psicoterapeuta - psicologia dinamica

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METODOLOGIE
PSICOTERAPEUTICHE
ORIENTAMENTI
PER NON ESPERTI
di Alfredo Anania
Lezione tenuta nella
Giornata di Aggiornamento in Neuropsichiatria
Marsala il 24 Giugno 2006
Associazione Medico – Chirugica Lilybetana
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zScopo
di questa conversazione è offrire a
persone che non hanno una specifica
preparazione sull'argomento una breve
rassegna sulle diverse forme di psicoterapia.
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In Italia Esistono due Albi degli Psicoterapeuti:
a) Albo dell’Ordine dei Medici (provinciale);
b) Albo degli Psicologi (regionale).
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Il mio inserimento nell’Albo degli Psicoterapeuti
dell’Ordine dei Medici è connesso
al seguente percorso formativo personale:
- Laurea in Medicina e chirurgia;
- Specializzazione in Malattie Nervose e Mentali;
- Psicoanalisi Personale (freudiana);
- Training di Gruppo (gruppo esperenziale bioniano);
- Training di Gruppo (gruppoanalisi);
- Supervisione Junghiana.
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La psicoterapia è una cura fondata su un
intervento
essenzialmente
psicologico
del
terapeuta. Infatti, sin dai suoi albori, la
psicoterapia si configurò come cura della psiche
tramite
mezzi
psicologici
e
relazionali.
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La prima forma di
psicoterapia con metodo
scientifico fu la psicoanalisi,
sviluppata da Sigmund
Freud per rispondere
all’esigenza di quei
pazienti che erano
accomunati dalle seguenti
caratteristiche:
farmaci per superare il
proprio disagio psichico;
c) desiderio di guarire
attraverso le personali
potenzialità psicologiche.
a) una buona capacità
introspettiva;
b) il non volere ricorre ai
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Diverse forme di Psicoterapia
La psicoanalisi è solo una delle diverse forme di
psicoterapia e già al suo interno annovera più scuole
(Freudiana, Junghiana, Adleriana) che hanno in comune le
seguenti caratteristiche:
a) il trattamento non è limitato semplicemente ai sintomi
(psico-emotivi e comportamentali) ma è diretto ad ottenere
significative modificazioni della personalità;
b) profondità dell’analisi psichica;
c) lunga durata (alcuni anni) e notevole intensità del
trattamento (tre o più sedute settimanali);
d) particolare attenzione verso i processi inconsci.
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I tre padri fondatori della psicoanalisi
Sigmund Freud
Alfred Adler
(dottrina
delle
pulsioni
inconsce e dei meccanismi
di difesa; tripartizione della
psiche in Es, Io e Super-Io;
conflitto tra principio di
piacere e principio di realtà;
conflitto
tra
libido
e
mortido)
(dottrina della volontà di
potenza - come bisogno
innato di sopravvivere e di
affermarsi - e del sentimento
sociale – quale sentimento di
cooperazione
e
di
compartecipazione emotiva
con gli altri)
Karl Gustav
Jung
(dottrina degli archetipi e
dell’inconscio
collettivo,
del
processo
di
individuazione
e della ricerca del vero
Sé)
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Ogni forma di psicoterapia si fonda su:
a) una determinata teoria generale riguardo il
funzionamento della mente;
b) un modello di riferimento collegato alla teoria
generale;
c) un metodo di indagine specifico in base al quale viene
applicata una determinata tecnica terapeutica.
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Innovazione sperimentale del setting
da parte di un terapeuta “selvaggio”!
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Come già detto, in Italia, lo psicoterapeuta è un medico o
uno psicologo che ha acquisito il titolo presso una delle
diverse Scuole ufficiali di Specializzazione in Psichiatria o
in Psicoterapia e che sia inserito in un Albo degli
Psicoterapeuti presso l’Ordine dei Medici o presso l’Ordine
degli Psicologi
Nessun psicoterapeuta è veramente tale se non ha la barba.
Si consiglia tirargliela forte per assicurasi della autenticità
della stessa.
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Tipi fondamentali di psicoterapeuta
Lo psicoanalista
scrutatore di
anime
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Lo
psicoterapeuta
relazionale rogersiano
Lo
psicoterapeuta
di gruppo
Il disturbo psichico è un evento patologico tremendamente
serio che comporta livelli di sofferenza talora indicibile!
