UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI “PARTHENOPE” ARCHIVI. INDICE PREMESSA ................................................................................................................... 2 1 IMPIANTI ELETTRICI .............................................................................................. 3 1.1 Dati di Progetto .................................................................................................. 3 1.2 Principali Norme e Leggi di Riferimento ............................................................. 6 1.3 Descrizione dell’Impianto ................................................................................. 13 1.4 Criteri di Dimensionamento .............................................................................. 20 1.4.1 Protezione dai sovraccarichi ...................................................................... 20 1.4.2 Protezione contro i cortocircuiti .................................................................. 21 1.4.3 Dimensionamento conduttori di neutro ...................................................... 21 1.4.4 Caduta di tensione ..................................................................................... 22 1.4.5 Dimensionamento conduttori di protezione ................................................ 22 1.4.6 Protezione contro i contatti indiretti ............................................................ 23 1.4.7 Calcolo delle correnti di cortocircuito ......................................................... 24 1.5 Impianto di Terra .............................................................................................. 27 2 IMPIANTI SPECIALI .............................................................................................. 28 2.1 Impianto di Rilevazione Incendi ....................................................................... 28 2.2 Impianto di Diffusione Sonora .......................................................................... 30 2.3 Impianto TVCC ................................................................................................ 31 3 VERIFICHE ............................................................................................................ 32 1/32 UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI “PARTHENOPE” ARCHIVI. PREMESSA L’intervento è finalizzato all’adeguamento degli impianti elettrici e speciali in un corpo di fabbrica esistente costituito da n°4 livelli tutti interrati da adibire ad archivio, sito in Napoli alla Via Parisi n°13, per le esigenze della Università degli Studi di Napoli “Parthenope”. Esso prevede l’integrazione ed il potenziamento rispettivamente dell’impianto elettrico (“L” e “FM”) e degli impianti speciali, entrambi in parte già esistenti, per l’alimentazione di tutti i carichi per lo svolgimento delle attività previste, nel rispetto delle specifiche norme CEI di interesse per il settore. La presente relazione ha lo scopo di corredare i grafici di progetto degli impianti elettrici e speciali delle informazioni necessarie ad una realizzazione in accordo alle norme vigenti ed alla perfetta regola d'arte. Gli impianti saranno eseguiti in conformità ai grafici di progetto allegati, ed alle indicazioni eventualmente impartite dalla D.L. Le indicazioni numeriche (sezioni dei conduttori, tipo ed ubicazione delle apparecchiature, caratteristiche degli interruttori, etc.) si trovano espressamente indicate nel prosieguo della presente relazione o nelle tavole grafiche allegate. I materiali saranno conformi agli standards previsti in sede progettuale e provvisti del Marchio di Qualità (IMQ). L’impresa si impegna a fornire, prima della realizzazione, campionature dei materiali, ove non specificati, che intende adottare per ottenere l’approvazione della D.L. 2/32 UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI “PARTHENOPE” ARCHIVI. 1 IMPIANTI ELETTRICI 1.1 Dati di Progetto Destinazione d’uso dei locali: I locali conservano la loro destinazione d’uso iniziale cioè quella di archivi. Tipologia di locale: I locali oggetto dell’intervento in esame rientrano tra quelli contemplati dagli allegati A e B della norma CEI 64 - 8 sez. 751. Si tratta di luoghi a maggior rischio in caso di incendio, e dunque per essi, oltre tutte le prescrizioni previste per gli ambienti ordinari, dovranno essere applicate le seguenti prescrizioni integrative: - i componenti elettrici devono essere limitati a quelli necessari per l’uso degli ambienti stessi, fatta eccezione per le condutture, le quali possono anche transitare; - nel sistema delle vie d’uscita non devono essere installati componenti elettici contenenti fluidi infiammabili; - negli ambienti nei quali è consentito l’accesso e la presenza del pubblico, i dispositivi di manovra, controllo e protezione, fatta eccezione per quelli destinati a facilitare l’evacuazione, devono essere posti in luogo a disposizione del personale addetto o posti entro involucri apribili con chiave o attrezzo; - tutti i componenti elettrici devono rispettare le prescrizioni contenute nella norma CEI 64-8 sezione 422 sia in funzionamento ordinario che in caso di guasto, tenuto conto dei dispositivi di protezione; - gli apparecchi illuminanti devono essere mantenuti ad adeguata distanza dagli oggetti illuminati, se combustibili, rispettando la distanza di 50 cm per potenze fino a 100W – 80 cm per potenze oltre 100W e fino a 300W- 100 cm per potenze oltre 300 W e fino a 500W; - gli apparecchi d’illuminazione dotati di lampade che in caso di rottura possono proiettare materiale incandescente (lampade ad alogeni e/o alogenuri) devono essere del tipo con schermo di sicurezza per la lampada ed installati secondo le istruzioni del costruttore; 3/32 UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI “PARTHENOPE” ARCHIVI. - le lampade e le altri parti componenti degli apparecchi d’illuminazione devono essere protette contro le prevedibili sollecitazioni meccaniche; i dispositivi di limitazione della temperatura devono essere provvisti di ripristino solo manuale. - le condutture dovranno essere di tipo termoplastiche autoestinguenti, se montate in strutture non combustibili; qualora siano poste a vista dovranno presentare grado di protezione elettrica > IP44 e se termoplastiche dovranno essere conformi alla Sezione 422 della Norma CEI 64/8, soddisfacendo la prova al filo incandescente ad 850°°C anziché a 650°°C. - i