ASSOCIAZIONE REGIONALE GRUPPI COLTIVATORI SVILUPPO del PIEMONTE Supplemento a Coldiretti Informa n. 32 del 17/10/2014 Dir. Amm. E. Pagliano - Dir. Resp. M. Pellegrino - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 46/2004) art. 1, comma 2, DCB/CN - Filiale di Cuneo - Stampa in proprio - Editore Federazione Provinciale Coldiretti di Cuneo FEASR Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale: l’Europa investe nelle zone rurali Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 – Misura 111.1 Sottoazione B) Informazione in campo agricolo In collaborazione Settore frutticolo TRATTAMENTI E PRATICHE AGRONOMICHE DI FINE STAGIONE Drupacee – Pomacee - Actinidia DRUPACEE Fitoplasmi (Susino e Albicocco) noto, Cacopsylla pruni, riduce la possibilità del contenimento attraverso il controllo del vettore. Per questa patologia non esistono interventi chimici atti a controllarne lo sviluppo, infatti la ridottissima presenza dell’unico vettore L’attività sperimentale del CReSO ha infatti evidenziato nel corso di questi ultimi anni come l’infezione degli impianti del nostro areale sia da imputare prevalentemente a materiale vivaistico infetto oltreché ad incaute operazioni di innesto. Si segnala infatti che molti dei nuovi impianti, pur in assenza di sintomi, presentano già al primo anno percentuali ragguardevoli di campioni positivi alla presenza del fitoplasma. L’unica possibile misura è l’identificazione dei soggetti colpiti con il conseguente loro immediato estirpo. A tale proposito si ricorda che è importante il totale estirpo in quanto, data la sistemicità del patogeno, anche i ricacci di piante colpite, per quanto basso sia il punto di taglio, risultano irrimediabilmente infetti. Batteriosi (Pseudomonas syringae) dell’albicocco syringae pv. Questa patologia, assieme al virus della Sharka, rappresenta la causa principale di moria dell’albicocco. Anche in questo caso non si è a conoscenza di prodotti curativi e quindi ci si affida alla prevenzione con l’applicazione di prodotti rameici e l’eradicazione delle piante gravemente colpite. Fattori predisponenti la malattia: basse temperature; il batterio si comporta come patogeno solo a temperature al di sotto dei 20°C. Il freddo non solo facilita l’ingresso del batterio, ma ne amplifica il danno mediante un “effetto spugna” di gelo e disgelo: la maggiore idratazione dei tessuti dell’albero nei mesi autunno - invernali predispone ad un aumento della gravità della patologia terreni a reazione acida: si è osservato che l’impianto di questa specie in terreni con pH inferiore a 6 – 6.5 predispone maggiormente la pianta al deperimento. Una adeguata somministrazione di calcio all’impianto e nei primi anni di vita potrebbe contrastare questo fenomeno; a parità di apporti idrici si ha una maggiore idratazione dei tessuti in autunno - inverno nei terreni sciolti sabbiosi e ricchi di scheletro dove la malattia si insedia più facilmente; una pianta potata in inverno risulta più sensibile in quanto le ferite originate dai tagli facilitano l’ingresso del batterio in attività. Pertanto si consiglia di eseguire la potatura nel tardo periodo estivo con condizioni climatiche calde e secche. Azioni preventive Provvedere alla protezione delle piante effettuando imbiancature del tronco o utilizzando protezioni che riducano gli sbalzi termici (fondamentale per impianti dal primo anno fino al quarto/quinto anno) Scelta appropriata dei portainnesti con punto d’innesto il più alto possibile (80 – 120 cm) Correzione attraverso calcitazioni dei terreni acidi Interventi chimici Effettuare interventi rameici a partire dal periodo di pre-caduta foglie con rame metallo a dosaggi di 70 g/hl (Es. Poltiglia Bordolese 20% ecc: 350 g/hl) per arrivare a 200 g/hl (rame metallo) nell’ultimo trattamento. Come già detto in precedenza, in presenza di periodi secchi, poco favorevoli