Enrico Sicignano (Università di Salerno)
Progettazione sostenibile per la riqualificazione di ambiti urbani degradati:
L’edilizia scolastica dell’infanzia e primaria
Venerdì 22 Aprile 2016
COSTRUIRE EX-NOVO O RECUPERARE IL PATRIMONIO EDILIZIO ESISTENTE?
È intorno a tale domanda che ruota il dibattito sul tema della rigenerazione urbana. Un tema di stretta
attualità e decisamente rilevante nella recente pratica edilizia, inteso anche come una politica per uno
sviluppo sostenibile delle città. Recuperare gli spazi abbandonati dai processi produttivi o restituire
nuova qualità ambientale, economica e sociale a quartieri degradati risponde perfettamente al
concetto della città sostenibile, limitando la dispersione urbana e riducendo gli impatti ambientali
insiti nell'ambiente costruito.
industrie
caserme
chiese
Occorre definire metodologie e criteri progettuali applicabili alla progettazione ex-novo ed al recupero
degli edifici.
L’individuazione e l’analisi di casi studio consente di costituire una formulazione di modelli e pratiche,
al fine di individuare la migliore rispondenza del rapporto instaurato tra progetto architettonico,
caratteri distributivi e connotazioni tecnologiche.
L’AMBIENTE SCUOLA
l’ambito scolastico costituisce un terreno fertile per la diffusione dei principi di sostenibilità, sia nella
scuola, sia nella vita quotidiana.
Gli innovativi processi di gestione e di riqualificazione gli edifici scolastici, quindi, possono influire tanto
sul sistema edificio‐impianto, quanto sull’attuazione degli obiettivi pedagogici.
L’AMBIENTE SCUOLA
Sulla base delle recenti disposizioni legislative, indirizzate ai finanziamenti per il miglioramento degli
ambienti e la qualità degli ambienti dell’edilizia scolastica, si dedicherà una specifica attenzione agli
spazi destinati alla scuola dell’infanzia e primaria per la loro capillarità e diffusione nei territori.
L’AMBIENTE SCUOLA
L’analisi critica delle recenti linee guida interministeriali - D.M. 11.04.2013 - per la progettazione degli
edifici scolastici ed il contributo del metodo Montessori, in Italia ed all’estero, saranno strumenti di
verifica delle organizzazioni spaziali e compositive dei casi studio esaminati, e quindi il presupposto
per formulare nuove linee di indirizzo meta-progettuali.
Palazzo degli Studi di Lanciano, sezione longitudinale da nord a sud progettata
dall'architetto ingegnere Filippo Sargiacomo, Lanciano 1910-1920
Con l'Unità d'Italia vi fu presso la città di Lanciano un'esplosione di attività culturali. Nel campo
dell'istruzione giovanile, il comune, seguendo le direttive del Governo, adottò numerose e valide
iniziative per promuovere la pubblica istruzione e combattere l' analfabetismo, che interessava
oltre il 90% della popolazione.
Fonte: Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo - Archivi degli Architetti
http://www.architetti.san.beniculturali.it/web/architetti/progetti/galleria-progetti
Prospetto della scuola elementare Giuseppe Mazzini affacciato sul Foro Boario in
costruzione a Bassano del Grappa, 12 aprile 1910. Il progetto fu realizzato da Daniele
Donghi con la collaborazione di Giuseppe Indri (Universita' Iuav di Venezia, Archivio
Progetti, Fondo Daniele Donghi)
Fonte: Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo - Archivi degli Architetti
http://www.architetti.san.beniculturali.it/web/architetti/progetti/galleria-progetti
Scuola elementare Giuseppe Mazzini a Bassano del Grappa, disegno di massima delle piante
del piano terra, primo e secondo in scala 1:200 eseguite a inchiostro di china e acquerello su
carta vegetale, 1904 ca. (Universita' Iuav di Venezia, Archivio Progetti, Fondo Daniele Donghi)
Fonte: Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo - Archivi degli Architetti
http://www.architetti.san.beniculturali.it/web/architetti/progetti/galleria-progetti
Giuseppe Terragni
Asilo Sant’Elia, Como
(1936-37)
Canton Vesco, Ivrea (TO),
Asilo d'infanzia Olivetti,
Mario Ridolfi,
1954-1964
Fonte: Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo - Archivi degli Architetti
http://www.architetti.san.beniculturali.it/web/architetti/progetti/galleria-progetti
Canton Vesco, Ivrea (TO),
Asilo d'infanzia Olivetti,
Mario Ridolfi,
1954-1964
Fonte: Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo - Archivi degli Architetti
http://www.architetti.san.beniculturali.it/web/architetti/progetti/galleria-progetti
LE PRINCIPALI RIFORME DEL SISTEMA SCOLASTICO ITALIANO
Lo sviluppo dell’ordinamento scolastico italiano è caratterizzato dalla presenza di tre
momenti,che corrispondono a tre differenti epoche storiche,economiche e sociali del nostro
Paese:
- la scuola dei programmi;
- la scuola della programmazione;
- la scuola dell’autonomia.
Ognuno di tali periodi è caratterizzato da analoghi modi di intendere e di fare scuola,dagli
stessi metodi usati per organizzare la didattica e per gestire le problematiche
dell’insegnamento e da medesimi criteri impiegati per soddisfare le istanze culturali ed
economiche del Paese.
La scuola dei programmi si basa su una didattica
tradizionale, che persegue come unico scopo la
trasmissione dei saperi.
Riforma Casati (1859-1923)
Obiettivo principale che con essa si intende
perseguire è fornire un livello minimo di istruzione
alla popolazione, sottolineando la volontà dello
Stato di assumere il controllo del sistema
scolastico. Per combattere l’analfabetismo Casati
istituisce il principio della gratuità e obbligatorietà
della scuola elementare, articolata in quattro anni,
al termine dei quali il percorso di studi si biforca
nell’istruzione secondaria classica e nell’istruzione
secondaria tecnica.
La riforma Gentile (Regio Decreto n. 3126 del
1923)
I suoi punti maggiormente innovativi sono:
- l’innalzamento dell’obbligo scolastico a 14 anni;
- la ridefinizione dell’assetto scolastico;
- la regolamentazione delle scuole private;
- l’insegnamento obbligatorio della religione
cattolica;
- l’istituzione di scuole speciali per allievi disabili;
- il libro unico e di Stato.
