Pompe di Calore & Multifunzione quadernotecnico Controllo dinamico dei cicli di sbrinamento nelle pompe di calore evaporanti ad aria: il sistema IDEA® quadernotecnico QT_140807.01 quadernotecnico Controllo dinamico dei cicli di sbrinamento nelle pompe di calore evaporanti ad aria: il sistema IDEA RC GROUP S.p.A. ● QT_140807.01 ® 2 quadernotecnico Controllo dinamico dei cicli di sbrinamento nelle pompe di calore evaporanti ad aria: il sistema IDEA ® INDICE 0 .......... PREMESSA 5 1 .......... LA FORMAZIONE DI BRINA SULLE BATTERIE EVAPORANTI 5 1.1 INFLUENZA DELLA GEOMETRIA DELLE BATTERIE 6 1.2 BATTERIE EVAPORANTI DI NUOVA TECNOLOGIA 7 1.3 INFLUENZA DELLA PARZIALIZZAZIONE DELLA POTENZA 8 1.4 AREA DI FORMAZIONE DELLA BRINA 9 1.5 CONSEGUENZE DELLA FORMAZIONE DI BRINA SULLA BATTERIA 10 2 .......... I CICLI DI SBRINAMENTO 11 3 .......... LA GESTIONE DEI CICLI DI SBRINAMENTO 11 3.1 I SISTEMI TRADIZIONALI 11 3.2 IL NUOVO SISTEMA IDEA 12 4 .......... CONCLUSIONI RC GROUP S.p.A. ● QT_140807.01 15 3 quadernotecnico Controllo dinamico dei cicli di sbrinamento nelle pompe di calore evaporanti ad aria: il sistema IDEA RC GROUP S.p.A. ● QT_140807.01 ® 4 quadernotecnico Controllo dinamico dei cicli di sbrinamento nelle pompe di calore evaporanti ad aria: il sistema IDEA ® Controllo dinamico dei cicli di sbrinamento nelle pompe di calore evaporanti ad aria: il nuovo sistema IDEA 0 Premessa La formazione di brina e i conseguenti necessari cicli di sbrinamento rappresentano, per le pompe di calore evaporanti ad aria, sia per il riscaldamento dell’acqua, sia per il riscaldamento dell’acqua, un aspetto fondamentale che ne condiziona le prestazioni durante il funzionamento in ciclo invernale. Una progettazione ottimale delle batterie di scambio non è di per se stessa sufficiente per ridurre le perdite energetiche connesse al fenomeno, se non accompagnata da una gestione corretta del ciclo di sbrinamento, comunque necessario e inevitabile. La presente relazione esamina i principi di funzionamento di un nuovo sistema di gestione dello sbrinamento denominato IDEA, Intelligent Defrosting system for Energy saving Applications, brevettato e introdotto nel mercato europeo, e ne confronta i benefici rispetto ai tradizionali sistemi ancora utilizzati dalle pompe di calore tradizionali. 1 La formazione di brina sulle batterie evaporanti Durante il funzionamento invernale delle pompe di calore si forma brina sulla superficie delle batterie evaporanti qualora si verifichino simultaneamente le due seguenti condizioni: a) diminuzione dell’umidità assoluta dell’aria tra ingresso e uscita della batteria evaporante con conseguente deposito sulla sua superficie della condensa prodotta; b) temperatura superficiale della batteria evaporante inferiore a 0°C. Come è visibile nel diagramma psicrometrico riportato in figura 1, la diminuzione dell’umidità assoluta tra ingresso e uscita dalla batteria, quindi sostanzialmente il crearsi di uno scambio di calore con componente latente, non dipende tanto dalla temperatura dell’aria, quanto dalla sua umidità assoluta. La figura mostra, infatti, lo scambio che avviene in una data batteria in due differenti casi, entrambi con temperatura dell’aria di 4°C, ma in presenza di diversi valori di UR, rispettivamente 90% e 50%. Benché per entrambe le trasformazioni la temperatura superficiale della batteria sia inferiore a 0°C, una variazione dell’umidità assoluta si ha solamente nel caso di UR pari a 90%. Figura 1: trasformazioni dell’aria sulla batteria evaporante per diversi valori di umidità relativa RC GROUP S.p.A. ● QT_140807.01 5 quadernotecnico Controllo dinamico dei cicli di sbrinamento nelle pompe di calore evaporanti ad aria: il sistema IDEA ® L’osservazione della figura 1 mette in risalto un altro aspetto molto interessante per la comprensione del problema: il valore di ∆x, cioè la variazione di umidità assoluta della trasformazione, dipende sostanzialmente dalla pendenza della curva di saturazione e quindi, a parità di ogni altra condizione, è maggiore per maggiori temperature dell’aria. Poiché la quantità di ghiaccio formatasi sulle batterie, qualora la loro temperatura superficiale sia inferiore a 0°C, è pari alla portata di massa dell’aria trattata per il ∆x, ne consegue che, a parità di umidità relativa, essa diminuisca al diminuire della temperatura dell’aria. 1.1 Influenza della geometria delle batterie La temperatura superficiale delle batterie dipende, a parità di portata d’aria trattata, esclusivamente dalla geometria delle stesse, quindi