Enrico Sicignano (Università di Salerno) Progettazione sostenibile per la riqualificazione di ambiti urbani degradati: L’edilizia scolastica dell’infanzia e primaria Venerdì 22 Aprile 2016 COSTRUIRE EX-NOVO O RECUPERARE IL PATRIMONIO EDILIZIO ESISTENTE? È intorno a tale domanda che ruota il dibattito sul tema della rigenerazione urbana. Un tema di stretta attualità e decisamente rilevante nella recente pratica edilizia, inteso anche come una politica per uno sviluppo sostenibile delle città. Recuperare gli spazi abbandonati dai processi produttivi o restituire nuova qualità ambientale, economica e sociale a quartieri degradati risponde perfettamente al concetto della città sostenibile, limitando la dispersione urbana e riducendo gli impatti ambientali insiti nell'ambiente costruito. industrie caserme chiese Occorre definire metodologie e criteri progettuali applicabili alla progettazione ex-novo ed al recupero degli edifici. L’individuazione e l’analisi di casi studio consente di costituire una formulazione di modelli e pratiche, al fine di individuare la migliore rispondenza del rapporto instaurato tra progetto architettonico, caratteri distributivi e connotazioni tecnologiche. L’AMBIENTE SCUOLA l’ambito scolastico costituisce un terreno fertile per la diffusione dei principi di sostenibilità, sia nella scuola, sia nella vita quotidiana. Gli innovativi processi di gestione e di riqualificazione gli edifici scolastici, quindi, possono influire tanto sul sistema edificio‐impianto, quanto sull’attuazione degli obiettivi pedagogici. L’AMBIENTE SCUOLA Sulla base delle recenti disposizioni legislative, indirizzate ai finanziamenti per il miglioramento degli ambienti e la qualità degli ambienti dell’edilizia scolastica, si dedicherà una specifica attenzione agli spazi destinati alla scuola dell’infanzia e primaria per la loro capillarità e diffusione nei territori. L’AMBIENTE SCUOLA L’analisi critica delle recenti linee guida interministeriali - D.M. 11.04.2013 - per la progettazione degli edifici scolastici ed il contributo del metodo Montessori, in Italia ed all’estero, saranno strumenti di verifica delle organizzazioni spaziali e compositive dei casi studio esaminati, e quindi il presupposto per formulare nuove linee di indirizzo meta-progettuali. Palazzo degli Studi di Lanciano, sezione longitudinale da nord a sud progettata dall'architetto ingegnere Filippo Sargiacomo, Lanciano 1910-1920 Con l'Unità d'Italia vi fu presso la città di Lanciano un'esplosione di attività culturali. Nel campo dell'istruzione giovanile, il comune, seguendo le direttive del Governo, adottò numerose e valide iniziative per promuovere la pubblica istruzione e combattere l' analfabetismo, che interessava oltre il 90% della popolazione. Fonte: Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo - Archivi degli Architetti http://www.architetti.san.beniculturali.it/web/architetti/progetti/galleria-progetti Prospetto della scuola elementare Giuseppe Mazzini affacciato sul Foro Boario in costruzione a Bassano del Grappa, 12 aprile 1910. Il progetto fu realizzato da Daniele Donghi con la collaborazione di Giuseppe Indri (Universita' Iuav di Venezia, Archivio Progetti, Fondo Daniele Donghi) Fonte: Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo - Archivi degli Architetti http://www.architetti.san.beniculturali.it/web/architetti/progetti/galleria-progetti Scuola elementare Giuseppe Mazzini a Bassano del Grappa, disegno di massima delle piante del piano terra, primo e secondo in scala 1:200 eseguite a inchiostro di china e acquerello su carta vegetale, 1904 ca. (Universita' Iuav di Venezia, Archivio Progetti, Fondo Daniele Donghi) Fonte: Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo - Archivi degli Architetti http://www.architetti.san.beniculturali.it/web/architetti/progetti/galleria-progetti Giuseppe Terragni Asilo Sant’Elia, Como (1936-37) Canton Vesco, Ivrea (TO), Asilo d'infanzia Olivetti, Mario Ridolfi, 1954-1964 Fonte: Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo - Archivi degli Architetti http://www.architetti.san.beniculturali.it/web/architetti/progetti/galleria-progetti Canton Vesco, Ivrea (TO), Asilo d'infanzia Olivetti, Mario Ridolfi, 1954-1964 Fonte: Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo - Archivi degli Architetti http://www.architetti.san.beniculturali.it/web/architetti/progetti/galleria-progetti LE PRINCIPALI RIFORME DEL SISTEMA SCOLASTICO ITALIANO Lo sviluppo dell’ordinamento scolastico italiano è caratterizzato dalla presenza di tre momenti,che corrispondono a tre differenti epoche storiche,economiche e sociali del nostro Paese: - la scuola dei programmi; - la scuola della programmazione; - la scuola dell’autonomia. Ognuno di tali periodi è caratterizzato da analoghi modi di intendere e di fare scuola,dagli stessi metodi usati per organizzare la didattica e per gestire le problematiche dell’insegnamento e da medesimi criteri impiegati per soddisfare le istanze culturali ed economiche del Paese. La scuola dei programmi si basa su una didattica tradizionale, che persegue come unico scopo la trasmissione dei saperi. Riforma Casati (1859-1923) Obiettivo principale che con essa si intende perseguire è fornire un livello minimo di istruzione alla popolazione, sottolineando la volontà dello Stato di assumere il controllo del sistema scolastico. Per combattere l’analfabetismo Casati istituisce il principio della gratuità e obbligatorietà della scuola elementare, articolata in quattro anni, al termine dei quali il percorso di studi si biforca nell’istruzione secondaria classica e