Milano - Dismamusica

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Supplemento editoriale a DISMAMUSICA MAGAZINE - Organo Ufficiale Associazione Dismamusica - Anno VIII n. XXXI - Direttore Resp. Gianni Cameroni
Milano
12 novembre 2006
Alcatraz
Oltre la chitarra:
Pietro Nobile
Remembering
Roberto
Tutti gli
espositori
SHG 29
Milano
ALCATRAZ
12 novembre
2006
EDITORIALE
4
Alberto Biraghi - Gianni Cameroni
OLTRE LA CHITARRA
6
a colloquio con Pietro Nobile
Cristiano Cameroni
CHITARRA, POESIA
E CANZONE
10
Vittorio Gallarotti
E SE A MEET MILANO... 12
Alessandro de Cristoforis
VERSO SARZANA
14
Alessio Ambrosi
A SHG E OLTRE...
16 | 41
a cura della Redazione
REMEMBERING ROBERTO
19
inserto speciale
TUTTI GLI ESPOSITORI
42
Speciale Catalogo SHG 29
Supplemento editoriale a Dismamusica Magazine
Anno VIII - numero 31 (Novembre 2006)
Redazione: S&G Partners srl - Via Bainsizza, 30 - 20039 Varedo - MI
tel 0362 583672 - fax 0362 544356
www.dismamusica.it - e-mail: [email protected]
Direttore Responsabile: Gianni Cameroni
Progetto grafico e impaginazione: S&G Partners srl
Stampa: Emme K Editore - Fino Mornasco (CO)
Second Hand Guitars 29
E ditoriale
F
iere, mostre, manifestazioni:
una indigestione. Quest’anno,
molti come me si sono “bevuti”
Rimini, Francoforte, Soave, SHG estiva, Parigi, Cremona, Verona... E adesso eccoci a SHG 29 mentre, a seguire, ci aspetta
anche il MEI di Faenza tra pochissimi giorni.
Ebbene: da tutti questi luoghi si torna a casa con la sensazione di aver trovato sempre nuovi amici, di aver fatto
pace con la musica suonata, di aver imparato qualcosa e,
nel mio caso (come giornalista), di aver in qualche modo
avuto un ruolo nel costruire il fatto. E questo accade
soprattutto con il Salone italiano di riferimento (fino a
ieri a Rimini, dove si chiamava Disma Music Show, da
domani a Milano dove si chiamerà Meet Milano - Music International Village) per il quale come Associazione produciamo il quotidiano per il pubblico, e con SHG,
dove siamo già al quarto numero di questa bizzarra e
sempre più corposa pubblicazione che è il catalogo ufficiale.
T
he show must go on. È stata
la prima cosa che abbiamo
pensato, tutti noi che ormai
da quasi tre lustri mettiamo insieme
la follia a sei corde nota a tutti come
Second Hand Guitars, quando Roberto Pistolesi è mancato.
Quale miglior modo per ricordarlo, a un anno esatto dal suo
ultimo, memorabile workshop, che mettere in piedi un’edizione
super della manifestazione a cui anche lui ha dato tanto?
Detto e fatto.
A un passo a tagliare quota 30 edizioni e 15 anni di vita, SHG è
ormai un evento radicato nella cultura musicale italiana. Quando nel
lontano 1992 il nostro sparuto gruppetto di pazzi chitarromani si riunì
per la prima volta in una discoteca di Rho (un po’ troppo buia per far
risaltare fiesta red e cherry sunburst, ma la birrra aveva un buon sapore
e le chitarre erano magnifiche) mai avremmo pensato di continuare a
farlo due volte l’anno fino al 2006 (e probabilmente anche oltre).
Abbiamo attraversato di tutto in questi anni: liti, divorzi, crisi
coniugali, cambi di fronte, nascite e –ahimé– morti. Eppure siamo
qua, con la passione di sempre, a consumare il rito di questa
giornata meravigliosa.
Un catalogo molto di nome, e solo un po’ di fatto, che riPassione. Second Hand Guitars ne è sinonimo. Senti scorrere
porta sì gli espositori con nomi e cognomi, ma che vuole esla passione quando le persone sono in coda all’apertura, in
sere soprattutto un prodotto editoriale per appassionati, con
attesa di mettere il naso in sala. La percepisci ai workshop,
una grafica aggressiva e “chitarristica”, con una manciata di
quando un guitar hero de noantri si disarticola per stupire
presentazioni di prodotto, con interviste e punti di vista di genpiù di chi l’ha preceduto. La vedi negli occhi che brillano
te che sa cosa vuol dire suonare una chitarra (questa volta c’è
davanti alle chitarre, perché a ogni SHG ci sono sempre
Pietro Nobile, le scorse edizioni ci sono stati Alex Britti, Donato
chitarre tanto belle da togliere il fiato e svuotare il
Begotti, Antonio Ongarello, Bob Brozman e Massimo Varini) e con
conto in banca.
la presenza degli espositori che segnalano offerte, opportunità e soluzioni.
Ma la passione è anche dolore. C’è sempre la
Anche questa volta abbiamo speso energie ed entusiasmo, e il risultato
rinuncia dell’ultimo istante che lascia un buco in
lo avete tra le mani. Con una particolarità in più: il ricordo di un amico atsala, ci sono le chitarre che non ti puoi comprare
traverso le parole dei suoi amici. Parlo dello speciale dedicato a Roberto Piperché costano una fortuna, ci sono le piccole
stolesi, dove troverete foto, aneddoti, riflessioni e un ritratto inconsueto di
tensioni con lo staff e con gli espositori (“abbassa
una persona che ha lasciato un gran vuoto, qui a SHG.
il volume per favore”...), c’è la Coca del bar che
Quando Alberto mi ha buttato lì l’idea di ricordare il liutaio, il musicista, il
costa come Cartizze, c’è la Telecaster taroccata e
tecnico, l’appassionato, il genio “Pistolesi”, non ho saputo dire altro che “Va
quello che la spaccia per buona.
bene! Roberto quest’anno avrà otto pagine tutte sue”. E sono le otto pagine
centrali, libere da annunci pubblicitari per non interrompere l’armonia di un
Eppure SHG va avanti, inattaccabile e inarrestabile.
racconto a più voci.
La sensazione è che ormai brilli di luce propria,
come entità viva e pensante, autoalimentata a
Ed ecco che anche questa edizione di SHG comincia ad assumere contorni
birra, assoli lancinanti e ritmiche crunch, pronta a
originali, una fisionomia tutta sua, in modo da diventare, ancor prima delschiacciare chiunque tenti di domarla (compresi noi
l’inizio, qualcosa di nuovo e di nuovamente unico. Non una tacca in più
che l’abbiamo tenuta a balia per tutti questi anni),
nell’elenco delle fiere visitate, ma una giornata da ricordare anche in
ma dolce e affettuosa con chi le sappia dimostrare
futuro. Magari, e perdonate l’impudente presunzione, sfogliando - tra
simpatia e amicizia. Come per esempio i 5mila amici
qualche giorno, qualche mese o qualche anno - le pagine intridi oggi, 12 novembre 2006 a Milano. Trattiamola bene,
ganti di questo strano, sedicente catalogo di SHG 29.
SHG, ha ancora molto da dare.
Gianni Cameroni
Alberto Biraghi
Second Hand Guitars 29
I l personaggio
a colloquio con Pietro Nobile
uando lo chiamo
per proporgli di
essere intervistato sulle
pagine del Catalogo di SHG,
Pietro Nobile non ha alcuna
esitazione. Si può fare, e subito. Ma ad una condizione:
che io lo raggiunga nel suo
studio, a due passi dal centro
storico di Milano.
Naturalmente sono ben felice di accontentarlo, anche
se non riesco a spiegarmi il
motivo di tanta insistenza.
Voglio dire, conosco Pietro
Nobile per averlo ascoltato parecchie volte, dal vivo e
in diverse incisioni; abbiamo
addirittura degli amici in comune; e non mi aspetto certo
che nel suo studio possa essere tanto diverso da come lo
ricordo...
Quando però la porta all’ultimo piano dell’austera palazzina imbiancata di fresco mi
si apre di fronte agli occhi,
comincio a capire. Mi aspet-
tavo un appartamento zeppo
di chitarre, invece tutto ciò
che posso vedere è una cabina di ripresa sistemata ad
arte contro lo spiovente del
sottotetto, una master keyboard di qualche anno fa affiancata ad una scintillante
postazione ProTools, e una
generosa catena di processori di altissimo livello che
diffondono nella stanza un
chiarore giallo-azzurro.
LO STUPORE E L’EMOZIONE
Pietro Nobile entra sorridendo e mi stringe la mano. Ha
un appuntamento fra un paio
d’ore, mi spiega indicandomi una poltrona a fianco della sua, perciò abbiamo tutto
il tempo di parlare con calma. Mentre mi siedo, sono
ancora un po’ interdetto: cosa c’entra la computer music
con SHG? E adesso quali domande posso rivolgere al mio
interlocutore? Alla fine deci-
Second Hand Guitars 29
do di agire di contropiede; e
di fronte a tutto quel chiarore azzurrino chiedo a Pietro
Nobile di raccontarmi l’emozione del suo rapporto con lo
strumento. Lui mi squadra un
po’ dubbioso, riflette un attimo e poi comincia a raccontare:
P.N. “In linea di massima direi che la chitarra, come
del resto qualsiasi altro strumento musicale,
non è altro se
non un mezzo per esprimere delle
emozioni.
Quindi, anche
se è pur vero
che una chitarra è capace di trasmettere dei valori a chi
la suona, io devo dire che
mi sono sempre concentrato sull’essenza della musica
più che sullo strumento che
di Cristiano Cameroni
mi avrebbe permesso di trasmetterla agli altri.”
C.C. “E allora per quale motivo hai scelto di suonare proprio la chitarra?”
P.N. “Beh, questo è facile. Vedi, già da quando ero bambino
avevo un orecchio polifonico,
abituato ad ascoltare l’armonia più che la linea melodica. Di conseguenza ho
sempre provato un
grande stupore
ed una profonda emozione di fronte
al movimento interno
delle voci di
un pezzo. Gli
stessi meccanismi della scrittura
hanno sempre esercitato su di me un grande fascino... La chitarra era il
solo strumento che fosse facile da trasportare e che allo
stesso tempo mi permettes-
se di esplorare quel mondo,
di lavorare con più voci contemporaneamente, di sperimentare la combinazione dei
suoni.”
C.C. “Questo spiega anche
la scelta del fingerstyle come ambito musicale di riferimento.”
P.N. “È possibile. Anche se ti
devo confessare che mi interrogo spesso, a questo proposito, su quale sia il meccanismo
nascosto che fa scattare nella
testa di un ragazzo la scelta
di rivolgersi ad un repertorio
o ad uno strumento specifici
piuttosto che ad altri. La mia
stessa scelta, se vuoi, è difficile da decifrare: allora come
oggi, la chitarra acustica era
certamente molto meno apprezzata rispetto alla chitarra
elettrica, perché non godeva
dello stesso supporto da parte dei media. Con il risultato
che io, che ho vissuto la mia
adolescenza negli anni dei
primi gruppi prog, che amavo
i Beatles, accettavo con entusiasmo la musica di Bach e
detestavo l’opera nonostante
mio padre lavorasse nel teatro lirico; io, che suonavo la
chitarra acustica mentre tutti intorno a me si dedicavano
alla chitarra elettrica... beh,
mi sentivo proprio un pesce
fuor d’acqua.”
LA CURIOSITÀ
COME REGOLA DI VITA
C.C. “A posteriori, però, si direbbe che tu non abbia fatto fatica ad inquadrare il tuo
cammino...”
P.N. “Forse perché ho sempre
scelto di affidarmi alla curiosità. Le stesse chitarre che io
ho amato di più, intendo dire
l’acustica e l’elettroacustica,
mi hanno sempre incuriosito proprio per la differenza
di suono rispetto agli strumenti tradizionali. Ed è stato
proprio lo stupore di fronte a
quel suono così evocativo che
mi ha spinto ad approfondire
la mia ricerca.”
C.C. “Una ricerca che è poi
sfociata nella composizione...”
P.N. “Sì, è stato un passaggio
graduale. Come ti ho detto,
ho sempre nutrito un profondo interesse per tutte le forme di scrittura della musica.
Come chitarrista-esecutore,
ho da subito sentito l’esigenza di scrivere musica per me,
e la cosa ha funzionato. Così, un po’ alla volta, ho continuato ad allargare i miei
orizzonti di autore.”
C.C. “E di produttore, se non
ho capito male.”
NELLE VESTI DI PRODUTTORE
P.N. “Ecco un altro passaggio
che merita di essere raccontato... Tutto è nato nel momento in cui, qualche anno
fa, si parlava di produrre un
mio disco. Ricordo che si dovevano investire circa cinquanta milioni delle vecchie
lire; una cifra che non sarebbe stata un problema, anche
perché si era fatto avanti un
mecenate che avrebbe sostenuto il costo dell’intera produzione. A quel punto, però,
mi sono guardato allo specchio e mi sono detto che non
aveva senso spendere tutto
quel denaro in un progetto
che sarebbe finito lì.
Già allora mi interessavo parecchio alla ripresa del suono, così ho pensato che, se mi
fossi dedicato allo studio approfondito della produzione,
avrei potuto investire la stessa cifra nella costruzione di
un primo embrione di un studio di incisione che mi avrebbe permesso di continuare a
lavorare anche all’indomani di quel progetto discografico.”
C.C. “Fra l’altro, tu ti muovi spesso all’interno di studi
importantissimi, dove si possono vedere all’opera le tecnologie di riferimento del
settore.”
P.N. “Sì, è vero. Per non parlare degli ingegneri del suono e dei produttori, da cui ho
sempre imparato molto e da
cui ho ancora moltissimo da
imparare. In questo senso,
una delle esperienze più intense è quella che conduco
da diversi anni a questa parte
con la Little Dreams Foundation di Phil Collins.”
C.C. “Di che cosa si tratta?”
Second Hand Guitars 29
I l personaggio
Qui sopra e accanto al titolo (a pag. 6), due diverse immagini di Pietro Nobile nel suo studio.
Nei tondi, Pietro Nobile con la chitarra acustica Guild, di cui è endorser italiano per il distributore, Casale Bauer.
P.N. “La Little Dreams è una
fondazione che opera nei
settori dello spettacolo e dello sport per aiutare i giovani
talenti a realizzare i loro sogni. Io, in particolare, seguo
uno dei componenti della Little Dreams Band, il gruppo
che si esibisce per mezz’ora
in apertura dei concerti di
Phil Collins. Il “mio” allievo è
un ragazzo di vent’anni per il
quale tengo periodicamente
dei seminari di chitarra.”
C.C. “E questo che cosa c’entra con la produzione?”
P.N. “È presto detto. Gli incontri si tengono all’interno
degli studi di registrazione
che Phil Collins ha realizzato
nella Svizzera francese. Sono
gli studi più grandi d’Europa, con quattro sale di ripresa diverse, nella più grande
delle quali due orchestre sinfoniche possono sedere una
di fronte all’altra con tutta
comodità... Lì è stata portata tutta la tecnologia EMI di
Abbey Road: e ci sono centinaia e centinaia di apparecchi raffinatissimi: processori
custom, attrezzature avveniristiche e grandi strumenti del passato. Figurati che
hanno addirittura il banco di
mixaggio su cui i Pink Floyd
hanno inciso The Dark Side
Of The Moon.”
C.C. “Un luogo della tecnologia per eccellenza!”
P.N. “Assolutamente. Ma è
soprattutto un luogo del-
la musica, nel quale la tecnica non viene utilizzata se non
come strumento al servizio di
un‘idea. Il che è precisamente quello che cerco di fare
io, che ho sempre detestato i computer e che mi sono
deciso ad utilizzarli solo nel
momento in cui mi sono reso conto che, anche loro, sono degli strumenti attraverso
i quali si può difendere il valore del suono.”
IL VALORE DELLA DIDATTICA
C.C. “Molti lamentano il fatto che il computer obblighi, in un certo senso, a delle
scelte artistiche, e quindi riduca la libertà.”
P.N. “Non se mantieni costantemente il controllo di
te stesso. Vedi, c’è
una massima che
io ripeto sempre ai miei
allievi, e che
quindi vale non solo
a proposito
del lavoro
al computer, ma più in
generale a proposito della professione di musicista:
occorre capire sempre dove ci
si trova, avere un’idea chiara
di dove si è.”
C.C. “In che senso?”
P.N. “Chi studia chitarra ha
come primo obiettivo la tecnica strumentale, e come
Second Hand Guitars 29
pietra di paragone i cosiddetti guitar heroes, di cui ammira con invidia le capacità
virtuosistiche. Ora, è chiaro
che non tutti possono arrivare ad ottenere i risultati tecnici dei grandi virtuosi, e che
quindi è inutile abbattersi se
non si è capaci di muoversi
sullo strumento con la stessa
agilità. Penso che sia molto
più saggio valutare attentamente quali siano le proprie
possibilità, e quindi giudicare
con occhio positivo qualsiasi risultato di crescita si sia in
grado di raggiungere.”
C.C. “Anche perché il virtuosismo fine a se stesso non è
propriamente il massimo dell’espressione musicale”
P.N. “Anzi. Per tornare a
quello che dicevamo prima, il virtuosismo ha
senso solo
all’interno
di un’idea
più ampia,
di un progetto nato
per trasmettere emozioni. E non è
nemmeno difficile rendersene conto: per fare un esempio alla
portata di tutti, se prendi un
chitarrista come Joe Satriani
ti accorgerai che il pubblico
apprezza molto di più i suoi
pezzi lenti che le sue esibizioni come virtuoso. E que-
sto non perché il pubblico sia
stupido, ma perché non trova le stesse emozioni in tutti i pezzi.”
C.C. “Meglio suonare lentamente, quindi...”
P.N. “Non ho mai detto questo. Quello che intendo dire
è che bisogna sapere muoversi all’interno del progetto
del pezzo che si sta suonando, perché il punto importante della musica non risiede
nella velocità con cui la suoni, ma nelle idee che ci stanno dietro, nelle emozioni che
la musica nel suo complesso è capace di suscitare in te.
Ti faccio un esempio: due dei
chitarristi che io ammmiro di
più in questo momento sono
il chitarrista di Sting, Dominique Miller, e il chitarrista di
Peter Gabriel, David Rhodes.
