TRATTAMENTI E PRATICHE AGRONOMICHE DI

ASSOCIAZIONE REGIONALE
GRUPPI COLTIVATORI
SVILUPPO del PIEMONTE
Supplemento a Coldiretti Informa n.
32
del
17/10/2014
Dir. Amm. E. Pagliano - Dir. Resp. M. Pellegrino - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 46/2004)
art. 1, comma 2, DCB/CN - Filiale di Cuneo - Stampa in proprio - Editore Federazione Provinciale Coldiretti di Cuneo
FEASR Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale:
l’Europa investe nelle zone rurali
Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 – Misura 111.1
Sottoazione B) Informazione in campo agricolo
In collaborazione
Settore frutticolo
TRATTAMENTI E
PRATICHE AGRONOMICHE
DI FINE STAGIONE
Drupacee – Pomacee - Actinidia
DRUPACEE
Fitoplasmi (Susino e Albicocco)
noto, Cacopsylla pruni, riduce la
possibilità del contenimento attraverso
il controllo del vettore.
Per questa patologia non
esistono interventi chimici atti a
controllarne lo sviluppo, infatti la
ridottissima presenza dell’unico vettore
L’attività
sperimentale
del
CReSO ha infatti evidenziato nel corso
di questi ultimi anni come l’infezione
degli impianti del nostro areale sia da
imputare
prevalentemente
a
materiale vivaistico infetto oltreché
ad incaute operazioni di innesto. Si
segnala infatti che molti dei nuovi
impianti, pur in assenza di sintomi,
presentano
già
al
primo
anno
percentuali ragguardevoli di campioni
positivi alla presenza del fitoplasma.
L’unica
possibile
misura
è
l’identificazione dei soggetti colpiti con
il conseguente loro immediato
estirpo. A tale proposito si ricorda che
è importante il totale estirpo in quanto,
data la sistemicità del patogeno, anche
i ricacci di piante colpite, per quanto
basso sia il punto di taglio, risultano
irrimediabilmente infetti.
Batteriosi
(Pseudomonas
syringae)
dell’albicocco
syringae
pv.
Questa patologia, assieme al
virus della Sharka, rappresenta la
causa principale di moria dell’albicocco.
Anche in questo caso non si è a
conoscenza di prodotti curativi e quindi
ci si affida alla prevenzione con
l’applicazione di prodotti rameici e
l’eradicazione delle piante gravemente
colpite.
Fattori predisponenti la malattia:
basse temperature; il batterio si
comporta come patogeno solo a
temperature
al
di
sotto
dei
20°C. Il freddo non solo facilita
l’ingresso del batterio, ma ne
amplifica il danno mediante un
“effetto
spugna”
di
gelo
e
disgelo: la maggiore idratazione
dei tessuti dell’albero nei mesi
autunno - invernali predispone ad
un aumento della gravità della
patologia
terreni a reazione acida: si è
osservato che l’impianto di questa
specie in terreni con pH inferiore a 6
– 6.5 predispone maggiormente la
pianta
al
deperimento.
Una
adeguata somministrazione di calcio
all’impianto e nei primi anni di vita
potrebbe
contrastare
questo
fenomeno;
a parità di apporti idrici si ha una
maggiore idratazione dei tessuti in
autunno - inverno nei terreni
sciolti sabbiosi e ricchi di
scheletro dove la malattia si
insedia più facilmente;
una pianta potata in inverno risulta
più sensibile in quanto le ferite
originate
dai
tagli
facilitano
l’ingresso del batterio in attività.
Pertanto si consiglia di eseguire la
potatura nel tardo periodo estivo
con condizioni climatiche calde e
secche.
