22 dicembre 2007 dal 27 dicembre 2007 al 6 gennaio 2008

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2007
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al 6 gennaio 2008
In coproduzione con
A U D I TO R I U M PA R C O D E L L A M U S I C A
Viale Pietro de Coubertin • Roma
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Sabato 22 dicembre 2007 – ore 16.00
Sala Stampa – Ingresso Libero
◗ LA CENA DELLA VIGILIA
Lezione di cucina con lo Chef Paolo Cacciani che darà utili consigli per una cena
del 24 tra attualità e tradizione. Lo Chef vi consiglia:
ingredienti
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1 kg di cima di broccolo romanesco
1 spicchio d’aglio
olio extravergine di oliva
1 cipolla, sedano, carota
1 tazza d’acqua
250 gr di farina da molino artigianale
sale e peperoncino q.b.
1 kg di arzilla freschissima
1 rametto di prezzemolo
pecorino a piacere
Pasta
di arzilla
e broccoli
con “frascarelli”
ingredienti
Mettere sedano, carota e cipolla in una casseruola con l’arzilla a bollire per 40 minuti
per fare un brodo leggero e non troppo salato, togliere l’arzilla, filettarla e metterla a
parte; filtrare il brodo e pressare la carcassa al passatutto per ottenere il massimo
gusto dell’arzilla fresca. In una casseruola mettere aglio, peperoncino, olio e cipolla e
fra insaporire le cime di broccolo tagliato a spicchietti. Coprire i broccoli insaporiti con
il brodo di arzilla finché non si ammorbidiscono; a cottura ultimata frullare con una
sonda a immersione, fino ad ottenere una crema. Per i frascarelli: mettere la farina
(possibilmente di produzione artigianale) su un tavolo di pietra e con le dita e una frasca (da qui il nome di frascarelli) “schizzare” con acqua a gocce la superficie cosparsa
da farina, passare al setaccio grosso e mettere a seccare la pasta aggrumatasi. Mettere a bollire la crema di broccoli in brodo di arzilla e cuocere i frascarelli, aggiungere
la polpa dell’arzilla e servire con un goccio d’olio e una foglia di prezzemolo. Un pizzico
di pecorino è, in questo caso, per gli appassionati.
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ingredienti
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Il fritto verde
200 gr di cime di broccolo romanesco
3 carciofi romaneschi
2 patate di Avezzano
4 zucchine romanesche con i loro fiori
1 melanzana
1 mela
500 gr di farina
Sale q.b.
½ lt d’acqua
3 uova intere
5 gr di lievito di birra
2 litri di olio extravergine di oliva
Preparazione
Preparare la pastella con 200 gr di farina, un pizzico di sale, il lievito sciolto in un bicchiere d’acqua e l’acqua necessaria per ottenere un composto semisolido, che sarà di
giusta consistenza se toccandolo con le mani “fila”. Mettere a crescere per mezz’ora in
un luogo tiepido. Tagliare le patate a fettone, “scacchiare” i broccoli in pezzi; immergere
le due verdure in acqua bollente per 3 minuti e mettere a scolare. Pulire e tagliare i
carciofi a spicchi. Tagliare le zucchine e le melanzane a striscioline di ½ cm, e metterle
sotto sale per 15 minuti. Prendere i fiori, togliere le foglie laterali dure e il pistillo interno e inserirvi un dadino di mozzarella con un pezzetto di alice. Togliere la buccia alla
mela e tagliarla a fettone. Risciacquare le zucchine e le melanzane dal sale e mettere
su carta assorbente. In una padella di ferro capiente a bordi larghi mettere l’olio a fuoco
vivo a raggiungere una temperatura tra i 150° e 180° (quando mettete le verdure a friggere devono fare bolle piccole); friggere gli ingredienti in questo modo: carciofi passati
nella farina e poi nell’uovo sbattuto; zucchine e melanzane passate solo nella farina,
mela, broccoli, patate e fiori di zucca passati nella pastella. Mettere a friggere nell’olio
bollente il tempo necessario affinché l’interno sia morbido, adagiare sulla carta paglia,
salate e servire bollenti su un nuovo foglio di carta paglia.
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Dal 27 dicembre 2007 al 6 gennaio 2008
Le aziende agricole della campagna romana saranno presenti presso il Villaggio di RomaNeve.
Nella vasta area pedonale trasformata in un vero e proprio borgo natalizio, tra un boschetto di abeti
illuminati e un enorme albero di Natale, dentro caratteristiche casette di legno, tutti i giorni dalle
11.00 alle 21.00 (il 1 gennaio dalle 16.00 alle 21.00) si potrà degustare ed acquistare miele, olio
extra vergine di oliva, formaggi, conserve vegetali, pane e prodotti da forno e tanto altro ancora.
Un piccolo assaggio di cosa potrete comprare:
Ciambelle
al vino bianco
Dolci a base di farina, olio, zucchero e
vino bianco, si presentano di colore dorato. Si mangiano a fine pasto accompagnate da un buon bicchiere di vino,
preferibilmente Cannellino.