L’ordinamento scolastico della riforma prevede una
scuola elementare di 5 anni, suddivisa in due cicli
rispettivamente di tre e due anni.
La Costituzione (1 gennaio 1948)
Nella Costituzione particolare rilievo viene dato
alle libertà e ai diritti-doveri dei cittadini, ed in
particolare essa stabilisce:
- La Repubblica promuove lo sviluppo della
cultura e la ricerca scientifica e tecnica (art. 9);
- L'arte e la scienza sono libere e libero ne è
l'insegnamento (art. 33);
- La scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore,
impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e
gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di
mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti
degli studi. La Repubblica rende effettivo questo
diritto con borse di studio, assegni alle famiglie
ed altre provvidenze, che devono essere
attribuite per concorso (art. 34).
Gli anni della scuola della programmazione sono caratterizzati da due differenti e opposte
circostanze: da una parte il sorprendente sviluppo economico, sociale e culturale del nostro Paese,
iniziato successivamente alla seconda guerra mondiale; dall’altra il ritardo e l’inadeguatezza della
scuola ad adeguarsi a tali trasformazioni.
Il D.M. 09/02/1979, parte terza, art.3 (Fasi della programmazione) dispone:
“Questa impostazione postula un progetto educativo didattico che comprende organicamente i
seguenti momenti:
- Individuazione delle esigenze del contesto socio-culturale e delle situazioni di partenza degli
alunni;
- Definizione degli obiettivi finali, intermedi,immediati che riguardano l'area cognitiva, l'area non
cognitiva e le loro interazioni;
- Organizzazione delle attività e dei contenuti in relazione agli obiettivi stabiliti;
- Individuazione dei metodi, materiali e sussidi adeguati;
- Sistematica osservazione dei processi di apprendimento;
- Processo valutativo essenziale finalizzato sia agli adeguati interventi culturali ed educativi sia alla
costante verifica dell'azione didattica programmata;
- Continue verifiche del processo didattico, che informino sui risultati raggiunti e servano da guida
per gli interventi successivi.
ORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA SCOLASTICO ITALIANO
In questo periodo si ricordano inoltre una serie di
provvedimenti legislativi che è opportuno
menzionare, poiché avviano il lento cammino di
rinnovamento e innovazione della seconda metà
del ‘900. In particolare:
- Nel 1950 sono creati gli istituti professionali;
- Nel 1962 si opera la unificazione della scuola
media e si dispone che la scuola media statale è
gratuita e obbligatoria;
- Nel 1969 si riformano gli esami di maturità e
viene liberalizzato l’accesso alle università;
- Nel 1974 sono emanati i Decreti Delegati che
rappresentano una significativa svolta
democratica nella vita della scuola. Infatti, i
decreti riorganizzano l’attività dei docenti,
conferendogli una nuova professionalità; creano
nuovi organi a livello nazionale
(CNPI,IRSSAE,distretti scolastici); riorganizzano
l’attività degli organi collegiali esistenti;
- Nel 1977 con le leggi n.348 e n.517 del 1977 è
abolito l’insegnamento facoltativo del latino dal
percorso curricolare, si elimina la votazione
numerica, sostituendola con la scheda di
valutazione, si stabilisce l’apertura delle classi a
favore degli alunni handicappati e sono previste
attività a loro sostegno da realizzare mediante
docenti di ruolo specializzati;
- Nel 1979 si introducono i nuovi programmi per
la scuola media e si rinnova la didattica con
l’introduzione della programmazione educativa e
didattica (DM 9/2/1979);
- Nel 1990 è attuata la riforma dell’ordinamento
della scuola elementare con cui è stata
introdotta l’organizzazione didattica per moduli,
secondo cui “I docenti sono utilizzati secondo
moduli organizzativi costituiti da tre docenti su
due classi” e che prevede l’insegnamento di una
lingua straniera (L.5/6/1990 n.148);
- Nel 1994 entra in vigore il Testo Unico delle
disposizioni legislative vigenti relative alle scuole
di ogni ordine e grado (D.lgs 297/94).
La fase più significativa nell’evoluzione della scuola italiana è certamente rappresentata dalla “scuola
dell’autonomia”. Tale periodo inizia a prendere forma, alla fine del secolo scorso, con l’emanazione della
legge n. 59 del 1997, con il DPR n. 275 del 1999 e con l’approvazione della riforma del titolo V della
Costituzione del 2001.
Il percorso della scuola dell’autonomia nasce con la legge 59/1997 in cui all’art. 21 si stabilisce che
l’attuazione dell’autonomia delle istituzioni scolastiche è inserita all’interno di un processo di riorganizzazione
dell’intero sistema formativo; al fine della sua realizzazione sono progressivamente trasferite alle istituzione
scolastiche le funzioni di gestione del servizio di istruzione attribuite all’amministrazione centrale e periferica.
Tale trasferimento delle funzioni comporta l’acquisizione da parte delle scuole di autonomia finanziaria,
organizzativa e didattica. In attuazione della legge 59/97 è stato emanato successivamente il DPR 275/99
che stabilisce che le scuole autonome predispongono, con la partecipazione di tutte le loro componenti, il
“Piano dell’Offerta Formativa”.
Il cammino della definizione normativa dell’autonomia scolastica si conclude nel 2001 con l’approvazione
della legge costituzionale che rinnova interamente il titolo V della Costituzione repubblicana. Tale
modifica si è resa opportuna per dare piena attuazione al “principio autonomistico” previsto dalla stessa
Costituzione all’articolo 5, consentendo un reale trasferimento di funzioni legislative e amministrative agli enti
locali territoriali.
Riforma Berlinguer
Nel corso della XIII legislatura (09.05.1996 - 29.05.2001) si avvicendano alla guida del Ministero della
Pubblica Istruzione Luigi Berlinguer e Tullio De Mauro. Durante questo periodo sono emanati molti atti
normativi tendenti a riformare la scuola e a consentire la svolta nella direzione autonomistica.