nell’istruzione secondaria tecnica. La riforma Gentile (Regio Decreto n. 3126 del 1923) I suoi punti maggiormente innovativi sono: - l’innalzamento dell’obbligo scolastico a 14 anni; - la ridefinizione dell’assetto scolastico; - la regolamentazione delle scuole private; - l’insegnamento obbligatorio della religione cattolica; - l’istituzione di scuole speciali per allievi disabili; - il libro unico e di Stato. L’ordinamento scolastico della riforma prevede una scuola elementare di 5 anni, suddivisa in due cicli rispettivamente di tre e due anni. La Costituzione (1 gennaio 1948) Nella Costituzione particolare rilievo viene dato alle libertà e ai diritti-doveri dei cittadini, ed in particolare essa stabilisce: - La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica (art. 9); - L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento (art. 33); - La scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso (art. 34). Gli anni della scuola della programmazione sono caratterizzati da due differenti e opposte circostanze: da una parte il sorprendente sviluppo economico, sociale e culturale del nostro Paese, iniziato successivamente alla seconda guerra mondiale; dall’altra il ritardo e l’inadeguatezza della scuola ad adeguarsi a tali trasformazioni. Il D.M. 09/02/1979, parte terza, art.3 (Fasi della programmazione) dispone: “Questa impostazione postula un progetto educativo didattico che comprende organicamente i seguenti momenti: - Individuazione delle esigenze del contesto socio-culturale e delle situazioni di partenza degli alunni; - Definizione degli obiettivi finali, intermedi,immediati che riguardano l'area cognitiva, l'area non cognitiva e le loro interazioni; - Organizzazione delle attività e dei contenuti in relazione agli obiettivi stabiliti; - Individuazione dei metodi, materiali e sussidi adeguati; - Sistematica osservazione dei processi di apprendimento; - Processo valutativo essenziale finalizzato sia agli adeguati interventi culturali ed educativi sia alla costante verifica dell'azione didattica programmata; - Continue verifiche del processo didattico, che informino sui risultati raggiunti e servano da guida per gli interventi successivi. ORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA SCOLASTICO ITALIANO In questo periodo si ricordano inoltre una serie di provvedimenti legislativi che è opportuno menzionare, poiché avviano il lento cammino di rinnovamento e innovazione della seconda metà del ‘900. In particolare: - Nel 1950 sono creati gli istituti professionali; - Nel 1962 si opera la unificazione della scuola media e si dispone che la scuola media statale è gratuita e obbligatoria; - Nel 1969 si riformano gli esami di maturità e viene liberalizzato l’accesso alle università; - Nel 1974 sono emanati i Decreti Delegati che rappresentano una significativa svolta democratica nella vita della scuola. Infatti, i decreti riorganizzano l’attività dei docenti, conferendogli una nuova professionalità; creano nuovi organi a livello nazionale (CNPI,IRSSAE,distretti scolastici); riorganizzano l’attività degli organi collegiali esistenti; - Nel 1977 con le leggi n.348 e n.517 del 1977 è abolito l’insegnamento facoltativo del latino dal percorso curricolare, si elimina la votazione numerica, sostituendola con la scheda di valutazione, si stabilisce l’apertura delle classi a favore degli alunni handicappati e sono previste attività a loro sostegno da realizzare mediante docenti di ruolo specializzati; - Nel 1979 si introducono i nuovi programmi per la scuola media e si rinnova la didattica con l’introduzione della programmazione educativa e didattica (DM 9/2/1979); - Nel 1990 è attuata la riforma dell’ordinamento della scuola elementare con cui è stata introdotta l’organizzazione didattica per moduli, secondo cui “I docenti sono utilizzati secondo moduli organizzativi costituiti da tre docenti su due classi” e che prevede l’insegnamento di una lingua straniera (L.5/6/1990 n.148); - Nel 1994 entra in vigore il Testo Unico delle disposizioni legislative vigenti relative alle scuole di ogni ordine e grado (D.lgs 297/94). La fase più significativa nell’evoluzione della scuola italiana è certamente rappresentata dalla “scuola dell’autonomia”. Tale periodo inizia a prendere forma, alla fine del secolo scorso, con l’emanazione della legge n. 59 del 1997, con il DPR n. 275 del 1999 e con l’approvazione della riforma del titolo V della Costituzione del 2001. Il percorso della scuola dell’autonomia nasce con la legge 59/1997 in cui all’art. 21 si stabilisce che l’attuazione dell’autonomia delle istituzioni scolastiche è inserita all’interno di un processo di riorganizzazione dell’intero sistema formativo; al fine della sua realizzazione sono progressivamente trasferite alle istituzione scolastiche le funzioni di gestione del servizio di istruzione attribuite all’amministrazione centrale e periferica. Tale trasferimento delle funzioni comporta l’acquisizione da parte delle scuole di autonomia finanziaria, organizzativa e didattica. In attuazione della legge 59/97 è stato emanato successivamente il DPR 275/99 che stabilisce che le scuole autonome predispongono, con la partecipazione di tutte le loro componenti, il “Piano dell’Offerta Formativa”. Il cammino della definizione normativa dell’autonomia scolastica si conclude nel 2001 con l’approvazione della legge costituzionale che rinnova interamente il titolo V della Costituzione repubblicana. Tale modifica si è resa opportuna per dare piena attuazione al “principio autonomistico” previsto dalla stessa Costituzione all’articolo 5, consentendo