dal loro dimensionamento, dal passo e tipo delle alette, dal numero dei ranghi. Una batteria evaporante, in quanto parte integrante del circuito frigorifero, deve sempre scambiare il calore necessario a equilibrare la potenza frigorifera del compressore che, a sua volta, varia in modo direttamente proporzionale alla temperatura di evaporazione. Si supponga di avere un circuito frigorifero con batteria evaporante che, in certe condizioni di funzionamento, lavori con una determinata temperatura di evaporazione: se si sostituisce la batteria utilizzata con una più piccola, la temperatura di evaporazione diminuisce fino al valore di equilibrio tra la nuova potenza fornita dal compressore e la potenza scambiata dalla batteria. La temperatura superficiale della batteria è sempre superiore alla temperatura di evaporazione: questa differenza è tanto maggiore quanto più elevato è lo scambio di calore latente, quindi la variazione di umidità assoluta ottenuta durante la trasformazione. Le leggi che regolano i fenomeni di scambio delle batterie sono molto complesse ed esulano dagli scopi prefissati: ai fini del presente lavoro, si può ritenere che la temperatura superficiale della batteria sia superiore a quella di evaporazione di un valore che varia dai 1,5K a 3K secondo condizioni di funzionamento. La temperatura superficiale della batteria varia, quindi, in funzione della configurazione geometrica della batteria stessa. Benché non vi siano limiti teorici, in termini pratici nelle pompe di calore di serie il dimensionamento delle batterie è effettuato rispettando dei vincoli dimensionali e di costo: in generale è quindi possibile tracciare un andamento della temperatura superficiale delle batterie per macchine di serie così come riportato in figura 2. Come si può osservare, la temperatura superficiale è tanto più elevata quanto maggiore è il valore dell’umidità relativa in quanto aumenta lo scambio latente, con conseguenti benefici per la resa e l’efficienza del ciclo frigorifero. I valori riportati in figura 2 possono essere ritenuti validi con buona approssimazione per le pompe di calore di serie dei principali costruttori con le seguenti approssimazioni: • Per motivi legati all’ottimizzazione produttiva, le dimensioni delle macchine di una certa serie non variano per ogni singola grandezza, ma a più taglie compete una dimensione di mobile. Per incrementare la potenza scambiata dalle batterie si lavora generalmente sul numero di ranghi: può tuttavia capitare che, all’interno di una serie di macchine, i valori ottenibili si possano discostare anche di 2K dai valori riportati. • Pompe di calore con ventilatori centrifughi, quindi progettate per installazione all’interno degli edifici e occupare il minor spazio possibile, possono avere temperature superficiali inferiori di oltre 2K • Al contrario, pompe di calore a bassa emissione sonora possono avere valori di circa 2K più alti qualora nel funzionamento invernale lavorino con i ventilatori a piena portata. RC GROUP S.p.A. ● QT_140807.01 6 quadernotecnico Controllo dinamico dei cicli di sbrinamento nelle pompe di calore evaporanti ad aria: il sistema IDEA ® 10 ] C °[ 5 A I R E T T 0 A B E L -5 A I C I F R -10 E P U S T -15 UR=100% UR=90% UR=80% UR=70% UR=60% UR<50% -10 -5 0 5 10 15 TEMPERATURAARIA[°C] Figura 2: temperatura superficiale delle batterie evaporanti in funzione delle condizioni termoigrometriche dell’aria esterna In ogni caso, i valori citati in precedenza valgono per batteria pulita: lo sporco accumulatosi tra le superfici di scambio durante il funzionamento della pompa di calore, se non rimosso sistematicamente, può portare a una drastica diminuzione della temperatura superficiale, con conseguente diminuzione delle prestazioni. E’ interessante notare che, a un certo punto, le curve tendono a sovrapporsi, a mano a mano che lo scambio diviene esclusivamente sensibile. 