Regione: St udi o Tecni co Pezzi P. I . Gr azi ano Vi a Bonf i gl i o 27/ h2 CASTELGOFFREDO MN Pr oget t azi one Ver i f i ca Consul enza I mpi ant i el et t r i ci Tel . 0376/ 779087 e- mai l : gr apezzi @t i n. i t Cel l 3357116545 Provincia: Comune: LOMBARDIA BRESCIA DESENZANO D/G Oggetto: PROGETTO PRELIMINARE IMPIANTO ELETTRICO DM 37-08 RELAZIONE PROTEZIONE CONTRO I FULMINI PROGETTO IMPIANTO RIVELAZIONE FUMI- IMPIANTO EVAQUAZIONE DIFFUSIONE SONORA Committente: SESTO SENSO SRL Parte d'opera: Piano terra -primo - seminterrato Loc./cant. lavori: DESENZANO D/G BS Allegati: TAVOLE SCHEMI QUADRI ELETTRICI TAVOLA RAPPR. TOPOGR. IMPIANTO ELETTRICO TAVOLA RAPPR. TOPOGR. IMPIANTO RIVELAZIONE FUMI-EVAQUAZIONE Riferimenti: Data: Timbro: 07/05/2015 Il tecnico incaricato: PEZZI P. I. GRAZIANO N° Progetto: 9219P/15 IMPIANTO ELETTRICO RELAZIONE TECNICA Dati di riferimento • Dati di progetto • Classificazione dei luoghi e Norme di riferimento • Documentazione di Progetto • Requisiti di rispondenza a Norme • Requisiti di rispondenza a Leggi e Regolamenti • Descrizione dell'impianto • Relazione di calcolo per la protezione contro i fulmini Riferimenti Normativi • Prescrizioni generali • Impianti elettrici negli luoghi di pubblico spettacolo rd intrattenimento • Impianti elettrici negli ambienti a maggior rischio in caso di incendio • Impianti per lampade a scarica con catodo freddo DATI DI PROGETTO Dati del sistema di distribuzione dell'Energia elettrica Il prelievo dell'Energia è effettuato immediatamente a valle dell 'ENEL in apposito centralino posato esternamente al locale . L'energia elettrica in corrispondenza della sezione di arrivo, presenta le seguenti caratteristiche: Tensione concatenata : 380 V 3F Tensione di fase : 220V F+N Frequenza: 50HZ Sistema di distribuzione: TT Categoria : 1 (tensione nominale da oltre 50V fino a 1000V) Potenza impegnata contatore :100 kW Caduta di tensione massima ammessa : 4% Icc PRESUNTAin corrispondenza della sezione di arrivo) = 15KA CLASSIFICAZIONE DEI LUOGHI Locale aperto al pubblico Att. 65/2/C: Locali di spettacolo e di trattenimento in genere, impianti e centri sportivi, palestre, sia a carattere pubblico che privato, con capienza superiore a 200 persone ovvero di superficie lorda in pianta al chiuso superiore a 200 mq Ambiente adibito a pubblico con affluenza di pubblico superiore a 100 persone e inferiore 1000. Gli impianti elettrici dovranno rispondere alle prescrizioni generali della Norma CEI 64-8 , alle prescrizioni particolari della sezione 751 "Ambiente a maggior rischio in caso di incendio di tipo A " e alle prescrizioni particolari della sezione 752 “Impianti elettrici nei luoghi di pubblico spettacolo e intrattenimento”. Locale CENTRALE TERMICA Att. 74/1/A: Impianti per la produzione di calore alimentati a combustibile solido, liquido o gassoso con potenzialità superiore a 116 kW (fino a 350 kW) Luogo con pericolo di esplosione contenente apparecchiature per riscaldamento/raffrescamento alimentate a gas metano con potenzialità complessiva superiore a 116 kW (fino a 350 kW) . Gli impianti elettrici sono soggetti alla Norme successive CEI 31-33/34/35 Ambienti contenenti bagni o docce Gli impianti elettrici dovranno rispondere alle prescrizioni generali della Norma CEI 64-8 e alle prescrizioni particolari della sezione 701 "Locali contenenti bangni docce) Non esistono altre particolari situazioni soggette a Normativa specifica CEI. Requisiti di rispondenza a Norme - Norma CEI 0-2 “Guida alla documentazione di progetto degli impianti elettrici” - Norma CEI 11-17 “Impianti di produzione, trasmissione e distribuzione di energia elettrica Linee in cavo” - Norma CEI 11-46 “Strutture sotterranee polifunzionali per la coesistenza di servizi a rete diversi – Progettazione, costruzione, gestione ed utilizzo – Criteri generali di posa” - Norma CEI 11-47 “Impianti tecnologici sotterranei – Criteri generali di posa” Dicembre 2008 - Norma CEI 64-8 “Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua” - Norma CEI 103-6 “Protezione delle linee di telecomunicazione dagli effetti dell'induzione elettromagnetica provocata dalle linee elettriche vicine in caso di guasto” - Norma CEI EN 50086 2-4 “Sistemi di tubi ed accessori per installazioni elettriche Parte 2-4: Prescrizioni particolari per sistemi di tubi interrati” - Norma CEI 17-13 fasc. 1433: “Apparecchiature assiemate di protezione e manovra per bassa tensione”; - Norma CEI 23-51“fasc. 2731: “Prescrizioni per la realizzazione, le verifiche e le prove dei quadri di distribuzione per installazioni fisse per uso domestico e similare”; - Norma CEI 20-20 fasc. 663: “Cavi isolati in polivinilcloruro con tensione nominale non superiore a 450/750 V”; - Norma CEI 20-13: “Cavi isolati in gomma butilica con grado di isolamento superiore a 3”; - Norma CEI 20-22: Prova dei cavi non propaganti l’incendio”; - Norma CEI 23-8: "Tubi protettivi rigidi in polivinilcloruro e accessori”; - Norma CEI 23-14: “Tubi protettivi flessibili in PVC e loro accessori”; - Norma CEI 23-18 (fasc. 532): “Interruttori differenziali per usi domestici e similari”; - Norma CEI 23-5: “Prese a spina per usi domestici e similari”; - Norma CEI 23-3: “Interruttori automatici di sovracorrente per usi domestici e similari”; - Norma CEI 64-50: “Guida CEI edilizia residenziale”; - Norma CEI 64-51: “Criteri particolari per Centri Commerciali”; - Norma CEI 64-54: “Criteri particolari per locali di pubblico spettacolo”; - Norma CEI 64-12: “Guida per l’esecuzione dell’impianto di terra negli edifici per uso residenziale e terziario”; - Norma CEI EN 62305-1/4:” Norme per la protezione contro i fulmini”; - Norma CEI 34-21: “Apparecchi di illuminazione”; - Norma CEI 17-1 fasc. 4659C: “Interruttori a corrente alternata a tensione superiore a 1000 V”; - Norma CEI 17-5 fasc. 1913E: “Apparecchiatura a bassa tensione. Parte 2: Interruttori automatici”; - Norma CEI 17-11 fasc. 2097E: “Apparecchiatura a bassa tensione. Parte 3: Interruttori di manovra, sezionatori, interruttori di manovra-sezionatori e unità combinate con fusibili”; - Norma CEI 70-1 fasc. 1915E: “Gradi di protezione degli involucri. (Codice IP)”; - Norma CEI 100-2: “ Guida per la predisposizione delle infrastrutture per gli impianti elettrici, elettronici e per le comunicazioni””; - Norma CEI 100-7: “ Guida per l’applicazione delle norme sugli impianti di ricezione televisiva”; - Norma CEI 103-1: “Impianto telefonici interni”; - Norma EN 60849: “Sistemi elettroacustici applicati ai servizi di emergenza”; - Norma CEI UNI EN 12464-1: “Illuminazione di interni con luce artificiale”; - Norma UNI EN 1838: “Illuminazione di emergenza”; - Norma UNI 9795: “Sistemi fissi automatici di rivelazione, di segnalazione manuale e di allarme incendio”; - Norma CEI 306-2: “ Guida per il cablaggio per telecomunicazioni e distribuzione multimediale negli edifici residenziali”; - Norma CEI 306-10: “ Sistemi di cablaggio strutturato: Guida alla realizzazione ed alle norme tecniche”; - Norma CEI 64-14: “ Guida alle verifiche degli impianti elettrici”; - Norma CEI 11-27: “ Lavori su impianti elettrici”; - Norma CEI 11-48: “ Esercizio degli impianti elettrici”; - Norma CEI 79-3: “ Norme particolari per Impianti antieffrazione e antintrusione”; Requisiti di rispondenza a Leggi e Regolamenti • Legge n. 1341 del 13/12/1964 “Linee elettriche aeree Esterne” • Legge n. 186 del 01/03/1968 “Disposizioni concernenti materiali e impianti elettrici” • Legge n. 791 del 18/10/1977 “Attuazione della direttiva del Consiglio delle Comunità Europee (n. 72/23/CEE) relativa alle garanzie di sicurezza che deve possedere il materiale elettrico destinato ad essere utilizzato entro alcuni limiti di tensione” • DM del 15/12/1978 “Designazione del Comitato Elettrotecnico Italiano di normalizzazione Elettrotecnica ed Elettronica” • DM del 5/10/1984 “Attuazione della direttiva (CEE) n. 47 del 16/1/1984 che adegua al progresso tecnico la precedente direttiva (CEE) n. 196 del 6/2/1979 concernente il materiale elettrico destinato ad essere impiegato in atmosfera esplosiva già recepito con il Decreto del Presidente della Repubblica 21/7/1982 n. 675” • Legge n. 818 del 7/12/1984 “Nulla osta provvisorio per le attività soggette ai controlli di prevenzione incendi, modifica agli Articoli 2 e 3 della Legge 4/3/1982 n. 66 e norme integrative all’ordinamento del corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco” • DM dell’8/3/1985 “Direttive sulle misure più urgenti ed essenziali di