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Filosofia – Maggio 2015
L’evoluzione interiore
“Quando sto sdraiato sul mio giaciglio distratto o pensoso, loro lampeggiano su quell’occhio
introspettivo che è la beatitudine della solitudine; e allora il mio cuore si riempie di piacere e
danza con le giunchiglie”.
Così termina la poesia “Daffodils” di William Wordsworth, a indicare uno stato di fusione con la
natura circostante o meglio, un senso di smarrimento in una “coscienza cosmica”, percepibile
anche quando si chiudono gli occhi in meditazione. La consapevolezza di essere parte di un tutto,
cosa difficilmente raggiungibile, se non in momenti molto rari, nell’incessante avvicendamento
quotidiano. L’occidentale moderno trova ormai raramente occasioni di intimismo e riflessione, o
episodi di slanci creativi e poetici, come accade invece ai poeti….
Momenti simili può averli l’uomo di fede nella preghiera, l’uomo comune forse nell’intimità
sessuale. I due aspetti si trovano uniti negli amori profondamente vissuti e nel tantrismo, una
corrente yoga dell’India che sacralizza la pratica sessuale come mezzo per giungere al divino.
L’energia sessuale dell’uomo è una forza positiva che pervade l’intero mondo e s’identifica con
l’Assoluto non duale; attraverso l’affinamento del corpo e della mente uniti si perfeziona la
conoscenza di sé e quindi di Dio, o Brahma. Come pensava Agostino, Dio risiede nell’interiorità,
nella coscienza, che tuttavia secondo i tantrici si può espandere senza limiti. Tutti i mistici in ogni
religione sono giunti alla stessa Verità: il più intimo castello della coscienza (v. Teresa d’Avila)
coincide con l’Altissimo. L’estasi (anche di tipo tantrico) è un punto d’incrocio di rette infinite, una
via di confluenza e di fuga di spazio e tempo difficile da spiegare col linguaggio comune. La
sensazione di fusione ed espansione della coscienza si può solo esperire, ma è un punto d’arrivo e
di partenza cui tendere tramite la meditazione, la preghiera, l’intimità sessuale, la contemplazione
estetica, la riflessione sui testi. L’armonia fra corpo e mente permette di cominciare; noi
occidentali con la nostra storia filosofica e scientifica fino agli albori del ‘900 siamo portati al
dualismo fra spirito e materia, e fino a pochi decenni fa si è appiattito tutto sulla materia: il
dibattito mente-cervello fra i neurologi ha finito per negare l’esistenza dell’anima o della coscienza
e l’uomo si è ridotto all’homme machine di La Mettrie (‘700). Un’immagine certamente riduttiva
della nostra complessità spirituale, un insulto alla parte migliore dell’umanità, quella che tende al
proprio sviluppo non solo tecnologico, ma soprattutto interiore.
Fortunatamente gli ultimi esiti della fisica concordano, o per lo meno non contrastano, con quanto
tutte le grandi religioni ci hanno tramandato nel corso dei secoli in fatto di spiritualità, compreso il
tantrismo. L’energia di cui parla, caratterizzata fondamentalmente dal desiderio, somiglia a
quell’energia orgonica teorizzata da Wilhelm Reich (che per i suoi esperimenti azzardati finì la sua
vita in carcere); si tratta di quella forza vitale, la libido collegata all’energia del cosmo. Il tantrismo
cerca di incanalare ed espandere, non soffocare, la forza sensuale ed emotiva. Questa stessa forza
può raggiungere i livelli superiori dell’essere, perché appunto il fisico comunica con lo spirituale e
viceversa, ogni cosa è collegata in un incessante interscambio: cellule-psiche-cervello-coscienzaviventi-Terra-Cosmo. Gli apparenti contrari si uniscono in una superiore unità, come predicava
Eraclito presso i Greci nel VI secolo a.C. e il Tao presso i Cinesi: la via in giù e la via in su sono una e
la stessa.