1.2 Batterie evaporanti di nuova tecnologia Quanto appena espresso sulla geometria delle batterie, può mutare discretamente quando le stesse sono superficialmente trattate idrofiliche. Questo trattamento può essere utilizzato nelle batterie per evaporazione e per raffreddamento allo scopo di ottenere una condensazione a film del vapore acqueo sulle pareti delle alette. Con tale trattamento, queste ultime sono rese idrofiliche e quindi “bagnabili” evitando così la formazione di gocce che assumono forma allungata con un angolo di tangenza minore di 30° evitando il fastidioso trascinamento da parte del flusso d'aria. Riassumendo, il trattamento idrofilico offre i seguenti vantaggi: • impedisce la riduzione della sezione di passaggio dell’aria ed evita, quindi, un aumento delle perdite di carico; • consente passi delle alette ridotti altrimenti sconsigliabili, per ovvi motivi, in presenza di gocce d’acqua; • permette velocità più alte dell’aria senza il rischio di trascinamento delle gocce. I vantaggi di cui sopra sono ancora più accentuati nei casi di batterie con alette turbolenziate. Le ultime tecnologie adottate nelle batterie evaporanti sorgente aria riguardano i distributori del gas realizzati per massimizzare l’uso della superficie di scambio e l’incremento del passo alette da 1,8 mm. a 2,1 mm. privilegiando le soluzioni a 3Ranghi, tali da ridurre drasticamente la perdita di carico sul lato aria. e, indirettamente, migliora le performance dei ventilatori. Inoltre, l’omogeneità della formazione di ghiaccio sulla superficie allunga i tempi fra uno sbrinamento e l’altro. RC GROUP S.p.A. ● QT_140807.01 7 quadernotecnico Controllo dinamico dei cicli di sbrinamento nelle pompe di calore evaporanti ad aria: il sistema IDEA ® Studi effettuati sulle perdite di carico negli evaporatori ad aria: 90% nei distributori e 10% nei tubi, hanno consentito di ottimizzare le perdite di carico nella batteria con effetto diretto sulla distribuzione del gas e indiretto sulla omogeneità di formazione della brina sulla superficie esterna. Figura 3: la distribuzione del gas refrigerante con differente equilibrio delle perdite di carico (90% nei distributori e 10% nei tub), premette di ottenere un più omogeneo ed efficace assorbimento del calore A differenza delle batterie ad aria per la sola condensazione del refrigerante (ciclo solo estivo), su quelle adibite anche all’evaporazione (ciclo reversibile a pompa di calore) è opportuno eliminare il circuito di sottoraffreddamento utilizzando, così, tutti i tubi di tutti i ranghi esclusivamente per l’evaporazione (ciclo invernale). In termini di omogeneità di formazione del ghiaccio e superficie di scambio si sono ottenuti, così, risultati eccellenti. Nelle immagini successive è possibile valutare anche due circuiti in cui uno brina mentre l’altro, contemporaneamente, permette la produzione continua di acqua calda. Figura 4: l’eliminazione del sottoraffreddamento,l’applicazione del trattamento idrofilico sulle alette di alluminio, la diversa distribuzione del gas refrigerante permettono alle nuove batterie evaporanti un brinamento più omogeneo e ridotte nel tempo 1.3 Influenza della parzializzazione della potenza La parzializzazione della potenza generata da una pompa di calore può portare benefici al suo funzionamento. Quasi tutte le macchine presenti sul mercato sono realizzate con circuiti singoli per ogni compressore: pertanto, qualora questi non abbiano parzializzazioni aggiuntive, ogni circuito si comporta come una macchina a sé stante. Quindi, in una pompa di calore a due compressori, quando il carico è parzializzato al 50% (un dei due compressori spento) la temperatura superficiale della batteria del circuito in funzione rimane inalterata. Al contrario, qualora la potenza del compressore possa essere regolata autonomamente, la temperatura di evaporazione e, di conseguenza, quella superficiale della batteria, aumenta poiché la stessa superficie di scambio lavora con una portata di refrigerante minore, aumentando la propria efficienza di scambio. RC GROUP S.p.A. ● QT_140807.01 8 quadernotecnico Controllo dinamico dei cicli di sbrinamento nelle pompe di calore evaporanti ad aria: il sistema IDEA ® 10 ] C °[ 5 A I R E T T 0 A B E L A I -5 C I F R E P U-10 S T -15 -10 UR=100% UR=90% UR=80% UR=70% UR=60% UR<50% -5 0 5 10 15 TEMPERATURA ARIA [°C] Figura 5: temperatura superficiale della batteria per circuiti parzializzati al 50% Nella figura 5 è riportato l’andamento della temperatura superficiale nel caso di circuiti parzializzati al 50%. 