coverstory = the story group “Nati per raccontarti”, parte del nome del gruppo, riassume l’obiettivo dell’agenzia: promuovere la cultura dello storytelling a partire dal brand The Story Group la rivoluzione umanistica nella comunicazione contemporanea di Anna Maria Ciardullo Lifonti & Company, Cabiria BrandUniverse e Social Content Factory sono le tre anime del gruppo, un team di comunicatori in costante evoluzione, nato per raccontare le migliori storie d’impresa e di brand con tutti i linguaggi della comunicazione: parola, visual e video 6 Netforum = marzo - aprile 2017 T he Story Group - Nati per raccontarti è un gruppo di agenzie di comunicazione ma è anche un hub di condivisione, cultura, anime e visioni sul mondo. Ad esempio, avete mai pensato che la rivoluzione che stiamo vivendo non sia affatto semplicemente digitale ma anche profondamente umana? E quanto sia importante anche per la business community avere coscienza di quale sia la vera forma del cambiamento? Lo ha raccontato a Netforum Diego Lifonti, Presidente di The Story Group e amministratore delegato di Lifonti & Company. La sua realtà nasce a fine 2006 come holding di servizi del gruppo Diego Lifonti Communications, inizialmente composto da Lifonti & Company e Cabiria BrandUniverse. Oggi ha cambiato nome, contestualmente all’acquisizione del 60% del capitale di Social Content Factory, la terza società del gruppo. L’obiettivo di tutto il team è quello di promuovere la cultura dello storytelling presso le imprese, le marche, le istituzioni e gli opinion leader attivi sul mercato italiano. Il metodo dell’agenzia si fonda su tre punti cardine: la centralità del brand, le relazioni e il contenuto di alta qualità. Quest’ultimo è declinato e distribuito in tutti i touch-point: strumenti e piattaforme editoriali, media relations, canali social, digital PR, reti di vendita e di servizio, eventi, packaging, campagne di N GRUPPO corporate o brand advertising e così via. GestiTRE ANIME DIVERSE, re grandi relazioni con i clienti con una spiccata OGNUNA CON LA abilità di cogliere l’essenza dei brand e trasporPROPRIA SPECIFICITA’ tarla su tutti i canali di comunicazione è, dunMA AL CONTEMPO que, la grande forza del team, poiché la repuINTEGRATE tazione e la crescita discendono dall’identità di PERFETTAMENTE marca e dalla capacità di condividerla. Per queTRA LORO sto, diventa prezioso il supporto di un interlocutore come The Story Group che ne sappia cogliere l’essenza consegnandola al pubblico con un linguaggio attuale ma senza perderne l’anima, sia che si tratti di comunicazione tradizionale, sia digitale. U Il vostro claim già tradisce una spiccata predilezione per lo storytelling, ma cosa hanno davvero da dire i brand oggi? Quanto è importante per loro farsi editori di se stessi? La centralità del brand, la costruzione della reputazione attraverso relazioni dirette e mediate e il contenuto di qualità sono i pilastri della comunicazione contemporanea, ormai governata dalla disintermediazione: una situazione che ha messo chiunque nelle condizioni di poter dire la propria e, se ne è in grado, di lasciare un segno. Comprese le aziende e i brand, che devono entrare in un flusso dialogico con i propri pubblici o, per usare un termine sintetico, le crowd culture a cui fanno riferimento. L’azienda ha un’anima, un volto e una firma, ma deve anche saper utilizzare gli stessi strumenti, le stesse piattaforme e gli stessi algoritmi dei propri pubblici di riferimento. Occorre avere la consapevolezza che questi strumenti sono sì mezzi freddi e meccanici, ma non devono essere lontani dalla viva e multiforme umanità di coloro che vi partecipano. E’ dunque importante saper padroneggiare questi strumenti e rimanere al passo con l’evoluzione tecnologica, senza tuttavia scordare che si parla sempre a delle persone, ciascuna dotata di gusti, preferenze, valori. Solo attraverso una comunicazione chiara, onesta e affidabile, che rispetti marzo - aprile 2017 = Netforum 7 coverstory = the story group IL FUTURO le regole delle relazioni all’interno di quella bolla ormai allargata che il filosofo Habermas ha definito public sphere, è possibile per un brand entrare in relazione con la cultura, anzi le culture, a cui queste persone appartengono, stimolandosi reciprocamente. SARANNO SEMPRE PIù IMPORTANTI PER LA COMUNICAZIONE, LA CURA DELLE RELAZIONI E IL BRANDING Quali sono le sfide poste dal digitale che oggi bisogna inquadrare con chiarezza? Quanto è importante il contributo “umano”? In The Story Group abbiamo la convinzione che l’attuale rivoluzione digitale