Geol. Salvatore Quattrocchi via Alcide De Gasperi n°-17- 98044 San Filippo del Mela–Olivarella- (Me) Tel. 090/931158 – 3392034399 e-mail [email protected] COMUNE DI MILAZZO PROVINCIA DI MESSINA VALUTAZIONE DEGLI ASPETTI GEOLOGICI, GEOMORFOLOGICI ED IDROGEOLOGICI DELL’AREA SU CUI INSISTE IL LOTTO DI TERRENO SITO IN VIA DELLE CONCORDIA, CATASTALMENTE IDENTIFICATO CON LE P.LLE 1106-1107-1093 DEL FG. 22. STUDIO GEOLOGICO DITTA: DI GIOVANNI SANTO E GIUNTA GRAZIA MARIA Dicembre 2012 geologo Salvatore Quattrocchi COMUNE DI MILAZZO PROVINCIA DI MESSINA VALUTAZIONE DEGLI ASPETTI GEOLOGICI, GEOMORFOLOGICI ED IDROGEOLOGICI DELL’AREA SU CUI INSISTE IL LOTTO DI TERRENO SITO IN VIA DELLE CONCORDIA, CATASTALMENTE IDENTIFICATO CON LE P.LLE 1106-1107-1093 DEL FG. 22. RELAZIONE GEOLOGICA SOMMARIO 1. PREMESSA 3 2. CARATTERISTICHE MORFOLOGICHE DEL TERRITORIO 4 3. INQUADRAMENTO GEOLOGICO STRUTTURALE 6 4. GEOLITOLOGIA 7 5. CENNI DI IDROGEOLOGIA 9 6. INDAGINI GEOGNOSTICHE IN SITU 11 6.1. PROVE PENETROMETRICHE 6.2. PROSPEZIONE GEOFISICA 11 11 DINAMICHE CONTINUE CON IL METODO M.A.S.W. 7. CARATTERISTICHE GEOMECCANICHE 15 8. PERICOLOSITÀ SISMICA LOCALE 17 9. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE 20 2 1. PREMESSA Su incarico della ditta, Di Giovanni Santo e Giunta Grazia Maria, è stato effettuato, previa consultazione della letteratura specifica, lo studio geologico della porzione di territorio su cui insiste il lotto di terreno, sito in Via della Concordia, catastalmente identificato con le P.lle 1106-1107 e 1093 del Fg. 22. Nello specifico, il lavoro è stato articolato nelle seguenti fasi: 1. Rilevamento geolitologico di superficie dell’area con restituzione su base cartografica in scala 1:2.000; 2. Ricostruzione della successione litologica di stretto interesse, attraverso la consultazione di precedenti lavori e le risultanze di due pozzetti geognostici realizzati in situ; 3. Caratterizzazione e classificazione dei terreni presenti; 4. Valutazione di eventuali processi morfologici e loro stato di attività. Lo studio così strutturato ha consentito di definire: a) Caratteristiche litologiche e morfologiche dell’area; b) caratteristiche idrologiche e idrogeologiche generali; c) eventuali superfici di discontinuità tra i terreni e loro geometria; d) stato di alterazione e/o fratturazione dei litotipi. Per la definizione dei parametri di taglio dei terreni di interesse, dinamiche sono state continue (din. realizzate 1 e din. due 2), prove penetrometriche mediante penetrometro medio, spinte rispettivamente fino alle profondità di metri 4,80 e 4,40 dal p.c.. Le prove suddette non sono state ulteriormente approfondite a causa del rifiuto all’avanzamento dello scandaglio penetrometrico. Per defininire la categoria sismica del suolo di fondazione, (D.M. 14/01/2008), è stata eseguita in sito una indagine sismica di tipo M.A.S.W.. 3 2. CARATTERISTICHE MORFOLOGICHE DEL TERRITORIO L’area su cui insiste il sito di interesse è situata nel territorio comunale di Milazzo, in Via della Concordia. In cartografia ufficiale, I.G.M. in scala 1:25.000, ricade nella tavoletta MILAZZO: F° 253 I S.W., mentre nella CTR Sicilia, scala 1:10.000, si colloca nella sezione 600040. CARTA IGM Stralcio non in scala Fg. 253 MILAZZO COORD. GEOGRAFICHE Lat.: 38.179 Long.: 15.261 Area di progetto Dal punto di vista morfologico appartiene all’ ambiente di piana alluvionale ed è ubicata tra i torrenti Mela e Floripotema, ad una quota di circa 57-58 m s.l.m.. Il reticolo idrografico locale, ad eccezione dei due corsi d’acqua sumenzionati, considerata l’alta permeabilità dei terreni ivi presenti e la morfologia sub-pianeggiante che caratterizza i luoghi, è poco marcato con linee di impluvio per tenuto conto della lo più rettilinee, discontinue ed effimere. L’area di pianeggiante stretto e delle interesse, caratteristiche litologiche natura che la contraddistinguono, ad oggi non è soggetta a prevedibili fenomeni morfoevolutivi, pertanto si ritiene la stessa caratterizzata da un assetto morfologico stabile e duraturo. Non si rinvengono 4 inoltre neanche eventuali rischi e/o pericoli di natura idraulica. Quanto sopra Idrogeologico Ambiente – viene (P.A.I.), Regione suffragato redatto Sicilia, il anche dal Piano dall’Assessorato quale identifica Assetto Territorio l’area e come libera da qualsiasi vincolo idrogeologico ed idraulico. PIANO STRALCIO DI BACINO PER L’ASSETTO IDROGEOLOGICO (P.A.I.) STRALCIO CARTA DELLA PERICOLOSITÀ E DEL RISCHIO GEOMORFOLOGICO –C.T.R. 600040– Sito di progetto STRALCIO CARTA DEL RISCHIO IDRAULICO PER FENOMENI DI ESONDAZIONE–C.T.R. 600040– Sito di progetto 5 3. INQUADRAMENTO GEOLOGICO STRUTTURALE L’area oggetto di studio fa parte dell’Arco Calabro- Peloritano il quale secondo Giunta et alii,1998, affiora oggi in uplift recente, controllato da complicati sistemi di faglie che spesso hanno obliterato i precedenti rapporti di sovrapposizione tra le varie unità che costituiscono l’impalcatura alpina dell’edificio tettonico. L’Arco Calabro-Peloritano interrompe la continuità