prevenzione incendio ai fini del rilascio del Nulla osta provvisorio di cui alla Legge 7/12/1984 n. 818” • DM del 27/3/1985 “Modificazioni al decreto Ministeriale 16/2/1982, contenente l’elenco dei depositi e industrie pericolosi, soggetti alle visite e controlli di prevenzione incendi” • Legge n. 46 del 5/3/1990 “Norme per la sicurezza degli impianti” • Direttiva 06/95/CEE del 12-12-2006 “Riguardante la marcatura CE del materiale elettrico” • DPR 392 del 18-4-94 “Emendamenti alla legge 46/90 e al DPR 447” • DPR n. 459 24/07/1996 “Regolamento per l’attuazione delle direttive 89/392/CEE, 91/368/CEE, 93/44/CEE e 93/68/CEE concernenti di riavvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relativi alle macchine” • D.Lgs. n. 615 12/11/1996 “Attuazione della direttiva 89/336/CEE del Consiglio del 3 maggio 1989 in materia di riavvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative alla compatibilità elettromagnetica, modificata e integrata dalle direttive 92/ 31/ CEE, 93/ 68/ CEE, 93/97/ CEE” • D.Lgs. n. 626 25/11/1996 “Attuazione della direttiva 93/68/CEE (che notifica la direttiva 73/23/CEE) in materia di marcatura CE del materiale elettrico destinato all’essere utilizzato entro taluni limiti di tensione” • D.Lgs. n. 277 del 31/07/1997 “Modificazioni del decreto legislativo 25 novembre 1996, n. 626 recante attuazione della direttiva 93/68/CEE in materia di marcatura CE del materiale elettrico destinato ad essere utilizzato entro taluni limiti di tensione” • DPR n. 126 del 23/03/1998 “Regolamento recante norme per l’attuazione della direttiva 94/9/CE in materia di apparecchi e sistemi di protezione destinati ad essere utilizzati in atmosfera esplosiva” • DM del 5/05/1998 “Aggiornamento delle norme tecniche per la progettazione, esecuzione ed esercizio delle linee elettriche aeree esterne” • D.Lgs. n. 79 del 16/03/1999 “Attuazione della direttiva 96/92/CE recante norme comuni per il mercato interno dell’energia elettrica” • Legge n. 36 del 22/02/2001 “Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici” • DPR n. 462 del 22/10/2001 “Regolamento di semplificazione del procedimento per la denuncia di installazioni e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, di dispositivi di messa a terra di impianti elettrici e di impianti elettrici pericolosi” 3/11 Le Norme e la Progettazione degli impianti elettrici di bassa tensione • DM n. 37 del 22/01/2008 “Regolamento concernente l’attuazione dell’art. 11 – quaterdecies, comma 13,lettera a) della legge n. 248 del 2 dicembre 2005, recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all’interno degli edifici” • D.Lgs. n. 81 del 9/04/2008 e smi “Testo unico sulla sicurezza” - Prescrizioni impartite dall'ENEL - Prescrizioni impartite dai vigili del fuoco - Prescrizioni impartite dall' USSL DOCUMENTAZIONE DI PROGETTO 1.C DOCUMENTAZIONE DI PROGETTO (D.lgs. 37/08)( DPR 22 ottobre 2001 n. 462) CARATTERISTICHE DELL'IMPIANTO TIPO DI IMPIANTO : Elettrico a partire dal punto di consegna dell'ente distributore - Codice CEI: TERBT DESTINAZIONE D'USO : Terziario TIPO DI INTERVENTO : Nuova installazione CARATTERISTICHE SPECIFICHE Ambiente a maggior rischio in caso di incendio soggetti a Normativa specifica CEI. Impianto elettrico alimentato a tensione inferiore a 1000 V c.a. e superficie dell'immobile adibito all'attività' maggiore di 200 metri quadri. REQUISITI TECNICO-PROFESSIONALI DEL PROGETTISTA E DELL'INSTALLATORE L'INTERVENTO ricade nell'ambito della D.lgs. 37/08 e ex legge 46/90 art.1 comma 1 lettera a) e art. 6, nonchè' del DPR 447/91 art.4 comma 1. Il PROGETTO deve essere redatto da un professionista iscritto ad un albo professionale nell'ambito delle proprie competenze .. Il progetto deve essere depositato: a) presso gli organi competenti al rilascio di licenze di impianto o di autorizzazioni alla costruzione quando previsto dalle disposizioni legislative e regolamentari vigenti; b) presso gli uffici comunali, contestualmente al progetto edilizio, per gli impianti il cui progetto non sia soggetto per legge ad approvazione. I LAVORI devono essere affidati ad un'impresa installatrice o, per i lavori all'interno di una azienda non installatrice, ad un suo ufficio tecnico interno, abilitati ai sensi dell'art.2 della legge 46/90 o dell'art.5 del DPR 392/94. Al termine dei lavori l'impresa o l'ufficio tecnico interno di azienda non installatrice deve inviare al committente ed alla C.C.I.A.A. nella cui circoscrizione l'impresa installatrice o l'azienda ha sede la dichiarazione di conformità' alla regola d'arte firmata dal rappresentante legale e dal responsabile tecnico ai sensi dell'art.9 della legge 46/90, dell'art.7 del DPR 447/91 e art.4 del DPR 392/94, utilizzando il modello approvato con DM 20.2.1992. Qualora nuovi impianti vengano installati in edifici per i quali e' già' stato rilasciato il certificato di abitabilità' od agibilità', l'impresa installatrice o l'ufficio tecnico interno di azienda non installatrice deve depositare presso il comune, entro 30 giorni dalla conclusione dei lavori, il progetto di rifacimento dell'impianto e la dichiarazione di conformità od il certificato di collaudo degli impianti installati, ove previsto da altre norme o dal DPR 447/91 (Regolamento di attuazione della legge 46/90). Il DPR 22 ottobre 2001 n. 462 modifica la disciplina precedente circa la denuncia degli “impianti elettrici di messa a terra e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche”, come risulta dal contenuto dell’art. 2. Art. 2. Messa in esercizio e omologazione dell'impianto 1. La messa in esercizio degli impianti elettrici di messa a terra e dei dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche non può essere effettuata prima della verifica eseguita dall'installatore che rilascia la dichiarazione di conformità ai sensi della normativa vigente. La dichiarazione di conformità equivale a tutti gli effetti ad omologazione dell'impianto. 2. Entro trenta giorni dalla messa in esercizio dell'impianto, il datore di lavoro invia la dichiarazione di conformità all'ISPESL ed all'ASL o all'ARPA territorialmente competenti. 3. Nei comuni singoli o associati ove è stato attivato lo sportello unico per le attività produttive la dichiarazione di cui al comma 2 è presentata allo stesso. Ne consegue che, come previsto dal capo V, devono cosiderarsi abrogati: a) gli art. 40 e 328 del DPR 27 Aprile 1955 n. 547; b) gli articoli 2, 3 e 4 del decreto del Ministro per il Lavoro e la Previdenza sociale del 12 settembre 1959; c) i modelli A, B, C, previsti dallo stesso Decreto. RELAZIONE ILLUSTRATIVA Alimentazioni L'alimentazione dell'impianto sarà derivata da quadro elettrico partenza contatore , posizionato immediatamente a valle del contatore Enel sul confine di proprietà, attraverso adeguato interruttore automatico magnetoremico differenziale a protezione della linea di alimentazione del quadro generale piano terra . Tale interruttore di partenza sarà provvisto di bobina di sgancio a lancio di corrente , azionata da pulsante di sgancio sottovetro posto all’ingresso dello stabile in locale permanentemente presidiato. Il sistema di distribuzione sarà del tipo TT e la tensione di alimentazione sarà 380V 3f+n con una potenza installata 100KW. Conduttore di protezione principale L’impianto elettrico sarà asservito da impianto di terra intenzionale. Il conduttore di terra sarà collegato all’impianto disperdente e farà capo al collettore principale di terra installato nel quadro generale di distribuzione. Quadro elettrico generale Il quadro elettrico dovrà essere dotato di tutte le etichette necessarie per la immediata identificazione dei vari circuiti. Sul fronte del quadro elettrico in posizione visibile dovrà essere esposta la targa di identificazione del quadro come per altro previsto dalla Norma Cei 17-13. I punti di congiunzione con le canalizzazioni elettriche dovranno essere effettuati usufruendo delle appropriate flangie di giunzione. Al termine dei lavori la ditta installatrice dei quadri dovrà produrre idonea documentazione per la certificazione dei quadri : -Dichiarazione di conformità alla Norma 17-13 -Certificato di collaudo -Somma delle potenze dissipate dalle apparecchiature installate Sottoquadri Sono previsti vari sottoquadri di distribuzione eseguiti come da schemi quadri elettrici allegati: TAV.01 Quadro di TESTA TAV.02 Quadro generale distribuzione TAV.03 Quadro CT TAV.04 Quadro DISCOTECA TAV.05 Quadro GUARDAROBA TAV.06 Quadri CUCINA/CAMBUSA TAV.07 