n. 39 del 02/07/07 Preferirei di NO

LIBERO
Aderente alla FALCRI
castigat ridendo mores
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PREFERIREI DI NO!
Abbiamo dato a questo volantino il titolo di un bel libro. Un libro che narra la
storia dei 12 docenti universitari su circa un migliaio che nel 1931 rifiutarono di
prestare giuramento al fascismo e perdettero in questo modo, lavoro e libertà.
In un paese dove il motto principale è ‘tengo famiglia’, sono stati un esempio
unico e troppo poco citato di persone che hanno rinunciato a tutto ma non alla
propria dignità, nella convinzione che la rinuncia di quest’ultima avrebbe reso
totalmente vuota ogni azione.
Lo abbiamo scelto perché la Carive, in questo momento, è una delle poche realtà
del Gruppo Intesa dove non si è firmato praticamente nessuno degli accordi
scaturiti dal nuovo assetto post incorporazione Sanpaolo.
Banca Intesa in soli 6 mesi ha praticamente disintegrato la vecchia dirigenza
Sanpaolo (ultimo ad andarsene è Mario Greco assieme ai sogni su Eurizon), con
buona pace di chi sosteneva la ‘fusione paritaria’ e di chi ancor oggi continua a
sostenere la ‘pari dignità’, di fronte alla contraria evidenza dei fatti.
Anche sindacalmente si sono imposte le modalità ‘Intesa’ che prevedono in
sostanza, l’annichilimento della compagine sindacale e l’imposizione di una
condotta operativa che va ben oltre leggi, normative e contratti.
L’ultimo atto, di pochi giorni fa, con l’avvio della procedura di ‘tensione
occupazionale’, ne è l’ennesima riprova.
Tensione occupazionale in un’azienda che denuncia MILIADI DI EURO DI
UTILI? Se non fosse vero potrebbe sembrare una barzelletta!
Nondimeno Intesa porterà avanti questa politica per ottenere il fondo esuberi
obbligatorio e buttare fuori quei lavoratori ormai troppo vecchi per credere
alle panzane dette nei corsi d’indottrinamento e per vendere qualsiasi cosa.
In Carive sono venuti a chiedere la firma su accordi che riteniamo indegni di un
lavoro dignitoso.
Sistemi valutativi e incentivanti senza alcuna possibilità di difesa per i
lavoratori, senza trasparenza, dove la parola ‘oggettivo’ non trova alcuno spazio.
Un accordo su FORTE, fondo paritetico per la formazione in cui lavoratori e
azienda dovrebbero concordare insieme i progetti dei corsi, dove, come sempre
all’ultimo momento, avevano infilato un progetto dell’anno scorso (non finanziato
per problemi tecnici) e il corso ISVAP, che l’azienda DEVE fare se vuole
vendere polizze assicurative. Avremmo dovuto contribuire a pagarlo noi! Con
centinaia di migliaia di euro! No grazie!
Abbiamo risposto a tutto ciò: PREFERIREI DI NO!
Abbiamo chiesto l’apertura della procedura per ‘rilevanti ristrutturazioni’ in
relazione al segnalato avvio del sistema di lavoro con i back office, ma sembra
che la controparte non voglia farlo: non sarebbe ‘rilevante’!. Una nuova
organizzazione di lavoro con lo spostamento di diecine di lavoratori … non è
rilevante. La ‘tensione occupazionale’ con miliardi di utili, invece sì!? Ma và, và…
Si apre probabilmente un periodo di aspre lotte giuridiche su principi basilari
del diritto dei lavoratori ad un sistema di lavoro dignitoso. Le affronteremo
come sempre e con la consapevolezza di essere nel giusto dataci dalla
compattezza dei lavoratori nell’ultimo sciopero.
Uno sciopero che nella nostra banca non si era mai visto. Un patto tra lavoratori
e sindacati per continuare e rafforzare la lotta. Anche la buona riuscita di
quello più recente dei Cub-Sallca ci conferma che c’è la volontà di non piegarsi a
questi poteri forti, a queste squallide logiche farisaiche.
Speriamo che ci siano sempre più colleghi e soprattutto sindacalisti che
sappiano dire: Preferirei di no!
L’ANGOLO DEL LIBRO
Autore:
Boatti
Giorgio.
Titolo:
PREFERIREI DI NO. La storia dei dodici
professori che si opposero a Mussolini.
Editore Einaudi. Prezzo euro 15,49.
Solo dodici su oltre mille, ma ci furono e
testimoniano ancora oggi che non sempre
quello che ‘fanno tutti’ è giusto, che
spesso la ‘massa’ prende la decisione più
‘comoda’, anche se sbagliata.
Saper ragionare con la propria testa e
soprattutto seguire la propria coscienza è
l’unico modo per non cadere nella
trappola delle facili sirene o nei ricatti dei
poteri forti. Oggi, come allora.