sia in primo luogo una rivoluzione umanistica, che ha messo in crisi il classico ruolo dei media – per citare ancora Habermas – come collettori dei discorsi e delle opinioni all’interno della società. In una parola, la sfida principale nella comunicazione digitale è quella di non farsi condizionare dagli algoritmi. O, ancora meglio, la sfida è andare oltre l’algoritmo: non dimenticare il lato umano di coloro che stanno dietro la macchina e saper riconoscere che sono i contenuti, non i mezzi o le piattaforme, ad essere ingaggianti nei loro confronti. A Facebook stessa, da un punto di vista strategico, non interessa avere solo messaggi sponsorizzati: questi acquisiscono valore anche grazie alla sterminata mole di messaggi quotidiani, discussioni, articoli e video che sono gratuitamente immessi sulla piattaforma da miliardi di utenti. Sono questi miliardi di utenti, non l’argoritmo attraverso cui io posso raggiungerli, a costituire i destinatari di un contenuto sui social network. “Contenuti fatti per le persone”, questo potrebbe essere una buona tagline di una campagna promozionale per un’agenzia di comunicazione integrata contemporanea. Quali sono i fattori che determinano la riuscita della comunicazione oggi? La sensazione è che lo sviluppo del digitale abbia diffuso un’idea di comunicazione sempre più virtuale e sempre meno reale. Questo perché troppo spesso si associa il digitale a una qualche forma di “virtualità” rispetto alla concretezza del mondo. Niente di più impreciso, 8 Netforum = marzo - aprile 2017 verrebbe da dire. Le attività che determinano la riuscita della comunicazione contemporanea sono, infatti, essenzialmente due: la cura delle relazioni, su tutti i canali, e il branding. Entrambe attività che hanno a che fare con il modo in cui percepiamo, sentiamo e preferiamo una marca o un’azienda piuttosto che un’altra, con ricadute nella nostra vita quotidiana. E’ questa integrazione tra relations e branding che deve essere rispecchiata in tutti i progetti, padroneggiando tutte le sintassi che regolano la comunicazione contemporanea, prevedendo la corrente anziché seguendola, riconoscendo che la rete è bottom-up, mai top-down. Non a caso, sono tre gli elementi su cui si baserà la comunicazione del futuro: la capacità di raccogliere e interpretare i big data, la conoscenza del digitale e la visibilità ed il posizionamento nella galassia dei media, che giorno dopo giorno si accresce con nuovi e innovativi broadcaster, a volte gli utenti stessi. Di conseguenza, le operazioni di comunicazione che riescono meglio sono quelle in cui editor, designer, creativi e video strategist nativi digitali lavorano insieme a professionalità con grande esperienza in testate giornalistiche o nella comunicazione di aziende, istituzioni e marche. The Story Group – Nati per raccontarti mette a disposizione dei propri clienti un team capace di produrre storie e contenuti di qualità, dotato di savoir-faire tecnologico ma radicato nelle relazioni, in grado di riconoscere le aspettative e i valori di riferimento dei pubblici della marca e di entrare in dialogo con essi. Come gestite la vostra comunicazione aziendale? quali canali preferite per promuovere le vostre attività? e perché? Dovremmo innanzitutto sottolineare come, per chi fa il nostro lavoro, la comunicazione più efficace siano i progetti che portiamo a termine per i nostri clienti ed i loro fornitori. Alcune di queste case history figurano nel nostro blog aziendale sul sito thestorygroup.it, sul quale ogni due settimane una voce proveniente dalle tre agenzie di cui il gruppo è composto affronta un tema di interesse per la propria realtà, sulla base dell’esperienza quotidiana di ciascuna di esse. Sui mede- Valeria Raffa, Partner Strategic & Creative Director di Cabiria BrandUniverse Andrea Stagnitto, co-founder di Social Content Factory Diego Lifonti, Presidente di The Story Group e amministratore delegato di Lifonti & Company The Story Group un gruppo di agenzie di comunicazione, ma anche un hub di condivisione, cultura, relazioni e visioni sul mondo simi temi, gestiamo anche alcune rubriche sulle principali testate di marketing e comunicazione. La qualità di alcuni progetti – come il branded content Il Mistero Sottile, prodotto per BTicino – ci permette di ottenere ulteriore risonanza anche attraverso la partecipazione a concorsi e rassegne sia nell’ambito della comunicazione e del marketing sia, come appunto per Il Mistero Sottile, in ambito cinematografico. Infine, ogni 3-4 mesi produciamo una ricerca originale sulle dinamiche della comunicazione