Quadro RISTORANTE TAV.08 Quadro SEMINTERRATO TAV.09 Quadro UFF. P1 TAV.10 Quadro POMPACALORE TAV.11 Quadri BAR CENTRALE TAV.12 Quadro DJ TAV.13 Quadri BAR 2 I quadri elettrici dovranno essere dotati di tutte le etichette necessarie per la immediata identificazione dei vari circuiti. Sul fronte del quadro elettrico in posizione visibile dovrà essere esposta la targa di identificazione del quadro come per altro previsto dalla Norma Cei 23-51. Al termine dei lavori la ditta installatrice dei quadri dovrà produrre idonea documentazione per la certificazione dei quadri : -Dichiarazione di conformità alla Norma CEI 23-51 -Somma delle potenze dissipate dalle apparecchiature installate Canalizzazioni elettriche Saranno eseguite in parte sottotraccia con tubazioni flessibili isolanti , in parte a vista , con tubazioni isolanti rigide e canalizzazioni metalliche. Si raccomanda l’uso di adeguati passatubo per le giunzioni tubo/scatola Si raccomanda la scelta sistemi di fissaggio alle pareti che deve avvenire mediante l'impiego di dispositivi adeguati . Cavi Distribuzione interna Saranno adottati cavi del tipo: 1) Cavo in corda di rame ricotto stagnato isolato in gomma elastomerico di qualità G9, N07G9-K, non propagante di incendio ( CEI 20-22 II), non propagante di fiamma ( CEI 20-35), contenuta emissione di gas corrosivi (CEI 20-37 I, CEI 20-38), ridottissima emissione di gas tossici e di fumi opachi in caso di incendio (CEI 20-37 II, CEI 20-37 III e CEI 20-38) per tensioni nominali 450/750 V ad una temperatura di esercizio max 85° C con conduttore a corda flessibile. Il cavo dovrà riportare stampigliato a rilievo: sezione, CEI 20-22 II/20-38, la sigla N07G9-K, Ia marca o provenienza di prodotto e marchio IMQ. Per ambienti a rischio di incendio per garantire la massima sicurezza alle persone. Tipo N07G9-K 450-750V 2) ) non propaganti la fiamma(CEI 20-35) , non propaganti l’incendio(CEI 20-22 II) , contenuta emissione di gas corrosivi in caso di incendio (CEI 20-37 I) , mescola isolante con elevate caratteristiche elettriche,meccaniche,termiche(CEI 20-11 e 20-54). Tipo FG7R 0.6/1kv 3) Cavo in corda flessibile o rigida di rame ricotto stagnato isolato in gomma elastomerico di qualità G10, FG10OM1 o RG10OM1, non propagante di incendio ( CEI 20-22 III), non propagante di fiamma ( CEI 20-35), contenuta emissione di gas corrosivi (CEI 20-37 I, CEI 20-38), ridottissima emissione di gas tossici e di fumi opachi in caso di incendio (CEI 20-37 II, CEI 20-37 III e CEI 2038) con guaina termoplastica speciale M1 di colore nero RAL 9005 per tensioni nominali 600/1000 V ad una temperatura di esercizio max 85° C con conduttore a filo unico, corda rigida o flessibile. Il cavo dovrà riportare stampigliato a rilievo la designazione secondo tabelle CEI-UNEL 35011, numero di conduttori per sezione CEI 20-22 III/20-38, Ia marca o provenienza di prodotto, la marcatura metrica progressiva e marchio IMQ. Per ambienti a rischio di incendio per garantire la massima sicurezza alle persone. Tipo FG7(O)M1 0.6/1kv 4) resistenti al fuoco (CEI 20-45) non propaganti la fiamma(CEI 20-35) , non propaganti l’incendio(CEI 20-22 II) , contenuta emissione di gas corrosivi in caso di incendio (CEI 20-37 I) , mescola isolante con elevate caratteristiche elettriche,meccaniche,termiche(CEI 20-11 e 20-54). Tipo FGT10(O)M1 (RF 31-22) 0.6/1kv Distribuzione esterna Saranno adottati cavi del tipo non propaganti la fiamma(CEI 20-35) , non propaganti l’incendio(CEI 20-22 II) , contenuta emissione di gas corrosivi in caso di incendio (CEI 20-37 I) ,mescola isolante con elevate caratteristiche elettriche,meccaniche,termiche(CEI 20-11 e 20-54). Tipo FG7R 0.6/1KV Dovranno essere posati cavi con sezione e isolamento come da progetto esecutivo. Eventuali variazioni dovranno essere preventivamente concordate con il sottoscritto. Eventuali cavi di segnale(antincendio , allarme) dovranno essere posati in conduttura separata o in porzione di canale con segregazione. Possono essere installati nella stessa tubazione cavi di segnale/energia aventi lo stesso grado di isolamento. Sistema di illuminazione Nei locali adibiti a magazzino , servizi , WC sarà adottato un tipo di illuminazione diretta fluorescente senza particolari requisiti. in grado di garantire un illuminamento medio di circa 100lux al piano lavoro . Nei locali adibiti a discobar saranno adottati vari effetti scenici con uso di corpi illuminanti alogeni , fluorescenti , ioduri metallici E LED. Sistema di illuminazione di Emergenza Sarà del tipo MISTO con apparecchi di illuminazione autoalimentati provvisti di inverter e batteria,e circuito resistente al fuoco indipendente con faretti alogeni e gruppo soccorritore , il tutto per funzionamento autonomo per almeno 1 ora. Il livello medio di illuminazione previsto è di 2 lux medio in tutti gli ambienti e 5 lux in prossimità delle vie di esodo e delle scale. Le uscite di sicurezza saranno provviste , all’interno S.A.(sempre accesa) e all’esterno S.E.(solo emergenza) di lampada di emergenza autoalimentata sovrastante con pittogramma unificato . -Impianti sgancio energia elettrica e segnalazione L’impianto elettrico sarà dotato di pulsante di sgancio, posizionato in posizione facilmente raggiungibile dall’esterno , atto a porre fuori tensione l’intero impianto in caso di emergenza. -L’impianto con gruppo soccorritore sarà anch’esso dotato di pulsante di sgancio, posizionato in posizione facilmente raggiungibile dall’esterno , a disposizione dei vigili del fuoco ,atto a porre fuori tensione l’intero impianto in caso di emergenza. -Il locale centrale termica sarà dotato di pulsante di sgancio esterno, posizionato in prossimità dell’accesso locale caldaia , atto a porre fuori tensione la relativa linea di alimentazione dal quadro generale di distribuzione. -Nei bagni a servizio Handicap saranno posizionati adeguati pulsanti di allarme a tirante atti ad azionare segnalazioni ottiche acustiche per richiamare l’attenzione del personale di servizio. IMPIANTI AUSILIARI Impianti telefonici L’ impianto telefonico dovrà sempre avere tubazioni,scatole, e cassette separate dagli altri impianti . Sono ammessi incroci per brevi tratti e canalizzazioni co setti separatori. Nel caso in cui non fosse possibile è possibile utilizzare le stesse tubazioni utilizate per altri servizi a condizione che i cavi alloggiati nella stessa tubazioni siano isolati per la tensione massima presente Impianto TV L’impianto TV dovrà sempre avere tubazioni,scatole, e cassette separate dagli altri impianti. Sono ammessi incroci per brevi tratti e canalizzazioni co setti separatori. Impianto allarme Sarà previsto un impianto rilevazione fumi in tutti i locali e compartimenti eseguito a Norma UNI 9795 .(Vedi relazione tecnica particolareggiata allegata) L’impianto allarme e incendio dovrà sempre avere tubazioni,scatole, e cassette separate dagli altri impianti. Sono ammessi incroci per brevi tratti e canalizzazioni co setti separatori. Nel caso in cui non fosse possibile è possibile utilizzare le stesse tubazioni utilizzate per altri servizi a condizione che i cavi alloggiati nella stessa tubazioni siano isolati per la tensione massima presente. Riferimenti Normativi : Prescrizioni generali Protezione contatti indiretti(CEI 64-8 Art.413.2-Art.413.1) Per la protezione dai contatti indiretti si sono adottati a seconda dei casi i sistemi di protezione seguenti: -protezione tramite interruzione automatica dell'alimentazione utilizzando dispositivi di interruzione differenziale ad alta sensibilità (0.03-0.3A) e collegando saldamente a terra le masse dell'impianto elettrico. -protezione tramite l'utilizzo di componenti elettrici di classe 2 senza collegamento a terra essenso quest'ultimo vietato nel caso in oggetto. Protezione contatti diretti Tale protezione è stata effettuata proteggendo le parti attive dell'impianto elettrico e dei componenti elettrici con involucri a grado di protezione maggiore di IPXXD. Il grado di protezione minimo dell'impianto è comunque di entità maggiore o uguale a IP2X. Protezione dalle sovracorrenti(CEI 64-8 Art.433.2-Art.434.3) La protezione contro i sovraccarichi viene effettuata in conformità alle normative (Cei 648/4sez.433)coordinando il cavo con il dispositivo di protezione(In=corrente nominale,If=corrente convenzionale di funzionamento,Iz=portata dellla conduttura in regime permanente), in modo tale che siano soddisfatte le seguenti condizioni: Ib<=In<=Iz If<=1.45 Iz La protezione contro i