Teatro del Tè festival Antroporti anno XII I manifesti di alcune delle edizioni del festival di teatro, musica e danza Antroporti (edizioni 2001, 2005, 2006, 2009 e, nella pagina a fianco, 2010). 1 ANNO XII festival Antroporti Nel 2000, nella città di Pisa e nella sua Provincia, su iniziativa del Teatro del Tè nasceva il festival di teatro, musica e danza Antroporti, i cui intenti programmatici sono enunciati nel nome: l’antropos, l’uomo, e i suoi porti reali e immaginari, punti di approdo e di fusione di popoli, culture, idee, commerci, mercati, emozioni, arti e pensieri. Ai temi del viaggio, di una ricerca che è scoperta al tempo stesso interiore e geografica, si sono aggiunti negli anni officine sulla memoria del territorio pisano e sulle memorie degli altri luoghi, nella convinzione che la conoscenza del nostro passato sia strumento e progetto per il presente e per il futuro. Il festival, così, nei suoi dodici anni di vita ha offerto ai cittadini del Pisano occasioni-spettacolo secondo una visione delle messe in scena in sintonia con il suo spirito: d’estate, senza palco (spettacoli di strada) e con ingressi gratuiti in luoghi non necessariamente deputati a ospitare spettacoli. Valorizzando giovani compagnie artistiche del territorio e di tanti “altrove” accanto ad altre più rodate, Antroporti è stato, tra l’altro, Icarolab (danza, Pisa), Red Harig Project (danza, Pisa), Effetto Parallelo (danza, Pisa), La tartaruga (teatro, Pisa), Paolo Migone (teatro cabaret, Livorno), Mercanti di Storie (teatro, Milano), Andrea Pennacchi (teatro, Padova), Carichi Sospesi (teatro, Padova), Anna Meacci (teatro, Firenze), Franco di Francescantonio (teatro, Firenze), TeatroInBiliko (teatro, Cascina, PI), Claudio Marmugi (teatro cabaret, Livorno), Circo Tvaers (teatro circo, Danimarca), Arnoklein (teatro, Pisa), La Fabbrica del vento (teatro, Brescia), Daniele Timpano (teatro, Roma), Teatro della Centena (teatro, Rimini), Marco Grossi (teatro, Bari), Andrea Gambuzza (teatro, Livorno), Giovanni Bondi (teatro cabaret, Livorno), Fabrizio Paladin (teatro, Padova), Luca Cairati (teatro, Milano), Mago Rufus (teatro cabaret e clownerie, Cascina, PI), Sabrina Iannello (teatro, Milano), I Burloni (teatro cabaret, Livorno), Sandy Tournier – La melanconie de Zidane (teatro, Francia), Icarolab – Showtime (teatro, Pisa) e Con-fusione – Se non accade nulla (teatro, Firenze), Loungerie, Neverending Storia (teatro cabaret, Livorno), Kanterstrasse, Sei io fossi... (teatro canzone, Terranuova Bracciolini, AR), Andrea Gambuzza, Riccardo alla terza (Livorno). Teatro del Tè Teatro del Tè Curriculum Vitae Teatro del Tè festival Antroporti ANNO XII 2 E Antroporti ha prodotto gli spettacoli di teatro di/in strada Stradamore (regia C. Neri), Orizzonte vuoto (regia di P. Giommarelli), Le pietre sospese (regia C. Neri), Sarabanda funebre per il dottore (regia di P. Giommarelli), Ainda (vita di Fernando Pessoa) (regia C. Neri), Diario di Adamo (regia P. Malavenda), I perduti della Mancha (regia C. Neri), Il mio letto è una nave (regia C. Neri, musiche D. Dainelli), Mutabilis (regia P. Malavenda), Lux facta est (regia C. Neri), Pinocchio Inverso (regia C. Neri), Capra e Cavoli (regia di P. Giommarelli), Nostro Signore degli abissi (regia C. Neri), Sogno medioevale (regia C. Neri, coreografia I. Moretti), Poveri ma buoni (regia P. Malavenda), Ellis lsland / Officina della memoria, Bartebly, lo scrivano (regia C. Neri), Pequod, Farsa marinaresca tratta dal Moby Dick (regia C. Neri), Il Marinaio (regia C. Neri), Carosello (regia C. Neri), Ut (intorno a Bergman) (regia C. Neri), Questa volta non ti pago (regia C. Neri), Un cappello a cilindro (regia P. Malavenda), L'ombra del flaneur (regia C. Neri). E Antroporti infine è stato anche tanta musica, senza steccati di genere o di provenienza: Acquaragia Drom (rom), Quartetto Vanhall (classica), Ramo d’oro (folk), Jolly Beggars (folk irlandese), Bandasbanda (folk), Arkel (classica), Rosanegra (flamenco), Blummarè (folk napoletano), Whistlin’ Rovers (celtica), Nueva Alborada (latinoamericana), Tkahkuilo Arreda (atzeca), Actias Luna (celtica), Trio Adriatica (folk romagnolo), Tendencia Latina (flamenco), Max Amazio Trio (jazz), Circo Diatonico (jongleuse), Egcshiglen (mongola), Zuf De Zur (balcanica), Barbara Casini (jazz), Toscanto (popolare toscana), L’a’zzamara (pizzicata salentina), Antiqua Brass (medievale), Manoir de mes reves (jazz manuche), 71 jpm (ska), Freddie e Alex (blues), Magnapasta (pop), Tilak (indie), What’s on stage (musical), Nuova orchestra labronica (classica), Accademia musicale di Volterra (riletture pop), Gatti mezzi (cantautori). Nel corso della XII edizione del festival, il Teatro del Tè ha compiuto scelte artistiche che privilegiano gli emergenti, l'innovazione e il teatro-canzone, in una formula che tende a coniugare teatro-ricerca, commedia e musica, in modo da accontentare pubblici dai palati più disparati, come deve essere in un festival che si tiene all'aperto, cofinanziato dai comuni in cui si tiene e dalla Provincia di Pisa. Teatro del Tè festival Antroporti spettacoli 2011 Teatro del Tè festival Antroporti Gli spettacoli The shows Traviati dalla Traviata traviarono la Traviata La Traviata di Giuseppe Verdi ridotta per mandolino, chitarra, seggiola e due guitti dalla voce parecchio maleducata Di e con Giorgio Monteleone, Elena Farulli (Teatro Trabagai) Traviati dalla Traviata traviarono la Traviata: con tanta riverente ignoranza, il Teatro Trabagai continua a sfidare la pazienza del Maestro Giuseppe Verdi, misurandosi con un altro dei suoi capolavori, il cui titolo a questo punto si sarà perlomeno sospettato. La Traviata, infatti. Tra disincanto e commozione, in una spiazzante ballata teatrale dai risvolti comicamente melodrammatici, due guitti accolgono il pubblico in un improbabile viaggio tra la musica colta e la comicità della chiacchiera da osteria, tanto che ad ogni battuta musicale e teatrale sorge un dubbio spontaneo: cialtroni o poeti? Ne fiorisce una cantastoriata in equilibrio acrobatico tra il dramma romantico e la comicità dell'inadeguatezza. Nuova produzione del Teatro Trabagai, che lavora da oltre dieci anni affrontando diversi ambiti spettacolari (clown, commedia dell'arte, canzone, teatro, teatro di strada, teatro di tradizione ). Il Teatro Trabagai è stato inoltre premiato dalla Federeazione Nazionale Artisti di Strada nel 2008 con lo spettacolo “Carillon d'Amore”e segnalato a Pelago nel 2006. Lo spettacolo può essere rappresentato sia in piccoli ambienti, sia in strada, nei cortili, o in teatro. Durata: 1 ora. Balera 59. Ballo, miracoli e lotta di classe Di e con: Marco Azzurrini Teatro del Tè festival Antroporti Gli spettacoli The shows Alla fisarmonica: Daniela Romano Balera 59. Ballo, miracoli e lotta di classe è un delicato viaggio nella memoria, coinvolgente ed esilarante, ambientato nel dancing di una casa del popolo del litorale pisano durante la lunga estate del ’59, anno simbolico per il passaggio dall’Italia del dopoguerra a quella del boom economico. Già ospite di molti dei più importanti festival del territorio, da Utopia del Buongusto a Mercantia, da Marenia a Effetto Venezia, lo spettacolo nasce dalle interviste che Azzurrini ha realizzato fra i frequentatori di sale da ballo nel territorio pisano di fine anni ’50. Durante le interviste, viene fuori un episodio curioso, avvenuto a Marina di Pisa alla sede del PCI. All'epoca nella sede del partito si ballava; all'improvviso in quel luogo, anziché Baffone, apparve la Madonna e... "un si ballò più". Il fatto accadde nel 1948, e la sede del partito fu ben presto soppiantata da una specie di Santuario, meta di mistici pellegrinaggi. Da questo spunto nasce questa storia brillante e movimentata, che muove al riso e al ricordo, tra Peppone e Don Camillo, Modugno e Claudio Villa, il rock’n roll e lo Sputnik, e che stempera un certo amarcord