La percezione dell’unità del Tutto, della coincidenza di tutti gli esseri, si raggiunge anche attraverso
la creazione o la fruizione dell’arte, o l’assunzione di alcune droghe. Aldous Huxley descrive gli
effetti della mescalina, che provò personalmente, come una sensazione di luce, di estrema vivezza
di colori, di penetrazione della realtà intima delle cose, del cogliere l’in sé degli oggetti; una
conoscenza immediata e intuitiva della Realtà al di là delle apparenze, un mondo che si dischiude
dietro il fenomeno e che sembra provenire da una sorta di Coscienza Collettiva (di cui parlava
Jung) dove hanno sede gli Archetipi delle cose. Archetipi che somigliano tanto alle Idee di Platone
o alle forme di Aristotele. Nel mondo del visionario sotto effetto della droga (mescalina o acido
lisergico) esistono oggetti il cui significato coincide col loro essere, fatti come “manifestazioni
dell’essenziale qualità di dato dell’universo” (A.Huxley, “Le porte della percezione”). In questo
mondo, forse un’anticipazione di ciò che ci attende nell’aldilà, tutto è soffuso di luce, brilla come
pietra preziosa: sarà forse il motivo per cui i brillanti ci attirano tanto? Il motivo che conduceva la
deliziosa Lullaby (Holly) a fare colazione da Tiffany? Il motivo che attira le farfalle verso la luce, i
fiori verso il Sole? Colore e luce sono elementi essenziali del divino, in particolare bianco al centro
e rosso più all’esterno; un tempo il colore con le sue molteplici sfumature non veniva percepito dai
nostri antenati, come pure ora da molti animali: fa parte della nostra evoluzione. Nell’Antico
Testamento, fa notare Richard Bucke (“La coscienza cosmica”) non si menziona mai il colore del
cielo, anche se più volte viene nominato. Nel “Fedone” di Platone è scritto: “In quest’altra terra i
colori sono molto più puri e molto più brillanti di quanto siano quaggiù…Le stesse montagne, le
stesse pietre hanno un più ricco splendore, una trasparenza più bella, una più bella intensità di
sfumatura. Le pietre preziose di questo mondo più basso, le nostre cornaline, i diaspri, gli smeraldi
e tutte le altre gemme di alto prezzo, non sono che minuscoli frammenti di queste pietre di lassù.
Nell’altra terra non vi è pietra che non sia preziosa e superi in bellezza ogni nostra gemma” (cit.da
Huxley). Molte opere d’arte evidentemente ricordano questo mondo. Anche il senso dell’olfatto si
sviluppa relativamente tardi, compare nel Cantico dei Cantici (IV sec.a.C.) mentre in narrazioni
antecedenti non se ne parlava; nei bambini è presente solo dopo alcuni anni, il colore non alla
nascita.
Bucke sostiene che nel corso della sua storia l’umanità presenta una sorta di evoluzione e
selezione, concordemente alla teoria di Darwin, ma non solo di natura fisica e intellettiva, anche
morale; gli antesignani di tale trasformazione spirituale sono gli uomini di coscienza superiore, fra i
quali enumera poeti, filosofi, scienziati, scrittori, fondatori di grandi religioni: sono coloro che
percepiscono l’unione col cosmo, le corrispondenze di cui parla anche Jung nel suo piccolo saggio
“Sincronicità”. I sincronismi sono quegli elementi di collegamento tra la psiche umana e l’energia
cosmica, che fanno sì che vi sia influenza reciproca, “identità relativa o parziale tra psiche e
continuum spaziotemporale oggettivo”. Una corrente di energia che testimonia un possibile
collegamento tra psicologia e fisica, ipotizzato anche da alcuni scienziati contemporanei. Rupert
Sheldrake, un biologo inglese, ha introdotto la teoria dei campi morfici, secondo cui ogni coscienza
individuale ha un proprio campo di energia collegato al cervello ma non solo; i campi energetici
degli esseri di una determinata specie formano un campo collettivo più grande detto morfico o
morfogenetico che funge da guida per ogni cellula di ogni singolo individuo, a somiglianza degli
Archetipi collettivi di Jung. I campi a loro volta possono interagire tra loro. Attraverso l’attenzione
e la focalizzazione del pensiero la nostra coscienza può influenzare una parte dell’energia cosmica,
così come essa può agire su di noi mediante le “sincronicità”, se le sappiamo percepire e ascoltare:
coincidenze significative che sembrano all’improvviso risolvere i nostri problemi.
Un altro illustre studioso, il medico Larry Dossey, ha seguito alcuni esperimenti che hanno valutato
l’influenza dell’intenzione sulla guarigione di malattie, sul rendimento scolastico o sulle decisioni.