Azioni preventive
Provvedere alla protezione delle
piante effettuando imbiancature
del
tronco
o
utilizzando
protezioni che riducano gli
sbalzi termici (fondamentale per
impianti dal primo anno fino al
quarto/quinto anno)
Scelta
appropriata
dei
portainnesti con punto d’innesto
il più alto possibile (80 – 120
cm)
Correzione
attraverso
calcitazioni dei terreni acidi
Interventi chimici
Effettuare interventi rameici a
partire dal periodo di pre-caduta
foglie con rame metallo a dosaggi
di 70 g/hl (Es. Poltiglia Bordolese
20% ecc: 350 g/hl) per arrivare a
200
g/hl
(rame
metallo)
nell’ultimo trattamento.
Come già detto in precedenza, in
presenza di periodi secchi, poco
favorevoli al patogeno, non risulta
necessario
intervenire.
Diversamente,
con
piogge
abbondanti
e
frequenti
è
essenziale mantenere una costante
copertura con prodotti rameici.
Batteriosi del
(Xanthomonas
pruni)
Pesco e Susino
- 1° intervento da eseguire in
ottobre con rame metallo a
dosaggi contenuti 50 g/hl (Es.
250 – 300 g di Poltiglia Bordolese
20% ecc).
- 2° intervento da eseguirsi 10
giorni dopo il primo allo stesso
dosaggio
- 3° intervento da eseguire a caduta
foglie raddoppiando il dosaggio
sopra indicato.
Si ricorda che essendo il rame un
prodotto preventivo risulta molto
importante garantire una copertura
costante sulla vegetazione in base
al dilavamento subito dal prodotto.
In concomitanza con periodi molto
piovosi è consigliabile eseguire più
interventi
ravvicinati
a
baso
dosaggio garantendo alla pianta la
dovuta protezione. Inoltre, va da
sé che in presenza di periodi
secchi,
meno
favorevoli
al
patogeno che è termofilo ma
necessita di un UR elevata per
insidiarsi, la difesa potrà essere
meno incisiva.
Cancri rameali (Pesco)
pesco e susino
arboricola
pv.
La patologia in questione ha
interessato numerosi appezzamenti nel
2014. Le condizioni umide estive hanno
favorito la diffusione del batterio
determinando in alcuni casi danni
consistenti alla produzione. Negli
impianti colpiti si consiglia di procedere
con un’adeguata profilassi autunnale
come indicato di seguito:
Negli impianti colpiti, a seguito
del trattamento consigliato a fine
raccolta con tiofanate metile (Enovit
metil ecc: 100 ml/hl), è importante in
questo
periodo
iniziare
un
ciclo
d’interventi con rame metallo a
dosaggi di 100 g/hl (Es. Poltiglia
bordolese 20% ecc: 600 g/hl, almeno 2
applicazioni nel periodo autunnale). Si
ricorda che l’ultimo intervento con rame
metallo deve essere effettuato alla
completa caduta foglie alla dose di 200
g/hl di p.a. (Es. Poltiglia bordolese
ecc: 1000 g/hl)
produzione
è
stata
elevata,
di
eseguire un intervento fogliare
con
urea
al
3%;
l’apporto
dell’azoto in questo periodo permette
alle
foglie
di
traslocare
questo
elemento nei tessuti di riserva.
Inoltre questa pratica in tutti i
meleti
nei
quali
vi
sono
stati
attacchi di ticchiolatura favorisce una
più veloce disgregazione delle foglie
ed
una
maggiore
estinzione
dell’inoculo presente.
Deperimento del pesco
ATTENZIONE sul gruppo Gala e Red
Delicious, Secondo le indicazioni
del C.E.T.A. francese in presenza di
Nectria galligena tale trattamento
può favorirne lo sviluppo.
Come per il melo anche su pesco,
in corrispondenza delle annate più
fredde, sono state osservate morie di
numerose
piante
in
allevamento
imputabili a fenomeni di deperimento.
Al fine di prevenire l’insogenza della
problematica, si consiglia di effettuare
in questo periodo sugli impianti in fase
di allevamento un trattamento con
concimi fogliari a base di fosfiti di
potassio (Alexin ecc) al fine di
stimolare la produzione di fitoalessine
all’interno delle piante.
