LIBERO Aderente alla FALCRI castigat ridendo mores Segreteria Aziendale e Provinciale : 30174 VE-Mestre, Via della Montagnola 37; tel. 041-5441133 Fax. 0415442709 – cell. 3383316249 – sito WEB: www.liberofalcri.com - Volantino n° 39 del 2/7/2007 PREFERIREI DI NO! Abbiamo dato a questo volantino il titolo di un bel libro. Un libro che narra la storia dei 12 docenti universitari su circa un migliaio che nel 1931 rifiutarono di prestare giuramento al fascismo e perdettero in questo modo, lavoro e libertà. In un paese dove il motto principale è ‘tengo famiglia’, sono stati un esempio unico e troppo poco citato di persone che hanno rinunciato a tutto ma non alla propria dignità, nella convinzione che la rinuncia di quest’ultima avrebbe reso totalmente vuota ogni azione. Lo abbiamo scelto perché la Carive, in questo momento, è una delle poche realtà del Gruppo Intesa dove non si è firmato praticamente nessuno degli accordi scaturiti dal nuovo assetto post incorporazione Sanpaolo. Banca Intesa in soli 6 mesi ha praticamente disintegrato la vecchia dirigenza Sanpaolo (ultimo ad andarsene è Mario Greco assieme ai sogni su Eurizon), con buona pace di chi sosteneva la ‘fusione paritaria’ e di chi ancor oggi continua a sostenere la ‘pari dignità’, di fronte alla contraria evidenza dei fatti. Anche sindacalmente si sono imposte le modalità ‘Intesa’ che prevedono in sostanza, l’annichilimento della compagine sindacale e l’imposizione di una condotta operativa che va ben oltre leggi, normative e contratti. L’ultimo atto, di pochi giorni fa, con l’avvio della procedura di ‘tensione occupazionale’, ne è l’ennesima riprova. Tensione occupazionale in un’azienda che denuncia MILIADI DI EURO DI UTILI? Se non fosse vero potrebbe sembrare una barzelletta! Nondimeno Intesa porterà avanti questa politica per ottenere il fondo esuberi obbligatorio e buttare fuori quei lavoratori ormai troppo vecchi per credere alle panzane dette nei corsi d’indottrinamento e per vendere qualsiasi cosa. In Carive sono venuti a chiedere la firma su accordi che riteniamo indegni di un lavoro dignitoso. Sistemi valutativi e incentivanti senza alcuna possibilità di difesa per i lavoratori, senza trasparenza, dove la parola ‘oggettivo’ non trova alcuno spazio. Un accordo su FORTE, fondo paritetico per la formazione in cui lavoratori e azienda dovrebbero concordare insieme i progetti dei corsi, dove, come sempre all’ultimo momento, avevano infilato un progetto dell’anno scorso (non finanziato per problemi tecnici) e il corso ISVAP, che l’azienda DEVE fare se vuole vendere polizze assicurative. Avremmo dovuto contribuire a pagarlo noi! Con centinaia di migliaia di euro! No grazie! Abbiamo risposto a tutto ciò: PREFERIREI DI NO! Abbiamo chiesto l’apertura della procedura per ‘rilevanti ristrutturazioni’ in relazione al segnalato avvio del sistema di lavoro con i back office, ma sembra che la controparte non voglia farlo: non sarebbe ‘rilevante’!. Una nuova organizzazione di lavoro con lo spostamento di diecine di lavoratori … non è rilevante. La ‘tensione occupazionale’ con miliardi di utili, invece sì!? Ma và, và… Si apre probabilmente un periodo di aspre lotte giuridiche su principi basilari del diritto dei lavoratori ad un sistema di lavoro dignitoso. Le affronteremo come sempre e con la consapevolezza di essere nel giusto dataci dalla compattezza dei lavoratori nell’ultimo sciopero. Uno sciopero che nella nostra banca non si era mai visto. Un patto tra lavoratori e sindacati per continuare e rafforzare la lotta. Anche la buona riuscita di quello più recente dei Cub-Sallca ci conferma che c’è la volontà di non piegarsi a questi poteri forti, a queste squallide logiche farisaiche. Speriamo che ci siano sempre più colleghi e soprattutto sindacalisti che sappiano dire: Preferirei di no! L’ANGOLO DEL LIBRO Autore: Boatti Giorgio. Titolo: PREFERIREI DI NO. La storia dei dodici professori che si opposero a Mussolini. Editore Einaudi. Prezzo euro 15,49. Solo dodici su oltre mille, ma ci furono e testimoniano ancora oggi che non sempre quello che ‘fanno tutti’ è giusto, che spesso la ‘massa’ prende la decisione più ‘comoda’, anche se sbagliata. Saper ragionare con la propria testa e soprattutto seguire la propria coscienza è l’unico modo per non cadere nella trappola delle facili sirene o nei ricatti dei poteri forti. Oggi, come allora.