I SISTEMI INFORMATIVI PER L’ANALISI E LA GESTIONE DEL TERRITORIO Dott. Luca Maisto Studioso di Economia dei Trasporti 1. Definizione ed utilità dei GIS I GIS (Geographic Information Systems) sono strumenti che consentono l’analisi di oggetti e fatti relativi ad una precisa localizzazione, consentendo anche attività di programmazione, gestione e controllo di un territorio. Tutte le tematiche di cui si occupa la Logistica Economica hanno una dimensione geografica, per il semplice motivo che si riferiscono ad uno specifico territorio. Ma la maggior parte di esse è intrinsecamente di tipo spaziale, ad es.: – le reti infrastrutturali; – gli insediamenti industriali e logistici; – il traffico; – l’inquinamento; – ecc. Mediante i GIS, in italiano detti anche SIT (Sistemi Informativi Territoriali), è possibile studiare questi fenomeni in tutta la loro complessità. Tale 1 tecnologia integra le operazioni standard effettuate sui database più comuni (quali ad esempio, queries, ricerche ed analisi statistiche) con i benefici dell’analisi consentita dalle mappe cartografiche.. Per localizzare una nuova attività, individuare il suolo migliore per una coltura specifica, ottimizzare il percorso per un trasporto merci (o per la raccolta di rifiuti), individuare la localizzazione ottimale per una infrastruttura, una discarica o una piattaforma logistica, il GIS consente ad operatori pubblici e privati di creare mappe, integrare informazioni, visualizzare scenari, risolvere problemi complicati, elaborando soluzioni efficaci ed esprimibili sia in forma cartografica che in forma qualiquantitativa. Comunque, la realizzazione di mappe e l’analisi geografica non sono attività nuove, ma un GIS realizza questi obiettivi meglio e più velocemente rispetto a metodi più tradizionali. Inoltre, un GIS permette non solo di produrre mappe e di corredarle di tutte le informazioni utili per una facile interpretazione, ma consente anche la loro pubblicazione sul Web. Di conseguenza, l’implementazione di un GIS all’interno di una organizzazione complessa (ad es. la Regione) avendo le potenzialità per collegare differenti set di dati tramite la geografia, consente la condivisione inter-dipartimentale delle informazioni e favorisce la comunicazione. Grazie, infatti, alla creazione di un database condiviso basato su Internet, un dipartimento può beneficiare del lavoro di un altro, e quindi i dati possono 2 essere acquisiti una volta soltanto ed usati molte volte.In sostanza, un GIS integra cinque componenti essenziali (Fig. 1): 1) hardware, 2) software, 3) dati, 4) persone, 5) metodi. Figura 1 – Le componenti di un GIS L’hardware è l’insieme dei computer su cui un GIS opera. Oggi, i software GIS operano su una vasta tipologia di sistemi hardware, dai sistemi 3 centralizzati ai personal computer, in configurazione “stand alone” oppure in rete. Gli elementi fondamentali di un software GIS sono: - strumenti per l’input e gestione degli elementi geografici; - un database relazionale (RDBMS); - strumenti che supportano interrogazioni, analisi e visualizzazioni; - interfaccia utente grafica (GUI) per consentire un facile accesso. In un GIS, rivestono poi grande importanza i dati e la loro organizzazione. I dati geografici e le tabelle descrittive associate possono essere raccolte in proprio o acquisite da organizzazioni pubbliche e private. Il GIS può integrare i dati spaziali con fonti diverse tramite l’uso di database relazionali. Comunque, un GIS non avrebbe senso se non ci fossero le persone che gestiscono il sistema, sviluppando piani per l’applicazione di esso ai problemi reali. Gli utilizzatori vanno dagli specialisti tecnici che disegnano e mantengono il sistema, agli utenti generici che lo utilizzano quotidianamente nel proprio lavoro, sia che si occupino di problemi strettamente informatici oconnessi ad aspetti disciplinari geografici, economici, ingegneristici, sociologici, ecc. La principale caratteristica del GIS è quindi costituita dalla sua flessibilità, ovvero dalla capacità di adattarsi a situazioni e modelli propri di ciascuna organizzazione pubblica o privata. 