della Catena Appennino-Maghrebide ed ha subito, soprattutto durante il Mesozoico, un’evoluzione tettono-sedimentaria simile a quella settori della dei occidentali Sicilia, ovvero, durante il Giurassico si è avuto un alternato di sistema piattaforme bacini e progradanti su basamento cristallino-metamorfico. In seguito, l’Oligocene e Miocene, si l’evoluzione Monti tra Alpina Peloritani il ha dei con strutturazione dell’edificio tettonico, con sviluppo graduale di sovrascorrimenti ad alto angolo e pieghe ad esse associati. L’ordine tettonico- sequenziale in parte ipotetico, secondo Giunta et alii,1998, viene così schematizzato e riassunto: 1) Sistema di sovrascorrimenti in ramp e flat che ha prodotto la sovrapposizione tra le diverse Unità più interne. 2) Ulteriore sviluppo di sovrascorrimenti durante il Miocene inferiore che ha prodotto l’inviluppo delle precedenti geometrie, con il coinvolgimento di successione terrigene di avanfossa. 6 3) Sistema di faglie inverse ad angolo elevato che determina un breaching delle strutture precedenti. 4) Sistema di faglie strike-slip, attive dal Pliocene superiore e durante il Pleistocene, variamente orientate con superfici di taglio semplice grossomodo ad andamento N.W.- S.E. 5) Sistema di faglie estensionali a varia inclinazione e ad immersione tirrenica a cui è connesso l’incremento in uplift dell’orogene attuale. In particolare la Catena Peloritana presenta tettonico a falde di ricoprimento, impilatesi limite Eocene-Oligocene, avente assetto uno stile in prossimità del monoclinalico ad immersione tirrenica, a prevalente componente N.-N.E., con due depressioni in corrispondenza degli allineamenti Patti-Floresta e Castroreale Terme-Francavilla di Sicilia,comprese tra gli alti strutturali di Longi e di Taormina. Pertanto le Unità stratigrafico-strutturali affiorano, dalle più basse nella parte meridionale alle più alte nella parte settentrionale della Catena, al di sotto di una estesa coltre terrigena Cenozoica, in fasce allungate in direzione W.NW.-E.SE. più o meno ampie e discontinue. 4. GEOLITOLOGIA I rilevamenti dirette ed maturate di indirette in campagna, eseguite precedenti le in studi, risultanze sito, hanno delle nonchè permesso le di indagini esperienze definire le caratteristiche geolitologiche dell’area in cui ricade il sito di interesse. Nella fattispecie essa è costituita esclusivamente da terreni noti in letteratura come “depositi alluvionali recenti”. Di seguito si riporta una breve descrizione dei suddetti terreni. Depositi alluvionali recenti Depositi incoerenti in facies fluvio-deltizia, talora terrazzati, costituiti in prevalenza da ghiaie, sabbie, limi e conglomerati decementati in abbondante matrice sabbioso-limosa. Tali litotipi presentano stratificazione spesso irregolare e mal 7 distinta. I ciottoli inglobati nella matrice limoso-sabbiosa presentano un discreto grado di arrotondamento, testimoni di un lungo trasporto, ed uno scarso grado di selezione (sorting), il quale denota un ambiente deposizionale ad elevata energia. La loro composizione mineralogica rispecchia le caratteristiche dei rilievi presenti a monte, dai quali derivano, e precisamente risultano costituiti da elementi cristallini, i quali presentano una buona resistenza all’erosione ed all’usura derivata dal trasporto fluviale. Dal punto di vista stratigrafico tali terreni presentano, a causa delle modalità deposizionali accennate sopra, frequenti eteropie di facies sia in orizzontale che in verticale, con interdigitazioni e lenti ghiaoso-sabbiose all’interno di limi-sabbiosi e sabbie-limose. Ì Sulla verticale del sito di interesse, giusto quanto accertato con i pozzetti geognostici realizzati in sito e tenuto conto dei dati delle indagini eseguite, si riscontra la presenza di due strati, distinti sulla base delle loro caratteristiche granulometriche e geomeccaniche. Il primo strato o livello, con spessore di circa 1,50 metri (dal p.c. a 1,50 m. di profondità circa), è costituito prevalenti. Il medio-grosse ciottolose secondo con e da limi, è ghiaie presenta limi costituito alternate a sabbiosi e sabbie prevalentemente livelli caratteristiche e lenti geomeccaniche da limose sabbie ghiaosovia via crescenti con la profondità. Lo spessore locale delle alluvioni, giusto quanto verificato attraverso perforazioni per ricerche idriche eseguite nei dintorni, è valutabile in circa 40-45 metri. Al di sotto delle alluvioni si riscontrano depositi in facies via via più argillosa. 