contemporanea – ultima in ordine di tempo quella sull’uso dei social network nel mondo della Formula 1, apparsa in diversi quotidiani e magazine di ambito sportivo e automobilistico. Ricerche che diventano occasioni di visibilità e, so- prattutto, contributi al dibattito sui temi di nostro interesse. Qual è l’andamento del business? Noi ormai ci siamo assestati tra i due milioni, due milioni e mezzo di euro di onorari netti e pensiamo di rimanere nello stesso range anche nel 2017. Certo, è difficile fare previsioni in questa parte dell’anno, perché tutto va molto in base a come decollano i progetti, se rispettano i tempi previsti e come si evolverà il successo e la durata effettiva di una campagna che molto spesso si dilata molto di più rispetto al brief iniziale poiché raggiunge una tale portata che il cliente vuole protrarla o aggiungere nuovi elementi, anche sulla base delle reazioni dei target, in un vero e proprio continuum. marzo - aprile 2017 = Netforum 9 coverstory = the story group Cabiria Brand Universe l’anima di The Story Group che parla e diffonde il linguaggiO di ogni marca C on il digitale, i social e uno scenario media sempre più frammentato, il mondo delle relazioni ha assunto nuove forme. Di conseguenza anche il mondo dei brand. I marchi, fino a qualche anno fa, erano molto più facili da governare, perché comunicavano praticamente a senso unico, con meno touchpoint ed era sufficiente un buon posizionamento e una campagna creativa ADV ben pianificata per affacciarsi sul mercato. Oggi, i brand sono come le persone, vivono online, condividendo comportamenti e interagendo con un pubblico attivo che cerca comunicazioni sempre più one to one. Per fronteggiare uno scenario così complesso, The Story Group – Nati per raccontarti, con le sue realtà integrate a monte e la sua expertise decennale, vanta una struttura altamente specializzata nel curare gli asset delle marche, a partire da un aspetto fondamentale: la consapevolezza 10 Netforum = marzo - aprile 2017 Istinto creativo e agilità multi ambiente sono le attività fondamentali a supporto di un brand di successo. Per generare valore parlando alle persone innovator”. Qual è, dunque, la vostra ricetta per l’innovazione? L’infinita possibilità di relazione della nostra fase storica è la chiave di volta. Le persone sono liquide, cangianti, poliedriche e cercano relazione e connessioni in ogni aspetto della loro vita di consumatori, cittadini, membri di community di interessi anche con una buona dose di challenge per le marche e le imprese, cui si rivolgono da pari a pari. L’azienda non può che rispondere con il suo volto, la sua anima e la sua firma: il brand inteso come set di valori che ispirano specifici comportamenti della loro identità. Il lavoro di Cabiria Bran- e quindi una precisa cultura. Che va fatta dUniverse, l’anima del gruppo che cura il vivere non solo con i prodotti o nei punbranding, si fonda, infatti, proprio sullo stu- ti vendita ma in tutti gli ambienti con i vari dio e la comprensione target e anche verso gli brand di ogni marca: del suo altri brand. E’ come se i territorio, dei suoi valo- Sono come le persone, brand fossero essi stesri, della sua storia pas- sottoposti a tutte le si delle persone, sottosata e di quella che regole dello stare al posti a tutte le regole vorrà raccontare in fu- mondo. il primo passo dello stare al mondo e turo. L’intervista a Vale- è comprenderne continuamente imperia Raffa Partner Strate- a fondo l’identità gnati a lasciare un segic & Creative Director gno in una vasta catedi Cabiria BrandUniverse- che ha racconta- na di occasioni di incontro e di scambio. In to a NetForum quali sono i valori fondan- The Story Group – Nati per raccontarti stiati del branding secondo The Story Group. mo interpretando al meglio la comunicaLa creatività della copertina di questa edi- zione contemporanea in linea con quanto zione di NetForum è stata curata da Cabi- detto. In una parola, ci occupiamo di Branria BrandUniverse. ding. Indipendentemente dalla fase di vita del brand (nascita, sviluppo, diversificazioAl vostro Gruppo i riconoscimenti ne), dal canale (reti proprie, canali digitanon mancano, a partire dal più li, media relations, eventi, pubblicazioni) e recente che vi ha incoronati “best dalla tipologia di contenuto. I Il team del gruppo Da sinistra: Stefano Caratelli, Luca Ricci Maccarini (Lifonti & Company), Valeria Raffa e Andrea Stagnitto. Sulla destra, una campagna curata da Cabiria BrandUniverse per Pasqua Vini Verona Come si crea una comunità di interessi? Soprattutto in un’era