DUE CRISI A
CONFRONTO
GIANNI TONIOLO
LUISS, CEPR & DUKE (emeritus)
SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA
25-26 NOVEMBRE 2016
CONVEGNO SCIENTIFICO
LA SOCIETÀ ITALIANA E LE GRANDI CRISI ECONOMICHE 1929-2016
25-26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA
DUE CRISI A CONFRONTO
CONTENUTO
1.
Le due crisi nel mondo: breve confronto
2.
Due crisi a confronto: PIL, consumi, occupazione e
investimenti
3.
Due crisi a confronto: aspetti del contesto
4.
Due crisi a confronto: politiche macroeconomiche
5.
La crisi italiana 2007-14 nello specchio degli anni Trenta
2
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DUE CRISI A CONFRONTO
1
LE DUE CRISI NEL MONDO:
UN BREVE CONFRONTO
3
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DUE CRISI A CONFRONTO
150
PIL Mondo
Grande Depressione vs Grande Recessione
Mondo 19291939
140
130
120
110
100
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
90
80
4
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PIL Mondo
1920-1938 vs 1998-2016
230
210
190
170
Mondo 1920-1939
Mondo 1998-2016
150
130
110
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
90
5
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U.S.A.
Grande Crisi vs Grande Recessione
115
105
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
95
US 1929-1939
US 2007-2016
85
75
65
6
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Zona Euro vs US 1929-1939
110
100
1929
1930
1931
1932
1933
1934
1935
1936
1937
1938
1939
90
EZ 1929-1939
US 1929-1939
80
70
60
7
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Zona Euro vs US 2007-2016
115
110
105
EZ 2007-2016 CB
US 2007-2015 CB
100
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015
2016
95
90
8
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Eurozona 11 paesi
Grande Crisi e Grande Recessione
110
EZ 1929-1939
100
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
EZ 2007-2016
90
9
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Conclusioni n.1
•
Nel complesso dell’ economia globale, la Grande Depressione 2007-14 è stata,
per quanto riguarda l’andamento del PIL, modesta sia in sé sia nel confronto
con gli anni Trenta (sostenuta dai paesi emergenti)
•
Gli Stati Uniti hanno avuto una violenta caduta del PIL nel 2008-9, un ritorno al
livello pre-crisi nel 2009, seguito da una ripresa relativamente lenta. La crisi
non è stata nemmeno lontanamente paragonabile a quella degli anni Trenta.
•
Negli anni Trenta, la crisi in quella che è oggi l’area euro è stata meno lunga e
profonda che negli Stati Uniti. Il contrario è avvenuto dopo il 2007
10
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PRODOTTO INTERNO LORDO
CONSUMI
OCCUPAZIONE
INVESTIMENTI
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PIL Italia 1929-38 e 2007- 15 (1929 e 2007= 100)
120,00
110,00
100,00
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
90,00
80,00
GDP - Italy 19291939
12
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PIL pro capite Italia
Grande Depressione vs Grande Recessione
110,00
100,00
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
GDP pro capite Italia 1929-1939
GDP pro capite Italia 2007-2015
90,00
80,00
13
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PIL - Italia e Area Euro (esclusa Italia), 1929-1939
120
110
100
90
80
Area Euro meno Italia 1929-1939
Italy 1929-1939
70
14
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PIL - Italia e Area Euro (esclusa Italia) - 2007-2014
120
110
100
90
80
Area Euro meno Italia 2007-2014
Italy 2007-2014
70
15
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Consumi privati, anni ’30 vs. 2007-15
120,00
110,00
100,00
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
90,00
80,00
70,00
Private Consumption - Italy 19291939
60,00
16
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Tasso di occupazione (occupati / popolazione)
1,200
1,150
1,100
1,050
1,000
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
0,950
0,900
0,850
0,800
Employment rate - Italy 19291939
0,750
17
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Investimenti 1929-39 e 2007- 15
120,00
110,00
100,00
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
90,00
80,00
70,00
Investments - Italy 1929-1939
60,00
Investments - Italy 2007-2015
18
11
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SINTESI DELLE VARIABILI MACRO
1929 – 38
2007 – 2015
• PIL caduta fino 1933, ripresa,
recessione nel ‘37 poi rapida
crescita
• Consumi: depressi fino 1934,
crollo 1935, poi crescita
• Occupazione: diminuisce fino
1934, poi ripresa lenta (mai sopra
livello 1929)
• Investimenti: Ripresa dopo 1932,
Max 1935, nuovo calo fino 1937
(forte dipendenza da congiuntura
bellica)
• PIL: forte caduta 2008-9, lieve
ripresa 2010-11, caduta fino 2014
• Consumi: quasi stagnanti fino
2011, poi diminuzione meno forte
che negli anni Trenta
• Occupazione: Diminuzione
inferiore agli anni ‘30 (calo
produttività lavoro)
• Investimenti: crollo complessivo
del 30%
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Conclusioni n.2
• Considerando solo il PIL (totale o pro capite), la crisi attuale è stata per
l’Italia la più grave della storia unitaria. Rispetto agli anni Trenta la caduta
del PIL è stata maggiore e più prolungata.