circuiti dovranno essere protetti contro le sovracorrenti all’origine dei circuiti stessi ed oltre che con le protezioni generali ordinarie, anche con dispositivi a corrente differenziale avente corrente nominale d’intervento non superiore a 300mA; - utilizzare esclusivamente cavi “non propaganti l’incendio” a bassissima emissione di fumi e gas tossici, tali da garantire la salvaguardia delle persone e preservare gli impianti e le apparecchiature dall’attacco dei gas corrosivi; - prevedere barriere tagliafiamma negli attraversamenti di solai e pareti che delimitano il compartimento antincendio, di caratteristiche di resistenza almeno pari a quelle richieste per gli elementi costruttivi del solaio o della parete ove sono installati. In quest’ultimo caso, tali sbarramenti saranno costituiti da barriere in materiale incombustibile disposte sul percorso dei cavi (lana di roccia, sabbia, materiali intumescenti in grado di espandersi se sottoposti all'azione del fuoco ecc.), essi avranno forma e dimensione adatte ad impedire lo scavalcamento della fiamma e, se necessario, devono poter essere smontate per permettere l'eventuale aggiunta di cavi. Devono avere, in relazione al tipo di cavi installati, alla loro modalità d'installazione, alla disponibilità di mezzi d'intervento ecc., una distanza tale da impedire che l'incendio possa innescarsi e svilupparsi. Si riterrà sufficiente l'adozione di sbarramenti disposti in corrispondenza degli attraversamenti suindicati, senza tuttavia superare i seguenti valori: 5 m nei percorsi verticali e 10 metri nei percorsi orizzontali; laddove si rendesse necessario ripristinare la resistenza al fuoco di elementi costruttivi attraversati da condutture, bisognerà otturare non solo il foro lasciato libero dalla conduttura, ma anche l'interno della conduttura stessa. Carichi, coefficienti di contemporaneità e di utilizzazione: L’adeguamento dell’impianto elettrico dovrà provvedere all’alimentazione dei carichi composti per la maggior parte da circuiti prese alimentati dalle sez. rispettivamente 4/32 UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI “PARTHENOPE” ARCHIVI. Normale e Continuità (prese di servizio) e dai circuiti luce (incluso emergenza), alimentati dalle sez. Emergenza. I suddetti circuiti verranno installati negli ambienti secondo le relative tavole di progetto allegate alla presente relazione e denominate rispettivamente “Pianta Distribuzione FM” e “Pianta Distribuzione Luce”. Per tutti i carichi si assume un coefficiente di utilizzazione unitario. Il coefficiente di contemporaneità complessivo si assume pari ad un valore non inferiore a 0,7. Caduta di tensione ammissibile: Si assume quale valore tollerabile per la caduta di tensione il 4% della tensione nominale. Caratteristiche della rete di alimentazione: L’edificio è dotato di una propria cabina di trasformazione MT/bt per cui il sistema di distribuzione è del tipo TN-S, trifase, con tensione secondaria nominale pari a 400V, frequenza 50 Hz. 5/32 UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI “PARTHENOPE” ARCHIVI. 1.2 Principali Norme e Leggi di Riferimento Il progetto è stato redatto in conformità alle vigenti normative, che qui sottoelencate a titolo indicativo ma non esaustivo si riportano, in quanto applicabili anche per quanto riguarda l'esecuzione, il collaudo e le verifiche periodiche a cui sottoporre l'impianto realizzato: CEI 11-1 Impianti di produzione, trasporto e di distribuzione dell’energia elettrica - Norme generali CEI 11-17 Impianti di produzione, trasporto e di distribuzione dell’energia elettrica. Linee in cavo CEI EN 60909-0 CEI 11-25 Correnti di cortocircuito nei sistemi trifasi in corrente alternata Calcolo delle correnti CEI EN 60865-1 CEI 11-26 Correnti di cortocircuito - Calcolo degli effetti Definizioni e metodi di calcolo CEI 11-28 Guida d’applicazione per il calcolo delle correnti di cortocircuito nelle reti radiali a bassa tensione CEI EN 60947-3 CEI 17-5 Apparecchiatura a bassa tensione Parte 2: Interruttori automatici CEI EN 60947-3 CEI 17-11 Apparecchiatura a bassa tensione Parte 3: Interruttori di manovra, sezionatori, interruttori di manovra-sezionatori e unità combinate con fusibili 6/32 UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI “PARTHENOPE” ARCHIVI. CEI EN 60439-1÷5 CEI17-13/1÷5 Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT) e condotti sbarre CEI EN 61095 CEI 17-41 Contattori elettromeccanici per usi domestici e similari CEI 17-43 Metodo per la determinazione delle sovratemperature, mediante estrapolazione, per le apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT) non di serie (ANS) CEI EN 61439 – 1 Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT) Parte 1: Regole Generali CEI EN 61439 – 2 Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT). Parte 2: Quadri di Potenza CEI EN 60647-2 CEI 17-5 Apparecchiature a bassa tensione Parte 2: Interruttori automatici CEI EN 60947-4-1 CEI 17-50 Apparecchiature a bassa tensione Parte 4-1: Contattori e avviatori - Contattori e avviatori elettromeccanici CEI 20-40 Raccomandazioni per la posa dei cavi per energia con tensione nominale fino a 1kV 7/32 UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI “PARTHENOPE” ARCHIVI. CEI UNEL 35024/1 CEI 20 Cavi elettrici isolati con materiale elastomerico o termoplastico per tensioni nominali non superiori a 1000 V in corrente alternata e 1500 V in corrente continua Portate di corrente in regime permanente per posa in aria CEI UNEL 35024/2 CEI 20 Cavi elettrici isolati con materiale elastomerico o termoplastico per tensioni nominali non superiori a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua Portate di corrente in regime permanente per posa in aria CEI UNEL 35026 CEI 20 Cavi elettrici isolati con materiale elastomerico o termoplastico per tensioni nominali di 1000 V in corrente alternata e 1500 V in corrente continua Portate di corrente in regime permanente per posa interrata CEI 20-19/1÷4, 7÷14 Cavi isolati con gomma con tensione nominale non superiore a 450/750 V Cavi con isolamento reticolato con tensione nominale non superiore a 450/750 V CEI 20-20/1÷5, 7÷13 Cavi isolati con polivinilcloruro con tensione nominale non superiore a 450/750 V CEI 20-22/0, 2, 4 e 5 Prove d’incendio su cavi elettrici CEI EN 60898-1 CEI 23-3/1 Interruttori automatici per la protezione dalle sovracorrenti per impianti domestici e similari 8/32 UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI “PARTHENOPE” ARCHIVI. CEI EN 61008-1 CEI 23-42 Interruttori differenziali senza sganciatori di sovracorrente incorporati per installazioni domestiche e similari CEI EN 61009-1 CEI 23-44 Interruttori differenziali senza sganciatori di sovracorrente incorporati per installazioni domestiche e similari CEI 23-51 Prescrizioni per la realizzazione, le verifiche e le prove dei quadri di distribuzione per installazioni fisse per uso domestico e similare CEI EN 60269-1 CEI 32-1 Fusibili a tensione non superiore a 1.000 V per corrente alternata e a 1.500 V per corrente continua Parte 1: prescrizioni generali CEI EN 60269-2 CEI 32-4 Fusibili a tensione non superiore a 1000 V per corrente alternata e a 1500 V per corrente continua Parte 2: Prescrizioni supplementari per i fusibili per uso da parte di persone addestrate (fusibili principalmente per applicazioni industriali) CEI EN 60269-3 CEI 32-5 Fusibili a tensione non superiore a 1000 V per corrente alternata e a 1500 V per corrente continua Parte 3: Prescrizioni supplementari per i fusibili per uso da parte di persone non addestrate (fusibili principalmente per applicazioni domestiche e similari) CEI 64-12 Guida per l’esecuzione dell’impianto di terra negli edifici per uso residenziale e terziario CEI 64-14 Guida alle verifiche degli impianti elettrici utilizzatori 9/32 UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI “PARTHENOPE” ARCHIVI. CEI 64-8 / sez. 1÷7 Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua CEI EN 60529/1 CEI 70-1 Gradi di protezione degli involucri (Codice IP) CEI EN 61032 CEI 70-2 Protezione delle persone e delle apparecchiature mediante involucri CEI EN 50102 CEI 70-3 Gradi di protezione degli involucri per apparecchiature elettriche contro impatti meccanici esterni (Codice IK) CEI 14-12 Trasformatori trifase di distribuzione a secco Parte 1: prescrizioni generali e per trasformatori con tensione massima non superiore a 24kV CEI 17-70 Guida all’applicazione delle norme dei quadri di bassa tensione CEI EN 60865-1 Correnti di cortocircuito - Calcolo degli effetti Parte 1: Definizioni e metodi di calcolo CEI 23-48 Involucri per apparecchi per installazioni elettriche fisse per usi domestici e similari Parte 1: Prescrizioni generali 10/32 UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI “PARTHENOPE” ARCHIVI. CEI 23-49 Involucri per apparecchi per installazioni elettriche fisse per usi domestici e similari Parte 2: Prescrizioni particolari per involucri destinati a contenere dispositivi di protezione ed apparecchi che nell’uso ordinario dissipano una potenza non trascurabile CEI 17-52 Metodo per la determinazione della tenuta al cortocircuito, delle apparecchiature assiemate non di serie (ANS). La normativa CEI disciplina oltre che l’installazione dell’impianto anche i suoi componenti. Per essi sono state considerate anche altre norme tra le quali, a titolo di esempio: CT 20, (cavi elettrici); CT 21, (accumulatori); CT 23, (apparecchiature di bassa tensione, quali interruttori automatici, prese a spina tubi e canali protettivi, apparecchi di comando, commutatori, connettori, interruttori differenziali); CT 32, (fusibili); CT 59/61, (apparecchi utilizzatori); CT 70, (involucri di protezione); D.Lgs n. 81 del 09/04/2008 Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro (Suppl. Ordinario n.108); 11/32 UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI “PARTHENOPE” ARCHIVI. D.M. 26 agosto 1992 Norme di prevenzione incendi per l’edilizia scolastica; Legge 1 marzo 1968 n. 186 Disposizioni concernenti la produzione di materiali, apparecchiature, macchinari, installazioni ed impianti elettrici ed elettronici; Legge 18 ottobre 1977 n. 791 Attuazione della direttiva CEE n. 73/23 relativa alle garanzie di sicurezza che deve possedere il materiale elettrico destinato ad essere utilizzato entro alcuni limiti di tensione; D.M. 22/01/08 N°37 Regolamento concernente l'attuazione dell'articolo 11quaterdecies, comma 13, lettera a) della legge n. 248 del 2 dicembre 2005, recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all'interno degli edifici (G.U. n. 61 del 12-3-2008); UNI 12464-1 Illuminazione di interni con luce artificiale; UNI 9795: 2010 Sistemi fissi automatici di rivelazione, di segnalazione manuale e di allarme incendio. Progettazione, Installazione ed Esercizio; UNI 11224: 2011 Controllo iniziale e rilevazione incendi. manutenzione dei sistemi di 12/32 UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI “PARTHENOPE” ARCHIVI. 1.3 Descrizione dell’Impianto Alla luce dello stato attuale dell’impianto elettrico e delle prestazioni richieste dai carichi elettrici, l’intervento si configura come intervento di ampliamento. Le montanti principali per il suddetto ampliamento sono derivate rispettivamente dai q.e. QGBT-N, QGBT-E e QGBT-C, ubicati in cabina elettrica di trasformazione MT/bt a piano “D”, con cavi multipolari FG7OM1 e FTG10OM1 su canali in acciaio zincato dedicati esistenti, che si dipartono dal locale cabina fino a raggiungere il livello “H” (incluso locale montacarichi), ultimo piano interessato da questo adeguamento. Per i canali in acciaio suindicati sarà previsto per la parte di canale esistente (montante “M5” ubicata nella scala interna degli archivi) la settorializzazione in due scomparti (una parte dedicata ai cavi di potenza ed una parte dedicata ai cavi di segnale) ed il prolungamento della stessa fino ai qe ubicati a livello “H”; questi canali avranno un grado di protezione non inferiore ad IP4X e saranno conformi alle prescrizioni previste per esse dalle vigenti normative in materia. I cavi multipolari FG7OM1 ed FTG10OM1 sono coordinati con le rispettive protezioni magnetotermiche differenziali previste nei rispettivi QGBT ai fini della protezione dalle sovracorrenti e dai contatti indiretti. Le suindicate protezioni MTD sono corredate di bobina di sgancio (a sua volta comandate dai pulsanti di emergenza dislocati come in pianta – vedi “Pianta Distribuzione FM”) per la disalimentazione di tutte quelle parti di impianto non necessarie e/o pericolose. I qe esistenti rispettivamente ai piani “E”, “F”, e “G” (non oggetto di questo adeguamento), saranno completamente riutilizzati ai fini del ns. intervento, in quanto rispettano tutte le normative vigenti per gli ambienti a maggior rischio in caso di incendio, come nel caso in esame. I qe a servizio rispettivamente