Si ricordano:
- la riforma dell’esame di Stato del secondo ciclo di istruzione (legge n.425/1997);
- l’innalzamento di due anni dell’obbligo di istruzione (legge n.9/1999);
- l’avvio dell’autonomia delle istituzioni scolastiche (D.P.R. n. 275/1999);
- l’istituzione dell’obbligo formativo fino al 18° anno di età (legge n.144/1999, art.64);
- il riordino dei cicli scolastici (legge n.30/2000-1° ciclo->6-12anni; 2°ciclo->13-18anni);
- l’obbligo scolastico è innalzato da otto a dieci anni; il D.M. n.323 del 1999, contenente norme di
applicazione della legge n.9/99, ha introdotto un regime transitorio valido fino all’entrata in vigore della
riforma dei cicli che prevedeva un obbligo scolastico di durata novennale. (poiché tale riforma non è mai
entrata in vigore, di fatto, l’obbligo scolastico decennale previsto dal ministro Berlinguer non è mai stato
reso operativo);
- con la riforma Berlinguer è introdotto, inoltre, l’obbligo formativo fino al 18° anno di età da svolgere anche in
percorsi integrati di istruzione e formazione o nell’apprendistato.
Riforma Moratti
Nel corso della XIV legislatura (30.05.2001 – 27.04.2006) è ministro dell’istruzione Letizia Moratti, che
avvia un profondo e globale rinnovamento dell’ordinamento scolastico. Il Parlamento il 28 marzo del
2003 approva la legge delega n. 53, che conferisce al Ministro ampia delega con cui si intende procedere
ad una revisione compiuta ed organica di tutto il sistema scolastico italiano, e a tal fine sono emanati 6
decreti legislativi di attuazione del processo di rinnovamento. In ordine:
- D.Lgs n. 59 del 19/02/04 contenente norme generali per il riordino della scuola dell’infanzia e del 1°
ciclo di istruzione;
- D.Lgs n. 286 del 19/11/04 istitutivo del servizio nazionale per la valutazione del sistema educativo
(INVALSI);
- D.Lgs n. 76 del 15/04/05 per la disciplina degli interventi di orientamento contro la dispersione
scolastica e per assicurare la realizzazione del diritto-dovere di istruzione e formazione;
- D.Lgs n. 77 del 15/04/05 per la definizione delle norme generali relative all'alternanza scuola-lavoro;
- D.Lgs n. 226 del17/10/05 contenente norme generali per il riordino del 2° ciclo di istruzione;
- D.Lgs n. 227 del 17/10/05 per la definizione delle norme generali in materia di formazione degli
insegnanti ai fini dell'accesso all'insegnamento.
Riforma Fioroni
Al Ministro Moratti succede, nella XV legislatura (28.04.2006 – 28.04.2008), Giuseppe Fioroni. Il suo
Governo è molto breve a causa dello scioglimento anticipato del Parlamento, ma in tale periodo sono
approvati importanti atti normativi che hanno cercato di ottimizzare alcuni aspetti della precedente
riforma Moratti:
- Un primo intervento normativo è attuato nei confronti della riforma del 2° ciclo: come primo atto del
nuovo governo si dispone il blocco delle sperimentazioni del sistema dei licei della Moratti;
- Una seconda iniziativa è realizzata con l’innalzamento dell’obbligo scolastico. La legge n. 296 del 2006
(Legge finanziaria per il 2007) stabilisce che l’istruzione obbligatoria è impartita almeno per 10 anni e
permette di acquisire i saperi e le competenze previste dai curricoli relativi ai primi due anni degli
istituti di istruzione secondaria superiore;
- Successivamente, è emanato il DM n. 139 del 2007 che contiene le indicazioni nazionali sulle
competenze e di saperi che tutti i giovani devono possedere a 16 anni. Tali conoscenze e competenze
“chiave” sono declinate con riferimento a quattro assi culturali: l’asse dei linguaggi, l’asse matematico,
l’asse scientifico-tecnologico, l’asse storico-sociale;
- Con la legge n.1 del 2007 si dispongono nuove norme in materia di esami di stato conclusivi dei corsi
di studio di istruzione secondaria superiore. Cambia la composizione delle commissioni; possono
essere ammessi agli esami soltanto gli alunni che hanno saldato i debiti formativi e siano stati valutati
positivamente in sede di scrutinio finale;
- Inoltre, sono state approvate le indicazioni nazionali per la scuola dell’infanzia e per il 1° ciclo di
istruzione ed è stata ridefinita la gestione delle attività di recupero dei debiti scolastici.
Riforma Gelmini
La riforma Gelmini prende avvio nel giugno del
2008 e si articola in una lunga serie di atti
normativi. Tale riforma è attuata mediante quattro
diversi Decreti Legge: i primi tre decreti approvati
riguardano direttamente il mondo della scuola ed
individuano gli ambiti di intervento della riforma;
mentre, l’ultimo emanato riguarda il mondo
universitario e della ricerca.
Decreto Legge 25/06/08 N. 112 convertito nella
legge N. 133 del 06/08/08
- Costo del libri scolastici
- Razionalizzazione ed accorpamento delle classi
di concorso;
- Ridefinizione dei curricoli vigenti nei diversi
ordini di scuola;
- Revisione dei criteri vigenti di formazione delle
classi;
- Rimodulazione dell'organizzazione didattica
della scuola primaria;
- Revisione dei criteri e dei parametri per la
determinazione degli organici del personale
docente ed Ata;
- Ridefinizione dell'assetto organizzativo-didattico
dei centri di istruzione per gli adulti;
- Definizione di criteri, tempi e modalità per la
determinazione il ridimensionamento della rete
scolastica.
Decreto Legge 01/09/08 N. 137 convertito nella
legge N. 169 del 30/10/08
- Cittadinanza e Costituzione;
- Valutazione del comportamento degli studenti (5
in condotta);
- Valutazione del rendimento scolastico
(votazione in decimi);
- Insegnante unico nella scuola elementare.
Decreto Legge 07/10/08 N. 154 convertito nella
legge N. 189 del 04/12/08
- Piani delle di dimensionamento delle Istituzioni
Scolastiche rientranti nelle competenze delle
regioni per assicurare la razionalizzazione della
rete scolastica.
Decreto Legge 10/11/09/ N. 180 Convertito nella
legge N. 1 del 09/01/09
- Criteri per migliorare la qualità del sistema
universitario e della ricerca
Decreto del Presidente della Repubblica n. 17 del 20
Gennaio 2009
- Disposizioni sulla riorganizzazione del MIUR
Decreto Presidente della Repubblica n.81 del 20 Marzo
2009
- Norme per la riorganizzazione della rete scolastica e il
razionale ed efficace utilizzo delle risorse umane della
scuola (ai sensi articolo 64, legge 6 agosto 2008 n.133)
Decreto del Presidente della Repubblica n. 87 del 15-032010
- Regolamento recante norme concernenti il riordino
degli istituti professionali . Gli istituti professionali si
articolano in 2 settori: istituti professionali per il settore
dei servizi e istituti per il settore industria e artigianato.