Nessuno dei due è un guitar
hero, anche se entrambi sono
in possesso di una tecnica e
di un talento invidiabili. Molto più semplicemente, capiscono esattamente quello
che è necessario fare e lo
fanno.”
C.C. “Per concludere... se ti
dovessi chiedere di lanciare
un messaggio al pubblico di
SHG, tu cosa diresti?”
P.N. “Una cosa che mi sta
molto a cuore, e che coinvolge direttamente il mio
strumento di riferimento,
l’acustica. Come ti dicevo,
oggi come in passato la chitarra acustica non è molto
apprezzata in Italia, soprattutto a causa del fatto che
non la si vede spesso sui media. Ecco, penso che sarebbe
importantissimo che il mondo della chitarra elettrica,
che a SHG è sempre presente
in maniera molto forte, prendesse a cuore le sorti della
chitarra acustica e sfruttasse
il potere comunicativo di cui
dispone per stimolare l’attenzione del grande pubblico verso questo strumento.
Non si tratta, bada bene, di
convertire i chitarristi elettrici al mondo acustico, ma solo di far arrivare lo strumento
a chi ancora non lo conosce.
L’emozione, poi, farà il resto...” •
F ra chitarra & Poesia
ella sua Canzone dei dodici mesi
Francesco Guccini costruisce dei
versi che sembrano incomprensibili.
Ricordate? Guccini canta:
“Ben venga Maggio e il gonfalone amico, ben venga primavera
il nuovo amore getti via l’an-
tico, nell’ombra della sera,
nell’ombra della sera
Ben venga Maggio ben venga la rosa, che dei poeti è il
fiore,
mentre la canto con la mia
chitarra, brindo a cenne a
folgòre, brindo a cenne a folgòre.”
Ebbene, visto che anche a
me piace a volte brindare, mi
ha incuriosito quel “brindo a
cenne e a folgòre”, perché,
effettivamente, non mi sembrava che potessero avere
senso quei due strani termini: sia cenne che quel
lampo con la “o” accentata: folgòre.
Ho cercato e, naturalmente, ho
trovato. E quello che ho trovato
ha a che fare con la
chitarra. Interessante!
Cenne della Chitarra
Cenne è un poeta. Il suo vero
nome è Bencivenne, ma il suo
soprannome (quello con il
quale viene sempre citato e
ricordato) è Cenne dalla Chitarra.
Perché, direte voi? Semplice:
perché era un poeta comico vissuto a cavallo del Duecento e del Trecento (morì
nel 1322, e si
sa che nacque intorno al
1260),
contemporaneo di
Dante Alighieri
e di Cecco Angiolieri (altro
poeta comico che ha ispirato,
tra gli altri, anche Fabrizio De
André), che esercitava la raffinata arte della giulleria.
Storia di un giullare
Cenne della Chitarra era un
Giullare, un poeta-cantante-comico che creava canzoni, lazzi e frizzi strettamente
connessi al carattere toscano (era di Arezzo, città dove
esiste anche Via Cenne del-
10
Second Hand Guitars 29
la Chitarra) ricordato per la
sua particolare arguzia.
Della sua produzione, sono
giunti fino a noi, e sono
piuttosto noti ai letterati,
13 sonetti, che sono
una divertente parodia dei sonetti
dei mesi di Folgóre da San Gimignano (ecco
il lampo con la
“o” accentata – è
un altro poeta non
lontano dal Dolce Stilnovo): Cenne sostituisce
i piaceri esaltati da Folgóre con l’elenco dei fastidi d’ogni genere che ciascun
mese infligge a una brigata
di poveretti.
E quindi, quando Guccini dice “ben venga maggio”
ci suggerisce una citazione
letteraria di grande raffinatezza, legata a doppia corda
con lo strumento
che
suona, la chitarra, una citazione alla
quale è simpatico, oltre
che opportuno, fare cenno durante una
manifestazione chitarristica
come SHG.
E se volete leggere le opere
di Cenne dalla Chitarra (i 13
sonetti, intendo) potete scaricare il testo da un e-book
Zanichelli al quale si può accedere con Microsoft Reader.
Buona lettura!
Vittorio Gallarotti
Notizie dal settor e
Il Guitar Ranch di Verona, lo straordinario scrigno di vintage che è collocato
all’interno del punto vendita Musical
Box, è stato svaligiato. Due volte.
La notizia ha fatto il giro degli appassionati (e del mondo) in pochissimo tempo, e i siti di molti organismi
(Dismamusica, Accordo, Chitarre e via
discorrendo, per citarne solo alcuni)
hanno pubblicato l’elenco dei prodotti
trafugati completo dei relativi numeri di serie.
Si tratta di chitarre e bassi di valore incalcolabile, spesso pezzi unici. “Scorrendo l’elenco mi sono venuti i brividi”,
ha scritto un utente di Accordo.it. E un
altro: “Leggendo che cosa si sono portati via, ho pianto di rabbia”. Il riferimento va alle 157 chitarre sottratte a
Guitar Ranch, alle quali si sono aggiunte le Custom Shop Fender, le Custom
Shop Gibson e i bassi Fodera sottratti a
Musical Box (anche di questo sono disponibili i numeri di serie).
A Verona, durante EuroBassDay, era
presente anche Pierpaolo Adda con
quanto gli è rimasto dopo la scorreria.
Una serie di bassi e di chitarre sempre
clamorosamente interessanti (Hofner, Rickenbacker, Gretsch, Fender, Gibson e via dicendo, tutti rigorosamente
d’annata). Ma al pensiero di quello che
c’era, corre davvero un brivido lungo la
spina dorsale.
Pierpaolo Adda non è peraltro rassegnato: “Non abbiamo idea di chi abbia ideato un colpo del genere, ma si
tratta sicuramente di una banda di in-
competenti ben organizzati. Avevano probabilmente avuto l’elenco di
che cosa dovevano prendere e di che
cosa dovevano lasciare. E così hanno
fatto, portandosi via in sovrappiù un
po’ di pezzi pregiati dell’esposizione di
Giambattista Zerpelloni”.
Pierpaolo dice anche che, secondo la
polizia, dovevano almeno essere tra le
dodici e le quindici persone, e che il
colpo deve essere stato accuratamente
programmato.
Nella foto, Pierpaolo sembra indicare
un punto lontano e sembra quasi dire
“Sono stati loro!”. Noi speriamo che
non perda il gusto al quale il suo Ranch
ci aveva abituato, e che partendo dagli amplificatori vintage (“non li hanno
toccati”, commenta. “Troppo pesanti”)
rimetta in moto la sua avventura nella
storia del chitarrismo mondiale.
Con l’augurio che possa di nuovo riportare alle custodie originali (le ha tutte)
le rispettive chitarre di appartenenza.
G.C.
Second Hand Guitars 29
11
L ’appuntamento
di Alessandro de Cristoforis
un atteso ritorno quello
del Salone della Musica a
Milano, un appuntamento
che manca da oltre quindici anni nella metropoli
lombarda, e che molti appassionati richiedevano a gran voce. Senza nulla
togliere al Disma Music Show di Rimini, che negli ultimi dieci anni ha tenuto alta la bandiera della musica e dello
strumento musicale sul mercato italiano, il grande palcoscenico di Milano si
disegna sin da oggi come il più adatto a
far risuonare la grande eco della musica
suonata tra gli appassionati.
Meet Milano, con la sua sezione specificamente dedicata agli strumenti musicali, alle edizioni musicali e a tutto il
mondo collegato (che si chiamerà MIV
– Music International Village), sarà di
fatto un grande e vivace contenitore di
eventi che si svilupperanno attorno all’importante momento espositivo (nella
nuova, splendida cornice di FieraMilano
a Rho Pero) e che coinvolgeranno, grazie alla contemporaneità delle tre set-
12
Second Hand Guitars 29
timane di iniziative musicali coordinate
tra Milano e Torino all’interno di MiTo,
centinaia di appuntamenti, migliaia di esecutori e svariate decine di migliaia di
spettatori.
“Ci aspettiamo un’affluenza ben superiore alle 100.000
presenze”, dichiara
Claudio Formisano,
responsabile del settore Fiere di Dismamusica (l’Associazione
nazionale produttori e
distributori di strumenti ed
edizioni musicali), ma la sua
è una stima prudenziale. Molti osservatori prevedono infatti che si sfonderà fin dalla prima edizione, il muro delle
150.000 presenze.
Gli espositori
Sono chiamati ad esporre a Meet Milano
tutti gli attori del mercato della distribuzione e della produzione di strumen-
ti musicali, in modo che gli appassionati
e i musicisti possano trovare il modo di
entrare in contatto con l’intera
offerta disponibile e possano, grazie all’organizzazione di demo e clinics
a ciclo continuo (sia
presso gli stand, sia
presso le aree appositamente attrezzate),
stabilire un rapporto
personale diretto con
musicisti, strumenti e
soluzioni.
E non ci sarà spazio solo
per le grandi realtà distributive. Gli organizzatori (Expocts e
Dismamusica) stanno infatti studiando
soluzioni accessibili anche per realtà produttive di grande profilo qualitativo ma
dalle dimensioni strettamente artigianali.
Il caso più emblematico in questo senso
è dato proprio dalla liuteria, sia classica
sia moderna. “Il liutaio”, afferma Gianni Cameroni, responsabile dell’Ufficio
Stampa di Dismamusica, “è un artista
che crea con il legno. E il suo business,
tranne in pochissimi casi, è relativamente modesto. Proprio ai liutai, e ad altre
realtà analoghe, stiamo suggerendo di
realizzare presenze collettive, stand capaci di avere visibilità e appeal, oltre a
servizi comuni importanti (quali segreteria, accoglienza e sala d’ascolto) da
suddividere, come costo, tra vari offerenti dello stesso settore merceologico.
L’integrazione di un’offerta la arricchisce e la potenzia, e ne sono esempio le
grandi collettive già presenti presso altre manifestazioni fieristiche nel mondo
(è sufficiente citare Francoforte)”.
Quello che gli organizzatori si propongono di creare con Meet Milano è una
grande manifestazione di servizio e supporto per gli appassionati, un appuntamento che si candida ad essere il polo
italiano di riferimento per l’intero settore, dove tutto, o quasi, sia disponibile per
gli occhi, le mani e la voglia di musica di
chi fa musica.
Il tempo per costruire un evento memorabile c’è. La voglia anche. E anche la
“volontà politica” non manca. Al lavoro,
dunque, e arrivederci a Meet Milano dal
21 al 24 settembre del prossimo anno. •
Milano, 10 ottobre 2006 – Nuove date per MEET Milano. La prima edizione della manifestazione dedicata alla musica, agli strumenti e alle edizioni musicali, alla discografia, alle tecnologie professionali
per l’intrattenimento e alle tecnologie digitali di consumo, firmata Expocts S.p.A., avrà luogo a fieramilano Rho-Pero dal 21 al 24 settembre 2007, integrata nel progetto “MiTo” il festival internazionale della musica promosso e organizzato in città dai Comuni di Milano e Torino.
“È la dimostrazione –commenta Piergiacomo Ferrari, Amministratore Delegato di Fiera Milano S.p.A.–
della sempre più stretta collaborazione tra le istituzioni milanesi a favore dello sviluppo dei principali
sistemi produttivi del paese. Impegno che produrremo anche per la realizzazione dell’Expo 2015”.
Expocts S.p.A. –società del gruppo Fiera Milano, partecipata dall’Unione del Commercio di Milano e
Confcommercio e specializzata nell’organizzazione di fiere– ha scelto di posticipare MEET Milano a
settembre 2007 per sfruttare le sinergie e la concomitanza con il nuovo festival internazionale della musica.
MEET Milano, organizzata in collaborazione con Dismamusica, intende riunire le diverse componenti della musica, dell’entertainment e degli eventi su un palcoscenico unico per completezza espositiva,
all’interno di un territorio, come Milano, in grado di dare visibilità e riconoscimento a un settore vitale, composto da artisti, aziende, operatori e associazioni. Un obiettivo che si sposa con le finalità di
“MiTo”, un progetto attraverso il quale la città di Milano si candida a costituire il più grande polo italiano della musica.
Grazie alla sua formula multitarget, MEET Milano coniuga sapientemente il momento espositivo e di
contatto con il mercato con la capacità di coinvolgere un pubblico consumer e business, vasto, eterogeneo e completo, anche attraverso eventi di intrattenimento in fiera e in città. Il DNA di MEET Milano racchiude le ragioni della sua naturale collocazione nella cornice di “MiTo”.
Meet Milano
MEET Milano –acronimo di Music, Events and Entertainment Technology– è la nuova manifestazione
dedicata alla musica, agli strumenti e alle edizioni musicali, alla discografia, alle tecnologie professionali per l’intrattenimento e alle tecnologie digitali di consumo. Organizzata da Expocts S.p.A. in collaborazione con Dismamusica, MEET Milano si terrà a Fieramilano Rho-Pero dal 21 al 24 settembre 2007.
MEET Milano è costituita da tre saloni che rappresentano le tre anime della manifestazione: MIV - Music International Village, salone della musica, degli strumenti e delle edizioni musicali, della discografia; On-Back Stage, salone delle tecnologie professionali per l’intrattenimento, e My Tech, salone delle
tecnologie digitali di consumo.
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S arzana
di Alessio Ambrosi
i avviciniamo alla decima
edizione dell’Acoustic Guitar International Meeting
di Sarzana; e nonostante
manchino ancora diversi mesi all’appuntamento, la macchina organizzativa
è già in moto per preparare al meglio la manifestazione leader in Italia nel settore della
chitarra acustica. Dieci anni rappresentano un traguardo importante per un festival:
sono la consacrazione di un successo sempre crescente e il punto di partenza per un
futuro che deve soddisfare in pieno i tanti e
tanti appassionati per i quali questo evento rappresenta ormai un appuntamento annuale imperdibile.
dal presentare il meglio del panorama mondiale; anche perché questa è proprio la sua
vocazione naturale e questo è esattamente
ciò che il pubblico si aspetta.
sti acustici internazionali, così da offrire una
panoramica completa sull’evoluzione del linguaggio di questo strumento e sulle sue forme di espressione più moderne.
MAGGIO 2007: QUALCHE ANTICIPAZIONE
UN PROGRAMMA FITTISSIMO
Forti di queste considerazioni e dei numeri
da sempre in crescita, gli organizzatori stanno già lavorando febbrilmente per preparare
l’edizione del decennale, che si
terrà dal 16 al 20 maggio 2007
all’interno dello splendido scenario della Fortezza Firmafede.
La formula della manifestazione rimarrà invariata: i primi tre
giorni saranno dedicati al Corso di Formazione per liuteria e didattica dello strumento,
UN APPUNTAMENTO INTERNAZIONALE
con lezioni e incontri tenuti da maestri liuCostantemente in
tai e chitarristi di chiara fama. Il calendario
crescita sia nella sua
dei corsi e i nomi dei docenti saranno presezione espositiva
sto disponibili online sul sito ufficiale www.
(quest’anno gli opearmadilloclub.org –dove tra l’altro è possibiratori presenti hanle iscriversi alle clinics. La sera del secondo
no raggiunto quota
giorno, giovedì 17 maggio, l’appuntamento
73), sia dal punto di vista della proposta ar- sarà come di consueto con il Concorso per
tistica (più di 100 chitarristi di grandissimo chitarristi emergenti “New Sounds of Acourichiamo si sono esibiti nel corso delle nove stic Music” –Premio Wilder-Davoli. Anche in
edizioni), sia sotto il profilo didattico-for- questo caso, le informazioni dettagliate e il
mativo, il Meeting è oggi assurto al ruolo di bando di concorso sono scaricabili dal sito.
importante appuntamento internazionale. E Da venerdì 18 maggio in avanti, lungo una
in questo senso non può
“tre giorni” che coprirà l’intero weekend,
esimersi
si svolgerà l’Esposizione di Liuteria, Import, Vintage, Accessori per chitarra acuIn alto,
stica, che quest’anno ospiterà anche una
a fianco del titolo:
sezione speciale dedicata a CD, DVD, Viuna veduta notturna
nili, rarità da collezione. Il momento espodella Fortezza Firmafede.
sitivo, tuttavia, non è che una parte del
Qui sopra: Bob Brozman
programma: la giornata di venerdì, la sera
durante il concerto tenuto
di sabato e il pomeriggio di domenica vequest’anno all’Acoustic Guitar Meeting.
dranno infatti alternarsi numerosi arIn alto a destra: Paolo Bonfanti e i Red Wine.
L’attività di Armadillo Club comprende anche
tisti di grande richiamo, che daranno
l’organizzazione dei tour invernali di questi grandi
vita all’intenso programma concerartisti. La settimana scorsa è iniziato il tour di Michael
tistico del Meeting. Il cast, in via
Fix, che sarà seguito da quelli di Bob Brozman all’inizio
di definizione, sarà come sempre
di dicembre, di Preston Reed a febbraio e di Ed Gerhard
costituito dai migliori chitarria marzo. Per informazioni: www.armadilloclub.org
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Nel corso di ogni giornata si susseguiranno poi workshop, seminari, dimostrazioni,
incontri, con un programma non-stop che
coinvolgerà tutti all’interno
della Fortezza –la “Città delle
Chitarre”, come è stata definita da qualcuno– e proseguirà anche nella bellissima città
di Sarzana, dove sono previsti concerti ed esibizioni nelle strade e nelle
piazze. Ovviamente, le iniziative che caratterizzeranno l’edizione del decennale saranno
molte, ma la maggior parte di esse è ancora in via di definizione. Fra queste ce n’è una
che sta particolarmente a cuore agli organizzatori, e che può essere anticipata.
IL “GRAN FINALE”
È l’appuntamento che vedrà il grande chitarrista Franco Morone dirigere un’orchestra
di chitarre a Sarzana! Sotto il titolo “Dieci…
cento… chitarre a Sarzana”, Franco sceglierà
tre arrangiamenti, di non elevata difficoltà di
esecuzione, che verranno pubblicati a breve
sul sito del Meeting e su www.francomorone.com. Chi vorrà partecipare avrà tutto l’inverno a disposizione per esercitarsi, in modo
da arrivare con tutta tranquillità all’appuntamento per le prove generali a Sarzana, nei
giorni del Meeting, che sarà seguito dal grande finale della performance, sul piazzale centrale della Fortezza, nel pomeriggio di sabato
19 maggio. L’obiettivo dichiarato di questo
progetto è quello di allestire un’esecuzione
collettiva di grande suggestione che coinvolga decine e decine di esecutori, dai chitarristi ai liutai, dagli espositori agli appassionati
presenti... un evento da record per una manifestazione da record! •
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A SHG e oltre
Con Davoli alla scoperta del suono
È decisamente ricchissima di
novità la postazione che Wilder Davoli ha allestito per
la ventinovesima edizione
di SHG. E questo anche perché i prodotti in esposizione “coprono“, per così dire,
tutti gli aspetti della catena
del suono, dalla generazione all’amplificazione –senza trascurare, com’è ovvio,
l’elaborazione del segnale.