come la nostra, che è stata definita della post verità? Questa domanda richiede una doppia risposta. Per quanto riguarda le comunità di interessi, è importante riconoscere che ne esistono molte e di tipo diverso. Ve ne sono alcune legate a un brand ed altre a più brand, connessi ad una attività specifica come, ad esempio, il ciclismo. In questo secondo caso si parla di comunità di aggregazione. Quando si ha a che fare con un brand specifico – si pensi ad esempio all’Harley Davidson – che definisco comunità di “deificazione”, dove un brand assume connotati di rispetto e amore nei confronti di un pubblico completamente ingaggiato da ciò che il brand rappresenta. In quest’ultima situazione, la comunicazione che il brand rivolge alla sua comunità di interessi deve essere in linea con la cultura della sua tribù (i bikers) e coerente con la sua personalità. Attraverso la creazione di uno spazio digitale, un social, un sito, una pagina online, il brand dota questo gruppo di persone di uno spazio in cui poter scambiare le proprie opinioni sugli argomenti che stanno loro a cuore: le nuove piattaforme sono gratuite, accessibili a tutti, integrate negli strumenti che usiamo quotidianamente, come computer e smartphone, quegli spazi dove messaggi trasmessi con linguaggi diversi devono arrivare in modo coerente e veritiero ai riceventi, generando nuove informazioni. Venendo invece alla questione della post verità, sarà sempre l’informazione onesta e coerente quella più apprezzata. Tenderà ad acquisire maggiore longevità e a influenzare le decisioni future del pubblico a cui ci rivolgiamo. Le aziende e i brand devono dotarsi degli strumenti per entrare in questo flusso dialogico. Ciò che costituisce la peculiarità di The Story Group – Nati per raccontarti è proprio la capacità di declinare in maniera integrata e su più linguaggi – testo, design e video - la creatività, l’attenzione per l’audience, la sintesi e la capacità di dialogare con le tante anime che compongono la dimensione pubblica contemporanea. Sul vostro sito accennate a delle peculiarità intrinseche all’italianità, le quali hanno un impatto sulla comunicazione delle aziende nostrane. In cosa consistono e perché è così importante per un marchio Made In Italy mantenere questo mood che li distingue in qualche modo da quelli internazionali? Il tema dell’italianità è molto legato a quelli della creatività e qualità. Ciò che ci distingue molto è la grande attenzione ai dettagli, e sono proprio i dettagli a identificare profondamente l’approccio alle cose nel nostro Paese. Si tratta di un aspetto che ci è riconosciuto e probabilmente attrae anche in maniera inconsapevole il pubblico all’estero e, a mio parere, deriva dal fatto che giaciamo su un tesoro multi-culturale che ci abitua sin da piccoli all’idea della bellezza. Questo non può che influenzare positivamente il nostro senso estetico. Anche, banalmente, progettare un’identità per un brand italiano non può prescindere dal fatto che debba essere bello, nel senso di ben progettato, con una storia che sia essa heritage, contemporanea e futura. Credo che sia importante che i brand italiani contribuiscano a generare questa bellezza, in primo luogo prendendosi cura della propria immagine e della propria identità. Il Made in Italy ha un peso qualitativo ed economico veramente invidiabile e non va sprecato. marzo - aprile 2017 = Netforum 11 coverstory = the story group Social Content Factory videostrategy, creatività ed engagement per i brand Fa parte di The Story Group - Nati per raccontarti dal 2014 e ne ha completato l’offerta grazie ad un’expertise di lungo periodo maturata nel mondo social e con un focus specifico: il video Una scena dal branded content “Il Mistero Sottile”, creato da Social Content Factory per BTicino” L’ integrazione di Social Content Factory in The Story Group, di cui fa parte dal 2014, risponde alla volontà di creare un raggruppamento in grado di interpretare con creatività ed efficacia, oltre ai bisogni classici di comunicazione interna ed esterna, anche le nuove esigenze narrative e di publishing di brand e imprese. La divisio12 Netforum = marzo - aprile 2017 ne è attiva nell’ideazione, produzione e distribuzione di campagne creative declinate con uno dei formati più diffusi e ormai lingua franca della rete: il video. Fattore distintivo di Social Content Factory, come ha spiegato a NetForum, Andrea Stagnitto cofounder dell’azienda insieme a Cristian Micheletti, sono le tecniche narrative emozionali e coinvolgenti capaci di crea- re “buzz” e di stimolare la viralità e leve