cortocircuiti viene effettuata in conformità alle Norme CEI 64-8/4 sez.434;il potere di interruzione del dispositivo di interruzione sia maggiore o uguale alla massima corrente di cortocircuito presunta nel punto di installazione.Alla massima corrente di cortocircuito presunta(guasto franco all'inizio dell'installazione),il dispositivo di protezione lasci passare un valore di I2t minore o uguale al massimo valore di energia specifica passante sopportata dal cavo; deve valere dunque la relazione: I\2 t <= k\2 S\2 dove: k è il coefficiente che dipende dal tipo di isolante S è la sezione del conduttore Cavi e conduttori ISOLAMENTO Devono essere impiegati i tipi di cavo indicati nei disegni o nella relazione tecnica,comunque rispondenti alla unificazione CEI_UNEL e provvisti di marchio IMQ. In particolare sono adottati cavi rivestiti di materiale isolante non propagante l'incendio (norma CEI 20-22 e con ridotta emissione di gas corrosivi(norma CEI 20-37) , simbolo di designazione N07V-K,N1VVK,FG7R 0.6/1kV). Il cavo deve essere calibrato secondo la tensione nominale ovvero secondo la tensione per la quale è previsto l'uso. Nei sistemi di Prima categoria ,(tensione nominale da 50V a 100V C.A.) i cavi utilizzati devono essere adatti a tensioni nominali verso terra e tensioni nominali(Uo/U)non inferiori a 450/750V il cui simbolo di designazione è 07. I conduttori utilizzati nei circuiti di segnalazione e comando devono essere adatti a tensioni nominali non inferiori a 300/500V il cui simbolo di designazione è 05. Questi ultimi se posati nello stesso tubo,condotto o canale , con cavi previsti a tensioni nominali superiori, devono essere adatti alla tensione nominale maggiore. Colorazione: G/V conduttore di protezione o di terra blu chiaro, conduttore di neutro nero,marrone,grigio, conduttore di fase Esempio di designazione del cavo: N1VVK N=norma nazionale ; 1=tensione nominale di isolamento 0.6/1kV; V=materiale isolante PVC ;V=materiale guaina PVC; K=conduttore a corda flessibile. SEZIONI La scelta della sezione del cavo da impiegare è fatta tenendo conto dei seguenti criteri: -deve essere impiegata come base di calcolo la tebella UNEL 35024-70 per la determinazione della portata in regime permanente; -deve essere calcolata la portata dei cavi considerando un temperatura ambiente di 30C°; -devono essere applicati i coefficienti di riduzione alla condizione di installazione e al raggruppamento dei cavi; -la caduta di tensione tra l'utilizzatore più lontano e la fonte di energia non deve superare il 4%; La sezione non deve essere comunque inferiore: -sezione minima conduttori di fase Norma CEI 64-8/5 fasc. 1920 Tab.52E -la sezione dei conduttori di neutro deve avere la stessa sezione dei conduttori di fase nei circuiti monofasi a 2 fili qualunque sia la sezione dei conduttori e nei circuiti polifas3e quando la sezione dei conduttori di fase sia minore o uguale a 16 mmq(cu) e 25mmq(al). Nei circuiti polifase i cui conduttori di fase abbiano una sezione di fase superiore a 16mmq(cu) o 25mmq(al) la sezione dei conduttori di neutro può essere inferiore alla sezione dei corrispondenti conduttori di fase purché sia almeno uguale a 16mmq(CU) e 25mmq(AL). -sezione minima conduttori di protezione Norma CEI 64-8/5 fasc. 1920 Tab. 54F -sezione minima conduttori di terra Norma CEI 64-8/5 fasc. 1920 Tab. 54A Coefficiente di stipamento Le condutture devono essere scelte e messe in opera in modo da impedire, durante la messa in opera, l'uso o la manutenzione ,danneggiamenti alle guaine ,agli isolamenti dei cavi ed alle loro terminazioni. Le dimensioni interne dei tubi protettivi e dei relativi accessori devono essere tali da permettere di tirare i cavi dopo la messa in opera di questi tubi protettivi e relativi accessori. I raggi di curvatura delle condutture devono essere tali che i conduttori e i cavi non ne risultino danneggiati. Art. 522.8 Norma CEI 64-8(92). IMPIANTI ELETTRICI NEI LUOGHI INTRATTENIMENTO(Norma CEI 64-8 Sez. 752) DI PUBBLICO SPETTACOLO O Quadri elettrici Il quadro generale di distribuzione(dotato di sportello frontale chiudibile a chiave) sarà disposto in ambiente non accessibile al pubblico e conterrà le apparecchiature di manovra e protezione di tutte le linee ad esso collegate. Sul fronte dei pannelli saranno disposte targhette per dare una chiara indicazione della funzione dei diversi interruttori.(Cei 752.3.4)I quadri secondari , saranno chiusi con involucri a grado di protezione adeguato e disposti in ambiente non accessibile al pubblico.(Cei 752.3.5) Suddivisione dei circuiti L'impianto sarà suddiviso in più circuiti .Per le sale con : illuminazione su 2 circuiti , illuminazione ambienti annessi,illuminaziono corridoi atrio e ingresso,prese fisse. Per gli altri ambienti con : illuminazione ambienti di servizio,illuminazione esterna,illuminazione wc.CEI 752.3.6. Servizi di sicurezza L'illuminazione di sicurezza sarà costituta con apparecchi autonomi (aventi autonomia superiore a 1 ora) e dovrà consentire di mettere in evidenza le uscite di sicurezza e il percorso per raggiungerle.(CEI 752.35.1) L'illuminazione di sicurezza dovrà essere presente in tutti gli ambienti in cui ha accesso il pubblico.(CEI 752.35.4) L’illuminamento minimo dovrà essere , sul piano orizzontale ad 1m di altezza dal piano di calpestio, non inferiore a 5lx in corrispondenza delle porte e delle scale e 2 lx negli altri ambienti in cui ha accesso il pubblico.(CEI 752.56.5) L'intervento degli interruttori di protezione del circuito di alimentazione dovrà provocare una segnalazione ottico-acustica in luogo presidiato.(CEI 752.56.7) Dovrà essere previsto un comando di emergenza disposto in ambiente facilmente raggiungibile(Zona cassa) atto a mettere fuori servizio l'intero impianto in caso di emergenza.(CEI 752.46.3). Prese a spina fisse Le prese a spina fisse installate nei luoghi accessibili al pubblico saranno del tipo dotate con schermi di protezione degli alveoli attivi . Le prese a spina fisse installate nei luoghi non accessibili al pubblico saranno raggruppate sotto la stessa protezione mai in numero superiore a 5.(CEI 752.55.1) Apparecchi di illuminazione Saranno del tipo "resistenti alla fiamma ed all'accensione". (cei 34-21 art 13.3) In presenza di pericoli derivanti da urto saranno sempre dotati di protezione specifica.(CEI 752.55.3) Verifiche e prescrizioni di esercizio(CEI 752.6) Il personale addetto all'esercizio e alla manutenzione dovrà sempre avere a propria disposizione gli schemi generali e di montaggio dell'impianto elettrico. L'ambiente dovrà essere dotato di estintori idonei per spegnere incendi di apparecchiature elettriche. Il personale addetto all'esercizio dovrà controllare il regolare funzionamento dell'impianto di sicurezza prima dell'ammissione del pubblico nel locale. L'intero impianto elettrico deve essere attentamente ispezionato almeno una volta l'anno. In apposito registro devono essere annotati i controlli fatti, i risultati delle ispezioni periodiche e ogni modifica o incidente inerente l'impianto elettrico. Registro delle verifiche In apposito registro si dovrà tenere nota , a cura del personale autorizzato : -dei controlli fatti all’inizio giornaliero degli spettacoli e quando vengano messi in servizio dopo un lungo periodo di inattività ,controllare il regolare funzionamento dell’apparecchiatura elettrica , -dei risultati delle ispezioni periodiche prima dell’inizio della stagione degli spettacoli e in ogni caso una volta all’anno tutto l’impianto elettrico deve essere attentamente ispezionato -di ogni modifica e incidente inerente all’impianto elettrico. IMPIANTI ELETTRICI NEGLI AMBIENTI A MAGGIOR RISCHIO DI INCENDIO DI TIPO A PRESCRIZIONI CONTRO L'INCENDIO Tenuto conto che l'ambiente rientra in quelli previsti dall'Art.751.03.1 -AMBIENTI A MAGGIOR RISCHIO IN CASO DI INCENDIO PER L'ELEVATA DENSITA DI AFFOLLAMENTO E PER L'ELEVATO TEMPO DI SFOLLAMENTO IN CASO DI INCENDIO saranno applicate le prescrizioni aggiuntive alla CEI 64-8 (prescrizioni generali), dettate dagli articoli: Art.751.04.1 (Prescrizioni comuni contro l'incendio) , e Art 751.04.2(prescrizioni aggiuntive per gli ambienti di cui in 751.03.1)della CEI 64-8/7. PRESCRIZIONI COMUNI CONTRO L'INCENDIO Norma CEI 64-8 Art.751.04.1 a)i componenti elettrici saranno limitati a quelli necessari per l'uso negli ambienti stessi; b)nei sistemi di via d'uscita non saranno installati componenti elettrici contenenti fluidi infiammabili; c)i dispositivi di manovra controllo