al patogeno, non risulta necessario intervenire. Diversamente, con piogge abbondanti e frequenti è essenziale mantenere una costante copertura con prodotti rameici. Batteriosi del (Xanthomonas pruni) Pesco e Susino - 1° intervento da eseguire in ottobre con rame metallo a dosaggi contenuti 50 g/hl (Es. 250 – 300 g di Poltiglia Bordolese 20% ecc). - 2° intervento da eseguirsi 10 giorni dopo il primo allo stesso dosaggio - 3° intervento da eseguire a caduta foglie raddoppiando il dosaggio sopra indicato. Si ricorda che essendo il rame un prodotto preventivo risulta molto importante garantire una copertura costante sulla vegetazione in base al dilavamento subito dal prodotto. In concomitanza con periodi molto piovosi è consigliabile eseguire più interventi ravvicinati a baso dosaggio garantendo alla pianta la dovuta protezione. Inoltre, va da sé che in presenza di periodi secchi, meno favorevoli al patogeno che è termofilo ma necessita di un UR elevata per insidiarsi, la difesa potrà essere meno incisiva. Cancri rameali (Pesco) pesco e susino arboricola pv. La patologia in questione ha interessato numerosi appezzamenti nel 2014. Le condizioni umide estive hanno favorito la diffusione del batterio determinando in alcuni casi danni consistenti alla produzione. Negli impianti colpiti si consiglia di procedere con un’adeguata profilassi autunnale come indicato di seguito: Negli impianti colpiti, a seguito del trattamento consigliato a fine raccolta con tiofanate metile (Enovit metil ecc: 100 ml/hl), è importante in questo periodo iniziare un ciclo d’interventi con rame metallo a dosaggi di 100 g/hl (Es. Poltiglia bordolese 20% ecc: 600 g/hl, almeno 2 applicazioni nel periodo autunnale). Si ricorda che l’ultimo intervento con rame metallo deve essere effettuato alla completa caduta foglie alla dose di 200 g/hl di p.a. (Es. Poltiglia bordolese ecc: 1000 g/hl) produzione è stata elevata, di eseguire un intervento fogliare con urea al 3%; l’apporto dell’azoto in questo periodo permette alle foglie di traslocare questo elemento nei tessuti di riserva. Inoltre questa pratica in tutti i meleti nei quali vi sono stati attacchi di ticchiolatura favorisce una più veloce disgregazione delle foglie ed una maggiore estinzione dell’inoculo presente. Deperimento del pesco ATTENZIONE sul gruppo Gala e Red Delicious, Secondo le indicazioni del C.E.T.A. francese in presenza di Nectria galligena tale trattamento può favorirne lo sviluppo. Come per il melo anche su pesco, in corrispondenza delle annate più fredde, sono state osservate morie di numerose piante in allevamento imputabili a fenomeni di deperimento. Al fine di prevenire l’insogenza della problematica, si consiglia di effettuare in questo periodo sugli impianti in fase di allevamento un trattamento con concimi fogliari a base di fosfiti di potassio (Alexin ecc) al fine di stimolare la produzione di fitoalessine all’interno delle piante. Bolla - Corineo del pesco La strategia di difesa contro questi patogeni verrà riportata nei prossimi avvisi. POMACEE Apporto azoto via fogliare (melo pero) Terminate le operazioni di raccolta si consiglia, in modo particolare negli impianti in cui la Marciume del colletto (melo - pero) Negli impianti colpiti, in particolare con portainnesti sensibili (MM106) intervenire prima della caduta delle foglie, quando vi è ancora attività linfatica, con Fosetyl alluminio o metalaxil. Necrosi batterica delle gemme e dei fiori del pero Contro questa avversità si consiglia di intervenire ad inizio caduta foglie con un ciclo di 2 – 3 trattamenti con prodotti rameici (Dose di rame metallo compresa tra 150 – 200 g/hl). Oppure, nel caso si debba intervenire per il controllo del marciume del colletto è possibile effettuare un trattamento prima della caduta delle foglie quando vi è ancora attività linfatica con Fosetyl alluminio