LECTIO I 1° incontro del corso di avviamento alla lingua latina Il primo incontro si è articolato in due parti, ciascuna della durata di un’ora: nella prima,“ Il latino che parliamo!”, si sono proposte ai ragazzi attività di gruppo a carattere ludico finalizzate ad una maggiore conoscenza di alcune delle molte parole e/o espressioni latine usate correntemente nella lingua italiana; nella seconda , partendo dalle osservazioni svolte dai ragazzi stessi sulla struttura e sulla traduzione delle espressioni esaminate e commentate insieme, sono stati introdotti i concetti di “lingua flessiva”, “declinazione” e “casi” . “Il latino che parliamo!” In apertura d’ora ai ragazzi, divisi in 5 gruppi, si è proposta la prima attività, ossia individuare, tra 6 parole normalmente usate consegnate loro in bigliettini, quelle latine : sponsor Iuniores Iuventus placebo factotum album bus amen totem aula magna walter facsimile lapsus magnitudo pro capite casus belli arsenal bis humus Idem rebus inter mass media mutande legenda Di esse sono stati definiti insieme i significati in base alla derivazione dal latino e sono stati individuati gli intrusi: sponsor: sostenitore, colui che dà un appoggio Iuniores: i più giovani Iuventus: indica la gioventù Album: come “ albume”, vuol dire “oggetto bianco”: dunque si riferisce ai fogli di cui è composto Bus: da “ omnibus”, ossia “ per tutti”: erano le vetture pubbliche trainate dai cavalli, antenate dei tram, destinate ai più poveri che non si potevano permettere le carrozze private Amen: intruso, ‘ parola ebraica e identificherebbe il picchetto della tenda, dunque allude ad un elemento di sostegno Walter: intruso casus belli: è” l’avvenimento della guerra”, ossia l’avvenimento che scatena una guerra Facsimile: nella struttura Arsenal: intruso simile a factotum, significa “copia” Lapsus: vuol dire “ scivolone”: identifica uno “scivolone” linguistico, quando la nostra mente “slitta” e invece di un termine ne diciamo un altro simile Bis: vuol dire “ per due” Placebo: futuro di un verbo latino ( “ piacerò, sarò gradito”) indica l’effetto psicologico positivo di un rimedio o di un farmaco che viene ritenuto efficace da chi lo assume, anche senza esserlo davvero Totem: intruso Magnitudo: grandezza”: indica l’unità di misura della scala con cui si definisce l’entità dei terremoti Humus: è la terra, termine passato poi a significare un tipo di terriccio molto fertile. Factotum: “ fai tutto”, si dice di persona in grado di svolgere tante diverse mansioni Rebus:” con le cose”, ossia composizione di una frase con oggetti rappresentati e lettere aula magna: “aula grande” pro capite : “ a testa” Idem: lo stesso Inter: intruso Mass media: “mezzi “( latino) di massa Mutande:” da cambiare” Legenda: “come deve essere letta”( “ da leggere”) una cartina o una mappa Successivamente sono stati forniti ai ragazzi i seguenti termini latini ed insieme parole italiane da abbinare; i ragazzi le hanno dunque così abbinate: FRAUDEM : frode HOSPITEM : ospite ,straniero PUER: fanciullo ITER: viaggio DOMUS: casa FABULA: favola IUSTIUS: giuso CRUOR: sangue AURUM: oro PRETIUM: prezzo POENA pena AEQUUS : equo MAIOR: maggiore FRODE : derivazione popolare FRAUDOLENTO: derivazione dotta OSPEDALE PUERICOLTURA PUERILE ITINERARIO ITINERANTE DOMICILIO DUOMO FAVOLOSO CONFABULARE GIUSTIZIA INGIUSTO CRUENTO ORO : derivazione popolare AUREOLA derivazione dotta PREZZO PREZIOSO PENA EQUITA’ INIQUITA’ MAGGIORE Una volta spiegate le parole e i termini da esse derivate, si è sollecitata anche una riflessione sulle più evidenti modificazioni che le parole latine hanno subito per diventare quelle italiane ;in particolare, prendendo in considerazione le parole “fraudem” e “aurum” e le loro derivazioni, si è fatto cenno anche all’x origine, “dotta” o “popolare”, che molti termini hanno avuto. I termini con derivazione dotta sono infatti, generalmente, foneticamente più simili alla parola originaria, in quanto conservatisi in testi scritti A conclusione di questa prima parte, si sono poi consegnate a ciascun gruppo tre