dell’archivio a piano “H” e del montacarichi ubicato allo stesso livello sono di nuova realizzazione. Il qe QCH2 a servizio dell’archivio a piano “H” sarà suddiviso al suo interno in tre diverse sezioni alimentate rispettivamente dai qe QGBT-N, QGBT-E e QGBT-C. Il suddetto quadro elettrico sarà realizzato mediante una struttura modulare prefabbricata di tipo ANS in lamiera elettrozincata verniciata mediante polvere termoindurente a base di 13/32 UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI “PARTHENOPE” ARCHIVI. resine epossidiche, dotato di porta frontale trasparente, in cristallo, ubicato in posizione facilmente accessibile, segnalata e protetta. I pannelli frontali del quadro, nei quali sono previsti l'alloggio delle apparecchiature, sono del tipo preforati, di dimensioni idonei a contenere le apparecchiature elettriche previste. Quelli all'interno dei quali sono previste invece, l'alloggiamento di morsettiere, dovranno essere di tipo cieco. Il quadro sarà dotato di tutte le apparecchiature elettriche quali interruttori, lampade spia, e multimetro digitale, ecc… il tutto così come riportato negli schemi elettrici unifilari di cui al presente progetto. Le curve caratteristiche d'intervento degli interruttori modulari, ove non diversamente indicato si intenderanno di tipo "C". Il cablaggio del quadro sarà effettuato mediante l'impiego di sbarre ed opportuni collettori distributori (barrette equipotenziali, partitori multiclip, ecc.). Non saranno ammessi ponticelli di cavallottamento tra gli ingressi degli interruttori. I conduttori di cablaggio, di sezione mai inferiore a quella indicata nello schema per la linea in partenza, saranno unipolari tipo N07G9-K, aventi la seguente colorazione: - grigio Fase R - marrone Fase S - nero Fase T - blu Neutro Il cablaggio interno del quadro dovrà essere effettuato prevedendo l'impiego di idonea canalina termoplastica, di tipo autoestinguente, finestrata, dotata di coperchio a scatto, di dimensioni tali da assicurare un idoneo coefficiente di riempimento. Ciascuna linea, in partenza da detto quadro sarà identificata con idonea iscrizione, ubicata sul pannello frontale del rispettivo organo di protezione. Le caratteristiche del quadro sono conformi a quanto per essi previsto dalla normativa vigente in materia per soddisfare le relative prove tipo ed essere regolarmente certificati dalla ditta realizzatrice. Il grado di protezione elettrica dovrà essere non inferiore ad IP4X. 14/32 UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI “PARTHENOPE” ARCHIVI. Il qe Q.M.Asc.P. a servizio del montacarichi, sarà ubicato a livello “H” nel relativo locale macchine ed è suddiviso al suo interno in due sezioni alimentate rispettivamente dai qe QGBT-E e QGBT-C per l’alimentazione del motore e delle utenze luce e FM a servizio del montacarichi e presenti nello stesso locale. Il quadro Q.M.Asc.P. sarà realizzato in contenitore di plastica autoestinguente in posa a parete, completo di sportello apribile a cerniera, con antina trasparente, idoneo al montaggio di apparecchiature componibili; grado di protezione IP 4X o superiore. Il quadro in esame sarà dotato al suo interno di valido sistema di distribuzione (sbarre, ripartitori, ecc.) idoneo a sopportare ampiamente le correnti massime in gioco ed a resistere senza danno alle sollecitazioni elettrodinamiche e termiche indotte da eventuali cortocircuiti. I conduttori in partenza saranno attestati su apposite morsettiere a vite, isolate in resina stampata, di tipo componibile su binario unificato, di dimensioni tali da accogliere le sezioni dei rispettivi cavi. Le morsettiere per l’alimentazione dei cavi multipolari provvisti di conduttore di protezione saranno dotate di apposito morsetto per il PE di colore giallo/verde, per distinguerlo visivamente dai conduttori di fase e di neutro. Le morsettiere saranno dotate di numerazione univoca, con segnalatori del tipo ad incastro. Si dovrà, inoltre per entrambi i qe (QCH2 e Q.M.Asc.P.) apporre su ciascun quadro una targa che riporti in maniera indelebile i dati caratteristici dello stesso e della ditta installatrice e/o fornitrice. All’interno dei vari piani in oggetto sarà realizzato un sistema di distribuzione principale in canale di acciaio zincato a parete a vista multiscomparto sia per la distribuzione della “L e FM”, consistente in un numero adeguato di linee dorsali (realizzate con cavi multipolari FG7OM1/ FTG10(O)M1) protette a monte da apparecchiature opportunamente coordinate ai fini della protezione dai sovraccarichi, dai c.c. e dai contatti indiretti, e sia per la parte segnali e/o impianti speciali, consistente anch’esso in un numero adeguato di cavi (tutti del tipo LSZH) per il collegamento alle varie apparecchiature previste in campo quali rivelatori, diffusori, pulsanti manuali allarme incendio e TVCC etc… Le canalizzazioni per la distribuzione secondaria rispettivamente di “L e FM” e dei segnali dovranno essere sempre ben distinte, in posa intubata autoestinguente a vista. 15/32 UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI “PARTHENOPE” ARCHIVI. In particolare saranno realizzate due distribuzioni e/o canalizzazioni ben distinte una per “L e FM” e l’altra per i segnali, mediante idonee tubazioni termoplastiche autoestinguenti, flessibili ad anelli rigidi. Le tubazioni e gli involucri termoplastici dovranno essere certificati per il superamento della prova del filo incandescente a 850 °C. Il percorso di tutte le canalizzazioni dovrà essere il più possibile rettilineo. Le loro sezioni saranno sempre tali da garantire la sfilabilità dei conduttori in esse alloggiati (grado di riempimento < 60%). Le cassette di derivazione, apribili esclusivamente con attrezzo, dovranno essere del tipo idoneo al luogo di posa in opera, indi dovranno avere grado di protezione non inferiore ad IP4X. Le loro dimensioni dovranno essere adeguate al numero ed al diametro delle canalizzazioni che le interessano, per permettere un comodo passaggio delle condutture, un accurato lavoro di collegamento ed un’agevole dissipazione del calore. Dovranno essere previste cassette di derivazione ad ogni variazione di percorso e, lungo i tratti rettilinei, con una interdistanza massima di metri 5-7m. In ciascuna cassetta, dovrà essere inoltre riportato, per ciascun conduttore, il circuito di appartenenza in corrispondenza delle giunzioni e/o derivazioni e la loro identificazione dovrà avvenire tramite numeri o sigle di tipo adatto (Grafoplast). Per la realizzazione delle sopracitate montanti di alimentazione rispettivamente ai circuiti luce e prese negli archivi ai vari livelli dai rispettivi quadri di piano si utilizzeranno cavi multipolari di tipo FG7OM1, cavi per energia e segnalazioni isolati in HEPR di qualità G7, non propaganti l'incendio senza alogeni ed a basso sviluppo di fumi opachi, (CEI 20-13 / 20-22 III / 20-35, 20-37 / Tabelle UNEL 35382 – 35384 supera tutte le prove previste dalla CEI 20-38), con tensione nominale di isolamento U0/U pari a 0,6/1 kV. Per l’alimentazione delle varie utenze di FM negli archivi ai vari livelli in esame saranno installati dei gruppi prese a parete le cui caratteristiche ed ubicazioni sono deducibili dagli elaborati grafici rispettivamente “Pianta Distribuzione FM” e “Pianta Distribuzione Luce”. 