LABORATORIO DI TANGOTERAPIA Rivolto a pazienti affetti da Malattia di Parkinson e fasi iniziali di morbo di Alzheimer e più in generale ai pazienti anziani della terza età. Dott.ssa Graziella Raiteri, medico chirurgo, specialista in Endocrinologia e Malattie del Ricambio, assistente in Tangoterapia, Animatore di Formazione della Scuola di Medicina Generale “Massimo Ferrua” Torino, iscritta SIMG , ANSISA, SISDCA Il Parkinson è una malattia neurodegenerativa che compromette gradualmente la capacità di mobilità fisica della persona con sintomi associati quali tremori, rigidità, bradicinesia, deficit del controllo del movimento, stop involontario nella marcia e instabilità. Questi sintomi fisici possono causare una miriade di problemi psicologici quali depressione, sensazione di solitudine e bassa autostima. La ricerca scientifica recente mette in evidenza come gli interventi farmacologici, importantissimi nella gestione della patologia, non siano sufficienti ad affrontare tutti i sintomi e come quindi nuove terapie alternative siano da prendere in considerazione come importanti nel trattamento delle persone affette da questa malattia. I soggetti affetti da patologie neurologiche sono d'altro canto destinati inevitabilmente ad aumentare a causa del progressivo invecchiamento della popolazione ed è pertanto necessario elaborare strategie sostenibili dal punto di vista sociosanitario, sia per promuovere e migliorare la qualità di vita del malato sia per tentare di contenere i costi economici connessi. La danza ha dimostrato benefici effetti per queste popolazione di malati. In particolare , studi recenti(Washington University di St.Louis, Stati Uniti) hanno evidenziato come il Tango produca miglioramenti sulla mobilità funzionale ( spostamento del peso, camminare all'indietro o a differenti velocità) molto più di quanto non facciano il tai chi o altre attività fisiche più convenzionali( Hackney M.E. Et al,2007,2009); i partecipanti al gruppo di Tango hanno dimostrato un miglioramento maggiore sulla scala di equilibrio e bilanciamento di Berg(Berg Balance Scale) che misura l’equilibrio in una varietà di posizioni, rispetto al gruppo di controllo che eseguiva esercizi ginnici specifici per la malattia, nel quale invece non si sono registrati miglioramenti significativi. Il miglioramento nel gruppo tango viene messo in relazione al fatto che il paziente deve porre attenzione per coordinare e programmare le fasi successive di una danza che è complessa, e tale coordinamento stimola il cervello a migliorare l’equilibrio, incrementando la connessione tra la volontà di fare un movimento e il corpo che deve seguirlo. A differenza di altre danze, che contano un determinato numero di figure standard, il tango argentino si configura come un colloquio fra i due partner, una comunicazione continua delle varianti che l’uomo propone alla donna. In pratica è un linguaggio non verbale, che si esprime con il corpo attraverso cambi di peso, torsioni del busto . Diventa importante saper comunicare e recepire il movimento l’uno dell’altro. Questa particolarità rende adatto il tango ad un uso sperimentale nelle malattie motorie, come il Parkinson, che richiedono il recupero di automatismi motori perduti. Paradossalmente infatti, la mancanza di schematicità di questa danza , impone una capacità di controllo “di base” del movimento, indispensabile per riuscire ad eseguire i vari passi con cui può dialogare la coppia. Non dobbiamo inoltre dimenticare la musica, fortemente caratterizzata da un ritmo di base intenso, ideale per accompagnare e stimolare la continuità e fluidità nel movimento, elemento assai importante nella malattia di Parkinson ; anche il contare i passi ad alta voce, rappresenta uno strumento utilissimo per stimolare la continuità del movimento, per favorire i movimenti ritmici degli arti e per gestire il freezing, tipico dei pazienti parkinsoniani . Il tango quindi facilita la connessione tra la persona e “il suo ritmo corporeo interno”: gli stimoli sensoriali (visivi , acustici e fisici) possono contribuire a migliorare la prestazione motoria agendo come "pace-maker esterno", che va a supplire quello "stimolo interno" invece compromesso nella malattia di Parkinson e in generale nel decadimento cognitivo. Così un esercizio di apprendimento mnemonico, ripetuto nel tempo, di una canzone ,soprattutto per quanto riguarda la sua componente ritmica, diventa utile per aiutare il paziente a programmare e coordinare “internamente” il movimento , agendo sulle strutture cerebrali “dei gangli della base”(GB): questi, soprattutto nella porzione ventrale ,sono connessi sicuramente con la funzione motoria, ma hanno anche un ruolo ormai ben noto di tipo cognitivo-comportamentale. Per questi aspetti cognitivi-comportamentali il tango è utile anche nella forma iniziale del Morbo di Alzheimer,in quanto permette da un lato un’attività motoria che stimola l’attenzione, la concentrazione e la memoria, e dall’altro favorisce anche quella socializzazione