avente un’attività collaterale con l’avversità in questione. Cancri rameali (Nectria galligena) Negli impianti colpiti è necessario seguire con attenzione la profilassi autunnale al fine di limitare al minimo l’inoculo per la stagione successiva. La difesa contro la patologia è di due tipi: 1. Di tipo meccanico: in presenza di branche colpite risanare la pianta cercando di eliminare, con spazzole di metallo (vedi foto successive), i cancri presenti e in seguito coprire le ferite con sali di rame liquido oppure mastici idonei tiofanate metile (Enovit ecc: 100 ml/hl, max 1.4 l/ha). Si ricorda che il p.a. in questione può essere impiegato per un massimo di 2 trattamenti all’anno dopo la raccolta e non oltre la prefioritura previa autorizzazione del tecnico. Nei casi più gravi intervenire, alla caduta foglie, con prodotti rameici in occasione di periodi piovosi e umidi: rame metallo alla dose di 80 g/hl (Es. 400 g di Poltiglia Bordolese 20% ecc). Successivamente alla completa caduta foglie elevare la dose di rame a 200 - 300 g/hl (Es. 1000 - 1500 g di Poltiglia Bordolese 20% ecc). N.B. Si raccomanda un’adeguata bagnatura con volumi non inferiori ai 1200 l/ha. Protezione dalle lepri Prima Dopo 2. Di tipo chimico: Terminate le operazioni di raccolta, quando la vegetazione è ancora attiva, intervenire con il Negli areali in cui vi è una massiccia presenza di questo animale si ricorda la necessità di proteggere gli impianti in allevamento dagli attacchi di lepri e mini lepri, tanto più pericolosi in caso di nevicata. Si consiglia di adottare reti metalliche o di plastica con le quali proteggere il tronco delle piante, o di provvedere ad applicazioni localizzate con prodotti repellenti come il polisolfuro di Ca. Lotta alle arvicole L’esiguità di prodotti registrati su queste specie di topi e la difficoltà di distribuire in modo capillare le esche alimentari mantengono questo problema sempre attuale e complesso. Da un punto di vista curativo l’unica difesa attuabile resta quella a base di grano imbevuto di Bromadiolone. Le arvicole (Microtus savii e Arvicola Sherman), avendo natura ben diversa dai comuni ratti e topi casalinghi, evitano qualsiasi esca alimentare di aspetto non naturale e quindi qualsiasi tipo di bustina o pastiglia. Le misure preventive elencate di seguito rivestono un ruolo molto importante e sono spesso determinanti al fine di ridurre al minimo i danni: Mantenere in autunno il sotto filare pulito dalle infestanti Dopo la raccolta eliminare completamente le mele cascolate dal frutteto. Provvedere nei casi più gravi a lavorazioni leggere dell’interfila al fine di distruggere le eventuali tane presenti. Durante la distribuzione di letame, habitat ottimale per le arvicole, procedere al mescolamento di questo con il terreno. Applicare le esche alimentari avvelenate con Bromadiolone disponendole nel maggior numero possibile di fori di apertura delle tane che dovranno subito essere richiuse con terra. Secondo la nostra esperienza è altresì consigliabile distribuire le esche avvelenate negli appezzamenti contigui a quelli colpiti. Oltre alle esche avvelenate risulta utile distribuire concime a base di calciocianamide la quale agisce come repellente. Presentando questo prodotto caratteristiche di tossicità, prestare attenzione alle modalità di distribuzione. Essendo un fertilizzante si dovranno conteggiare le unità di azoto (Titolo 20/0/0). Deperimento del melo Questo fenomeno, che si osserva in modo particolare sulla piante in allevamento, è determinato da una serie di fattori quali: • terreni sciolti ricchi di scheletro • suoli poveri di nutrienti in particolare di sostanza organica • successioni melo dopo melo (reimpianti) • condizioni climatiche avverse (freddo invernale) La copresenza di questi elementi determina condizioni favorevoli all’ingresso del batterio criofilo Pseudomonas