1.4 Area di formazione della brina E’ ora possibile tracciare sul diagramma psicrometrico un’area all’interno della quale avviene la formazione di brina sulle batterie evaporanti, cosi come mostrato in figura 6. Figura 6: area di formazione di brina sulle batterie evaporanti RC GROUP S.p.A. ● QT_140807.01 9 quadernotecnico Controllo dinamico dei cicli di sbrinamento nelle pompe di calore evaporanti ad aria: il sistema IDEA ® Come si vede chiaramente, la formazione di brina può avvenire solamente per valori di U.R. superiori al 50%. L’area si riduce drasticamente in caso di parzializzazione del singolo circuito proprio a causa delle migliorate condizioni di scambio che elevano la temperatura superficiale della batteria. Analogamente, pompe di calore con batterie abbondanti, come nel caso delle macchine super silenziate, presentano un’area di formazione di brina più ristretta; al contrario le pompe di calore con ventilatori centrifughi presentano un’area di formazione di brina più estesa. Discorso analogo va fatto per macchine con batteria sporca. La quantità di ghiaccio formatasi non è uniforme in tutta l’area, ma è massima nel punto d’innesco del fenomeno sulla curva di saturazione, per diminuire all’allontanarsi da questo e si annulla lungo la curva limite inferiore. Ciò dimostra che i punti critici per la formazione del ghiaccio in una pompa di calore sono sempre quelli prossimi al punto d’innesco del fenomeno sulla curva di saturazione: più alta è la temperatura di innesco della brina e maggiore è la quantità di ghiaccio che si forma sulla batteria. 1.5 Conseguenze della formazione di brina sulla batteria Il fenomeno della formazione della brina, se non controllato, porta rapidamente al blocco della pompa di calore per bassa pressione. Lo strato di ghiaccio che si forma sulla superficie della batteria riduce, sia le caratteristiche di scambio termico in quanto funge da isolante, sia l’area di passaggio dell’aria, aumentando le perdite di carico. Di fatto è come se la superficie di scambio si riducesse a mano a mano al procedere della formazione di ghiaccio. Così, il suo duplice effetto fa diminuire la temperatura di evaporazione e, di conseguenza, anche la temperatura superficiale con conseguente incremento del ∆x In breve, più aumenta lo strato di ghiaccio, più si riduce la superficie di scambio e più aumenta la formazione di brina. 25 20 I R 15 T E M A R 10 A P B AT TE RIA P UL IT A B AT TE RIA B RI NAT A 5 0 0 5 10 15 20 25 30 T E M PO Figura 7: andamento temporale dei parametri di funzionamento di una pompa di calore La figura 7 mostra l’andamento temporale dei parametri di funzionamento principali (temperatura e pressione di evaporazione, temperatura superficiale della batteria, potenza termica fornita, COP) di una pompa di calore in caso di batteria pulita e in caso di formazione di brina. Si noti come, mentre nel primo caso l’andamento rimane costante nel tempo, nel secondo si ha un rapido deterioramento, causato proprio dalla presenza di brina. Tale deterioramento è tanto più rapido quanto maggiore è la quantità di ghiaccio che si forma nell’unità di tempo e quindi è sempre massimo per condizioni prossime al punto d’innesto del fenomeno sulla curva di saturazione. In particolare, la figura mostra il caso di una pompa di calore che lavora a basse temperature, ma senza formazione di brina, confrontandola con un’altra analoga che però lavori in prossimità del punto d’innesco. Mentre per la prima i valori pur bassi si mantengono costanti, per la seconda i valori dei parametri si abbassano nel tempo. Questo concetto è molto importante e sarà richiamato nel successivo RC GROUP S.p.A. ● QT_140807.01 10 quadernotecnico Controllo dinamico dei cicli di sbrinamento nelle pompe di calore evaporanti ad aria: il sistema IDEA ® capitolo 3 per spiegare il funzionamento della logica di sbrinamento dinamica IDEA e confrontarla ai sistemi tradizionali statici. 2 I cicli di sbrinamento Una volta innescato, il fenomeno di formazione della brina aumenta d’intensità in modo esponenziale fino a che la batteria non si ricopre completamente di ghiaccio e le sicurezze della macchina non ne blocchino il funzionamento. Per evitare questa circostanza, nelle pompe di calore evaporanti ad aria si effettuano cicli di sbrinamento per eliminare il ghiaccio che incrosta le superfici di scambio. I sistemi generalmente utilizzati per effettuare lo sbrinamento sono due: l’inversione di ciclo e l’iniezione di gas caldo. L’inversione di ciclo, di gran lunga la più utilizzata, consiste nell’invertire il ciclo di funzionamento della macchina da invernale a estivo: in questo modo la batteria di scambio, tornando a lavorare come condensatore, è alimentata da gas caldo che scioglie e stacca il ghiaccio dalla superficie. Anche con il sistema d’iniezione di gas caldo la batteria viene attraversata da fluido caldo, senza tuttavia che sia completamente invertito il ciclo frigorifero. Indipendentemente dal sistema utilizzato, i cicli di sbrinamento non sono indolori per la pompa di calore. Innanzitutto lo sbrinamento comporta una perdita energetica dovuta all’effetto congiunto del consumo del compressore