Caciofiore
di Columella
Il “cacio fiore” è una sorta di antenato
del pecorino romano realizzato con il
caglio del carciofo selvatico (Cynara cardunculus).
Così ce ne parla Columella: "Conviene coagulare il latte con caglio di agnello o di capretto, quantunque si possa anche rapprendere
con il fiore di cardo silvestre o coi semi del cartamo o
col latte di fico. In ogni modo il cacio migliore è quello che è stato
fatto col minimo possibile di medicamento”. (Lucio Giunio Moderato Columella, “De Re Rustica”, 50 d.C.)
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Miele di
Castagno
Il miele di castagno è ricco di fruttosio e
si mantiene liquido per molto tempo. Il
colore varia da quello dell'ambra scura, a
quasi nero. L'odore è forte e penetrante; il
sapore è simile all'odore, pungente all'inizio,
poi decisamente amaro. Il miele di castagno è
ricco di granelli di polline ed è un miele particolare
che piace a chi non ama i sapori troppo dolci. Per
questo motivo si abbina bene a ricotta ed altri formaggi poco saporiti.
Olio extra
vergine di oliva
DOP Sabina
L’olivo, fonte primaria dell’alimentazione mediterranea e componente
fondamentale del triangolo formato
dalle tre piante sacre olivo-vitegrano, è coltivato in Sabina da millenni, tanto che tracce dell’uso
dell’oliva risalgono al VI-VII secolo a.C.
In Sabina, che comprende comuni della
provincia di Rieti e Roma, l’olivo viene coltivato, in piccoli appezzamenti, ancora di
proprietà delle famiglie locali, e la raccolta
viene fatta a mano. L’olio è ottenuto dalle varietà
di olive Carboncella, Leccino, Raja, Pendolino, Frantoio,
Moraiolo, Olivastrone, Salviana, Olivastro e Rosciola; varietà coltivate, sempre più spesso, con metodi di agricoltura biologica.
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Pecorino
romano DOP
È il formaggio originario della campagna
Laziale, prodotto esclusivamente con latte
di pecora. Questo formaggio, o almeno la sua
tecnica, viene da molto lontano: ne parla Omero
e lo descrive in maniera abbastanza dettagliata Columella. La pecora è stata per secoli un importante fattore di sviluppo per le popolazioni del bacino del Mediterraneo ed il formaggio ha rappresentato una parte non
secondaria del reddito degli allevatori.
A partire dal Medioevo, lo Stato Pontificio, proprietario di grandi greggi, basava l’intero
sistema di allevamento ovino sulla transumanza e sullo sfruttamento verticale delle
risorse foraggiere. A quei tempi si allevavano esclusivamente pecore locali incrociate
con la Merino che, con il tempo, ha dato vita alla Sopravissana, lentamente sostituita,
a partire dal secondo dopoguerra, dalla pecora Sarda.
Oggi il pecorino è prodotto per il 90% in Sardegna ma, il nome continua a rimanere legato all’antica tradizione. Nel 1953, infatti, questo formaggio ha ottenuto l’indicazione
di origine Romano, cui si è aggiunto nel 1996, la Denominazione di Origine Protetta.
Tozzetti
Questi biscotti, tipici di Marino, sono
preparati con zucchero, farina, mandorle tostate, semi di anice, nocciole
tostate, liquore di sambuco, uova,
burro e vanillina.
Normalmente vengono consumati a
fine pasto con un vino dolce, ad esempio
il Cannellino.
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3 - 4 - 5 gennaio 2008
LA CHIARASTELLA. I canti di Natale nella tradizione popolare italiana.
Ore 21.00 – Sala Sinopoli
Un progetto originale di Ambrosio Sparagna con la partecipazione della Orchestra Popolare
Italiana dell’Auditorium Parco della Musica di Roma e con Lucio Dalla, Peppe Servillo, Fausto Mesolella, Mimmo Ciaramella (Avion Travel), Alessia Tondo, Simone Cristicchi.
La Chiarastella, progetto originale di Ambrogio Sparagna in esclusiva per Natale all’Auditorium, propone i più famosi canti natalizi
della tradizione italiana elaborati per l’Orchestra Popolare Italiana ed eseguiti insieme ad
ospiti musicali d’eccezione, conservando lo
spirito originario con cui queste antiche preghiere popolari cantate furono composte.
Il repertorio si compone di brani vocali e strumentali provenienti da varie regioni italiane,
tra cui Emilia Romagna, Toscana, Marche,
Lazio, Campania, Puglia, Basilicata, Sicilia e
Sardegna. Per esaltarne la naturalezza Sparagna li ha affidati all’interpretazione originale
di un Quintetto vocale femminile e ad alcune
giovani voci provenienti da varie parti d’Italia
fra cui spicca Alessia Tondo, giovanissima
cantante salentina della Notte della Taranta.