syringae pv. syringae il quale è stato isolato in diversi casi. Azioni preventive: 1. Gestione attenta ed oculata degli impianti in fase di allevamento; le giovani piante (sino ai 3 anni), come già detto, risultano le più interessate da questo fenomeno, risulta quindi doveroso focalizzare l’attenzione su alcuni punti: • favorire al meglio lo sviluppo radicale delle giovani piante evitando carichi produttivi troppo elevati nei primi 2 anni • corretta gestione della potatura nelle fasi di allevamento con l’eliminazione di branche troppo vigorose rispetto all’asse • mantenimento di un buon livello nutrizionale ed idrico • in autunno al fine di favorire la caduta delle foglie ovvero un anticipo del riposo vegetativo di consiglia di effettuare un ciclo di 3 trattamenti con rame metallo alle seguenti dosi: 160 – 200 – 300 g/hl. 2. Negli areali particolarmente freddi e in tutti quei casi dove vi sono presenti i fattori predisponenti sopra elencati procedere in autunno con l'imbiancatura del tronco: pratica utile ma non risolutiva. La miscela da preparare deve essere in linea di massima costituita da: Vernice bianca trasparente per esterni (Es.10 lt) Vinavil o colla vinilica (1 kg) Rame Bianco (500 – 800 g) Acqua (25 – 30% della soluzione) ACTINIDIA Batteriosi (Pseudomonas actinidiae) dell’actinidia syringae pv. Come noto il post raccolta risulta cruciale per la protezione delle ferite derivanti dalla raccolta e dalla caduta foglie, principali punti d’ingresso del batterio. Terminato lo stacco dei frutti è necessario un primo intervento con un prodotto fertilizzante a base di rame (si ricorda che la deroga dei 120 giorni per l’utilizzo di alcuni formulati rameici in vegetazione è terminata il 23 settembre) successivamente, a caduta foglie, si potranno utilizzare i fitofarmaci autorizzati. TABELLA DEI TRATTAMENTI PREVENTIVI DA ESEGUIRE IN TUTTI GLI IMPIANTI PERIODO DI APPLICAZIONE PRODOTTO DOPO LA RACCOLTA Prodotti fertilizzanti vari contenenti rame META’ CADUTA FOGLIE Prodotti rameici vari1 COMPLETA CADUTA FOGLIE Solfato o Ossido di Rame1 (In quanto più persistenti) 1 DOSE g/hl RAME METALLO 100 g/hl 150 - 200 g/hl (Es. Poltiglia Bordolese 20 % ecc: 750 – 1000 g/hl) 200 g/hl (Es. Poltiglia Bordolese 20 % ecc: 1000 g/hl) leggere attentamente l’etichetta allo scopo di accertare il campo applicativo del formulato (Actinidia, Batteriosi) Note applicative per gli interventi In post – raccolta a) entro le 24/48 ore dalle operazioni di stacco dei frutti intervenire con un prodotto rameico alla dose di 100 gr/hl di rame metallo. Per il successo del trattamento è essenziale garantire la migliore copertura di tutta la pianta e in particolare dei peduncoli i quali costituirebbero una delle vie d’ingresso del PSA. Per ottenere ciò si dovranno apportare al mezzo di distribuzione le opportune modifiche che consentano la bagnatura delle parti interne ed esterne della pianta. b) durante la fase di caduta foglie, se questa si dovesse protrarre a lungo ed in presenza di condizioni di elevata umidità, prevedere un ulteriore intervento rameico. c) a completa caduta foglie, effettuare un ultimo intervento, preferendo, in questa fase, le formulazioni rameiche di maggior persistenza e resistenza al dilavamento. Durante le operazioni di potatura a) Disinfettare le superfici dei grossi tagli con prodotti ricoprenti; b) Adottare le pratiche di disinfezione degli strumenti di taglio (utilizzando i prodotti già consigliati in passato, es. Jet five ecc); Fine operazioni di potatura Intervenire entro le 24/48 ore dal termine delle operazioni di potatura con prodotto rameico distribuito con atomizzatore su tutta la pianta al fine di creare una copertura su tutte le superfici di taglio. Protezione delle dalle gelate giovani piante Nel periodo precedente l’arrivo delle prime gelate autunnali è bene proteggere le piante di actinidia