durante il ciclo e alla sottrazione di calore dall’impianto effettuata dal condensatore divenuto evaporatore. Questa perdita può essere quantificata in circa il 10% per ogni ciclo. Molto fastidiosa per il funzionamento dell’impianto è la sottrazione di calore da parte del condensatore divenuto evaporatore. Se per le pompe di calore aria–acqua questo fenomeno può essere controllato con un contenuto d’acqua dell’impianto adeguato, nelle macchine aria–aria la sottrazione deve avvenire direttamente dall’ambiente: l’evaporatore va a raffreddare proprio l’aria immessa in ambiente, con conseguente disturbo per il benessere. Lo sbrinamento comporta, inoltre, una maggiore usura sui compressori. Durante l’inversione del ciclo, si invertono le parti del circuito ad alta e a bassa pressione, con inevitabili stress su tutti gli organi del circuito, problemi di fuoriuscita di olio dalla coppa del compressore e, soprattutto, rischio di ritorno di liquido all’aspirazione del compressore. Tutto ciò porta a un deterioramento degli organi. 3 La gestione dei cicli di sbrinamento Per far funzionare in modo adeguato una pompa di calore evaporante ad aria e salvaguardare al tempo stesso il consumo energetico, il benessere ambientale e il comfort termico delle persone è necessario limitare al minimo necessario il numero dei cicli di sbrinamento. Ciò è possibile solamente se la logica che sovraintende la chiamata dei cicli è in grado di riconoscere la reale presenza di ghiaccio sulla batteria, cosa non possibile con i sistemi tradizionali. 3.1 I sistemi tradizionali I sistemi più diffusi attualmente sono di tre tipi: il primo è basato solamente sul tempo, il secondo integra il comando a tempo con una lettura di temperatura e il terzo, più completo, integra il tempo con una doppia lettura di temperatura e pressione. Il primo è il più vecchio e largamente diffuso, almeno fino all’introduzione dell’elettronica sulle macchine. Con questo sistema lo sbrinamento è attivato a tempo, ad esempio ogni 30 minuti, indipendentemente dalle condizioni dell’aria. Il secondo sistema effettua una lettura di temperatura dell’aria in uscita dalla batteria: se questa è inferiore a un valore prefissato, generalmente 3°C, parte il conteggio. Se dopo il tempo predefinito, generalmente 30 minuti, la temperatura è ancora inferiore al valore assegnato, parte lo sbrinamento. Questo sistema è largamente adottato per le pompe di calore di piccola e media potenza dalla maggior parte dei costruttori. A prima vista può sembrare che questo secondo sistema sia in grado di evitare lo sbrinamento in molte situazioni: questo però non è vero se si pensa a come sono impostati i parametri di regolazione. Per RC GROUP S.p.A. ● QT_140807.01 11 quadernotecnico Controllo dinamico dei cicli di sbrinamento nelle pompe di calore evaporanti ad aria: il sistema IDEA ® essere certi di sbrinare ogniqualvolta si formi il ghiaccio bisogna tarare la temperatura minima non più bassa di 1,5°C (differenza tra aria in uscita e superficie della batteria). Si può giocare con il tempo, ma bisogna pensare che la taratura deve necessariamente tenere presenti le condizioni peggiori in assoluto che si possono verificare durante la stagione, soprattutto nelle fasi di avviamento della macchina al mattino. Nei climi del nord Italia, ad esempio, si deve sempre prevedere la possibilità di avere una situazione di 5°C con nebbia. Quindi, il tempo deve essere necessariamente breve, massimo 30 minuti, per evitare rischi di blocco in condizioni critiche. Il terzo sistema permette un controllo più coerente, perché gioca su due differenti parametri: temperatura dell’aria e pressione di evaporazione. Pensando sempre ai climi dell’Italia del Nord, prevedendo situazioni di 5°C con nebbia, la logica della regolazione è questa: se la pressione del refrigerante scende sotto 5,4 bar (con R410A significa avere una temperatura di evaporazione di - 7°C), si contano 30 minuti e se, dopo questo tempo, la temperatura dell’aria a valle della batteria è inferiore a 0°C scatta lo sbrinamento. Tutti questi sistemi non sono in grado di riconoscere la reale presenza di ghiaccio sulla batteria e chiamano lo sbrinamento solamente effettuando una lettura statica di alcuni parametri. Inoltre richiedono sempre l’intervento umano per fissare i parametri limite: ciò significa esporsi a errori sempre possibili o a eccessi di prudenza. Generalmente la taratura della macchina è eseguita dal frigorista della casa costruttrice o da chi gestisce l’impianto: lo scopo di queste persone