Certamente la vasta gamma di psicofarmaci di cui oggi disponiamo,
può offrire un decisivo aiuto, secondo i casi, a lenire, calmare,
risollevare, ridurre gli effetti della disgregazione ideo-affettiva,
frenare l’impulsività, alleviare l’angoscia e i sensi di colpa, e così via.
Ma pensiamo seriamente di potere curare una persona
affetta da disturbo psichico senza stabilire
contemporaneamente una vera relazione psicoterapeutica?
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Ackerman (N. W.Ackerman; Psicodinamica della vita familiare;
Boringhieri ed.; Torino; 1968) afferma che “quando le
relazioni tra una persona e l’ambiente sono disturbate,
la prima linea di difesa consiste nel trovare una soluzione
realistica al conflitto, tale da salvaguardare e
promuovere lo sviluppo individuale. La seconda linea di
difesa consiste nel contenere dentro di sé il conflitto
mentre si cerca una soluzione efficace. La terza linea di
difesa è un irrazionale passaggio all’atto. L’estrema linea
di difesa consiste in un progressivo ritiro emotivo che
conduce da ultimo alla disintegrazione della personalità”.
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Grazie all’azione congiunta degli psicofarmaci, della
psicoterapia e della socioterapia non vedremo mai più
immagini della realtà manicomiale come queste!
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La sofferenza “indicibile” trova a volte espressione in
alcuni rappresentazioni grafico-pittoriche.
Paziente schizofrenico
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Stato di angoscia in soggetto con ideazione paranoide
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Schizofrenico con delirio paranoide
(Autoritratto)
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Tossicomania in disturbo schizoide di personalità
(Io paralizzato sulla strada che porta in un mondo vuoto)
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Psicosi alcoolica
(Inferno)
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Fa parte del training di ogni futuro
psicoterapeuta un percorso formativo più o
meno lungo, secondo la scuola di psicoterapia
prescelta, durante il quale egli si sottopone allo
stesso metodo di indagine che poi dovrà
applicare nel corso della sua attività
professionale.
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Uno dei processi fondamentali nelle psicoterapie è la
comprensione del transfert.
Il transfert non è un processo che si verifica solamente nel
corso di una psicoterapia ma è un fenomeno più generale e
comune quale trasposizione inconscia di un’esperienza del
passato in una situazione attuale.
In special modo nella psicoanalisi e nelle psicoterapie ad
orientamento analitico, l’analisi del transfert (negativo o
positivo) del paziente - quale trasferimento inconscio sulla
figura dello psicoterapeuta di relazioni con persone
significative del proprio passato - costituisce uno dei cardini
del trattamento. Altrettanta importanza ha l’analisi da parte
dello psicoterapeuta del proprio controtransfert (o vissuto
emotivo) nei confronti di un determinato paziente.
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In uno scritto di alcuni anni fa ( PSICOLOGIA
DINAMICA, I, 2-3, 1997) dal titolo
“FORMAZIONE DELLO
PSICOTERAPEUTA
E RESPONSABILIZZAZIONE”
ho cercato di mettere in evidenza come
durante una psicoterapia, a seconda del materiale portato in analisi
dal paziente, può verificarsi nel terapeuta un ridondare interno di
pregresse vicende personali, soprattutto al livello incoscio, pertanto,
è necessario che la formazione alla psicoterapia doti il futuro
terapeuta della capacità di mantenere un adeguato controllo su quei
processi controtransferali che possono interferire
in modo sotterraneo sulla psiche del paziente, soprattutto a livello
inconscio-inconscio
(inconscio del paziente - inconscio dello psicoterapeuta).
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Un particolare aspetto che vorrei trattare riguarda l’atteggiamento che
deve mantenere lo psicoterapeuta nei confronti del paziente.
Un tempo la regola aurea dell’analista era l’atteggiamento
(apparentemente) distaccato o "neutro“, in qualche modo frustante, tale
da provocare nel paziente la riemersione di contenuti rimossi
“depositati” nell’inconscio.