in fase di allevamento (fino almeno al 3°- 4° anno) onde evitare danni derivanti da gelate precoci quando l’attività linfatica delle piante non risulta ancora del tutto cessata. Dalle esperienze passate, si è visto che non vanno trascurate anche quelle con qualche anno in più, 5° – 6° anno: pertanto nelle zone più fredde non è da escludere la protezione, magari anche solo con sacchi di carta, anche su piante di quest'età. La sensibilità al freddo dipende dalla dimensione del tronco e dallo spessore della corteccia, ma soprattutto dal periodo in cui esso si verifica e dello stato vegetativo della pianta; infatti non costituiscono un grosso pericolo i rigori invernali a pianta ferma se non superano i -13, -14°C, ma piuttosto le gelate autunnali, anche di pochi gradi sotto lo zero, con flusso di linfa ancora attivo e così pure le gelate di fine inverno, specie se precedute da un inverno relativamente mite. Per questo motivo si raccomanda di provvedere alla copertura del tronco delle giovani piante utilizzando i vari materiali a disposizione, per un'altezza dalla base non inferiore ai 70-80 cm. Dai risultati ottenuti dalla sperimentazione CReSO è stato dimostrato come paglia e polistirene (Polistirolo - EPS) siano i materiali più performanti. Altri materiali testati, dalla semplice carta dei sacchi a quelli utilizzati come isolanti in termoidraulica forniscono una protezione blanda, sufficiente solo nei casi di modesti abbassamenti termici; inoltre, con alcuni materiali, come la juta, si può favorire l’insediamento di patogeni agenti di marciumi. L’aspetto negativo dei due materiali che hanno dato i migliori risultati riguardano per la paglia l’onerosità dovuta alla manodopera nell’allestimento della protezione e per il polistirolo il costo maggiore rispetto gli altri sistemi. ATTENZIONE: in questo periodo si raccomanda di evitare la distribuzione anticipata di letame tantomeno localizzandolo al piede della pianta: ciò provocherebbe un ritardo nella messa a riposo della pianta, rendendola sensibile ai primi freddi! entra in quella fase in cui le piante iniziano ad accumulare le riserve nutritive che saranno utilizzate per i processi di fioritura e allegagione nella successiva stagione. Risulta quindi molto importante assicurare alle piante una disponibilità di elementi nutritivi ottimale: questo discorso vale in modo particolare per l’azoto il quale può essere apportato sia via radicale sia via fogliare. Al fine di evitare ripartenze della vegetazione è importante non eccedere nelle quantità o eseguire apporti molto tardivi: non superare le 30 unità di azoto ad ettaro. Fosforo e Potassio Nei terreni di medio impasto nei quali la lisciviazione risulta contenuta si possono distribuire questi elementi valutando con attenzione, previo riscontro analitico, l’effettiva esigenza richiesta dal terreno in particolare per quanto riguarda il fosforo la cui dotazione potrebbe già essere sufficiente specie se si è già provveduto alla sua distribuzione all’impianto. Per quanto riguarda il potassio si sono constatati nelle ultime annate diversi casi di carenza; ne consegue che spesso l’utilizzo di concimi ternari non consente di apportare un quantitativo di potassio sufficiente alle piante e che con il tempo porta ad avere una carenza. Si ricorda che la distribuzione di questo elemento è consigliata in autunno onde evitare fisiopatie quali la butteratura. CONCIMAZIONE AUTUNNALE FRUTTIFERI Calcio Azoto A fine estate – inizio autunno si Nei terreni che, dalle analisi, risultino calcio-carenti, si dovrà procedere ad una calcitazione, evitando contemporaneità con la distribuzione di letame. Anche nei casi si dovesse ricorrere a quantitativi elevati di calce, mai concentrarli in una sola annata ma suddividerli in più anni, contenendosi nei 5-6 q/ha per anno. Concimazione organica L’apporto di sostanza organica