4 Il GIS memorizza le informazioni geografiche come una collezione di layers (strati) tematici che possono essere tra loro relazionati tramite collegamento e sovrapposizione geografica. Questo semplice ma estremamente potente e versatile concetto è applicato per risolvere diversi problemi reali quali ottimizzazione di percorsi, applicazioni di pianificazione urbanistica, modelli di circolazione atmosferica, ecc. 2. Il funzionamento di un GIS Il GIS memorizza le informazioni geografiche attraverso strati separati rappresentati sullo schermo geometricamente da punti, linee o aree (Fig. 2). Figura 2 – Come opera un GIS 5 Per esempio uno strato di punti può rappresentare le localizzioni dei consumatori, uno strato di linee può rappresentare delle strade, uno strato di aree può rappresentare aree di uguale uso del suolo o costruzioni. Ad ogni elemento geografico corrisponde un attributo o elemento descrittivo che indica cosa rappresenta l’elemento spaziale e la sua esatta posizione geografica espressa in coordinate. L’informazione geografica contiene un riferimento spaziale esplicito (ad es.latitudine e longitudine) o implicito (ad es. un indirizzo, un codice postale, una sezione di censimento, una denominazione stradale). Grazie all’utilizzo di un processo automatico denominato geocoding (geocodifica) è possibile ottenere riferimenti geografici espliciti da riferimenti impliciti, consentendo di localizzare oggetti ed eventi sulla superficie terrestre. La caratteristica fondamentale di un GIS è la sua capacità di georeferenziare i dati, ovvero di attribuire ad ogni elemento le sue coordinate spaziali reali una volta stabiliti i sistemi di riferimento. In particolare, l’archiviazione dei dati avviene utilizzando due formati: - RASTER, e cioè i dati vengono memorizzati con la creazione di una griglia regolare composta da tante piccole caselle dette pixel, a ciascuna delle quali è possibile abbinare infinite informazioni di tipo alfanumerico, grafico, ecc. Questi sono dati continui e di solito si usano per carte tipo umidità e temperatura del suolo, immagini da satellite ecc (Fig. 3). 6 Figura 3- Il modello Raster - VETTORIALI, ovvero quando i dati geometrici vengono memorizzati attraverso delle coordinate (x e y) e fanno riferimento a punti, linee e poligoni. La localizzazione di un oggetto puntuale, come la posizione di un semaforo, può essere infatti rappresentata come una singola coppia di coordinate, mentre oggetti lineari come strade e fiumi possono essere memorizzati come una sequenza di coordinate x, y. Infine, gli oggetti poligonali, come edifici o laghi, sono memorizzati come aree omogenee perimetrate (Fig. 4). Figura 4 – Il modello Vettoriale 7 Entrambi i modelli per la memorizzazione di dati geografici hanno vantaggi e svantaggi. Alcune operazioni sono più semplici con dati vettoriali, altre con dati raster. I moderni strumenti GIS sono in grado di gestire sia il modello dati vettoriale sia il modello dati raster (Fig. 5). Figura 5 – Un confronto tra modelli Raster e Vettoriali Il formato raster occupa una maggiore quantità di memoria dell’ordine di gigabyte mentre quello vettoriale è noto per essere più economico dal punto di vista del volume dati. Sono comunque disponibili programmi in grado di convertire più o meno rapidamente dati raster in dati vettoriali e viceversa. I programmi GIS elaborano dati geografici attraverso algoritmi matematici la disponibilità di questi algoritmi di elaborazione è molto importante per valutare le potenzialità di uno strumento GIS. Gli algoritmi di OVERLAY 8 MAPPING cioè di sovrapposizione e integrazione di più strati informativi oppure di BUFFERING , cioè di generazione di aree di rispetto intorno ad elementi geografici sono presenti per entrambi i formati. 