SOLENOIDALITÀ DEL CAMPO DI INDUZIONE MAGNETICA E CONSERVAZIONE DELLA QUANTITÀ DI MOTO TOTALE Sergio Severini1, Alessandro Settimi2 C.I.S.A.M. – R.T.O. /Divisione E.M.C. Via Bigattiera Lato Monte 10 56122 S.Piero a Grado (PI), Tel. 050964340 e-mail: [email protected] 1 2 Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, via di Vigna Murata 605, 00143 Rome, Italy Tel. 0651860719 e-mail: [email protected] SOMMARIO Il seguente abstract si propone di discutere gli aspetti fisici di un sistema costituito da particelle cariche, massive e non relativistiche, quali sorgenti in moto di un campo elettromagnetico (e.m.) che si propaga nello spazio, riempito da un mezzo materiale lineare, omogeneo ed isotropo. Viene studiato il legame fisico tra la conservazione della quantità di moto (q.d.m.) totale e la solenoidalità per il campo di induzione magnetica. Questo studio presenta un nuovo contesto in cui la condizione necessaria per la divergenza nulla dell'induzione magnetica nell'intero spazio, nota come condizione di solenoidalità, deriva direttamente dalla conservazione della q.d.m. totale del sistema, cioè sorgenti più campo. Il lavoro, in generale, giunge a risultati che lasciano alcuni quesiti aperti sull'esistenza, o quantomeno l'osservabilità, dei monopoli magnetici, teoricamente plausibile unicamente sotto opportune ipotesi di simmetria, che, a parere degli autori, potrebbero comunque costituire un interessante argomento di discussione scientifica soprattutto nell' ambito della fisica sperimentale. 1. INTRODUZIONE L’elegante descrizione del campo elettromagnetico (e.m.) fornita dalle equazioni di Maxwell è un argomento indubbiamente consolidato in fisica. Molti testi riportano in dettaglio tali equazioni insieme ad i relativi sviluppi ed applicazioni [1]. Nel presente abstract, discuteremo essenzialmente l’equazione di Maxwell riguardante la divergenza del campo di induzione magnetica B al fine di darne una nuova interpretazione. Prenderemo in considerazione un sistema costituito da particelle cariche, massive e non relativistiche, quali sorgenti in moto di un campo e.m. che si propaga nello spazio, riempito da un mezzo materiale lineare, omogeneo ed isotropo. L'idea del collegamento tra la quantità di moto (q.d.m.) totale e la solenoidalità di B è stata suggerita dalla constatazione della struttura dell'equazione di Lorentz in cui l'induzione magnetica agisce perpendicolarmente alla velocità delle particelle in modo che non viene prodotta alcuna variazione di lavoro. In un sistema isolato, infatti, la q.d.m. totale è una costante del moto e, dunque, è un invariante da cui dedurremo la necessità della solenoidalità di B . Questo studio si propone di ottenere un risultato che, in generale, lascia alcuni quesiti aperti sulle teorie dei monopoli magnetici e le conseguenti trattazioni analitico-sperimentali; si rimanda il lettore interessato a questi argomenti alla vasta bibliografia presente in letteratura per gli approfondimenti dei vari aspetti [2]. Comunque, nel nostro lavoro, verranno discusse particolari condizioni di simmetria in cui l'ipotesi di non-solenoidalità per il campo di induzione magnetica, e quindi l’esistenza dei monopoli magnetici, potrebbe sussistere in maniera coerente con la conservazione della quantità di moto totale. 2. RUOLO DELLA Q.D.M SULLA II EQ. DI MAXWELL. Consideriamo il problema fisico in cui un sistema finito di sorgenti discrete in moto, costituito da cariche puntiformi, massive e non relativistiche, generi un campo elettromagnetico (e.m.). Lo spazio sia riempito da un mezzo materiale lineare, omogeneo ed isotropo. Ogni particella di massa mα, carica qα, dotata di una posizione r (t ) e di una velocità (non relativistica) v (t ) dr dt è soggetta alla seguente equazione di Newton-Lorentz [1]: d 2 r (t ) m dt 2 (1) q E (r (t ), t ) v (t ) B(r (t ), t ) dove E è il vettore campo elettrico e B il campo di induzione magnetica. La (1) è l’equazione di evoluzione per il nostro sistema (particelle cariche + campo e.m.). La quantità di moto (q.d.m.) totale del sistema sarà quindi: dr (t ) PTOT (t ) m dt (2) D(r , t ) B(r , t ) d dove D è il vettore spostamento elettrico pari a E . Possiamo notare la parte meccanica e quella elettromagnetica (Minkowski) nell’eq. (2). L'integrale nell’eq. (2) può essere esteso ad un "qualsiasi" volume chiuso, sufficientemente grande ma finito, tale da includere tutte le sorgenti e.m. ed il campo stesso. Tale volume chiuso, indicato con Г, è, nel caso più generale, un dominio non simmetrico rispetto al sistema di riferimento fissato. Perciò, il volume Γ individua un sistema isolato ove la q.d.m. viene conservata. Se siamo in questa ipotesi per Γ, allora la quantità di moto totale dovrà essere invariante: in altre parole la (2) diventa una costante del moto e non varia col tempo. La derivata temporale della q.d.m. totale (2) sarà: dPTOT dt m d 2 r (t ) dt 2 B D B(r , t ) D(r , t ) t t che con un po’ di algebra diventa: d dPTOT 1 B(r , t )( B)d dt (3) (4) Questa condizione dà luogo al risultato preannunciato. Osservando l'eq. (4), se la quantità di moto PTOT si conserva, allora è valida la condizione di stazionarietà: dPTOT / dt 0 ; quindi, anche il secondo membro dell'eq. (4) deve annullarsi. Tale membro deve annullarsi per "qualsiasi" scelta del volume Γ, pertanto non rimane che applicare solo la legge di annullamento del prodotto alla funzione integranda B ( B) . Se l' induzione magnetica B ( r , t ) è generalmente diversa da zero, allora tale campo deve essere necessariamente solenoidale, quindi B 0 . 