16/32 UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI “PARTHENOPE” ARCHIVI. In particolare ogni blocco prese è costituito da due sezioni, la prima alimentata da energia normale con n.°4 prese tipo bipasso 2P+T - 10/16A e la seconda da energia in continuità con n.° 2 prese tipo Schuko - Bipasso 2P+T 10/16A entrambe in scatola 4 mod. IP4X. Per la realizzazione delle derivazioni terminali ed i cablaggi rispettivamente dei punti luce e prese si utilizzeranno invece cavi unipolari di tipo N07G9-K, a bassissima emissione di fumi e gas tossici, (limiti dalle Norme CEI 20-38 con modalità di prova previste dalla CEI 20-37), con tensione nominale di isolamento U0/U pari a 450 / 750 V. Per la realizzazione dei collegamenti fra i vari pulsanti di sgancio di emergenza ed i relativi qe si utilizzeranno cavi multipolari FTG10(O)M1 0,6/1 kV: cavo flessibile isolato in gomma EPR di qualità G10 con guaina termoplastica priva di alogeni non propagante l’incendio e senza emissione di gas corrosivi di qualità M1 - CEI 20-45, così come previsto dalla normativa vigente in materia. Per l’alimentazione dei circ. luce denominati “Lamp. Aut. + kit elettr.” previsti in tutte le sezioni di emergenza dei qe di piano del presente progetto, si utilizzeranno cavi multipolari FTG10(O)M1 0,6/1 kV: cavo flessibile isolato in gomma EPR di qualità G10 con guaina termoplastica priva di alogeni non propagante l’incendio e senza emissione di gas corrosivi di qualità M1 - CEI 20-45, così come previsto dalla normativa vigente in materia. Ai fini della prevenzione incendi saranno installati comandi di emergenza ad ogni livello del sito in esame, ed ubicati così come previsto nella tavola di progetto allegata alla seguente relazione (vedi “Pianta Distribuzione FM”) ed collegati ai relativi qe con cavi multipolari FTG10(O)M1 0,6/1 kV: cavo flessibile isolato in gomma EPR di qualità G10 con guaina termoplastica priva di alogeni non propagante l’incendio e senza emissione di gas corrosivi di qualità M1 - CEI 20-45, così come previsto dalla normativa vigente in materia; detti cavi di collegamento saranno posati in parte su canalina metallica ed in parte in tubazione termoplastica autoestinguente a vista grado di protezione elettrica > IP44. Le sezioni di tutti i conduttori e/o cavi fin qui menzionati dovranno essere rigorosamente non inferiori a quelle indicate negli elaborati di progetto, sia per quel che riguarda le montanti e/o dorsali principali, sia per quel che riguarda le derivazioni. Le giunzioni tra i conduttori dovranno essere effettuate con idonei morsetti atti ad assicurare tenuta meccanica ed isolamento elettrico. 17/32 UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI “PARTHENOPE” ARCHIVI. E' tassativamente vietato l'impiego di nastro isolante per la protezione delle giunzioni. Per la programmazione delle sezioni di “L e FM” il progetto in esame prevede un ampliamento del sistema di monitoraggio esistente, marca “Omron”. Il controllore a logica programmabile ubicato in sala operativa a “P.T”. sarà potenziato con una nuova cpu che gestisce fino 2560 I/O, 40ns, 30kstep memoria programma, 160 kword DM (tipo CJ2M-CPU14). Il sistema di supervisione dovrà essere riprogrammato ed aggiornamento per il controllo ed il comando dei nuovi interruttori che saranno integrati nell'impianto. Inoltre sarà prevista nel sistema di controllo una ulteriore opzione per tutti i comandi esistenti ai vari livelli, che consenta lo spegnimento e l'accensione dei circuiti L e FM in predeterminati singoli giorni, ampliando ulteriormente la disponibilità delle fasce orarie esistenti nell’ambito della stessa programmazione settimanale. La progettazione del sistema di illuminazione è stata effettuata tenendo in conto i valori suggeriti dalle Norme e Raccomandazioni vigenti (Norma UNI 12464-1) ai fini del confort visivo degli utenti. In particolare il calcolo è stato effettuato imponendo rispettivamente per le scale il valore non inferiore a 150 lux, e per gli archivi ai vari livelli un valore non inferiore a 200 lux. Il progetto di posizionamento delle apparecchiature illuminanti ha massimizzato il confort visivo e l'uniformità d’illuminazione ottenibile utilizzando apparecchi con montaggio a parete e/o a soffitto, con flusso luminoso di tipo diretto, del tipo in materiale isolante a tenuta stagna, con corpo e diffusore in policarbonato e grado di protezione non inferiore ad IP4X. L'illuminazione di “sicurezza” atta ad evidenziare le vie di evacuazione ed a garantire che esse possano essere individuate ed utilizzate con sicurezza evitando panico, è demandata ad apparecchi di emergenza autoalimentati, di tipo non permanente, detti apparecchi dovranno garantire mediamente almeno 5 lux sulle vie di fuga (su un piano orizzontale ad 1 m di altezza dal piano di calpestio) e 2 lux negli ambienti con presenza di pubblico, indi saranno installate apposite lampade autoalimentate a parete e/o a soffitto per la segnaletica di sicurezza in prossimità delle uscite di emergenza, grado di protezione non inferiore ad IP4X, e combinate con dette lampade autoalimentate saranno installati inoltre complessi autonomi per illuminazione di emergenza negli apparecchi illuminanti principali previsti in questo progetto; sia le lampade autoalimentate che i complessi autonomi dovranno avere autonomia non inferiore a 60 min. (vedi “Pianta Distribuzione Luce”). 