Bolla - Corineo del pesco
La strategia di difesa contro
questi patogeni verrà riportata nei
prossimi avvisi.
POMACEE
Apporto azoto via fogliare (melo pero)
Terminate
le
operazioni
di
raccolta
si
consiglia,
in
modo
particolare negli impianti in cui la
Marciume del colletto (melo - pero)
Negli
impianti
colpiti,
in
particolare con portainnesti sensibili
(MM106) intervenire prima della caduta
delle foglie, quando vi è ancora attività
linfatica, con Fosetyl alluminio o
metalaxil.
Necrosi batterica delle gemme e
dei fiori del pero
Contro
questa
avversità
si
consiglia di intervenire ad inizio
caduta foglie con un ciclo di 2 – 3
trattamenti con prodotti rameici
(Dose di rame metallo compresa tra
150 – 200 g/hl). Oppure, nel caso si
debba intervenire per il controllo del
marciume del colletto è possibile
effettuare
un
trattamento
prima
della caduta delle foglie quando vi
è
ancora
attività
linfatica
con
Fosetyl alluminio avente un’attività
collaterale
con
l’avversità
in
questione.
Cancri rameali (Nectria galligena)
Negli
impianti
colpiti
è
necessario seguire con attenzione la
profilassi autunnale al fine di limitare al
minimo l’inoculo per la stagione
successiva.
La
difesa
contro
la
patologia è di due tipi:
1. Di tipo meccanico: in presenza di
branche colpite risanare la pianta
cercando di eliminare, con spazzole
di metallo (vedi foto successive), i
cancri presenti e in seguito coprire
le ferite con sali di rame liquido
oppure mastici idonei
tiofanate metile (Enovit ecc:
100 ml/hl, max 1.4 l/ha). Si
ricorda che il p.a. in questione
può essere impiegato per un
massimo
di
2
trattamenti
all’anno dopo la raccolta e non
oltre
la
prefioritura
previa
autorizzazione del tecnico.
Nei casi più gravi intervenire,
alla caduta foglie, con prodotti
rameici in occasione di periodi
piovosi e umidi: rame metallo
alla dose di 80 g/hl (Es. 400
g di Poltiglia Bordolese 20%
ecc). Successivamente alla
completa
caduta
foglie
elevare la dose di rame a 200
- 300 g/hl (Es. 1000 - 1500 g di
Poltiglia Bordolese 20% ecc).
N.B. Si raccomanda un’adeguata
bagnatura
con
volumi
non
inferiori ai 1200 l/ha.
Protezione dalle lepri
Prima
Dopo
2. Di tipo chimico:
Terminate
le
operazioni
di
raccolta, quando la vegetazione
è ancora attiva, intervenire con il
Negli areali in cui vi è una
massiccia presenza di questo animale
si ricorda la necessità di proteggere
gli impianti in allevamento dagli
attacchi di lepri e mini lepri, tanto più
pericolosi in caso di nevicata. Si
consiglia di adottare reti metalliche o
di plastica con le quali proteggere il
tronco delle piante, o di provvedere ad
applicazioni
localizzate
con
prodotti
repellenti
come
il
polisolfuro di Ca.
Lotta alle arvicole
L’esiguità di prodotti registrati su
queste specie di topi e la difficoltà di
distribuire in modo capillare le esche
alimentari
mantengono
questo
problema sempre attuale e complesso.
Da un punto di vista curativo
l’unica difesa attuabile resta quella a
base
di
grano
imbevuto
di
Bromadiolone.
Le arvicole (Microtus savii e
Arvicola Sherman), avendo natura
ben diversa dai comuni ratti e topi
casalinghi, evitano qualsiasi esca
alimentare di aspetto non naturale
e quindi qualsiasi tipo di bustina o
pastiglia.
Le
misure
preventive
elencate di seguito rivestono un
ruolo
molto
importante
e
sono
spesso
determinanti
al
fine
di
ridurre al minimo i danni:
Mantenere in autunno il sotto filare
pulito dalle infestanti
Dopo
la
raccolta
eliminare
completamente le mele cascolate
dal frutteto.