un reale trasferimento di funzioni legislative e amministrative agli enti locali territoriali. Riforma Berlinguer Nel corso della XIII legislatura (09.05.1996 - 29.05.2001) si avvicendano alla guida del Ministero della Pubblica Istruzione Luigi Berlinguer e Tullio De Mauro. Durante questo periodo sono emanati molti atti normativi tendenti a riformare la scuola e a consentire la svolta nella direzione autonomistica. Si ricordano: - la riforma dell’esame di Stato del secondo ciclo di istruzione (legge n.425/1997); - l’innalzamento di due anni dell’obbligo di istruzione (legge n.9/1999); - l’avvio dell’autonomia delle istituzioni scolastiche (D.P.R. n. 275/1999); - l’istituzione dell’obbligo formativo fino al 18° anno di età (legge n.144/1999, art.64); - il riordino dei cicli scolastici (legge n.30/2000-1° ciclo->6-12anni; 2°ciclo->13-18anni); - l’obbligo scolastico è innalzato da otto a dieci anni; il D.M. n.323 del 1999, contenente norme di applicazione della legge n.9/99, ha introdotto un regime transitorio valido fino all’entrata in vigore della riforma dei cicli che prevedeva un obbligo scolastico di durata novennale. (poiché tale riforma non è mai entrata in vigore, di fatto, l’obbligo scolastico decennale previsto dal ministro Berlinguer non è mai stato reso operativo); - con la riforma Berlinguer è introdotto, inoltre, l’obbligo formativo fino al 18° anno di età da svolgere anche in percorsi integrati di istruzione e formazione o nell’apprendistato. Riforma Moratti Nel corso della XIV legislatura (30.05.2001 – 27.04.2006) è ministro dell’istruzione Letizia Moratti, che avvia un profondo e globale rinnovamento dell’ordinamento scolastico. Il Parlamento il 28 marzo del 2003 approva la legge delega n. 53, che conferisce al Ministro ampia delega con cui si intende procedere ad una revisione compiuta ed organica di tutto il sistema scolastico italiano, e a tal fine sono emanati 6 decreti legislativi di attuazione del processo di rinnovamento. In ordine: - D.Lgs n. 59 del 19/02/04 contenente norme generali per il riordino della scuola dell’infanzia e del 1° ciclo di istruzione; - D.Lgs n. 286 del 19/11/04 istitutivo del servizio nazionale per la valutazione del sistema educativo (INVALSI); - D.Lgs n. 76 del 15/04/05 per la disciplina degli interventi di orientamento contro la dispersione scolastica e per assicurare la realizzazione del diritto-dovere di istruzione e formazione; - D.Lgs n. 77 del 15/04/05 per la definizione delle norme generali relative all'alternanza scuola-lavoro; - D.Lgs n. 226 del17/10/05 contenente norme generali per il riordino del 2° ciclo di istruzione; - D.Lgs n. 227 del 17/10/05 per la definizione delle norme generali in materia di formazione degli insegnanti ai fini dell'accesso all'insegnamento. Riforma Fioroni Al Ministro Moratti succede, nella XV legislatura (28.04.2006 – 28.04.2008), Giuseppe Fioroni. Il suo Governo è molto breve a causa dello scioglimento anticipato del Parlamento, ma in tale periodo sono approvati importanti atti normativi che hanno cercato di ottimizzare alcuni aspetti della precedente riforma Moratti: - Un primo intervento normativo è attuato nei confronti della riforma del 2° ciclo: come primo atto del nuovo governo si dispone il blocco delle sperimentazioni del sistema dei licei della Moratti; - Una seconda iniziativa è realizzata con l’innalzamento dell’obbligo scolastico. La legge n. 296 del 2006 (Legge finanziaria per il 2007) stabilisce che l’istruzione obbligatoria è impartita almeno per 10 anni e permette di acquisire i saperi e le competenze previste dai curricoli relativi ai primi due anni degli istituti di istruzione secondaria superiore; - Successivamente, è emanato il DM n. 139 del 2007 che contiene le indicazioni nazionali sulle competenze e di saperi che tutti i giovani devono possedere a 16 anni. Tali conoscenze e competenze “chiave” sono declinate con riferimento a quattro assi culturali: l’asse dei linguaggi, l’asse matematico, l’asse scientifico-tecnologico, l’asse storico-sociale; - Con la legge n.1 del 2007 si dispongono nuove norme in materia di esami di stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore. Cambia la composizione delle commissioni; possono essere ammessi agli esami soltanto gli alunni che hanno saldato i debiti formativi e siano stati valutati positivamente in sede di scrutinio finale; - Inoltre, sono state approvate le indicazioni nazionali per la scuola dell’infanzia e per il 1° ciclo di istruzione ed è stata ridefinita la gestione delle attività di recupero dei debiti scolastici. Riforma Gelmini La riforma Gelmini prende avvio nel giugno del 2008 e si articola in una lunga serie di atti normativi. Tale riforma è attuata mediante quattro diversi Decreti Legge: i primi tre decreti approvati riguardano direttamente il mondo della scuola ed individuano gli ambiti di intervento della riforma; mentre, l’ultimo emanato riguarda il mondo universitario e della ricerca. Decreto Legge 25/06/08 N. 112 convertito nella legge N. 133 del 06/08/08 - Costo del libri scolastici - Razionalizzazione ed accorpamento delle classi di concorso; - Ridefinizione dei curricoli vigenti nei diversi ordini di scuola; - Revisione dei criteri vigenti di formazione delle classi; - Rimodulazione dell'organizzazione didattica della scuola primaria; - Revisione dei criteri e dei parametri per la determinazione degli organici del personale docente ed Ata; - Ridefinizione dell'assetto organizzativo-didattico dei centri di istruzione per gli adulti; - Definizione di criteri, tempi e modalità per la determinazione il ridimensionamento