GIULIA Cosa si intende per deontologia professionale? La deontologia è intesa come un codice morale, comportamentale che è alla base di ogni professione. Che cos’è una professione?? È un’attività intellettuale, per l’esercizio della quale è richiesta una laurea o un’abilitazione. Da queste premesse è chiaro che l’infermieristica è una professione intellettuale, in quanto utilizza il pensiero critico nell’attuazione del processo infermieristico che a sua volta si basa sul paradigma (persona, ambiente, salute e relazione d’aiuto). Il pensiero critico è la capacità di “fare” in maniera ragionata; in poche parole di ragionare e pensare all’azione, ponendosi degli obiettivi, analizzando e valutando il problema, mentre la si esegue. Con questa lezione apprenderemo le basi su cui si fonda la nostra professione Il periodo che va dalla fine degli anni 90 all’inizio degli anni 2000e stato caratterizzato da significativi cambiamenti legislativi in ambito professionale. - Profilo professionale 739/94: delinea la figura dell’infermiere, cominciando a introdurre i concetti di responsabilità e autonomia. è un regolamento che concerne l’individuazione della figura e del relativo profilo professionale dell’infermiere. i verbi principali che troviamo nel profilo indicano che l’infermiere partecipa, identifica, pianifica/gestisce/valuta, garantisce, agisce … sono tutti verbi che implicano una capacità intellettuale, l’autonomia e un aumento di responsabilità - 1996 Patto infermiere cittadino: "uno strumento del tutto innovativo che dà spazio all'esigenza crescente di protagonismo autonomo della professione, rivolgendosi al naturale interlocutore della propria attività." Incrementa il rapporto tra infermiere e paziente, che è visto come principale protagonista della relazione d’aiuto. E d’altro canto la persona vede l’infermiere come un professionista. Inquadra l’assistenza in una dimensione sociale più ampia dei soli limiti delle strutture sanitarie proponendo un “contratto” senza mediazioni tra i veri protagonisti dell’assistenza, cioè proprio l’infermiere e il cittadino. - 1999 Legge 42 dispositivi in materia di professioni sanitarie. Definisce da un punto di vista giuridico le responsabilità dei professionisti e delle professioni sanitarie attraverso l’ Abolizione del mansionario. Il mansionario è stato istituito con il DPR 225 del 74 ed era una lista di compiti e mansioni. Poneva l’infermiere nel semplice ruolo di esecutore, senza una partecipazione attiva nel processo assistenziale, e senza responsabilità. L’infermiere faceva solo quello che era scritto sul mansionario. Dal 94 con il profilo professionale al 99 furono anni di confusione, perché il profilo professionale dava più responsabilità e autonomia, ma solamente con l’abolizione del mansionario si è potuto passare da professione ausiliaria a professione sanitaria. Con l’abolizione del mansionario la frase “sotto controllo medico” è stata sostituita con quella “in collaborazione con”. -1999 Codice deontologico. il primo codice deontologico risale al 1960, la prima modifica avvenne nel 1977 e riportava un testo molto sintetico eppur molto significativo, in quanto riportava il concetto di un professionista che arricchisce la propria formazione (introduce il concetto di formazione continua) che rispettava la componente umana dell’assistenza arricchendola “l’infermiere facilita i rapporti umani e sociali dell’assistito”, e che rispetta l’identità e la dignità dell’assistito, inserendola in una prospettiva sociale. “l’infermiere facilita i rapporti umani e sociali dell’assistito”, “l’infermiere, nel pieno rispetto dei diritti del malato, si avvale dei propri diritti sindacali”. - DM 509/99: REGOLAMENTO AUTONOMIA DIDATTICA DEGLI atenei questo D.M. si riferisce alla formazione di tutti gli atenei. Definisce i titoli e i corsi di studio( laurea- laurea specialistica- diplomi di specializzazione o dottorati). Introduce i crediti formativi universitari, stabilendo che un credito equivale a 25 ore. Stabilisce i requisiti di ammissione ai corsi e come avviene il conseguimento dei titoli di studio. - Legge 251/00: Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche, tecniche della riabilitazione, della prevenzione e della professione ostetrica. Vengono riconosciuti i 4 livelli di autonomia di ciascuna professione sanitaria, evidenziando le rispettive funzioni i individuate dai profili professionali ( erano ben 21 profili diversi) e dai codici deontologici. Vengono pianificati