Ai 2 settori corrispondono 6 indirizzi; avranno un orario
settimanale di 32 ore di lezione
Decreto Presidente della Repubblica n.89 del 20 Marzo
2009
- Revisione dell'assetto ordinamentale, organizzativo e
didattico della scuola dell'infanzia e del primo ciclo di
istruzione (ai sensi articolo 64, legge 6 agosto 2008 n.
133)
Decreto del Presidente della Repubblica n. 88 del 15-032010
- Regolamento recante norme concernenti il riordino
degli istituti tecnici. I nuovi istituti tecnici si divideranno
in 2 settori: economico(con 2 indirizzi) e tecnologico
(con 9 indirizzi) ed avranno un orario settimanale di 32
ore di lezione
Decreto del Presidente della Repubblica n.119 del 22
Giugno 2009
- Disposizioni per la definizione dei criteri e dei parametri
per la determinazione della consistenza complessiva
degli organici del personale amministrativo tecnico ed
ausiliario (Ata) (ai sensi articolo 64, legge 6 agosto 2008
n. 133)
Decreto del Presidente della Repubblica n. 89 del 15-032010
- Regolamento recante la revisione dell’assetto
ordinamentale, organizzativo e didattico dei licei.
Prevede l’istituzione di 6 licei: classico, scientifico,
artistico, linguistico, musicale e coreutico, delle scienze
umane
Decreto del Presidente della Repubblica n.122 del 22
Giugno 2009
- Coordinamento delle norme vigenti per la valutazione
degli alunni (ai sensi della legge 30 ottobre 2008 n.
169)
Riepilogando, l’ordinamento scolastico italiano si struttura in due cicli di studio:
Il PRIMO CICLO di istruzione si articola in due percorsi scolastici consecutivi e
obbligatori:
- la scuola primaria, della durata di cinque anni, obbligatoria per tutti i bambini che
abbiano compiuto sei anni di età entro il 31 dicembre;
- la scuola secondaria di primo grado, della durata di tre anni, obbligatoria per tutti i
bambini che abbiano concluso il percorso della scuola primaria.
Il primo ciclo di istruzione si conclude con l’esame di Stato, il cui superamento
costituisce titolo di accesso al secondo ciclo.
Il SECONDO CICLO di istruzione riguarda la scuola secondaria di secondo grado e si
articola in un percorso della durata di cinque anni. La Riforma della Scuola Secondaria
Superiore, dall’a.s. 2010/2011, propone questi percorsi formativi articolati in due bienni e
in un quinto anno, al termine del quale si sostiene l’esame di Stato:
- Licei;
- Istituti tecnici, al termine del quale si consegue il diploma di istruzione tecnica;
- Istituti professionali al termine del quale si consegue il diploma di istruzione
professionale.
ISTITUZIONI SCOLASTICHE
CIRCOLI
DIDATTICI
Scuole
dell’infanzia
- Speciali
- Ospedaliere
Scuole
primarie
(plessi)
- Speciali
- Ospedaliere
- Annesse a
convitto
educandato
ISTITUTI
COMPRESI
CENTRI
TERRITORIALI
PERMANENTI
Scuole
secondarie
di I° grado
Scuole
carcerarie
- Sezioni
associate
- Ospedaliere
- Annesse a
convitto
conservatorio
ed istituto
d’arte
PRIMO CICLO D’ISTRUZIONE
ISTITUTI
SECONDARI
DI I° GRADO
ISTITUTI
SECONDARI
DI II° GRADO
ISTITUTI SUPERIORI
D’ISTRUZIONE
SECONDARIA
Scuole
secondarie
di II° grado
-
Licei classici
Licei scientifici
Licei artistici
Ex istituti e scuole
magistrali
Istituti tecnici
Istituti professionali
Sezioni associate
Ospedaliere
Carcerarie
SECONDO CICLO D’ISTRUZIONE
L'educazione preprimaria viene attuata nella
scuola dell'infanzia che ha durata triennale ed è
rivolta ai bambini di età compresa fra i 3 e i 6
anni.
Essa è compresa nel sistema educativo di
istruzione e formazione, ma non ha carattere
obbligatorio ed è l'unico tipo di istituzione
scolastica a livello prescolare, nel settore statale e
in quello non statale.
La scuola dell'infanzia concorre all'educazione e
allo sviluppo affettivo, psicomotorio, cognitivo,
morale, religioso e sociale delle bambine e dei
bambini promuovendone la potenzialità di
relazione, autonomia, creatività, apprendimento,
e ad assicurare un'effettiva eguaglianza delle
opportunità educative.
La scuola primaria è obbligatoria, ha la
durata complessiva di 5 anni ed è
frequentata da alunni di età compresa fra 6
e 11 anni.
La scuola primaria, accogliendo e
valorizzando le diversità individuali,
promuove lo sviluppo della personalità ed
ha il fine di far acquisire e sviluppare le
conoscenze e le abilità di base, ivi comprese
quelle relative all'alfabetizzazione
informatica, di fare apprendere i mezzi
espressivi, la lingua italiana e
l'alfabetizzazione nella lingua inglese, di
porre le basi per l'utilizzazione di
metodologie scientifiche nello studio del
mondo naturale dei suoi fenomeni e delle
sue leggi, di valorizzare le capacità
relazionali e di orientamento nello spazio e
nel tempo, di educare ai principi
fondamentali della convivenza civile.