A fare da “padrone di casa”
nel settore delle chitarre di
liuteria ci sono come ogni
anno i raffinatissimi modelli
dal look accattivante firmati dal liutaio franco-americano James Trussart, di cui
vediamo un paio
di esemplari nelle
foto in questa pagina. “Sono tutti pezzi
unici dotati di fortissima personalità” –afferma
con orgoglio Willy Davoli–
“e questo non soltanto per
il loro aspetto esteriore, ma
prima di tutto grazie al fatto che tutti i componenti di
ogni singolo strumento, dalle
parti in legno ai pickup, dalle
corde alle meccaniche, sono
scelti senza badare a compromessi.”
In grado di spaziare con agilità dal suono più cristallino
alle tinte più corpose predilette da chi è in cerca di un
sound aggressivo, gli strumenti di James Trussart sono
anche capaci –secondo il parere unanime di chi li ha provati– di mettere a proprio
agio il musicista fin dalle prime battute, e possono essere customizzati attraverso la
scelta di meccaniche e pickup di diverso tipo.
Proprio parlando di customizzazione, è fondamentale
notare, all’interno dell’assortimento proposto da Davoli,
la presenza dei pickup Lindy
Fralin, considerati dalla maggior parte dei master builders
americani “la quintessenza dei magneti per chitarra e
basso”. Prodotti e controllati
uno per uno secondo i canoni che solo un grande artigiano è in grado di rispettare,
i numerosissimi modelli a
marchio Lindy Fralin possono rispondere a qualsiasi
esigenza in fatto di customizzazione. Non è quindi un
caso che la loro popolarità sia
in continuo aumento, come
dimostrano i dati di vendita dei modelli più apprezzati dal pubblico italiano. “I
più richiesti fra i modelli single coil”, fanno osservare alla
Davoli, “sono senz’altro gli Highoutput e i Real ‘54; mentre
gli humbuckers più rappresentativi sono senza dubbio
i P92 (P90 formato
humb, utilizzati fra
l’altro anche da James Trussart) e gli
Un-buckers.”
Tutto questo è
già più che sufficiente per giustificare
una
lunga e attenta
visita allo spazio Davoli; una
visita durante la
quale sarà molto
facile imbattersi
nel signore raffigurato a sinistra
nella foto qui
a lato. Si tratta
nientemeno che
di Monsieur Jacques Charbit, il celeberrimo costruttore di effetti a pedale vintage,
qui ritratto in occasione del
NAMM insieme a Mike Bei-
WILDER DAVOLI
www.wilderdavoli.it
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Second Hand Guitars 29
gel, l’inventore del “mitico” Mu-Tron III.
Monsieur Jacques è
presente oggi a SHG
insieme al suo fido dimostratore Jean-Christophe Panza. Pertanto
sarà possibile ascoltare i sorprendenti effetti di tutti gli stompbox
nel modo più autorevole possibile. Durante tutta la giornata,
Jacques sarà disponibile ad
illustrare nei minimi dettagli la filosofia costruttiva dei
suoi rinomati effetti boutique... e chissà che non accada che proprio qualche
domanda, qualche
commento o qualche idea espressi
dal pubblico milanese non diventino
fonte d’ispirazione
per qualche nuova... creatura.
Fra i suoi stompbox più recenti, distribuiti nel nostro
Paese da Wilder
Davoli, vale senz’altro la pena di ricordare lo strepitoso Trinity (che
combina un envelope filter,
un autowha e un wha-wha),
il potentissimo Overtube (un
vintage overdrive con controllo cascade che permette
di altissima qualità dotato di
un controllo di modulazione.
Ultimo in ordine di tempo, ma
non per questo meno interessante, è il modello Mercer
Box, che si è meritato il titolo di “concept distorsion”.
Progettato in collaborazione con
Steve Morse, questo pedale è caratterizzato
da
una grande flessibilità operativa,
che permette di
passare con facilità da un effetto
drive molto caldo
e corposo ad una distorsione dura e potente.
La carrellata delle novità Davoli si conclude con gli ampli combo e testata + cassa a
marchio 65Amp. Dotati di diversi tipi di coni (da 10” o da
12”) marchiati
Celestion e Jensen, hanno un
look retrò che
non mancherà
di entusiasmare
anche i più esigenti in fatto di
design. •
di ricreare il sound dei
pedali che hanno fatto
la storia del suono) e il
Prisoner, un delay completamente analogico
Parma
0521 272743
Remembering Robert o
ALL’INTERNO
II
Un tè
e una chitarra
di Paolino Canevari
IV Il Maestro
dell’arte del suono
di Peppino Orlando
V
Non un liutaio
di Alberto Biraghi
VI Amore
a prima vista
di Alberto Biraghi
VII Una visita al
campo militare
di Alberto “Mr. T” Dani
VIII Una canzone
per Roberto
di Alessandro Tonini
Nella foto in alto:
ottobre 1997 - il primo di una lunga serie
degli affollati workshop a SHG, in cui Roberto
ha distribuito a piene mani tutta la sua
incomparabile conoscenza della chitarra.
passato un anno dall’ultimo forse hanno più dimestichezza con la penna
workshop di Roberto Pistolesi, che suona piuttosto che con quella che scrive.
il grande amico nostro e della Ma non potevamo passare il primo autunno
chitarra, scomparso prematu- senza di lui senza fare qualcosa di importanramente per una leucemia che te per ricordarlo. Roberto è stato un grande
ha combattuto con il corag- liutaio, ma attraverso tastiere, pickup, valvole
gio e la forza che ha messo in ogni cosa della e circuiti ha anche saputo dare messaggi che
sua vita. Un paio di settimane prima di morire vanno ben oltre la musica. Scanzonato e curioso, Roberto era un giacobino e illumi disse al telefono, con la voce impaminista vero, capace di fare luce
stata per le piaghe da chemio che
nelle coscienze e nelle conogli avevano devastato la bocca,
“Sapevo che era conscenze di chi gli stava vicino,
“vinceremo anche stavolta”.
siderato da molti un maestro,
sbeffeggiando il potere Sapevamo tutti e due che
che tantissime persone lo ammiravano, lo stimavano, pendevano dalle sue
ogni volta che lo percepil’inevitabile stava per aclabbra. Quando se n’è andato, ho percepito
va supponente, ignorante
cadere, la leucemia croattorno a me l’affetto di tante persone. Sono
o presuntuoso - dall’alto
nica è una belva feroce,
loro grata. Ma per me era tanto di più, era mio
della sua magnifica aniassassina e ancora inpadre, un padre affettuoso e autorevole al conma ribelle di toscano.
vincibile, ma quel “vintempo, che pretendeva di essere ascoltato, a
ceremo”, quella prima
cui quando ero piccola bastava un’occhiata
per farmi ubbidire, ma che sapeva essere
Oggi noi siamo qui a
persona plurale, mi si apdolce e rassicurante. Di lui mi manca
raccontarlo per diverse rapiccicò in testa e risuonò a
tutto, ogni giorno.”
gioni. C’è la voglia egoista
lungo. Quando sei un maladi non perderlo continuando
to terminale sei solo a comMatilde Pistolesi
a parlare di lui, c’è la determibattere, sei solo a perdere e lui
nazione a impedire che le sue scolo sapeva benissimo.
perte vadano perdute, soprattutto c’è il
Che voleva dire allora Roberto con “vincere- desiderio di trasmettere - come si può, come
mo”? Continuo a domandarmelo e sono arriva- si riesce - il suo messaggio che va ben oltre
to alla conclusione che lui, con quelle parole, le sei corde. Lui, dovunque se ne è andato, ci
non stava pensando a se stesso, alla sua vita guarda e se la ride, come ha sempre fatto.
che sfuggiva attimo dopo attimo. Pensava inAlberto Biraghi
vece a un’altra battaglia, quella che lui - e noi
assieme a lui - avevamo deciso di fare. Una
PS: Lo staff di SHG, la comunità degli amici di
battaglia contro il luogo comune, l’accettaRoberto Pistolesi, la famiglia Pistolesi, la comunità
zione supina delle verità rivelate dall’alto, la
di Accordo.it e chiunque altro si riconosca in queste
soggezione per chi si atteggia a gran dottore.
pagine ringraziano di cuore l’amico Gianni Cameroni
È una battaglia per la consapevolezza e l’amor
e Dismamusica Magazine per aver accettato con
proprio, la cultura e la scienza.
entusiasmo la proposta di dedicare a Roberto questa
È nata qui la proposta fatta a Gianni Cameterza edizione del catalogo di SHG. Per arrivare in
roni, direttore di Dismamusica Magazine, di
fondo al lavoro in tempo utile Gianni ha dovuto
dedicare così tanto dello spazio di questo tersudare ancora più del solito. A tutti questi grazie,
zo catalogo di SHG a Roberto Pistolesi, pubdesidero aggiungerne uno personale e sincero.
blicando anche ricordi scritti da amici che
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R emembering Roberto
Un tè
e una chitarra
e lo facciamo un tèino?” , questa era la tipica frase con la quale esordiva Roberto verso le cinque
del pomeriggio, per fare una pausa
dal lavoro. Quante volte, mentre ero suo ospite,
l’ho sentita pronunciata e spesso aspettata con
ansia (….dopo certi pranzi, non proprio leggeri o
dietetici, il desiderio di tè o di caffé diventava necessità). Il rito del tè del pomeriggio, quando non
c’erano clienti ad aspettare o lavori urgenti da
consegnare, non era solo la pausa dal lavoro ma
un momento di convivialità creativa. Davanti ad un tè, preso nel monolocale retrostante al laboratorio di S. Croce
sull’Arno, potevano saltare fuori racconti e aneddoti sugli anni
‘60 e ‘70, storie buffe su musicisti e amici ma anche progetti (la
mia Spacecaster per esempio, oppure la Slide-master che purtroppo
non è mai stata realizzata) e proposte
che spesso venivano abbandonate talvolta si concretizzavano, un esempio su
tutti: i pickup VooDoo.
Tè, cavallucci e pickup
Un pomeriggio dell’autunno ’97 stavamo prendendo il solito tè (accompagnato dagli immancabili “cavallucci”…tanto per non far scendere
il livello calorico) ed io, sfogliando una copia di
Vintage Guitar Magazine, feci a notare a Roberto
la pagina pubblicitaria di Peter Florance, produttore dei VooDoo, dicendo che mi incuriosivano e
che poteva essere interessante provarli. Roberto, dopo aver dato un’occhiata, rispose “Ecche ci
vole?!, ne ordiniamo un set per Strato, uno per
Tele e poi li si prova… se sono boni li si usa… se
non ci convincono li si usa per qualche sostituzione su chitarre non di alto costo”.
Detto fatto, inviò immediatamente un fax di ordine (in quei giorni non aveva ancora l’allacciamento ad Internet). Passate un paio di settimane,
una sera mi squilla il telefono, e un accento inconfondibile, che non aveva bisogno di presentazioni, mi dice: “quei pickuppe sono boni, ma boni
davvero, bisogna che mi porti la chitarra che se ti
garbano ce li montiamo”. A questo punto, avrete
già capito tutto, appena arrivati, i VooDoo erano
stati immediatamente testati sul “muletto” prova pickup e, confrontati attentamente con vari
altri prodotti, avevano superato tanto brillantemente la prova da far sì che Roberto decidesse di
utilizzarli come dotazione standard per le chitarre di sua produzione. Che dovevo fare, dopo alcuni giorni ero sulla via di S. Croce con la mia
allora “quasi” Spacecaster pronta per il cambio
dei “pickuppe”.
Storia di
una Spacecaster
Dico “quasi” Spacecaster
perché la chitarra o meglio la chitarra e mezza che
posseggo ha una storia abbastanza articolata che nasce, come
dicevamo all’inizio, di fronte ad un
tè preso nel retrobottega.
In quel periodo (fine ’96) usavo una battagliatissima reissue 62, alla quale avevo
prontamente cambiato i pickup e sostituito i tasti. Siccome il manico continuava a crearmi dei problemi di stabilità, chiesi a Roberto di
costruirmene uno…. la risposta fu: “d’accordo,
ma perché allora non tutta la chitarra?”. Io, pur
desiderando da tempo uno strumento costruito
da Roberto, non ne avevo mai concretizzato l’ordine, scoraggiato dai lunghi tempi di attesa, ma
ormai il dado era tratto… anche se si trattava
di aspettare. Proprio in quei giorni ebbi l’opportunità di visitare il laboratorio di Marco Caroti,
già allievo e collaboratore di Roberto. Parlando
della Spacecaster che avevo appena commissionato, Marco mi disse che durante la sgrossatura dei corpi “strat-style” (operazione che, in quei
giorni Roberto e Marco effettuavano insieme
nel laboratorio di quest’ultimo) uno era stato danneggiato durante la lavorazione
e quindi, non essendo più corrispondente ai loro standard qualitativi,
andava scartato. Se lo volevo me lo
regalavano, altrimenti sarebbe finito nel camino!
Accettai immediatamente. Nella peggiore delle ipotesi lo avrei utilizzato come complemento di arredo del mio, allora decisamente spoglio,
appartamento. Il danno consisteva in un colpo di sega circolare nel contour posteriore. Una
volta tornato a casa, iniziai a lavorare sul corpo
con raspe e carta vetrata. Alla fine il danno sparì,
ma il contour risultò essere estremamente pronunciato, e però di insieme gradevole e più che
soddisfacente. Fortunatamente Roberto era intenzionato ad evadere un po’ di ordini arretrati e
lavorò intensamente alla costruzione dei manici.
Ne corso delle mie successive visite in Toscana,
vidi scegliere i legni, tagliare e sgrossare i manici delle future Space e Skycaster. Io stesso passai alcune ore a carteggiare il mio futuro manico
sotto l’occhio esperto e critico del Maestro.
Nell’agosto del ’98 il manico, nonostante le previsioni di tempi d’attesa lunghissimi, era pronto. Con l’idea di provarlo sul corpo reissue, portai
con me anche il body “salvato” dal camino, ora
riaccomodato e verniciato in blonde trasparente.
A Roberto bastò una occhiata, “il manico non lo
si monta sul body della riedizione, lo si monta su
quell’altro, non avrà il contour giusto, ma almeno è quello che si è fatto noi… col legno bono….
o non senti che quest’altro è sordo e ‘un sona?”.
Argomentazione più che convincente, che dite?
La chitarra, una volta assemblata, suonava bene
e Roberto ne era soddisfatto (figuratevi io!!!!!) La
domanda successiva, postami col classico sguardo sornione, al di sopra degli occhiali da lavoro,
fu: “Che ci voi mettere sulla paletta?”… classica domanda trabocchetto. Al mio: “Nulla, oppure una decal tarocca che toglieremo quando
sarà pronto il body sunburst due toni!” mi sentii rispondere “Per il corpo ci avrai da aspettare
un bel po’…. è meglio che ti ci metta una decal
mia e poi si vedrà”. Iniziò così la mia love story
con la Spacecaster, che, credetemi, mi
fece passare il desiderio di possedere una “maple neck” originale degli
anni 50 che non potevo e non posso
permettermi, e soprattutto non mi
faceva assolutamente rimpiangere gli
strumenti “vintage” che da poco avevo,
La notizia della morte di Roberto Pistolesi è stata una pugnalata che ha agghiacciato la comunità degli accordiani. Pochi minuti dopo
che la copertina di Accordo.it ha dato l’annuncio, il server non ha più risposto a causa dell’afflusso enorme di persone che volevano notizie. La casella di posta [email protected] ha superato il limite di capacità di 5Mb e altrettanto hanno fatto molte delle caselle personali dello staff. A tutt’oggi il post sulla morte di roberto è nei primi cinque per numero di letture e in assoluto il
più letto nelle prime 24 ore dalla pubblicazione. Tra tanti contributi, la maggior parte dei quali arrivati per posta da persone non
iscritte e quindi non abilitate a scrivere sul sito, ne abbiamo scelti alcuni dei più significativi.
Si è smorzata la luce che faceva brillare il prestigio della liuteria italiana. Sapevo dell’aggravarsi dei problemi di Roberto, ma
l’annuncio agghiacciante della scomparsa di una persona arriva sempre come un pugno nello stomaco. - Glen (presidente di Accordo.it
srl) Una notizia che non avrei (avremmo) mai voluto sentire. Ho ancora la pelle d’oca... Era il più grande, ci mancherà tanto. Ciao
II
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Remembering Robert o
con gran malincuore, ceduto (divorzio e relativo
acquisto di “un tetto sopra la testa”).
Guadagnarsi il corpo
Per più di un’annetto non chiesi più notizie del
corpo “due toni sunburst”, ma, sul finire del ’99,
in concomitanza dell’ordine della Spacecaster
“Irish Green” di Igor, tornai alla carica. Roberto,
scherzosamente, mi disse che se volevo il corpo
dovevo guadagnarmelo dandogli una mano. Mai
“ricatto” giunse più
gradito e segnò l’inizio di un lungo periodo caratterizzato
da continue “fughe”
in Toscana a lavorare ai corpi. Il mio
apporto tecnico era
molto semplice: innanzitutto spazzavo per terra e con
l’aspirapolvere facevo
sparire i trucioli e la
segatura che si produceva durante il lavoro di fresatura. Poi,
soprattutto, carteggiavo, carteggiavo e
carteggiavo sotto lo
sguardo divertito di
Roberto.
Fu nell’estate del
2002 che, carteggiando una trentina
di corpi, scelsi quello
per la mia Spacecaster. In verità, per evitare questa “responsabilità, avevo chiesto l’intervento diretto di Roberto,
che mi rispose “Carteggiandoli tutti, li devi maneggiare più e più volte… prima o poi uno che ti
garba lo trovi…. o magari è lui che trova te”. Una
volta che ebbi fatta la mia scelta, Roberto soppesò il body in ontano, ne saggiò attentamente
la risonanza e sorridendo, ma senza proferire parola, scrisse a matita il mio nome nello slot per
il manico.