della rete scolastica. Decreto Legge 01/09/08 N. 137 convertito nella legge N. 169 del 30/10/08 - Cittadinanza e Costituzione; - Valutazione del comportamento degli studenti (5 in condotta); - Valutazione del rendimento scolastico (votazione in decimi); - Insegnante unico nella scuola elementare. Decreto Legge 07/10/08 N. 154 convertito nella legge N. 189 del 04/12/08 - Piani delle di dimensionamento delle Istituzioni Scolastiche rientranti nelle competenze delle regioni per assicurare la razionalizzazione della rete scolastica. Decreto Legge 10/11/09/ N. 180 Convertito nella legge N. 1 del 09/01/09 - Criteri per migliorare la qualità del sistema universitario e della ricerca Decreto del Presidente della Repubblica n. 17 del 20 Gennaio 2009 - Disposizioni sulla riorganizzazione del MIUR Decreto Presidente della Repubblica n.81 del 20 Marzo 2009 - Norme per la riorganizzazione della rete scolastica e il razionale ed efficace utilizzo delle risorse umane della scuola (ai sensi articolo 64, legge 6 agosto 2008 n.133) Decreto del Presidente della Repubblica n. 87 del 15-032010 - Regolamento recante norme concernenti il riordino degli istituti professionali . Gli istituti professionali si articolano in 2 settori: istituti professionali per il settore dei servizi e istituti per il settore industria e artigianato. Ai 2 settori corrispondono 6 indirizzi; avranno un orario settimanale di 32 ore di lezione Decreto Presidente della Repubblica n.89 del 20 Marzo 2009 - Revisione dell'assetto ordinamentale, organizzativo e didattico della scuola dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione (ai sensi articolo 64, legge 6 agosto 2008 n. 133) Decreto del Presidente della Repubblica n. 88 del 15-032010 - Regolamento recante norme concernenti il riordino degli istituti tecnici. I nuovi istituti tecnici si divideranno in 2 settori: economico(con 2 indirizzi) e tecnologico (con 9 indirizzi) ed avranno un orario settimanale di 32 ore di lezione Decreto del Presidente della Repubblica n.119 del 22 Giugno 2009 - Disposizioni per la definizione dei criteri e dei parametri per la determinazione della consistenza complessiva degli organici del personale amministrativo tecnico ed ausiliario (Ata) (ai sensi articolo 64, legge 6 agosto 2008 n. 133) Decreto del Presidente della Repubblica n. 89 del 15-032010 - Regolamento recante la revisione dell’assetto ordinamentale, organizzativo e didattico dei licei. Prevede l’istituzione di 6 licei: classico, scientifico, artistico, linguistico, musicale e coreutico, delle scienze umane Decreto del Presidente della Repubblica n.122 del 22 Giugno 2009 - Coordinamento delle norme vigenti per la valutazione degli alunni (ai sensi della legge 30 ottobre 2008 n. 169) Riepilogando, l’ordinamento scolastico italiano si struttura in due cicli di studio: Il PRIMO CICLO di istruzione si articola in due percorsi scolastici consecutivi e obbligatori: - la scuola primaria, della durata di cinque anni, obbligatoria per tutti i bambini che abbiano compiuto sei anni di età entro il 31 dicembre; - la scuola secondaria di primo grado, della durata di tre anni, obbligatoria per tutti i bambini che abbiano concluso il percorso della scuola primaria. Il primo ciclo di istruzione si conclude con l’esame di Stato, il cui superamento costituisce titolo di accesso al secondo ciclo. Il SECONDO CICLO di istruzione riguarda la scuola secondaria di secondo grado e si articola in un percorso della durata di cinque anni. La Riforma della Scuola Secondaria Superiore, dall’a.s. 2010/2011, propone questi percorsi formativi articolati in due bienni e in un quinto anno, al termine del quale si sostiene l’esame di Stato: - Licei; - Istituti tecnici, al termine del quale si consegue il diploma di istruzione tecnica; - Istituti professionali al termine del quale si consegue il diploma di istruzione professionale. ISTITUZIONI SCOLASTICHE CIRCOLI DIDATTICI Scuole dell’infanzia - Speciali - Ospedaliere Scuole primarie (plessi) - Speciali - Ospedaliere - Annesse a convitto educandato ISTITUTI COMPRESI CENTRI TERRITORIALI PERMANENTI Scuole secondarie di I° grado Scuole carcerarie - Sezioni associate - Ospedaliere - Annesse a convitto conservatorio ed istituto d’arte PRIMO CICLO D’ISTRUZIONE ISTITUTI SECONDARI DI I° GRADO ISTITUTI SECONDARI DI II° GRADO ISTITUTI SUPERIORI D’ISTRUZIONE SECONDARIA Scuole secondarie di II° grado - Licei classici Licei scientifici Licei artistici Ex istituti e scuole magistrali Istituti tecnici Istituti professionali Sezioni associate Ospedaliere Carcerarie SECONDO CICLO D’ISTRUZIONE L'educazione preprimaria viene attuata nella scuola dell'infanzia che ha durata triennale ed è rivolta ai bambini di età compresa fra i 3 e i 6 anni. Essa è compresa nel sistema educativo di istruzione e formazione, ma non ha carattere obbligatorio ed è l'unico tipo di istituzione scolastica a livello prescolare, nel settore statale e in quello non statale. La scuola dell'infanzia concorre all'educazione e allo sviluppo affettivo, psicomotorio, cognitivo, morale, religioso e sociale delle bambine e dei bambini promuovendone la potenzialità di relazione, autonomia, creatività, apprendimento, e ad assicurare un'effettiva eguaglianza delle opportunità educative. La scuola primaria è obbligatoria, ha la durata complessiva di 5 anni ed è frequentata da alunni di età compresa fra 6 e 11 anni. La scuola primaria, accogliendo e valorizzando le diversità individuali, promuove lo sviluppo della personalità ed ha il fine di far acquisire e sviluppare le conoscenze e le abilità di base, ivi comprese quelle