Cauchy (XIX secolo) Introduce il concetto di deformazione relativa (ε = ∆l/lo) e la mette in relazione con lo sforzo applicato (σ = F/Ao): σ=E⋅ε LEGGE DI HOOKE Ao lo Δl Young (XIX secolo) F Il valore di E dipende dal materiale materiale E (GPa) Acciaio 195 - 215 Calcestruzzo 25 - 40 Materie plastiche 0,1 - 5 Gomma 0,001 - 0,01 CARATTERIZZAZIONE MECCANICA CARATTERIZZAZIONE MECCANICA: COMPRESSIONE cubes 10x10x10 cm CARATTERIZZAZIONE MECCANICA: COMPRESSIONE Rcm = P/A CARATTERIZZAZIONE MECCANICA: FLESSIONE e COMPRESSIONE SU MALTE CARATTERIZZAZIONE MECCANICA: COMPRESSIONE Su provini cubici: F σ F a 2 = cub a Su provini cilindrici: F σ = cil F ⋅ d π d 2 h = 2d 4 Per i calcestruzzi: σ cil = 0 ,8 ⋅ σ cub PROVA DI TRAZIONE: i metalli σ= F AO ε= Δl ⋅100 lo INTERPRETAZIONE DEL DIAGRAMMA DA PROVA DI TRAZIONE DEFORMAZIONI PLASTICHE STRIZIONE (NECK) DEFORMAZIONI ELASTICHE PROPAGAZIONE DI CRICCHE SCORRIMENTO PLASTICO TENACITÀ PROVA DI TRAZIONE: i polimeri Polimero termoindurente (resina) (gomma) Polimeri termoplastici CARATTERIZZAZIONE MECCANICA: TRAZIONE INDIRETTA σt = 2P/πDl CARATTERIZZAZIONE MECCANICA: MODULO ELASTICO CARATTERIZZAZIONE MECCANICA: MODULO ELASTICO CARATTERIZZAZIONE MECCANICA: MODULO ELASTICO Modulo Elastico Dinamico (E d) 2 ⎛V ⎞ E d = ⎜ ⎟ ⋅ ρ = [GPa ] ⎝k⎠ V = velocità di attraversamento dell’impulso ultrasonico [km/s] ρ = massa volumica g/cm 3 k = 1.11 V = lo ⎡ mm ⎤ ⎡ km ⎤ = = t ⎢⎣ μ s ⎥⎦ ⎢⎣ s ⎥⎦ lo t PROVA DI TRAZIONE INDIRETTA σ t = π 2 ⋅ P ⋅ L ⋅ D L = lunghezza del cilindro CARATTERIZZAZIONE MECCANICA: FLESSIONE σ max = 3 ⋅ F ⋅l 2 ⋅b ⋅ h 2 RESILIENZA (UNI EN 10045) la capacità di assorbire energia prima della rottura. rottura Si quantifica misurando l’energia di deformazione totale alla rottura rappresentata da tutta l’area sottesa dalla curva σ-ε . materiali duttili assorbono molta energia materiali fragili assorbono poca energia U1 Diapositiva 18 U1 La resistenza all’impatto di un materiale, caratteristica meccanica indicata anche con il termine di resilienza, può essere misurata con uno strumento a pendolo (si veda la figura) e corrisponde all’energia necessaria per rompere un provino di forma definita per mezzo di una “mazza” a pendolo. L’energia dissipata nell’urto è pari alla differenza tra l’energia potenziale e quella residua del pendolo dopo l’urto e viene misurata in joule. Utente, 2/7/2006 PROVA DI RESILIENZA FATICA STRESS CICLICI CICLI DI STRESS RIPETITIVI periodico e simmetrico nell’intorno di valori nulli di tensione periodico e simmetrico nell’intorno di valori nulli di tensione σm= (σmax+ σmin)/2 ROTTURA A FATICA quando si ripete un movimento, l’oggetto che compie lavoro si indebolisce. Per esempio durante la corsa le gambe ed i muscoli sono sottoposti a fatica, che li indebolisce nel tempo, diminuiscono le prestazioni in uscita un materiale sottoposto a cicli di stress, stress su un lungo intervallo di tempo, presenta prestazioni meccaniche inferiori, rispetto al materiale non sollecitato (possono insorgere microcrack interni o superficiali che possono condurre alla rottura del materiale) materiale applicazioni di stress al materiale che possono provocare la rottura a fatica: assiale, torsionale e flessorio PROVA DI FATICA STRESS CICLICI (continua) fluttuazioni di tensione variabili PARAMETRI CHE CARATTERIZZANO CICLI DI STRESS RIPETITIVI Tensione media Range tensione σm = σ max + σ min 2 σ r = σ max − σ min σr Ampiezza tensione σa = Rapporto tensione σ min R= σ max 2 = σ max − σ min 2 ROTTURA A FATICA (continua) applicando sollecitazioni cicliche, cicliche la rottura può avvenire per condizioni di carico inferiori al valore di tensile/yield strenght determinato per un carico statico la rottura a fatica è di tipo brittle-like anche in materiali che normalmente hanno un comportamento di tipo duttile, quindi è improvvisa e catastrofica la rottura a fatica avviene