Quello rimarrà nei miei ricordi come un periodo
unico ed irripetibile. Prendevo le ferie per poter
passare un po’ di tempo nel laboratorio di San-
ta Croce a raccogliere trucioli e ad imparare un
sacco di cose. Roberto amava parlare, raccontare
ed ascoltare. Si alternava il lavoro a session nella
mansarda a provare e comparare chitarre ed amplificatori, ad ascoltare musica, a far prove di registrazione o più semplicemente a parlare.
Assemblare le chitarre
Una telefonata sul finire del novembre 2003 mi
avvisava che il mio nuovo corpo Spacecaster e la
“Irish green” di Igor
erano pronti o quasi.
Insomma era finalmente arrivato il momento di assemblare
le chitarre. Come di
prammatica, richiesta di ferie e partenza per la Toscana. Le
due Spacecaster vennero completate tra
il pomeriggio di giovedì 27 e la notte del
28 novembre 2003.
Prima di avvitare i
manici, Igor ed io
chiedemmo a Roberto di apporre all’interno delle chitarre,
accanto al marchio
a fuoco che caratterizzava i suoi prodotti, un suo autografo.
Lui fece molto di più.
Scrisse due brevi dediche.
Poi, rivolto a me: “Che ci fai adesso con quell’altro body?” (quello blonde, completo di ponte e
parte elettrica ma orfano di manico). “Semplice,
aspetto che tu mi costruisca un rosewood neck”.
Erano le 5 del mattino e la risposta fu: “Ma voi
non dovevate partire per andare a lavorare? Che
fate quelli che non si accontentano mai? Dai che ci si fa
un teino, con i cantucci”.
Ora la “quasi - Spacecaster”
(non ha il marchio al suo interno) è dotata di un manico
Musikraft, più che dignito-
so. Il manico con tastiera in palissandro ad essa
destinato era stato successivamente individuato
(ne ero sinceramente onorato) in quello montato
sulla Spacecaster fiesta red n° 1, quella personale di Roberto, costruita quando il “Mago di Santa
Croce sull’Arno”, non avendo ancora progettato e
costruito la “macchina per i manici” (il suo banco con fresa studiato appositamente per la sagomatura dei manici), utilizzava manici Warmoth
grezzi che successivamente sagomava su specifiche del cliente. Roberto, infatti, aveva in lavorazione un paio di manici caratterizzati dalla
figurazione del legno particolarmente bella, destinati alle sue due Spacecaster personali, allineati con gli altri manici in attesa di lavorazione
ma siglati, ben in evidenza, a matita con la parola “mio !” .
Un uomo del Rinascimento
Mi sono spesso ritrovato a pensare a Roberto
come ad un uomo del Rinascimento. Oltre alle
competenze tecniche e professionali che conoscevamo, aveva conoscenze in altri ambiti culturali che spesso ci lasciavano a bocca aperta.
Conosceva a fondo il legno e come trattarlo,
l’elettrotecnica e la meccanica. Quando aveva dei dubbi, si documentava, si informava, e
studiava. Era capace, durante una chiacchierata, prima di parlare di come va costruito un
buon trasformatore, poi di passare a disquisire
sul cambio della sua motocicletta BMW e di andare a finire su come funziona un Garand M1
(lui che, se ricordo bene, non aveva neppure fatto il servizio militare) divagando infine su particolari tecnici dei disegni di Leonardo sul volo
degli uccelli.
Roberto aveva un grande cuore ed un carattere a
volte un po’ “ruvido” (mai provato sulla mia pelle
ma visto in “azione” alcune volte). Mi ha accolto
come un fratello minore e oltre ad avermi insegnato tanto, mi ha fatto il grande dono della sua
amicizia. Dopo di lui un grande vuoto. •
A fianco del titolo, nella pagina di fronte: 16 gennaio 1994 - Roberto con Paolino Canevari al brindisi rituale dopo la firma dell’atto notarile con cui viene fondata Accordo.
Qui sopra: 16 maggio 1993 - A Voghera si tiene la seconda edizione di SHG e Pistolesi
porta il prototipo di The Mojo Amp. Qui lo prova Paolino Canevari, imbracciando la Pistolesi Spacecaster fiesta red personale di Roberto.
A destra: aprile 1997 - A Second Hand Guitars il reverendo Maurizio Piccoli acquista
una Fender The Strat lake placid blu dopo averla fatta controllare nei minimi dettagli dal
Maestro e provare a lungo sulle 12 battute blues da Paolino Canevari. Resta la curiosità di sapere quante Heineken si era scolato il Maestro prima di quella. Dall’espressione non poche...
Roberto! - McLanfran Robertaccio, la mia musica ha il suono che tu le hai voluto dare, con i tuoi interventi e i tuoi consigli.
Quindi ogni volta che imbraccerò la chitarra tu sarai lì con me. Eri la bussola della mia passione più grande. Come te ne ho conosciuti davvero pochi. Grazie di tutto. - Robogg Non potremo mai dimenticare tutto quello che ha fatto per la comunità musicale italiana e non solo. - Simone Salvatore
Ora più di prima la precarietà delle cose ci scuote e fa paura. Tutti siamo accomunati da
questa passione sfrenata per la musica - alcuni di noi più rock altri più blues, Jazz, metal etc... In questo momento siamo tutti
qui commossi e fortemente coesi per la perdita di uno di noi. Però che dire proprio da poco ad un matrimonio di un amico musicista
ho potuto verificare quanto alla fine il valore delle cose assuma in determinate circostanze di grandi gioie o dolori dei significati reali. Il valore di questa grande persona è tangibile è nell’aria e nell’animo di tutti noi che abbiamo voluto omaggiarlo e ringraziarLo per tutto quello che ci ha lasciato, un bagaglio umano che va al di là di tutto, che ci fa sentire vicini aglia amici e ai
familiari di Roberto. Un bagaglio umano e un’esperienza, intrisi di significato reale cone la nostra musica, una musica che rappre-
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III
R emembering Roberto
Il Maestro
dell’arte
del Suono
ome conobbi Roberto forse lo
avete già letto sul mio sito ed
ora, con un triste magone sullo stomaco ma orgoglioso di
ricordarlo insieme a voi, voglio raccontarvi quali furono
le sue tecniche d’insegnamento dell’arte del
Suono.
La prima volta che entrai nel suo laboratorio
rimasi colpito da quanto era piccolo ma ordinato. Io a quel tempo non avevo ancora deciso se continuare l’attività di mio padre o fare
qualcos’altro e coltivavo il mio hobby in un
incasinatissimo garage. Il suo ordine mi fece
capire subito chi avevo davanti. Quel giorno portai a Roberto le mie prime due chitarre: una neck-through con manico a sandwich
di wengè/acero/mogano e “ali” di ontano e
una bolt-on di alder con manico in mogano costruite con i suoi primi consigli telefonici. Lui, dopo essersi mangiato un dolcetto
siciliano che gli avevo portato, le guardò per
bene, guardò i tasti, i manici, lo spessore del
body e disse: “Vabbè, andiamo a mangiare
una pastasciutta!”. La mia curiosità sulla sua
opinione era enorme ma non osai chiedere:
aspettavo che lui stesso riprendesse il discorso. Non lo fece mai. Mai più. Era propio così il
maestro, all’antica. I suoi insegnamenti erano sempre nascosti tra le righe di discussioni, di concetti, di macchinari.
Il martello e la tastiera
Un esempio? “Signor Roberto - chiesi - mi capita che sulle tastiere bombate, quando metto
i tasti, mi si alzano gli estremi”. “Usi il martello di gomma?” Risposi che sì, che fanno tutti
così. “Tutti ‘na sega, io seguo la tastiera! Mi son
costruito una macchinetta che mi permette di
spingere dentro il tastino seguendo la tastiera.”
che non sapevo distinguere una resistenza da
un condensatore, ma lui con voce tranquilla mi
disse che il sistema migliore era di provare a
costruire un piccolo ampli e che se avevo dubbi potevo chiamarlo o andarlo a trovare. Visto il
mio enorme panico lui continuò e disse “tranquillo, prendi uno schema semplice e guardalo. Quelle a zigzag sono le resistenze, mentre le
due linee parallele sono i condensatori. Quelle
cose tonde con delle linee dentro sono le valvole. Non hai che da unire questi componenti”.
E intanto rideva, mamma mia come rideva. Ovviamente presi qualche lezione di elettronica da
un professore qui a Catania, ma quando iniziai
a costruire il mio primo ampli fu Roberto che
chiamai per chiarirmi i dubbi.
Un suo discepolo
Mi si accese il cervello e iniziai a pensare fino a
quando arrivai alla leva. Mi costruii anch’io una
macchinetta che spingesse il tasto senza deformarlo come faceva invece il martello. Roberto mi indicò sempre la strada, ma mai con “fai
così” o “usa questo arnese”. Mi spingeva sempre
a pensare in maniera “larga”, come diceva lui.
L’altra metà del suono
Dopo qualche anno, quando ormai il Nocivelab
(oggi Orlando Musical Instruments) era una attività vera e propria, ebbi la necessità di imparare a sistemare anche gli amplificatori. Un giorno
presi il telefono e chiesi a Roberto se poteva
insegnarmi “l’altra metà del suono”. Premetto
Non avevo capito che lui mi considerava un suo
discepolo fino a quando un giorno mi chiamò dicendomi che c’era una persona che voleva parlarmi. “Pronto Peppino, sono Alberto Biraghi, Roberto
mi ha parlato di te, dice che sei il suo allievo. Sarei contento se venissi alla 16a edizione del Second Hand Guitars, magari come consulente”. Io,
in piena tachicardia, completamente nel pallone
dissi “Sì certo.” Poi richiamai Roberto per ringraziarlo. Mi rispose che se qualcosa di buono avevo
imparato, lui aveva soltanto aperto la porta.
L’eredità di Roberto
Di chiacchiere ne facevamo tante e tra le righe
mi spiegò tante cose di liuteria, di come trattare con i clienti, mi fece conoscere i suoi “omini”,
Giovanni delle vernici, Mario del surplus militare, dove andavamo a “sporcarci le mani e riempire gli occhi”. Oggi, quando la pigrizia mi assale
e lavoro male, sento la sua voce sulla spalla che
dice “Nun mi garba mica” e sorridendo ricomincio come mi ha insegnato lui. •
In questa pagina, tre diversi scatti che ritraggono Roberto Pistolesi assieme a Peppino Orlando.
Nella pagina a fianco, in alto: 29 dicembre 2001 - quasi sette anni dopo la creazione, ecco riaperta per la prima volta la Spacecaster #26 anno 1995. Le mani di Roberto sono al lavoro per sostituire i Lindy Fralin montati
all’origine con la sua - all’epoca - recente scoperta, i VooDoo. Nel tondo, le mani di Roberto al lavoro sulla sua
macchina a pendolo, strumento progettato e realizzato da lui per produrre i manici delle sue chitarre.
senta per tutti noi un caldo ristoro per l’anima, che ha rappresentato tanto per la vita di Roberto tanto da dedicarGli una parte di
esso. Quella parte cosi intima che nessuna morte e nessun Dolore potranno mai cancellare,quella parte che ci pone di fronte al valore della coesione e lo siamo coesi in questo momento... Siamo tutti commossi, presenti e vicini, uniti nel ricordo della sua e nostra musica, e credo che anche lui sia felice di questa nostra vicinanza e presenza e vivrà sempre nelle pagine, nel valore e
nell’animo di questa comunità. - Antoblue83 Grazie a quest’uomo ho imparato a costruire una chitarra. Questa notizia lascia veramente un senso di svuotamento interiore. Anche se non ci si conosce di persona, questa comunità è composta da amici che condividono
un’unica passione per la musica e la chitarra, e Roberto ci ha aiutati a comprendere meglio il fantastico mondo della liuteria con
umiltà e competenza. Grazie Roberto, non ti dimenticheremo mai. - maoskorpio Da meno di due anni avevo cominciato a frequentare
anche se sporadicamente il suo laboratorio. Mi sento triste ed abbandonato. Oggi piove. È davvero una brutta giornata. Ciao Roberto, avrei voluto conoscerti meglio, avrei potuto imparare molte cose sulla musica, sugli strumenti dalla tua competenza e dalla tua
IV
Second Hand Guitars 29
Non un liutaio
oberto Pistolesi non era un liutaio, era molto di più. Perché
di liutai ce ne sono tanti, di Pistolesi ne nasce uno ogni secolo, forse anche meno. Uno come lui, uno che condivideva il
suo approccio alle cose, è quel signore americano di origine
tedesca vissuto nella Orange County, tale Leo Fender. Non è
un caso che Pistolesi lo considerasse un genio. Quei due erano molto simili e se Leo ha inventato le cose più brillanti, è soprattutto perché è arrivato
prima, quando c’era ancora molto da inventare. Ma Roberto non era meno
geniale di lui. Quello che lo rendeva speciale era la sua capacità di elevarsi intellettualmente sopra le cose per osservarle dall’alto, di affrontare i problemi cambiando il punto di vista, per scoprirne gli aspetti critici e vedere
con maggior chiarezza le soluzioni. Questa sua attitudine si percepiva in
ogni istante del suo lavoro, come pure nella sua vita normale, quando si rubava un giorno per regalarsi il piacere di andarlo a trovare e stare a osservarlo rapiti mentre sistemava la chitarra di turno o solo si beveva un tè assieme.
Quanti dettagli, solo apparentemente di poco conto, visti dall’alto assumono importanza e spessore? Anche le cose più piccole e apparentemente banali, quando si riusciva a seguire lo sguardo diverso di Roberto, apparivano
in tutta la loro magnifica complessità.
Il campo magnetico
All’epoca in cui nasceva la mia Spacecaster, a un certo punto ebbi l’idea di
montare un pickup al centro rovesciato (come si cominciava a fare nei primi
anni ‘90 e come si fa tuttora troppo spesso) per ottenere un effetto humbucking utilizzandolo in combinazione con uno degli altri due. Sembrava
l’uovo di Colombo e i pickuppari di punta, da Seymour Duncan a Lindy Fralin (il mito dell’epoca) passando per Larry Di Marzio si erano adeguati, offrendo set per Stratocaster con l’ozione di un pickup RWRP (Reverse
Wind Reverse Polarity). A differenza del resto del mondo, Roberto non amava seguire le scelte altrui acriticamente e si
mise a studiare il comportamento dei flussi magnetici,
rendendosi conto sulla carta prima (munito di calamita
e limatura di ferro), dal vivo poi (con test di suono AB), che il pickup centrale capovolto modifica profondamente il suono più misterioso della Stratocaster,
quella delle cosiddette “posizioni intermedie”. Lo
dimostrò anche a me, ci volle poco, fu sufficiente il
suo corpo cavo sperimentale (quello che consentiva
di sostituire i pickup in un attimo per confrontarli),
vari set di pickup e un buon amplificatore. Sentimmo
il suono di un set normale, poi cambiammo il pickup
centrale con uno identico ma RWRP e verificammo con
le nostre orecchie che la differenza era infinita, la chitarra suonava più ovattata, gommosa, con armoniche e buona
parte della brillantezza che andavano a farsi friggere. Insomma, se avesse avuto un pickup centrale RWRP, il giovane Eric Clapton
di Derek and the Dominos non avrebbe scoperto il magico honk-honk della
posizione intermedia (quello che neppure Leo aveva previsto), facendolo diventare sinonimo del più puro suono Strat.
Nulla per scontato
Era così Roberto, non dava mai nulla per scontato. Come con i tasti, come
racconta Giuseppe Orlando in queste stesse pagine, che non volle mai prendere a martellate. Fu lui a scoprire che Leo aveva inventato un sistema innovativo per inserirli, trascinandoli attraverso la tastiera a evitare traumi.
Remembering Robert o
Pistolesi decise che preferiva pigiarli con delicatezza e realizzò uno strumento apposito per farlo al meglio. Costruiva strumenti per fare qualunque cosa,
non accettava l’idea di fare a mano le sue repliche di Stratocaster e Telecaster, che erano chitarre nate dalla mente di un genio della meccanica, non
da un liutaio. Per questo progettò e realizzò un attrezzo straordinario per
tracciare i solchi dei tasti sul manico, un monumento con un bilanciere fuso
in alluminio e dime in plexiglass. Aveva miriadi di attrezzini autocostruiti,
adattati da attrezzi di normale uso o realizzati da zero, che gli consentivano
di svolgere con la massima semplicità i lavori più complicati. Chi ha provato
a smontare un Bisgby per pulirlo e lubrificarlo sa bene che solo Roberto Pistolesi lo poteva fare –grazie ad alcuni attrezzi specifici– senza investire ore
di fatica, improperi e tagli nei polpastrelli.
Il tornio e il trapano
Quando mancò mio padre, maestro di bricolage, mi ritrovai tra le mani
un suo magnifico tornio e un trapano a colonna professionale. Non sapevo che farci, ma quando li vide Roberto gli brillarono gli occhi, non c’erano
dubbi, la loro destinazione era il suo laboratorio. Dopo qualche mese che se
li era presi andai a trovarlo e quasi non li riconobbi, tanto li aveva rimessi
a nuovo. Sapere che il tornio di mio padre era finito in quel luogo, maneggiato da quelle mani, fu una grande gioia. Amava gli attrezzi, li rispettava,
li teneva bene. Credo che in qualche modo considerasse “attrezzi” anche le
chitarre, era per questo che le capiva così bene.
La borsa laterale
Roberto aggiustava tutto, se ti vedeva arrivare con una cosa rotta non poteva resistere, te la sistemava. Una volta che lo andavo a trovare in moto,
dopo una sosta fisiologica all’Autogrill mi accorsi che un automobilista in manovra aveva urtato la mia borsa laterale, scardinando la chiusura. Rappezzata con un elastico raggiunsi
Santa Croce, dove Roberto si accorse immediatamente
del danno (aveva un fiuto speciale per le cose guaste).
Non ci fu modo di tenerlo: smontò la borsa, disassemblò la chiusura, ricostruì con pezzi di plastica e
alluminio dei pezzi di ricambio e rimise assieme il
tutto perfettamente, tanto che la chiusura riparata funzionava meglio di quella sana. Il miracolo di
Pistolesi era tutto qui, nella chiusura della borsa
della moto, nel campo magnetico, nei tasti infilati. Ma era anche nel suo stile di vita frugale eppure
raffinato, nel suo modo attento di versarti il tè, nel
suo sguardo che sfiorava la sommità degli occhiali da
presbite quando dicevi qualcosa che non gli “garbava”.