Accanto a loro alcuni ospiti speciali: a partire
delle voci di Peppe Servillo e Mimmo Ciaramella, insieme alla chitarra di Fausto Mesolella (Avion Travel) che saranno protagonisti
delle tre serate. A Simone Cristicchi (ospite il
4 gennaio) il compito di interpretare alcuni
canti di questua per l’Epifania della tradizione
toscana e marchigiana mentre Lucio Dalla insieme a Marco Alemanno, (ospite il 5 gennaio)
proporrà Quanne nascette ninno e un’antica
versione emiliana di Maria lavava. Altri protagonisti delle serate saranno una serie di “alberi di canto” della tradizione popolare italiana
fra cui Orlando Mascia, straordinario virtuoso
di launeddas sarde e la famiglia Marsella di
Velletri depositaria dell’antica tradizione del
canto di questa della Pasquella. Questa straordinaria ricchezza di interpreti vocali sarà sostenuta dagli accompagnamenti strumentali
dell’Orchestra popolare Italiana, caratterizzati
dall’uso particolare di strumenti “a bordone”
tipici, come la ghironda, e da un Quintetto di
zampogne dove spicca il suono maestoso della
Zampogna gigante: uno strumento di straordinarie proporzioni (alto circa due metri), diffuso nel Regno di Napoli a partire dal XVIII
secolo allo scopo di accompagnare con il suo
timbro grave, così simile a quello dell’organo,
i canti introdotti da Alfonso Maria deí Liguori.
Intorno alla metà del Settecento Alfonso Maria
de’ Liguori cominciò ad arricchire il suo lavoro
pastorale fra i poveri del Regno di Napoli, con
la pratica di alcune “canzoncine spirituali”
composte sia in dialetto che in italiano. Si trattava di canti dall’impianto semplice che traevano spunto da temi popolari. Così facendo il
missionario insegnava ai “lazzari” i fondamenti del cristianesimo e li rendeva protagonisti dei cerimoniali liturgici mediante la
creazione di appositi gruppi di preghiera. Molte
di queste “canzoncine”erano legate al ciclo
delle festività natalizie; fra queste alcune divennero famosissime come Tu scendi dalle
stelle, Quanne nascette ninno e Fermarono i
cieli. In particolare Tu scendi dalle stelle, composta intorno al 1754, riscosse un successo
straordinario tanto che nel 1769 venne pubblicata e diffusa sul tutto il territorio nazionale diventando così il primo esempio di canzone
italiana. Il successo editoriale favorì la formazione di un genere musicale specifico assai
originale ed innovativo in quanto introduceva
in ambito popolare l’uso di strofe, ritornelli e
interludi strumentali. In breve tempo questo
repertorio si diffuse in ogni regione italiana diventando protagonista dei tanti rituali del ciclo
dell’Avvento e si caratterizzò per la presenza
di ninna nanne, pastorali per zampogne, canti
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agiografici, filastrocche, canti di questua. Gran
parte di questa produzione di musica sacra popolare è andata perduta.
Fa eccezione il repertorio di canti per zampogna che rappresentano, nei casi in cui hanno
conservato il tratto originario autentico uno
straordinario esempio di misticismo musicale
popolare. Offrire oggi canti, storie e racconti
dell’antico suono pastorale che così tanto ha
caratterizzato la storia sociale del nostro
Paese costituisce un motivo di grande fascino
e un particolare percorso di ricerca teso a
riannodare i legami con antichi modi rappresentativi; un intenso e avvincente cammino di
ricerca umana in una società attuale sempre
più in crisi di memoria.
Orchestra Popolare Italiana
dell’Auditorium Parco della Musica di Roma
Per realizzare lo spettacolo Ambrogio Sparagna ha chiamato tanti musicisti, di cui alcuni
giovanissimi, provenienti da varie regioni italiane.