relative all'alfabetizzazione informatica, di fare apprendere i mezzi espressivi, la lingua italiana e l'alfabetizzazione nella lingua inglese, di porre le basi per l'utilizzazione di metodologie scientifiche nello studio del mondo naturale dei suoi fenomeni e delle sue leggi, di valorizzare le capacità relazionali e di orientamento nello spazio e nel tempo, di educare ai principi fondamentali della convivenza civile. La normativa sul sistema scolastico La normativa sull’edilizia scolastica 35 L’edilizia scolastica secondo il D.M. 18.12.1975 I principi di open space Fonte: Dal banco alla nuvola. Materiali per la progettazione di qualità della scuola, Sensi Contemporanei - DPS - PaBAAC - Regione Calabria, dicembre 2013 36 L’edilizia scolastica secondo il D.M. 18.12.1975 aula aula aula aula aula aula Spazi canonici di scuole secondo i dettami del D.M. 18.12.1975 37 Schemi funzionali di scuole dell’infanzia ed elementare (D.M.18.12.1975) Schema riassuntivo dei principali indici di edilizia e di didattica • D.M. 18.12.1975 edilizia scolastica • Legge n. 23/1996 Delega edilizia scolastica art. 5 comma 3 • D.M. Interno 26.10.1992 AA. VV., Manuale di progettazione edilizia, Volume 1 tipologie e criteri di dimensionamento, Edilizia scolastica, pp. 772, Hoepli Schemi funzionali di scuole dell’infanzia ed elementare (D.M.18.12.1975) Schema funzionale tipo di scuola dell’infanzia http://divisare.com/projects/93429-Fabrizio-Milanese-CONCORSO-DI-IDEE-PER-L-AMPLIAMENTO-DELLASCUOLA-PRIMARIA-A-CANOVA- Schemi funzionali di scuole dell’infanzia ed elementare (D.M.18.12.1975) Schema funzionale tipo di scuola elementare XV rapporto annuale di Legambiente: Ecosistema scuola Realizzata sui Comuni capoluogo di provincia, è la ricerca annuale di Legambiente sulla qualità delle strutture e dei servizi della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado. L’indagine nasce con l’obiettivo di restituire una fotografia di quanto gli enti locali competenti investano su politiche che intrecciano la sostenibilità e la sicurezza degli edifici con la diffusione di buone pratiche. I dati presentati sono relativi all’anno 2013 e sono stati raccolti tramite questionario. XV rapporto annuale di Legambiente: Ecosistema scuola XV rapporto annuale di Legambiente: Ecosistema scuola XV rapporto annuale di Legambiente: Ecosistema scuola XV rapporto annuale di Legambiente: Ecosistema scuola XV rapporto annuale di Legambiente: Ecosistema scuola MIUR | Il piano per l’edilizia scolastica OBIETTIVI PRINCIPALI DEL PIANO PER L’EDILIZIA SCOLASTICA MIUR | Il piano per l’edilizia scolastica MIUR | Il piano per l’edilizia scolastica MIUR | Il piano per l’edilizia scolastica MIUR | Il piano per l’edilizia scolastica MIUR | Il piano per l’edilizia scolastica MIUR | Il piano per l’edilizia scolastica MIUR | Il piano per l’edilizia scolastica DECRETO INTERMINISTERIALE 11 APRILE 2013 Decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti con il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare Arch. Giuseppe Vaccaro | Asilo a Piacenza (1953-62) LE NUOVE LINEE GUIDA MIUR PER LA PROGETTAZIONE SCOLASTICA Norme tecniche-quadro, contenenti gli indici minimi e massimi di funzionalità urbanistica, edilizia, anche con riferimento alle tecnologie in materia di efficienza e risparmio energetico e produzione da fonti energetiche rinnovabili, e didattica indispensabili a garantire indirizzi progettuali di riferimento adeguati e omogenei sul territorio nazionale. Sono soggetti all'applicazione delle Linee Guida gli interventi aventi come oggetto la realizzazione e l'ampliamento di edifici e relative aree di pertinenza da destinarsi alle funzioni scolastiche e di civic center. In particolare le tipologie d'intervento edilizio sono: - gli interventi di edilizia scolastica di nuova costruzione; - gli interventi di ampliamento, per minimo un ciclo didattico, che interessano edifici scolastici esistenti; - gli interventi di ristrutturazione con variazione di destinazione d'uso su edifici esistenti da destinare alla funzione scolastica. Arch. Giuseppe Vaccaro | Asilo a Piacenza (1953-62) LE NUOVE LINEE GUIDA MIUR PER LA PROGETTAZIONE SCOLASTICA LE NUOVE LINEE GUIDA MIUR PER LA PROGETTAZIONE SCOLASTICA Dalla Premessa del decreto, riferita agli spazi per l’apprendimento, sono stati estratti i seguenti brani: Per molto tempo l’aula è stata il luogo unico dell’istruzione scolastica.[…] […] Oggi emerge la necessità di vedere la scuola come uno spazio unico integrato in cui i microambienti finalizzati ad attività diversificate hanno la stessa dignità e presentano caratteri di abitabilità e flessibilità in grado di accogliere in ogni momento persone e attività della scuola offrendo caratteristiche di funzionalità, confort e benessere. La scuola diventa il risultato del sovrapporsi di diversi tessuti ambientali: quello delle informazioni, delle relazioni, degli spazi e dei componenti architettonici, dei materiali, che a volte interagiscono generando stati emergenti significativi. […] […] Queste necessità hanno alla base un principio di autonomia di movimento per lo studente che solo uno spazio flessibile e polifunzionale può consentire. Dunque lo spazio in cui l’insegnante avvia le attività o fornisce indicazioni agli alunni diventerà, nel segmento successivo dell’attività didattica, uno spazio organizzato per attività collaborative tra gli studenti in cui ciascuno può avere un compito individuale che però ha un senso anche all'interno di un gruppo. […] LE NUOVE LINEE GUIDA MIUR PER LA PROGETTAZIONE SCOLASTICA […] La matrice della scuola è pensata in modo da