3. Parametri e standard Il crescente numero di Sistemi Informativi Territoriali ha generato una crescita complementare di dati cartografici. Questi ultimi, contrariamente alla cartografia tradizionale, realizzata per un'utenza decisamente vasta e diversificata, sono stati acquisiti, nella maggior parte dei casi, ad uso e consumo del solo utente richiedente. Tale proliferazione di banche dati, se pur acquisite con metodologie differenti, ha generato duplicazioni e ripetizioni. D'altro canto l'informatizzazione della cartografia è una modalità talmente nuova che per essa non sono ancora stati raggiunti e standardizzati criteri omogenei di produzione e di controllo di qualità, a differenza della cartografia tradizionale che ha da tempo degli standard riconosciuti a livello internazionale. In questi ultimi anni, comunque, studi approfonditi hanno definito gli aspetti generali da considerare per la definizione degli standard per la cartografia numerica e si sta lavorando alacremente, soprattutto sulla base delle esperienze già effettuate, alla individuazione e alla determinazione di tutti i parametri necessari. 9 La letteratura, in materia di standard di cartografia numerica, individua tre aspetti essenziali: contenuti metrici e semantici dei dati, struttura e formato dei dati, profili di qualità. Un parametro fondamentale per definire il contenuto metrico di un dato di cartografia numerica è la scala nominale. Questo è forse l’unico parametro che permette oggi un minimo di conoscenza sull'aspetto metrico del dato. Si conviene infatti che un prodotto di cartografia numerica, realizzato con certi requisiti di precisione metrica, abbia come scala nominale la scala di una cartografia tradizionale realizzata seguendo gli stessi requisiti di precisione metrica. Ma, a parte questo caso, si riscontrano notevoli difficoltà a trovare dei parametri standardizzati. Il problema è generato essenzialmente dalle due logiche che distinguono i dati nati per sistemi di cartografia numerica derivati dal CAD, da quelli realizzati per sistemi GIS: i primi, dedicati essenzialmente alla restituzione, seguono maggiormente le logiche della cartografia tradizionale rappresentando il dato grafico in modo geometrico e il dato descrittivo in modo gerarchico-numerativo; i secondi, orientati all'analisi, rappresentano la parte grafica del dato in modo topologico e strettamente connessa alla sua descrizione attraverso tecniche relazionali. 10 4. Gli algoritmi di elaborazione Un'altra differenza sostanziale trai GIS ed i software di cartografia numerica è la possibilità intrinseca dei primi di elaborare i dati geografici attraverso algoritmi matematici. La disponibilità di algoritmi di elaborazione dei dati è un parametro molto importante per valutare le potenzialità di uno strumento GIS. Per le due tipologie di formato dati, tralasceremo le funzioni generali quali quelle di riclassificazione, unione in adiacenza, generalizzazione, eliminazione di distorsioni, ecc. che, se pur diverse come approccio matematico e metodologico, incidono meno nella comparazione tra i due sistemi. Gli algoritmi di overlay mapping, cioè di sovrapposizione ed integrazione di più strati informativi, sono presenti per entrambi i formati. Nel formato raster sono più semplici dal punto di vista matematico e più intuibili dal punto di vista utente e permettono infinite combinazioni di strati. Per il formato vettoriale sono più complesse in tutti i sensi, ma sicuramente più precise poichè elaborano dati sul continuo e non sul discreto. Per gli algoritmi di buffering, cioè di generazione di aree di rispetto intorno ad elementi geografici, e per la famiglia di algoritmi per l'elaborazione di modelli digitali del terreno, valgono le stesse considerazioni sopra descritte. Invece alcuni algoritmi sono disponibili solo sulla tipologia di formato che facilita l'approccio al problema. 11 Gli algoritmi per l'analisi di intorno o per la ricerca di percorsi di minimo costo sono tipici del formato raster, mentre gli algoritmi per l'allocazione di risorse, per la ricerca dei percorsi ottimali, di segmentazione dinamica, sono tipici del formato vettoriale. In sintesi i due formati si distinguono proprio in base alla disponibilità di algoritmi di elaborazione. 