seguendo tre fasi distinte: 1. Crack initiation nella zona di concentrazione dello stress 2. Propagazione incrementale del crack 3. Rottura del campione CURVA S-N (continua) fatigue limit: limit massima tensione applicabile, sotto la quale il materiale non cederà mai, indipendentemente dai cicli a cui viene sottoposto. Si comportano in questo modo il ferro e alcune leghe al titanio CURVA S-N (tensione vs. numero di cicli a rottura) apparecchiatura per determinare la rottura del campione a fatica mediante rotating-bending test low cycle fatigue: fatigue carico elevato, deformazioni plastiche ed elastiche high cycle fatigue: fatigue carico moderato, deformazione elastica (N>105) CURVA S-N (continua) nella maggiorparte delle leghe, leghe S diminuisce proprozionalmente all’aumento di N. Le proprietà a fatica sono descritte da: fatigue strength: strength tensione a cui si presenta la frattura dopo un dato numero di cicli fatigue life: life numero di cicli che conducono a rottura per un dato valore di tensione CRACK: FASE INIZIALE E PROPAGAZIONE Nf = N i + N p Nf: numero di cicli prima della rottura Ni: numero di cicli anteriori al primo crack Np: numero di cicli prima della propagazione del crack Il crack si propaga perpendicolarmente alla direzione di applicazione della tensione DUREZZA DI UN MATERIALE Indica la propensione di un materiale a lasciarsi consumare per l’attrito (ma anche per incisione, taglio e anche corrosione) si rileva mediante la dimensione dell’impronta lasciata nel materiale dal penetratore U2 PROVA BRINELL PROVA VICKERS PROVA ROCKWELL C ALLUMINIO ALLUMINIO ACCIAIO ACCIAIO PROVA KNOOP PROVE STATICHE Diapositiva 30 U2 PROVE STATICHE SI DIFFERENZIANO PER LA GEOMETRIA DEL PENETRATORE UTILIZZATO E DEL CARICO APPLICATO. ALTRE TIPOLOGIE DI PROVE SONO PROVE DI RIMBALZO (PROVE SCLEROMETRICHE), PROVE DI RIGATURA (SCRATCH TEST – APPARTIENE A QUESTA SCALA LA CLASSIFICAZIONE DEI MATERIALI SECONDO LA SCALA MOHS IL MATERIALE PIU’ DURO INCIDE IL PIU’ TENERO). PROVE DI SMORZAMENTO (SI MISURA LA DIMINUZIONE DELL’OSCILLAZIONE DI UN PENDOLO CHE STRISCIA SULLA SUPERFICIE DEL MATERIALE) PROVE DI TAGLIO (FORZA NECESSARIA PER TAGLIARE UN TRUCIOLO), DI ABRASIONE (SUPERFICIE DEL PEZZO DA PROVARE STRISCIA CONTRO UN DISCO ROTANTE) E DI EROSIONE (SI PROIETTA UN ABRASIVO SULLA SUPERFICIE E SI VALUTA LA VARIAZIONE DELLA MASSA DEL PROVINO) Utente, 2/7/2006 PROVA DI DUREZZA durezza durezza resistenza resistenza fragilità duttilità PROVE DI DUREZZA DI UN MATERIALE La prova di durezza Brinell è definita dalla norma UNI EN 10003-1. Si esegue applicando un carico su un provino e misurando la superficie dell’impronta rilasciata sullo stesso. Il penetratore è costituito da una sfera di acciaio di diametro 1, 2, 2.5, 5 o 10 mm. La prova di durezza Vickers è definita dalla norma UNI EN 6507. Si esegue applicando un carico su un provino e misurando le diagonali dell’impronta rilasciata sullo stesso da un penetratore di diamante a forma piramidale. Per eseguire la prova di durezza Rockwell C si utilizza un penetratore costituito da un cono di diamante con angolo di apertura di 120°. Si applica un carico iniziale di 98.07N ed un carico addizionale di 1373 N. Viene letta la profondità dell’impronta su uno strumento analogico La prova di durezza Knoop ha un principio di funzionamento identico alla prova Vickers eccetto per il fatto che qui viene usata una piramide di diamante a base rombica con un rapporto tra le diagonali 7 a 1. RIASSUMENDO SCALA DI DUREZZA MOHS E CONFRONTI CON ALTRE SCALE Minerale N° Caratteristiche Diamante 10 Materiali duri non rigabili con una punta d’acciaio Corindone 9 “ Topazio 8 “ Quarzo 7 “ Ortoclasio 6 Materiali semiduri rigabili con una punta d’acciaio Apatite 5 “ Fluorite 4 “ Calcite 3 “ Gesso 2 Materiali teneri rigabili con l’unghia Talco 1 “ confronto tra le scale di durezza