con l'allegria e la genuinità delle canzoni dell'epoca, colonna sonora di quegli anni e anche di quelli a venire. Ad avvolgerci in questa atmosfera semplice e molto umana, a condurci in un mondo che certo non c’è più, sono il cantante Ballarmino (Marco Azzurrini) e l’orchestra I Millesuoni (Daniela Romano, che è anche l’unica presenza femminile della balera). “La prima persona che mi ha introdotto in questo mondo ormai distante da noi – spiega lo stesso Azzurrini - mi ha segnalato il primo errore: la balera in Toscana non esisteva, da noi si chiamavano semplicemente sale da ballo… Poi sono venuti fuori il caposala che controllava che uomo e donna ballassero a distanza, i passi del "bughi bughi" che si imparano dagli americani nell’immediato dopoguerra e che poi vengono buoni per il rock and roll dieci anni dopo, il night che presenta le ‘quindicine’ come nei bordelli da poco chiusi dalla Merlin, le mamme che si sedevano in sala accanto alle figlie e tutto il resto…”. La tazza di Arianna Un "folk revival" della tradizione toscana per voce, violino, lira, fisarmonica, chitarra, basso, flauto e percussioni festival Antroporti Gli spettacoli Teatro del Tè Il gruppo, o, meglio ancora, il progetto de “La tazza d'Arianna”, è impegnato nelle riproposta musicale della tradizione toscana, con più particolare interesse a quella volterrana e zone limitrofe; oggi si userebbe, più correttamente il termine “Folk-revival”. Gli arrangiamenti musicali del repertorio si rifanno direttamente alle fonti raccolte in zona, e si prefiggono di essere i più filologici possibile, riproponendo, quindi, la musica e le canzoni con lo stile e la metodologia usata, di volta in volta, nei vari periodi storici, che spaziano dal ‘700, ‘800 ed inizi del ‘900 del secolo scorso. La formazione tipo è la seguente: Riccardo RASPI: voce solista; Jamie Marie LAZZARA: violino, lira e voce; David DAINELLI: fisarmonica, chitarra classica, basso, flauti e voce; Aldo MARTOLINI: chitarra classica, mandolino e voce; GianPaolo BARTALOZZI: chitarra folk, percussioni e voce. Il gruppo nasce da un’idea di Riccardo Raspi, interprete del repertorio tradizionale toscano e ricercatore instancabile di canti e tradizioni popolari della nostra regione. Affinché non andasse perduta la nostra tradizione più genuina e sanguigna, ha pensato di poterla riproporre perché anche le nuove generazioni potessero trarre linfa vitale dai nostri progenitori e riscoprirla ancora attuale. Per dar vita al progetto, Riccardo ha subito coinvolto musicisti di chiara fama, ancorché locale, quali Aldo Martolini o GianPaolo Bartolozzi; la liutaia Jamie Lazzara, che oltre ad essere una delle migliori liutaie italiane ed un’ottima violinista, ha fatto parte stabilmente dell’organico del gruppo che accompagnava Caterina Bueno; David Dainelli, insegnante di pianoforte all'Accademia della Musica di Volterra; polistrumentista e autore di musica per teatro, video e spettacoli in genere, oltre ad occuparsi di arte visiva realizzando installazioni e sculture; il mandolinista Aldo Martolini. Per l'etichetta Pegasus "musica popolare toscana" è uscito il loro primo CD. The shows Di e con Riccardo Raspi, Jamie Marie Lazzara, David Dainelli, Aldo Martolini, GianPaolo Bartalozzi The shows Dove abito io (Compagnia Con-fusione) Di Giacomo Fanfani. Con Rafael Porras Montero, Luci e scene Silvia Avigo, Regia Giacomo Fanfani, Produzione Con-fusione Gli spettacoli Dove SOSPIRO abito io è un monologo di un atto unico. Il protagonista parla soprattutto dell’anQUASI UN Teatro del Tè festival Antroporti tica condizione dell’essere e sentirsi stranieri. Racconta la sua solitudine e la sua diversità, mescola rabbia e nostalgia, descrive il mondo in cui viviamo. La particolarità di questo lavoRegiaro di Giacomo Fanfani è che si avvale dell’interpretazione di un attore straniero per parlare del sentirsi stranieri, proprio a voler rafforzare questo concetto, accompagnandoci in un