3. MONOPOLI MAGNETICI Invertendo la logica della proposizione, “ceteris paribus”, qualora B 0 consegue necessariamente che dPTOT dt 0 . In generale, questo risultato dimostra che l’esistenza di monopoli magnetici viola il principio della conservazione della quantità di moto (q.d.m.) in un sistema isolato. Il corsivo di in generale evidenzia, invero, che il campo di induzione magnetica potrebbe essere non-solenoidale, così ammettendo l’esistenza dei monopoli magnetici definiti da una divergenza non nulla di B ( r , t ) . Non vi sarebbe contrasto con la conservazione della q.d.m., purché si realizzino particolari condizioni di simmetria, descritte di seguito. Infatti, la condizione dPTOT dt 0 è coerente con l'eq. (4) anche in altri due casi, qui di seguito riportati: I) L'induzione magnetica è nulla, i.e. B 0 ; il caso I) è il caso banale. II) L'integrale (4) sia esteso a un volume Γ, simmetrico rispetto all'origine O del sistema di riferimento scelto, e il campo sia una funzione pari B (r , t ) [ B(r , t ) B(r , t ) ] oppure dispari [ B(r , t ) B(r , t ) ] del vettore posizione r . In tal caso, la sua divergenza B 0 è generalmente una funzione non evanescente e, rispettivamente, dispari o pari. In altri termini, se B ( r , t ) avesse una parità ben definita, allora l'integrando B (r , t )( B ) sarebbe una funzione dispari, integrata sul dominio simmetrico Γ. Sotto questa condizione, l'integrale (4) si annullerebbe anche qualora B 0 (quindi, potrebbero esistere monopoli magnetici). Cosi, si può pervenire ad una eventuale esistenza dei monopoli magnetici partendo da principi primi e applicando la sola elettrodinamica classica. Finora, l'ipotesi dei monopoli magnetici era nata ed è stata discussa solo nell'ambito della fisica quantistico-relativistica. Infatti, molti sono stati gli esperimenti dedicati alla scoperta di tali monopoli, con tecniche che prendono spunto dalla teoria delle stringhe, alla fisica delle particelle, fino all’astrofisica. Secondo questo studio, la condizione necessaria per l’osservabilità di questi monopoli, che è la distribuzione omogenea delle sorgenti, potrebbe collassare al limite in quelle condizioni di singolarità ipotizzate dalla teoria cosmologica nell’istante del Big Bang. Si potrebbe proporre un esperimento anche concettuale che tendesse a recuperare quelle condizioni originarie. 4. CONCLUSIONI Per concludere, il caso II) è vero da un punto di vista del Matematico, poiché l’integrale (4) è nullo per un campo pari o dispari definito nel dominio simmetrico Г; tuttavia rimane indeterminato dal punto di vista del Fisico, dovendo provare ancora se la soluzione desunta come vera dalla Matematica debba essere scartata come assurda oppure possa avere anche un senso reale nella Fisica; ed infine lascia in sospeso la discussione anche dal punto di vista del Filosofo della Natura e delle Scienze: infatti, ammesso che venisse accertata sperimentalmente l'esistenza del monopolo magnetico, rimarrebbe da giustificare teoricamente, ma anche logicamente e così filosoficamente, la ragionevolezza della sussistenza naturale solo in simmetrie privilegiate, tra cui quella radiale, per quel campo di induzione magnetica. 5. RINGRAZIAMENTI E APPROFONDIMENTI Gli autori, Ing. S. Severini ed A. Settimi, sono molto grati al prof. Luciano Mistura, al Dott. Omar El Gawhary e al Dott. Luca Spogli per i preziosi e stimolanti suggerimenti ricevuti, riguardo la discussione sulla solenoidalità del campo di induzione magnetica e la conservazione sulla quantità di moto. Approfondimenti sulla trattazione effettuata nel presente contributo possono essere trovate in [3]. 6. BIBLIOGRAFIA [1] L. D. Landau and E. M. Lifshitz, The Classical Theory of Fields, Fourth Revised English Edition, Course of Theoretical Physics, Volume 2 (ButterworthHeinemann, Oxford, 1975), 402 pp.. [2] P. Dirac, "Quantised singularities the the electromagnetic field", Proc. Roy. Soc. (London) A 133, 60 (1931). [3] S. Severini, A. Settimi, “Solenoidalitá e quantitá di moto” - Antinomie sull'esistenza dei monopoli magnetici”, INTERSCIENZE Edizioni Scientifiche (Milano, Italia, 2012), 60 pp. [ISBN 978-88-96623-015].