e protezione saranno posti entro involucri apribili con chiave o attrezzo; d)i componenti elettrici saranno scelti tenendo in considerazione le prescrizioni contenute nella Sezione 422 Norma Cei 64-8/4 ; e)gli apparecchi di illuminazione saranno tenuti ad adeguata distanza dagli oggetti illuminati, se qust'ultimi sono combustibili e in particolare per i faretti e i piccoli proiettori questa distanza dovrà essere : -fino a 100W : 0.5m-da 100 a 300W:0.8mt-da 300 a 500W: 1mt f)il sistema è del tipo TT; g)le condutture elettriche che attraversano le vie di uscita di sicurezza non dovranno costituire ostacolo al deflusso delle persone e non sono a portata di mano h)i conduttori dei circuiti a corrente alternata saranno disposti in modo da evitare pericolosi riscaldamenti delle parti metalliche adiacenti per effetto induttivo; i)le condutture saranno realizzate secondo i modi descritti I1),I2),I3),: I1) -condutture di qualsiasi tipo incassate in strutture non combustibili; -condutture realizzate mediante cavi in tubi protettivi e canali metallici,con grado di protezione almeno IP4X;in questo caso la funzione di conduttore di protezione può essere svolta dai tubi o canali stessi se idonei allo scopo; -condutture realizzate con cavi ad isolamento minerale aventi la guaina tubolare metallica continua senza saldatura con funzione di conduttore di protezione sprovvisti all'esterno di guaina non metallica (Norma CEI 20-39) ; I2) -condutture realizzate con cavi multipolari muniti di conduttore di protezione concentrico; -condutture realizzate con cavi9 ad isolamento minerale aventi la guaina metallica continua senza saldatura con funzione di conduttore di protezione provvisti all'esterno di guaina non metallica(Norma CEI 20-39); -condutture realizzate con cavi aventi schermi sulle singole anime con funzione di conduttore di protezione; I3) -condutture diverse da quelle in I1)e I2),realizzate con cavi multipolari provvisti di conduttore di protezione; -condutture realizzate con cavi unipolari o multipolari sprovvisti di conduttore di protezione,contenuti in canali metallici senza particolare grado di protezione;in questo caso la funzione di conduttore di protezione può essere svolta dai canali stessi o da un conduttore (nudo o isolato)contenuto in ciascuna di esse; -condutture realizzate con cavi unipolari o miltipolari non provvisti di conduttore di protezione,contenuti in tubi protettivi o canali metallici ,chiusi con grado di protezione almeno IP4X e di materiale resistente alle prove previste nella tabella riportata nel commento della sezione 422,qualora non oggetto di relative Norme e installati a vista(non incassati),assumendo per la prova a filo incandescente 850°C anziché 650°C; l) i circuiti che entrano o attraversano il locale in oggetto saranno protetti a monte con dispositivi di protezione contro i i sovraccarichi e i cortocircuiti e i circuiti terminali sono racchiusi entro involucri con grado di protezione non inferiore a IP4X; m)La propagazione dell'incendio lungo le condutture sarà evitata utilizzando cavi non propaganti l'incendio in conformità con la Norma CEI 20-22. Dovranno essere previste barriere tagliafiamma in tutti gli attraversamenti che delimitano il compartimento antincendio.Le barriere taglia fiamma devono avere caratteristiche di resistenza al fuoco almeno uguali a quelle richieste per gli elementi costruttivi della parete o solaio in cui sono installati. PRESCRIZIONI AGGIUNTIVE CONTRO L'INCENDIO AMBIENTI DI TIPO A Quando i cavi delle condutture di cui i2,i3, sono raggruppati in quantità significative in rapporto con le altre sostanze combustibili presenti nei riguardi dei fumi e dei gas tossici si devono adottare provvedimenti analoghi a quelli stabiliti per le altre sostanze combustibili dalle autorità competenti per il caso specifico. (Norma CEI 20-38) IMPIANTI ELETTRICI NELLE CENTRALI TERMICHE A GAS METANO P>116 KW CENTRALE TERMICA 1 (Q=200 KW) Superficie di aerazione minima permanente (DM 12-4-96) S>= Qx10 (cmq) >= 200X10>= 2000cmq S=2000cmq S= superficie aerazione minima permanente in cmq Q= portata termica in KW Distanza Dz degli impianti elettrici dai fori di emissione del gas Considerando le emissioni di gas del tipo SE di secondo grado si ottengono le seguenti distanze minime a cui gli impianti elettrici devono essere installati rispetto ai potenziali fori di emissione: Foro di emissione 0.1 mmq (giunti filettati , raccordi a dado girevole) Distanza minima = 10cm Foro di emissione 0,25 mmq ( giunzioni frangiate organi di intercettazione) Distanza minima = 15cm Impianti elettrici Dichiarazione per Apparecchi a gas utilizzati marcati CE secondo DPR 661/96. Impianti elettrici di tipo ordinario con grado di protezione IP55 purché installati oltre le diistanze di rispetto suddette. Previsto pulsante di sgancio generale energia elettrica SCHEMI ELETTRICI PRELIMINARI -Schemi Quadri Elettrici TAV.01 Quadro di TESTA TAV.02 Quadro generale distribuzione TAV.03 Quadro CT TAV.04 Quadro DISCOTECA TAV.05 Quadro GUARDAROBA TAV.06 Quadri CUCINA/CAMBUSA TAV.07 Quadro RISTORANTE TAV.08 Quadro SEMINTERRATO TAV.09 Quadro UFF. P1 TAV.10 Quadro POMPACALORE TAV.11 Quadri BAR CENTRALE TAV.12 Quadro DJ TAV.13 Quadri BAR 2 -Rappresentazioni Topografiche Tav. 01 Pianta esecutivo IMPIANTI FORZA MOTRICE-ILLUMINAZIONE Tav. 02 Pianta esecutivo IMPIANTI ILLUMINAZIONE DI EMERGENZA IMPIANTO RILEVAZIONEALLARME INCENDIO IMPIANTO EVAQUAZIONE DIFFUSIONE SONORA RELAZIONE TECNICA Protezione contro i fulmini - Valutazione del rischio 1. CONTENUTO DEL DOCUMENTO Questo documento contiene la relazione sulla valutazione dei rischi dovuti al fulmine con riferimento all’impianto elettrico. 2. NORME TECNICHE DI RIFERIMENTO Questo documento è stato elaborato con riferimento alle seguenti norme: - CEI EN 62305-1: "Protezione contro i fulmini. Parte 1: Principi generali" Febbraio 2013 - CEI EN 62305-2: "Protezione contro i fulmini. Parte 2: Valutazione del rischio" Febbraio 2013 - CEI EN 62305-3: "Protezione contro i fulmini. Parte 3: Danno materiale alle strutture e pericolo per le persone" Febbraio 2013 - CEI EN 62305-4: "Protezione contro i fulmini. Parte 4: Impianti elettrici ed elettronici nelle strutture" Febbraio 2013 -Guida Tecnica CEI 81-30“Protezione contro i fulmini - Reti di localizzazione fulmini (LLS) - Linee guida per l’impiego di sistemi LLS per l’individuazione dei valori di Ng (Norma CEI EN 62305-2)” - CEI 81-29 : "Linee guida per l'applicazione delle norme CEI EN 62305" Febbraio 2014 3. DATI INIZIALI 3.1 Densità annua di fulmini a terra A favore della sicurezza, la densità annua di fulmini a terra per kilometro quadrato nel comune di DESENZANO DEL GARDA in cui è ubicata la struttura si considera: : Nt = 6 fulmini/km² anno 3.2 Caratteristiche della struttura Le dimensioni massime della struttura sono: A (m): 32 B (m): 32 H (m): 10 La struttura è ubicata in un’area con oggetti di altezza uguale o inferiore (CD=0,5). La destinazione d'uso prevalente della struttura è: pubblico spettacolo Il rischio di incendio è: ordinario (rf = 0,01) Misure di protezione antincendio previste: automatiche (rp=0,2) La struttura, in caso di fulminazione, non presenta pericoli particolari per l’ambiente (incluso il rischio di contaminazione) e le strutture circostanti, inoltre: - non presenta pericolo di esplosione; - non contiene apparecchiature dal cui funzionamento dipende direttamente la vita delle persone (ospedali e simili); - non è utilizzata come museo (o simili) né per servizi pubblici di rete (TLC, TV, distribuzione di energia elettrica, gas, acqua). La struttura non è dotata di un impianto di protezione contro i fulmini (LPS). In accordo con la norma CEI EN 62305-2 per valutare la necessità della protezione contro il fulmine, è stato calcolato il rischio R1. Le valutazioni di natura economica, volte ad accertare l'opportunità o la convenienza dell’adozione delle misure di protezione, non sono state effettuate in accordo con il committente. 