nel terreno favorisce una ottimale nutrizione delle piante e consente di mantenere una buona fertilità del terreno. Questo si può ottenere attraverso la somministrazione di letame maturo, ed affinché questo fornisca un apporto equilibrato di elementi, dovrà aver raggiunto un minimo di maturazione (3 - 6 mesi) preventivamente disposto in cumuli adeguati. L’apporto di sostanza organica è necessaria qualora, a seconda della natura del terreno, la sua percentuale sia inferiore a 2 – 2.5% e comunque è consigliabile la sua distribuzione ogni 2 - 3 anni nella quantità di 200 q per ettaro. DISERBO DI FINE STAGIONE Strategia consigliata in autunno 1. Negli impianti in produzione si consiglia di procedere, dopo la raccolta, all’applicazione di glifosate (massimo 1 – 1.2 lt/ha). Onde evitare possibili fitotossicità si consiglia di eliminare preventivamente i polloni e di operare con la massima cautela allo scopo di non colpire le parti verdi della pianta. 2. Negli impianti in allevamento (fino a 3 anni di età) si consiglia utilizzare il p.a. carfentrazone (Spotlight ecc) o in alternativa il pyraflufen-etile (Evolution ecc). Si ricorda che, nelle aziende che seguono la difesa integrata volontaria, non è consentito l’utilizzo del glufosinate ammonio (Basta) per motivi di tossicità, e che risulta attivo sulle infestanti a foglia larga. Per quanto riguarda le modalità applicative del carfentrazone si ricorda: utilizzare un volume di acqua distribuito per ettaro di frutteto: almeno 250 - 300 l/ha; utilizzare ugelli a fessura, ventaglio o specchio, eccentrici o a induzione d’aria (ugello a bassa deriva) con angolo di spruzzo di 80° e con foro non inferiore a 0,4 mm; utilizzare la pressione indicata sulla scheda tecnica dei diversi ugelli; mantenere una velocità di avanzamento della trattrice tra 4 - 6 km/h; è possibile utilizzarlo in miscela con glifosate per completarne lo spettro d’azione alla dose di 0.3 l/ha; Nel disciplinare di produzione PSR, oltre ai principi attivi ricordati nei punti 1 – 2, sono disponibili altre molecole (ciclossidim ecc) la cui azione risulta più specifica in quanto attivi o su monocotiledoni o su dicotiledoni e il loro utilizzo consentito solo su alcune specie. Il loro impiego va valutato a seconda dei diversi casi e il tecnico aziendale, prima di consigliarli, dovrà stabilire le specie infestanti presenti nel frutteto. NOTA BENE In tutti i trattamenti diserbanti si consiglia di miscelare insieme al p.a. diserbante un bagnante o olio minerale al fine di assicurare un’ottima aderenza della sostanza attiva sulle malerbe e di conseguenza una buona efficacia dell’intervento. La tecnica della scalzatura meccanica E’ una pratica sempre attuale la quale combina il controllo delle malerbe con un ottimo arieggiamento degli apparati radicali delle piante e lotta indiretta a topi e arvicole. Essa risulta attuabile su pesco e actinidia mentre su melo, in presenza di portainnesti nanizzanti, diventa più problematica. Essa è consigliabile sia negli impianti in allevamento sia quelli in produzione. PULIZIA DELL’ IMPIANTO IRRIGUO E’ buona norma, in questa fase della stagione antecedente il riposo vegetativo provvedere alla pulizia delle tubazioni degli impianti utilizzati nel corso dell’estate con lo scopo di eliminare eventuali concrezioni minerali formatesi nel periodo d’impiego. Pertanto, si consiglia di procedere al loro lavaggio con prodotti a base di acido ortofosforico (Multi-P ecc) e al successivo risciacquo con acqua. MESSA A RIPOSO DELL’ATOMIZZATORE La taratura e la perfetta funzionalità dell’atomizzatore è un pre requisito necessario a garantire l’efficacia di qualsiasi trattamento. Terminati i trattamenti di fine stagione è fondamentale prevedere la pulizia delle sue principali componenti: serbatoio, tubazioni, filtri e ugelli. A seguito dell’ultimo trattamento è consigliabile