luogo altro dove le radici non esistono più. Di Giacomo Fanfani La scelta registica pone l’azione in una lavanderia automatica, luogo di passaggio per Con Rafael Porras Montero affittuari, viaggiatori e migranti, ma anche luogo di acqua e pulizia e habitat naturale per la Luci sporcizia e scenediSilvia Avigo una civiltà intenta a rimuoverla per sentirsi perbene. Le scene evidenziano la parola e il lavoro dell’attore Regia Giacomo Fanfani in uno spazio che restituisce una assoluta sensazione di provvisorietà. Testo e parola vengono a essere il fuoco centrale del lavoro dove la drammaturgia Produzione Con-fusione si snoda in un costante assedio poetico del personaggio, che persevera nella difesa disperata della propria autenticità. poetica diè Con-fusione scompone e rimescola la parola, intesa come il pilastro Quasi unLasospiro un monologo di un atto unico. Il protagonista parlasusopra cui fondare lo spettacolo, e l’immagine, intesa come groviglio armonico di luce, scenografia, Racconta la sua solitudine e la sua diversità, mescola rabbia e nostalgia, desc costumi, attori e movimento. In questo mondo poetico, teatro e poesia giocano con le parole La particolarità di questo che si avvale dell’interpretazione di un att in modo da permettere che il lavoro lavoro delèdrammaturgo e dell’attore si con-fondano. voler rafforzare questo concetto, accompagnandoci in un luogo altro dove le una lavanderia automatica, luogo di passaggio per affittuari, viaggiatori e mi Grosso guaio in Danimarca offre un intreccio di farsa, cabaret, gusto per la parodia, divertissement letterario. È un gioco che ruota intorno all’Amleto shakespeariano, alla maniera di un certo teatro comico che ha tra i suoi riferimenti Macario e Petrolini. Riscrivere Amleto, contaminarlo, “toglierlo di scena”: l’interpretazione del testo di Shakespeare è un’ossessione nel teatro del Novecento, da Craig a Carmelo Bene. E il centro di quest’ossessione è proprio il copione shakespeariano, la sua bellezza, la sua enigmaticità. "Noi", affermano I sacchi di sabbia, "siamo partiti di qui. Un gioco onesto: riscrivere dal bordo, dai confini, strizzando l’occhio anche a Stoppard e a certa drammaturgia inglese, e recuperando una tradizione teatrale imprescindibile, la nostra. Ne viene fuori un viaggio al limite dell’Amleto, in cui i problemi interpretativi diventano spunti per battute spesso esilaranti. Un viaggio che è anche un invito alla riflessione su qualunque messa in scena". Al centro della piece due loschi figuri vengono interrogati su vicende poco chiare che ruotano intorno alla misteriosa morte di Rinaldo, il compagno di Laerte in Terra di Francia. Cosa c’è dietro quella morte? Cosa c’entra questo delitto con le vicende dell’Amleto? Un diabolico complotto internazionale regge la storia del principe più famoso del mondo, di cui i due sicari sono, senza saperlo, importanti pedine. festival Antroporti Gli spettacoli Di Giovanni Guerrieri. Con Marco Azzurrini, Enzo Illiano, regia Angelo Cacelli Teatro del Tè (I sacchi di sabbia, In collaborazione con Santandrea Teatro di Pisa) The shows Grosso guaio in Danimarca. Quanno spunta la luna a Elsinore Antroporti racconta Letteratura in dramma per ragazzi (e non solo) in quattro variazioni per voce e attore festival Antroporti Gli spettacoli Teatro del Tè Le avventure del club dei Perdenti contro il mostro Pennywise, in frammenti tratti da una saga corale che prendeIllegruppo, mosse ino,un’apparentemente americana, infestata è daimpegnato un mostro uccisore meglio ancora, sonnachiosa il progetto cittadina de “La tazza d'Arianna”, nelle ri-di bambini che da altri bambini sarà prima ferito e poi, diventati loro adulti, ucciso. Una storia che mostra, tra proposta musicale della tradizione toscana, con più particolare interesse a quella volterrana orrori ed errori, la forza incancellabile della memoria e la profondità dei traumi infantili... e zone limitrofe; oggi si userebbe, più