18/32 UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI “PARTHENOPE” ARCHIVI. L’entrata in funzione delle luci di sicurezza sarà in alternativa al servizio di illuminazione principale, ed avverrà automaticamente al mancare della tensione di rete, ad interruzione breve (tempo inferiore a 0,5 sec.); al ritorno dell’illuminazione principale quella di sicurezza si disinserirà automaticamente. Tutti i circuiti di illuminazione sono sotto sorgente (o riserva) di energia indipendente, essendo le corrispondenti sezioni in tutti i qe a servizio del sito in esame derivate dal QGBT-E, quest’ultimo sotteso al gruppo elettrogeno esistente, che supporterà l’alimentazione di rete e la sostituirà in caso di mancanza di quest’ultima; la suddetta commutazione rete - gruppo elettrogeno è automatica. 19/32 UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI “PARTHENOPE” ARCHIVI. 1.4 Criteri di Dimensionamento Il dimensionamento dell’impianto è stato effettuato in modo da assicurare il coordinamento tra le caratteristiche delle condutture e dei relativi dispositivi di protezione e manovra. Tale coordinamento deve sempre garantire la protezione dai sovraccarichi, dai cortocircuiti e dai contatti indiretti. Il dimensionamento delle condutture deve inoltre soddisfare l’esigenza di contenere le cadute di tensione entro limiti accettabili per le singole tipologie di utenze. 1.4.1 Protezione dai sovraccarichi Al fine di garantire la protezione delle condutture elettriche dai sovraccarichi e, nel contempo, di sfruttare a pieno le potenzialità delle stesse, si è curato che siano sempre soddisfatte le relazioni: Ib ≤ In ≤ Iz If ≤1,45 Iz dove: Ib è la corrente di impiego del circuito; Iz è la portata in regime permanente della conduttura; In è la corrente nominale del dispositivo di protezione; If è la corrente che assicura l’effettivo funzionamento del dispositivo di protezione in condizioni definite. La corrente di impiego è ricavabile mediante la relazione P*u*c*a = √3*V*Ib* cos φ dove: P è la potenza nominale del carico; u,c,a sono rispettivamente il coefficiente di utilizzazione, di contemporaneità e di ampliamento previsti per il circuiti in esame; V è la tensione nominale; 20/32 UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI “PARTHENOPE” ARCHIVI. cos φ è il fattore di potenza del carico. La portata del conduttore Iz dipende, com’è noto, dalla sezione, dal tipo di cavo, dalle caratteristiche dell’isolante, dal tipo di posa, dal numero di circuito posati nella stessa conduttura. L’installazione del dispositivo di protezione contro il sovraccarico, data la tipologia di ambiente, sarà sempre a monte della conduttura protetta. 1.4.2 Protezione contro i cortocircuiti Per garantire la protezione contro i cortocircuiti occorre innanzitutto che il potere di interruzione del dispositivo posto a monte della singola conduttura sia almeno pari alla massima corrente di cortocircuito nel punto di installazione del dispositivo stesso. Occorre inoltre che la caratteristica di intervento tempo corrente del dispositivo sia tale da soddisfare la relazione I2 t ≤ K2S2 per tutti i possibili valori della corrente di cortocircuito nel punto di installazione. dove: I è il valore efficace della corrente di corto circuito in ampere; t è il tempo di intervento; S è la sezione del conduttore in mm2; K è un coefficiente che tiene conto del tipo di conduttore, del tipo di isolante, delle temperature iniziali e finali del conduttore durante il corto circuito. I valori di K sono forniti dalla norma CEI 64/8. 1.4.3 Dimensionamento conduttori di neutro La norma CEI 64-8 prevede che la sezione del conduttore di neutro, nel caso di circuiti polifase, può avere una sezione inferiore a quella dei conduttori di fase se sono soddisfatte contemporaneamente le seguenti condizioni: - il conduttore di fase abbia una sezione maggiore di 16 mm²; - la massima corrente che può percorrere il conduttore di neutro non sia superiore alla portata dello stesso; - la sezione del conduttore di neutro sia almeno uguale a 16 mm² se conduttore in rame e 25 mm² se conduttore in alluminio. 21/32 UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI “PARTHENOPE” ARCHIVI. Il criterio consiste nel calcolare la sezione secondo il seguente schema: - Sn = Sf se Sf < 16 mm²; - Sn = 16 mm² se 16 <= Sf <=35 mm²; - Sn = Sf / 2 se Sf > 35 mm². Per i circuiti monofasi, oppure polifasi con sezione del conduttore di fase minore di 16mm², se conduttore in rame, e 25 mm², se conduttore in alluminio, il conduttore di neutro deve avere la stessa sezione del conduttore di fase. 1.4.4 Caduta di tensione La caduta di tensione lungo una linea elettrica è valutabile con la seguente espressione (caduta di tensione industriale): ∆V = kcdt Ib (Lc / 1000 Vn) [ Rcavo cos φ + Xcavo sen φ ] 100 [%] dove: kcdt= 2 per sistemi monofase kcdt= 1.73 per sistemi trifase. I parametri Rcavo e Xcavo sono ricavati dalla tabella UNEL in funzione al tipo di cavo (unipolare/multipolare) e in base alla sezione dei conduttori; i valori della Rcavo riportate sono riferiti a 80°C, mentre la Xcavo è riferita a 50Hz, entrambe sono espresse in ohm/km. Una volta determinata la sezione della conduttura ed il tipo di cavo da utilizzare occorre verificare se la caduta di tensione, nelle condizioni di impiego, rientra nei limiti di progetto. 1.4.5 Dimensionamento conduttori di protezione Le norme CEI 64.8 prevedono due metodi di dimensionamento dei conduttori di protezione: - determinazione in relazione alla sezione di fase; - determinazione tramite calcolo. Il primo criterio consiste nel calcolare la sezione secondo il seguente schema: 22/32 UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI “PARTHENOPE” ARCHIVI. - Spe = Sf se Sf < 16mm²; - Spe = 16 mm² se 16 <= Sf <= 35 mm²; - Spe = Sf / 2 se Sf > 35 mm². Il secondo criterio consiste nel determinarne il valore tramite l'integrale di Joule. 