l’utilizzo del liquido anti gelo onde evitare danni da congelamento nel corso dell’inverno. Si ricorda infine che la nuova normativa prevede che tutte le macchine siano sottoposte al controllo funzionale almeno una volta entro il 26 novembre 2016. L’intervallo dei controlli non dovrà superare i 5 anni fino al 31 dicembre 2020, e i 3 anni per le attrezzature controllate successivamente a tale data. Le attrezzature nuove acquistate dopo il 26 novembre 2011 dovranno essere sottoposte al primo controllo funzionale entro cinque anni dalla data di acquisto. Dati questi obblighi sarà necessario provvedere a prenotare presso i centri riconosciuti dalla Regione i controlli previsti. I NOSTRI TECNICI ZONA ALBA - Corso Matteotti, 7 - tel. 0173/292711 ZONA FOSSANO - Via Cuneo - tel. 0172/698711 Responsabile Tecnico: PIO agrot. Roberto Responsabile Tecnico: SABENA agrot. Giampiero Tecnico BALDOVINO agrot. Zelda settore Reperibilità viticolo 331/6872310 settore Reperibilità CAPRARO dr. Samuele Tecnico cer. - frut. 0172/698720 frutt. - vit. - cer. 320/1595326 frutticolo 335/5281665 cer. - zoot. 335/7029224 orticolo 335/6048827 BENOTTO enot. Mario cor. - vit. 335/5652031 MOLINARI dr. Manuele BORGNA enot. Luca frutticolo 334/6187417 SABENA agrot. Giampiero vit. - enol. 338/6893969 STASSI dr. Paolo viticolo 366/6119052 TERNAVASIO agrot. Mauro CHIARLE agrot. Ornella corilicolo 335/1713742 FOSSATO enot. Mattia viticolo 331/6171269 MARCHISIO enot. Christian viticolo 331/6171273 corilicolo 335/394906 ROSINA dr. Marco viticolo 334/6187375 VIVALDA agrot. Giuseppe viticolo 335/5232574 CALORIO enot. Lorenzo CAPRA enot. Stefano PORRO p.a. Mauro ZONA BRA - Via A. Mathis, 3 - tel. 0172/429411 ZONA MONDOVI' - Via Biglia, 6 - tel. 0174/560211 Responsabile Tecnico: FORNERIS p.a. Mauro settore Reperibilità BERGESE p.a. Alberto Tecnico cerealicolo GARELLI agrot. Andrea frut. - cer. - biol. 335/5705501 338/4947698 vit. - cor. - cer. 348/3188887 vit. - cer. 335/1629977 GONELLA p.a. Giancarlo Tecnico MOLINARI dr. Manuele STASSI dr. Paolo settore Reperibilità frutt. - vit. - cer. 320/1595326 cer. - zoot. 335/7029224 MUSSO p.a. Diego STECCA agrot. Vittorio viticolo 335/6084153 ZONA SALUZZO - Via Circonvallazione, 25/H - tel. 0175/210211 TERNAVASIO agrot. Mauro orticolo 335/6048827 Responsabile Tecnico: GALLESIO agrot. Cesare ZONA CEVA - Piazza Cappuccini - tel. 0174/701103 Tecnico Responsabile Tecnico: FORNERIS p.a. Mauro BERTEA dr. Alessia BOCCO agrot. Elisa Tecnico settore Reperibilità AMERIO agrot. Elisabetta 328/5778816 FORNERIS p.a. Mauro Giulio cer. - zoot. 335/215309 RUBBA p.a. Stefano cer. - biol. 331/5743064 ZONA CUNEO - Piazza Foro Boario, 18 - tel. 0171/447213-291 CAFFARO dr. Daniele FERRERO agrot. Paolo AMATO dr. Francesco ARMANDO agrot. Andrea GIORDANENGO p.a. Ermanno MARCHISIO dr. Simone settore Reperibilità cer. - zoot. 334/6988570 frutticolo 335/1713729 cer. - zoot. 335/7028780 ortofrutticolo 366/6713364 OBERTO dr. Elisa SAVIOLO dr. Riccardo Reperibilità 0175/210222 cert. 335/6057362 certif./sic. lav. 335/5847254 certif. 339/7758933 GABUTTO agrot. Alessandro frutticolo 338/6534471 GALLESIO agrot. Cesare frutticolo 335/310924 MARICONDA agrot. Stefania frutticolo 335/5847254 PETTITI agrot. Daniele orticolo 335/8264008 certif. 339/7202835 PONZI agrot. Laura Tecnico settore biologico SOLERI agrot.Valerio frutticolo 335/6057370 TESTA agrot. Massimo frutticolo 324/5537256 ZONA SAVIGLIANO - Piazza Schiaparelli, 10 - tel. 0172/727000 0171/447291 biologico UBEZZI dr. Francesca 0171/447213 366/7862924 Tecnico GULLOTTO agrot. Matteo settore Reperibilità cer. - zoot. 335/6995681 vivaistico 348/3188887 PROVINCIALE - Piazza Foro Boario, 18 - Cuneo - tel. 0171/447249 Coordinatore Provinciale: BRUSTOLON p.a. Aldo CAMPERI dr. Piero PELLEGRINO dr. Marcello Igiene alimenti 0171/447236 biologico 366/6392624 GONELLA p.a. Giancarlo