lasciare sempre una possibilità di variazione dello spazio a seconda della attività desiderata, così da trasformare la gestione dell’ambiente nella gestione della profondità di campo, del livello di trasparenza, visibilità o partizione, in un tessuto continuo fatto di piazze, sezioni, angoli di lavoro, piazze, giardini e porticati. La flessibilità degli arredi e la polifunzionalità degli ambienti permette di aumentare il tempo di utilizzo grazie alla possibilità di riconfigurazione finalizzata allo svolgimento di attività diverse. Poter riconvertire un ambiente garantisce la possibilità di poter utilizzare uno spazio per l’intera durata del tempo disponibile eliminando i tempi morti. […] […] L’adattabilità degli spazi si estende anche all’esterno, offrendosi alla comunità locale e al territorio: la scuola si configura come civic center in grado di fungere da motore del territorio in grado di valorizzare istanze sociali, formative e culturali. […] LE NUOVE LINEE GUIDA MIUR PER LA PROGETTAZIONE SCOLASTICA SPAZI PRINCIPALI PER LE ATTIVITÀ SCOLASTICHE: Atrio Spogliatoi e servizi igienici Segreteria e Amministrazione, ambienti insegnanti, personale Piazza - Agorà Cucina e mensa Sezione - spazio base (home base) Atelier - laboratori e laboratori specialistici Spazi di apprendimento informale Spazi aggiuntivi per civic center Impianti sportivi Spazi a cielo aperto Magazzini e archivi LE NUOVE LINEE GUIDA MIUR PER LA PROGETTAZIONE SCOLASTICA Un nuovo tipo di spazio scolastico aperto alla comunità urbana e basato sulla morfologia dell’Agorà Uno spazio multifunzione, flessibile, adattabile, attrattivo, in linea con le più avanzate esperienze internazionali La casa del sapere integrerà le diverse occasioni di apprendimento grazie alla sinergia tra spazi fisici (parti dell’edificio ed arredi) e spazi virtuali (strumenti smart: tablet, LIM, wifi, ecc.) 60 LE NUOVE LINEE GUIDA MIUR PER LA PROGETTAZIONE SCOLASTICA La matrice della scuola consente la possibilità di variazione dello spazio rispetto all’attività desiderata La flessibilità degli arredi e la polifunzionalità degli ambienti permette di aumentare il tempo di utilizzo e l’adattabilità degli spazi si estende anche all’esterno L’edificio è un tessuto continuo fatto di piazze, sezioni, angoli di lavoro, giardini e porticati La scuola si configura come civic center in grado di valorizzare istanze sociali, formative e culturali Herman Hertzberger, De Eilanden Montessori Primary School, Amsterdam, 1996 61 Le esperienze pedagogiche tra didattica ed ambienti per l’apprendimento Maria Montessori (1870-1952): centralità del bambino - Il processo di apprendimento: La cultura si deve apprendere attraverso l’attività con l’aiuto di materiali che permettano al bambino di acquisirla da solo. - Il ruolo dell’educatore: Il più grande successo per un insegnante è poter dire: “I bambini stanno lavorando come se io non esistessi”. - L’ambiente dell’apprendimento: Per aiutare un bambino, dobbiamo fornirgli un ambiente che gli consenta di svilupparsi liberamente. Jean Piaget (1896 - 1980): gli stadi cognitivi - La conoscenza umana: Il concetto di capacità cognitiva, e quindi di intelligenza, è strettamente legato alla capacità di adattamento all'ambiente sociale e fisico. - Conoscenza ed educazione: Il principale obiettivo dell’educatore è creare uomini capaci di fare cose nuove, non semplicemente ripetere quello che hanno fatto le altre generazioni. - Il processo di apprendimento nei bambini: Lo sviluppo mentale è una costruzione continua, paragonabile a quella di un vasto edificio che ad ogni aggiunta divenga più solido. 62 Loris Malaguzzi (1920 - 1994): i cento linguaggi dei bambini - Il bambino al centro: La scuola del bambino si costruisce assumendo la centralità dei bambini, degli insegnanti, delle famiglie e dell’ambiente. - Lo spazio inclusivo: L’ambiente è predisposto e studiato dal punto di vista architettonico e funzionale per sostenere questo sistema di interconnessioni e interazioni. - L’importanza della partecipazione: La vecchia teoria della separazione tra scuola e famiglia lascia il posto alla teoria educativa della partecipazione. Seymour Papert (1928): l’informazione cognitiva - Scuola e videogiochi: Non sorprende che coi metodi di oggi molti studenti considerino la scuola noiosa, lenta e francamente fuori dal mondo. Ciò richiede il ripensamento dei metodi educativi per il futuro. - La conoscenza nell’era digitale: L’apprendimento scolastico si adatta alla metafora di Freire: la conoscenza è trattata come il denaro, per essere riposto in una banca e conservato per il futuro. - L’apprendimento nell’era digitale: Invece di spingere i bambini a pensare come gli adulti, faremmo meglio a ricordare che loro sono grandi discenti e cercare di assomigliare di più a loro. 63 Bruce Mau, OWP/P, VS Furniture: il terzo maestro L’educatore e psicologo Loris Malaguzzi ha ipotizzato che i bambini crescono attraverso delle interazioni: prima con gli adulti (genitori e insegnanti), seconda con i coetanei e terza con l'ambiente. Il designer Bruce Mau è co-autore di un libro - Il Terzo Maestro - con OWP / P Cannon Design e VS Forniture che esplora il legame tra il modo in cui impariamo e dove impariamo. Il ruolo della mente ‐ Il paesaggio nell’aula Imparare con i sensi ‐ Sinergia tra pedagogia e spazio Sempre connessi ‐ Espandersi sul web Apprendimento per tutti ‐ Creare senso di appartenenza Il ruolo del corpo ‐ Spazi per il movimento Il collegamento con la comunità ‐ Scuola come valore del quartiere I bisogni primari ‐ Progettare con gli occhi dei bambini La sostenibilità