di condivisione sociale. Perché avete scelto di puntare sul video? Il video, ma più ampiamente il visual immediato, è lo strumento più concreto per poter immergere il consumatore in un’esperienza. Come ci raccontano dati e ricerche sulle abitudini di consumo sui social media, purtroppo, il pubblico ha poco tempo e ancor meno attenzione: si sta andando nella direzione di comprimere messaggi e storie nel minor tempo possibile, ed il video, le animazioni grafiche, al limite le gif, permettono di farlo. C’è infine un fattore fondamentale: il video dà la possibilità di colpire la pancia del pubblico. Pochi altri strumenti lo riescono a fare così bene. Quali sono i linguaggi più funzionali per creare audience e traffico sui social e da cosa è influenzata la scelta? Non sono tanto i linguaggi a creare audience e traffico. Sono le notizie che comunichiamo, unite alle emozioni che suscitiamo in quel pubblico che sceglie di vedere proprio quel contenuto. Il video a volte è solo “un di cui”. Parto sempre dal potenziale titolo che un’attività che approcciamo creativamente potrebbe portare all’inizio del suo percorso di distribuzione. Bisogna cercare sempre un punto di vista nuovo, distruttivo, che giochi forte sui contrasti ma che sappia allo stesso tempo dialogare sinceramente con i target, senza frustrarli o prenderli in giro. Case History di successo Make It = Cliente Prysmian Group = Attività rinnovamento immagine aziendale, creazione contenuti video, supporto per employer branding e attività di recruiting attraverso i social network Per la campagna Make It, The Story Group ha supportato Prysmian Group in un ampio novero di attività: Lifonti & Company ha contribuito alla creazione di contenuti multi-format (video, storie, advertising) e ha condotto una innovativa campagna di employer branding e recruiting a livello globale attraverso le piattaforme Facebook e Linkedin. Gli obiettivi principali: awareness ed engagement verso la marca. La parte grafica del progetto è stata ideata e realizzata da Cabiria BrandUniverse, che da anni collabora con il gruppo dal punto di vista del concept e del design di diversi strumenti aziendali che vanno dall’annual report al bilancio di sostenibilità. La divisione Social Content Factory ha concepito e prodotto i contenuti video a supporto delle iniziative azienda- La creatività di lancio della campagna Make It, sviluppata da Cabiria BrandUniverse li, sia per quanto riguarda la comunicazione esterna sia interna. KPI aumento di followers sui social net- Cosa significa oggi essere re sia centrale. Come un brand si rivolge ad “virale”? una specifica cultura - come se fosse una Significa essere bravi. Anzi bravissimi. Non persona o come se fosse un testo dotato sempre ci riusciamo. È di un certo numero di vadifficilissimo prevedelori e informazioni - così l video re il tasso di “virilità na- È lo strumento i video devono parte del tiva” che una creatività più concreto proprio successo alla cavideo potenzialmente per immergere pacità di rielaborare le possiede prima di di- il consumatore aspettative di uno specistribuirla e confrontar- in un’esperienza fico pubblico. La viralità si col pubblico. Ci sono davvero memorabile dipende anche dalle disicuramente dei punmensioni di questa sotti di partenza da cui iniziare ad approfon- tocultura, e dalla sua possibile estensione dire: contesto, immedesimazione ed emo- in altre sfere culturali. zione sono buoni indici, ma non sempre valgono. Credo che la totale conoscenza Come immaginate l’evoluzione e immedesimazione del creativo rispetto dei social network dei prossimi alla sottocultura che si cerca di raggiunge- cinque anni? E in un ipotetico I work +14% (FB) e +6% (Linkedin), aumento dell’awareness di marca, 7000+ candidature raccolte, aumento dei contatti al sito e di lettura di contenuti aziendali. futuro più lontano? Bellissima domanda. Credo che arriveremo, nel breve, a una vera programmazione massiccia, fatta di palinsesti sempre più ricchi, da parte di alcuni broadcaster legati al mondo tv (soprattutto nei grandi eventi) e di alcuni player sportivi di live streaming su piattaforma Facebook. Alcune squadre di calcio stanno già testando questa strada che scardinerebbe, in un attimo, tante cose a cui siamo abituati. Più lontano ancora? Parlando di YouTube, credo che nel giro di qualche anno inizierà a diventare esso stesso produttore di contenuti cinema e seriali creando una sezione premium a bassissimo costo, potendo contare su un bacino di utenza potenzialmente incredibile già in partenza. marzo - aprile 2017 = Netforum 13