8 5. CENNI DI IDROGEOLOGIA La circolazione delle acque sotterranee é legata al grado di permeabilità dei terreni, ovvero alla capacità che essi hanno di lasciarsi attraversare dai fluidi in condizioni normali di temperatura e pressione. La permeabilità dipende strettamente da caratteristiche peculiari quali porosità e/o fratturazione del litotipo, inoltre, essa può essere fortemente condizionata dalla distribuzione areale dei litotipi, dalla loro disposizione geometrica nonché dalle strutture tettoniche locali. Si definiscono impermeabili tutte quelle rocce in cui non hanno luogo percettibili movimenti d’acqua, per mancanza di pori e/o fessure sufficientemente grandi, roccia compatta, argille, etc., o per mancanza di interconnessione tra i vuoti. Si definiscono invece permeabili rocce porose e/o fratturate i cui i vuoti risultino essere intimamente interconnessi. Le rocce permeabili possono essere distinte in due grandi categorie: • Rocce permeabili per fessurazione • Rocce permeabili per porosità La permeabilità per porosità è anche detta permeabilità primaria ed è singenetica, ovvero i pori si formano durante la diagenesi dei sedimenti; essa interessa prevalentemente le rocce sedimentarie. La permeabilità definita per permeabilità interessa sia le fessurazione, secondaria rocce ed sedimentarie invece, è viene postdiagenetica; sia le rocce di anche essa natura diversa. Per le rocce permeabili per fessurazione bisogna distinguere: Ì Rocce solubili all’acqua Ì Rocce insolubili all’acqua Nella prima categoria rientrano le rocce evaporitiche le quali, essendo solubili all’acqua, subiscono un ampliamento delle fessure e degli aumento generale interstizi della per dissoluzione permeabilità che (permeabilità produce un crescente). Nella seconda invece rientrano le rocce con scarsa solubilità 9 all’acqua, ove diminuisce nel la permeabilità, tempo a causa se dei non rimane prodotti di costante, alterazione trasportati dall’acqua che tendono ad occludere le fessure. Dal punto di vista idrogeologico i terreni dell’area in studio sono dotati di permeabilità primaria con K (coefficiente di permeabilità) che dipende dalla granulometria del sedimento, dalla geometria, granuli e impacchettamento dalla presenza o e grado meno di di selezione matrice dei pelitica interstiziale. Il valore del coefficiente di sedimenti varia da valori elevati (K>10 bassi (K<10 -4 permeabilità -1 per tali cm/sec) a valori medio- cm/sec) in funzione della prevalenza delle classi granulometriche più grossolane sui fini e viceversa. Le misurazioni della piezometrica nei pozzi esistenti in zona, effettuate in vari periodi dell’anno, hanno rilevato la presenza di un discontinuo, con primo livello acquifero statico a falda attestato libera, a alquanto profondità mai inferiore ai 40 metri dal p.c.. Lo stesso livello statico si abbassa sensibilmente nei periodi più asciutti dell’anno. 10 6. INDAGINI GEOGNOSTICHE IN SITU 6.1. Prove penetrometriche dinamiche continue Al fine di acquisire una conoscenza geologico-tecnica dei terreni di stretto interesse, oltre alla consultazione di precedenti indagini, eseguite per altri lavori nelle vicinanze del sito di penetrometriche progetto, sono state dinamiche continue realizzate spinte alle due prove profondità di metri 4,80 e 4,40 dal p.c.. Le prove sono state eseguite mediante penetrometro medio tipo DL_030 avente le seguenti caratteristiche: - massa battente Kg 30; - altezza di caduta libera cm 20; - punta conica con sezione cm2 10; - peso delle aste 2,4 Kg/ml. L’indagine necessario consiste per nel misurare infiggere nel il numero terreno lo di colpi scandaglio penetrometrico, per tratti di 10 cm, sotto la spinta di una massa battente di 30 Kg e con volata costante di 20 cm. I risultati di dette indagini sono visibili nelle tabelle e nei diagrammi di avanzamento riportati in appendice (All.3). Per il diagramma si ha in ascissa il numero N di colpi ed in ordinata la profondità. 6.2. Prospezione geofisica con il metodo M.A.S.W. Per la identificazione della categoria sismica del suolo di fondazione è stata eseguita, in situ, una indagine sismica tipo M.A.S.W.. -Multichannel analisys of surface waves (M.A.S.W.)Ai sensi della nuova normativa sismica italiana, introdotta con l’O.P.C.M. 3274 del 20/03/03, successivamente ripresa nel testo unico valutare costruzioni del 14.01.2008 è necessario la “Pericolosità Sismica di Base” per la determinazione dell’Azione analisi, sulle per riferimento Sismica la ad di Progetto. definizione un In mancanza dell’azione approccio sismica semplificativo di si che studi e/o può fare si basa sull’individuazione di categorie di sottosuolo di riferimento, 11 come da Tab. 3.2.II del succitato D.M.. La classificazione del suolo è convenzionalmente eseguita sulla base della velocità media equivalente di propagazione delle onde di taglio entro 30 m di profondità (Vs30). La pericolosità sismica di base deve tener conto del valore di ag (accelerazione di picco in superficie determinato sulla base di idonei grafici e del sito), tabelle (progetto S1 – INGV), che fanno riferimento a suolo di tipo A, cioè roccia affiorante o suolo omogeneo molto rigido, per il quale il moto sismico al bedrock non subisce variazioni sostanziali. In presenza di suoli di tipo B, C, D, E, S1 ed S2 il moto sismico in superficie risulta modificato rispetto al moto sismico al bedrock, in funzione dell’intensità e del contenuto frequenza dell’input sismico, delle caratteristiche elastiche in e dello spessore del suolo attraversato dalle onde sismiche per giungere in superficie. Pertanto per valutare l’accelerazione