L’organico dell’O.P.I. è così composto:
Alessia Tondo
Gianni Aversano
Mario Incudine
Massimo La Guardia
Marco Tomassi
Aldo Iezza
Antonio Vasta
Orlando Mascia
Giuliana De Donno
Erasmo Treglia
Redi Hasa
Riccardo Laganà
Valentina Ferraiuolo
Silvia Gallone
Clara Graziano
Monica Neri
Raffaele Pinelli
Francesco Filosa
Marco Loche
Dilva Foddai
Giuseppe Masella
Anna Rita Colaianni
Claudia Scalmana
Susanna Ruffini
Arianna Rumiz
Alessandra Del Monti
Ambrogio Sparagna
voce
voce
voce, chit. battente, mandoloncello
voce,tammora e percussioni
zampogne giganti e zoppe
zampogna melodica
zampogna “a paru”, organetto
launeddas e fiati tradizionali sardi
arpa e arpicella viggianese
ghironda, ciaramella, violino a tromba
violoncello
tamburelli
tamburelli, cucchiai
tamburelli, organetto
organetto
organetto
organetto
organetto
organetto
organetto
organetto
voce
voce
voce
voce
voce
voce, organetti, zampogna, direzione
(Merine, LE)
(Napoli)
(Enna)
(Palermo)
(Cassino, FR)
(Campobasso)
(Barcellona Pozzo di Gotto, ME)
(Maracalagonis, CA)
(Matera)
(Maranola,LT)
(Tirana, Albania)
(Alessano, LE)
(Gaeta, LT)
(Ceglie Messapica, BR)
(Caserta)
(Toffia, RI)
(Maranola, LT)
(Maranola, LT)
(Maranola, LT)
(Sassari)
(Maranola, LT)
(Roma)
(Roma)
(Roma)
(Roma)
(Roma)
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I Canti
L’ordine dei canti è alfabetico e non si riferisce alla scaletta dello spettacolo
BAMBINO MIO BELLISSIMO
Bambino mio bellissimo
tu m'hai rubato il core
bambino mio dolcissimo
per te ardo d'amore
Bambino tenerissimo
tu già m'hai innamorato
e questo cor durissimo
pur l'hai d'amor piagato
Ben mio ti veggo piangere
e per freddo tremare
e il cor mi sento struggere
né so quel che mi fare
Vieni nelle mie viscere
vieni mio dolce amore
e s'hai voglia di suggere
suggiti questo core
Canzoncina spirituale attribuita
a Sant’Alfonso M. de Liguori
DICENDO VOLA VOLA
Dicendo vola vola anima mia
vattenne alla capanna a riposare
E là ci troverai le pastorelle
co’ le zampogne e co’ le pecorelle
E là ci troverai Gesù Bambino
sopra le braccia soie a riposare
Tu sei il figlio suo il gran Signore
Tu sei la gioia del Paradiso
Chi canta e chi fa festa al mio Signore
io pe’ regalo dono il mio cuore
Canto di novena raccolto a Maranola (Latina)
E SUSI PASTURI
Vuotu l’uocci a la marina
viru veniri a du’ pasturi:
Pastureddi unni jiti?J
jemu a vidiri a lu Signuri.
Ppi manciari chi cci purtati?
‘n acidduzzu ‘nta ‘n panaru,
racinedda ‘nta ‘n cufinu,
ppi manciari Gesù Bamminu.
Canto raccolto a Modica (RG)
FERMARONO I CIELI
Fermarono i cieli la loro armonia
cantando Maria la nanna a Gesú
con voce divina la Vergine bella
piú vaga che stella diceva cosí
dormi dormi dormi
fai la ninna nanna Gesù
Mio Figlio mio Dio mio caro tesoro
tu dormi ed io moro per tanta beltà
dormendo mio bene tua Madre non miri
ma l’aura che spiri è fuoco per me
O bei occhi serrati voi pur mi ferite
or quando v’aprite per me che sarà
le guance di rose mi rubano il core
o Dio che si more quest’alma per te
Mi sforza baciarti un labbro sì raro
perdonami caro non posso più no
si tacque ed al petto stringendo il Bambino
al volto divino un bacio donò
Si desta il Diletto e tutto amoroso
con occhio vezzoso la Madre guardò.
ah Dio ch’alla Madre quegli occhi quel guardo fu
strale fu dardo che l’alma ferì
Canzoncina spirituale attribuita
a Sant’Alfonso M. de Liguori
FERMATE AMICI MEI NO SCIATE ANNANTI
Fermate amici mei no sciate annanti
ca qquai se fermane puru li venti
ca qquai se fermane li soni e canti
ca pene non ci stannu e nè lamenti
A qquai io su 'rrivatu e a qqaui me fermu
retu le porte de ste case toe
insieme alli strumenti noi cantiamo
e qualche verso a vostra signoria
Buon Capodannu a qui si fa la strina
comu la fice Santu Silivestru
ca li Re Maggi l'hannu fatta prima
nci l'hannu 'ndduta a stu mundu diversu
E' natu Gesucristu Redentore
lu mundu s'ha cangiatu a nnu mumentu
ca 'ppena dese la benedizione
e fice scumparire ogni lamentu
D'ogni ppuntu partira li Re Maggi
ca 'nisera ca e' natu lu Messia
ci scia a piedi e ci cu li cavaddhi
tutti cantandu sciane in allegria
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Era lu Spirdussantu che li guidava
cu quiddhu segnu li mosciau la via
e tutti quella stella secutara
davanti na grande luce li facìa
Quandu 'lla grutticella su 'rrivati
trovara Gesucristu cu Maria
la vaccarella ci sta 'llu fiatàva
e Gesucristu a tutti benedìa
Ca l'angeli de cielu su calàti
tuttu lu munnu misera in allegria
e puru l'animalucci l'ha chiamati
cu stannu allu sou fiancu a cumpagnia
Puru la pecurella vose scire
cu viscia Gesucristu comu stia
lu pastorellu ci la secutàva
sonandu lu fischiettu se ne scia
A 'mmenzu 'ste ccampagne ci sta sciamu
caminandu de notte e de dia
benedicu lu granu seminatu:
no tte lu cape chiùi la casa toa
No mme 'nde vau de qquai mancu se chiove
mancu se fa na forte scelatura
ca no te pò mancare na cucchia d'ove
o puramente 'nna bianca cuddhura?