Bastava quell’occhiata per trasmettere un mondo di saggezza e quella curiosità che lo ha sostenuto e spinto per tutta
la sua troppo breve vita.
Roberto Pistolesi non c’è più. Dovunque sia andato, ha portato con sé il suo
mondo di conoscenza e buonumore, i suoi entusiasmi, le sue manie, le sue
pazzie. Siamo qui, noi che eravamo i suoi amici, a dirci l’un l’altro che Roberto è sempre tra noi, che il suo insegnamento resta. È vero, in un certo
senso, perché tutti noi che abbiamo avuto il privilegio di essergli vicini cercheremo di tener vivo il suo ricordo ogni volta che accarezziamo la sua chitarra. Ma quella voce allegra, quel sorriso aperto, quei gesti misurati, quelle
ore trascorse attorno a un pickup da riavvolgere parlando di tutto e di più,
quelli non ci sono più e nessuna saggezza ce li può restituire. •
umanità, avrei potuto sicuramente imparare qualcosa sulla vita. Avevi buoni consigli per tutti. Siamo tutti più soli. - Lomba I
veri Maestri nella vita sono pochi, è sempre una grande perdita quando si ricongiungono all’Infinito. Ho avuto recentemente il piacere di potere frequentare Roberto a piccoli bocconi e la fortuna di trattenere da ogni incontro qualche prezioso consiglio, di liuteria e di vita. Ci mancherai molto, riposa in pace. - Riccardo Di Roberto ricordo il tono canzonatorio, la capacità di immediato
giudizio (nero-nero, bianco-bianco), il rispetto e la toscanità debordante nella musica. E ricordo con grande rispetto l’Arte a me
sconosciuta della liuteria più raffinata ed amorevole. - Gianni17 Che notizia. Mi dispiace, non ho parole. Se ne va una grande persona. Mi stringo al dolore. - Giancarmine ...sto imbambolato davanti al monitor... e pensare che un mese fa gli avevo portato la
mia chitarra per un lavoro... ancora non me ne capacito... non ero ancora pronto a questo momento... probabilmente non lo sarei mai
stato... Mi dispiace Roberto... mi dispiace tanto di perdere una persona come te... tutte le volte che venivo convinto del fatto “ora
gliene dico una che nn sa” e tutte le volte con la solita esclamazione... “eccheccazzo... lo sa e anche più di me” Beh... un salu-
Second Hand Guitars 29
R emembering Roberto
Amore
a prima
vista
more a prima vista. Si
può definire così il
rapporto tra Roberto Pistolesi e i pionieri di Accordo, che
nell’ormai lontano maggio 1992
avevano spedito in alcune migliaia di copie il numero zero di
una fanzine formato A4, stampata in economia e su carta riciclata, nata per prendere a schiaffi il
mondo della chitarra. Con un lavoro certosino, Maurizio Gottardi
e io, ideatori e realizzatori della neonata “Nashville”, avevamo raccolto migliaia di numeri di
telefono dalle inserzioni vendocompro chitarre sulle riviste di
annunci di tutta Italia e li avevamo trasformati in indirizzi con un
terminalino Philips attaccato alla
banca dati SIP (oggi tristemente nota come Telecom). Poi avevamo spedito a tutti gli indirizzi
una copia omaggio in visione,
con la richiesta di sottoscrivere
un abbonamento.
Una lettera bellissima
Con nostra grande meraviglia,
il primo invio portò quasi cento abbonati (segno che in Italia
c’era voglia di qualcuno che finalmente raccontasse le cose a
sei corde che accadevano fuori dai nostri confini). Arrivò anche una lettera, bellissima (non
rimpiangerò mai abbastanza la
decisione di non salvarla quando feci pulizia di scartoffie prima di traslocare da quell’ufficio),
guarnita con una decal ad acqua,
di quelle d’altri tempi, che diceva
“Pistolesi” con un carattere “spaghetti” dai riferimenti inequivocabilmente pre-CBS.
Roberto Pistolesi aveva ricevuto
il numero zero di Nashville e aveva capito che lassù, oltre l’Appennino, c’era gente della sua
razza, non disposta a prendere
per buone le verità rivelate, curiosa e decisa a condividere col
mondo notizie, scoperte ed esperienze. Partì uno scambio di fax
(qualcuno ricorda che nel 1992 si
viveva senza posta elettronica?)
e telefonate che culminò nella
prima stretta di mano, avvenuta il 24 ottobre 1992 alla discoteca Puerto Musical di Rho, un
posto buio e anche un po’ equivoco dove si riunirono i pionieri
di quelle che sarebbero diventate
le più grandi iniziative nate “dal
basso” nella storia della chitarra
in Italia, Accordo e Second Hand
Guitars.
Un’amicizia
che non finisce
I dieci minuti necessari a scaricare la pigna di AC30 e custodie
dalla sua vecchia (ma perfettamente efficiente, come ogni sua
cosa) station wagon furono sufficienti a far nascere un’amicizia
che non accetta di finire neppure oggi che Roberto è partito con
un biglietto di sola andata per il
Mondo della Fantasia. Argomento obbligato chitarre, ampli, effetti e tutto quanto contribuiva
a fare “il suono”, anzi, come lo
chiamavamo noi, “the tone”. Erano gli anni in cui la vintagemania statunitense cominciava a
contagiare anche il paese di pizza e mandolino, ma gli appassionati che potevano accarezzare
palette ammuffite erano ancora
mosche bianche. Oltre a me (che
acquistai la prima Telecaster un
po’ vecchia nel 1978) c’erano
Claudio Bazzari, Paolino Canevari, Paolo Luti, Tolo Marton, Orazio
Perego, Maurizio Piccoli e pochi
altri. Per questo Roberto Pistolesi sorprese un po’ tutti, perché
sembrava conoscere ogni segreto degli strumenti, anzi, ne sapeva sempre uno di più rispetto a
noi che eravamo convinti di essere le massime autorità del vintage italiano.
Nascita di un Amp
Era difficile da credere - per noi
che frequentavamo Gruhn Guitars a Nashville, Guitar Trader
a Red Bank e Matt Umanov a
Manhattan - che quel toscano ne
sapesse più di noi e fu forse anche per questo che un giorno, visto che Roberto sembrava a suo
totale agio con l’elettronica degli
Accanto al titolo, la foto finale alla conclusione di SHG 1, scattata il 24 ottobre
1992 a Rho. Da sinistra: Orazio Perego, Tolo Marton, Roberto Pistolesi, Alberto
Biraghi, Paolino Canevari, Daniela Perego, Maurizio Gottardi (primo editore di
Nashville e primo presidente di Accordo). Qui a fianco, in una foto del 10 aprile
1994, Roberto è con Daniela Terragni, grande amica di SHG, all’epoca product
manager Gibson in Italia.
to... mi mancano le parole... - GURU1979 Non ho mai avuto la fortuna di incontrarlo in carne ed ossa, ma ho sempre letto i suoi articoli e le sue botte e risposta con grande interesse e simpatia. Avrei voluto portargli la mia strato assemblata a fare un
tagliando e vederlo lavorare come faceva nel video di SHG, con quella passione e mostruoso know how che non si trova da tante parti.
Mi sarebbe piaciuto vedergli bussare il legno per capire con quale tavola fare un body. E invece la malattia se l’è portato via. Mi
dispiace tanto. So soltanto che doveva essere una persona meravigliosa se tanta gente che nemmeno lo conosceva direttamente si trova
oggi a lasciare messaggi. Un abbraccio ai familiari. - Scheggia Che tristezza apprendere che il “toscanaccio” ci ha lasciati. Grazie Roberto per quello che ci hai dato. - Andreas Ciao Robè, grazie degli insegnamenti e della tua vitalità e simpatia. Ti ricordo
con tanto affetto. È duro dirti ciao per l’ultima volta - Paolo e Angelo Roberto non morirà mai! - Alecb Un solo scambio di email
con il maestro mi aveva fatto assaporare la sua brillantezza e schiettezza, per questo speravo di conoscerlo al più presto. Posso solo
dedicargli le vibrazioni dei miei legni, sicuro le sentirà anche da lassù. Ciao - Jack La perdita è tremenda, il dolore tanto, queVI
Second Hand Guitars 29
Remembering Robert o
amplificatori - credo prima di Natale 1992 - gli lanciai una proposta che conteneva un po’
di sfida. “Tu parli, parli,
ma sapresti costruire un amplificatore
che riunisce il meglio dei due mondi, il Vox AC30 Top
Boost e il Fender
Twin anni ‘50?” Probabilmente sarebbe successo lo stesso, Roberto era
un vulcano. Ma lasciatemi l’orgoglio di pensare di essere stato
l’ideatore del nome e il catalizzatore della nascita di quello che fu
il più straordinario amplificatore
che mi sia mai capitato di provare, un coso color verde coccodrillo ubriaco che ha messo in fila la
lunga serie di Fender black face,
tweed, Vox, Marshall passati per
casa mia e per ogni luogo in cui
ho suonato: The Mojo Amp.
The Mojo al debutto
Per tutta la notte tra il 15 e il
16 maggio 1993 il prototipo di
The Mojo, senza reverbero e con
il pannello superiore senza scritte pantografate, restò acceso per
l’ultimo controllo prima di mettersi in viaggio di buonora, assieme al suo creatore, per Voghera,
dove stava per cominciare Second Hand Guitars 2. Stupì tutti,
ma proprio tutti, quel coso verde
da 30 Watt che urlava attraverso due Alnico Blue con una forza
da sembrare un 100, tanto che nel
giro di poche settimane il primo
(e unico) contingente di venticinque pezzi andò sold-out. La mia
idea non restò senza riconoscenza, perché un mese dopo o giù di
lì un corriere consegnò a casa mia
una cassa di legno con cerniere
rigorosamente anni ‘50 che conteneva il primo The Mojo
di produzione, con
l’accordo che l’avrei
messo a disposizione di chiunque
lo volesse sentire.
Ho sempre mantenuto fede all’impegno e quel primo
amplificatore è stato
assaporato da decine di chitarristi, professionisti, dilettanti, bravi o sgangherati, ma tutti
ugualmente stupiti per la qualità
e la quantità di suono del Mojo.
Un legame forte
Fu solo l’inizio di un legame forte, che si fece più stretto il 12
gennaio 1994, quando, davanti a un notaio di Milano, Roberto
fu uno dei fondatori dell’associazione Accordo, quando si incazzò ferocemente con noi nel 1996
perché, in un tentativo di lanciare Nashville fuori dal circuito
degli addetti ai lavori, ne facemmo una fanzine pop, quando l’incazzatura gli sbollì e nell’ottobre
1997 organizzò a SHG il primo
workshop sulla manutenzione
della chitarra, concluso con l’ultimo della sua vita, il 13 novembre 2005, a SHG 27. •
Nel tondo in alto: 13 novembre 2005, Milano, SHG 27. L’ultimo workshop di Roberto Pistolesi è il più bello. In una sala gremita (c’erano state più richieste che
per il workshop di Bob Brozman) un Pistolesi cablato con microfono hand free e
ripreso dalla telecamera del grande amico Emmetray, assembla una chitarra regalando a piene mani i suoi segreti al popolo di SHG. Per molti è l’ultima volta.
Roberto morirà pochi mesi dopo.
Una visita al campo
militare
Andavo spesso a casa di Roberto Pistolesi. Rimanevo letteralmente incantato dal
suo modo di lavorare. C’era da imparare
da ogni suo gesto. A volte lo tempestavo
di domande, pur sapendo che la risposta
sarebbe stata un’altra domanda: “Sicuro
di non capire come mai faccio così? Se
ci pensi c’arrivi!”.
Dopo avermene tanto parlato, un giorno
Roberto mi disse: “Vuoi venì al campo?”.
Era questa la parola d’ordine: “il campo”, un deposito di macchinari e atttrezzature ex-militari.
“Si va domattina presto, pe’ l’ fresco”.
Appena arrivato, mi guardo attorno con perplessità. Ovunque
ci sono rottami color verde oliva: scatole e contenitori per trasporto aereo, containers, tantissimi strumenti e apparecchi per
me inutili.
Guardo Roberto come per dire: “o che ci siamo venuti a fa’?“,
ma lui è già partito alla ricerca, aprendo scatole e sbirciando
all’interno di ogni tipo di apparecchi, non mi rimane che seguirlo.
A poco a poco tutto diventa più chiaro. Come se uscissero da
una macchina del tempo, iniziano ad apparire quei componenti mitici di cui ogni appassionato di strumenti musicali e
amplificazione ha sentito parlare: condensatori carta e olio,
valvole made in USA, matasse di cavo al Teflon, transistor al
germanio...
Tutto nuovo, o meglio, NEW OLD STOCK, perfettamente conservato dagli anni ’50 e ‘60 in qualche magazzino e poi gettato perché
obsoleto, parte di ricambio di qualche apparecchiatura non più in
servizio e quindi inutile. Ma tutto ciò che è ben progettato e costruito non invecchia né diventa realmente inutile...
Questi componenti, ormai inadatti a fare la guerra, grazie a
Roberto trovavano un nuovo impiego, decisamente più bello e
utile, al servizio della musica.
“La vedi quella radio?”, disse Roberto indicando una trasmittente americana degli anni ‘50.
“Dentro ci sono una 5Y3, una 6V6GT, una 6SJ7, degli zoccoli in
porcellana e degli ottimi trasformatori, in pratica tutto quello
che serve per costruire un Fender Champ Tweed!”.
Anche l’apparecchio più inutilizzabile rappresentava un tesoro. Se non c’era niente
di recuperabile si poteva comunque imparare molto. Con uno sguardo attento si
notava subito una cura impeccabile, una
costruzione realmente “a prova di bomba”.
Impossibile non pronunciare il fatidico:
“Oggi ‘un li fanno più come una vorta...”
Alberto “Mr. T” Dani
http://www.t-pedals.com
sta persona ha rappresentato una “guida spirituale” per chi si diletta in liuteria o è comunque semplicemente appassionato di belle
chitarre. Ricordiamolo ogni volta che ci mettiamo a trafficare con le nostre amate, e facciamolo con ancora piu passione e coinvolgimento di prima, la stessa che Roberto sicuramente metteva, senza risparmiarsi. Quando lo vidi a SHG alla clinic, sorrideva come un
bambino entusiasta quando svitava, avvitava, saldava, come se non avesse mai desiderato fare altro che quello nella vita. Anche io
non sapevo della malattia... Ovunque tu sia ora, spero sinceramente che te la passi bene, ciao Roberto. - Tom Anderson ...che egli
possa continuare a costruire strumenti per gli angeli e che il loro suono possa raggiungerci! - Lacablues l’eco della sua assenza si sentirà per molto tempo a venire. Addio Roberto.... e buon viaggio... - Bluesin’ Mike Sono commosso. Non solo perché ricordo un uomo buono, gentile e sorridente, non solo perché so che non lo incontrerò più su questa Terra, ma perché i commenti che
leggo raccontano di un uomo che si è fatto amare anche da chi non lo conosceva di persona. E questo mi sembra una grande cosa, che
mi dà la certezza che tutti noi siamo fatti per cose grandi. Buon viaggio, Roberto! - Giovanni Matarazzo Ho conosciuto Roberto Pi-
Second Hand Guitars 29
VII
R emembering Roberto
Una canzone per Roberto
o conosciuto Roberto nel 1999 e dopo
appena 10 minuti di conversazione mi
sono reso conto di avere di fronte una
persona speciale, come professionista e come uomo, di quelle che si incontrano raramente nella vita. Si è dimostrato
un amico a tutto campo e gli sono riconoscente per
aver condiviso con me alcune esperienze che soprattutto per lui, negli ultimi tempi, erano molto importanti, prima tra tutte quelle sul “leggendario” suono
degli Shadows.
Roberto qualche anno fa ha scritto, come coautore assieme a Malcolm Addey (ingegnere del suono dei mitici studi di Abbey Road ) e Maurizio Mazzini, un libro
intitolato That Sound, dedicato al suono degli Shadows, mitico gruppo strumentale inglese nato agli inizi degli anni ‘60 e noto per essere stata la band del
cantante Cliff Richard per lungo tempo. Per farla breve: il chitarrista solista degli Shadows, Hank Marvin, è
stato senz’altro uno dei primi, almeno sulla scena europea, ad avere un proprio “sound” e sempre associato all’uso di una Stratocaster, un Vox AC30 ed un eco
a nastro.
Roberto, grandissimo appassionato degli Shadows e di
Hank Marvin e da loro ispirato ad entrare nel mondo
della chitarra, si era reso conto che il suono dei loro
primi successi non poteva essere sempre riprodotto
con l’uso della Strato. Da qui è partita una ricerca che
lo ha portato a formulare un’intrigante ipotesi: la chitarra poteva essere una Gretsch Contry Gentleman.
Le reazioni alla ricerca
Il libro ha suscitato un grande interesse internazionale ma anche contrastanti reazioni, soprattutto in In-
ghilterra, da parte della nutritissima schiera di fans.
Alcuni, con orecchio (e cervello!) più critico hanno
sperimentato le sue ipotesi, altri si sono invece scagliati contro di lui gridando allo scandalo.
Chi ha conosciuto Roberto sa bene che, se c’era da picchiare duro, lui trovava terreno fertile e così abbiamo
deciso di affrontare le critiche più sanguigne recandoci proprio “nella tana del lupo”! Armati di Gretsch ed
eco Meazzi, nel 2004 ci siamo recati per la prima volta all’annuale raduno inglese chiamato Shadowmania
dove Roberto si è confrontato con i più grandi appassionati degli Shadows.
È subito emerso, con grande imbarazzo dei presenti,
che sapeva molto più lui, italiano, di molti fans inglesi che si spacciavano per enciclopedie ambulanti. Le
persone rimanevano allibite dalle capacità di Roberto di snocciolare, a memoria, dati tecnici precisissimi
riguardanti valvole usate in quel preciso anno, tipi di
coni, di corde, e la maggior parte dei presenti ha subito capito di essere di fronte, nonostante le sue ipotesi,
ad una persona preparatissima come nessun altro. Per
non parlare poi del lato umano e gioioso di Roberto: è
finita a tarallucci e vino (di quello bono!) persino con
quelli che lo avevano aspramente attaccato.