Il ritorno del rimosso, però, può avvenire in un modo troppo
“dolorosamente vivido" e, in ogni caso, si può accompagnare a
notevole ansia.
J. Weiss (I processi mentali dell’inconscio, Le Scienze. 1990, n. 261) richiama
l'attenzione sul fatto che gli esseri umani possiedono "una qualche
forma di controllo" sui propri processi mentali inconsci e che non sia
tanto la barriera della rimozione ad impedire l'emergenza delle pulsioni
inconsce quanto il timore ad esprimerle (trattandosi di desideri,
pulsioni, sentimenti, emozioni in genere connessi con la colpa, con la
vergogna o con la paura).
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Personalmente ritengo che un atteggiamento accogliente e
confidenziale, non critico né frustrante, in qualche modo rassicurante,
faciliti nel paziente il ritorno alla coscienza delle proprie esperienze
rimosse, in un forma che non mobiliti eccessiva ansia.
Inoltre, sono convinto che uno psicoterapeuta debba fare attenzione
ad eventuali propri atteggiamenti, non del tutto consci, di tipo
suggestivo (che tradirebbero un’inopportuna persistenza di sentimenti
di onnipotenza o narcisistici).
Oggi possiamo affermare che, per sviluppare una relazione
terapeutica “buona”, lo psicoterapeuta deve essere capace di stabilire,
in modo spontaneo e naturale, una relazione psicoterapeutica che si
svolga su un piano "amicale" e di rassicurazione, perché proprio
questa capacità può facilitare nel paziente una genuina e profonda
cooperazione al trattamento e il riemergere di contenuti rimossi.
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… naturalmente, senza esagerare!
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Due questioni interessanti in psicoterapia:
a) l’interpretazione dei sogni;
b) la possibilità di adottare strumenti testologici.
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A) Interpretazione dei sogni
Il sogno è una delle vie maestre per comprendere l’inconscio
e per svelarne i patemi, i vissuti e i conflitti che vi
albergano. Pertanto, si pone al terapeuta un compito
interpretativo in un certo senso “ermeneutico”.
Il “linguagio” onirico si svolge per immagini e simboli, per
“come se” (metafore), per allusioni. Si potrebbe affermare
che c’è molta affinità tra l’espressione artistica moderna e la
rappresentazione onirica.
Per Freud aveva molta importanza soprattutto il contenuto
latente del sogno, mentre Jung è riuscito a dimostrare
l’importanza anche del contenuto manifesto
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Una piccola carrellata di sogni raffigurati
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B) Adozione dei tests psicologici durante una delle fasi
del trattamento psicoterapeutico
In psichiatria e in psicologia, a differenza della medicina
somatologica, non disponiamo di indagini clinico-strumentali in grado
di obiettivare una una patologia mentale perché la psiche, pur se esiste
realmente, non si può vedere, toccare, radiografare ecc. La si può solo
comprendere! Ciò nonostante, disponiamo ormai di strumenti
obbiettivi, validati a livello internazionale, - i tests psicologici - che
consentono di ottenere risposte molto attendibili riguardo numerose
aree psichiche - dal livello intellettivo alla costellazione
personologica.
La questione da approfondire è se l’utilizzazione di un test
psicodiagnostico possa inferire negativamente o meno con la
relazione terapeutica.
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Non esistono regole precise, ma in linea generale si può affermare che,
nelle fasi preliminari del trattamento, la somministrazione di un test
obiettivo di personalità (ad esempio, l’M.M.P.I. che è un test ad ampio idoneo a
valutare le principali caratteristiche strutturali di personalità e i disordini di tipo
emotivo) o di un test proiettivo (ad esempio, il T.A.T. o il Test di Rorschach, i
quali propongono al soggetto degli stimoli poco differenziati, vaghi e ambigui che
permettono al soggetto una proiezione di contenuti anche inconsci della personalità)
possono in alcuni casi favorire l’insight del paziente e la sua
compliance e, inoltre, possono fornire importanti dati su particolari
aspetti della psiche del paziente, la cui conoscenza può risultare
particolarmente utile nel prosieguo del trattamento psicoterapeutico.