Belle ca su 'ste case fabbricate
belle le porte che voi ci chiudete
bellu lu liettu ci dormendu state
alzatevi nnu pocu cu sentète
E cumpatisci comu nui cantamu
ca stracchi sciamu de ‘sta lunga via
e dateci nna cosa 'nni ssuppàmu
no manca nienti a vostra signuria
E l'addha parte poi cu te vantàmu
e lu ricalu ca t'hai 'mmurtalàtu
prestu danni quiddhu ca n'hai dare
ca face friddu e tocca nni 'nde sciàmu.
Canto salentino di questua per Capodanno
I DUE ANGELI
Sotto agl’albero di pere
so’ due angeli di Dio
quanno Roma s’abbattezzava
tutto gliu munne s’elevava
Isce e damme e dammenna na ‘ranata
e dammelle due noci e castagne
bona festa e capodanno
e se nun me la voi dà
nun me fa tanto pinnià
E pe’ santo Saleveste
mitti li fichi alla canestra
mittacille assai assai
ca la panza nun me fa male
e se nun me lo voi dà
ca te puzzi ‘nfracidà
Isce e damme e dammenna na ‘ranata
e dammelle due noci e castagne
bona festa e capodanno
e se nun me la voi dà
nun me fa tanto pinnià
Canto di questua per Capodanno raccolto a
Tremensuoli di Minturno (Latina)
I RE MAGI
Bona sera salutiamo tutti quanti in allegria
il Signore pace vi dia che noi desideriamo
Se vi piace canteremo di Gesù l’Epifania
ognuno attento sia che il principio
noi daremo
Oggi un Bambino c’è nato da Maria
vergine e madre
figlio al Padre divino che in terra volle incarnarsi
Fu dal Padre a noi mandato per divino decreto
eterno per salvarci dall’inferno ed aprirci
il cielo serrato
E nell’inverno e nel rigore in un’umile capannella
da una verginella nacque il Redentore
Ecco dall’oriente una stella luminosa
mai al mondo cosa così bella e risplendente
Fu veduta in quel confino dai Re Magi con stupore
è nato il Re divino disse ognuno al proprio cuore
E così con grande prestezza i magi
si misero in viaggio
della stella il vago raggio seguirono con
allegrezza
Quella stella mai non falla li precede nel cammino
dove stà Gesù Bambino si ferma sopra una stalla
Nel mirare quella bellezza una gioia
nel cielo s’alzava
in una grotta la gente correva con il
cuore di grande allegrezza
E all’interno di quella capanna un bambino
vezzoso gli appare
fanno un umile inchino salutano Gesù Bambino
Co’ Giuseppe e la madre Maria sempre
a terra inginocchiati
con affetto e venerazione cantano la ninna nanna
I tre doni che hanno portato ognuno è dono fatale
oro, mirra e incenso come Re,
come Dio immenso
Fatta poi l’adorazione con profonda riverenza
da Maria hanno licenza la santa benedizione
Terminiamo i nostri detti è arrivata
la conclusione questo dice la tradizione una gioia
il cielo ci ha dato
Ora siamo di partenza diamo fine ai nostri canti
ringraziamo tutti quanti con profonda riverenza
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Canto di questua raccolto a Casabasciana
(Lucca) da Giovanni Giannini e pubblicato nel
1901 nella raccolta I canti popolari toscani
L’AVVENUTA PROFEZIA
E sentite chesta nova che è venuta da lontano
nu bambino oggi è nato a na grotta abbandonata
Co’ la vacca e l’asinello così nudo lui dormiva
fra le braccia di Maria e Giuseppe in compagnia
Una luce mai guardata rischiarava la nottata
le zampogne pe’ la strada indicavano la via
Gli animali in processione alla guida nu lione
era tutta ‘na canzone agliu Ninno Salvatore
Co’ st’orchestra organizzata se passava la nottata
co’ grancassa e chitarrina ciaramelle e violini
Ricantavano la nanna co’ la storia di sant’Anna
insieme agli angeli in colonna tutti attorno
alla capanna
E la luce che abbagliava i pastori e gli animali
agliu munnu raccontava l’avvenuta profezia
Dio bambino riposava nelle braccia di Maria
nella notte di Natale una stella risplendeva
Canto di Novena raccolto a Maranola (LT)
LUCI ALLA STRADA
Voglio cantare la mamma di Dio
Maria bellezza che in cielo ci sta