La normativa sul sistema scolastico
La normativa sull’edilizia scolastica
35
L’edilizia scolastica secondo il D.M. 18.12.1975
I principi di open space
Fonte: Dal banco alla nuvola. Materiali per la progettazione di qualità della scuola, Sensi Contemporanei - DPS - PaBAAC - Regione Calabria, dicembre 2013
36
L’edilizia scolastica secondo il D.M. 18.12.1975
aula
aula
aula
aula
aula
aula
Spazi canonici di scuole secondo i dettami
del D.M. 18.12.1975
37
Schemi funzionali di scuole dell’infanzia ed elementare (D.M.18.12.1975)
Schema riassuntivo dei principali indici di edilizia e
di didattica
• D.M. 18.12.1975 edilizia scolastica
• Legge n. 23/1996 Delega edilizia scolastica art. 5 comma 3
• D.M. Interno 26.10.1992
AA. VV., Manuale di progettazione edilizia, Volume 1 tipologie e criteri di dimensionamento, Edilizia scolastica,
pp. 772, Hoepli
Schemi funzionali di scuole dell’infanzia ed elementare (D.M.18.12.1975)
Schema funzionale tipo di scuola dell’infanzia
http://divisare.com/projects/93429-Fabrizio-Milanese-CONCORSO-DI-IDEE-PER-L-AMPLIAMENTO-DELLASCUOLA-PRIMARIA-A-CANOVA-
Schemi funzionali di scuole dell’infanzia ed elementare (D.M.18.12.1975)
Schema funzionale tipo di scuola
elementare
XV rapporto annuale di Legambiente: Ecosistema scuola
Realizzata sui Comuni capoluogo di
provincia, è la ricerca annuale di
Legambiente sulla qualità delle strutture e
dei servizi della scuola dell’infanzia,
primaria e secondaria di primo grado.
L’indagine nasce con l’obiettivo di
restituire una fotografia di quanto gli enti
locali competenti investano su politiche
che intrecciano la sostenibilità e la
sicurezza degli edifici con la diffusione di
buone pratiche.
I dati presentati sono relativi all’anno 2013
e sono stati raccolti tramite questionario.
XV rapporto annuale di Legambiente: Ecosistema scuola
XV rapporto annuale di Legambiente: Ecosistema scuola
XV rapporto annuale di Legambiente: Ecosistema scuola
XV rapporto annuale di Legambiente: Ecosistema scuola
XV rapporto annuale di Legambiente: Ecosistema scuola
MIUR | Il piano per l’edilizia scolastica
OBIETTIVI PRINCIPALI DEL PIANO
PER L’EDILIZIA SCOLASTICA
MIUR | Il piano per l’edilizia scolastica
MIUR | Il piano per l’edilizia scolastica
MIUR | Il piano per l’edilizia scolastica
MIUR | Il piano per l’edilizia scolastica
MIUR | Il piano per l’edilizia scolastica
MIUR | Il piano per l’edilizia scolastica
MIUR | Il piano per l’edilizia scolastica
DECRETO INTERMINISTERIALE
11 APRILE 2013
Decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università
e della ricerca
di concerto con il Ministro delle infrastrutture e
dei trasporti con il Ministro dell’ambiente e della
tutela del territorio e del mare
Arch. Giuseppe Vaccaro | Asilo a Piacenza (1953-62)
LE NUOVE LINEE GUIDA MIUR PER LA PROGETTAZIONE SCOLASTICA
Norme tecniche-quadro, contenenti gli indici minimi e massimi di funzionalità
urbanistica, edilizia, anche con riferimento alle tecnologie in materia di
efficienza e risparmio energetico e produzione da fonti energetiche rinnovabili,
e didattica indispensabili a garantire indirizzi progettuali di riferimento
adeguati e omogenei sul territorio nazionale.
Sono soggetti all'applicazione delle Linee Guida gli interventi aventi come oggetto la
realizzazione e l'ampliamento di edifici e relative aree di pertinenza da destinarsi alle
funzioni scolastiche e di civic center.
In particolare le tipologie d'intervento edilizio sono:
- gli interventi di edilizia scolastica di nuova costruzione;
- gli interventi di ampliamento, per minimo un ciclo didattico, che interessano edifici
scolastici esistenti;
- gli interventi di ristrutturazione con variazione di destinazione d'uso su edifici esistenti
da destinare alla funzione scolastica.
Arch. Giuseppe Vaccaro | Asilo a Piacenza (1953-62)
LE NUOVE LINEE GUIDA MIUR PER LA PROGETTAZIONE SCOLASTICA
LE NUOVE LINEE GUIDA MIUR PER LA PROGETTAZIONE SCOLASTICA
Dalla Premessa del decreto, riferita agli spazi per l’apprendimento, sono stati estratti i seguenti brani:
Per molto tempo l’aula è stata il luogo unico dell’istruzione scolastica.[…]
[…] Oggi emerge la necessità di vedere la scuola come uno spazio unico integrato in cui i
microambienti finalizzati ad attività diversificate hanno la stessa dignità e presentano caratteri di
abitabilità e flessibilità in grado di accogliere in ogni momento persone e attività della scuola
offrendo caratteristiche di funzionalità, confort e benessere. La scuola diventa il risultato del
sovrapporsi di diversi tessuti ambientali: quello delle informazioni, delle relazioni, degli spazi e dei
componenti architettonici, dei materiali, che a volte interagiscono generando stati emergenti
significativi. […]
[…] Queste necessità hanno alla base un principio di autonomia di movimento per lo studente che solo
uno spazio flessibile e polifunzionale può consentire. Dunque lo spazio in cui l’insegnante avvia le
attività o fornisce indicazioni agli alunni diventerà, nel segmento successivo dell’attività didattica, uno
spazio organizzato per attività collaborative tra gli studenti in cui ciascuno può avere un compito
individuale che però ha un senso anche all'interno di un gruppo. […]
LE NUOVE LINEE GUIDA MIUR PER LA PROGETTAZIONE SCOLASTICA
[…] La matrice della scuola è pensata in modo da lasciare sempre una possibilità di variazione dello
spazio a seconda della attività desiderata, così da trasformare la gestione dell’ambiente nella
gestione della profondità di campo, del livello di trasparenza, visibilità o partizione, in un tessuto
continuo fatto di piazze, sezioni, angoli di lavoro, piazze, giardini e porticati.