Provvedere nei casi più gravi a
lavorazioni leggere dell’interfila al
fine di distruggere le eventuali tane
presenti.
Durante la distribuzione di letame,
habitat ottimale per le arvicole,
procedere al mescolamento di
questo con il terreno.
Applicare le esche alimentari
avvelenate con Bromadiolone
disponendole nel maggior numero
possibile di fori di apertura delle
tane che dovranno subito essere
richiuse con terra. Secondo la
nostra
esperienza
è
altresì
consigliabile distribuire le esche
avvelenate
negli
appezzamenti
contigui a quelli colpiti.
Oltre alle esche avvelenate risulta
utile distribuire concime a base di
calciocianamide la quale agisce
come
repellente.
Presentando
questo prodotto caratteristiche di
tossicità, prestare attenzione alle
modalità di distribuzione. Essendo
un
fertilizzante
si
dovranno
conteggiare le unità di azoto (Titolo
20/0/0).
Deperimento del melo
Questo fenomeno, che si osserva
in modo particolare sulla piante in
allevamento, è determinato da una
serie di fattori quali:
• terreni sciolti ricchi di scheletro
• suoli
poveri
di
nutrienti
in
particolare di sostanza organica
• successioni
melo
dopo
melo
(reimpianti)
• condizioni
climatiche
avverse
(freddo invernale)
La
copresenza
di
questi
elementi
determina
condizioni
favorevoli all’ingresso del batterio
criofilo Pseudomonas syringae pv.
syringae il quale è stato isolato in
diversi casi.
Azioni preventive:
1. Gestione attenta ed oculata degli
impianti in fase di allevamento; le
giovani piante (sino ai 3 anni),
come già detto, risultano le più
interessate da questo fenomeno,
risulta quindi doveroso focalizzare
l’attenzione su alcuni punti:
• favorire al meglio lo sviluppo
radicale delle giovani piante
evitando carichi produttivi troppo
elevati nei primi 2 anni
• corretta gestione della potatura
nelle fasi di allevamento con
l’eliminazione di branche troppo
vigorose rispetto all’asse
• mantenimento di un buon livello
nutrizionale ed idrico
• in autunno al fine di favorire la
caduta delle foglie ovvero un
anticipo del riposo vegetativo di
consiglia di effettuare un ciclo di
3 trattamenti con rame metallo
alle seguenti dosi: 160 – 200 –
300 g/hl.
2. Negli areali particolarmente freddi
e in tutti quei casi dove vi sono
presenti i fattori predisponenti
sopra
elencati
procedere
in
autunno con l'imbiancatura del
tronco: pratica utile ma non
risolutiva. La miscela da preparare
deve essere in linea di massima
costituita da:
Vernice bianca trasparente per
esterni (Es.10 lt)
Vinavil o colla vinilica (1 kg)
Rame Bianco (500 – 800 g)
Acqua (25 – 30%
della
soluzione)
ACTINIDIA
Batteriosi
(Pseudomonas
actinidiae)
dell’actinidia
syringae
pv.
Come noto il post raccolta risulta
cruciale per la protezione delle ferite
derivanti dalla raccolta e dalla caduta
foglie, principali punti d’ingresso del
batterio. Terminato lo stacco dei frutti
è necessario un primo intervento con
un prodotto fertilizzante a base di rame
(si ricorda che la deroga dei 120 giorni
per l’utilizzo di alcuni formulati rameici
in vegetazione è terminata il 23
settembre) successivamente, a caduta
foglie,
si
potranno
utilizzare
i
fitofarmaci autorizzati.