5. L’analisi delle reti Lo spostamento delle persone, il trasporto e la distribuzione di beni e servizi, la distribuzione dell'energia, le comunicazoni: tutte queste attività prevedono lo spostamento di materia o di informazioni mediante dei sistemi di reti, che sempre più costituiscono una delicata e vitale infrastruttura del mondo di oggi. La forma, la capacità e l'efficienza delle reti ha quindi un impatto non trascurabile sull'attuale standard di vita e comunque influenza la nostra visione del mondo. Le funzioni principali che possono essere effettuate mediante un GIS sulle reti, di qualsiasi tipo esse siano (trasporto, distribuzione, comunicazione, ecc.) sono fondamentalmente: 1) la ricerca del minimo percorso su una rete o comunque del percorso meno costoso; 2) l'allocazione di porzioni della rete ad un fornitore o consumatore di risorse; 12 3) la verifica delle connettività tra due punti della rete. Innanzitutto, quindi, le funzioni di analisi di rete offrono la soluzione ad un problema di base: determinare il percorso minimo o comunque il più efficace per attraversare una rete passando per determinate località di questa. Il costo può essere determinato utilizzando un qualsiasi attributo presente sugli elementi costituenti la rete (tipicamente, una rete a grafo è rappresentata mediante archi connessi tramite nodi; questa può anche essere la rappresentazione di una rete stradale, simboleggiata con gli archi che indicano l'asse stradale ed i nodi che indicano gli incroci) che possa essere quantificato in maniera numerica: tipico esempio la distanza o il tempo di percorrenza lungo un arco del grafo può essere utilizzato per identificare il minimo percorso in termini di distanza o di tempo, ad esempio, lungo una rete viaria. Per quanto riguarda invece le analisi relative all’allocazione ottimale delle risorse, bisogna disporre di un centro che offra risorse e di una domanda di queste sulla rete, o viceversa, di una offerta sulla rete e di una capacità ricettiva su di un centro. A titolo esemplificativo, mediante l'uso delle funzioni di allocazione, secondo questa ultima modalità può essere affrontato e risolto un problema tipico della gestione pubblica di una città, ovvero la raccolta dei rifiuti solidi urbani (RSU). La suddetta analisi viene effettuata rappresentando una eventuale discarica come centro di raccolta, e riportando la distribuzione dei cassonetti sul grafo 13 che rappresenta la rete viaria cittadina: in questo modo si può determinare il numero massimo di cassonetti che, svuotati mediante i mezzi di raccolta, determinano la saturazione della discarica, ed anche identificare quali parti della rete stradale contribuiscono ad alimentare la discarica fino alla sua saturazione. Infine, le funzioni per la verifica della connettività servono ad identificare se e quali porzioni di una rete sono connesse. Ad esempio, una società per la gestione delle reti elettriche può avere bisogno di sapere quale impianto presente sulla rete elettrica serve un determinato utente, e nel caso di interruzione o guasto quale percorso alternativo può essere adottato per mantenere la funzionalità del sistema. Analogamente un idrologo può utilizzare tali funzionalità per identificare tutti i rami ed i corsi d'acqua a monte di un determinato punto di un fiume. E di esempi logistici ne possono essere fatti sicuramente tanti altri. 6. GIS: prodotto o sistema? Spesso ci si domanda se il GIS è un prodotto o un sistema, se va acquistato o progettato, se è una soluzione standard o va sviluppato di volta in volta. La domanda non è capziosa e non dipende solo dal fatto che il GIS sia una tecnologia matura o meno. Domandiamoci innanzi tutto cosa si intende per GIS. Se per GIS si intende un software di gestione di un data base geografico, 14 allora i prodotti oggi in commercio garantiscono elevati standard qualitativi e una gamma di prezzi (e di rapporto prezzo/prestazioni) estremamente variegata. Si va da applicazioni per personal computer paragonabili anche nel prezzo ai più diffusi pacchetti disponibili sotto Windows a sofisticati strumenti software operanti in rete locale e geografica su workstation, macchine dipartimentali, mainframes. Se per GIS si intende una soluzione, allora ci dobbiamo porre anche la domanda "a cosa serve" e includere nel progetto i costi, i tempi ed i metodi di costruzione della base di dati e delle applicazioni. In altre parole, se si vuole visualizzare e riprodurre una mappa ed eseguire le funzioni di base di un GIS (overlay topologici, selezioni spaziali, ecc.), si compra un software se si vuole sopportare delle decisioni e si acquista una soluzione, composta di hardware, software, dati, applicazioni, servizi di formazione, addestramento, manutenzione, ecc. Ecco perchè dopo aver parlato di topologia, dati georeferenziati raster e vettoriali, attributi, funzioni e operatori, ci ritroviamo ora a parlare di applicazioni. 