3.3 Dati relativi alle linee elettriche esterne La struttura è servita dalle seguenti linee elettriche: L1 – Linea 1 Tipo di linea: interrata (resistività del suolo: 400 ohm m) Trasformatore MT/BT ad arrivo linea: assente (CT=1) Lunghezza: 500 (m) Percorso della linea in: città (CE=0,5) SPD ad arrivo linea: II livello (PEB = 0,02) 4. CALCOLO DELLE AREE DI RACCOLTA E DEL NUMERO DI EVENTI PERICOLOSI PER LA STRUTTURA E LE LINEE ELETTRICHE ESTERNE L'area di raccolta AD dei fulmini diretti sulla struttura è stata valutata analiticamente come indicato nella norma CEI EN 62305-2, art.A.2. Area di raccolta per fulminazione diretta della struttura AD = 7,69E-03 km² Numero di eventi pericolosi per fulminazione diretta della struttura ND = 0,0231 L’area di raccolta AL di ciascuna linea elettrica esterna è stata valutata analiticamente come indicato nella norma CEI EN 62305-2, art.A.4. Area di raccolta per fulminazione diretta (AL) delle linee: L1 – Linea 1 AL = 0,02 km² Numero di eventi pericolosi per fulminazione diretta (NL) delle linee: L1 – Linea 1 NL = 0,03 5. VALUTAZIONE DEI RISCHI 5.1 Calcolo del rischio R1: perdita di vite umane I valori delle componenti ed il valore del rischio R1 sono di seguito indicati. RA = 2,31E-06 RB = 1,15E-06 RU = 6,00E-08 RV = 3,00E-08 Totale = 3,5500E-06 Valore totale del rischio R1 per la struttura: 3,5500E-06 5.1.2 Analisi del rischio R1 Il rischio complessivo R1 = 3,5500E-06 è inferiore a quello tollerato RT = 1E-05 6. CONCLUSIONI L’impianto elettrico non necessita di protezione contro il fulmine in relazione alla perdita di vite umane (rischio R1). Non è stato invece valutato il rischio di perdite economiche (rischio R4), e non sono stati adottati i provvedimenti eventualmente necessari, avendo il committente espressamente accettato tale rischio. Data Firma APPENDICE – Ulteriori dati utilizzati per il calcolo Tipo di pavimentazione: vegetale/cemento (rt = 0,01) Protezioni contro le tensioni di contatto e di passo: nessuna Valori medi delle perdite per la struttura Perdita per tensioni di contatto e di passo (interno ed esterno struttura) Lt = 0,01 Perdita per danno fisico Lf = 0,005 Valori delle probabilità P per la struttura non protetta PA = 1 PB = 1 PU (Linea 1) = 0,02 PV (Linea 1) = 0,02 Il tecnico incaricato Pezzi p.I. Graziano PROGETTO DI UN SISTEMA FISSO AUTOMATICO DI RIVELAZIONE, DI SEGNALAZIONE MANUALE E DI ALLARME INCENDIO 1. OGGETTO Realizzazione di un sistema fisso automatico di rivelazione, di segnalazione manuale e di allarme incendio secondo norme UNI 9795 /. 1.1 FINALITÀ I sistemi fissi automatici di rivelazione incendi hanno la funzione di rivelare e segnalare un incendio nel minor tempo possibile. I sistemi fissi di segnalazione manuale permettono invece una segnalazione in caso l’incendio sia rilevato dall’uomo. In entrambi i casi, il segnale d’incendio è trasmesso e visualizzato in corrispondenza di una centrale di controllo e segnalazione ed eventualmente ritrasmesso ad una centrale di telesorveglianza. Un segnale di allarme acustico e/o luminoso può essere necessario anche nell’ambiente interessato dall’incendio ed eventualmente in quelli circostanti per soddisfare gli obbiettivi del sistema. Scopo dei sistemi è di: favorire un tempestivo esodo delle persone, degli animali nonché lo sgombero dei beni; attivare piani di intervento; attivare i sistemi di protezione contro l’incendio ed eventuali altre misure di sicurezza. 1.2 ESCLUSIONI Sono esclusi da questo progetto: sistemi di spegnimento sia manuali che automatici; procedure di intervento; procedure per l’evacuazione; sistemi di diffusione sonora per messaggi di emergenza; etc. 1.3 IDENTIFICAZIONE DELL’AREA D’INTERVENTO Locali tecnici piano interrato come identificato nella relazione tecnica antincendio pratica 46603 (Ing. Borrini Renato Mantova, lì 12 maggio 2015) 1.4 DEFINIZIONI DELLA DESTINAZIONE D’USO DEI LOCALI L'immobile in esame sarà destinato ad uso "Locale di Pubblico spettacolo" 2 . DESCRIZIONE GENERALE DI UN IMPIANTO L'individuazione di un incendio da parte dell'impianto di rivelazione si basa sul controllo di grandezzecaratteristiche dell'incendio medesimo della zona sorvegliata. Se dette grandezze caratteristiche superano prestabiliti valori di soglia, si ha la segnalazione di allarme incendio. 2.1.1 COMPONENTI L'impianto è costituito da : a) centrale di controllo e segnalazione; b) rivelatore automatico di incendio; c) pulsante manuale incendio; d) dispositivo di segnalazione allarmi nei locali interessati; e) dispositivo di alimentazione; f) gruppo di alimentazione di emergenza; g) dispositivo di trasmissione a distanza dell'allarme; h) dispositivo di trasmissione a distanza del guasto; 2.1.2 FUNZIONAMENTO GENERALE Il rivelatore automatico (b) tiene sotto controllo le grandezze caratteristiche dell'incendio nella zona sorvegliata e le converte in segnali elettrici. Se tali grandezze superano il valore di soglia prestabilito, un segnale viene inviato al quadro di controllo e segnalazione (a), dove viene dato l'allarme incendio con indicazioni acustiche ed ottiche. Se necessario il segnale viene ritrasmesso, attraverso un trasmettitore (g), ad una stazione di ricevimento, dalla quale vengono messi in azione i mezzi di intervento. A completamento dell'impianto automatico sono previsti degli avvisatori di incendio manuali (c). Dispositivi supplementari di allarme incendio (d) sono installati per avvisare tempestivamente il personale presente, la squadra speciale antincendio, ecc. Guasti ai cavi di collegamento tra i singoli componenti (per esempio interruzione, cortocircuito, ecc.)e nelle alimentazioni elettriche, sono segnalati dal quadro di controllo e segnalazione (a), dove vienedato l'allarme di guasto con indicazione acustica ed ottica. Tale allarme, attraverso un trasmettitore (h), è ritrasmesso alla stazione di ricevimento, dalla quale si disporrà per l'eliminazione del disservizio. Le alimentazioni di energia elettrica dell'intero impianto comprendono : • una sorgente primaria (e) derivata dalla rete di distribuzione pubblica . • una sorgente secondaria (f), costituita da una batteria di accumulatori, dimensionata in modo dapoter sopperire all'intero fabbisogno di energia, qualora venisse a mancare la sorgente primaria(e). 3 . CRITERI DI PROGETTO 3.1 SORVEGLIANZA Vedi punto 1.3 3.1.1 SONO DIRETTAMENTE SORVEGLIATI I condotti di condizionamento dell’aria; spazi nascosti sopra i contro soffitti. 3.1.2 NON SONO DIRETTAMENTE SORVEGLIATI i piccoli locali utilizzati per servizi igienici, a patto che non siano utilizzati per il deposito di materiali combustibili o rifiuti; i condotti e cunicoli con sezione inferiore ad 1 m2 , a condizione che siano correttamente protetticontro l’incendio e siano opportunamente compartimentati; vani corsa degli ascensori perchè fanno parte di un compartimento sorvegliato dal sistema di rivelazione; spazi nascosti, compresi quelli sopra i contro soffitti e sotto i pavimenti sopraelevati, perchè: • hanno un’altezza inferiore a 800 mm, e • hanno superficie inferiore a 100 m2, e • hanno dimensioni lineari inferiori a 25 m., e • sono totalmente rivestiti all’interno con materiale incombustibile (classe 02) , e • non contengono cavi che abbiano a che fare con sistemi di emergenza (i cavi sono resistenti al fuoco per almeno 30 min.). 3.2 ZONE L’area sorvegliata dovrà essere suddivisa in zone in modo che quando un rivelatore interviene siapossibile individuarne facilmente la zona di appartenenza. 3.3 RIVELAZIONE AUTOMATICA 3.3.1 SCELTA DEI RIVELATORI Le cause più probabili di innesco d’incendio, nell’area in analisi, possono essere: malfunzionamento o guasto dell’impianto elettrico; malfunzionamento di apparati elettrici; imperizia o incuria del personale nell’uso di attrezzature e nell’uso o nello stoccaggio di prodotti infiammabili per la pulizia; imperizia o incuria del personale nell’uso degli apparati elettrici disponibili; imperizia o incuria del personale nell’uso di fiamme libere o prodotti da fumo (sigarette, sigari ecc.). La natura dell’incendio prevedibile, nella sua fase iniziale, è quindi del tipo a sviluppo lento o relativamente rapido con emissione di fumo per cui i rivelatori dovranno essere del tipo puntiforme di fumo conformi alle UNI EN 54-7. Prescrizioni per i locali con presenza di aereosoli Nei locali "centrale uta" e "centrale termica" è prevedibile la presenza di aereosoli in concentrazione sufficiente ad azionare il sistema di rivelazione di fumo per cui, in detti locali, dovranno essere installati rivelatori puntiformi di calore conformi alle UNI EN 54-5 e UNI EN 54-6. 