obiettivi specifici dell’assistenza per ogni classe. Nel D.M. 2 aprile 2001 per ogni professione sanitaria è stato istituito una classe di laurea, sia per la triennale : -Professioni sanitarie infermieristiche e professione sanitaria ostetrica -Professioni sanitarie della riabilitazione -Professioni sanitarie tecniche -Professioni sanitarie della prevenzione. Che per la specialistica: -Scienze infermieristiche e ostetriche -Scienze delle professioni sanitarie della prevenzione riabilitazione -Scienze delle professioni sanitarie tecniche -Scienze delle professioni sanitarie della prevenzione. La laurea specialistica diventerà magistrale nel D.M. 270 del 2004. Sempre il D.M. 2 aprile 2001 introduce l’obbligo dell’esame di stato abilitante, stabilendo che la commissione sia formata da 7 a 11 membri, almeno 2 designati da collegio e in possesso della laurea specialistica e con esperienza nella docenza e formazione. L’esame sarà composto da una prova pratica più il lavoro di tesi. Definisce che i CFU per le professioni sanitarie infermieristiche e di ostetricia: 1 CFU = 30 ore. Gli obiettivi del corso di studio di ciascuna classe vengono stabiliti in base ai rispettivi profili professionali. Vengono stabiliti i requisiti di ammissione specifici per le professioni sanitarie. Prima del 2001 c’erano i diplomi di laurea istituiti con la legge 341/90. Tali D.U. (diplomi di laurea), sempre triennali, erano paralleli ai corsi regionali. Con la legge 1/202 venne riconosciuta l’equipollenza dei titoli, in cui vengono equiparati i D.U. alla laurea e aboliti i corsi regionali. -D.M. 43/06: “disposizioni in materia di professioni sanitarie infermieristiche, ostetrica, riabilitative, tecnico sanitarie e della prevenzione e delega al governo per l’istituzione dei relativi ordini professionali” vengono istituiti gli ordini. Gli ordini e i collegi hanno lo scopo di rappresentare, tutelare e vigilare. I destinatari di tali azioni non sono solo gli infermieri, ma soprattutto i cittadini. Che differenza c’è tra ordini e collegi? Gli ordini richiedono la laurea dell’iscritto, i collegi solo il diploma. L’Ipasvi si chiama collegio perché è stato istituito quando ancora non c’era la laurea. Con il D.M. 43/06 i collegi vengono trasformati in ordini e l’iscrizione all’albo diventa obbligatoria, subordinata al conseguimento del titolo universitario. Con la stessa vengono istituiti anche le funzioni di coordinamento: • Professionisti: infermieri in possesso di laurea (o titolo universitario o diploma conseguiti anteriormente ed equipollenti) • Professionisti specialisti: in possesso di master di primo livello in managment e esperienza di almeno tre anni nel profilo di appartenenza • Professionisti dirigenti: in possesso di laurea specialistica e con 5 anni di esperienza come dipendente pubblico -Normativa sulla dirigenza 2008: delinea i requisiti d’accesso ai concorsi per dirigenti. - 2009 Nuovo codice deontologico degli infermieri italiani. Il nuovo codice deontologico fa un riferimento esplicito al profilo , ridefinendo il ruolo e il significato dell’assistenza, gli ambiti operativi e la natura degli interventi. L’infermiere non è più “l’operatore sanitario” dotato di un diploma abilitante ma il professionista sanitario responsabile dell’assistenza infermieristica. Un professionista che, in quanto tale e anche nella sua individualità, assiste la persona e la collettività attraverso l’atto infermieristico inteso come il complesso dei saperi, delle prerogative, delle attività, delle competenze e delle responsabilità dell’infermiere in tutti gli ambiti professionali e nelle diverse situazioni assistenziali. Il codice deontologico è una svolta significativa per la professione infermieristica che si delinea con nettezza nel rapporto “infermiere - persona/assistito” che racchiude due soggetti autonomi nella relazione e reciprocamente responsabili del patto assistenziale. Un patto di per sé valido e operante senza mediazioni da parte di altre professionalità e che acquisisce una sua specificità all’interno dei percorsi terapeutici e clinico assistenziali. Tale rapporto considera la persona in maniera OLISTICA e non è di tipo paternale, ma entrambi i soggetti sono attivi e autonomi nel percorso assistenziale. Un codice deontologico è un corpo di regole che i professionisti si auto impongono rispetto ai doveri professionali. Relazione che si realizza attraverso interventi specifici, autonomi e complementari di natura