pe lù) - er g Gallien-Krue ) - Ga enl li us la musica che c’è in te S MT sid rie se r a er eg u r K M co Fran ie A r t i st TS M e i l Se r Artist Combo W as hbu o r n X40 P r all se e RG ri Ra nd and al nd a R mbert zzi) o To ro jiv P at r ic k D s( PFM n tage H 150CM ro drea Quarta ni na lo Patrig e ri - -R e r it a g e - (U D e a niele Bagni (Pi An Pao -H i-H 75 5 H rie l serie MTS Ra nd al tist e ri e Ar rs - o lla ge e u - Gal n-Kr li e e a� hi Raffaele C Patri ate ck Abb Di W as ehb g urn N4 Vinta ell se 57 6 ge H ita er H d) (Trev n a es Blues B Roberto Be fa r Ci ri Ga zo i Gig Alex Kid az I nostri Top Ten l a (PFM Randal )- se Master Music S.r.l. - Via Papa Giovanni XXIII, 23 - 20090 Rodano (MI) Telefono 02.95.32.81.02 - Fax 02.95.32.86.07 - www.master-music.it A SHG e oltre LUCKY: E 15! CRIS MUSIC RIVENDE, DITRIBUISCE... E PRODUCE! Lucky Music ha recentissimamente celebrato, con la sua festa dell’anniversario (alla quale ci ha abituati tutti gli anni) il giro di boa dei 15 anni di attività. Anche questa volta la festa si è svolta agli inizi di novembre (sabato 4 e domenica 5) e ha avuto momenti clou imperniati sulla musica grazie a numerose demo e clinics programmate nell’arco dei due giorni di svolgimento. E per i 15 anni c’era anche un concorso (la Riffa di Lucky Music) il cui primo premio era una Fender Startoicaster autografata da Jovanotti e Saturnino! • La presenza di Cris Music a questo SHG 29 è, come sempre, ricca di suggerimenti per il pubblico. Ma, quest’anno, con qualcosa in più. “Abbiamo deciso di presentarci con una gamma completa di accessori originali Fender”, esordisce Max spiegandoci l’approccio espositivo per questo novembre, “E, come già abbiamo fatto a primavera, accogliamo presso il nostro stand due liutai italiani raffinati e giovani, nei quali crediamo davvero molto: Viola e Colombo”. Ma a parte la consueta offerta di vintage e usato di notevole interesse, da Cris Music quest’anno troveremo una vera sorpresa: una serie di nuovissime chitarre hawaiane Lap Steel (li ricordate i LUCKY MUSIC Milano www.luckymusic.com 02 58103239 40 CRIS MUSIC www.crismusic.com Second Hand Guitars 29 modelli degli anni ‘60?: nella foto piccola vi proponiamo un vintage di pregio, una Kiesel nella sua originale custodia in velluto) realizzate dal liutaio Martino Lunardelli (Lunart Guitar Work), che ha disegnato il body per la realizzazione con macchine CNC di altissima precisione. Prodotto in Italia, il modello della foto si chiama Brother John, e ha una finitura “speedster”. È ancora da assemblare (la foto è un’anteprima), naturalmente con le meccaniche e gli accessori che gli stano attorno... • Milano 02 3760757 ...a SHG e oltr e GUITARSLAND: LECCE, BARI... E IL WEB Dall’amore per la chitarra e per la musica all’impresa: così, nel 2004, nasce a Lecce Guitarsland, un negozio fortemente specializzato al servizio del mondo della chitarra. I risultati, in termini di pubblico e di vendite, sono da subito confortanti: ed è per questo che, nel 2006, i titolari decidono di allargare i propri orizzonti e le proprie dimensioni con l’apertura della sede di Bari ed il trasferimento della sede di Lecce negli attuali locali, più grandi e più centrali. Il principale obiettivo di Guitarsland è quello di costituire un riferimento sicuro per chitarristi e bassisti ed una importante presenza per la vendita di strumenti musicali di ogni tipo. “Offrire una scelta dei migliori strumenti al miglior prezzo” è la mission dei due punti vendita; e questo motto si realizza in pieno grazie all’ampio assortimento di marchi, che propongono il meglio della produzione mondiale nel settore della chitarra classica come in quello della chitarra acustica, nel campo delle semiacustiche come in quello delle elettriche. In tutti questi settori (e in quello del basso, altro importantissimo punto di forza della proposta commerciale di Guitarsland), l’offerta viene orientata attorno a strumenti di altissima qualità, che portano la firma dei costruttori più apprezzati a livello mondiale. Non è quindi un caso se nei negozi di Lecce e di Bari ci si può imbattere in modelli semiacustici D’Angelico o D’Acquisto, in acustiche Larrivèe, Guild e Babicz, in elettriche PRS, ESP, Manne... tutti nomi che contribuiscono, assieme ai marchi “standard” come Fender, Gibson e Gretsch, a completare una proposta merceologica in grado di rispondere alle esigenze di tutti i palati. La stessa impostazione è riservata naturalmente anche al settore dell’amplificazione, dell’effettistica e degli accessori, per un totale di oltre cento marchi trattati. Un numero, questo, che la dice lunga sul vasto assortimento che è in grado di offrire Guitarsland, di fatto una delle realtà a maggiore espansione della Puglia e di tutta l’Italia meridionale. La vocazione alla crescita, che