stella regina di grande splendore
che porta agliu munno la felicità
luce alla strada luce alla strada
dove che passa Maria incoronata
luce alla strada luce alla strada
dove che passa Maria incoronata
Stella del cielo sei pura sei bella
di gigli e di rose la terra profumi
mamma di Dio di sant’Anna sei figlia
e di Giuseppe sei tu la sposa
luce alla strada luce alla strada
dove che passa Maria incoronata
luce alla strada luce alla strada
dove che passa Maria incoronata
Cantano tutte le voci del mondo
pe’ questa vergine bella e gioconda
s’alzano tutte le onde del mare
quando per l’aria si sente cantare
luce alla strada luce alla strada
dove che passa Maria incoronata
luce alla strada luce alla strada
dove che passa Maria incoronata
Tuo figlio nascette che c’era la notte
dentro a ‘na grotta l’hai fatto arrivare
in mezzo alla paglia l’hai fatto vestire
asino e vacca per farlo scaldare
luce alla strada luce alla strada
dove che passa Maria incoronata
luce alla strada luce alla strada
dove che passa Maria incoronata
Canto di novena in onore della Madonna raccolto
a Maranola (Latina)
MARIA LAVAVA
Maria lavava Giuseppe stendeva
il Bimbo piangeva del freddo che aveva
stai zitto mio figlio che adesso ti piglio
stai zitto mio figlio che adesso ti piglio
Maria lavava Giuseppe stendeva
il Bimbo piangeva del freddo che aveva
del pane ti do che il latte non ho
del pane ti do che il latte non ho
Il Bimbo piangeva del freddo che aveva
la neve sui monti dal cielo cadeva
Maria col suo velo copriva Gesù
Maria col suo velo copriva Gesù
Ninna nanna diffusa in tutta l’area dell’Appennino
centrale
Maria lavava
Iuseff stendiva
Bambèin pianziva
Dla fama ch’aviva
Sta zètt puttèin
Che ‘dessa èt turrò
Dàl latt e-g n’è
Dal pan e n’eg-n’ho
L’è gnùu mo l’invèren
E tgnemma andar via
La Vergin Maria
Con tanta pietèe
Sta zètt puttèin
Che ‘dessa èt turrò
Dàl latt e-g n’è
Dal pan e n’eg-n’ho
Maria lavava
Iuseff stendiva
Bambèin pianziva
Dla fama ch’aviva
Sta zètt puttèin
Che ‘dessa èt turrò
Dàl latt e-g n’è
Dal pan e n’eg-n’ho
Ninna nanna raccolta a S.Pellegrino (Reggio
Emilia) da Giuseppe Ferraro e pubblicata nel 1896
in un’antologia di canti dal titolo La vecchia sposa
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NUVENA
San Giuseppe ‘jornu stannu
nta na chiazza a lazzaretti
ppe so fatti caminannu
‘ntisi ‘nsonu du trumetti
senti leggiri n’edittu
ca lu cori assai ci afflittu
Mentri ‘ncinta si truvava
di Gesù la Matri Pia
di rumanu guvirnava
lu Gran Cesari ‘ngiudia
Quannu Cesari jttau
ddu gran bannu riurusu
San Giuseppe si truvava
‘nta la chiazza rispittusu
Canto raccolto a Sant’Agata li Battiati (CT)
OH QUANT’È DUCI
Oh quant’è duci sapurita e bedda
l’ancili la vosiru fari zita
un c’era nuddu ccu ccui apparintari
sulu Giuseppe ccu varba sciurita
Giuseppe si nn’annau ppi li paisa
e la lassau la rosa culurita
quannu fici ritornu a li sei misa
stunau… la truvau gravita cumpita
Ma comu fu stu dannu un sacciu diri
chista unn’è opra d’ omu naturali
Ah, Diu.. s’avissi ‘na spata ‘nmaculata
a mmenzannotti la vurria ammazzari
Calau di ‘ncelu ‘nagilu d’amuri
cchi fai Giuseppe chi ti voi dannari
ti la voi pigghiari ccu Diu celestiali
chiddu ca t’ha sciurutu lu vastuni
Sintennu ancora sta vuci parlari
a la Madonna ci desi un vasuni
sintennu ancora sta vuci parlari
a la Madonna ci desi un Vasuni
Bammineddu miu cchi mi vuliti
l’arma e lu cori miu senza piccati
e ninna ninna nanna ninna ò
dormi figghiuzzu miu e fai la vò
Canto raccolto a Calascibetta (EN)
QUANNE NASCETTE NINNO
Quanne nascette Ninno a Bettalemme
era nott'e pareva miezo juorno.
maje le stelle lustre e belle
se vedettono così
e a cchiù lucente
jett'a chiammà li Magge all'Uriente
A no paese che se cchiamma Ngadde,
sciurettero le bigne e ascette l'uva.