sismica spettrale in presenza delle categorie di suolo anzidette la normativa introduce un fattore di amplificazione S ed un periodo di oscillazione T che definiscono lo spettro di risposta di un oscillatore semplice caratterizzato da smorzamento pari al 5%. Il metodo MASW (Multichannel Analysis of Surface Waves) è una tecnica di indagine non invasiva che individua il profilo di velocità delle onde di taglio verticali Vs, basandosi sulla misura delle onde superficiali fatta in corrispondenza di diversi geofoni posti sulla superficie del suolo. Recenti studi, infatti, hanno consentito sull’analisi velocità di creare un modello delle onde di Rayleigh, correlata alla rigidezza matematico che della basandosi viaggiano porzione di con una terreno interessata dalla propagazione delle onde. Il metodo si basa sull’analisi spettrale del sismogramma, mediante trasformata di Fourier, che restituisce lo spettro del segnale. In un mezzo stratificato le onde di Rayleigh sono dispersive in quanto si propagano con diverse velocità di fase e velocità di gruppo alle varie lunghezze d’onda (Achenbach, J.D., 1999, Aki, K. and 12 Richards, P.G., 1980 ) o detto in maniera equivalente la velocità di fase (o di gruppo) apparente delle onde di Rayleigh dipende dalla frequenza di propagazione. La natura dispersiva delle onde superficiali è correlabile al fatto che onde ad alta frequenza si propagano negli strati più superficiali e quindi danno informazioni sui primi metri di profondità invece onde a bassa frequenza si propagano negli strati più profondi e quindi interessano spessori maggiori di terreno. La strumentazione utilizzata per l'esecuzione dell’indagine MASW è consistita in: N° 1 Registratore/sismografo multicanale “AMBROGEO ECHO 1224/2002” a memoria incrementale, gestito da un microprocessore, con ventiquattro canali di acquisizione simultanea, scale dei tempi variabili e incremento di segnale variabile per ogni canale; N°1 Computer portatile; N°12 Ricevitori: Geofoni (4,5HZ); N°1 Cavo sismico 12 tracce, 60 m, intervallo 5m, con connettori NK2721C e attacchi doppi; N°1 Mazza di battuta kg 10 con starter; N°1 Piattello di battuta in alluminio (dimensioni 20x20x5 cm). Il sismografo consente l’amplificazione sia statica che dinamica del segnale; quella dinamica (regolazione del guadagno) permette rumore di amplificare il segnale nel suo insieme, compreso il di fondo. La statica può essere utilizzata dopo l’acquisizione del segnale per evidenziare maggiormente l’inizio della perturbazione, in quanto opera una variazione di scala delle ordinate esclusivamente in fase di visualizzazione. Per esaltare il segnale rispetto al rumore di fondo è possibile inoltre sommare in memoria più tracce riferite alla stessa coppia energizzatore - geofono (stacking). Poiché il rumore è casuale mentre il segnale è costante, tale sommatoria finisce per esaltare quest’ultimo a scapito del disturbo. Inoltre, al fine di ottenere il migliore segnale possibile, lo strumento è dotato di opportuni filtri passa banda. L'energizzazione del terreno è 13 avvenuta, in funzione della lunghezza degli stendimenti adottati, tramite l’utilizzo di una massa battente del peso di 10 Kg. L’inizio della registrazione viene comandato al sismografo dalla ricezione di un impulso elettrico generato da un sensore piezoelettrico collocato nella mazza, caratterizzato da ritardo zero. La disposizione dei geofoni è stata di tipo lineare con punti di scoppio e ricevitori collocati lungo una linea retta; la distanza tra i geofoni è stata di 2 m, la sorgente è stata posta a -2,00 m, a -4,00 m e a -6,00 m dal primo e dall’ultimo geofono. Per l’intervallo e la durata di acquisizione sono stati scelti quei valori che visivamente hanno fornito la curva di dispersione più facile da individuare. L’interpretazione dei dati di campagna è stata effettuata mediante opportuno programma di interpretazione ed è consistita nelle seguenti tre fasi: La prima fase prevede il calcolo della velocità di fase (o curva di dispersione) apparente sperimentale. La seconda fase consiste nel calcolare la velocità di fase apparente numerica. La profilo terza di ed ultima velocità fase delle consiste onde di nell’individuazione taglio verticali del Vs, modificando opportunamente lo spessore h, le velocità delle onde di taglio Vs e di compressione Vp (o in maniera alternativa alle velocità Vp è possibile assegnare il coefficiente di Poisson ν), e la densità di massa γ degli strati che costituiscono il modello del suolo, fino a raggiungere una sovrapposizione ottimale tra la velocità di fase (o curva di dispersione) sperimentale e la velocità di fase (o curva di dispersione) numerica corrispondente al modello di suolo assegnato. Il modello di suolo e quindi il profilo di velocità delle onde di taglio verticali possono essere individuati con procedure manuali o con procedure automatiche o con una combinazione delle due. Generalmente si assegnano il numero di strati del modello, 14 il coefficiente di Poisson, le densità di massa e si variano lo