3.3.2 INSTALLAZIONE DEI RIVELATORI I rivelatori dovranno essere installati in modo che possano individuare ogni tipo d’incendio previsto nell’area sorvegliata, fin dal suo stadio iniziale ed in modo da evitare falsi allarmi. Dimensionamento Il numero dei rivelatori è stato determinato in modo tale che l’area sorvegliata a pavimento da ciascun rivelatore non sia superiore a 60 m2 (30 m2 per i rivelatori di calore). Nell’ambito dell’area sorvegliata da ciascun rivelatore la distanza tra questo ed ogni punto del soffitto o della copertura non sarà superiore a 6 m. (4,5 m. per i rivelatori di calore) Posizionamento La distanza verticale fra i rivelatori ed il soffitto dovrà essere: per i locali a soffitto piano o con un’inclinazione massima di 15° rispetto all’orizzontale: min 3 cm– max 20 cm; per i locali con un’inclinazione maggiore di 15° ed inferiore a 30° rispetto all’orizzontale: min 20 cm. – max 30 cm; per i locali con un’inclinazione maggiore di 30° rispetto all’orizzontale: min 30 cm. – max 50 cm; Locali con soffitti o coperture con elementi sporgenti Alcuni corridoi (di piccole dimensioni) hanno degli elementi sporgenti trasversali che formano dei riquadri, poichè le sporgenze sono superiori a 225 mm. i rivelatori puntiformi di fumo devono essere posti all'interno dei riquadri e dato che la superficie dei riquadri è inferiore a 0,4 Amax la distribuzione sarà di n° 1 rivelatore ogni 3 riquadri. Prescrizioni per i locali dotati di condizionamento dell’aria Nei locali dotati di impianto di condizionamento e di ventilazione per il benessere delle persone, i rivelatori dovranno essere installati: poichè l’aria è immessa tramite bocchette, i rivelatori, sempre distribuiti in modo uniforme, devono essere posti il più lontano possibile dalle bocchette stesse; poichè la ripresa dell’aria è fatta tramite bocchette poste a soffitto, i rivelatori, sempre distribuiti in modo uniforme, devono essere posti il più lontano possibile dalle bocchette stesse. Prescrizioni per i locali con presenza di aereosoli Nei locali "centrale uta" e "centrale termica" è prevedibile la presenza di aereosoli in concentrazione sufficiente ad azionare il sistema di rivelazione di fumo per cui in detti locali dovranno essere installati rivelatori puntiformi di calore conformi a seconda dei tipi alle UNI EN54-5, UNI EN 54-6 e UNI EN 54-8 Canali di condizionamento dell’aria Nelle sale aperte al pubblico esiste un sistema di aspirazione e di immissione dell'aria molto frazionato (5 impianti di aspirazione e 5 impianti di immissione) saranno installati rivelatori puntiformi di fumo all’interno dei canali di immissione e di ripresa dell’aria nei punti di maggior turbolenza. 3.4 SEGNALAZIONE MANUALE 3.4.1 POSIZIONAMENTO I segnalatori manuali dovranno essere installati in posizione chiaramente visibile e facilmente accessibile, ad un'altezza compresa tra 1 m e 1,4 m. 3.4.2 DIMENSIONAMENTO Il numero dei punti di segnalazione manuale è stato determinato in modo tale che almeno uno possa possa essere essere raggiunto da ogni parte della stessa zona con un percorso non maggiore di 30 m. Sono previsti almeno due punti di segnalazione manuale per ogni zona ed alcuni lungo le vie di esodo. 3.5 SEGNALAZIONE DI ALLARME AUSILIARIA 3.5.1 SEGNALAZIONE ACUSTICA E LUMINOSA DELL'ALLARME NEI LOCALI INTERESSATI Al fine di soddisfare le finalità espresse nel capitolo "Oggetto" al punto "Finalità" è prevista l'installazione di un sistema di segnalazione di allarme di tipo acustico e/o luminoso negli ambienti interessati dall'incendio ed eventualmente in quelli circostanti, con l'esclusione degli ambienti accessibili al pubblico ove sia per non creare panico sia per motivi di carattere ambientale (musica a medio altovolume) la segnalazione è demandata ad altro sistema. I dispositivi di allarme ausiliari dovranno essere costruiti con componenti di caratteristiche adeguateall'ambiente in cui saranno installati e dovranno essere chiaramente riconoscibili e non confusi con altri. Dimensionamento La quantità di dispositivi di allarme sarà tale per cui il segnale acustico di allarme, anche se previsto a medio-bassa intensità sarà chiaramente udibile, evitando per quanto possibile di creare situazioni di panico. 3.5.2 TRASMISSIONE A DISTANZA DELL'ALLARME Premesso che non è previsto un costante controllo della centrale da parte di personale addetto si dovrà provvedere alla trasmissione a distanza dell'allarme, del guasto e del fuori servizio presso una o più stazione ricevitrici. Il collegamento sarà effettuato via rete telefonica. 3.6 RISORSE UMANE E METODOLOGIA D’INTERVENTO Nella fase attuale non è stata ancora determinata l’organizzazione di gestione delle emergenze, per cui a livello progettuale presupponiamo che sia demandato al personale di reception la raccolta degli allarmi. 4. PRESCRIZIONI 4.1 ARCHITETTURA DELL’IMPIANTO Per ottenere le massime prestazioni dagli impianti, in considerazione delle notevoli difficoltà di installazione e in base ai livelli di sicurezza richiesti, si è reso necessario analizzare i luoghi da proteggere e le caratteristiche dei materiali in esso contenuti, oltre che le architetture di collegamento. Gli impianti dovranno soddisfare le seguenti esigenze: sicurezza di funzionamento, buona affidabilità, semplicità manutentiva, economicità d’uso. Il collegamento tra la centrale e i rivelatori o attuatori avverrà con un cavo dedicato in modo seriale con chiusura ad anello e con oppurtuni isolatori di linea, in modo tale che il taglio od il cortocircuito di detta linea non escluda più di 32 apparecchi collegati. Il collegamento tra la centrale ed eventuali consolle operative supplementari avverrà con linea seriale multipoint. NB. Nel caso in cui il protocollo di comunicazione sia di tipo proprietario dovrà essere osservata particolare cura nella scelta delle varie componenti il sistema onde evitare problematiche di dialogo fra le varie parti l'impianto. I vantaggi dell’architettura scelta saranno: buona affidabilità di funzionamento, buona affidabilità in caso di guasto delle linee sia della sezione segnale che della sezione alimentazione, grande economicità di gestione manutentiva, disponibilità a trasferire tutte le informazioni di gestione a consolle operative a distanza o a sistemi di supervisione su linea seriale, 4.2 APPARECCHIATURE 4.2.1 CENTRALE La centrale a cui fanno capo sia i rivelatori automatici sia i punti di segnalazione manuale dovrà essere predisposta per 1 linee di rivelazione analogica seriale chiusa ad anello in grado di gestire almeno 99 sensori e 99 moduli di ingresso e uscita. Tutte le informazioni dovranno essere visualizzate su apposita consolle tramite un display alfa numerico ed una serie di spie a led; i comandi ed i codici di riconoscimento saranno digitati su apposita tastiera. La dotazione dovrà essere: almeno 50 zone fisiche e 100 gruppi logici; alimentatore primario, svolgente anche le funzioni di carica batteria, con una tensione e potenza adeguata ad alimentare i rispettivi rilevatori; alimentazione di riserva costituita da batteria di accumulatori ricaricabili di tipo sigillato e di capacità tale da assicurare un’autonomia come previsto al punto “Alimentazioni”; dispositivo di allarme interno in grado di dare un allarme percepibile nelle immediate vicinanze della centrale stessa; contenitore atto a contenere anche gli accumulatori. La centrale dovrà essere in grado di: • alimentare e gestire i rivelatori sullo stesso cavo seriale; • gestire e memorizzare le segnalazioni di ogni rivelatore per stati di allarme per rivelazione e guasto linea; • generare allarmi in base a programmazioni ed algoritmi propri con relativa gestione delle uscite di allarme; • gestire direttamente, su linea seriale, consolle di comando e controllo locale e/o a distanza; • gestire direttamente o tramite appositi moduli uno o più nodi di rete locale per una gestione informatizzata di tutto il sistema. La centrale dovrà essere in grado di segnalare in modo distinto oltre allo stato di allarme, anche il guasto dovuto all’apertura o lo stacco del rivelatore, il taglio ed il corto circuito della linea di collegamento. La centrale dovrà essere equipaggiata con una memoria contenente gli ultimi avvenimenti significativi con indicazione di data ed ora. La programmazione del sistema potrà essere effettuata tramite personal computer o centralizzazione allarmi. Dovranno essere previsti codici d’accesso e procedure operative come previsto dalle norme EN 54. La centrale dovrà essere dotata di funzioni test dei rivelatori. Per una migliore identificazione si potrà personalizzare ogni zona ed ogni gruppo con una piccola descrizione. Sulla consolle, in caso di allarme , dovrà essere presentato automaticamente l'ultimo evento che lo ha generato, la procedura di aquisizione dovrà essere conforme alle norme. Una volta messo in funzione l'impianto, la centrale eseguirà continui controlli e più precisamente: • controllo della continuità e del cortocircuito di tutti i cavi di collegamento delle varie apparecchiature, • controllo dell'integrità e della funzionalità dei rivelatori e delle apparecchiature collegate. 