La flessibilità degli arredi e la polifunzionalità degli ambienti permette di aumentare il tempo di
utilizzo grazie alla possibilità di riconfigurazione finalizzata allo svolgimento di attività diverse. Poter
riconvertire un ambiente garantisce la possibilità di poter utilizzare uno spazio per l’intera durata del
tempo disponibile eliminando i tempi morti. […]
[…] L’adattabilità degli spazi si estende anche all’esterno, offrendosi alla comunità locale e al
territorio: la scuola si configura come civic center in grado di fungere da motore del territorio in grado
di valorizzare istanze sociali, formative e culturali. […]
LE NUOVE LINEE GUIDA MIUR PER LA PROGETTAZIONE SCOLASTICA
SPAZI PRINCIPALI PER LE ATTIVITÀ SCOLASTICHE:
 Atrio
 Spogliatoi e servizi igienici
 Segreteria e Amministrazione, ambienti insegnanti, personale
 Piazza - Agorà
 Cucina e mensa
 Sezione - spazio base (home base)
 Atelier - laboratori e laboratori specialistici
 Spazi di apprendimento informale
 Spazi aggiuntivi per civic center
 Impianti sportivi
 Spazi a cielo aperto
 Magazzini e archivi
LE NUOVE LINEE GUIDA MIUR PER LA PROGETTAZIONE SCOLASTICA
 Un nuovo tipo di spazio scolastico aperto alla comunità urbana e basato sulla morfologia
dell’Agorà
 Uno spazio multifunzione, flessibile, adattabile, attrattivo, in linea con le più avanzate
esperienze internazionali
 La casa del sapere integrerà le diverse occasioni di apprendimento grazie alla sinergia tra
spazi fisici (parti dell’edificio ed arredi) e spazi virtuali (strumenti smart: tablet, LIM, wifi, ecc.)
60
LE NUOVE LINEE GUIDA MIUR PER LA PROGETTAZIONE SCOLASTICA
 La matrice della scuola consente la possibilità di variazione dello spazio rispetto all’attività desiderata
 La flessibilità degli arredi e la polifunzionalità degli ambienti permette di aumentare il tempo di utilizzo
e l’adattabilità degli spazi si estende anche all’esterno
 L’edificio è un tessuto continuo fatto di piazze, sezioni, angoli di lavoro, giardini e porticati
 La scuola si configura come civic center in grado di valorizzare istanze sociali, formative e culturali
Herman Hertzberger, De Eilanden Montessori Primary School, Amsterdam, 1996
61
Le esperienze pedagogiche tra didattica ed ambienti per l’apprendimento
Maria Montessori (1870-1952): centralità del bambino
- Il processo di apprendimento: La cultura si deve apprendere attraverso l’attività con l’aiuto di materiali che
permettano al bambino di acquisirla da solo.
- Il ruolo dell’educatore: Il più grande successo per un insegnante è poter dire: “I bambini stanno lavorando come
se io non esistessi”.
- L’ambiente dell’apprendimento: Per aiutare un bambino, dobbiamo fornirgli un ambiente che gli consenta di
svilupparsi liberamente.
Jean Piaget (1896 - 1980): gli stadi cognitivi
- La conoscenza umana: Il concetto di capacità cognitiva, e quindi di intelligenza, è strettamente legato alla
capacità di adattamento all'ambiente sociale e fisico.
- Conoscenza ed educazione: Il principale obiettivo dell’educatore è creare uomini capaci di fare cose nuove, non
semplicemente ripetere quello che hanno fatto le altre generazioni.
- Il processo di apprendimento nei bambini: Lo sviluppo mentale è una costruzione continua, paragonabile a
quella di un vasto edificio che ad ogni aggiunta divenga più solido.
62
Loris Malaguzzi (1920 - 1994): i cento linguaggi dei bambini
- Il bambino al centro: La scuola del bambino si costruisce assumendo la centralità dei bambini, degli insegnanti,
delle famiglie e dell’ambiente.
- Lo spazio inclusivo: L’ambiente è predisposto e studiato dal punto di vista architettonico e funzionale per
sostenere questo sistema di interconnessioni e interazioni.
- L’importanza della partecipazione: La vecchia teoria della separazione tra scuola e famiglia lascia il posto alla
teoria educativa della partecipazione.
Seymour Papert (1928): l’informazione cognitiva
- Scuola e videogiochi: Non sorprende che coi metodi di oggi molti studenti considerino la scuola noiosa, lenta e
francamente fuori dal mondo. Ciò richiede il ripensamento dei metodi educativi per il futuro.
- La conoscenza nell’era digitale: L’apprendimento scolastico si adatta alla metafora di Freire: la conoscenza è
trattata come il denaro, per essere riposto in una banca e conservato per il futuro.
- L’apprendimento nell’era digitale: Invece di spingere i bambini a pensare come gli adulti, faremmo meglio a
ricordare che loro sono grandi discenti e cercare di assomigliare di più a loro.
63
Bruce Mau, OWP/P, VS Furniture: il terzo maestro
L’educatore e psicologo Loris Malaguzzi ha ipotizzato che i bambini crescono
attraverso delle interazioni: prima con gli adulti (genitori e insegnanti),
seconda con i coetanei e terza con l'ambiente.
Il designer Bruce Mau è co-autore di un libro - Il Terzo Maestro - con OWP /
P Cannon Design e VS Forniture che esplora il legame tra il modo in cui
impariamo e dove impariamo.
Il ruolo della mente
‐ Il paesaggio nell’aula
Imparare con i sensi
‐ Sinergia tra pedagogia e spazio
Sempre connessi
‐ Espandersi sul web
Apprendimento per tutti
‐ Creare senso di appartenenza
Il ruolo del corpo
‐ Spazi per il movimento
Il collegamento con la comunità
‐ Scuola come valore del
quartiere
I bisogni primari
‐ Progettare con gli occhi dei
bambini
La sostenibilità dell’edificio
‐ Educazione ecologica per
scuole “green”
64
IL CONTRIBUTO DEL METODO MONTESSORI TRA DIDATTICA E PROGETTO
Maria Montessori (1870-1952), la prima donna medico in Italia, ha creato il metodo
pedagogico che si basa su di un profondo lavoro di ricerca psicologica che tende a
valorizzare l'esperienza sensoriale, l'apprendimento come esperienza e un ambiente
strutturato molto stimolante per il bambino.
IL CONTRIBUTO DEL METODO MONTESSORI TRA DIDATTICA E PROGETTO
Il metodo Montessori è il metodo del bambino:
“Ho visto che il bambino, lasciato libero di lavorare, impara, diventa colto, assorbe
conoscenze e fa esperienze personali, che acquistate in questo modo, si fissano nel suo
spirito e, come semi piantati in un terreno fecondo, non tarderanno a germogliare, a dare
frutti.”