Ninno mio sapuritiello
rappusciello d'uva sì tu
ca tutt'ammore
faje doce a vocca e po ‘mbriache o core
Non c'erano nemmice pe la terra
la pecora pasceva co lione
co caprette se vedette
o liupardo pazzeà
l'urzo e vitiello
e co lo lupo 'n pace o pecoriello
Se rrevotaje nsomma tutt'o munno
lu cielo a terra o mare e tutt'i gente
chi dormeva se senteva
mpiett'o core pazzeà
pe la priezza
e se sonnava pace e contentezza
Guardavano le ppecore i pasturi
e n'Angelo sbrannente cchiù do sole
comparette e le decette
no’ ve spaventate no
contento e riso
la terra è arreventata Paraviso
Canzoncina spirituale attribuita a Sant’Alfonso M.
de Liguori
QUANNU DIU S’HAVIA ‘NCARNARI
Quannu Diu s’havia ‘ncarnari
mannò l’angilu Gabrieli
a Maria ha salutari
la Reggina di li celi
quannu l’ancilu scinni iusu
e guardau stu bellu visu
arristau tuttu cunfusu
si scurdau lu paradisu
Cci cunparsi flosamenti
e dda c’era un pellegrinu
ccu sta nivi e friddurati
unni iti bona genti
itivinni a dda cuntrata
c’è na rutta arriddussata
dda c’è pagghia e l’addumari
risturati stà nuttata
San Giuseppe caminava
‘ntra muntagni e boschi oscuri
San Giuseppe e la Madonna
arridutti a li fridduri
San Giuseppe caminava
e la retina tirava
la tirava curta curta
e traseru ‘nta na rutta
Parturiu la gran Signura
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senza dogghi e ne dulura
fici a Gesu bammineddu
mmenzu ‘o voi e l’asineddu
quannu iddu vinni ‘nterra
purtau la paci e livau la guerra
Gloria Gloria a Diu ca è natu
lu bamminu disidiratu
Semu iunti a stà nuvena
ppi Maria Matri beata
quannu persi la nuttata
mmenzu ‘o friddu e la jlata
semu iunti a stà nuvena
ppi Maria Matri beata
quannu persi la nuttata
mmenzu ‘o friddu e la jlata
Gloria Gloria a Diu ca è natu
lu bamminu disidiratu
disidiratu da li pasturi
ora ca è natu lu Redenturi
Gloria Gloria a Diu ca è natu
lu bamminu disidiratu
disidiratu da li pasturi
ora ca è natu lu Redenturi
Canto raccolto a Mazzara del Vallo (TP)
RALLEGRATIVI PASTURI
Rallegrativi pasturi
ca già è natu lu Missia
Betlemmi a li fridduri
spostu ‘mbrazza di Maria
a stà nova Santa e Pia
li pasturi puvureddi
si parteru ‘ncumpagnia
di l’afflitti pagghiareddi
Falauti e ciarameddi
a la rutta ci purtaru
e diversi canzuneddi
a Gesuzzu ci cantaru
senu junti salutaru
lu bamminu e la Signura
di stù modu ci parlare
vi facemu la bonura
Comu n’ta stà mangiatura
lu videmu a li fridduri
rispunniu la gran Signora:
accussi voli lu Signuri
ora veni lu jardinaru
nenti avia chi cci pur tari
cci purtau n’aranciteddu
ppi jucari lu picciriddu
Ora veni lu picuraru
nenti avia cchi ci pur tari
porta latti ‘nta na cisca
cascavaddu e tuma frisca
Ha vinutu lu lignarolu
nenti avia chi cci pur tari
porta ligna un fasciu ranni
pp’asciucarici li panni
Ha calatu la susanedda
ha scinnutu di li muntagli
porta ‘ntesta ‘na cascitedda
china di mennuli e di castagni
Ha vinutu lu sunaturi
nenti avia chi ci pur tari
‘na sunata i ciaramedda
pi Gesù e Mariuzza bedda
Canto raccolto a Leonforte (EN)
SANT’ANNA GLORIOSA
Sant’Anna gloriosa di Giacchino sei la sposa
di Cristo sei la nonna mamma sei della Madonna
Santa Anna benedetta sei stata fortunata
sei la madre di Maria a te cantammo sant’Anna mia
Scese gl’angelo dagliu cielo e te venne a salutà
salutammo a te Maria nui cantammo l’Ave Maria
sia benedetto l’Angelo ca l’annunziò a Maria
la pace e la concordia in tutto gliu munno sia
Iddio ce la conceda la bella Vergine Maria
benedetta sia quell’ora quando è nato il
Redentore
Gesù bambino è nato dentro il ventre di Maria
è sceso dagliu cielo pe’ salvà l’anima mia
E sta razione che a sta bona casa amme cantate
nel nome di Maria oggi e sempe sia lodata
sia benedetto Dio ca fatto chiste begliu munne
tanto l’ha fatto e l’ha saputo fare
Canto dedicato a Sant’Anna diffuso nell’area del
Lazio meridionale
Sia beneditto chi fici lu munnu
Sia beneditto chi fici lu munnu
chi ce lu fici lu sapette fare
fice prima la notte e po’ lu iorno
e lu sapette crescere e mancare
Po’ ce fice lu mare tuorno tuorno
ce fice li vascelli pe’ navigare
fice li navi e fici lu paradiso