• La crisi attuale è stata in Italia più severa e prolungata che nel resto
dell’Eurozona
• Contrariamente agli anni Trenta, consumi privati e occupazione hanno
“tenuto” nella crisi attuale meglio del PIL .
• La severità della crisi italiana attuale è dipesa in buona misura da un
crollo degli investimenti che non ha paragone nella storia d’Italia
• Negli anni Trenta gli investimenti sono ripartiti nel 1932-33, per poi
cadere in un double dip nel 1935-37
20
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3
DUE CRISI A CONFRONTO
ASPETTI DEL CONTESTO
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Rispetto a 1929-35, l’Italia 2007-14:
• E’ incomparabilmente più ricca (PIL /Pop 7 volte maggiore)
• Il rapporto SPESA PUBB/PIL è molto più elevato (circa 30% nel
1929, circa 48% nel 2007).
• L’economia internazionale:
– Cambio fisso in entrambi i casi (gold standard e euro)
– Economia aperta rispetto a protezionismo.( (poi controlli su
movimenti dei capitali e autarchia). Globalization backlash
– Anni Trenta: preparazione bellica
Inoltre…
22
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PIL Italia nel decennio pre-crisi, 1920-29 e 1998-2007
140,00
135,00
130,00
125,00
120,00
GDP Italia 1920-1929
115,00
GDP Italia 1998-2007
110,00
105,00
100,00
1,00
2,00
3,00
4,00
5,00
6,00
7,00
8,00
9,00
10,00
95,00
90,00
23
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Indice dei Prezzi al Consumo Italia
Grande Depressione vs Grande Recessione
150,00
140,00
130,00
120,00
110,00
Indice dei Prezzi al Consumo Italia 1929-1939
100,00
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
Indice dei Prezzi al Consumo Italia 2007-2015
90,00
80,00
70,00
60,00
50,00
24
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ESPORTAZIONI / PIL
Anno
Export/PIL %
Anno
Export/PIL %
1920
6,6
1993
18,0
1929
8,6
2007
22,9
1939
7,0
2015
25,2
25
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ESPORTAZIONI IN ITALIA 2000 – 2016
26
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Conclusioni n. 3
Vanno sottolineate 3 macro caratteristiche dei contesti delle due
crisi perchè contribuiscono a spiegare il loro diverso andamento :
• Livello e composizione della spesa pubblica e della ricchezza
delle famiglie, collegate al diverso andamento dei consumi
privati
• L’opposta dinamica (oggi e ieri) della componente estera della
domanda aggregata
• La dinamica della produzione e della produttività nel decennio
pre-crisi (proxy del reddito potenziale?). Contribuisce a
spiegare la diversa dinamica della ripresa?
27
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4
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POLITICHE MACROECONOMICHE
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RAPPORTO DEBITO PUBBLICO / PIL (%)
150,00
140,00
130,00
120,00
110,00
100,00
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
90,00
80,00
70,00
60,00
Debito/Pil - Italia 19291939
50,00
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FABBISOGNO (DISAVANZO) PUBBLICO % PIL
ANNI ‘30
FABBISOGNO*
ANNI 2000
DISAVANZO
1929
- 0,8
2007
- 1,5
1930
- 1,0
2008
- 2,7
1931
- 1,3
2009
- 5,3
1932
- 3,3
2010
- 4,2
1933
- 4,0
2011
- 3,5
1934
- 5,7
2012
- 3,0
1935
- 5,9
2013
- 2,9
1936
- 12,6
2014
- 3,0
1937
- 7,1
2015
- 2,6
1938
- 6,9
2016
- 2,4 (stima)
* Zamagni e Salvemini
31
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M2 (BANCONOTE + DEPOSITI A VISTA) / PIL (%)
150,00
140,00
130,00
120,00
110,00
100,00
1
90,00
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
M2/GDP Italy 19291939
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Austerità
• Nel 1929 e nel 2007, DEB/PIL circa era uguale (appx 100%).
Nel 1929 buona del debito era estero, contratto per motivi
“politici” ed erano in corso negoziati per la cancellazione
• 1930 e 1935: espansione fiscale, accompagnata da crescita di
M2, che accelera nel 1934-36, all’ avvicinarsi della guerra in
Etiopia. Poi “austerità” monetaria e fiscale, in coincidenza con
la ripresa.
• 2009 e 2010: crescita del disavanzo e del debito ed aumento
di M2. La crisi sembra risolta. Nel 2011 i mercati dubitano
della solvibilità dell’Italia. Segue una politica fiscale, vincolata
dai creditori più che dall’Europa, non di grave “austerità” ma
insufficiente a sostenere la domanda di investimenti pubblici
in sostituzione di quelli privati in caduta.
33
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Conclusioni n. 4
• Nel 1930-31, la politica fiscale è poco espansiva. Il disavanzo cresce a
parttire dal 1932, l’anno più duro della crisi. Si accompagna a un’
accelerazione nell’espansione monetaria resa possibile dai primi
provvedimenti di controllo dei movimenti di capitale. I preparativi bellici
spiegano l’accelerazione della crescita di M2 nel 1935. La stretta fiscale e
monetaria successiva (coincidente con la svalutazione della lira) spiega in
parte la recessione del 1936.