correttamente il termine “Folk-revival”. Gli arrangiaLa storia di un uomo che non riesce a pagare a un sarto il vestito che ha ordinato, e che infilandosi le mani menti musicali delpiene repertorio si rifanno alle fonti raccolte inazona, e si prefiggonelle tasche le trova di banconote, e ognidirettamente volta che le estrae le tasche tornano riempirsi, e però ogni no di essere i più filologici possibile, riproponendo, quindi, la musica e le canzoni con lo stile volta la quantità di denaro scaturito dalla giacca corrisponde misteriosamente a cifre sparite in sanguinose rapine, furti, incendi eusata, disastri variain natura, tragicamente... e la metodologia didivolta volta,tutti neiconclusisi vari periodi storici, che spaziano dal ‘700, ‘800 punto vista del davvero alieno sulla preziosità nelle vicende marziano innamorato, che atterravoce sulla ed Ilinizi deldi‘900 secolo scorso. La formazione tipo è del la seguente: Riccardo RASPI: (esolista; dove, sennò?) terra per cercare un regalo per la fidanzata, trovato un chinotto decide di portarglielo, ma Jamie Marie LAZZARA: violino, lira e voce; David DAINELLI: fisarmonica, chil’astronave si ingolfa e chiede aiuto al nano che sta raccontando la storia. Questo lo ascolta e gli regala anche tarra classica, basso, flauti e voce; Aldo MARTOLINI: chitarra classica, mandolino e voce; un apri-bottiglie che sembrerebbe cosa di poco valore, ma per un marziano che vive in un mondo di soli diaGianPaolo BARTALOZZI: chitarra folk, percussioni e voce. manti e preziosi questo è più d’ogni gioiello… nasce da un’idea di Riccardo Raspi, delinserirsi repertorio toE iIltregruppo giorni allo sbando di un adolescente ribelle, che hainterprete difficoltà ad nelle tradizionale scuole e a trovarsi amici. Il ragazzo, di buona famiglia, espulso dalla scuola decide di passare tre giorni, all’insaputa della famiscano e ricercatore instancabile di canti e tradizioni popolari della nostra regione. Affinché glia ancora perduta non sa dell’ennesima delusione,più girovagando sobborghi dihaNew York. di Sentendosi sempre nonche andasse la nostra tradizione genuina nei e sanguigna, pensato poterla ripropiù tradito dal mondo degli adulti, il giovane si ritira in quello magico dei bambini, andando a trovare la soporre perché anche le nuove generazioni potessero trarre linfa vitale dai nostri progenitori e rellina e rievocando il fratellino morto prematuramente di leucemia. Un racconto che rispecchia la realtà e i riscoprirla attuale. Perdidar al progetto, Riccardo ha subito coinvolto musicisti di problemi degliancora adolescenti d’oggi, ierivita e di domani... chiara fama, ancorché locale, quali Aldo Martolini o GianPaolo Bartolozzi; Jamie A offrire ai ragazzi (e non solo) variazioni d’attore su quattro capisaldi della letteratura,laalliutaia di là di barriere diLazzara, genere e che snobismi è Renato con leliutaie sue (re)interpretazioni liberissimeviolinista, da Il marziano oltreletterari, ad essere una Romagnoli delle migliori italiane ed un’ottima ha innamorato Stefano Benni, La giacca stregata di Dinoche Buzzati, Il giovane Holden di J.D. SalingerDavid e It di fatto partedistabilmente dell’organico del gruppo accompagnava Caterina Bueno; Stephen King. Dainelli, insegnante di pianoforte all'Accademia della Musica di Volterra; polistrumentista Renato Romagnoli è socio fondatore del Teatro del Tè, attore, narratore e lettore. Tra i suoi spettacoli con e autore di musica per teatro, video e spettacoli in genere, oltre ad occuparsi di arte visiva il Teatro del Tè rappresentati durante Antroporti festival ricordiamo Ainda (libera interpretazione da Gli ultimi realizzando installazioni e sculture; il mandolinista giorni di Fernando Pessoa), Nostro signore degli abissi (da Aldo 20.000Martolini. leghe sotto i mari), e Pequod (da Moby Per l'etichetta Pegasus "musica popolare toscana" è uscito il loro primo CD. Dick). The shows Di e con Renato Romagnoli (produzione Teatro del Tè)