TABELLA DEI TRATTAMENTI PREVENTIVI DA ESEGUIRE IN TUTTI GLI
IMPIANTI
PERIODO DI
APPLICAZIONE
PRODOTTO
DOPO LA RACCOLTA
Prodotti fertilizzanti
vari contenenti rame
META’ CADUTA FOGLIE
Prodotti rameici vari1
COMPLETA CADUTA FOGLIE
Solfato o Ossido di
Rame1
(In quanto più persistenti)
1
DOSE g/hl
RAME METALLO
100 g/hl
150 - 200 g/hl
(Es. Poltiglia Bordolese 20 % ecc:
750 – 1000 g/hl)
200 g/hl
(Es. Poltiglia Bordolese 20 % ecc:
1000 g/hl)
leggere attentamente l’etichetta allo scopo di accertare il campo applicativo del formulato
(Actinidia, Batteriosi)
Note applicative per gli interventi
In post – raccolta
a) entro le 24/48 ore dalle operazioni
di stacco dei frutti intervenire con un
prodotto rameico alla dose di 100
gr/hl di rame metallo. Per il
successo
del
trattamento
è
essenziale garantire la migliore
copertura di tutta la pianta e in
particolare dei peduncoli i quali
costituirebbero una delle vie
d’ingresso del PSA. Per ottenere
ciò si dovranno apportare al mezzo
di
distribuzione
le
opportune
modifiche
che
consentano
la
bagnatura delle parti interne ed
esterne della pianta.
b) durante la fase di caduta foglie,
se questa si dovesse protrarre a
lungo ed in presenza di condizioni di
elevata umidità, prevedere un
ulteriore intervento rameico.
c) a
completa
caduta
foglie,
effettuare un ultimo intervento,
preferendo, in questa fase, le
formulazioni rameiche di maggior
persistenza
e
resistenza
al
dilavamento.
Durante le operazioni di potatura
a) Disinfettare le superfici dei
grossi
tagli
con
prodotti
ricoprenti;
b) Adottare
le
pratiche
di
disinfezione degli strumenti di
taglio (utilizzando i prodotti già
consigliati in passato, es. Jet
five ecc);
Fine operazioni di potatura
Intervenire entro le 24/48 ore dal
termine delle operazioni di potatura con
prodotto
rameico
distribuito
con
atomizzatore su tutta la pianta al fine di
creare una copertura su tutte le
superfici di taglio.
Protezione delle
dalle gelate
giovani
piante
Nel periodo precedente l’arrivo
delle prime gelate autunnali è bene
proteggere le piante di actinidia in fase
di allevamento (fino almeno al 3°- 4°
anno) onde evitare danni derivanti da
gelate precoci quando l’attività linfatica
delle piante non risulta ancora del tutto
cessata. Dalle esperienze passate, si è
visto che non vanno trascurate anche
quelle con qualche anno in più, 5° – 6°
anno: pertanto nelle zone più fredde
non è da escludere la protezione,
magari anche solo con sacchi di carta,
anche su piante di quest'età. La
sensibilità al freddo dipende dalla
dimensione del tronco e dallo spessore
della corteccia, ma soprattutto dal
periodo in cui esso si verifica e dello
stato vegetativo della pianta; infatti non
costituiscono un grosso pericolo i rigori
invernali a pianta ferma se non
superano i -13, -14°C, ma piuttosto le
gelate autunnali, anche di pochi gradi
sotto lo zero, con flusso di linfa ancora
attivo e così pure le gelate di fine
inverno, specie se precedute da un
inverno relativamente mite. Per questo
motivo si raccomanda di provvedere
alla copertura del tronco delle giovani
piante utilizzando i vari materiali a
disposizione, per un'altezza dalla base
non inferiore ai 70-80 cm. Dai risultati
ottenuti
dalla
sperimentazione
CReSO è stato dimostrato come
paglia e polistirene (Polistirolo - EPS)
siano i materiali più performanti. Altri
materiali testati, dalla semplice carta
dei sacchi a quelli utilizzati come
isolanti in termoidraulica forniscono una
protezione blanda, sufficiente solo nei
casi di modesti abbassamenti termici;
inoltre, con alcuni materiali, come la
juta, si può favorire l’insediamento di
patogeni agenti di marciumi. L’aspetto
negativo dei due materiali che hanno
dato i migliori risultati riguardano per la
paglia
l’onerosità
dovuta
alla
manodopera
nell’allestimento
della
protezione e per il polistirolo il costo
maggiore rispetto gli altri sistemi.