7. Cos'è un'applicazione Ai fini di questa trattazione, per applicazione vogliamo intendere sostanzialmente tre cose: un modello dati orientato, un insieme di algoritmi e un'interfaccia utente. 15 Per interfaccia utente intendiamo quella serie di icone, menu, schermate che consentono all'utilizzatore di richiamare le funzioni più frequentemente richieste all'applicazione e che consentono l'introduzione dei parametri sui quali il sistema effettua i suoi calcoli. Gli algoritmi sono invece i veri e propri programmi, di solito scritti in macrolinguaggio (cioè come sequenza di istruzioni già disponibili nel GIS) ovvero programmati a più basso livello in altri ambienti e collegati ai menu dell'applicazione. Detti algoritmi effettuano in genere i calcoli necessari all'utente, quali il dimensionamento di una rete, il calcolo di incongruenze spaziali, il percorso ottimale, ecc. Per modello dati orientato intendiamo un modello dati che tenga conto di come i dati debbano essere organizzati per rispondere alle domande che si vorranno fare al sistema. Un semplice esempio può essere quello di come memorizzare le strade: se la domanda riguarda la rete viaria, intesa come insieme sul quale calcolare ad esempio le distanze, i percorsi ottimali, i bacini d'utenza, il traffico, la domanda di trasporto, ecc., allora le strade andranno memorizzate sotto forma di linee e di nodi a formare un grafo, se la domanda riguarda la manutenzione del manto stradale, di reti tecnologiche, ecc. andranno invece memorizzate come superfici. Ciò con tutte le varianti possibili: i parametri che consentono di calcolare l'iscrizione in curva degli autobus, il numero di corsie o i sensi di percorrenza 16 potranno essere resi geometricamente, ovvero utilizzando appositi attributi sempre a seconda delle domande che porremo al sistema a supporto delle decisioni che siamo chiamati a prendere (scenari, simulazioni, analisi). Il fatto che ciascuna applicazione abbia bisogno oltre che di programmi ed interfacce anche di un modello dati ad essa orientato non significa che venga meno il grande contributo che il GIS può dare nel coordinamento tra utenti diversi che intervengono sullo stesso territorio. E' evidente che, ad esempio in una applicazione comunale, l'ufficio urbanistica può avvantaggiarsi degli aggiornamenti alla viabilità operati dal servizio strade, ovvero dalla possibilità di analisi offerte dal collegamento del sistema con l'anagrafe della popolazione. Tutto ciò richiede una condivisione del data base che però non deve, come erroneamente si pensa, essere totale. In altre parole è necessario definire un insieme minimo di informazioni geografiche comuni, necessario a riferire ad una stessa cartografia (detta "di base") le informazioni necessarie alle specifiche applicazioni, ma non si deve ridurre la complessità dei fenomeni studiati da ciascun dipartimento ad un minimo denominatore comune. Ad esempio la strada di cui si è parlato prima, potrà essere memorizzata come superficie ai fini della cartografia di base (in genere di derivazione catastale a grande scala) e come tale essere utilizzata per "appoggiarvi" gli elementi descrittivi necessari per la redazione di piani regolatori o per la gestione della manutenzione, mentre il suo "asse" (esso può anche avere in comune con 17 l'altra rappresentazione alcuni attributi, quali per esempio la toponomastica) può essere utilizzato per applicazioni che richiedono la disponibilità di un grafo (gestione delle linee di trasporto pubblico, raccolta dei rifiuti, simulazioni di traffico). 