è quello di far funzionare sempre la macchina, anche nelle condizioni più critiche. Meglio allora, per loro che non pagano certo la bolletta elettrica, che la pompa di calore effettui uno sbrinamento in più piuttosto che si blocchi la macchina con la batteria ghiacciata. Inoltre la loro taratura deve necessariamente tenere conto del fatto che la batteria si sporca durante il suo funzionamento, specialmente in inverno quando può essere invasa dal fogliame, con il conseguente allargamento dell’area di formazione di brina, secondo quanto visto in precedenza. Per far riconoscere la presenza di ghiaccio si è pensato di installare un pressostato differenziale in modo da individuare un aumento di perdita di carico dovuto alla presenza di brina. Il sistema può essere utilizzato in macchine canalizzate, quindi con ventilatori centrifughi, ma non in pompe di calore con batterie esposte all’ambiente perché troppo influenzabili dal vento. Analogamente, non offre sufficienti garanzie un sistema basato su misure di spessore della brina, simili a quelle utilizzate nelle banche del ghiaccio, perché lo spessore non si forma in modo uniforme sulle batterie e il collocamento dei pressostati sarebbe problematico. 3.2 Il nuovo sistema IDEA Il sistema automatico, denominato IDEA (Intelligent Defrosting system for Energy-saving Applications) permette di ovviare a tutti gli inconvenienti e alle carenze che, con tutti I precedenti sistemi illustrati si riscontrano. Il concetto guida del sistema IDEA è molto semplice: il microprocessore è in grado, da solo, di capire se i parametri che sta leggendo derivano dalla presenza di brina sulla batteria o piuttosto dalle condizioni ambientali esterne. Ad esempio, si può leggere una pressione di evaporazione 4,8 bar e una temperatura dell’aria, a valle della batteria, di -9°C perché la pompa di calore sta lavorando con aria a 5°C e umidità del 40%, quindi senza alcuna formazione di brina, oppure a 5°C con umidità del 100% e batteria colma di ghiaccio. Con i sistemi tradizionali è impossibile cogliere la differenza: IDEA riesce a discernere i due casi effettuando letture dinamiche sui vari parametri, non più letture statiche. I sistemi tradizionali visti in precedenza fotografano una situazione in un determinato momento, la rifotografano dopo un certo tempo paragonando i parametri letti istantaneamente con i valori limite preimpostati: si disinteressano totalmente di come si è evoluta la situazione. Nel caso precedente, i sistemi tradizionali chiamerebbero comunque lo sbrinamento anche per la macchina che lavori con aria a -5°C e batteria perfettamente pulita, solamente perché i valori letti sono entrambi la soglia dei valori limite. Il nuovo sistema IDEA, invece, filma in continuazione l’andamento dei parametri e, in base alla loro evoluzione, capisce quando vi sia formazione di brina sulla batteria. Se la pompa di calore lavorasse a bassa temperatura dell’aria esterna, pressione di evaporazione e temperatura a valle della batteria sarebbero basse, ma si manterrebbero costanti nel tempo; se invece la pompa di calore lavorasse con temperatura dell’aria superiore a 0°C, ma con alta umidità relativa, pressione e temperatura RC GROUP S.p.A. ● QT_140807.01 12 quadernotecnico Controllo dinamico dei cicli di sbrinamento nelle pompe di calore evaporanti ad aria: il sistema IDEA ® diminuirebbero nel tempo sempre più rapidamente in funzione dello spessore di ghiaccio formatosi sulla batteria, così come mostrato in figura 7. In pratica il sistema IDEA esegue una lettura dinamica dei parametri, mentre gli altri sistemi eseguono solo letture statiche. I vantaggi di un sistema dinamico possono essere facilmente riassunti. Prima di tutto la pompa di calore effettuata i cicli di sbrinamento quando questi diventano realmente necessari. In questo modo, non solo si evitano sbrinamenti indesiderati, ma si ottimizza la sequenza temporale, stringendola o allargandola in funzione delle condizioni termoigrometriche dell’aria. Per comprendere meglio, i sistemi tradizionali effettuano lo sbrinamento solamente dopo il tempo minimo impostato, ad esempio i 30 minuti già citati. Ci possono essere condizioni particolari ove questo tempo è eccessivo, perché la formazione di brina in batteria è particolarmente abbondante: un caso tipico è l’avviamento al mattino delle pompe di calore con temperatura fredda dell’impianto. La bassa temperatura di condensazione aumenta la resa delle macchine, aumentando di conseguenza anche l’evaporazione e quindi la capacità di