dell’edificio ‐ Educazione ecologica per scuole “green” 64 IL CONTRIBUTO DEL METODO MONTESSORI TRA DIDATTICA E PROGETTO Maria Montessori (1870-1952), la prima donna medico in Italia, ha creato il metodo pedagogico che si basa su di un profondo lavoro di ricerca psicologica che tende a valorizzare l'esperienza sensoriale, l'apprendimento come esperienza e un ambiente strutturato molto stimolante per il bambino. IL CONTRIBUTO DEL METODO MONTESSORI TRA DIDATTICA E PROGETTO Il metodo Montessori è il metodo del bambino: “Ho visto che il bambino, lasciato libero di lavorare, impara, diventa colto, assorbe conoscenze e fa esperienze personali, che acquistate in questo modo, si fissano nel suo spirito e, come semi piantati in un terreno fecondo, non tarderanno a germogliare, a dare frutti.” (Maria Montessori, Conferenza a San Remo, 1949) Gli obiettivi di una scuola montessoriana sono: - Sviluppare un atteggiamento positivo nei confronti della scuola; - Aiutare ogni bambino a conquistare la fiducia in se stessi; - Assistere ogni bambino affinché si abitui alla concentrazione; - Favorire una costante curiosità; - Sviluppare l'abitudine all'iniziativa e alla persistenza; - Favorire la sicurezza interiore e il senso dell'ordine in un bambino. IL CONTRIBUTO DEL METODO MONTESSORI TRA DIDATTICA E PROGETTO "Nell'ambiente del bambino tutto deve essere misurato oltreché ordinato, e che dall'eliminazione di confusione e di superfluità nascono appunto l'interesse e la concentrazione" . Maria Montessori L'ambiente deve essere curato nei particolari e trasmettere un messaggio di calore e di amore. I caratteri distintivi sono: - Proporzionato alle capacità mentali e operative del bambino per consentirgli un'attività autonoma e una partecipazione diretta alla cura dell'ambiente stesso; - Misurato e ordinato per favorire la concentrazione e l'interesse; - Sereno e armonioso perché ciascun bambino possa esprimere le proprie potenzialità, concentrarsi sul proprio lavoro e stabilire relazioni con gli altri; - Predisposto con cura nei particolari e organizzato in zone di esplorazione nelle quali il bambino possa orientarsi nelle scelte. Le esperienze pedagogiche tra didattica ed ambienti per l’apprendimento Le più numerose sono ancora le classi con i banchi disposti in modo tradizionale, ma gli alunni fanno molta fatica a vedere quello che viene scritto alla lavagna. Con la disposizione a ferro di cavallo si ha il vantaggio di creare lezioni ideali per materie orali ma si creano numerosi problemi di vista per chi è vicino alla porta o alla finestra In alcune scuole primarie le aule hanno lo spazio diviso in aree di lavoro e i bambini, secondo la filosofia montessoriana, si organizzano da soli, spesso studiando materie diverse su tavoli diversi. Banchi tradizionali addio, la classe diventa “liquida” da La Stampa sabato 3 ottobre 2015 68 IL CONTRIBUTO DEL METODO MONTESSORI TRA DIDATTICA E PROGETTO Scuola Montessori a Delft (NL) | Herman Hertzberger (1960-1981) fasi di ampliamento 1960 1968 1970 1981 Azzurro, Giallo, Arancio = Unità funzionali per l’apprendimento (Aula) Lilla = Aula comune (Piazza o Strada) Hertzberger: la soglia della scuola è pensata come spazio di benvenuto e di incontro, tra bambini e genitori, assumendo un decisivo ruolo sociale. IL CONTRIBUTO DEL METODO MONTESSORI TRA DIDATTICA E PROGETTO Scuola Montessori a Delft (NL) | Herman Hertzberger (1960-1981) Hertzberger: la forma e lo spazio della sala comune sono pensati come soggiorno-strada dell’edificio: essa evoca la strada, mentre le aule lo spazio più intimo, privato. IL CONTRIBUTO DEL METODO MONTESSORI TRA DIDATTICA E PROGETTO Scuola Montessori a Delft (NL) | Herman Hertzberger (1960-1981) Hertzberger: se i bambini vengono lasciati liberi, tenderanno ad associarsi in piccoli gruppi relegati in piccoli spazi, perché è lì che si sentono a proprio agio. IL CONTRIBUTO DEL METODO MONTESSORI TRA DIDATTICA E PROGETTO Scuola Montessori a Delft (NL) | Herman Hertzberger (1960-1981) Hertzberger: le aule della scuola sono spazi privati rispetto all’aula comune, a sua volta privata rispetto all’ambito strada. Pianta schematica di un’aula nell’ala completata nel 1966 con indicazione delle funzioni nelle diverse zone IL CONTRIBUTO DEL METODO MONTESSORI TRA DIDATTICA E PROGETTO Scuola Montessori a Delft (NL) | Herman Hertzberger (1960-1981) Hertzberger: le aule sono concepite come unità autonome, dominio di un gruppo Pianta di un’aula nell’ala completata nel 1966 Pianta di un’aula nell’ala destinata ad asilo realizzata nel 1970 Pianta di un’aula nell’ala realizzata nel 1981 IL CONTRIBUTO DEL METODO MONTESSORI TRA DIDATTICA E PROGETTO Scuola elementare Romanina (Roma) | Hertzberger-Scarpinato (2005-12) L'edificio è caratterizzato da un semplice sistema portante costituito da travature in cemento armato ortogonali all'asse principale che consentono futuri ampliamenti dell'edificio e eventuali modifiche alla distribuzione interna secondo una logica modulare in grado di generare ambienti flessibili, in relazione agli usi e alle caratterizzazioni che il singolo utente vuol dispiegare al loro interno IL CONTRIBUTO DEL METODO MONTESSORI TRA DIDATTICA E PROGETTO Scuola elementare Romanina (Roma) | Hertzberger-Scarpinato (2005-12) Gli spazi dell'edificio scolastico vanno dunque immaginati quali "luoghi" in cui le singole personalità degli alunni possono riconoscersi parti attive di una collettività: spazi mutevoli, precursori di un'urbanità complessa, aperta a fenomeni di aggregazione sociale. IL CONTRIBUTO DEL METODO MONTESSORI TRA DIDATTICA E PROGETTO Scuola elementare