Salvo particolari emergenze, non è, invece, consigliabile sottoporre a
test il paziente nel corso del trattamento. Nelle fasi finali, potrebbe
risultare molto utile verificare, anche in modo obiettivabile, i risultati
conseguiti, ma dobbiamo essere consapevoli che il porre termine ad
una psicoterapia rappresenta forse il momento più delicato dell’intero
trattamento e non conviene introdurre nel setting interventi che sono
solo di tipo occasionale.
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Sono del parere che rispetto ad un test proiettivo - che, va
interpretato e, pertanto, potrebbe anticipare l’avvio della
psicoterapia vera e propria -
sia
da
preferire
un
test
obbiettivo
come
l’MMPI.
Ad un terapeuta, che è profondo conoscitore della clinica,
l’MMPI consente di tracciare un profilo abbastanza completo
della personalità e dello stato psicopatologico del paziente.
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MMPI Scale: Hs (Ipocondria): problemi fisici tipici dei nevrotici
ipocondriaci; D (Depressione); Hy (Isteria) paure e disturbi
somatici caratteristici dei pazienti affetti da isteria di conversione;
Pd (Deviazioni psicopatiche) difficoltà di controllo della reattività
psicoemotiva, tipica delle personalità psicopatiche e sociopatiche;
Mf (Mascolinità-femminilità) prevalenza di interessi orientati verso
la mascolinità o la femminilità; Pa (Paranoide) presenza di sintomi
paranoidi quali ideazione delirante, tendenza all’elaborazione
proiettivo-interpretativa, ipersuscettibilità; Pt (Psicoastenia) fobie
e disturbi ossessivo-compulsivi; Sc (Schizofrenia) ipersensibilità,
vulnerabilità, mondo esperienziale poco comune; Ma (Mania) stato
maniacale non accentuato (iperattività, idee di grandezza,
accentuazione
dell’umore);
Si
(Introversione
sociale)
problematiche vissute nelle situazioni sociali.
Inoltre, alcune scale servono a valutare la sincerità del soggetto.
La scala “L” indica la tendenza a dare di Sé un’immagine di sé
socialmente accettabile; “F” indica se il test possa considerarsi
valido; “K” misura le tendenze difensive nei confronti del test e
dell’indagine psicologica.
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Anche nel settore psicopatologico si possono ottenere
dei “tracciati” (come con l’MMPI) che offrono un
importante profilo psicologico del soggetto la cui utilità
è pari a quella, ad esempio, del tracciato EEG o del
tracciato ECG, a livello somatico.
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Oggi disponiamo anche di utili questionari, che ci
consentono di valutare gli eventi stressanti
sperimentati dal paziente, quantificare il grado di
stress attuale, verificare lo stato di ansia e di
depressione in cui egli si trova, abbozzare un profilo
dei tratti di personalità prevalenti.
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Un questionario di questo tipo lo potete
trovate nel nostro web-site
On-line inventory on stress
Fenorabia Psychosomatic Inventory
(All right reserved)
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Per potersi orientare tra le diverse forme
di psicoterapia si possono utilizzare vari
criteri.
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Psicoterapie Individuali
Psicoterapie analitiche
Psicoterapie direttive comportamentali e cognitive
Psicoterapie direttive fondate su specifiche tecniche
Psicoterapie direttive di sostegno e Counselling
Psicoterapie di Gruppo
Gruppo terapeutico esperienziale
Gruppoanalisi
Psicodramma
Psicoterapia sistemica e psicoterapia della famiglia
Psicoterapie a valenza espressiva (arte-terapia, movimento-danza terapia,
musico-terapia)
Psicoterapia della Coppia
Modelli Psicoterapeutici Plurimodali
Psicofarmaco-psicoterapia
Psicoterapia dinamica multi-modale
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Psicoterapie Individuali
Psicoterapie analitiche (centrate sulla relazione terapeutapaziente e sulle dinamiche del transfert):
a) psicoanalisi;
b) psicoterapia ad orientamento analitico (posizione vis a
vis, maggiore attenzione alle problematiche derivanti
dall’entourage del paziente, atteggiamento meno neutro
cioè più gratificante e partecipe da parte dello
psicoterapeuta);
c) psicoterapia analitica breve (numero di sedute
prefissato e trattamento centrato sulla risoluzione di un
sintomo, di un conflitto psichico o di un comportamento
erroneo).