deumidificazione della batteria evaporante. Il mattino presto l’umidità relativa è sempre più alta che durante il giorno: il connubio tra elevata evaporazione e alta umidità porta a un rapido addensamento di ghiaccio sulla batteria. Il tempo di sbrinamento impostato per situazioni di regime può essere scarso nei transitori di avviamento; i famosi 30 minuti, in molti casi, dovrebbero diventare 15 in queste particolari condizioni: logicamente, con un sistema tradizionale ciò non è possibile, pena un cattivo funzionamento della macchina a regime. Per questo motivo spesso le pompe di calore hanno serie difficoltà in avviamento, con reiterati interventi della sicurezza di bassa pressione. Un sistema intelligente è invece in grado di prevenire questi inconvenienti, attuando gli sbrinamenti nel momento esatto del bisogno: magari ogni 15 minuti in avviamento per poi dilatarli a 1 ora, 2 ore o eliminarli quando non più necessari. Altro vantaggio del sistema IDEA è l’assoluta indipendenza dall’intervento umano. I sistemi tradizionali richiedono l’impostazione dei valori limite: come si sa, non sempre chi mette le mani su un gruppo frigorifero ha la competenza necessaria per farlo e quindi possono spesso esserci gravi errori d’impostazione o manomissioni a impianto in corso. Non solo, ma durante il funzionamento dell’impianto le condizioni della batteria possono cambiare a causa della sporcizia accumulata: il sistema dinamico è in grado di adattarsi alle mutate condizioni a differenza di un sistema tradizionale. Il sistema non richiede alcun intervento umano, perché si basa solo sulla lettura dinamica dei parametri di funzionamento, dati assolutamente oggettivi. In questo modo c’è l’assoluta impossibilità di errore da parte umana. In sintesi i vantaggi sono : • ottimizzazione del funzionamento della pompa di calore; • ottimizzazione del funzionamento dell’impianto; • risparmio annuo di esercizio stimabile tra il 10% e il 20%; • nessuna possibilità di errori di programmazione; • minor usura dei compressori e quindi maggior vita della pompa di calore. Per comprendere meglio i vantaggi del sistema dinamico rispetto ai sistemi tradizionali si possono osservare i grafici di figura 8 che riportano l’andamento del COP reale di una pompa di calore, con temperature superficiali pari a quelle riportate in figura 1, al variare della temperatura esterna. I grafici sono 3: nel primo l’umidità relativa è fissata al 90%, il secondo al 70% e nel terzo è uguale o minore del 50%. Nella prima figura, con UR del 90%, il COP della pompa di calore dotata di sistema di sbrinamento dinamico IDEA sale, a partire da –10°C, all’aumentare della temperatura fino ad un valore massimo posto da 2°C a 4°C, diminuisce leggermente fino al valore di 6°C dove è posta la netta discontinuità per poi salire in modo regolare. Il motivo di questo andamento è chiaro: all’aumentare della temperatura l’efficienza cresce perché si innalza la temperatura di evaporazione. Tuttavia questo aumento è contrastato dal fatto che aumenta anche la formazione di ghiaccio e di conseguenza anche la necessità dei cicli di sbrinamento: la quantità di ghiaccio diventa massima nel punto d’innesco della formazione di ghiaccio a 6°C. La netta discontinuità è dovuta al fatto che, in pochi decimi di grado, la superficie della batteria passa da un valore negativo a uno positivo e la condensa non ghiaccia più. RC GROUP S.p.A. ● QT_140807.01 13 quadernotecnico Controllo dinamico dei cicli di sbrinamento nelle pompe di calore evaporanti ad aria: il sistema IDEA ® Sistema Tradizio nale U.R. = 90% Sistema Dinamico 4,0 3,5 3,0 P O C 2,5 2,0 1,5 -10 -5 0 5 10 15 TEMPERATURA [°C] Figura 8a: variazione del COP in funzione della temperatura esterna con UR = 90% SistemaTradizionale U.R. = 70% Sistema Dinamico 4,0 3,5 P 3,0 O C 2,5 2,0 1,5 -10 -5 0 5 10 15 TEMPERATURA [°C] Figura 8b: variazione del COP in funzione della temperatura esterna con UR = 70% RC GROUP S.p.A. ● QT_140807.01 14 quadernotecnico Controllo dinamico dei cicli di sbrinamento nelle pompe di calore evaporanti ad aria: il sistema IDEA ® SistemaTradizionale U.R. = 50% Sistema Dinamico 4,0 3,5 P 3,0 O C 2,5 2,0 1,5 -10 -5 0 5 10 15 TEMPERATURA [°C] Figura 8c: variazione del COP in funzione della temperatura esterna con UR = 50% Il COP della pompa di calore con sistema tradizionale cresce in modo continuo perché i parametri di controllo, in particolare temperatura e pressione, sono sempre inferiori al valore di chiamata dello sbrinamento, indipendentemente dallo spessore di ghiaccio