• Nel 2009-10: politica fiscale e monetaria (dopo incertezze BCE) abbastanza
espansiva sembra avere bloccato la caduta del PIL, come nel resto
d’Europa. Nel 2011 la crisi del debito (che non ci fu negli anni Trenta anche
per il crescente controllo dei movimenti dei capitale) crea una situazione i
tradizionali strumenti di politica fiscale sono vincolati. Il whatever it takes
salva l’euro ma non basta a bilanciare la crescita italiana.
34
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5
LA CRISI ITALIANA 2007-2014 NELLO
SPECCHIO DEGLI ANNI TRENTA
35
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Una immagine dura (ma rompere lo specchio non aiuta)
• Negli anni Trenta il PIL del pianeta crollò in tre anni di quasi il 20%. Il
livello del 1929 fu recuperato solo nel 1936. Negli Stati Uniti le cose
andarono ancora peggio. La crisi di italiana, largamente importata,
fu anch’essa severissima ma le perdite di reddito e occupazione
furono inferiori a quelle della media mondiale simili a quelle del
complesso dell’Europa Occidentale.
• Nello specchio degli anni Trenta, la crisi italiana attuale, in parte
autoctona, appare come la più grave non solo dell’Italia postunitaria ma anche rispetto al mondo, agli Stati Uniti e alla stessa
Europa.
• E’ un’immagine dura che però non dobbiamo offuscare per
malinteso amor di patria se si vogliono mettere a fuoco cause e
rimedi (da trovare in noi non in cavalieri bianchi europei o
transatalantici)
36
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Il lato “buono” di questa crisi
• Il cittadino medio (Vecchi ci dirà della varianza) ha potuto
ridurre i propri consumi meno di quanto fece il suo bisavolo
degli anni Trenta grazie all’azione redistributiva dello stato e
alla disponibilità di ricchezza familiare accumulata a livelli
sconosciuti negli anni Trenta.
• Anche la diminuzione degli occupati, per quanto severa, figura
“bene” nello specchio degli anni Trenta grazie a una maggiore
protezione sindacale e a una legislazione più favorevole al
lavoro.
• Le esportazioni hanno contribuito a contenere la caduta del
PIL grazie all’economia aperta di oggi: negli anni ’30
protezionismi e autrachie furono parte del problema, non la
soluzione, come molti si illudevano potessero essere.
37
25-26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA
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L’ipoteca sul futuro
Il prezzo del “contenimento” della caduta dei consumi è stato pagato dal
crollo degli investimenti pubblici e privati che, in questa fase
dell’economia italiana, sono lagamente complementari. Il costo sarà
pagato dalla crescita futura così come quello del debito molto cresciuto
per sostenere la spesa corrente e itrasferimenti.
Malgrado ciò, nello specchio degli anni Trenta e con il beneficio di
conoscere la storia, la situazione attuale è preferibile a quella di allora
che pure vide una forte ripresa degli investimenti solo 3 anni dopo l’inzio
della crisi: erano investimenti che preparavano la guerra, prima in
Etiopia, poi in Spagna e infine a fianco di Hitler. Se il prezzo della ripresa
fu quello, anche la terribile crisi attuale si riflette favorevolmente nello
specchio di quella degli anni Trenta
38
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DUE CRISI A CONFRONTO
La ripresa lenta
• Sulla “corretta stima” del reddito potenziale gli accademici
discutono da sempre e i politici bisticciano a Bruxelles. Un
modo rozzo ma probabilmente non lontano sal per misurarlo
è il trend di lungo periodo.
• Se così fosse, la differenza tra la più vivace ripresa verificatasi
(anche se per motivi inaccettabili) negli anni Trenta rispetto a
quella attuale si spiegherebbe in parte con la diversa dinamica
dei due sistemi economici nei decenni anteriori alla crisi
• Le politiche macroeconomiche, si sa, sono efficaci se il reddito
nazionale si muove al di sotto del proprio potenziale, quando
questo è raggiunto (ci siamo già?) gli stimoli necessari sono si
altra natura: devono, appunto, fare crescere il reddito
potenziale (lavoro, capitale, produttività)
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25-26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA
DUE CRISI A CONFRONTO
I
Il consenso al regime
Nell’Italia degli anni Trenta non c’erano elezioni vere e
nemmeno sondaggi d’opinione, tuttavia, se dobbiamo credere
a Renzo De Felice, il principale storico del fascismo, furono gli
anni di maggior consenso al regime, malgrado la caduta dei
redditi, dei consumi, dell’occupazione.
Spiegazioni:
- Concordato (appoggio della Chiesa)
- Attenzione selettiva alla piccola borghesia (es. assunzioni
P.A.)
- Reazione alla globalizzazione e nation building con la
“grande proletaria” che si fa un impero
SI VEDE QUALCOSA IN QUESTO SPECCHIO?
40
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GRAZIE DELLA PAZIENZA
TANTI AUGURI ISTAT
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