8. La cartografia di base Ecco così che l'esigenza di disporre di un modello dati e di descrittori specifici (sia geometrici che alfanumerici oltre che multimediali) per una singola applicazione può essere resa compatibile con quella di condividere tra diverse applicazioni una parte della base di dati, che rappresenta la cartografia di base, che non è essa stessa un'applicazione (salvo che l'utente non sia un centro servizi dedicato alla produzione di cartografia numerica). Un altro elemento importante delle applicazioni, ma anche più in generale di ogni installazione di un GIS, è costituito dalla necessaria interdipendenza delle applicazioni con altre, anche non GIS, e del loro impatto nell'organizzazione del lavoro. Quando si progetta la costruzione di un ponte, anche se l'azienda appaltatrice ha l'incarico della sola costruzione del ponte medesimo (e indipendentemente dalla valutazione di impatto ambientale cui l'impresa progettista è tenuta per legge), è evidente che l'amministrazione dovrà aver proceduto, prima dell'inizio dei lavori, ad inserire quel manufatto nel più ampio contesto della viabilità interessata. 18 In altre parole avrà dovuto tenere conto degli eventuali vincoli e svincoli necessari, di come quell'opera influirà sulle direttrici di traffico, sugli eventuali parcheggi o nodi di scambio, sull'impatto ambientale (dail'idrogeologia al rumore), ecc. per inserire quel singolo manufatto nel più ampio sistema viario interessato. Analogamente non si può pensare di introdurre un'applicazione GIS senza tenere conto da una parte della struttura di sistemi e processi già presenti nell'amministrazione e potenzialmente "allacciabili" ad essa per consentire di disporre dei dati necessari alle analisi da effettuare e dall'altra delle procedure organizzative presenti e di come dette procedure possano modificarsi per trarre utilità dal sistema GIS (e quindi anche delle connesse esigenze formative del personale). Altrimenti si corre il rischio di "rendere più efficiente l'inefficienza preesistente". 9. Le applicazioni esistenti e previste Secondo recenti studi, le applicazioni GIS più diffuse in assoluto sono quelle di gestione di reti tecnologiche, di pianificazione e gestione urbanistica e del territorio. In generale, le Regioni sono in prevalenza dotate di applicazioni per la gestione del territorio, mentre si sta intravedendo uno sforzo per le applicazioni di monitoraggio ambientale e per attività GIS in relazione alla pianificazione e gestione della rete dei trasporti. 19 Le Provincie sono in prevalenza dotate di applicazioni di pianificazione e omogenizzazione degli strumenti urbanistici e nel medio periodo dovrebbero orientarsi verso soluzioni per la pianificazione e gestione del territorio, incluso il controllo delle realizzazioni ambientali e le reti tecnologiche connesse alla logistica ed ai trasporti. I Comuni evidenziano il ruolo prioritario delle applicazioni di pianificazione e gestione urbanistica (piani regolatori comunali) e del traffico. Le aziende di servizi pubblici, nazionali e locali, hanno per lo più realizzato applicazioni per interventi di progettazione, gestione e controllo di reti tecnologiche per l'erogazione di gas, elettricità, acqua e di monitoraggio ambientale. Comunque, accanto a questi utenti e a queste applicazioni che potremmo definire più tradizionali, sono presenti realtà nuove. Infatti, alcuni potenziali utenti GIS stanno emergendo prepotentemente, anche grazie alla disponibilità di nuove tecnologie GIS a basso costo, tra i quali istituti di credito, assicurazioni, servizi socio-sanitari, società di trasporto, di distribuzione e di manutenzione, strutture del turismo, studi di economia applicata ed ingegneria, nonchè singoli studiosi, ricercatori e professionisti che si aggiungono sempre più numerosi ai tradizionali utenti quali i ministeri, gli enti cartografici, le regioni, le province, i comuni, le comunità montane, i consorzi, le aziende municipalizzate, le università e gli istituti di ricerca. 