spessore h e le velocità Vs degli strati. Nella procedura manuale si assegnano per tentativi diversi valori delle velocità e degli spessori Vs ( all’interno del range di dispersione) h, dispersione numeriche cercando di avvicinare le curve di alle curve di dispersione sperimentale. In genere quando l’errore relativo tre curve sperimentale e curve numeriche é comprese tra il 5% e il 20% si ha un soddisfacente accordo tre le due curve ed il profilo di velocità delle onde di taglio Vs e quindi il tipo di suolo sismico conseguente rappresenta una soluzione valida da un punto di vista ingegneristico. Dopo aver determinato il profilo di velocità delle onde di taglio verticali Vs è possibile procedere al calcolo della velocità equivalente Vs30 nei primi 30 m di profondità e quindi individuare le categorie sismiche del suolo. In appendice (All.3) si riportano, diagrammi, grafici, tabelle ed i risultati relativi alla sudetta prova M.A.S.W.. 7. CARATTERISTICHE GEOMECCANICHE Per la delle dei materiali con indagati penetrometriche continue necessario un è adottare coefficiente correttivo in base alla resistenza specifica vari Vannelli (1983) Benassi per terreni 30 40 50 60 (1) (3) (2) ‘ 35° 30° 1) Peck - Hanson - Thorburn 2) Mheyerhof (< 5% Sabbia fine e limo) 3) Mheyerhof (> 5% Sabbia fine e limo) livelli; – 20 φ dinamiche 10 40° Angolo d attrito Interno prove dei 0 45° caratteristiche geomeccaniche prima Nspt definizione 25° granulari: N spt /N 10 ≤ 0.77 20° Fig. n.1 15 Definizione parametri geomeccanici Angolo d'attrito (Φ) Il valore dell'angolo d'attrito interno di picco in situ (Φ) in termini di sforzi efficaci, viene ricavato dalle correlazioni proposte da MEYERHOF (1) per sabbie con presenza di fini maggiore o inferiore al 5% e da PECK - HANSON - THORNBURN (2) (fig. n 1) nonché dalle relazioni qui sotto riportate, proposte da YUKITAKE SHIOI e JIRO FUKUNI (3) (1982) in accordo con la JAPONESE NATIONAL RAILWAY (4): ϕ = 0.3N spt + 27 ϕ = 15 * N spt + 15 Modulo di deformabilità Un valore attendibile del modulo elastico (E) può essere rilevato dalla relazione proposta da DENVER (1982) sulla scorta delle esperienze di D'APOLLONIA (1970) WEBB (1970) ed altri: MODULO DI YOUNG E (Kg/cm2) E = S1 * N spt + S 2 E= S1 Nspt+ S2 1000 800 600 400 200 0 20 40 60 80 100 NSPT S1 S2 2 Note Riferimento 2 Curva (Kg/cm ) (Kg/cm ) 1 7.56 187.5 Sabbia e ghiaia NC D’Apollonia et Al., 1970 2 10.45 367.9 Sabbia SC “” “” 3 5.17 74.6 ----- Schultze & Menz.,1961 4 4.78 71.7 Sabbia satura Webb, 1970 5 3.16 15.8 Sabbia argillosa Webb, 1970 Sulla scorta dei dati delle indagini eseguite, sono stati estrapolati per i terreni presenti sulla verticale del sito i seguenti valori di caratteristiche geomeccaniche: 16 • Orizzonte (A) – dal p.c. fino a m 1,50 circa (Limi, limi sabbiosi e sabbie limose prevalenti) - peso di volume saturo γ = 18,6 KN/m3 - angolo di attrito efficace φ’ = 25° - coesione non drenata cu = 0.00 KPa - Modulo di deformazione drenato E’= 250 Kg/cm2 ≈ 24,60 MPa • Orizzonte (B) – da m 1,50 in poi (sabbie medio-grosse con ghiaie alternate a livelli e lenti ghiaoso-ciottolose) - peso di volume saturo γ = 19,8 KN/m3 - angolo di attrito efficace φ’ = 35° - coesione non drenata cu = 0.00 KPa - Modulo di deformazione drenato E’= 500 Kg/cm2 ≈ 49,10 Mpa 8. PERICOLOSITÀ SISMICA LOCALE La zonizzazione sismica (caratterizzazione sismica locale) consiste nell’identificare aree a risposta omogenea rispetto al rischio sismico, attraverso l’individuazione di un insieme di criteri volti a minimizzare gli effetti di un terremoto. Il comportamento di un sito, quando interessato da un evento sismico, dipende da molteplici fattori: - geolitologici; - geomorfologici; - idrogeologici; - geofisica locale, ed altri ancora. Gli effetti che si manifestano durante un sisma possono essere molto diversificati in località tra loro anche vicine, a causa di una differente risposta sismica locale. Le caratteristiche con cui si presenta un sisma, in un dato sito, sono fortemente dipendenti, oltre che dalle proprietà sismotettoniche e dalle modalità di rilascio dell’energia alla sorgente, anche dal percorso di propagazione delle onde sismiche 17 e da fattori di risposta locale che modificano la composizione spettrale dello stesso. o Criteri e metodologie per la determinazione della risposta del sito La risposta sismica di un area è funzione di diversi fattori concomitanti, di ciò bisogna tener conto valutando se questi rappresentano un fattore di amplificazione. Aree ad elevata acclività, zone di cresta, di scarpata, di dorsale etc. possono dare origine a fenomeni di rifrazione o focalizzazione delle onde sismiche che determinano concentrazioni locali di sollecitazione dinamica tali da esaltare gli effetti di un terremoto. Allo stesso modo, aree interessate da discontinuità tettoniche e da sistemi di fratturazione in genere, che rappresentano elementi di debolezza, di disomogeneità e/o anisotropia, sono interessate dai medesimi effetti. In tali zone è presumibile che si determinano meccanismi di assorbimento, di trasferimento e di concentrazione degli sforzi dinamici che, indipendentemente dalla potenzialità sismogenetica, possono determinare una esaltazione dell’ampiezza delle onde sismiche. A tali fattori va aggiunta la rigidità sismica che rappresenta un parametro legato all’incidenza dei danni; questi ultimi tendono a diminuire all’aumentare del modulo G dei terreni. o riferimenti normativi e categorie di suoli La nuova normativa sismica italiana, come riportato nel D.M. 14/01/2008 “Norme Tecniche sulle Costruzioni”, definisce l’azione sismica di progetto basandosi sulla categoria sismica di suolo su cui sarà realizzata l’opera. La classificazione del suolo è convenzionalmente eseguita sulla base della velocità media equivalente di propagazione delle onde di taglio entro 30 m di profondità (Vs30). Per Vs30 si intende, quindi, la media pesata delle velocità delle onde S negli strati fino a 30 m di profondità, misurati dal piano di posa della fondazione. Questa, viene calcolata secondo la seguente relazione definita al punto 3.2.2 delle citate NTC: 18 Sulla base categorie di del suolo suddetto valore riportate nella vengono tabella individuate seguente le ed in generale il fenomeno dell’amplificazione diventa più accentuato passando dalla classe A alla classe E. A Ammassi rocciosi affioranti o terreni molto rigidi caratterizzati da valori di Vs,30 superiori a 800 m/s, eventualmente comprendenti in superficie uno strato di alterazione, con spessore massimo pari a 3 m. B Rocce tenere e depositi di terreni a grana grossa molto addensati o terreni a grana fina molto consistenti con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs,30 compresi tra 360 m/s e 800 m/s (ovvero NSPT,30 > 50 nei terreni a grana grossa e cu,30 > 250 kPa nei terreni a grana fina). C Depositi di terreni a grana grossa mediamente addensati o terreni a grana fina mediamente consistenti con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs,30 compresi tra 180 m/s e 360 m/s (ovvero 15 < NSPT,30 < 50 nei terreni a grana grossa e 70 < cu,30 < 250 kPa nei terreni a grana fina). D Depositi di terreni a grana grossa scarsamente addensati o di terreni a grana fina scarsamente consistenti, con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs,30 inferiori a 180 m/s (ovvero NSPT,30 < 15 nei terreni a grana grossa e cu,30 < 70 kPa nei terreni a grana fina). E Terreni dei sottosuoli di tipo C o D per spessore non superiore a 20 m, posti sul substrato di riferimento (con Vs > 800 m/s). S1 Depositi di terreni caratterizzati da valori di Vs,30 inferiori a 100 m/s (ovvero 10 < cu,30 < 20 kPa), che includono uno strato di almeno 8 m di terreni a grana fine di bassa consistenza, oppure che includono almeno 3 m di torba o di argille altamente organiche. S2 Depositi di terreni suscettibili di liquefazione, di argille sensitive o qualsiasi altra categoria di sottosuolo non classificabile nei tipi precedenti. L’indagine sismica di tipo M.A.S.W. ha individuato la presenza di sei sismostrati, aventi caratteristiche sismiche ben distinte, ed un valore di VS30, calcolato giusto quanto disposto dal punto 3.2.2 delle NTC (D.M. 14/01/2008), pari a 473 m/s. Stante ciò, il suolo di fondazione è associabile alla categoria sismica “B”, con valori di VS30 compresi tra 360 e 800 m/s. In allegato si riportano i diagrammi, le tabelle ed i profili relativi all’indagine (M.A.S.W.) effettuata. o condizioni topografiche Per le condizioni configurazioni 14/01/2008, è topografiche superficiali possibile semplici, adottare la locali, come seguente valutabili dettato dal com DM classificazione (Tab. 3.2.IV del DM): 19 Categoria Tabella 3.2.IV – Categorie topografiche Caratteristiche della superficie topografica T1 Superficie pianeggiante, pendii e rilievi isolati con inclinazione media i ≤ 15° T2 T3 T4 Pendii con inclinazione media i > 15° Rilievi con larghezza in cresta molto minore che alla base e inclinazione media 15° ≤ i ≤ 30° Rilievi con larghezza in cresta molto minore che alla base e inclinazione media i > 30° Pertanto, il sito di stretto interesse, caratterizzato da morfologia semplice, subpianeggiante va collocato a configurazione nella categoria superficiale “T1” (superficie pianeggiante, pendii e rilievi isolati con inclinazione media i≤ 15°). 9. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE In seguito a quanto sin qui riportato è possibile riassumere le seguenti considerazioni conclusive. • Il lotto di interesse è caratterizzato dalla presenza di terreni noti in letteratura specialistica come “alluvioni recenti”. • I terreni suddetti, caratterizzati dalla presenza di limi e sabbie limose passanti a sabbie medio-grosse con ghiaie alternate a livelli e lenti ghiaoso-ciottolose, sono dotati di buone caratteristiche di stabilità e portanza. • L’area in esame è caratterizzata da morfologia pianeggiante e non risulta interessata, ad oggi, da fenomeni morfoevolutivi di alcun tipo. • Così come riportato anche nella cartografia tematica del Piano Assetto idrogeologico (P.A.I.), redatto dall’Assessorato Territorio e Ambiente – Regione Sicilia, il lotto risulta scevro da qualsiasi vincolo geomorfologico ed idraulico. • Sulla verticale del sito si riscontra la presenza di un acquifero a falda libera, alquanto discontinuo e frazionato, il cui livello statico si attesta mediante intorno ai 45 metri di profondità dal p.c.. • Il Tecniche sito in sulle studio, ai Costruzioni”, sensi del DM 14/01/2008 caratterizzato da “Norme morfologia 20 subpianeggiante collocato nella a configurazione categoria superficiale topografica “T1” e semplice, rientra va nella categoria sismica di suolo “B”, con VS30 pari a 473 m/s, giusto quanto riscontrato dalla indagine M.A.S.W. eseguita in sito. Geologo QUATTROCCHI Salvatore 21 COMUNE DI MILAZZO PROVINCIA DI MESSINA VALUTAZIONE DEGLI ASPETTI GEOLOGICI, GEOMORFOLOGICI ED IDROGEOLOGICI DELL’AREA SU CUI INSISTE IL LOTTO DI TERRENO SITO IN VIA DELLE CONCORDIA, CATASTALMENTE IDENTIFICATO CON LE P.LLE 1106-1107-1093 DEL FG. 22. ELABORATI GRAFICI All.1 -Carta geolitologica All.2 -Stralcio Mappa Catastale All.3 Indagini geognostiche • Prove penetrometriche dinamiche –Diagrammi e tabelle- • Prospezione geofisica con il metodo M.A.S.W. –Diagrammi, tabelle, grafici- 22 INDAGINI GEOGNOSTICHE –All.3- Prove penetrometriche dinamiche (Din.1 e Din.2) Diagrammi e tabelle Elaborazione indagine M.A.S.W. Tracce misurate – spettro – curva di dispersione sperimentale – Allegato A – Elaborazione indagine MASW A ‐ Dati sperimentali Numero di ricevitori ............................................................................................... 12 Distanza tra i sensori: ............................................................................................ 0m Numero di campioni temporali........................................................................... 7651 Passo temporale di acquisizione......................................................................0.13ms Numero di ricevitori usati per l’analisi................................................................... 12 L’intervallo considerato per l’analisi comincia a .................................................0ms L’intervallo considerato per l’analisi termina a ............................................2000ms I ricevitori sono invertiti (l’ultimo ricevitore nel file è il primo per l’analisi) Figura 1: Tracce sperimentali B ‐ Risultati delle analisi Frequenza finale .................................................................................................42Hz Frequenza iniziale.................................................................................................2Hz Figura 2: Curva dispersione sperimentale C - Curva di dispersione Freq. [Hz] 8.28828 9.95333 13.9192 15.3118 16.6135 18.1272 19.9133 21.2454 22.5472 24.8177 26.5433 27.7845 29.3284 30.4183 31.599 32.8402 33.9906 35.1107 36.4427 38.2894 39.6517 41.6195 V. fase [m/s] 497.012 483.236 446.502 416.655 363.849 361.553 354.666 347.778 317.931 290.38 306.452 308.748 315.635 327.115 334.003 324.819 308.748 299.564 294.972 290.38 285.789 278.901 V. fase min [m/s] 379.921 391.4 352.37 338.594 308.748 306.452 311.043 301.86 281.197 269.717 290.38 285.789 292.676 304.156 308.748 294.972 292.676 276.605 269.717 267.421 262.83 258.238 Tabella 1: Curva di dispersione V. fase max [m/s] 614.103 575.072 540.634 494.716 418.951 416.655 398.288 393.696 354.666 311.043 322.523 331.707 338.594 350.074 359.257 354.666 324.819 322.523 320.227 313.339 308.748 299.564 Figura 3: Curva di dispersione D ‐ Profilo in sito Numero di strati (escluso semispazio)...................................................................... 6 Spaziatura ricevitori [m]........................................................................................ 2m Numero ricevitori ................................................................................................... 12 Numero modi............................................................................................................ 1 Strato 1 h [m] ......................................................................................................................... 2 z [m] ........................................................................................................................ -2 Vs min [m/s]......................................................................................................... 155 Vs max [m/s] ........................................................................................................ 410 Vs fin.[m/s]........................................................................................................... 273 Strato 2 h [m] ......................................................................................................................... 3 z [m] ........................................................................................................................ -5 Vs min [m/s]......................................................................................................... 166 Vs max [m/s] ........................................................................................................ 501 Vs fin.[m/s]........................................................................................................... 334 Strato 3 h [m] ......................................................................................................................... 4 z [m] ........................................................................................................................ -9 Vs min [m/s]......................................................................................................... 193 Vs max [m/s] ........................................................................................................ 641 Vs fin.[m/s]........................................................................................................... 427 Strato 4 h [m] ......................................................................................................................... 3 z [m] ...................................................................................................................... -12 Vs min [m/s]......................................................................................................... 231 Vs max [m/s] ........................................................................................................ 737 Vs fin.[m/s]........................................................................................................... 491 Strato 5 h [m] ......................................................................................................................... 6 z [m] ...................................................................................................................... -18 Vs min [m/s]......................................................................................................... 248 Vs max [m/s] ........................................................................................................ 813 Vs fin.[m/s]........................................................................................................... 542 Strato 6 h [m] ....................................................................................................................... 12 z [m] ...................................................................................................................... -oo Vs min [m/s]......................................................................................................... 309 Vs max [m/s] ........................................................................................................ 876 Vs fin.[m/s]........................................................................................................... 584 Figura 4: Velocità numeriche – punti sperimentali (verde), modi di Rayleigth (ciano), curva apparente(blu), curva numerica (rosso) Figura 5: Profilo Vs numerico E ‐ Risultati finali V s30 : 473 m/s Categoria di sottosuolo: B La normativa applicata è il DM 14 gennaio 2008 Il sito non è suscettibile di liquefazione e non è argilla sensitiva. L'unità geotecnica dello strato rigido è la numero 6 Le caratteristiche meccaniche degli strati migliorano gradualmente con la profondità Categoria A B Descrizione Ammassi rocciosi affioranti o terreni molto rigidi caratterizzati da valori di Vs,30 superiori a 800 m/s, eventualmente comprendenti in superficie uno strato di alterazione, con spessore massimo pari a 3 m. Rocce tenere e depositi di terreni a grana grossa molto addensati o terreni a grana fina molto consistenti con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs,30 compresi tra 360 m/s e 800 m/s (ovvero NSPT,30 > 50 nei terreni a grana grossa e cu,30 > 250 kPa nei terreni a grana fina). C D E Depositi di terreni a grana grossa mediamente addensati o terreni a grana fina mediamente consistenti con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs,30 compresi tra 180 m/s e 360 m/s (ovvero 15 < NSPT,30 < 50 nei terreni a grana grossa e 70 < cu,30 < 250 kPa nei terreni a grana fina). Depositi di terreni a grana grossa scarsamente addensati o di terreni a grana fina scarsamente consistenti, con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs,30 inferiori a 180 m/s (ovvero NSPT,30 < 15 nei terreni a grana grossa e cu,30 < 70 kPa nei terreni a grana fina). Terreni dei sottosuoli di tipo C o D per spessore non superiore a 20 m, posti sul substrato di riferimento (con Vs > 800 m/s). Tabella 3.2.II NTC – Categorie di sottosuolo Categoria S1 S2 Descrizione Depositi di terreni caratterizzati da valori di Vs,30 inferiori a 100 m/s (ovvero 10 < cu,30 < 20 kPa), che includono uno strato di almeno 8 m di terreni a grana fina di bassa consistenza, oppure che includono almeno 3 m di torba o di argille altamente organiche. Depositi di terreni suscettibili di liquefazione, di argille sensitive o qualsiasi altra categoria di sottosuolo non classificabile nei tipi precedenti. Tabella 3.2.III NTC – Categorie aggiuntive di sottosuolo