Romanina (Roma) | Hertzberger-Scarpinato (2005-12) Vivere la scuola in spazi e luoghi adeguati può diventare la metafora del nostro stare al mondo, imparando a relazionarsi con gli altri, rispettare regole, prendendosi cura dello spazio in cui si è immersi e partecipi. ANALISI DI CASI STUDIO Aldo Rossi, Scuola elementare, Fagnano Olona (VA), 1972/76 Paolo Zermani, Scuola elementare, Noceto (PR), 2004/10 ANALISI DI CASI STUDIO Scuola materna, asilo e centro famiglia | Bolzano | MoDus Architects (2004-12) ANALISI DI CASI STUDIO Scuola materna, asilo e centro famiglia | Bolzano | MoDus Architects (2004-12) 79 ANALISI DI CASI STUDIO Scuola materna, asilo e centro famiglia | Bolzano | MoDus Architects (2004-12) ANALISI PRELIMINARE DI CASI STUDIO Scuola materna, asilo e centro famiglia | Bolzano | MoDus Architects (2004-12) 81 ANALISI DI CASI STUDIO Scuola materna, asilo e centro famiglia | Bolzano | MoDus Architects (2004-12) ANALISI DI CASI STUDIO Scuola materna, asilo e centro famiglia | Bolzano | MoDus Architects (2004-12) ANALISI DI CASI STUDIO Scuola materna, asilo e centro famiglia | Bolzano | MoDus Architects (2004-12) 85 ANALISI DI CASI STUDIO Scuola elementare Burr Street | Fairfield - Connecticut | USA | SOM (2011-04) ANALISI DI CASI STUDIO Scuola elementare Burr Street | Fairfield - Connecticut | USA | SOM (2011-04) ANALISI DI CASI STUDIO Scuola elementare Burr Street | Fairfield - Connecticut | USA | SOM (2011-04) ANALISI DI CASI STUDIO Scuola primaria | Ponzano Veneto - TV | C+S Architects, P. Savorelli, A. Bello | 2009 90 91 ANALISI DI CASI STUDIO Ampliamento e riqualificazione scuola elementare | Bolzano | MoDus Architects (2008-13) ANALISI DI CASI STUDIO Ampliamento e riqualificazione scuola elementare | Bolzano | MoDus Architects (2008-13) ANALISI DI CASI STUDIO Ampliamento e riqualificazione scuola elementare | Bolzano | MoDus Architects (2008-13) ANALISI DI CASI STUDIO Ampliamento e riqualificazione scuola elementare | Bolzano | MoDus Architects (2008-13) disposizione degli arredi innovativa disposizione degli arredi innovativa conformazione di spazio vincolato ANALISI DI CASI STUDIO Ampliamento e riqualificazione scuola elementare | Bolzano | MoDus Architects (2008-13) ANALISI DI CASI STUDIO Trasformazione di una chiesa in asilo | Münster (D) | Bolles+Wilson (2009-13) ANALISI DI CASI STUDIO Trasformazione di una chiesa in asilo | Münster (D) | Bolles+Wilson (2009-13) L’originaria Chiesa di San Sebastiano ANALISI DI CASI STUDIO Trasformazione di una chiesa in asilo | Münster (D) | Bolles+Wilson (2009-13) ANALISI DI CASI STUDIO Trasformazione di una chiesa in asilo | Münster (D) | Bolles+Wilson (2009-13) ANALISI DI CASI STUDIO Trasformazione di una chiesa in asilo | Münster (D) | Bolles+Wilson (2009-13) ANALISI DI CASI STUDIO Trasformazione di una chiesa in asilo | Münster (D) | Bolles+Wilson (2009-13) ANALISI DI CASI STUDIO Trasformazione di una chiesa in asilo | Münster (D) | Bolles+Wilson (2009-13) L’originaria Chiesa di San Sebastiano 104 ANALISI DI CASI STUDIO Trasformazione di un orfanotrofio in asilo | Milano | rgastudio (2006) ANALISI DI CASI STUDIO Trasformazione di un orfanotrofio in asilo | Milano | rgastudio (2006) ANALISI DI CASI STUDIO Trasformazione di un orfanotrofio in asilo | Milano | rgastudio (2006) 108 ANALISI DI CASI STUDIO Trasformazione di un orfanotrofio in asilo | Milano | rgastudio (2006) ANALISI DI CASI STUDIO Trasformazione di un orfanotrofio in asilo | Milano | rgastudio (2006) IPOTESI DI LAVORO Formulazione di modelli e linee di indirizzo meta-progettuali per gli spazi di apprendimento Letteratura scientifica di riferimento Maria Montessori (1870-1952): la centralità del bambino Gli spazi di coesione Il progetto degli interni Gli spazi di apprendimento L’integrazione con il contesto e il sito Modelli meta-progettuali per gli spazi di apprendimento Linee guida del D.M. 11.04.2013 Jean Piaget (1896 - 1980): gli stadi cognitivi Loris Malaguzzi (1920 – 1994): i cento linguaggi dei bambini L’apporto dei metodi pedagogici al progetto scolastico Gli spazi di sperimentazione Seymour Papert (1928): l’informazione cognitiva Gli spazi tecnici Bruce Mau, OWP/P, VS Furniture: il terzo maestro Il monitoraggio Il progetto smart Analisi dei casi studio Letteratura scientifica di riferimento sulla didattica e la pedagogia La scoperta del bambino Garzanti, 1950 La mente del bambino Garzanti, 1952 La rappresentazione del mondo nel fanciullo, Bollati Boringhieri, 1977 Bruce Mau, OWP/P, VS Furniture, Il Terzo Maestro, Abrams, New York, 2010 C. Edwards, L. Gandini, G. Forman, I cento linguaggi dei bambini. L’approccio di Reggio Emilia all’educazione dell’infanzia, Edizioni Junior, 1995 Analisi dei casi studio Linea guida progettuali D.M. 11.04.2013 Metodi pedagogici Il terzo maestro: l’ambiente scolastico La centralità del bambino Progettare con gli occhi dei bambini Creare senso di appartenenza Integrazione con il contesto Spazi di apprendimento Aula home-base Spazio di gruppo e individuale Spazio informale e connettivo Il paesaggio nell’aula Spazi per il movimento Connessione con la collettività Aule con aria ‘familiare’ Spazi di sperimentazione Atélier e laboratori Scuola come area verde in città L’edificio trasmette i valori educativi Orti per autoproduzione Spazi di coesione Agorà Aula magna / Sala musica Civic center AULA AULA Sinergia tra pedagogia e spazio Variazioni di percezione Colori e funzioni Espandersi sul web Accessibilità inclusione Esaltare differenze AGORA’ AULA ATRIO Applicazione dei modelli meta-progettuali ad un edificio scolastico esistente 113