20 Questa varietà di utenti vecchi e nuovi riflette una sempre più diversificata domanda di applicazioni: a quelle già citate e a quelle di gestione di parchi, foreste, uso del suolo, catasto (edilizio e terreni), certificazioni, monitoraggio ambientale, ecc. si aggiungono applicazioni sulla viabilità, piani del traffico, logistica dei rifiuti, simulazioni, telecontrollo, studi di impatto ambientale, gestione di pratiche catastali, analisi socio-economiche e della domanda, reti di servizi di distribuzione, posizionamento sportelli, analisi della concorrenza, marketing territoriale, ottimizzazione dei trasporti e dei terminali, percorsi turistici, applicazioni multimediali, ecc. 10. Una proposta di applicazione del GIS al problema della sicurezza stradale L’incidentalità stradale continua ad arrecare ogni anno un altissimo danno sociale ed economico: in tutte le stime prodotte dai diversi esperti del settore, il costo del fenomeno presenta sempre ordini di grandezza di miliardi di euro. In tale contesto potrebbe essere opportuno realizzare un sistema informativo territoriale integrato (GIS) per la sicurezza stradale le cui funzioni principali possono così riassumersi: rilievo sistematico dei flussi di traffico e degli incidenti sul territorio; rilievi di dettaglio degli incidenti con maggiore gravità; gestione sistematica dell’acquisizione dei dati di traffico ed incidentalità; 21 monitoraggio dei flussi e degli incidenti sulla base di cartografie dettagliate; analisi statistiche, economiche, mediche ed ingegneristiche dei dati, finalizzate alla individuazione degli elementi critici del sistema di mobilità; individuazione degli interventi per contrastare e mitigare il fenomeno degli incidenti stradali. Le funzioni suddette potrebbero essere localizzate e disponibili in un Centro Servizi centrale in rete con postazioni periferiche a diverse scale territoriali. Il sistema sarà quindi caratterizzato da: espandibilità della rete, intendendo tale la possibilità di aumentare le postazioni di monitoraggio ed analisi; espandibilità delle stazioni di monitoraggio, intendendo tale la possibilità di aumentare il numero di telecamere e/o sensori ad induzione; integrabilità, intendendo tale la possibilità di aggiungere nell’architettura del sistema nuovi dispositivi di monitoraggio, analisi e controllo del traffico; modularità del sistema, intendendo tale la possibilità di provvedere a sostituzioni di parti del sistema con tecnologie innovative sia di comunicazione che di controllo e monitoraggio. E’ quindi evidente che un processo stabile ed efficace per il miglioramento della sicurezza stradale debba avvalersi delle più recenti innovazioni tecnologiche (in termini di hardware, software, localizzatori satellitari, ecc.) e di attività di ricerca e sviluppo che possano colmare quelle lacune conoscitive 22 più volte invocate di fronte alla drammaticità del fenomeno, oltre a contribuire alla riduzione di tempi e costi di espletamento di ogni attività prevista. Tale sistema integrato fornirà indicazioni, raccomandazioni, valutazioni e collaborazioni sia ad utenti interni sia ad utenti esterni privati e pubblici. Solo in questo modo sarà possibile attuare tutte le sinergie necessarie per affrontare e aggredire un problema così complesso quale quello della sicurezza stradale. Per quanto attiene gli altri operatori del settore, sarà possibile con il sistema raggiungere la più volte auspicata fusione dei dati di incidentalità fra le svariati fonti di rilievo. Potrebbe, pertanto, essere prevista un’azione di raccolta ed analisi dei dati sia dalle fonti di Polizia Municipale sia dalle fonti della Polizia Stradale e dei Carabinieri. Per diffondere questo nuovo approccio, dovrebbe essere prevista anche l’organizzazione di corsi di formazione per il rilievo, monitoraggio ed analisi degli incidenti stradali. I corsi avranno la caratteristica di essere dedicati agli operatori (ad es. la polizia Municipale, ma non solo) che intervengono sul luogo degli incidenti e che rappresentano con il loro operato un input fondamentale per l'avvio del processo. La fase di rilievo dovrà essere poi supportata da schede cartacee predisposte e messe a punto dall’Ente proponente durante questi corsi formativi. Le schede rappresentano pertanto un importante elemento di condivisione fra gli esperti di analisi e di interventi mitigatori e gli operatori degli organi di Polizia. 