ATTENZIONE: in questo periodo si
raccomanda
di
evitare
la
distribuzione anticipata di letame
tantomeno localizzandolo al piede
della pianta: ciò provocherebbe un
ritardo nella messa a riposo della
pianta, rendendola sensibile ai
primi freddi!
entra in quella fase in cui le piante
iniziano ad accumulare le riserve
nutritive che saranno utilizzate per i
processi di fioritura e allegagione nella
successiva stagione. Risulta quindi
molto importante assicurare alle piante
una disponibilità di elementi nutritivi
ottimale: questo discorso vale in modo
particolare per l’azoto il quale può
essere apportato sia via radicale sia via
fogliare. Al fine di evitare ripartenze
della vegetazione è importante non
eccedere nelle quantità o eseguire
apporti molto tardivi: non superare le
30 unità di azoto ad ettaro.
Fosforo e Potassio
Nei terreni di medio impasto nei
quali la lisciviazione risulta contenuta si
possono distribuire questi elementi
valutando
con
attenzione,
previo
riscontro analitico, l’effettiva esigenza
richiesta dal terreno in particolare per
quanto riguarda il fosforo la cui
dotazione
potrebbe
già
essere
sufficiente specie se si è già provveduto
alla sua distribuzione all’impianto. Per
quanto riguarda il potassio si sono
constatati nelle ultime annate diversi
casi di carenza; ne consegue che
spesso l’utilizzo di concimi ternari non
consente di apportare un quantitativo di
potassio sufficiente alle piante e che
con il tempo porta ad avere una
carenza. Si ricorda che la distribuzione
di questo elemento è consigliata in
autunno onde evitare fisiopatie quali la
butteratura.
CONCIMAZIONE AUTUNNALE
FRUTTIFERI
Calcio
Azoto
A fine estate – inizio autunno si
Nei terreni che, dalle analisi,
risultino
calcio-carenti,
si
dovrà
procedere
ad
una
calcitazione,
evitando
contemporaneità
con
la
distribuzione di letame. Anche nei casi
si dovesse ricorrere a quantitativi
elevati di calce, mai concentrarli in una
sola annata ma suddividerli in più anni,
contenendosi nei 5-6 q/ha per anno.
Concimazione organica
L’apporto di sostanza organica
nel terreno favorisce una ottimale
nutrizione delle piante e consente di
mantenere una buona fertilità del
terreno. Questo si può ottenere
attraverso
la
somministrazione
di
letame maturo, ed affinché questo
fornisca un apporto equilibrato di
elementi, dovrà aver raggiunto un
minimo di maturazione (3 - 6 mesi)
preventivamente disposto in cumuli
adeguati.
L’apporto
di
sostanza
organica è necessaria qualora, a
seconda della natura del terreno, la sua
percentuale sia inferiore a 2 – 2.5% e
comunque è consigliabile la sua
distribuzione ogni 2 - 3 anni nella
quantità di 200 q per ettaro.
DISERBO DI FINE STAGIONE
Strategia consigliata in autunno
1. Negli impianti in produzione si
consiglia di procedere, dopo la
raccolta, all’applicazione di glifosate
(massimo 1 – 1.2 lt/ha). Onde
evitare possibili fitotossicità si
consiglia
di
eliminare
preventivamente i polloni e di
operare con la massima cautela
allo scopo di non colpire le parti
verdi della pianta.
2. Negli impianti in allevamento
(fino a 3 anni di età) si consiglia
utilizzare il p.a. carfentrazone
(Spotlight ecc) o in alternativa il
pyraflufen-etile (Evolution ecc). Si
ricorda che, nelle aziende che
seguono
la
difesa
integrata
volontaria, non è consentito l’utilizzo
del glufosinate ammonio (Basta) per
motivi di tossicità, e che risulta
attivo sulle infestanti a foglia larga.