4.2.2 RIVELATORI I rivelatori puntiformi impiegati dovranno essere di tipo analogico indirizzato con collegamento seriale alla centrale dalla quale, sullo stesso cavo, saranno alimentati e saranno in grado di segnalare l’allarme in base ad algoritmi interni. Possono fare eccezione i rivelatori ottici a barriera lineare che potranno essere di tipo non indirizzato, nel qual caso saranno interfacciati al sistema tramite appositi moduli. 4.2.3 PUNTI DI SEGNALAZIONE MANUALE I pulsanti impiegati quali punti di segnalazione manuale dovranno essere di tipo indirizzato con collegamento seriale alla centrale dalla quale, sullo stesso cavo, saranno alimentati e saranno in grado di segnalare l’allarme di avvenuta attivazione. Possono fare eccezione i pulsanti di tipo speciale, che potranno essere di tipo non indirizzato, nel qual caso saranno interfacciati al sistema tramite appositi moduli. 4.2.4 ALIMENTAZIONI L’alimentazione primaria del sistema costituita dalla rete principale, dovrà essere effettuata tramite una linea esclusivamente riservata a tale scopo e dotata di propri organi di sezionamento, di manovra e di protezione. L’alimentazione di riserva dovrà essere in grado di assicurare il corretto funzionamento dell’intero sistema ininterrottamente per almeno 72 ore, nel caso di interruzione dell’alimentazione primaria o di anomalie assimilabili, in questo caso l’autonomia potrà essere ridotta ad un tempo pari alla somma dei tempi necessari per la segnalazione, l'intervento ed il ripristino del sistema, ma in ogni caso a non meno di 24 ore, poichè: la centrale sarà sotto costante da controllo da parte del personale in loco o presso una stazione ricevitrice e sarà stipulato un contratto di assistenza e manutenzione oppure sarà approntata un'organizzazione interna adeguata . L'alimentazione di riserva dovrà assicurare in ogni caso anche il contemporaneo funzionamento dei segnalatori di allarme interno ed ausiliari per almeno 30 min. a partire dalla emissione degli allarmi. 4.2.5 DISPOSITIVI DI ALLARME AUSILIARI I dispositivi di allarme ausiliari dovranno essere costruiti con componenti di caratteristiche adeguate all’ambiente in cui si trovano ad operare. Le segnalazioni acustiche e/o luminose dei dispositivi di allarme ausiliari di incendio dovranno essere chiaramente riconoscibili come tali e non confuse con altre. Il sistema di segnalazione degli allarmi deve essere strutturato in modo da evitare, per quanto possibile, rischi indebiti di panico. I collegamenti dei dispositivi d'allarme ausiliari con gli organi di comando se non effettuati sotto traccia o sotto pavimento dovranno essere realizzati con cavi resistenti all'incendio in conformità alla CEI 20-36. In tutti i casi le linee di comando dei dispositivi dovranno essere di tipo controllato in modo tale che il taglio o il corto circuito dei cavi venga rilevato e segnalato dalla centrale. 4.3 CAVI ED INTERCONNESSIONI I tipi di cavo e la modalità di posa dovranno essere gli stessi usati per gli impianti elettrici e telefonici con cavi opportunamente schermati quando sono connessi ad apparecchiature sensibili ai disturbi elettromagnetici. La sezione minima dei conduttori di alimentazione dei componenti (rivelatori, punti manuali, ecc.) deve essere 0,5 mm2. Le interconnessioni dovranno essere eseguite: a) con cavi in tubo sottostrato di malta o sottopavimento (valgono le prescrizioni della CEI 64-8 per quanto riguarda il tracciato di posa dei tubi, la sfilatura dei cavi, l’esecuzione delle giunzioni e derivazione in apposite scatole); oppure b) con cavi in tubi in vista (valgono le stesse prescrizioni del punto precedente); oppure, c) con cavi in vista; in questo caso devono essere con guaina e la posa deve garantire i cavi contro i danneggiamenti accidentali. Le giunzioni e le derivazioni dovranno essere eseguite in apposite scatole. I cavi, se posati insieme ad altri conduttori non facenti parte del sistema, dovranno essere riconoscibili almeno in corrispondenza dei punti ispezionabili. Le linee di interconnessione, per quanto possibile correranno all’interno degli ambienti sorvegliati dal sistema di rivelazione incendi, dovranno essere comunque installate e protette in modo da ridurre al minimo il loro danneggiamento in caso di incendio. Non sono ammesse linee volanti. I cavi per le linee seriali dovranno avere le caratteristiche indicate dal costruttore delle apparecchiature, con percorsi di posa tali da evitare per quanto possibile eventuali interferenze dovute a campi magnetici generati da altri cavi o apparati. 4.4 MESSA IN FUNZIONE DEGLI IMPIANTI In installazioni complesse la messa in funzione, l’istruzione al personale operativo e l’assistenza tecnica ed operativa riveste un’importanza fondamentale per la buona riuscita del progetto. Per questo sono previste le seguenti fasi: .1 messa in funzione degli impianti "in bianco" cioè senza scatenare allarmi per malfunzionamenti iniziali o errori operativi. .2 istruzione di tutto il personale addetto. .3 messa in funzione completa dei sistemi. .4 assistenza tecnica con tempi di intervento che assicurino il ripristino del sistema entro 24 ore dalla richiesta (vedi punto "Alimentazioni"). 5. IL SISTEMA L’impianto di rivelazione incendi avrà le seguenti caratteristiche (vedi anche le planimetrie allegate) 5.1 CENTRALE DI CONTROLLO E SEGNALAZIONE La centrale di gestione, con le caratteristiche generali descritte al punto “Prescrizioni”, e con le caratteristiche tecniche descritte al punto “Specifiche tecniche” dovrà essere installata nel punto presidiato o nelle immediate vicinanze. 5.2 RIVELAZIONE AUTOMATICA La rivelazione automatica sarà effettuata con: Rivelatori di fumo di tipo fotoelettronico dovranno essere installati a soffitto in tutti i locali, con le esclusioni previste al punto "Criteri di progetto". Rivelatori di fumo di tipo fotoelettronico dovranno essere installati negli spazi nascosti sopra i contro soffitti, con le esclusioni previste al punto "Criteri di progetto". Rivelatori di fumo di tipo fotoelettronico dovranno essere installati all’interno dei canali di immissione e di ripresa dell’aria nei punti di maggior turbolenza. Rivelatori di calore di tipo termovelocimetrico dovranno essere installati a soffitto nei locali "Sala Sestino" a piano terra e "Cucina" al primo piano. I rivelatori puntiformi con le caratteristiche generali descritte al punto “Prescrizioni”, e con le caratteristiche tecniche descritte al punto “Specifiche tecniche”, dovranno essere installati a soffitto in tutti i locali, come previsto nel capitolo "Criteri di progetto" punto "Sorveglianza" con le modalità previste al punto "Installazione dei rivelatori" 5.3 SEGNALAZIONE MANUALE Pulsanti a rottura vetro, quali dispositivi di segnalazione manuale, con le caratteristiche generali descritte al punto “Prescrizioni” e con le caratteristiche tecniche descritte al punto “Specifiche tecniche”, dovranno essere installati lungo le vie di esodo in posizione chiaramente visibile e facilmente accessibile, come previsto nel capitolo "Criteri di progetto", punto "Segnalazione manuale". 5.4 DISPOSITIVI AUSILIARI DI ALLARME ACUSTICI E LUMINOSI Pannelli ottico/acustici con diciture intercambiabili quali dispositivi di allarme ausiliari, con le caratteristiche generali descritte al punto “Prescrizioni” e con le caratteristiche tecniche descritte al punto “Specifiche tecniche”, dovranno essere installati negli ambienti interessati, come previsto nel capitolo "Criteri di progetto", punto " Segnalazione di allarme ausiliaria" e "Segnalazione acustica e luminosa dell'allarme nei locali interessati". 5.5 INVIATORI DI MESSAGGI Programmatore telefonico quale dispositivo inviatore di messaggi, con le caratteristiche generali descritte al punto “Prescrizioni” e con le caratteristiche tecniche descritte al punto “Specifiche tecniche”, dovrà essere installato, come previsto nel capitolo "Criteri di progetto", punto "Segnalazione di allarme ausiliaria" e "Trasmissione a distanza dell'allarme". Pag. 12 / 19 6 . SCHEMI ELETTRICI Sono allegati alla presente relazione le tavole in piante sotto elencate : 1)Tav.02 pianta progetto PRELIMINARE impianto rivelazione fumi Il tecnico incaricato Pezzi p.I. Graziano