23 La rete di monitoraggio del traffico sarà costituita da stazioni di rilevamento, ciascuna governata da unità di controllo locale collegate agli elaboratori centrali attraverso l’uso di una rete di comunicazione a larga ampiezza di banda. Le stazioni di rilevamento dovranno assicurare funzione di monitoraggio del traffico mediante l’utilizzo di telecamere. Le telecamere dovranno consentire di acquisire immagini in tempo reale relativamente a particolari aree di riferimento, determinando così anche i parametri di traffico. Per le stazioni di monitoraggio, localizzate in prossimità di alcune direttrici ed incroci fondamentali della rete stradale, dovrebbe essere assicurata la funzione di videosorveglianza, grazie all’utilizzo di telecamere con dispositivo di posizionamento automatico e zoom motorizzato. Per assicurare un maggior grado di precisione dovrebbero essere predisposti anche dei sensori lineari che consentono sia di procedere a calibrazioni del sistema sia a sopperire la carenza di informazioni affidabili da parte delle telecamere di monitoraggio in caso di scarsa visibilità. A livello centrale sarà possibile acquisire, visualizzare ed elaborare statisticamente i dati provenienti dalle stazioni di rilevamento ed assicurare la diagnostica ed il controllo di tali stazioni. L’obiettivo che s’intende perseguire è dunque la creazione di una banca dati utile sia per esigenze di controllo, sia per esigenze di ricerca e sviluppo, sia per la pianificazione del traffico e dei trasporti. 24 La fase di caricamento dei dati in un database ed il monitoraggio degli stessi dati viene spesso intesa come una fase automatica e semplice. Nel fenomeno degli incidenti stradali rappresenta al contrario una delle fasi più delicate. E' questa, infatti, la fase durante la quale il fenomeno registrato ed osservato con schede cartacee, fotografie e verbali deve essere standardizzato in un linguaggio comune, matematico ed esaustivo. Comunque, le moderne tecnologie software e l'ormai consolidato uso dei database relazionali hanno consentito di affrontare con efficacia il problema dell'archiviazione degli incidenti stradali. Nel nostro caso, quindi, la necessità di dover gestire quantitativi di dati complessi ed articolati comporterà l’implementazione di un database di incidentalità con caratteristiche di: • flessibilità, cioè capacità del database di adeguarsi facilmente a future esigenze; • scalabilità, cioè capacità del database ad aumentare o diminuire la quantità delle informazioni senza modificare strutturalmente lo stesso; • robustezza, cioè database agevole da mantenere e sviluppare, con un’integrità dei dati ritenuta fondamentale per affrontare le successive analisi. 25 Le operazioni di caricamento dei dati di incidentalità saranno pertanto agevolate dagli strumenti software, completamente integrati nel sistema informativo territoriale, messi a disposizione degli organi competenti. Di seguito si evidenziano alcune componenti dei moderni applicativi che consentono una completa gestione di dati ed informazioni relativi agli incidenti stradali: • Personalizzazione (identificazione dell’operatore e dell’ente preposto al caricamento dei dati) • Caricamento dei dati relativi a incidente, localizzazione, tipologia d’urto, dati ambientali ed infrastrutturali, veicoli, passeggeri e testimoni (compilazione a video di una serie di schede contenenti tutte le informazioni richieste) • Ricerca multichiave degli incidenti presenti nel database • Importazione incidenti dal formato ISTAT • Stampa Verbale incidente • Registro incidenti (effettua un riepilogo di tutti gli incidenti a diverse scale territoriali e per anno mostrando dei dati riepilogativi delle persone e degli autoveicoli coinvolti, consentendo un rapido monitoraggio) • Funzioni di backup e ripristino database 26 In particolare, la correlazione fra la localizzazione, la tipologia di incidenti, la tipologia di veicoli coinvolti, la gravità dei lesionati fornisce validi indizi sulle principali cause, identificando in modo inequivocabilei "punti neri" sul territorio, dove la causa infrastrutturale ed ambientale rappresenta il fattore predominante nel fenomeno incidentologico. Infine, tutti i risultati saranno comunicati alle Amministrazioni centrali e locali competenti, al fine di agevolare la redazione e l’attuazione dei Piani di Settore. Laddove i risultati del processo sono tali da non prevedere interventi sul territorio, sono in ogni caso trasmessi agli Enti pubblici competenti per consentire la definizione di interventi di educazione, prevenzione e controllo. 27