intellettuale, tecnico-scientifica, gestionale, relazionale ed educativa. SIMONA La professione è un’attività intellettuale, per l’esercizio della quale è richiesta una laurea o un’abilitazione. La professione infermieristica è caratterizzata dalla laurea, l’esame di abilitazione e di conseguenza l’iscrizione all’albo. La professione si differenza dal lavoro in quanto un professionista sa cosa fa, ragiona in maniera critica e si prende le proprie responsabilità. Essendo una professione multidisciplinare riflette i valori e le necessità della società , applica gli standard di prestazione e di assistenza, incontra le necessità dei pazienti e pianifica gli interventi in base ad essi, basando la pratica sulle recenti ricerche scientifiche.” Il campo d’azione della nostra professione, considerando quanto appena letto, è delineato dal meta paradigma (Persona – Ambiente - Salute-Assistenza Infermieristica) La professione infermieristica utilizza un corpo ben definito e organizzato di conoscenze specializzate che ha ripercussioni sul piano concettuale e intellettuale; Tali conoscenze sono date con i corsi di laurea, triennali. Sviluppa costantemente il corpo di conoscenze,migliora e aggiorna continuamente i processi di educazione attraverso l'uso di metodi scientifici. Infatti gli infermieri una volta laureati devono raggiungere ogni anno un quorum di ECM, questo rappresentano la formazione continua, basata su evidenze scientifiche in continua evoluzione. Educa i suoi appartenenti in Istituzioni per la formazione, avanzate, come Master e laurea magistrale o dottorato. L’ infermieristica applica le conoscenze e la pratica in aree che sono vitali per la salute umana e per il benessere sociale e non solo per quanto riguarda la malattia, ma anche l’educazione o la prevenzione. L’OMS 1948 definisce la salute come uno stato di completo benessere fisico mentale e sociale, e non semplice assenza di malattia. L’infermiere agisce in modo autonomo, formula la propria politica professionale e controlla la propria attività professionale . Ha una cultura professionale che attrae le persone con qualità intellettuali e personali che servono nello svolgimento professionale durante l’intero percorso lavorativo, perciò è in grado di lavorare sia in autonomia che in equipe. Possiede inoltre una qualche forma di sanzione sociale e giuridica. Bioetica deriva dal greco Bios ed ethos. È una scienza che studia la liceità degli interventi dell’uomo sulla vita in generale “Studio sistematico della condotta umana nell’area delle scienze della vita e della salute, quando tale condotta viene esaminata alla luce dei valori e dei principi morali”. W.T. Reich - 1978 L’oncologo Potter definisce la bioetica come una “nuova disciplina capace di coniugare il sapere biologico con il sapere relativo ai valori umani, una sorta di ponte teso tra le due culture scientifica e umanistica, volto a rimediare al problema della sopravvivenza della specie umana e dunque delle nazioni e delle culture in una forma umanamente accettabile”. Il nostro codice deontologico è basato su dei principi di bioetica che andremo ad analizzare più avanti”. Deontologia deriva da deon= dovere; l’accento viene posto sul dovere o azione morale o obbligatoria considerata valida indipendentemente dalle circostanze particolari in cui è compiuta l’azione. La deontologia è intesa come un codice morale, comportamentale che è alla base di ogni professione. Per la professione infermieristica tutto parte dal caring, cioè “il prendesi cura” dell’altro. è il valore che sta alla base dell’Infermieristica. L a deontologia è espressione dell’etica professionale di cui articola obblighi e doveri rispetto ai destinatari della professione, collegi, altri professionisti e se stessi. Questi doveri non rappresentano un obbligo giuridico ma un dovere morale. Le regole deontologiche hanno l’obbiettivo di identificare il patrimonio di valori e le finalità di una data professione, di renderlo manifesto e di tutelare la professione da interferenze esterne oltre che regolamentare la stessa alla luce di un’etica condivisa. Per etica si intende la branca della filosofia che studia e tratta le azioni umane e i valori e principi su cui queste si basano. Per etica, nella nostra professione , si intende una guida nei rapporti e nella gestione del rapporto di cura tra infermiere-persona/paziente. Gli infermieri incorporano i valori etici nella loro pratica I comitati etici Identificano, esaminano e propongono la risoluzione ai dilemmi etici. Nella