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Psicoterapie direttive comportamentali e cognitive
Le prime finalizzate al modificare i comportamenti (attribuiti ad
erroneo o inadeguato apprendimento)
attraverso tecniche di
decondizionamento-ricondizionamento del soggetto e l’apprendimento
di comportamenti più adatti.
Le seconde si prefiggono cambiamenti della valutazione cognitiva da
parte del paziente.
Psicoterapie direttive fondate su tecniche di suggestione
(ipnosi), di rilassamento (training autogeno), di meditazione
trascendentale (yoga), di biofeed-back (controllo delle proprie
reazioni psicofisiche).
Psicoterapie direttive di sostegno e Counselling (guida,
attraverso suggerimenti e consigli, supporto emotivo
incoraggiamento a pazienti sofferenti di disagio o disturbi psichici).
e
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Psicoterapie di Gruppo
Gruppo terapeutico esperienziale (gruppo che studia se stesso
in quanto contesto pluri-personale allo scopo di approfondire i
meccanismi gruppali e di potenziare il self sociale dei
partecipanti attraverso il senso di appartenenza);
Gruppoanalisi (cura del paziente attraverso l’analisi in
gruppo)
Psicodramma (drammatizzazione in gruppo di esperienze
patematiche vissute nella propria vita dai partecipanti)
Psicoterapia sistemica e psicoterapia della famiglia (il
paziente - considerato come il sintomo di un contesto
interpersonale-comunicazionale disturbato - viene trattato
insieme agli altri membri del suo entourage attraverso tecniche
fondate sulla comunicazione).
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Psicoterapie a valenza espressiva
arte-terapia;
movimento-danza terapia;
musico-terapia.
(potenziamento in gruppo delle capacità creative ed
espressive stimolando nel paziente la realizzazione di
produzioni artistiche e potenziando il suo Self psicocorporeo attraverso la danza, il movimento ritmico, il senso
musicale, ecc.).
Psicoterapia della Coppia
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Modelli Psicoterapeutici Plurimodali
a)psicofarmaco-psicoterapia;
b)psicoterapia dinamica multi-modale.
Psicofarmaco-psicoterapia
Contemporaneo trattamento psicofarmalogico e psicoterapeutico (in
genere, psicoterapia ad orientamento analitico o psicoterapia
analitica breve).
Lo psicoterapeuta stabilisce il momento più opportuno per iniziare il
trattamento psicofarmacologico e, inoltre, decide se prescrivere
personalmente (qualora egli sia un medico) la terapia
psicofarmacologica oppure se sia più conveniente, in relazione al
caso clinico, demandare ad un altro terapeuta (con il quale
collaborare) la parte psicofarmacologica del trattamento
psicofarmaco-psicoterapeutico
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b) Psicoterapia dinamica multi-modale
utilizza più modelli contemporaneamente con interventi a più livelli
modulati secondo un programma centrato sul caso e attraverso
un’attività pluridisciplinale d’équipe all’interno della quale ciascun
terapeuta interviene secondo le proprie specifiche competenze.
La psicoterapia dinamica multimodale si riallaccia alla psicologia
dinamica che rappresenta la disciplina emergente in psicologia dato
che, pur ricollegandosi alle tradizionali scuole psicoanalitiche, le
integra con le moderne acquisizioni teoretiche e applicative con
riferimento, soprattutto, alla psicologia sperimentale, alla gruppoanalisi
e allo studio del mondo transpersonale, alla psicologia del Sé e
dell’intersoggettività, al sistema delle relazioni familiari e all’influenza
della comunicazione al loro interno, infine, ai vari fattori che hanno un
ruolo determinante nella psicologia di comunità. Un interessante filone
della psicologia dinamica riguarda lo studio del ruolo e della valenza
del mondo simbolico.
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In effetti, le originarie teorie e la pratica della psicoanalisi, con il passare del tempo,
sono apparse sempre meno adatte a comprendere l’uomo post-moderno, data
l’esigenza non solo di curarlo nei suoi problemi inconsci ma anche di offrirgli un
supporto terapeutico sia relativamente ai problemi legati alla realtà umana e
ambientale che ha incontrato sin dalla nascita in poi, sia relativamente allo stress di
adattamento ad una società troppo velocemente mutevole.