espressioni latine da spiegare, di seguito elencate: Lupus in fabula : il lupo nella favola; In vino veritas: nel vino (c’è) la verità; Dulcis in fundo : il dolce ( sta) in fondo Vox populi, vox dei : voce del popolo voce di dio; Via crucis : via della croce; Prosit: ( ci) giovi! ( alla salute) Historia magistra vitae: la storia (è) maestra di vita; Pro memoria: per ( facilitare) la memoria Post scriptum: scritto poi Ex aequo: alla pari; Opera omnia: tutte le opere; Ad personam: alla persona; Ora et labora: prega e lavora; Do ut des: ( ti ) do affinché tu (mi) dia Si è chiesto infine ai ragazzi di evidenziarne le caratteristiche più evidenti, soprattutto in relazione alla loro traduzione in italiano. Sono emerse le seguenti: Il latino non ha l’articolo ( né determinativo né indeterminativo): quindi nella traduzione bisogna inserirlo, scegliendolo opportunamente; Il latino non usa la preposizione “ del/ della”( ossia il complemento di specificazione), che esprime con una desinenza ; anche altre parole però hanno desinenze , che servono per esprimere altri complementi: quindi in latino l’occhio del traduttore deve guardare alla fine delle parole ( alle desinenze appunto) e prestare ad esse massima attenzione; l’insieme delle desinenze delle funzioni fondamentali che un nome , un aggettivo o un pronome possono assumere , in latino si chiama declinazione, ed è costituita da 6 casi, ciascuno corrispondente ad una ( talvolta a più) funzioni fondamentali: nominativo funzione del soggetto; genitivo funzione del complemento di specificazione; dativo funzione del complemento di termine; accusativo funzione del complemento oggetto; vocativo funzione del complemento di vocazione; ablativo funzione varia ( fondament.. del comp.di causa e di mezzo) I complementi non compresi nelle funzioni fondamentali della declinazione, in latino vengono espressi , come in italiano), usando le preposizioni (alcune , come in, ex, post, ad, pro presenti anche nelle frasi), ma facendole seguire da specifici casi I ragazzi hanno anche notato che le desinenze del compl. di specificazione ( in rosso nelle frasi) sono diverse: infatti in latino non c’è una sola declinazione, ma 5, ciascuna contenente le parole che terminano con una delle 5 vocali, nel modo seguente: 1^declinazione 2^ declinazione 3^ declinazione 4^ declinazione 5^ declinazione Nomi che Nomi che Nomi che Nomi che Nomi che terminano in -a terminano in -o terminano in –i terminano in -u terminano in -e e nomi in consonante Per completare l’analisi delle frasi, si è infine apostata l’attenzione ai pochi verbi, soprattutto a quelli dell’ultima frase: a questo punto i ragazzi , nei propri gruppi, hanno ricostruito il presente delle quattro coniugazioni latine ,ordinando dei bigliettini sui quali ne erano riportate le singole voci ( come mostrato nella tabella seguente): 1^ coniugazione: -are 2^ coniugazione : -ére 3^ coniugazione: - ere 4^ coniugazione: - ire Don-o Vid-e-o Viv-o Ven-i-o Don-a-s Vid-e-s Viv-i-s Ven-i-s Don-a-t Vid-e-t Viv-i-t Ven-i-t Don-a-mus Vid-e-mus Viv-i-mus Ven-i-mus Don-a-tis Vid-e-tis Viv-i-tis Ven-i-tisDon-a-nt Vid-e-nt Viv-u- nt ven-i-unt Abbiamo poi individuato gli elementi che compongono un verbo latino al presente indicativo: - la radice, ossia l’elemento portatore di significato e che rimane invariato; La vocale tematica, ossia la vocale che rivela la coniugazione ( “a” 1^, “e” 2^, “i” 3^ e la 4^): La desinenza che identifica la persona. Si è poi proceduto al confronto con l’italiano e con le rispettive 3 coniugazioni : ITALIANO Donare: 1^coniugazione Vedere : 2^ coniugazione Vivere : 2^ coniugazione Venire : 3^ coniugazione LATINO Donare: 1^ coniugazione Vidére: 2 coniugazione, con l’accento sulla “e” ( quantità lunga) Vìvere : 3^ coniugazione, senza l’accento sulla “e” ( quantità breve) Venire : 4^ coniugazione Al termine si è affrontata insieme la lettura del brano sotto riportato e se ne sono completate le frasi, traducendo, con l’aiuto dell’insegnante e delle ripetizioni di una stessa voce all’interno del brano, le parole in neretto: