TARANTO PRIMO PIANO I III
Domenica 20 aprile 2014
IL BILANCIO
La squadra schierata dal servizio di emergenza
messa alla prova dall’assenza di transenne al
rientro della processione dei Misteri
LA PROPOSTA
Il direttore Balzanelli: «Il sistema 118 va
consultato per evitare situazioni di pericolo.
Un certificato medico per i confratelli»
Svenimenti e crisi
super lavoro per il 118
PRONTA
EMERGENZA
La squadra
messa in
campo dal
118 per
l’assistenza
sanitaria
durante le
processioni.
Nella foto,
scattata
davanti alla
chiesa del
Carmine, il
direttore
Balzanelli con
i suoi
collaboratori
Pasqua
Messa in carcere
stamattina
per il vescovo
Comincerà nella casa
circondariale la mattinata di
Pasqua per il vescovo di
Taranto Filippo Santoro, atteso alle 9 per la messa ai
detenuti. E proprio ai detenuti Santoro si rivolge
all’inizio del messaggio per
la Pasqua. «So già che i detenuti mi aspettano come
quel mio amico che mi
aspetta per darmi un messaggio di fede, sempre lo
stesso, ogni volta più vero
per lui e per me: «Eccellenza, don Filippo da quando
lei è venuto ha stretto la
mia mano e non la lascia
più». È il Signore che ci afferra per mano e ci tira fuori
dalle acque amare e non ci
lascia più!».
Secondo monsignor Santoro «la Pasqua è soprattutto per i frequentatori del
calvario, per coloro che soffrono, perché sentano dal
maestro risorto la beatitudine pronunciata proprio sulla loro povertà o fragilità.
Per questi invoco la benedizione del Signore. Camminiamo insieme per la via
della fede e nessuno rimarrà solo. Ogni anno tanta
gente affolla le nostre parrocchie per il Triduo Pasquale, e voglio esprimere
a Dio la mia gratitudine per
questi doni, per la consolazione che ricevo dalla sete
di tanta gente che si è avvicinata con fiducia al Signore. E molti che da tempo
erano lontani hanno ricevuto i sacramenti. Accogliendo l’invito di Papa Francesco le porte della Chiesa
sono sempre aperte ed il
Signore risorto è pronto a
dare a tutti il suo abbraccio.
Corriamo insieme all’annuncio di Pasqua, corriamo
al sepolcro per costatare
che la morte è scomparsa e
l’annuncio non ci trovi passivi ma intrepidi, né stanchi,
né scoraggiati. Una volta viste le bende per terra annunciamo il Risorto nel
mondo, nella nostra città e
nelle nostre famiglie perché
possa donarci la pace;
quella che Gesù è capace di
donare anche a porte chiuse. Anche a noi qui a Taranto, in Puglia ed in Italia».
MARIA ROSARIA GIGANTE
l Svenimenti dovuti alle lunghe ore di stazionamento in
posizione eretta, crisi ipertensive e ipotensive soprattutto in
soggetti cardiopatici, un’ischemia cardiaca acuta, due crisi
convulsive importanti, anche
nei confratelli, uno scompenso
diabetico importante ma, fortunatamente, nessun intervento per pazienti in stato di ubriachezza. Due giornate, ed in particolare due nottate, tutto sommato “tranquille” per il 118 tarantino che aveva schierato in
campo – in concomitanza con lo
svolgimento delle processioni
della Settimana Santa tarantina – due medici, quattro infermieri, quindici soccorritori,
nonché quattro ambulanze e
una automedica in più rispetto
alla dotazione standard. D’altro canto un impianto suppletivo di forze e mezzi di soccorso
sanitario è quanto richiesto per
eventi di questo tipo, in grado
di richiamare un numero massiccio di gente. Situazioni nel
corso delle quali occorre che i
soccorritori siano nelle condizioni di raggiungere in tre minuti un paziente in emergenza
vera, come potrebbe essere un
arresto cardiaco improvviso.
Un bilancio quest’anno – in termini di interventi – che lo stesso direttore Mario Balzanelli,
presente nella lunga non-stop
delle due nottate di processioni, ha rubricato come caratterizzato da “situazioni acute
minori”, che non hanno configurato condizioni cliniche di
emergenza. Ma che lascia
ugualmente spunti di riflessione critica. «Sì – ammette Balzanelli – stamane in piazza Carmine (ieri mattina, in occasione del rientro della processione
alla Chiesa del Carmine, ndr),
ero preoccupatissimo. Sono
saltate, infatti, le condizioni di
sicurezza che in passato hanno
garantito, con l’uso di apposite
transenne, la presenza di corridoi d’uscita che funzionano
come corsie di sicurezza anche
per noi soccorritori. La mia
preoccupazione era legata al
fatto che, in caso di una vera e
propria emergenza tra la folla,
non saremmo stati in grado di
raggiungere nei tempi dovuti il
malcapitato. Avremmo sicuramente impiegato quei tre minuti a nostra disposizione solo
per chiedere permesso e farci
spazio tra la folla. Il nostro –
spiega il dottor Balzanelli che
ha testato il modello operativo
attuato a Taranto anche in occasioni di eventi come la cerimonia di ostensione del corpo di Padre Pio a San Giovanni
Rotondo – è un vero e proprio
apparato di supporto ai riti, un
dispositivo che negli anni si è
mostrato affidabile e appropriato. Ma il mancato transennamento di piazza Carmine, al
contrario di quanto avveniva
in passato, ci avrebbe fatto impazzire in caso di un’emergenza. Diciamo, allora, che ce la
siamo cavata bene anche perché, rispetto agli anni passati,
c’è stato un numero inferiore di
pellegrini e persone. Ricordo,
tuttavia, che per l’organizzazione di eventi di questa portata il decreto 81/08 impone al
“datore di lavoro” di consultare
il sistema del 118».
Quanto poi alla tipologia di
patologie riscontrate nei soccorsi, le crisi convulsive accusate da alcuni confratelli, in
alcuni casi gli stessi che avevano avuti simili problemi lo
scorso anno, dovrebbero indicare la necessità di assunzione
di una maggiore dose di cautela
e prudenza. «Riterrei doveroso
– conclude Balzanelli - la presentazione di un certificato di
idoneità psicofisica per evitare
che, svenendo, una persona rischi di fracassarsi il cranio».