Malati di cancro cui erano state rivolte le preghiere di un gruppo di fedeli di vari culti si
riprendevano più rapidamente di quelli ai quali non erano state rivolte, ad es.; allievi da cui gli
insegnanti si aspettavano di più inquadrandoli in anticipo come “migliori” hanno realizzato risultati
migliori e così via….Pare che la compassione e la solidarietà abbiano dunque un qualche valore,
siano appunto la manifestazione di una comunione con tutti gli esseri e forse con una Mente
Universale, principio organizzativo della Natura. Bucke parla di salti evolutivi: c’era una materia
inorganica, da qui “per puro caso” si genera la vita; le probabilità che succeda sono troppo scarse
per dire che si tratta del caso e non piuttosto di un fine teleologico; dalla vita si passa
all’autocoscienza e da questa alla coscienza cosmica, privilegio di pochi. Attraverso lo studio di
questi casi, la riflessione e la meditazione interiore anche noi possiamo contribuire all’evoluzione
cosmica, al progresso morale e all’espandersi della coscienza. Gurdjieff parla di livelli successivi di
coscienza e di sette tipologie umane: il primo tipo è l’uomo “fisico”, in cui il centro istintivo e
motore prevalgono su quelli emotivo e intellettuale; il secondo è l’uomo “emozionale” in cui il
centro emozionale prevale su quelli intellettuale, motore ed istintivo; il terzo l’uomo intellettuale:
la maggioranza degli uomini appartiene a questi primi tre tipi. L’uomo n.4 è colui che ha riflettuto
su se stesso e sente l’esigenza di uno sviluppo spirituale; ha la padronanza dei quattro centri
principali e ha deciso di acquisire una vera unità. L’uomo n.5 ha acquisito l’unità e la coscienza
piena di sé, con funzioni e poteri che l’uomo ordinario non possiede. L’uomo n.6 ha raggiunto la
coscienza oggettiva, una funzione intellettuale superiore con la quale “l’uomo è in grado di
conoscere l’intera verità su ogni cosa, può studiare le cose in sé e il mondo qual è” (Peter
Ouspensky, “L’evoluzione interiore dell’uomo”, p.49). Infine, l’uomo n.7, stato cui giungono solo
gli illuminati (come i mistici o Buddha), è colui che ha raggiunto un Io permanente e una volontà
libera.
Lo spirito dell’uomo è dunque in divenire, ma lo è anche il corpo (come pensano del resto tutti i
fenomenologi, tra cui Edith Stein), essendovi inscindibilmente unito o meglio trattandosi sempre
di “spirito incarnato”. Lo spirito passa anche attraverso il corpo, il portamento, la figura e lo
sguardo: “L’umanità non è un vicolo cieco. Le possibilità di ciò che chiamiamo corpo sono
inesauribili. Un’indicazione chiara e diretta di ciò che sono viene fornita dai sempre maggiori livelli
di destrezza raggiunti dallo stesso corpo umano. Il corpo umano, infatti, non è una forma finita,
bloccata; è un continuo processo di divenire”; “Il volto di un uomo appassionatamente dedito alla
ricerca è non solo più spirituale di quello dell’uomo dalla mente ottusa, ma è anche più volto, e
cioè più autenticamente, più intensamente corpo. E non c’è solo maggior spiritualità nel
portamento di un uomo dal cuore libero e generoso, rispetto a quello di un individuo brutale ed
egoista, c’è anche un corpo più sensibile. Con l’uomo ha inizio un ordine totalmente nuovo di
sviluppo. Il corpo in quanto tale diventa più animato, più vibrante, essendo più intensamente
pervaso dalla vita del cuore, della mente e dello spirito” (Romano Guardini, cit. da James Redfield,
“Il lato spirituale della vita”, p.181-182).
Ecco perché la Bellezza che ci colpisce nell’amore è di tipo diverso a seconda del tipo d’uomo che
ne è attratto: un tipo “fisico” sarà attratto da un tipo volgarizzato di femminilità, mentre il tipo n.4
sarà pronto per una bellezza più spirituale; può accadere del resto che un livello superiore
conduca verso un’evoluzione interiore per attrazione, simpatia e desiderio imitativo, fungendo in
tal modo da “nocchiero”, come accade per tante figure femminili della letteratura, da Beatrice, a
Laura, a Psiche nella favola “Amore e Psiche” risalente ad Apuleio e ripresa da molti autori
rinascimentali e romantici a significare appunto il progresso interiore che Eros produce nei singoli
amanti e nella coppia. La crescita dell’anima attraverso Eros è qualcosa da coltivare nel segreto del
silenzio e della meditazione, nell’oscurità ove avvengono gli incontri tra i due amanti.
Che lo stato di coscienza cosmica sia un’esplosione di forza vitale, come nell’unione erotica o
mistica, lo testimoniano le parole di Dante o di Whitman: “Ciò ch’io vedeva mi sembiava un riso de
l’universo; perché mia ebbrezza intrava per l’udire e per lo viso./ Oh gioia! Oh ineffabile allegrezza!
Oh vita integra d’amore e di pace! Oh sanza brama sicura ricchezza!” (Pd, canto XXVII); “Sono
soddisfatto - io vedo, danzo, rido, canto….Ed erro, stupito di trovarmi così agile e allegro….Oh, la
gioia del mio spirito – dalla gabbia è fuggito – e come un fulmine guizza!”; “L’oceano è colmo di
gioia – l’atmosfera è tutta di gioia! Gioia! Gioia! In libertà, in devozione, in amore! Gioia nell’estasi
della vita! E’ sufficiente esistere! È sufficiente respirare! Gioia! Gioia! Gioia, sempre ed ovunque!”