Oggi, infatti, non si può negare che a livello psicoterapeutico il limitarsi allo studio
profondo dell’inconscio risulta restrittivo rispetto alla moderna psicologia dinamica
che, superando il famoso lettino psicoanalitico, privilegia la relazione terapeutica vis
à vis, la terapia di gruppo e le potenzialità espressive e creative delle persone.
Inoltre, particolare attenzione viene conferita all’analisi del mondo esperienziale del
paziente, alla relazione con i genitori e le altre figure importanti dell’infanzia, alle
matrici culturali alla quale l’individuo appartiene e ai problemi che possono sorgere
tra la sua soggettività (quale persona unica e irrepetibile) e l’ecosistema ambientale
(ambiente umano e ambiente naturale), la comunità, i contesti nei quali si è formato
e ha vissuto.
Infine, una particolare attenzione deve essere posta alla relazione mente-corpo dato
il crescente aumento dei disturbi psicosomatici cioè di quei disturbi fisici nei quali i
fattori psicologici risultano determinanti.
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Attraverso le tecniche di empowerment è poi possibile far
ritrovare all’individuo la forza (o il coraggio) di svolgere un
ruolo più attivo nella comunità in seno alla quale egli potrà
portare il suo personale "modo di sentire", le proprie idee e
potrà, insieme agli atri, cercare di costruire una realtà
sociale più a misura d’uomo!
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Criteri di scelta in relazione al tipo di patologia
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Criteri generali di scelta
In generale, i criteri per la scelta di una determinata
metodologia di intervento psicoterapeutico, devono tener
conto, oltre che della diagnosi, anche della reale
“domanda” del paziente, dell’insight, delle motivazioni al
cambiamento, e di molti altri fattori da valutare quali:
l’entourage del paziente, l’età, il livello sociale, lo stato
intellettivo, le capacità introspettive, la forza dell’Io, la
capacità di controllo degli impulsi, la condizione
economica, lo stato fisico, le matrici culturali,
l’appartenenza religiosa.
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in definitiva, possiamo affermare che:
maggiori sono le capacità psicoelaborative del paziente, la
capacità di self-control, il livello culturale, le risorse
economiche e la scarsità di sintomi acuti e più ci si potrà
orientare, nella scelta della metodologia, verso psicoterapie
non direttive analitiche, mentre più ci si allontana da questi
parametri si dovrà orientare la scelta verso psicoterapie non
analitiche e un contesto gruppale.
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La tabella che seguirà passa in rassegna il tipo di
trattamento psicoterapico che potrebbe essere indicato in
relazione ad un determinata forma patologica; ma non
dobbiamo attenderci una indicazione di trattamento così
specifica come siamo abituati, ad esempio, in medicina
con l’antibiotico-terapia.
Quel che conta maggiormente è l’adeguatezza del
training del terapeuta nell’adottare un determinato
modello di psicoterapia.
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Criteri di scelta in base alla patologia
Psiconevrosi, sindromi fobico-ossessive, disturbi del carattere, disturbo
distimico: psicoanalisi, psicoterapia ad orientamento analitico;
Disturbi psicotici: psicoterapia ad orientamento analitico, psicoterapia analitica
breve; gruppoanalisi; psicoterapie a valenza espressiva;
Nevrosi attuali, nevrosi reattive, disturbi di personalità: psicoterapia ad
orientamento analitico;
Disturbi psicosomatici (disturbo di somatizazione, disturbo somatoforme
indifferenziato, depressione e ansia somatizzate): psicoterapia analitica breve,
gruppo terapeutico esperienziale, training autogeno, psicoterapie a valenza
espressiva;
Disturbi comportamentali e dell’adattamento: gruppo terapeutico
esperienziale, psicoterapia cognitivo-comportamentale; psicoterapia di sostegno
Stati d’ansia generalizzati, ansia sociale, fobie, attacchi di panico:
psicoterapia cognitivo-comportamentale, gruppo terapeutico esperienziale,
psicodramma, psicoterapie a valenza espressiva;
Disfunzioni sessuali psicogene: psicoterapia della coppia, psicoterapia analitica
breve, psicoterapia cognitivo-comportamentale.