(Maria Montessori, Conferenza a San Remo, 1949)
Gli obiettivi di una scuola montessoriana
sono:
- Sviluppare un atteggiamento positivo nei
confronti della scuola;
- Aiutare ogni bambino a conquistare la
fiducia in se stessi;
- Assistere ogni bambino affinché si abitui
alla concentrazione;
- Favorire una costante curiosità;
- Sviluppare l'abitudine all'iniziativa e alla
persistenza;
- Favorire la sicurezza interiore e il senso
dell'ordine in un bambino.
IL CONTRIBUTO DEL METODO MONTESSORI TRA DIDATTICA E PROGETTO
"Nell'ambiente del bambino tutto deve essere misurato oltreché ordinato, e che
dall'eliminazione di confusione e di superfluità nascono appunto l'interesse e la
concentrazione" . Maria Montessori
L'ambiente deve essere curato nei particolari
e trasmettere un messaggio di calore e di
amore.
I caratteri distintivi sono:
- Proporzionato alle capacità mentali e
operative del bambino per consentirgli
un'attività autonoma e una partecipazione
diretta alla cura dell'ambiente stesso;
- Misurato e ordinato per favorire la
concentrazione e l'interesse;
- Sereno e armonioso perché ciascun
bambino possa esprimere le proprie
potenzialità, concentrarsi sul proprio lavoro
e stabilire relazioni con gli altri;
- Predisposto con cura nei particolari e
organizzato in zone di esplorazione nelle
quali il bambino possa orientarsi nelle
scelte.
Le esperienze pedagogiche tra didattica ed ambienti per l’apprendimento
Le più numerose sono ancora le
classi con i banchi disposti in
modo tradizionale, ma gli
alunni fanno molta fatica a
vedere quello che viene scritto
alla lavagna.
Con la disposizione a ferro di
cavallo si ha il vantaggio di
creare lezioni ideali per
materie orali ma si creano
numerosi problemi di vista
per chi è vicino alla porta o
alla finestra
In alcune scuole primarie le aule
hanno lo spazio diviso in aree di
lavoro e i bambini, secondo la
filosofia montessoriana, si
organizzano da soli, spesso
studiando materie diverse su
tavoli diversi.
Banchi tradizionali addio, la classe diventa “liquida” da La Stampa sabato 3 ottobre 2015
68
IL CONTRIBUTO DEL METODO MONTESSORI TRA DIDATTICA E PROGETTO
Scuola Montessori a Delft (NL) | Herman Hertzberger (1960-1981)
fasi di ampliamento 1960
1968
1970
1981
Azzurro, Giallo, Arancio = Unità funzionali per l’apprendimento (Aula)
Lilla = Aula comune (Piazza o Strada)
Hertzberger: la soglia della
scuola è pensata come spazio di
benvenuto e di incontro, tra
bambini e genitori, assumendo
un decisivo ruolo sociale.
IL CONTRIBUTO DEL METODO MONTESSORI TRA DIDATTICA E PROGETTO
Scuola Montessori a Delft (NL) | Herman Hertzberger (1960-1981)
Hertzberger: la forma e lo spazio della sala
comune sono pensati come soggiorno-strada
dell’edificio: essa evoca la strada, mentre le aule lo
spazio più intimo, privato.
IL CONTRIBUTO DEL METODO MONTESSORI TRA DIDATTICA E PROGETTO
Scuola Montessori a Delft (NL) | Herman Hertzberger (1960-1981)
Hertzberger: se i bambini vengono lasciati liberi, tenderanno
ad associarsi in piccoli gruppi relegati in piccoli spazi, perché è
lì che si sentono a proprio agio.
IL CONTRIBUTO DEL METODO MONTESSORI TRA DIDATTICA E PROGETTO
Scuola Montessori a Delft (NL) | Herman Hertzberger (1960-1981)
Hertzberger: le aule della scuola sono
spazi privati rispetto all’aula comune, a
sua volta privata rispetto all’ambito
strada.
Pianta schematica di un’aula nell’ala completata nel 1966
con indicazione delle funzioni nelle diverse zone
IL CONTRIBUTO DEL METODO MONTESSORI TRA DIDATTICA E PROGETTO
Scuola Montessori a Delft (NL) | Herman Hertzberger (1960-1981)
Hertzberger: le aule sono concepite come unità autonome, dominio di un gruppo
Pianta di un’aula nell’ala
completata nel 1966
Pianta di un’aula nell’ala destinata ad
asilo realizzata nel 1970
Pianta di un’aula nell’ala realizzata nel
1981
IL CONTRIBUTO DEL METODO MONTESSORI TRA DIDATTICA E PROGETTO
Scuola elementare Romanina (Roma) | Hertzberger-Scarpinato (2005-12)
L'edificio è caratterizzato da un semplice
sistema portante costituito da travature in
cemento armato ortogonali all'asse principale
che consentono futuri ampliamenti
dell'edificio e eventuali modifiche alla
distribuzione interna secondo una logica
modulare in grado di generare ambienti
flessibili, in relazione agli usi e alle
caratterizzazioni che il singolo utente vuol
dispiegare al loro interno
IL CONTRIBUTO DEL METODO MONTESSORI TRA DIDATTICA E PROGETTO
Scuola elementare Romanina (Roma) | Hertzberger-Scarpinato (2005-12)
Gli spazi dell'edificio scolastico vanno dunque immaginati quali "luoghi" in cui le singole
personalità degli alunni possono riconoscersi parti attive di una collettività: spazi mutevoli,
precursori di un'urbanità complessa, aperta a fenomeni di aggregazione sociale.
IL CONTRIBUTO DEL METODO MONTESSORI TRA DIDATTICA E PROGETTO
Scuola elementare Romanina (Roma) | Hertzberger-Scarpinato (2005-12)
Vivere la scuola in spazi e luoghi adeguati può diventare la metafora del nostro stare al
mondo, imparando a relazionarsi con gli altri, rispettare regole, prendendosi cura dello
spazio in cui si è immersi e partecipi.