Divulgare il verbo
La nostra missione di “divulgare il verbo Gretsch” non
si è limitata solo all’Inghilterra: anche gli amici francesi hanno avuto il piacere di sentirlo perorare la sua
causa ed anche in questo frangente l’interesse è stato notevole. Il culmine della vicenda è stato raggiunto
quando Roberto ha avuto il piacere di conoscere personalmente il suo beniamino Hank Marvin durante il
tour inglese degli Shadows l’anno passato, su espressa
richiesta di Marvin stesso. In molti, presenti all’incontro, hanno allungato le orecchie per carpire qualche
frammento di discussione, intuirne il tenore. Appena
rientrato, Roberto mi ha chiamato dicendomi, alla sua
maniera “Un m’ha convinto punto!”.
E quanto fosse appassionato a questo tipo di musica Roberto ce lo ha confermato riuscendo, nell’ultimo periodo della sua vita, a dedicarsi alla sua ultima
creazione: l “ARiAB” (Abbey Road in A Box), un piccolo
stompbox dedicato al suono degli Shadows, in sintesi
un filtro taglia bassi tarato sulle specifiche del suono
di Marvin quando questo veniva registrato negli studi
di Abbey Road dal tecnico sopracitato Malcolm Addey.
Tramite l’aiuto dell’amico Jim Nugent tale scatolina
magica è stata fatta sentire in Inghilterra e come al
solito ci sono state quantità industriali di richieste.
Una canzone a settembre
Tutti questi elementi, uniti alla grande simpatia che
Roberto ha saputo trasmettere anche a quelli che
non hanno condiviso le sue idee, lo hanno portato
ad essere amato e ricordato con grande, sincero affetto anche nella “tana del lupo”, e a riprova di questo ci sono le parole di Bruce Welch (Shadows) che
durante il suo concerto a Shadowmania, lo scorso 23
settembre, ha espresso il suo rammarico per l’enorme perdita col regalo che Roberto avrebbe gradito di
più: una canzone.
Per quanto mi riguarda, non basterebbero tutte le parole per esprimere il senso di vuoto che d’un tratto mi
si presenta nella vita di tutti i giorni. È come se mi
sentissi perennemente “off line”, disconnesso, perché
oltre che un amico, era diventato un punto di riferimento e di consiglio nella mia vita quotidiana. •
stolesi parecchi anni fa e negli ultimi anni ho avuto modo di conversare amabilmente con lui più volte, l’ultima in occasione dei
nostri rispettivi workshops a SHG. Troppo poco per creare i presupposti di un’amicizia, ma sicuramente abbastanza per poter apprezzare l’esperienza e la competenza di un uomo che faceva coincidere la propria passione con un mestiere, ragionando sulle cose, analizzando i problemi e cercando le risposte con grande puntigliosità. Per una volta, un luogo comune, una frase banale hanno un
senso: sono sempre i migliori quelli che se ne vanno. - Luca Villani Non ti conoscevo, ti ho visto a SHG e il tuo sorriso verace
faceva capire tanto... abbiamo perso uno di noi. - HOKKEIN Le poche occasioni che ho avuto per incontrarlo mi hanno sempre arricchito. Un maestro (ma lui si scherniva “chiamami Roberto”) nella sua arte, un maestro di vita e soprattutto una persona di una vitalità estrema. Mi riesce difficile crederci, altro che accettarlo. Con lui abbiamo perso davvero tanto. - CHARLIE Tutte le visite
al suo laboratorio le ricordo come fosse ora, ci andavo nemmeno una volta l’anno ma erano sempre bei giorni: abbiamo perso l’uomo e
la sua arte, ma moltissimo è quello che ci ha lasciato e penso che un po’ del suo spirito sia in tutti quelli che l’hanno conosciuto. Buon viaggio Maestro - dickey Era una notizia che non avrei mai voluto avere... Era, con la sua abilità e la sua passione, e
i suoi consigli, una persona enorme. Sempre aperto, gentile, anche verso chi, come me, gli rompeva le balle con domande che per lui
saranno state assolutamente banali. Trasmetteva passione per quello che faceva, e se ho sempre voluto costruire una chitarra, molto
è merito suo... ciao Roberto, e grazie - Adesign Aggiungo il mio saluto alla persona che più mi ha fatto pensare, rimuginare, cambiare idea in fatto di chitarre e non solo. Roberto era semplicemente un piccolo genio della liuteria e una persona veramente squisita. Un tipo davvero particolare, un uomo d’altri tempi per certi valori e convinzioni ma modernissimo e sempre proiettato nel
futuro per molti altri. Abbiamo perso un grande uomo. - stratoplaster La notizia mi ha lasciato senza parole, non immaginavo nemmeno che potesse avere quel tipo di malattia. Ricordo i momenti spensierati durante le cene di SHG Ancona da Ulderico quando fra una
frittura e l’altra Roberto teneva banco con la sua simpativa e dispensava e noi “terrestri” consigli e informazioni su strato d’annata e ampli. Non posso pensare che un uomo della sua statura ci abbia lasciato, una perdita enorme umana e professionale per tutti
noi. Ciao Roberto; ogni nota che da oggi in poi fuoriesce da una tua chitarra o un tuo ampli sia il ricordo di te che si diffonde nei
cieli di questa terra e vibra nell’anima di tutti noi che ti abbiamo conosciuto e apprezzato - Matt Il mitico Pistolesi lo conoscevo solo tramite Accordo e credo che la definizione che hai usato “amico di noi tutti” sia perfetta. Tocca ora a noi fare in modo
che il suo ricordo rimanga sempre vivo. Sincere condoglianze alla famiglia e a chi gli voleva bene. - Zanocom No, non c’è più voglia di suonare, è vero. Non c’è voglia di parlare di chitarre, di amplificatori, di dischi e di bei concerti. Sinceramente non c’è
neanche voglia di scrivere, per la certezza, che va oltre la paura, che ogni cosa detta o fatta a questo punto sia inutile. Non è
solo un giorno triste per me, non lo è solo per Accordo, non lo è solo per chi lo conosceva. È il giorno più triste per chiunque abbia mai imbracciato uno strumento, perchè maestri come Roberto al mondo si contano sulle dita di una mano. Ma anche tutto ciò passa
in secondo piano, il nostro piccolo mondo a sei corde da solo non può contenere la grandezza di una persona del genere.- BadMirror
Ho avuto la fortuna, l’onore di conoscere Roberto già dal ‘92, e ho potuto stabilire con lui un rapporto di profonda stima ed amicizia, mi ha aiutato un mare di volte, disponibile e cordiale... sono stato ospitato nel suo laboratorio, discutendo di stratocaster, di manici, di corpi, sorseggiando un liquore di mirto di Sardegna... mi mancherà da morire... - Roberto Ionta
VIII
Second Hand Guitars 29
carisch 2006 85X275
Stefy Line e le Hagstrom
3-11-2006
13:54
Pagina 1
...a SHG e oltr e
Una grande tradizione del
passato torna a rivivere in
Italia grazie a Stefy Line,
che a partire da questo
mese distribuisce in esclusiva nel nostro Paese la rinnovata linea di chitarre
Hagstrom. Sono strumenti dall’indiscutibile fascino
e dalla voce inconfondibile,
costruiti seguendo alla lettera le specifiche originali
della casa svedese. La sensibilità “filologica” riversata nella progettazione delle
nuove chitarre è davvero molto profonda: al punto che, per rimanere il più possibile fedeli alla grande tradizione costruttiva Hagstrom, i nuovi progettisti (che fanno comunque capo
a Karl Eric Hagstrom) hanno scelto di utilizzare addirittura le
stesse macchine con le quali venivano realizzati i modelli di
trent’anni fa –e quando non si è riusciti a risalire ai macchinari originali ne sono stati costruiti ex-novo alcuni identici a
quelli del passato.
Naturalmente, rispetto ai loro... progenitori, i nuovi strumenti
(che passano sotto il nome di Hagstrom World Vintage Series)
presentano qualche lieve differenza nel design di alcune parti
meccaniche; e introducono, accanto ai pickup costruiti in Corea, alcuni nuovi materiali, come il Resinator Wood impiegato
nella costruzione della tastiera.
Tutto, naturalmente, avviene sotto la costante supervisione
del fondatore, in nome di un controllo della qualità che non
lascia nessun dettaglio al caso. Al punto che, come la stessa
Hagstrom sottolinea nella sua comunicazione, non è esatto
parlare di “rifacimento”; di fatto, è come se le linee di produzione fermate nel 1983 si fossero rimesse in movimento, come
se i 23 anni passati dalla produzione dell’ultimo esemplare ad oggi non fossero che poche
settimane. L’illusione, peraltro smentita dalla presenza di un ricco mercato di collezionisti che si contendono pezzi e ricambi d’epoca,
è anche dovuta al fatto che le nuove chitarre sono in tutto e per tutto identiche a quelle
degli anni Settanta. Nel “nuovo” catalogo Hagstrom figurano così nomi storici come quello
delle Swede e delle Super Swede, o come quello delle semiacustiche Viking, di cui vediamo
un esemplare qui a fianco.
Accanto a queste “ammiraglie” figurano i modelli della serie F, più aggressivi dal punto di
vista del design (una F-20WCT è raffigurata in
basso a destra), ma ugualmente curati sotto il
profilo della lavorazione dei materiali. I legni,
che provengono tutti dal Canada, sono scelti in
questo caso fra le essenze di tiglio (per il body)
e di acero (per il manico, unitamente al Risonator); ma nel caso degli altri modelli arrivano a comprendere il mogano (per il body delle
F-200 e F-300) e l’acero fiammato, che fa bella mostra delle proprie venature sul body della Viking. •
STEFY LINE
www.stefyline.com
Recanati
071 75.01.492
Second Hand Guitars 29
27
A SHG e oltre
IL SAPORE “ARTIGIANO” DELLA MUSICA
C’è un negozio, a Milano, nel
quale la mentalità artigiana ha
ancora un ruolo di primissimo
piano. È SOUND METAK, che fa
delle eleganti vetrine di Piazzale Segrino la finestra ideale
per entrare in contatto
con strumenti musicali, accessori
ed iniziative di
carattere artistico.
In
effetti,
Sound Metak
non è soltanto un punto
vendita; come
sottolineano con
forza i titolari, è piuttosto uno spazio dove custodire oggetti antichi, articoli
artigianali, strumenti musicali,
al fine di condividerli con persone che provano per la musica –e per l’arte in genere– una
forte passione. Dalla chitarra vintage al grammofono degli Anni Trenta, dalla viola da
gamba all’incisione introvabile del 1920... la visita a Sound
Metak è capace di sorprendere ogni volta in modo diverso, e può incantare il navigato
professionista come il semplice appassionato. In un
posto come questo, il “prodotto”
non è che un
elemento del
paesaggio:
perché intorno ad esso
circolano idee,
sentimenti ed
emozioni.
È quindi pienamente comprensibile come
lo staff di Sound Metak non
si limiti alle attività commerciali “pure”, ma si sia di fatto
trasformato anche in un vero
e proprio propulsore di idee.
Al punto che, dietro alle vetrine, si organizzano con regolarità installazioni, performance,
concerti e seminari che coin-
SOUND METAK
www.soundmetak.com
28
Second Hand Guitars 29
volgono tutta la
città.
A SHG, Sound Metak propone una
vasta scelta di strumenti di grande interesse, che vanno
dalle chitarre EASTWOOD ai modelli Vintage Lap
Steel costruiti fra
gli Anni Trenta e gli Anni Cinquanta, passando per una vasta serie di strumenti a corda
provenienti dai quattro angoli del pianeta.
Non mancano naturalmente
gli effetti a pedale, gli ampli
vintage, i sintetizzatori monofonici e, più in genere, una
vasta scelta di apparecchi
“boutique”. Tutto, com’è ovvio,
rigorosamente costruito dalle
mani di abili artigiani. Per farsi un’idea dell’offerta portata
all’Alcatraz basta fare qualche
nome: Cornish, Keeley, Klon, ZVex, Menatone, Catalinbread,
Effector-13, Van Amps...
Se poi la confusione di oggi
non permetterà di provare nel
modo più congeniale strumenti ed effetti, non resterà che
programmare una visita dalle
parti di Piazzale Segrino. Qui,
lo staff di Sound Metak sarà
lieto di mettere a vostra disposizione il comodo box insonorizzato del negozio, dove
è possibile provare con calma
e tranquillità gli strumenti in
vendita. Entrando in contatto, naturalmente, con la magia
dell’approccio “artigianale” di
Sound Metak. •
Milano
02 45493391
...a SHG e oltr e
LA RISPOSTA GIUSTA PER CHI STA SEMPRE A SINISTRA...
C’è tutto un mondo di musicisti che, per tradizione, è poco
considerato. È il piccolo grande
universo dei chitarristi mancini,
spesso ignorati dai costruttori industriali e dalla grande distribuzione. Per loro nasce, nei
primi giorni del 2005,
CHITARREMANCINE:
un punto informativo e di unione online che raccoglie ben
presto un nutrito numero di iscritti. Il forum e l’angolo degli
annunci rappresentano il primo passo del
percorso; nel giro di
pochi mesi, il sito viene trasformato nel primo GUITARSHOP
ONLINE esclusivamente dedicato ai chitarristi mancini. Viene aperta anche una showroom
alle porte di Milano, visitabile su appuntamento, dove oggi
si possono vedere e provare
una cinquantina di strumenti
mancini. Gibson, Fender, Musicman, Schecter, Breedlove, Maton, Cole Clark sono solo alcuni
dei marchi che si possono trovare all’interno del negozio e della
showroom; di fatto,
l’elenco è in continua
crescita, nel tentativo di dare un supporto costante alla forte
domanda del “popolo”
dei mancini. Presto arriveranno anche nuovi
strumenti firmati ESP e Jackson,
due fra i marchi in assoluto più
richiesti. Accanto ad essi, sono
disponibili già da oggi anche
tutte le parti di ricambio: dai
corpi ai manici, dai
ponti ai battipenna, passando naturalmente per tutte
le meccaniche necessarie a customizzare ogni tipo
di chitarra. Naturalmente, come in tutti i negozi che si
rispettino, anche da CHITARREMANCINE si possono trovare
numerosi pickup; come i bellissimi modelli creati appositamente in versione mancina dal
Guitarstudio. Sono pickup costruiti a mano, che danno agli
strumenti “sinistri” quella personalità che spesso manca ai
pickup di serie. In questi giorni
si festeggia il primo anniversario del negozio... e per l’occasione, assicurano i titolari, alcuni
strumenti verranno proposti a
dei prezzi assolutamente favolosi!!!! A
SHG 29 si può ammirare una delle pochissime Musicman
Luke mancine, la stupenda Minarick Mirrorball prodotta in
edizione limitata: quella esposta è la numero 11, e in totale
ne sono state costruite solo 20.
Il mondo Gibson è rappresentato da tre Les Paul, fra le quali una meravigliosa Classic Plus
del 1993. Naturalmente, questa
non è che una piccola parte del
vasto assortimento di Chitarremancine.
Se anche questo non è sufficiente, non vi resta che visitare www.chitarremancine.com
per prenotare una visita alla
showroom milanese... •
Pessano con Bornago (MI)
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CHITARRE MANCINE
www.chitarremancine.com
CON TROY STETINA ALLA
SCOPERTA DEL SUONO METAL
È uscito proprio in questi giorni per i tipi
delle Edizioni Curci il secondo volume della serie “Metal Lead Guitar” dedicata alla
tecnica strumentale chitarristica più “dura”
in assoluto. Il riferimento va naturalmente al sound, che è quello aggressivo del repertorio metal, illustrato in questo caso dal celebre Troy Stetina. Il poliedrico
chitarrista, che vive in una fattoria negli USA e che affianca
all’attività di esecutore e di compositore quella di insegnante,
pubblica regolarmente per la Hal Leonard Corporation e vanta
un passato come ciclista professionista. Un dettaglio, questo,
che non è semplicemente “di colore”, ma che contribuisce a
dare un’impronta innovativa al suo metodo didattico, imperniato sugli schemi della formazione atletica.
Ogni volume contiene tanti capitoli scritti con un linguaggio estremamente concreto; a ciascuno di essi corrispondono
precisi obiettivi didattici e numerosissimi esempi, nonché una
serie di pagine bianche da dedicare alla stesura degli spunti
creativi di cui, secondo l’autore, l’attività di studio deve sempre essere fitta.
Fra gli argomenti affrontati in questo secondo volume ricordiamo senz’altro la teoria delle scale tonali e modali, la tecnica
dedicata allo sviluppo della velocità, lo studio degli intervalli, degli accordi e della loro risoluzione, lo sweep picking e il
tapping applicato alle scale. Per orientarsi meglio in questa...
selva, l’autore ha voluto affiancare alla parte cartacea un CD
pieno di tracce di esempio, che aiuta fra l’altro a costruire i sei
assoli completi, disposti in ordine crescente di difficoltà, che
serviranno a “mettere alla prova” le capacità acquisite. •
EDIZIONI CURCI
www.edizionicurci.it
Milano
02 760361
Second Hand Guitars 29
29
A SHG e oltre
solo per suonare
NEL NOME DELLA QUALITÀ
Lenzotti di Modena è uno
dei punti di riferimento per
la liuteria Second Hand, con
un’offerta davvero molto ampia e articolata. Ne è testimonianza la fedeltà a questo
SHG, che vede proprio Lenzotti a riconfermare, di volta
in volta, lo spazio d’apertura
della manifestazione.
Anche quest’anno alle chitarre si affiancano sistemi
di amplificazione ed effetti: “Non cerchiamo però il
pezzo da museo a tutti i costi”, dice Marco Lenzotti, “o
lo strumento da collezione
da mettere in bacheca. Cerchiamo invece chitarre e bassi da suonare, ampli ed effetti
pienamente efficienti per chi
vuole fare musica davvero”. •
Le leggi dell’economia insegnano che si può raggiungere il successo attraverso due
percorsi di segno opposto:
dotarsi di tutto (o quasi) l’assortimento possibile per puntare sulla varietà dell’offerta,
o concentrarsi su pochi prodotti di altissima qualità.
Questa seconda via è precisamente la strada che i titolari
di 440Hz hanno deciso di seguire, e che li ha portati oggi
a SHG 29 con una gamma di
prodotti davvero invidiabile.
L’offerta strumentale si limita alle sole chitarre acustiche
artigianali Bourgeois, di cui
440Hz è distributore ufficiale per l’Italia.