1.4.6 Protezione contro i contatti indiretti La protezione contro i contatti indiretti è realizzata mediante interruzione automatica dell’alimentazione in caso di difetto di isolamento in un punto dell’impianto. Il sistema di distribuzione è di tipo TN-S per cui l’efficacia di tale metodo di protezione è garantita quando è soddisfatta la seguente relazione in qualsiasi punto dell’impianto: Zs Ia ≤ U0 dove: Zs è l’impedenza dell’anello di guasto che comprende la sorgente, il conduttore attivo fino al punto di guasto e il conduttore di protezione tra il guasto e la sorgente (in ohm); U0 è il valore efficace della tensione tra fase e terra; Ia è la corrente che provoca l’intervento del dispositivo di protezione entro i tempi della tabella sotto riportata per i circuiti terminali con correnti inferiori a 32A, o entro 5s per i circuiti di distribuzione o per circuiti terminali con correnti nominali superiori a 32A. U0 (V) tempo d’intervento (s) 120 0.8 230 0.4 400 0.2 > 400 0.1 23/32 UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI “PARTHENOPE” ARCHIVI. Nel caso specifico la protezione sui circuiti terminali verrà realizzata mediante l’utilizzo di interruttori ad azione differenziale ad alta sensibilità con corrente di intervento di 30mA ad intervento istantaneo. La classe di tali interruttori sarà di tipo “AC”, vista la natura generica dei carichi. Poiché si tratta di luoghi a maggior rischio in caso di incendio, le linee di alimentazione delle diverse sezioni dei qe previsti in questo progetto, saranno protette a monte nei rispettivi QGBT, da interruttori magnetotermici differenziali di tipo selettivo con corrente differenziale di intervento non superiore a 300mA. 1.4.7 Calcolo delle correnti di cortocircuito Il calcolo delle correnti di cortocircuito è necessario per la corretta scelta del potere di interruzione dei dispositivi di protezione ed ai fini del coordinamento tra condutture e protezione. Il calcolo deve fornire i valori della corrente di cortocircuito minima e massima sia con riferimento a guasti simmetrici trifase, sia con rifermento a guasti a terra. La norma CEI 64-8 stabilisce che, a protezione dei circuiti di un impianto, debbano essere previsti dispositivi atti a interrompere le correnti di cortocircuito, prima che queste diventino pericolose a causa degli effetti termici meccanici generati nei conduttori e nelle connessioni. Per poter dimensionare correttamente l’impianto elettrico ed i dispositivi di protezione è necessario conoscere il valore della corrente presunta di cortocircuito nel punto dove s’intende realizzare lo stesso. Tale valore permette infatti di scegliere opportunamente gli apparecchi (o dispositivi) di protezione in base ai relativi poteri d’interruzione e di chiusura, e di verificare la tenuta agli sforzi elettrodinamici dei supporti sbarre installati nei quadri elettrici. La corrente presunta di cortocircuito in un punto di un impianto utilizzatore è la corrente che si avrebbe se nel punto considerato si realizzasse un collegamento di resistenza trascurabile fra i conduttori in tensione. L’entità di questa corrente è un valore presunto che rappresenta la peggiore condizione possibile (impedenza di guasto nulla, tempo d’intervento talmente lungo da consentire che la corrente raggiunga i valori massimi teorici). 24/32 UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI “PARTHENOPE” ARCHIVI. In realtà il cortocircuito si manifesterà sempre con valori di corrente effettiva notevolmente minori. L’intensità della corrente presunta di cortocircuito dipende essenzialmente dai seguenti fattori: 1. potenza dei trasformatori di cabina, nel senso che maggiore è la potenza maggiore è la corrente; 2. lunghezza della linea a monte del guasto, nel senso che maggiore è la lunghezza minore è la corrente. Nei circuiti trifase con neutro si possono avere tre diverse possibilità di cortocircuito: • fase-fase; • fase-neutro; • trifase equilibrato (condizione quest’ultima più gravosa). Le condizioni richieste per la protezione dal cortocircuito sono sostanzialmente le seguenti: a) l’apparecchio deve essere installato all’inizio della conduttura protetta; b) l’apparecchio non deve avere corrente nominale inferiore alla corrente d’impiego (questa condizione è imposta anche per la protezione da sovraccarico); c) l’apparecchio di protezione deve avere potere di interruzione non inferiore alla corrente presunta di cortocircuito nel punto ove l’apparecchio stesso é installato; d) l’apparecchio deve intervenire, in caso di cortocircuito che si verifichi in qualsiasi punto della linea protetta, con la necessaria tempestività al fine di evitare che gli isolanti assumano temperature eccessive. 25/32 UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI “PARTHENOPE” ARCHIVI. Ogni linea (principale e/o secondaria di distribuzione) sarà protetta a monte (inizio della conduttura) da opportuno interruttore magnetotermico differenziale (condizioni a) e b) soddisfatte) e dai riscontri numerici effettuati ed allegati alla presente relazione, si evidenzia chiaramente che il potere d’interruzione di ciascun interruttore risulta superiore al valore massimo presunto della corrente di cortocircuito, che si può manifestare nel suo punto d'installazione, considerando l’ipotesi prudenziale di rete di MT con potenza di cortocircuito infinita e portando in conto esclusivamente l’impedenza del trasformatore (condizioni c) soddisfatta), ed inoltre dalle curve d’intervento di detti apparecchi e dai calcoli risulta ampiamente soddisfatta anche la condizione d) suindicata. 26/32 UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI “PARTHENOPE” ARCHIVI. 1.5 Impianto di Terra Le masse e le masse estranee esistenti all’interno della struttura in esame, andranno ad attestarsi all’impianto di terra esistente nel complesso universitario, mediante le montanti G/V (conduttori di protezione facenti parte delle linee di alimentazione delle sezioni dei vari qe interessanti dall’adeguamento in esame) ed i collettori equipotenziali previsti sia per i qe di nuova realizzazione, che per quelli esistenti. N.B. Tutti i conduttori di protezione, compreso quello proveniente dalla cabina, non dovranno essere mai interrotti e quindi su di essi non saranno installati dispositivi di interruzione. 27/32 UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI “PARTHENOPE” ARCHIVI. 