formatosi. Il valore di COP rimane sempre inferiore a quello della macchina con sistema dinamico perché il numero di cicli effettuati è maggiore di quelli realmente necessari. I valori tendono ad avvicinarsi attorno al punto d’innesco dello sbrinamento, che è da considerarsi il punto critico. In linea teorica, se l’impostazione del sistema tradizionale fosse perfettamente corretta, le due curve s’incontrerebbero perfettamente per una temperatura di 6°C e UR 100%, in altre parole nebbia, condizione critica per la macchina in esame (cfr. figura 1). Sopra il punto d’innesco, la pompa di calore con sistema tradizionale ha una lieve discontinuità: sulla batteria non si forma più ghiaccio, e questo migliora l’efficienza, ma il microprocessore continua a chiamare gli sbrinamenti perché la temperatura in uscita è comunque inferiore al valore di chiamata del ciclo. La discontinuità dovuta alla fine degli sbrinamenti è posta a un valore di circa 9°C. Andamento analogo si ha nel caso di UR pari al 70%. La curva della pompa di calore dotata di sistema IDEA cresce in modo continuo perché la formazione di ghiaccio è minore e quindi minore è la necessità di nuovi cicli di sbrinamento. Il punto d’innesco della brina è spostato verso temperature più alte perché lo scambio ha una componente latente minore e quindi la batteria si comporta in modo peggiore. Nel punto d’innesco la differenza di efficienza tra le due macchine è ora maggiore in quanto ci si scosta dal punto critico. Nel caso di UR uguale al 50%, la curva della macchina con sistema IDEA cresce continuamente perché ora non vi è più formazione di brina per nessuna temperatura dell’aria esterna. Il sistema tradizionale continua, invece, a chiamare cicli di sbrinamento, ingannato dai parametri di controllo inferiori al valore limite. 4 Conclusioni I benefici energetici del sistema di sbrinamento dinamico, in grado di riconoscere la reale presenza di ghiaccio sulla batteria, sono fondamentali per migliorare le prestazioni di una pompa di calore evaporante ad aria. Oltre ai vantaggi energetici, chiaramente esposti nel presente lavoro, vanno aggiunti gli aspetti gestionali dell’impianto, particolarmente importanti nelle macchine aria–aria, dove ogni ciclo di sbrinamento incide pesantemente sul comfort dell’ambiente climatizzato. Il sistema IDEA è stato brevettato nel 1997 dopo una lunga sperimentazione sul campo, necessaria per affinare gli algoritmi di scelta del microprocessore, sicuramente più complessi del suo semplice principio RC GROUP S.p.A. ● QT_140807.01 15 quadernotecnico Controllo dinamico dei cicli di sbrinamento nelle pompe di calore evaporanti ad aria: il sistema IDEA ® di funzionamento. Le analisi effettuate sulle macchine funzionanti ne hanno confermato i vantaggi fondamentali a fronte anche di un elevatissimo grado di affidabilità. La pompa di calore evaporante ad aria è sicuramente una tra le macchine frigorifere più interessanti dal punto di vista ingegneristico. Più complessa di un gruppo frigorifero tradizionale o di una pompa di calore evaporante ad acqua, essa si è sviluppata negli anni per merito di un’intensa attività di ricerca atta a determinare i criteri ideali di dimensionamento dei vari componenti, ma soprattutto grazie a un costante rilievo delle prestazioni sul campo che ha permesso di individuare accorgimenti, apparentemente anche di lieve entità, spesso però fondamentali per il miglioramento delle prestazioni energetiche. Il presente lavoro vuole essere di ausilio al progettista nell’interpretare correttamente i dati di funzionamento forniti dai costruttori, così da facilitare la scelta della pompa di calore, il dimensionamento dei componenti dell’impianto e l’analisi delle prestazioni energetiche stagionali, di là di quanto previsto dalle normative vigenti o da alcune proposte di modifica che tendono a enfatizzare aspetti marginali, tralasciandone altri molto più importanti. Fonti: Osvaldo Minelli e Luigi Rosso – “Controllo dinamico dei cicli di sbrinamento nelle pompe di calore evaporanti ad ® aria: il sistema IDEA ” - RC Group spa - Pavia RC GROUP S.p.A. ● QT_140807.01 16 quadernotecnico Controllo dinamico dei cicli di sbrinamento nelle pompe di calore evaporanti ad aria: il sistema IDEA RC GROUP S.p.A. ● QT_140807.01 ® 17 Il continuo miglioramento dei prodotti può comportare variazioni nei dati indicati nel presente quaderno tecnico. RC GROUP S.p.A. • Via Roma, 5 • 27010 Valle Salimbene (PV), Italy www.rcgroup.it • Tel. +39 (0) 382 433 811 • Fax +39 (0) 382 587 148 QT_140807.01