Si tratta di strumenti di grande pregio, costruiti dal “mago del
voicing” Dana Bourgeois: un personaggio
che ha iniziato la carriera di liutaio negli
USA nel lontano 1978
LENZOTTI
Modena
www.lenzotti.com 059 364114
30
Luciano Andrea / 440Hz
www.440hz.it
Second Hand Guitars 29
e che, da allora, ha collaborato in qualità di consulente per i più grandi costruttori
storici, da Martin a PRS a Gibson.
L’altissima qualità di questi strumenti, dovuta all’intervento personale di Dana
Bourgeois e all’impiego di legni di gran pregio, è stata di
recente testimoniata
da Acoustic Guitar
Magazine, che nel
2004 ha conferito
proprio alla piccola
azienda americana l’ambitissima “medaglia d’oro”.
Accanto alle acustiche Bourgeois, 440Hz distribuisce anche una variopinta gamma
di effetti “boutique”
di altissima qualità: sono i Fulltone
Custom Effects, che
vengono prodotti interamente a mano
con componenti discreti e che, come si
legge sul sito
web di 440Hz,
“non escono
dal laboratorio di Mike Fuller (il produttore, ndr) se non dopo che lui in
persona li ha suonati, testati a
fondo e firmati”.
Uno sguardo attento va dato
poi agli amplificatori artigianali Cornford e Dr.
Z. Sono apparecchi
costruiti a mano ed
estremamente curati
sotto ogni punto di
vista, fatti per durare a lungo e progettati per diventare
“un’estensione della personalità e del sound dei musicisti che li utilizzano”.
Da segnalare, infine, l’ampia
gamma di accessori che completa l’offerta di 440Hz: dalle
valvole JJ Electronic ai commutatori professionali Lehle Switchers, dai pickup Joe
Barden e Van Zandt alle corde John Pearse. •
Varese
0332 281355
...a SHG e oltr e
C’è più o meno tutto lo scibile della chitarra presso lo spazio
espositivo che Prina ha riservato anche per quest’anno alla
propria offerta merceologica.
Dagli strumenti vintage agli
effetti a pedale di tipo artigianale, passando per gli amplificatori che hanno fatto la
storia del suono, c’è davvero
abbastanza materiale per programmare diverse visite.
Anche perché, secondo una
consuetudine che è ormai ampiamente apprezzata dal pubblico, la giornata
di oggi vedrà la presenza –a
intervalli regolari– di Luca
Vaghi,
l’applauditissimo
“Stevie Ray” di Prina. Nel
corso delle sue demo, Luca
utilizzerà a rotazione diversi setup di tutto rispetto,
che comprendono vari amplificatori
boutique (Bruno, Komet, Carr, Speedster) e, fra gli effetti a pedale, i
vari Menatone, Landgraff (come
il coloratissimo overdrive che
riproduciamo qui a fianco),
RMC e Catalinbread.
Molti, naturalmente, anche gli strumenti in
esposizione: fra tutti,
vale senz’altro la pena di
segnalare i “pezzi unici” di Michael
Spalt (ne vediamo un esemplare,
fotografato nel negozio Prina, qui
a destra) e le opere di alta liuteria
firmate da Gerard Melancon (una
sua... creatura è raffigurata in
alto, a sinistra del titolo) e da
Don Grosh.
Per ciascuno di questi strumenti vale la “regola non
scritta” da sempre in vigore presso il punto vendita
Prina: tutte queste chitarre
sono state scelte dal personale altamente specializzato del negozio milanese in base alla bellezza, alla
rarità, alla purezza e all’originalità
del suono, e rappresentano quanto di
meglio il mercato dell’alta liuteria artigianale nordamericana è in grado di
offrire in questo momento.
Naturalmente, nell’esposiPRINA
www.prina.it
zione in mostra
oggi all’Alcatraz non può
mancare il vintage, da sempre considerato
come il vero fiore
all’occhiello dell’offerta Prina. Proprio
mentre andavamo in stampa, Ivano ci
ha segnalato la presenza, ad esempio, di una Gibson LP Spotlight e di
una Fender Master Salute: sono i due strumenti “appoggiati” in basso a
destra, e c’è da scommettere che prima della fine
della giornata avranno riscosso l’attenzione di numerosissimi visitatori.
Accanto a queste due “perle” figurano poi moltissimi
altri modelli che provengono direttamente dagli Anni
Sessanta: dalle Gretsch, qui presenti
con un assortimento invidiabile, alle
Martin, dalle PRS alle Fender Custom
Shop.
“Sono tutti strumenti” –tiene a precisare Ivano– in perfette condizioni, che abbiamo selezionato per
SHG forti dell’esperienza che indica una vivacissima presenza di
grandi estimatori nel pubblico di
questa manifestazione. A loro ricordiamo fra l’altro che la nostra
realtà è radicata così a fondo nel
mercato dello strumento vintage di
qualità, che ci è addirittura possibile reperire strumenti vintage anche su ordinazione...”
Naturalmente, in questo caso,
al “primo contatto” che si viene a creare qui a SHG fanno
seguito in genere numerose
altre visite
al negozio
di Corso di
Porta Ticinese,
dove l’intero staff è
a disposizione dei
clienti per illustrare in tutte le
sue sfaccettature la ricca
e
preziosa offerta...
“firmata”
Prina. •
Milano
02 89429080
Second Hand Guitars 29
31
A SHG e oltre
Guide autorevoli PER SUONARE BENE
Quando Boss ha introdotto i celebri “Twin Pedals”,
lo ha fatto con l’obiettivo
di dare spazio, fra gli altri,
ad un prodotto allora rivoluzionario: la LoopStation
RC-20. Oggi, dopo che alla
prima versione del campionatore in formato pedale si sono affiancati eredi
sempre più potenti, Boss
dà alla luce una LoopStation estremamente compatta. RC-2, questo il suo
nome, ha infatti le dimensioni standard degli stompbox tradizionali Boss.
In questo piccolo spazio si
nasconde un potente processore digitale, capace di
registrare fino a 16 minuti di campioni assegnabili a una qualsiasi delle 11
memorie interne. Le frasi
possono essere sovraincise, magari con l’aiuto della guida ritmica integrata,
fino a creare delle texture
musicali di grande
impatto.
ROLAND ITALY
Arese
www.roland.it 02 93.77.81
32
Non è detto che tutti coloro che possiedono una chitarra la sappiano necessariamente suonare bene. Magari, fra quanti affollano oggi la grande sala dell’Alcatraz,
si nasconde anche qualcuno in cerca del primo strumento, qualche curioso che viene “tanto per vedere” e che
poi si appassionerà, qualche navigato professionista che
ora può finalmente permettersi il lusso di coltivare la
passione per la musica e che quindi, oltre a pensare all’acquisto dello strumento dei sogni, sta cercando di saperne di più su come si suona...
A tutti costoro si rivolgono idealmente i due volumi della serie Musicians Institute di cui riproduciamo qui le
copertine. Si tratta di due diversi metodi firmati da docenti qualificati della rinomata scuola californiana, che
vengono proposti nell’edizione italiana dall’editore Carisch di Milano.
Il primo dei due, Chitarra Rock - Basics, è un’agile pubblicazione che si propone di comunicare in modo molto
semplice i concetti fondamentali che stanno alla base
della tecnica solista. Gli autori, Nick Nolan e Danny Gill,
hanno disseminato di licks le quaranta pagine del libro
per spiegare attraverso di essi gli elementi di base dell’armonia (scale pentatoniche e diatoniche su tutto), il
Bending e il Vibrato. Nel risulta un testo estremamente divulgativo, dal linguaggio scorrevole, che (complice
il CD allegato, con le sue ottanta tracce demo) richiama il clima conviviale delle lezioni con un insegnante
“in carne ed ossa”.
Chitarra Ritmica - La Guida Completa è invece un volume più impegnativo, sia dal punto di vista della mole
(supera le 140 pagine), sia sotto il profilo dei contenuti.
Gli autori, Bruce Buckingham e Eric Pascal, hanno suddiviso la materia in trentasette brevi capitoli, a ciascuno dei quali hanno affidato la spiegazione concisa di
un solo argomento. Grazie a questa architettura interna, il volume può essere sfruttato sia in
modo tradizionale (con una lettura progressiva dei capitoli), sia in modo random, così da dare
a ciascuno la possibilità di scegliere su quali argomenti soffermarsi di più e di confezionarsi,
per così dire, un percorso di studio completamente “su misura”. •
CARISCH
www.carisch.com
Second Hand Guitars 29
S. Giuliano Milanese (MI)
02 98.221.212
...a SHG e oltr e
UNA LOTUS IN ANTEPRIMA A SHG
Quest’anno, a SHG, Jacaranda si presenta accompagnata da due grandi nomi
della chitarra, che si affiancheranno ai liutai milanesi
per presentare in anteprima due degli ultimi strumenti usciti dai laboratori
di viale Corsico.
I musicisti sono Gabor Lesko e Antonio Cordaro: e
se il nome di quest’ultimo
suonerà familiare a molti
dei più giovani frequentatori dell’Alcatraz, dal momento che Cordaro insegna
regolarmente al CPM, per
comprendere la statura artistica di Gabor Lesko basterà citare alcune delle sue collaborazioni più recenti. Il chitarrista, produttore e arrangiatore, che
vediamo ritratto qui sopra proprio mentre imbraccia una Jacaranda Lotus, ha lavorato con Vince Tempera, Gianna Nannini, i
Beach Boys, e –più di recente– al fianco di Roberto Benigni.
Proprio per il comico toscano, Gabor Lesko ha scritto il brano strumentale che fa da sottofondo al monologo contenuto nell’ultima produzione di Radio Deejay, Innamoratevi, di
cui Benigni è protagonista. Questo pezzo, come i brani del disco solista di Gabor Lesko in uscita nelle prossime settimane,
è stato inciso con la Jacaranda Lotus che viene presentata a
SHG. Si tratta di una chitarra che affianca al suono acustico
la suonabilità di una solidBody. La Lotus ha una cassa hollow
body con tavola armonica in abete, manico in mogano e tastiera in ebano a 24 tasti; è dotata di un circuito di preamplificazione progettato “su misura” e si mette in luce anche per
il sistema speciale di incastro del manico, che discende direttamente dalla fortunata serie dei bassi Proxima e che oggi
viene utilizzato per identificare tutti gli strumenti elettroacustici Jacaranda.
La Lotus potrà essere ascoltata oggi a più riprese all’interno dello spazio workshop, dove Gabor Lesko sarà lieto di dare
maggiori informazioni a tutti coloro che vorrranno avvicinarsi a questo strumento.
Il palco demo accoglierà invece Antonio Cordaro, che dimostrerà la chitarra JST realizzata apposta per lui da
Jacaranda. In scaletta brani dal suo
cd Sunrise, di cui ha curato la composizione, la produzione e gli arrangamenti.
La JST fa parte della serie Jacaranda
Classic, e offre quindi un connubio
fra tradizione e tecnologia. Costruita con legni selezionati che le assicurano un timbro e una suonabilità
superiori, è dotata di un ponte stabile e di pickup antironzio.
Come tutte le chitarre Jacaranda, la JST è disponibile mancina e –come la dimostrazione di Antonio Cordaro dimostrerà oggi– può essere customizzata in ogni dettaglio sulla base
delle specifiche desiderate. •
JACARANDA
www.jacaranda.it
Milano
02 8394686
Second Hand Guitars 29
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A SHG e oltre
CATALOGO? GENERALE!
DA MERULA VI FARANNO LA FESTA...
Ancora una volta il grande catalogo Music Gallery è a disposizione di tutti i visitatori: ma,
come è ormai consuetudine, bisogna pagarlo 1 Euro.
Un Euro che non corrisponde
certo al costo di produzione (è
dettagliatissimo e aggiornato,
contiene centinaia di foto, descrizioni, prezzi e approfondimenti),
ma che evita la dispersione: troppo spesso, in passato, i cataloghi
venivano raccolti solo per curiosità, e poi buttati.
Il sistema adottato invece da
Music Gallery, che chiede il pagamento di un importo poco più che simbolico, consente una
diffusione più mirata, su potenziali clienti davvero interessati all’offerta Music Gallery. Con in più una promessa che viene
sempre mantenuta: l’Euro pagato per il catalogo verrà rimborsato. Sul sito dell’operatore di Rho il meccanismo è chiarissimo:
I cataloghi in vendita vengono numerati ed IL COSTO DI
EURO 1.0 - VIENE RIMBORSATO PER OGNI ACQUISTO (SUCCESSIVO A QUELLO CHE INCLUDE IL CATALOGO).
Stante l’offerta, la cosa assume contorni particolarmente vantaggiosi. Come recita quella nuova pubblicità televisiva che
parla di prestiti? Ah sì: bisogna provare... •
Anche in occasione di questo SHG 29
Merula sorprende. I visitatori troveranno
presso lo stand dei moduli da compilare e
da portare con sè nel caso di una visita al
negozio Merula di Roreto (Cuneo).
Se si abita fuori provincia (di Cuneo, naturalmente) e si porta con sé il modulino compilato, visitando il punto vendita Merula
entro il prossimo 1° gennaio, si potrà tornare a casa con una bottiglia di Champagne .
Provocatoriamente aggressivo, lo slogan
che Merula propone a SHG è proprio “Se
venite a trovarci vi facciamo la festa!”, con
un simpatico doppio senso che si concretizzerà però nel significato più pieno della parola “festa”: con
una bellissima bottiglia di Champagne francese da stappare.
Al di là del frizzante omaggio, Merula è presente a SHG con la
consueta ricchezza di proposte musicali, che rappresentano la
punta dell’iceberg della sua offerta completa che, naturalmente, visibile a pieno presso il suo punto vendita piemontese.
Una menzione particolare va anche alla consueta presenza del
bellissimo calendario Merula per il 2007. “È ancora più bello di
quello dello scorso anno”, ci ha anticipato la Signora Merula al
telefono, “e prevediamo anche quest’anno di distribuirne tantissime copie”. Un formato apprezzato da molti, quello del calendario Merula, che spesso si vede (per un intero anno) presso
case e uffici degli appassionati di musica. •
MUSIC GALLERY
www.musicgallery.it
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Second Hand Guitars 29
Rho (MI)
02.93909372
MERULA
www.merula.com
Roreto di Cherasco
0172 495591
12.10.2006
Seitee
1
...a
SHG16:45
e Uhr
oltr
4209-03_MA_Novita_95x275_4c
Arriva PeterPan
Schott
Guitar News
PeterTools, software house italiana nota per i prodotti LiveSet e Hammer
dedicati alle performance dal vivo computer-based, è presente a Second Hand Guitar
in collaborazione con il laboratorio di effettistica “boutique”
Nut & Co.
Insieme, le due aziende presentano il progetto PeterPan:
una patchmate di livello professionale dotata di 16 banchi
da quattro memorie ciascuno, per un totale di 64 patch programmabili. Nonostante le dimensioni contenute (40x20x7
cm), PeterPan è un’unità estremamente potente, come si può
facilmente capire dal pannello di controllo. Questo comprende un input buffer/booster con controllo di volume, 9 loop di
cui 7 seriali, 1 fisso, 1 parallelo con controllo di mix, 2 cambi canale, uscita amp, uscita tuner, uscita MIDI programmabile per controllare qualsiasi processore/ expander, alimentatore
stabilizzato con 8 uscite 9V e 2 uscite 12V.
Grazie ad un attento studio dell’interazione uomo-macchina ed al software di
gestione sviluppato da PeterTools, è possibile controllare tutte le funzionalità di
PeterPan mediante il display LCD e 9 soli
stomp switches. Il tutto progettato ed integrato con la filosofia costruttiva ed i
vincoli di qualità tipici dei prodotti Nut & Co.
Oltre al frutto della collaborazione tra le due aziende, a SHG
verranno presentati i software LiveSet e Hammer di PeterTools
e la gamma di articoli che hanno fatto il successo del laboratorio Nut & Co: il buffer Greenwave, il compressori Slammer
ed i nuovissimi Panrallelizer e A/B Wave. •
PETER TOOLS / NUT & CO.
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John Wheatcroft
Improvising
Blues Guitar
An introduction to
blues guitar styles,
techniques and
improvisation
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Questo fantastico libro
apre una nuova strada ai
chitarristi blues, e a chi
vuole fare il primo approccio con questo stile e questo strumento. Contiene tutte le progressioni di
blues, giri e tecniche di bends, slides e vibrato. Vi
insegna come realizzare i suoni, adattare chitarre e
amplificatori. I miti del blues e suggerimenti per
l'ascolto ed una breve
storia della chitarra blues.
Il cd contiene tutte le
traccie.
Phil Capone
Exploring
Jazz Guitar
Milano
347-3231383
An introduction to jazz
harmony, technique
and improvisation
Con CD
ED 12945
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ALISOUND
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Cadorago (CO)
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Hugh Burns
Discovering
Pop Guitar
Learn 12 classic
pop guitar styles
Con CD
ED 12946
Avete sempre voluto
suonare la chitarra come
Scotty More o Carlos
Santana? Questo è il libro
giusto per voi! Contiene
una serie di dodici differenti e facili stili di chitarra,
dal pop degli anni '50 alla disco, funk, latin, reggae,
sixties pop, glam e motown per migliorare le vostre
performance, i suoni, apparecchiature e amplificatori.
Il CD contiene la demo e il playlang di ogni traccia.
MA 4209-03 · 10/06
La possibilità di leggere riviste specializzate provenienti da
tutto il mondo è un privilegio che alcuni coltivano gelosamente: chi conosce una lingua straniera, ma anche chi ha una
grande passione per uno strumento, è attratto irresistibilmente anche da questo cammino di conoscenza. Nel nostro settore, la lacuna distributiva è colmata da Alisound, che propone
una serie davvero interessante di pubblicazioni. Volete sapere
quali? Eccole (in neretto quelle dedicate a chitarre e bassi):
20Th Century Guitar - Acoustic Guitar - Bass Player - Bassics - Bassist - Computer Music - Dj Times - Double Bassist
- Drum - EQ - Electronic Musician - Fingerstyle Guitar - Fretboard Journal - Frets - Future Music - Guitar - Guitar For
Practicing - Guitar One - Guitar Player - Guitar School Guitar Shop - Guitar Techniques - Guitar World - Guitar
World Acoustic - Guitar World BassGuitar - Guitar World
Legends - Guitarist - How To Play Guitar - Jazz Times - Keyboard - Mix - Modern Drummer - Mojo - Mojo Classic - Performing Songwriter - Play Guitar - Posters - Pro Audio Review
- Recording - Remix - Rhythm - Sound on Sound U.S. - Stick
It - Strings - The Strad - Total Guitar - Vintage Guitar - Virtual Instruments.
Molte più informazioni, naturalmente, sul sito... •
Second Hand Guitars 29
35
A SHG e oltre
I pickup che... ispirano
I-SPIRA Pickups ha portato a
Second Hand Guitars 29 tutta la sua produzione di pickup per chitarra, ed è lieta di
presentare in anteprima al
pubblico che si è dato convegno oggi a Milano i nuovi
pickup per basso che proprio
in queste settimane vengono
introdotti a catalogo.
I-SPIRA è una realtà ormai
ampiamente consolidata sul
territorio italiano e gode di
una posizione di tutto rispetto nell’ambito del mercato
della produzione artigianale di pickup di alta qualità. I
prodotti I-SPIRA nascono sulla base delle esigenze concrete di chi suona, dal momento
che tutti i progettisti sono innanzitutto musicisti
che conoscono a
fondo il proprio
strumento e il
suo comportamento sul
palco e in
studio.
L’intera produzione
ISPIRA avviene
quindi all’insegna
dell’impiego dei migliori materiali e della meticolosa ricerca del miglior
suono possibile. Il comportamento elettromagnetico
di ogni modello è progettato e collaudato con sistemi
di alta precisione; qualità e
prestazioni vengono verificate esemplare per esemplare.
Nessun dettaglio è lasciato al caso: la stessa fase progettuale non si limita alle
specifiche tecniche, ma comprende uno studio approfondito dell’estetica finale
I-SPIRA
www.i-spira.com
36
Second Hand Guitars 29
del prodotto, che può essere
montato “a vista” in modo da
evitare coperture esterne che
ne possono compromettere il
rendimento.
Grazie all’ampio catalogo, che garantisce soluzioni adatte ad ogni esigenza
musicale, artistica e professionale, i pickup I-SPIRA rappresentano oggi un punto di
riferimento per liutai e musicisti di tutto il Paese,
al punto che sono
ormai numerosissime le dichiarazioni di
grande apprezzamento espresse
da chi li utilizza.
Questo, naturalmente, non significa che i titolari
di I-SPIRA abbiano smesso di
pensare allo sviluppo di nuove
soluzioni; al contrario, come
tengono a precisare, sono costantemente alla ricerca di
risultati migliori, e per questo dispostissimi ad ascoltare proposte di modifica o di
adattamento dei modelli già
a catalogo. La partecipazione di I-SPIRA a Second Hand
Guitars va quindi letta anche
attraverso questa prospettiva, che cerca nella completa soddisfazione degli utenti
finali la forma
più genuina
100
di pubblicità,
e che pone il
95
rapporto diretto con il clien75
te al centro
della scala dei
valori azien25
dali. •
5
0
Rimini
0541 791536
...a SHG e oltr e
Il suono dagli antipodi
“Come ogni musicista, anche
noi della Cole Clark apprezziamo il suono e le sensazioni che una grande chitarra
può dare, una chitarra che rifletta e proietti le emozioni
che ciascun esecutore mette nella sua musica”, dichiara un portavoce dell’azienda
australiana, aggiungendo anche che “grandi chitarre richiedono ottimi legnami, e
noi selezioniamo i nostri con
grandissima cura. Anche i
nostri modelli più economici
sono costruiti in legno massello!
COLE CLARK EUROPE
www.coleclarkguitars.eu
Le caratteristiche innovative che contraddistinguono
queste chitarre sono essenzialmente la tecnologia di
costruzione dello strumento
che si basa sull’uso di macchine CNC (macchine a controllo numerico) di altissima
precisione e lo sviluppo del
sistema di amplificazione
brevettato da Bradley Clark.
I preamplificatori ed i pickup Cole Clark sono unici,
come testimoniano, secondo
i responsabili dell’azienda, i
più grandi strumentisti del
mondo. Il ‘Face Brace Sensor’ non fa eccezione. Semplice concettualmente e dal
design lineare, è il primo pickup che cattura il suono
dell’anima dello strumento, prendendolo dalla tavola dove si genera. Il sensore
attraversa una grande parte
della tavola armonica, e fornisce un segnale veramente ‘reale’ come non si è mai
ascoltato prima. “È talmente
difficile descriverlo”, chiarisce il portavoce Cole Clark,
“che chiediamo di ascoltare
il risultato perché la differenza sia davvero
comprensibile”.
Nella
concezione del suo
sistema di amplificazione Brad Clark
è partito dal
presupposto
che la maggior parte
dei musicisti
preferiscono
acquistare chitarre
acustiche
con pickup acustici. Le prestazioni di uno strumento acustico sono monitorate
meglio da un sistema DID
(Direct Inject Drums), applicato sulla tavola o sul fondo
della chitarra. Le frequen-
ze sotto i 350Hz che sono
propense al feedback sono
prese dal piezo sotto il ponte, mentre le frequenze più
alte possono essere prese
dal sensore sulla tavola,
dal montaggio
del ponte e della
sella, o da
un mix dei
due sistemi.
Nell’ottica
di ottenere
il massimo
della prestazione della
tavola armonica è stato
applicato un
lungo sensore ad una delle catene. Questo innovativo passaggio per
aumentare il controllo della tavola dello strumento è
stato chiamato Face Brace
Sensor4. •
Bassano del Grappa (VI)
0424 514744
Second Hand Guitars 29
37
A SHG e oltre
TUTTE LE NOVITÀ MASOTTI
È di dimensioni contenute,
ma racchiude tutta l’esperienza accumulata in anni
di attività da Masotti Guitar
Devices. Stiamo parlando del
nuovo White Box che MGD
porta a SHG29: un buffer/
booster progettato per
“pilotare” amplificatori ed effetti nel
modo più versatile possibile. Capace di passare
senza rumore da una
modalità all’altra grazie all’utilizzo di una nuova
tecnologia che evita il passaggio del segnale attraverso
lo stomp, White Box offre, in
modalità booster, un guadagno regolabile fra 0 e 25 dB.
È quindi l’accessorio più indicato per una perfetta calibrazione delle parti solistiche,
così come in tutte le occa-
sioni nelle quali sia necessario un drive vigoroso degli
effetti.
L’altra novità che oggi si potrà vedere all’opera è il Loop
Rail con nuova interfaccia (nella foto
in alto a destra).
Grazie ad essa è
possibile gestire
sia in modo diretto che via MIDI
fino a otto effetti diversi; sarà poi ciascun
utente a decidere se utilizzare gli otto pulsanti del
pannello frontale per inserire e disinserire manualmente ogni singolo effetto o
richiamare una qualsiasi delle combinazioni possibili attraverso un Program Change.
Fra l’altro, la gestione MIDI è
semplice da programmare ma
particolarmente potente, dal
MASOTTI GUITAR DEVICES
www.masottiamp.it
38
Second Hand Guitars 29
momento che è in grado di
elaborare anche i messaggi di
Control Change con i quali si
possono trasmettere alle unità esterne i parametri di regolazione fine.
Un occhio di riguardo va dato
infine al design, che, come da
tradizione, affianca alla robustezza dello chassis una
struttura pensata per poter
essere utilizzata con facilità anche nelle condizioni più
critiche, come nelle brevissime pause di un live. I singoli stomp possono essere
raggiunti in pochi attimi; lo
stato dei loop è indicato in
maniera chiara da otto led
rossi contenuti nei pulsanti,
mentre un ulteriore pulsante luminoso indica lo stato di
funzionamento della macchina e ne permette la programmazione. •
Farnese (VT)
0761 458076
ALVERMANN,
da 26 anni a ciriè
La bottega di un liutaio ha
un fascino che è bello ritrovare nelle proposte sul “campo” con prodotti originali,
suggerimenti “Second Hand”
di grande pregio, e prodotti di
vero vintage.
Alvermann, che curiosamente ha come simbolo un “pifferaio”, ha aperto i battenti nel
1980 e sta costruendo un sito
Internet (vetrina essenziale,
oggi) decisamente suggestivo: l’indirizzo è www.liuteriaalvermann.com •
ALVERMANN
Ciriè (TO)
011 9210227
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Master Music S.r.l. - Via Papa Giovanni XXIII, 23 - 20090 Rodano (MI)
Telefono 02.95.32.81.02 - Fax 02.95.32.86.07 - www.master-music.it
A SHG e oltre
LUCKY: E 15!
CRIS MUSIC RIVENDE, DITRIBUISCE... E PRODUCE!
Lucky Music ha recentissimamente celebrato, con la
sua festa dell’anniversario
(alla quale ci ha abituati tutti
gli anni) il giro di boa dei 15
anni di attività.
Anche questa volta la festa si
è svolta agli inizi di novembre (sabato 4 e domenica 5)
e ha avuto momenti clou imperniati sulla musica grazie a
numerose demo e clinics programmate nell’arco dei due
giorni di svolgimento.
E per i 15 anni c’era anche
un concorso (la Riffa di Lucky
Music) il cui primo premio era
una Fender Startoicaster autografata da Jovanotti e Saturnino! •
La presenza di Cris Music a
questo SHG 29 è, come sempre, ricca di suggerimenti per
il pubblico. Ma, quest’anno,
con qualcosa in più.
“Abbiamo deciso di presentarci con una gamma completa di accessori originali
Fender”, esordisce Max spiegandoci l’approccio espositivo per questo novembre, “E,
come già abbiamo fatto a
primavera, accogliamo presso il nostro stand due liutai
italiani raffinati e giovani,
nei quali crediamo davvero
molto: Viola e Colombo”.
Ma a parte la consueta offerta di vintage e usato di notevole interesse, da Cris Music
quest’anno troveremo una
vera sorpresa: una serie di
nuovissime chitarre hawaiane Lap Steel (li ricordate i
LUCKY MUSIC
Milano
www.luckymusic.com 02 58103239
40
CRIS MUSIC
www.crismusic.com
Second Hand Guitars 29
modelli degli anni ‘60?: nella foto piccola vi proponiamo un vintage di pregio, una
Kiesel nella sua originale custodia in velluto) realizzate
dal liutaio Martino Lunardelli (Lunart Guitar Work),
che ha disegnato il body per
la realizzazione con macchine CNC di altissima precisione. Prodotto in Italia, il
modello della foto si chiama
Brother John, e ha una finitura “speedster”. È ancora da
assemblare (la foto è un’anteprima), naturalmente con
le meccaniche e gli accessori
che gli stano attorno... •
Milano
02 3760757
...a SHG e oltr e
GUITARSLAND: LECCE, BARI... E IL WEB
Dall’amore per la chitarra
e per la musica all’impresa: così, nel 2004, nasce
a Lecce Guitarsland, un
negozio fortemente specializzato al servizio del
mondo della chitarra. I risultati, in termini di pubblico e di vendite, sono da
subito confortanti: ed è per questo che, nel 2006, i titolari
decidono di allargare i propri orizzonti e le proprie dimensioni con l’apertura della sede di Bari ed il trasferimento della
sede di Lecce negli attuali locali, più grandi e più centrali.
Il principale obiettivo di Guitarsland è quello di costituire un
riferimento sicuro per chitarristi e bassisti ed una importante presenza per la vendita di strumenti musicali di ogni tipo.
“Offrire una scelta dei migliori strumenti al miglior prezzo”
è la mission dei due punti vendita; e questo motto si realizza in pieno grazie all’ampio assortimento di marchi, che
propongono il meglio della produzione mondiale nel settore
della chitarra classica come in quello della chitarra acustica, nel campo delle semiacustiche come in quello delle elettriche.
In tutti questi settori (e
in quello del basso, altro
importantissimo punto di
forza della proposta commerciale di Guitarsland),
l’offerta viene orientata attorno a strumenti
di altissima qualità, che
portano la firma dei costruttori più apprezzati a livello mondiale. Non è quindi un caso se nei negozi di Lecce e di Bari ci
si può imbattere in modelli semiacustici D’Angelico o D’Acquisto, in acustiche Larrivèe, Guild e Babicz, in elettriche
PRS, ESP, Manne... tutti nomi che contribuiscono, assieme ai
marchi “standard” come Fender, Gibson e Gretsch, a completare una proposta merceologica in grado di rispondere alle
esigenze di tutti i palati.
La stessa impostazione è riservata naturalmente anche al
settore dell’amplificazione, dell’effettistica e degli accessori, per un totale di oltre cento marchi trattati. Un numero,
questo, che la dice lunga sul vasto assortimento che è in grado di offrire Guitarsland, di fatto una delle realtà a maggiore
espansione della Puglia e di tutta l’Italia meridionale.
La vocazione alla crescita, che sembra inscritta nel “codice genetico”
di Guitarsland, porterà
nelle prossime settimane ad un nuovo, importantissimo traguardo:
l’inaugurazione del nuovo sito internet per l’ecommerce, che nelle
intenzioni dei suoi ideatori dovrà permettere un ulteriore allargamento della clientela e l’erogazione di servizi aggiuntivi.
L’appuntamento, entro la fine dell’anno, è dunque all’indirizzo
www.guitarsland.it. •
GUITARSLAND
www.guitarsland.it
Lecce - Bari
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TUTTO PER LA MUSICA
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Second Hand Guitars 29
41
Accordo www.accordo.it
Alisound s.n.c. Via Michelangelo 16/A 22071 Cadorago (CO) 031 904866 031 905931 | www.alisound.com
Armadillo Club www.armadilloclub.org
Casotti
Chitarre Via Monte delle Gioie, 24 - 00199 Roma 006 86.21.99.19 | www.chitarre.com
Chitarre Mancine via Cascina Bragosa, 6 - 20060 - Pessano con Bornago (MI) 3488848873 | [email protected] - www.chitarremancine.com
Cole Clark Europe Via Antonibon, 4 - 36060 Bassano del Grappa (VI) 0424 514744 0424 392077 | [email protected] - www.coleclarkguitars.eu
Cordova Guitars Via Salvador Allende, 5/7 - 06024 Gubbio (PG) 075 9220746 075 9220746 | [email protected] - www.cordovabymichelutti.com
Cris Music Via Bovisasca, 97 - 20157 Milano 02 3760757 02 39323911 | [email protected] - www.crismusic.com
D’Alessandro Guitars Via Michelangelo da Caravaggio, 174/A - 80125 Napoli 081 2401434 | www.dalessandroguitars.com
Dismamusica Corso Venezia, 49 - 20121 Milano 02 7750254 | www.dismamusica.it
Dinosguitars - Coedis Soc. Coop. Soc. Onlus
031 904866
031 905931 | [email protected]
Ferranti Musica Via Venturini, 79-81 - 29100 Piacenza 0523 384738 | www.ferrantimusica.it
Fornasero + Marmsoler [email protected]
Guitar Club Via Bazzini,14 - 20131 Milano 02 70638412 02 70638412
Guitarsland srl Via P.Gobetti,19 - 73100 Lecce 0832 314431 | [email protected] - www.guitarsland.it
I-Spira Via Acquario, 85 - 47900 Rimini 0541 791536 0541 791536 | [email protected] - www.i-spira.com
Jacaranda Via Corsico, 8 - 20144 Milano 02 839 4686 02 8324 0781 | [email protected] - www.jacaranda.it
Landi
Lenzotti Strumenti Musicali Via Emilia Est, 885 - 41100 MODENA 059 364114 059 379040 | [email protected] - www.lenzotti.com
Liuteria Alverman Via Matteotti, 91 - 10073 Ciriè (TO) 011 9210227 | [email protected]
Luciano Andrea snc Via Como, 18 - 21100 Varese 0332 281355 0332 216609 | [email protected] - www.440hz.it
Lucky Music Viale Cassala, 7/2 - 20143 Milano 02 58103239
02 58101653 | [email protected] - www.luckymusic.com
Magazzino Musicale Merula Via S. Rocco, 20 - 12060 Roreto di Cherasco (CN) 0172 495591 0172 495107 | [email protected] - www.merula.com
Masotti Guitar Devices Farnese (VT) 0172 506056 | [email protected] - www.masottiamp.it
Messori Strumenti Musicali Via Emilia Ospizio, 63 - 42100 Reggio Emilia 0522 550316 | [email protected] - www.messorimusic.it
MKM srl Via Ridondello, 43 - 27058 Voghera (PV) 0383 367285
0383 368324 | [email protected] - www.mkm-music.it
Mr. T / Alberto Dani [email protected] - www.t-pedals.com
Musicart Studio
0036 30 9866887 | [email protected] - www.musicartstudio.com
Music Factory snc Via Lungarno, 412/A - 52028 Terranuova Bracciolini (AR) 055 9738655
055 9194970 | [email protected] - www.mfonline.it
Music Gallery Via V. Monti, 52 - 20017 Rho (MI) 02 93909372 02 93909657 | [email protected] - www.musicgallery.it
Music Island Via San Carlo, 35 - 20017 RHO (MI) 02 9308276 | [email protected] - www.musicisland.it
Occhipinti Giovanni
One Off Custom snc [email protected]
Petertools srl
Via San Paolo, 15 - 20121 Milano 347 3231383
0966 23201 | [email protected] - www.petertools.com
02 89429080 | [email protected] - www.prina.it
Prina Strumenti Musicali Corso di Porta Ticinese, 3 - 20123 Milano 02 89429080
Salcuni
Secco Giampietro
Sound Metak s.n.c. Piazzale Segrino, 1 - 20159 Milano 02 45493391 | [email protected] - www.soundmetak.com
SR Technology Via Ceccaroni, 1 - 62019 Recanati (MC) 071 7573720
071 7577240 | [email protected] - www.sr-tech.net
Stefy Line Zona Industriale Squartabue - 62019 Recanati (MC) 071 7501492 071 7501493 | www.stefyline.com
www.tokairegistry.com
Tokai Guitar
Tomasoni
Uncle P. Lab. Artigiano
333 9021029 | [email protected] - www.unclep.it
Venturini Alberto Via Venezia Giulia, 7 - 20090 Segrate (MI) 335 442337 | [email protected] - www.venturiniguitars.com
VF Guitar Works Via Caravaggio 174/A - Napoli 081 2401434 | [email protected] - www.vfguitars.com
Weber [email protected] - www.ugroove.it
Wilder Via Tartini, 5 - 43100 Parma 0521 272743 0521 774539 | www.wilderdavoli.it
42
Second Hand Guitars 29
Arrivederci
al prossimo
Second
Hand
Guitars
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