pratica infermieristica in particolare: Proteggono i diritti del paziente; Assicurano lo standard della pratica; Migliorano la qualità; Formano il personale; Cooperano con altre organizzazioni professionali su questioni etiche. Il comitato etico è un organo di consultazione o riferimento per qualsiasi problema di natura etica che si possa presentare in una struttura sanitaria sia relativamente alla pratica clinica sia alla ricerca biomedica. Tutela diritti e della sicurezza e benessere dei soggetti che partecipano a sperimentazioni cliniche. Il campo proprio di attività e responsabilità della professione infermieristica è determinato dal: PROFILO PROFESSIONALE , CODICE DEONTOLOGICO e ORDINAMENTO DIDATTICO . - Il profilo professionale afferma che “L' infermiere e' l'operatore sanitario che, in possesso del diploma universitario abilitante e dell'iscrizione all'albo professionale, e' responsabile dell'assistenza generale infermieristica.” L’infermiere diviene responsabile di tutto il processo assistenziale: raccolta dati, identificazione dei bisogni, pianificazione, gestione, valutazione finale. Inoltre è fondamentale la necessità di documentare l’attività svolta. L’infermiere “partecipa alla identificazione dei bisogni di salute della persona e della collettività identifica i bisogni di assistenza infermieristica della persona e ne formula i relativi obiettivi; pianifica gestisce e valuta l'intervento assistenziale;. Garantisce la corretta applicazione delle prescrizioni diagnostiche e terapeutiche; agisce sia individualmente sia in collaborazione con gli altri operatori sanitari e sociali. per l'espletamento delle funzioni si avvale, ove necessario, dell'opera del personale di supporto; svolge la sua attività professionale in strutture sanitarie pubbliche e private, nel territorio e nell’assistenza domiciliare, in regime di dipendenza o libero-professionale. […]Concorre direttamente all’aggiornamento relativo al proprio profilo professionale ed alla ricerca” (profilo professionale) - ordinamento didattico: 2001 definisce le classi di laurea e 2004 da specialistica a magistrale. In vigore abbiamo l’ordinamento 270/04 per le professioni sanitarie. L’unità di misura del lavoro richiesto allo studente per l’espletamento di ogni unità formativa prescritta dall’ordinamento del corso di laurea per conseguire in titolo di studio universitario costituisce il CFU, ogni anno il tot dei CFU è 60, suddivisi in 40 per gli esami e in 20 tirocinio. Il totale dei CFU alla triennale è di 180. Alla magistrale sono 120 CFU. E ai master 60. - il codice deontologico rappresenta lo strumento e la guida per orientare l’esercizio professionale, contiene l’elemento etico e morale a cui riferirsi nella pratica; è articolato in 3 punti: 1 L’infermiere e la relazione con la persona/assistito:la relazione si realizza attraverso interventi specifici, autonomi e complementari di natura intellettuale, tecnico/scientifica, gestionale, relazionale ed educativa. Specifici perché peculiari delle competenze infermieristiche. Natura intellettuale, tecnico/scientifica, gestionale, relazionale ed educativa, indicano i vari saperi disciplinari della professione e delle funzioni infermieristiche della relazione, educazione e informazione. Persona è il cittadino detentore dei diritti e protagonista delle attività di promozione e tutela del suo stato di salute in costante cambiamento. Assistito è la persona con cui l’infermiere attiva la relazione in cui manifesta il rispetto, il confronto e il dialogo. 2 L’infermiere e la volontà e la dignità dell’assistito nei processi di cura e assistenza: significa applicarsi al fine di prevenire il dolore e la sofferenza, assicurargli i trattamenti necessari e un rapporto empatico, durante il corso della malattia e al momento del fine vita. Ricorrendo anche alla palliazione e al conforto fisico, psichico, spirituale, relazionale e ambientale. In questi ambiti l’infermiere si impegna a garantire le volontà dell’assistito, a favorire l’educazione e l’informazione, ma non ad attua interventi al fine di causare dolore, sofferenza o morte, anche se richiesti dall’assistito. 3 L’infermiere, le relazioni professionali e il rapporto con il sistema sanitario:l’approccio dell’infermiere è basato sulla cooperazione e sul lavoro d’equipe, tutelando la dignità propria e dei colleghi. esprime i valori bioetici di riferimento della professione , che sono:RESPONSABILITÀ, BENEFICIALITÀ, NON MALEFICIALITÀ, GIUSTIZIA e AUTONOMIA.