(Walt Whitman, “Foglie d’erba”, cit. da Bucke, “La coscienza cosmica”, p.90).
Non rappresenta privazione e assenza di emozioni, ma tripudio di colori, armonia di suoni e
profumi: insomma, un’esaltazione e sublimazione dei sensi. Come Bucke sottolinea, gli illuminati si
erano liberati anche dal senso di colpa. Non peccato e mortificazione, ma amore. Non negazione,
ma affermazione. Un sì. Un supremo sì alla Vita.
Coltivare il proprio giardino interiore ed affinare i sensi corporei vale la pena se pensiamo alle
potenzialità future dell’uomo che diversi esperimenti scientifici hanno provato, o al fatto che tutti
gli esseri sono un aggregato di energia che non si disperde con la morte. Cose che sembravano
improbabili si sono avverate, capacità impensate, finestre su mondi sconosciuti possono aprirsi. Il
nostro modo di pensare è ancora molto limitato, si attiene al principio causa-effetto e fatica ad
accettare altre opzioni nella vita pratica. Ma esperimenti su esperienze fuori dal corpo sono stati
eseguiti con successo da molti studiosi, quali Sylvan Muldoon, Oliver Fox, Robert Crookall, Robert
Monroe e altri (cit. da Redfield, “Il lato spirituale della vita”, p.163); esperimenti sull’interazione a
distanza, la cosiddetta “sincronicità quantistica”o “non-località” eseguiti da Dale Graff negli anni
’70 per il progetto Stargate di fisica nucleare: due particelle elementari che erano state collegate
continuavano a influenzarsi a vicenda e a ruotare in sintonia, anche se separate da chilometri di
distanza. Un altro esperimento fu eseguito in Russia dal biologo quantistico Vladimir Poponin sul
DNA umano. La presenza di molecole di DNA in una camera vuota in cui erano stati immessi solo
fotoni di luce fece sì che si creasse un campo energetico organizzato intorno alle suddette
molecole, e che tale campo permanesse anche dopo che il DNA fu rimosso. Si provò inoltre che gli
stati emotivi influivano sul DNA di una persona, quindi sul suo stato di salute (Jan Cederquist, “Le
coincidenze non esistono”).
“Dobbiamo partire dal presupposto che ogni avvenimento abbia un significato e contenga un
messaggio che si riferisce in qualche modo alle nostre questioni, soprattutto a quelli che definiamo
come fatti negativi. La Settima illuminazione dice che la sfida sta nel trovare un raggio di luce in
ogni avvenimento, anche in quelli negativi” (J. Redfield, “La profezia di Celestino”, p.195).
Anna Actis Dato
Bibliografia
Peter D. Ouspensky, “L’evoluzione interiore dell’uomo. Introduzione alla psicologia di Gurdjieff”,
Edizioni Mediterranee, Roma, 1985 (ed. or. “The Psychology of Man’s possible evolution”, 1950);
Richard M. Bucke, “La coscienza cosmica. Uno studio sull’Evoluzione della Mente Umana”, Edizioni
Crisalide, Spigno Saturnia (LT), 1998 (ed.or. “Cosmic Consciousness. A Study in the Evolution of the
Human Mind”, 1875 circa);
James Redfield, “La profezia di Celestino”, ed. Corbaccio, 2014 (ed.or. “The Celestine Prophecy”,
1993);
James Redfield, Michael Murphy, Sylvia Timbers, “Il lato spirituale della vita”, Casa editrice
Corbaccio, Milano, 2002 (ed.or. “God and the Evolving Universe”, 2002);
Larry Dossey, “Alla ricerca dell’anima. Un viaggio illuminante per colmare il varco tra scienza e
religione”, Sperling e Kupfer Editori, Milano, 1991(ed.or. “Recovering the Soul”, 1989);
Kamala Devi, “Il culto dell’estasi”, Olympia Press Italia, 1977 (ed.or. “The Eastern Way of Love”,
1977);
Aldous Huhley, “Le porte della percezione”, Mondadori, Milano, 2014 (ed.or. “The doors of
perception-Heaven and Hell”, 1954);
Carl G. Jung, “La sincronicità”, Boringhieri, Torino, 1980 (ed.or. 1952);
Jan Cederquist, “Le coincidenze non esistono”, Rizzoli, Milano, 2010 (ed.or. “Meaningful
coincidence”, 2010);
Frank Joseph, “Il potere delle coincidenze”, Edizioni Il punto d’incontro, Vicenza, 2011 (ed.or. “The
power of coincidence”, 2009);
Ken Wilber, “Sex, ecology, spirituality. The spirit of evolution”, Shambhala, Boston-London, 1995.