Per
quanto
riguarda
le
modalità
applicative
del
carfentrazone si ricorda:
utilizzare un volume di acqua
distribuito per ettaro di frutteto:
almeno 250 - 300 l/ha;
utilizzare ugelli a fessura, ventaglio
o specchio, eccentrici o a induzione
d’aria (ugello a bassa deriva) con
angolo di spruzzo di 80° e con foro
non inferiore a 0,4 mm;
utilizzare la pressione indicata sulla
scheda tecnica dei diversi ugelli;
mantenere
una
velocità
di
avanzamento della trattrice tra 4 - 6
km/h;
è possibile utilizzarlo in miscela con
glifosate per completarne lo spettro
d’azione alla dose di 0.3 l/ha;
Nel disciplinare di produzione PSR,
oltre ai principi attivi ricordati nei
punti 1 – 2, sono disponibili altre
molecole (ciclossidim ecc) la cui
azione risulta più specifica in
quanto attivi o su monocotiledoni o
su dicotiledoni e il loro utilizzo
consentito solo su alcune specie. Il
loro impiego va valutato a seconda
dei diversi casi e il tecnico
aziendale, prima di consigliarli,
dovrà stabilire le specie infestanti
presenti nel frutteto.
NOTA BENE
In tutti i trattamenti diserbanti si
consiglia di miscelare insieme al
p.a. diserbante un bagnante o olio
minerale al fine di assicurare
un’ottima aderenza della sostanza
attiva
sulle
malerbe
e
di
conseguenza una buona efficacia
dell’intervento.
La tecnica della scalzatura
meccanica
E’ una pratica sempre attuale la
quale combina il controllo delle malerbe
con un ottimo arieggiamento degli
apparati radicali delle piante e lotta
indiretta a topi e arvicole. Essa risulta
attuabile su pesco e actinidia mentre su
melo, in presenza di portainnesti
nanizzanti, diventa più problematica.
Essa è consigliabile sia negli impianti in
allevamento sia quelli in produzione.
PULIZIA DELL’ IMPIANTO
IRRIGUO
E’ buona norma, in questa fase
della stagione antecedente il riposo
vegetativo provvedere alla pulizia delle
tubazioni degli impianti utilizzati nel
corso dell’estate con lo scopo di
eliminare eventuali concrezioni minerali
formatesi
nel
periodo
d’impiego.
Pertanto, si consiglia di procedere al
loro lavaggio con prodotti a base di
acido ortofosforico (Multi-P ecc) e al
successivo risciacquo con acqua.
MESSA A RIPOSO
DELL’ATOMIZZATORE
La
taratura
e
la
perfetta
funzionalità dell’atomizzatore è un pre
requisito
necessario
a
garantire
l’efficacia di qualsiasi trattamento.
Terminati i trattamenti di fine stagione
è fondamentale prevedere la pulizia
delle
sue
principali
componenti:
serbatoio, tubazioni, filtri e ugelli. A
seguito
dell’ultimo
trattamento
è
consigliabile l’utilizzo del liquido anti
gelo
onde
evitare
danni
da
congelamento nel corso dell’inverno.
Si ricorda infine che la nuova normativa
prevede che tutte le macchine siano
sottoposte
al
controllo
funzionale
almeno una volta entro il 26 novembre
2016. L’intervallo dei controlli non
dovrà superare i 5 anni fino al 31
dicembre 2020, e i 3 anni per le
attrezzature
controllate
successivamente a tale data. Le
attrezzature nuove acquistate dopo il
26 novembre 2011 dovranno essere
sottoposte al primo controllo funzionale
entro cinque anni dalla data di acquisto.
Dati questi obblighi sarà necessario
provvedere a prenotare presso i centri
riconosciuti dalla Regione i controlli
previsti.
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MOLINARI dr. Manuele
BORGNA enot. Luca
frutticolo
334/6187417
SABENA agrot. Giampiero
vit. - enol.