Disturbi del comportamento alimentare: gruppo terapeutico esperienziale,
psicoterapie a valenza espressiva, psicoterapia cognitivo-comportamentale;
psicoterapia di sostegno.
Oltre che secondo il metodo terapeutico, può essere utile operare
una distinzione delle psicoterapie anche in base ai seguenti
parametri.
Distinzione delle psicoterapie in rapporto al contesto
Psicoterapia in ambito istituzionale pubblico;
Psicoterapia privata in una istruzione pubblica;
Psicoterapia privata in ambito istituzionale privato;
Psicoterapia privata in uno studio privato;
Distinzione delle psicoterapie in rapporto alla circostanza
Intervento psicoterapeutico d’urgenza (durante una situazione di crisi);
Psicoterapia programmata al di fuori di una condizione clinica acuta;
Psicoterapia preventiva (per prevenire possibili disturbi clinici);
Psicoterapia di mantenimento (per evitare recidive);
Psicoterapia nell’ambito di un programma riabilitativo.
Distinzione delle psicoterapie in rapporto all’età del paziente che nel caso di
minori prende il nome di psicoterapia infantile (che necessita di un ambiente
ad hoc attrezzato e di particolari tecniche che sono diverse da quelle adottate
con gli adulti).
Si potrebbero enumerare le innumerevoli forme di
svago, relax, divertimento, viaggio che si offrono
all'uomo post-moderno per interrompere il frenetico
ritmo della vita di ogni giorno ed evadere verso un posto
più o meno lontano dal luogo dove egli ha fissato
dimora.
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Appare , però, oggi indispensabile offrire all’uomo la capacità di
riprendere contatto con il genius loci, con le matrici culturali del Sé
Storico, con i “luoghi magici” che gli appartengono.
Se il Seminario Itinerante “L’IMMAGINARIO SIMBOLICO” ha una
dimensione healing, non è soltanto perché è un percorso tra i simboli
e le numinose “pietre” che ci raccontano del nostro passato, ma anche
perché, allo stesso tempo, ci consente inconsciamente anche un
viaggio dentro noi stessi e le nostre radici.
Se sperimentare dimensioni che gratificano il nostro spirito ci aiuta
star bene e a stabilire relazioni buone e ciò, pertanto, ha un valore
terapeutico, dobbiamo tornare a trovare spazi/momenti per una full
immersion che ci consenta di sentire l’anima!
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SIETE TUTTI INVITATI AL PROSSIMO
SEMINARIO ITINERANTE “L’IMMAGINARIO SIMBOLICO”
01/07 Settembre
Marsala - Erice - Levanzo - Selinunte - Segesta - Mothya
Estensione internazionale
08/12 Settembre
Da Mothya a Creta
“Il filo di Arianna”
Heraklion - Knossos - Gorthys - Phaistos
Un’ultima notazione.
Le vignette che vi ho presentato, purtroppo, non sono
opera mia, ma sono tutte tratte da un ormai introvabile
volume del 1971 dal suggestivo titolo:
Come farsi analizzare da uno psicoanalista nevrotico
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Per quanto riguarda le rimanenti immagini valgono i
riferimenti che seguono.
I dipinti dei pazienti sono tratti da “Raccolta iconografica
internazionale - Psicopatologia ed espressione figurativa”,
Direttore responsabile: J. Neugebauer; Sandoz; Vol. 16/72,
19/74, 20/74, 23/76, 24/76.
Le stampe ispirate a Heirich Füssli fanno parte della
raccolta “DREAMLAND” di Magliano e Magliano;
Wyeth edit.
La foto di un vecchio recinto manicomiale si trova nel libro,
a cura di Franco Basaglia and Franca Basaglia Ongaro,
“La fabbrica della follia”; fotografia di Carla Cerati e
Gianni Berengo Gardin; Einaudi Ed.; 1969
GRAZIE PER LA VOSTRA
PAZIENTE ATTENZIONE.
SPERO DI AVER SUSCITATO
IL VOSTRO INTERESSE
E DI NON AVERVI TEDIATO TROPPO!
Alfredo Anania
21.07.2006©www.psicologia-dinamica.it
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