sembra inscritta nel “codice genetico” di Guitarsland, porterà nelle prossime settimane ad un nuovo, importantissimo traguardo: l’inaugurazione del nuovo sito internet per l’ecommerce, che nelle intenzioni dei suoi ideatori dovrà permettere un ulteriore allargamento della clientela e l’erogazione di servizi aggiuntivi. L’appuntamento, entro la fine dell’anno, è dunque all’indirizzo www.guitarsland.it. • GUITARSLAND www.guitarsland.it Lecce - Bari 0832 314431 MUSIC - CENTER TUTTO PER LA MUSICA strumenti musicali - dischi - metodi spartiti - noleggio impianti audio luci - corsi di musica via Como, 1 - 20036 MEDA (MI) Tel. 0362-75.443 - Fax 0362-34.65.42 www.music-center.it Second Hand Guitars 29 41 Accordo www.accordo.it Alisound s.n.c. Via Michelangelo 16/A 22071 Cadorago (CO) 031 904866 031 905931 | www.alisound.com Armadillo Club www.armadilloclub.org Casotti Chitarre Via Monte delle Gioie, 24 - 00199 Roma 006 86.21.99.19 | www.chitarre.com Chitarre Mancine via Cascina Bragosa, 6 - 20060 - Pessano con Bornago (MI) 3488848873 | [email protected] - www.chitarremancine.com Cole Clark Europe Via Antonibon, 4 - 36060 Bassano del Grappa (VI) 0424 514744 0424 392077 | [email protected] - www.coleclarkguitars.eu Cordova Guitars Via Salvador Allende, 5/7 - 06024 Gubbio (PG) 075 9220746 075 9220746 | [email protected] - www.cordovabymichelutti.com Cris Music Via Bovisasca, 97 - 20157 Milano 02 3760757 02 39323911 | [email protected] - www.crismusic.com D’Alessandro Guitars Via Michelangelo da Caravaggio, 174/A - 80125 Napoli 081 2401434 | www.dalessandroguitars.com Dismamusica Corso Venezia, 49 - 20121 Milano 02 7750254 | www.dismamusica.it Dinosguitars - Coedis Soc. Coop. Soc. Onlus 031 904866 031 905931 | [email protected] Ferranti Musica Via Venturini, 79-81 - 29100 Piacenza 0523 384738 | www.ferrantimusica.it Fornasero + Marmsoler [email protected] Guitar Club Via Bazzini,14 - 20131 Milano 02 70638412 02 70638412 Guitarsland srl Via P.Gobetti,19 - 73100 Lecce 0832 314431 | [email protected] - www.guitarsland.it I-Spira Via Acquario, 85 - 47900 Rimini 0541 791536 0541 791536 | [email protected] - www.i-spira.com Jacaranda Via Corsico, 8 - 20144 Milano 02 839 4686 02 8324 0781 | [email protected] - www.jacaranda.it Landi Lenzotti Strumenti Musicali Via Emilia Est, 885 - 41100 MODENA 059 364114 059 379040 | [email protected] - www.lenzotti.com Liuteria Alverman Via Matteotti, 91 - 10073 Ciriè (TO) 011 9210227 | [email protected] Luciano Andrea snc Via Como, 18 - 21100 Varese 0332 281355 0332 216609 | [email protected] - www.440hz.it Lucky Music Viale Cassala, 7/2 - 20143 Milano 02 58103239 02 58101653 | [email protected] - www.luckymusic.com Magazzino Musicale Merula Via S. Rocco, 20 - 12060 Roreto di Cherasco (CN) 0172 495591 0172 495107 | [email protected] - www.merula.com Masotti Guitar Devices Farnese (VT) 0172 506056 | [email protected] - www.masottiamp.it Messori Strumenti Musicali Via Emilia Ospizio, 63 - 42100 Reggio Emilia 0522 550316 | [email protected] - www.messorimusic.it MKM srl Via Ridondello, 43 - 27058 Voghera (PV) 0383 367285 0383 368324 | [email protected] - www.mkm-music.it Mr. T / Alberto Dani [email protected] - www.t-pedals.com Musicart Studio 0036 30 9866887 | [email protected] - www.musicartstudio.com Music Factory snc Via Lungarno, 412/A - 52028 Terranuova Bracciolini (AR) 055 9738655 055 9194970 | [email protected] - www.mfonline.it Music Gallery Via V. Monti, 52 - 20017 Rho (MI) 02 93909372 02 93909657 | [email protected] - www.musicgallery.it Music Island Via San Carlo, 35 - 20017 RHO (MI) 02 9308276 | [email protected] - www.musicisland.it Occhipinti Giovanni One Off Custom snc [email protected] Petertools srl Via San Paolo, 15 - 20121 Milano 347 3231383 0966 23201 | [email protected] - www.petertools.com 02 89429080 | [email protected] - www.prina.it Prina Strumenti Musicali Corso di Porta Ticinese, 3 - 20123 Milano 02 89429080 Salcuni Secco Giampietro Sound Metak s.n.c. Piazzale Segrino, 1 - 20159 Milano 02 45493391 | [email protected] - www.soundmetak.com SR Technology Via Ceccaroni, 1 - 62019 Recanati (MC) 071 7573720 071 7577240 | [email protected] - www.sr-tech.net Stefy Line Zona Industriale Squartabue - 62019 Recanati (MC) 071 7501492 071 7501493 | www.stefyline.com www.tokairegistry.com Tokai Guitar Tomasoni Uncle P. Lab. Artigiano 333 9021029 | [email protected] - www.unclep.it Venturini Alberto Via Venezia Giulia, 7 - 20090 Segrate (MI) 335 442337 | [email protected] - www.venturiniguitars.com VF Guitar Works Via Caravaggio 174/A - Napoli 081 2401434 | [email protected] - www.vfguitars.com Weber [email protected] - www.ugroove.it Wilder Via Tartini, 5 - 43100 Parma 0521 272743 0521 774539 | www.wilderdavoli.it 42 Second Hand Guitars 29 Arrivederci al prossimo Second Hand Guitars