che spesso è difficile in questa tipologia di pazienti. In Argentina nella “Clinica de memoria” di Rosario si è sperimentato la tangoterapia come trattamento complementare alla terapia medica/ farmacologica, riscontrando vantaggi in termini di qualità di vita quali riduzione dell’ansia e della irritabilità, miglioramento del tono dell’umore, innalzamento del livello di autostima ( i pazienti si sentono protagonisti), migliore integrazione, importantissima per i malati di Alzheimer, spesso isolati dalla società. L’idea del tutto originale ed innovativa è già portata avanti in alcuni ospedali italiani all’avanguardia per la cura della malattie neurodegenerative come l’Ospedale Auxologico di Piancavallo (VB), l’Ospedale San Giuseppe di Milano dove il tango è entrato a far parte dei percorsi di riabilitazione per la cura di diverse patologie. Tra i vari benefici viene sfruttato il fatto che il tango è un’attività fisica di tipo aerobico a basso impatto, in quanto prevede un costante appoggio al suolo di uno dei due piedi, realizzando così il movimento in sicurezza. La tangoterapia si configura come “un bene per la salute” grazie agli effetti positivi non solo fisici, ma anche psicologici che permettono un evidente miglioramento della qualità delle vita delle persone affette da morbo di Parkinson, iniziale decadimento cognitivo e in generale per le persone della terza e quarta età, favorendo l’attenzione, la capacità di ritenzione di dati, di riconoscimento di fatti recenti e remoti, la velocità di elaborazione(F. Trossero,Rosario Argentina,2006-2010). L’azione è anche mediata da neurotrasmettitori ed ormoni: aumento dell’ossitocina, riduzione del cortisolo, riduzione quindi dello stress e dell’ansia (J.Barraza,PJ Zak,2009); aumento delle beta endorfine con sensazione di benessere psicofisico(J.Bravo,2008). Trossero(Rosario,Argentina) mette in evidenza come l’abbraccio, peculiare del tango, con cui prende forma il contatto fisico tra due persone e che permette l’espletamento del ballo, stimoli i recettori della pelle determinando una catena adattativa di eventi , che portano all’attivazione di reti neuronali con secrezione di neuropeptidi e neuro- ormoni : le aree coinvolte sono soprattutto il sistema limbico e la neocorteccia . Principalmente si attiva nel cervello la produzione di ossitocina, che aiuta ad abbasare i livelli di ansia e stress, e si producono fattori di crescita e rigenerazione neuronale che possono ridurre quel deterioramento evidenziato con studi di RMN cerebrale nella depressione e nello stress, sotto forma di atrofia delle cellule dell’ippocampo, corteccia prefrontale ed amigdala. L’effetto benefico della tangoterapia evidenziato sul tono dell’umore e sulla gestione del corpo ha aperto la strada ad applicare questa terapia in altri campi, a beneficio di pazienti affetti da ansia, stress in generale oppure affetti da disturbi alimentari. Infatti promuove la consapevolezza del proprio corpo , sviluppa la capacità di dialogare con se stessi e con gli altri, aiutando a sostenere l’autostima . La tangoterapia, adattata alla tipologia dei pazienti da trattare, si prefigge i seguenti obiettivi: • Miglioramento della postura e della consapevolezza corporea del paziente. • Miglioramento dell’equilibrio statico e dinamico. • Miglioramento della fluidità nel movimento e coordinazione nella gestione dello spazio. • Miglioramento nel controllo della respirazione. • Rilassamento. • Potenziamento dell’apparato cardiovascolare, polmonare e rafforzamento delle ossa. • Miglioramento del livello di autostima, della comunicazione e della socializzazione . Gli incontri sono settimanali, della durata di un’ ora, condotti dalla Dott.ssa Raiteri Graziella e con la collaborazione periodica del Maestro di tango De Concilio Nicola. BIBLIOGRAFIA Barraza J.Zak PJ(2009) Empathy toward strangers triggers oxytocin release and subsequent generosity. In Ann.NY Acad Sci,n.1167:182-189,New York Bravo J(2008) El tango como terapia contra el estres.In La Nacion-Ciencia y salud Hackney EM(2009) Effects of dance on movement control in Parkinson’s disease: a comparison of argentine tango and american ballroom.In Journal of Rehabilitation Medicine,Vol 41:475-481 Foster ER, Golden L. (2013) Community-Based Argentine Tango Dance Program is associated with increased activity participation among individuals with Parkinson's disease.Archives of Physical Medicine and Rehabilitation.Vol.94,pag 240-249 McKee KE, Hackney ME (2013).The Effects of adapted Tango on spatial cognition and disease severity in Parkinson's disease. Journal of Motor Behavior Trossero F. Tangoterapia. Fundamentos, metodologia,teoria y practica.(2006,2010) Ediciones Continente, Buenos Aires,Argentina Giusti E.,Marsiglia V.(2011) PsicoTangoTerapia.Danzare nell’abbraccio per cambiare. Sovera Edizioni Torino, 10/10/2014 Dott. Graziella Raiteri specialista in Endocrinologia e Malattie del Ricambio membro SIMG (Societa' Italiana di Medicina Generale) [email protected] tel. 348 7761394