ANALISI DI CASI STUDIO
Aldo Rossi,
Scuola elementare, Fagnano Olona (VA), 1972/76
Paolo Zermani,
Scuola elementare, Noceto (PR), 2004/10
ANALISI DI CASI STUDIO
Scuola materna, asilo e centro famiglia | Bolzano | MoDus Architects (2004-12)
ANALISI DI CASI STUDIO
Scuola materna, asilo e centro famiglia | Bolzano | MoDus Architects (2004-12)
79
ANALISI DI CASI STUDIO
Scuola materna, asilo e centro famiglia | Bolzano | MoDus Architects (2004-12)
ANALISI PRELIMINARE DI CASI STUDIO
Scuola materna, asilo e centro famiglia | Bolzano | MoDus Architects (2004-12)
81
ANALISI DI CASI STUDIO
Scuola materna, asilo e centro famiglia | Bolzano | MoDus Architects (2004-12)
ANALISI DI CASI STUDIO
Scuola materna, asilo e centro famiglia | Bolzano | MoDus Architects (2004-12)
ANALISI DI CASI STUDIO
Scuola materna, asilo e centro famiglia | Bolzano | MoDus Architects (2004-12)
85
ANALISI DI CASI STUDIO
Scuola elementare Burr Street | Fairfield - Connecticut | USA | SOM (2011-04)
ANALISI DI CASI STUDIO
Scuola elementare Burr Street | Fairfield - Connecticut | USA | SOM (2011-04)
ANALISI DI CASI STUDIO
Scuola elementare Burr Street | Fairfield - Connecticut | USA | SOM (2011-04)
ANALISI DI CASI STUDIO
Scuola primaria | Ponzano Veneto - TV | C+S Architects, P. Savorelli, A. Bello | 2009
90
91
ANALISI DI CASI STUDIO
Ampliamento e riqualificazione scuola elementare | Bolzano | MoDus Architects (2008-13)
ANALISI DI CASI STUDIO
Ampliamento e riqualificazione scuola elementare | Bolzano | MoDus Architects (2008-13)
ANALISI DI CASI STUDIO
Ampliamento e riqualificazione scuola elementare | Bolzano | MoDus Architects (2008-13)
ANALISI DI CASI STUDIO
Ampliamento e riqualificazione scuola elementare | Bolzano | MoDus Architects (2008-13)
disposizione degli
arredi innovativa
disposizione degli
arredi innovativa
conformazione di
spazio vincolato
ANALISI DI CASI STUDIO
Ampliamento e riqualificazione scuola elementare | Bolzano | MoDus Architects (2008-13)
ANALISI DI CASI STUDIO
Trasformazione di una chiesa in asilo | Münster (D) | Bolles+Wilson (2009-13)
ANALISI DI CASI STUDIO
Trasformazione di una chiesa in asilo | Münster (D) | Bolles+Wilson (2009-13)
L’originaria Chiesa di San Sebastiano
ANALISI DI CASI STUDIO
Trasformazione di una chiesa in asilo | Münster (D) | Bolles+Wilson (2009-13)
ANALISI DI CASI STUDIO
Trasformazione di una chiesa in asilo | Münster (D) | Bolles+Wilson (2009-13)
ANALISI DI CASI STUDIO
Trasformazione di una chiesa in asilo | Münster (D) | Bolles+Wilson (2009-13)
ANALISI DI CASI STUDIO
Trasformazione di una chiesa in asilo | Münster (D) | Bolles+Wilson (2009-13)
ANALISI DI CASI STUDIO
Trasformazione di una chiesa in asilo | Münster (D) | Bolles+Wilson (2009-13)
L’originaria Chiesa
di San Sebastiano
104
ANALISI DI CASI STUDIO
Trasformazione di un orfanotrofio in asilo | Milano | rgastudio (2006)
ANALISI DI CASI STUDIO
Trasformazione di un orfanotrofio in asilo | Milano | rgastudio (2006)
ANALISI DI CASI STUDIO
Trasformazione di un orfanotrofio in asilo | Milano | rgastudio (2006)
108
ANALISI DI CASI STUDIO
Trasformazione di un orfanotrofio in asilo | Milano | rgastudio (2006)
ANALISI DI CASI STUDIO
Trasformazione di un orfanotrofio in asilo | Milano | rgastudio (2006)
IPOTESI DI LAVORO
Formulazione di modelli e linee di indirizzo meta-progettuali per gli spazi di apprendimento
Letteratura scientifica di riferimento
Maria Montessori (1870-1952):
la centralità del bambino
Gli spazi di coesione
Il progetto degli interni
Gli spazi di apprendimento
L’integrazione con il contesto e il sito
Modelli
meta-progettuali
per gli spazi di
apprendimento
Linee guida del
D.M. 11.04.2013
Jean Piaget (1896 - 1980):
gli stadi cognitivi
Loris Malaguzzi (1920 – 1994):
i cento linguaggi dei bambini
L’apporto dei metodi pedagogici al
progetto scolastico
Gli spazi di sperimentazione
Seymour Papert (1928):
l’informazione cognitiva
Gli spazi tecnici
Bruce Mau, OWP/P, VS Furniture:
il terzo maestro
Il monitoraggio
Il progetto smart
Analisi dei casi studio
Letteratura scientifica di riferimento sulla didattica e la pedagogia
La scoperta del bambino
Garzanti, 1950
La mente del bambino
Garzanti, 1952
La rappresentazione del
mondo nel fanciullo,
Bollati Boringhieri, 1977
Bruce Mau, OWP/P, VS Furniture,
Il Terzo Maestro,
Abrams, New York, 2010
C. Edwards, L. Gandini, G. Forman,
I cento linguaggi dei bambini. L’approccio di
Reggio Emilia all’educazione dell’infanzia,
Edizioni Junior, 1995
Analisi dei casi studio
Linea guida
progettuali
D.M. 11.04.2013
Metodi pedagogici
Il terzo maestro:
l’ambiente scolastico
La centralità del bambino
Progettare con gli occhi dei bambini
Creare senso di appartenenza
Integrazione con il contesto
Spazi di apprendimento
Aula home-base
Spazio di gruppo e individuale
Spazio informale e connettivo
Il paesaggio nell’aula
Spazi per il movimento
Connessione con la collettività
Aule con aria ‘familiare’
Spazi di sperimentazione
Atélier e laboratori
Scuola come area verde in città
L’edificio trasmette i valori educativi
Orti per autoproduzione
Spazi di coesione
Agorà
Aula magna / Sala musica
Civic center
AULA
AULA
Sinergia tra pedagogia e spazio
Variazioni di percezione
Colori e funzioni
Espandersi sul web
Accessibilità inclusione
Esaltare differenze
AGORA’
AULA
ATRIO
Applicazione dei modelli
meta-progettuali ad un
edificio scolastico
esistente
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