e fici li bellizzi al vostro viso
Poti volare cchiu alta de le stelle
de le mani mei nu poi scappare
sì arta quantu n’arcu de castellu
luci commu na lampa de cristallu
Pigghia la carta e pigghia li pennelli
venenu li pittori e te pingerannu
dipingeranno lu tou visu bellu
giovani commu a tie nu nce ne stannu
Nà iundi de lu mare marenaci
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gjiu de primu amore tu sarai
volia meju na freve e sonnolenza
ca lu miu bene stare a lontananza
Scrivere li volia la mia presenza
cu visciu ce se dice e ce se pensa
cu visciu ce se dice e ce se pensa
e ce li parse lu cambiare stanza
Sia benedettu ci fice lu mundu
commu lu sippe bellu a situare
fice la luna e poi fice la stella
poi fice l’occhi toi cara Ninella
Fice la stella poi fice la luna
poi fice l’occhi toi cara patruna
subbra la capu porti na ghirlanda
mmenzu lu piettu lu sole e la luna
Canto salentino raccolto da Gioacchino e
Tarquinio Fuortes e pubblicato nel 1871 nella
raccolta Saggio di Canti popolari di Giuliano
SONNO SONNO
Sonno sonno
che dagliu monte vieni
vieni a cavaglio
e nun venire a piedi
Vieni a cavaglio
a nu cavaglio bianco
la sella d’oro
e le briglia de brillanti
E ninna nanna
canta alla capanna
pe’ fa’ dormire
stu povero bambino
Nun tene niente
vestiti e copertine
figlio a Maria
che è figlia di sant’Anna
E sonno sonno
che dagliu monte vieni
passa la luna
fai presto nun tardare
Ninna nanna raccolta a Maranola (LT)
VENITE ALLA CAPANNA
Venite patorelli alla capanna
venite a visità Gesù bambino
quando nascesti tu Gesù bambino
la terra circondata fu di fiori
o verginella figlia di sant’Anna
in ventre lo portasti il bambinello
e gli angeli dicevano alli santi
correte tutti quanti alla capanna
E’ nato senza ori e senza panni
scaldato da no bove e n’asinello
la notte di Natale è notte santa
è festa grande co li soni e canti
e sta razione ch’ è stata cantata
a gliu bambin Gesù sia presentata
Venite patorelli alla capanna
venite a visità Gesù bambino
Canto di novena degli zampognari dell’area
dell’Appennino centrale
VIENE SUONNO DA LO CIELO
Viene suonno da lo Cielo
vien' e adduorme sso Nennillo
pe pietà ca è peccerillo
viene suonno e non tardà
Gioia bella de sto core
vurria suonno addeventare
doce doce pe te fare
ss'uocchie bell' addormentà
Ma si tu p'esser'amato
te si fatto bammeniello
sulo amore è o sonnariello
che dormire te po fa
Ment'è chesto può fa nonna
pe te st'arma è arza e bona
t'amo t'amo Uh sta canzona
già t'ha fatto addobeà
Canzoncina spirituale attribuita a Sant’Alfonso M.
de Liguori
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Ad accompagnare i concerti de La ChiaraStella durante il giorno un ricco programma di animazione gastronomica presso il BArt dell’Auditorium. La sera, al termine di ciascun concerto,
il pubblico presente potrà gustare un dolce tipico natalizio accompagnato da un bicchiere di vino.
◗ GIOVEDÌ 3
11.00
Semplici e farcite: paste fresche di Natale
dimostrazione pratica di lavorazione delle principali paste all’uovo
17.00
I sapori delle Feste
degustazione guidata
◗ VENERDÌ 4
11.00
I dolci di Natale
dimostrazione delle lavorazioni artigianali dei principali prodotti da forno regionali
17.00
Le tradizioni norcine dell'Appennino
degustazione guidata
◗ SABATO 5
11.00
I dolci di Natale
dimostrazione delle lavorazioni artigianali dei principali prodotti da forno regionali
17.00
Il Natale del pastore: cacio e vini della nostra terra
degustazione guidata
Le degustazioni guidate e le dimostrazioni gastronomiche sono gratuite e per un massimo di
venti persone.
Per prendervi parte è necessario inviare una mail a [email protected] entro le ore 14.00
di mercoledì 2 gennaio 2008. Nella prenotazione elettronica è necessario indicare l’orario
scelto, il numero e il nome dei partecipanti ed inserire un recapito telefonico.
DigitaliaLab srl • Roma • www.digitalialab.it
Segreteria organizzativa:
ARM - Azienda Romana Mercati
Tel. 06 69792401
Fax 06 6794845
E-mail: [email protected]
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