2 IMPIANTI SPECIALI 2.1 Impianto di Rilevazione Incendi Come accennato nella premessa si prevede l’integrazione ed il potenziamento degli impianti speciali per il sito in esame ed in particolare sia della rilevazione incendi (incluso diffusione sonora di emergenza) che dell’impianto TVCC. L’intervento per l’impianto di rilevazione incendi interesserà rispettivamente la zona ingresso montacarichi e relativo locale tecnico ovvero i piani (P.”A” e P.”D”) e la zona archivi ovvero i piani (P.”D”, P.”E”, P.”F”, P.”G”, e P.”H”); in particolare per le aree dei piani (P.”A” e P.”D”) si prevede un integrazione dell’impianto esistente, che sarà costituito da n.2 rilevatori ottici di fumo, montati a soffitto per la zona ingresso montacarichi (Piano ”A”) e rispettivamente di n.1 rilevatore doppia tecnologia (ottico – termovelocimetrico già esistente da indirizzare in centrale) per la copertura della zona del relativo locale tecnico e n.2 rilevatori ottici di fumo, tutti montati a soffitto per la copertura delle aree adiacenti lo stesso locale (Piano ”D”). E’ stato previsto per le suddette zone dei piani (P.”A” e P.”D”) ed in particolare sulle uscite di sicurezza pulsanti manuali di allarme incendio del tipo a rottura di vetro e relativo pannello ottico/acustico. Per la zona archivi si prevede un’integrazione degli impianti di rilevazione esistenti ai piani “E”, “F”, e “G”, mentre per il piano “H” un impianto di nuova realizzazione. Ai piani “E”, “F”, e “G” i rilevatori doppia tecnologia (ottico – termovelocimetrico) esistenti saranno riposizionati così come previsto nella tavola progettuale allegata alla seguente relazione e saranno integrati con n.5 rilevatori stessa tecnologia, tutti montati a soffitto per coprire in modo adeguato tutta l’area dei livelli in esame, inoltre le dotazioni impiantistiche saranno corredate di pannelli ottici/acustici (sia lato scala di emergenza che scala interna), di pulsante manuale allarme incendio del tipo a rottura di vetro, (oltre quello già esistente dal lato della scala interna) e di congegno di autochiusura sulle tutte le porte REI 120. La porta REI 120 del Piano ”D” lato scala di emergenza sarà dotata di pulsante manuale allarme incendio del tipo a rottura di vetro e relativo pannello ottico/acustico. L’impianto del piano “H” sarà costituito da n.11 rilevatori doppia tecnologia montati a soffitto per coprire tutta l’area d’interesse (incluso quella del vano comandi Ascensore P.). Le porte REI 120 del locale archivio a livello “H” saranno dotate di congegno di autochiusura (escluso quella del vano comandi Ascensore P.) ed in corrispondenza saranno dislocati pulsanti manuali di allarme incendio del tipo a rottura di vetro e relativi pannelli ottici/acustici. 28/32 UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI “PARTHENOPE” ARCHIVI. I moduli di ingresso installati ai vari livelli servono ad interfacciare i flussostati di piano del sistema sprinkler. Tutte le apparecchiature fin qui elencate saranno caricate sul loop disponibile in centrale (quest’ultima esistente e dotata di batteria tampone - alimentazione di riserva - minimo 2 sorgenti di alimentazione in conformità alla normativa vigente in materia) e la relativa montante dalla centrale (ubicata a Piano Terra nel locale Sala Operativa) ai locali archivio in esame sarà posata in parte su canalina esistente ed in parte in tubazione termoplastica autoestinguente a vista grado di protezione elettrica > IP44. Il cavo impiegato per la suddetta montante e per il collegamento alla varie apparecchiature sarà di tipo antifiamma schermato per impianti rilevazione incendi, resistente al fuoco per almeno 30 min. secondo la CEI EN 50200 – Sez. 2x1 mmq, inoltre il percorso ad anello dei suddetti cavi deve essere realizzato in modo tale che possa essere danneggiato un solo ramo dell’anello, e per uno stesso anello il percorso cavi in uscita dalla centrale deve essere differenziato rispetto al percorso di ritorno in modo tale che il danneggiamento (per esempio fuoco) di uno dei due rami non coinvolga anche l’altro ramo. I cavi dei circuiti di rilevazione e segnalazione devono essere distinguibili da altri. L’adeguamento dell’impianto di rilevazione incendi dovrà, ai fini del corretto funzionamento dello stesso, prevedere una fase di implementazione software e cablaggio in centrale antincendio di tutte le apparecchiature previste in questo progetto, start-up e collaudo delle stesse, inoltre importazione e programmazione di n°.5 pagine grafiche e programmazione di tutti i punti sul sistema di supervisione “Desigo – Siemens” esistente, per il loro controllo e la loro gestione da remoto. (incluso rilevatore multisensore esistente loc. macchine montacarichi grande a P."D"). 29/32 UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI “PARTHENOPE” ARCHIVI. 2.2 Impianto di Diffusione Sonora L’intervento di adeguamento degli impianti per la parte di diffusione sonora di emergenza, si completa con la posa in opera di un diffusore sonoro a livello “H” della zona archivi, avente le stesse caratteristiche tecniche di quelli esistenti ai piani “E”, “F”, e “G” ed immediatamente derivato dall’impianto esistente ed in particolare dal diffusore sonoro a livello “G”, mediante cavo FG7OM1 (3x2,5mmq) posato in parte su canalina esistente ed in parte su canalina predisposta. 30/32 UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI “PARTHENOPE” ARCHIVI. 2.3 Impianto TVCC Il progetto in esame prevede l’installazione di una TVCC in custodia stagna con illuminatore, all’ingresso del Piano “E” lato scala di emergenza; essa va ad integrare l’impianto esistente nel complesso universitario. La relativa montante (cavo RG59) dalla centrale dell’impianto TVCC (ubicata a Piano Terra nel locale Sala Operativa) al P.”E”. sarà posata in parte su canalina esistente ed in parte in tubazione termoplastica autoestinguente a vista grado di protezione elettrica > IP44. Il segnale di energia sarà derivato direttamente dalla predisposizione esistente allo stesso livello (P.”E”) lato scala interna e posato in parte su canalina predisposta ed in parte in tubazione termoplastica autoestinguente a vista grado di protezione elettrica > IP44. La successiva fase di programmazione di detto punto telecamera su MX (esistente) prevede lo start-up e collaudo della stessa ed implementazione su sistema di supervisione e gestione “Desigo – Siemens” esistente. I segnali verranno poi registrati su apposito videoregistratore digitale (esistente) e contemporaneamente inviati ai monitor (esistenti), il tutto ubicato nel locale Sala Operativa a Piano Terra. 31/32 UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI “PARTHENOPE” ARCHIVI. 3 VERIFICHE Ad ultimazione dei lavori gli impianti dovranno essere sottoposti a verifiche, con idonea strumentazione, eseguite in conformità rispettivamente alle norme CEI 64-8 / D.M. 22/01/08 N°37 per quanto attinente gli impianti elettrici e speciali, in conformità alle norme UNI 12464-1 per quanto attinente quelli di illuminazione ed in conformità alle norme UNI 9795 / UNI 11224 per quanto attinente quelli di rilevazione incendi, allo scopo di assicurare il rispetto delle normative vigenti. 32/32