338/6893969
STASSI dr. Paolo
viticolo
366/6119052
TERNAVASIO agrot. Mauro
CHIARLE agrot. Ornella
corilicolo
335/1713742
FOSSATO enot. Mattia
viticolo
331/6171269
MARCHISIO enot. Christian
viticolo
331/6171273
corilicolo
335/394906
ROSINA dr. Marco
viticolo
334/6187375
VIVALDA agrot. Giuseppe
viticolo
335/5232574
CALORIO enot. Lorenzo
CAPRA enot. Stefano
PORRO p.a. Mauro
ZONA BRA - Via A. Mathis, 3 - tel. 0172/429411
ZONA MONDOVI' - Via Biglia, 6 - tel. 0174/560211
Responsabile Tecnico: FORNERIS p.a. Mauro
settore
Reperibilità
BERGESE p.a. Alberto
Tecnico
cerealicolo
GARELLI agrot. Andrea
frut. - cer. - biol.
335/5705501
338/4947698
vit. - cor. - cer.
348/3188887
vit. - cer.
335/1629977
GONELLA p.a. Giancarlo
Tecnico
MOLINARI dr. Manuele
STASSI dr. Paolo
settore
Reperibilità
frutt. - vit. - cer.
320/1595326
cer. - zoot.
335/7029224
MUSSO p.a. Diego
STECCA agrot. Vittorio
viticolo
335/6084153
ZONA SALUZZO - Via Circonvallazione, 25/H - tel. 0175/210211
TERNAVASIO agrot. Mauro
orticolo
335/6048827
Responsabile Tecnico: GALLESIO agrot. Cesare
ZONA CEVA - Piazza Cappuccini - tel. 0174/701103
Tecnico
Responsabile Tecnico: FORNERIS p.a. Mauro
BERTEA dr. Alessia
BOCCO agrot. Elisa
Tecnico
settore
Reperibilità
AMERIO agrot. Elisabetta
328/5778816
FORNERIS p.a. Mauro Giulio
cer. - zoot.
335/215309
RUBBA p.a. Stefano
cer. - biol.
331/5743064
ZONA CUNEO - Piazza Foro Boario, 18 - tel. 0171/447213-291
CAFFARO dr. Daniele
FERRERO agrot. Paolo
AMATO dr. Francesco
ARMANDO agrot. Andrea
GIORDANENGO p.a. Ermanno
MARCHISIO dr. Simone
settore
Reperibilità
cer. - zoot.
334/6988570
frutticolo
335/1713729
cer. - zoot.
335/7028780
ortofrutticolo
366/6713364
OBERTO dr. Elisa
SAVIOLO dr. Riccardo
Reperibilità
0175/210222
cert.
335/6057362
certif./sic. lav.
335/5847254
certif.
339/7758933
GABUTTO agrot. Alessandro
frutticolo
338/6534471
GALLESIO agrot. Cesare
frutticolo
335/310924
MARICONDA agrot. Stefania
frutticolo
335/5847254
PETTITI agrot. Daniele
orticolo
335/8264008
certif.
339/7202835
PONZI agrot. Laura
Tecnico
settore
biologico
SOLERI agrot.Valerio
frutticolo
335/6057370
TESTA agrot. Massimo
frutticolo
324/5537256
ZONA SAVIGLIANO - Piazza Schiaparelli, 10 - tel. 0172/727000
0171/447291
biologico
UBEZZI dr. Francesca
0171/447213
366/7862924
Tecnico
GULLOTTO agrot. Matteo
settore
Reperibilità
cer. - zoot.
335/6995681
vivaistico
348/3188887
PROVINCIALE - Piazza Foro Boario, 18 - Cuneo - tel. 0171/447249
Coordinatore Provinciale: BRUSTOLON p.a. Aldo
CAMPERI dr. Piero
PELLEGRINO dr. Marcello
Igiene alimenti
0171/447236
biologico
366/6392624
GONELLA p.a. Giancarlo