Corso di Strumentazione e Automazione Industriale Modulo 6 Automazione di impianti meccanici Prof. Ing. Cesare Saccani Prof. Ing. Augusto Bianchini Ing. Marco Pellegrini Ing. Alessandro Guzzini Department of Industrial Engineering (DIN) - University of Bologna Agenda Linea di alimentazione di un bruciatore Circuiti elettrici Quadro elettrico di una linea di alimentazione di un bruciatore Quadro elettrico di un impianto per la produzione di aria compressa Quadro elettrico di un impianto frigorifero 2 Linea di alimentazione di un bruciatore Il primo passo da compiere è dimensionare economicamente il sistema forno. QI = Potenza introdotta dai bruciatori QF = Potenza uscente con i fumi QD = Potenza uscente dovuta alle dispersioni QP = Potenza uscente con il prodotto La potenza termica uscente con il prodotto dipende dal tipo di funzionamento del forno. Esistono forni di tipo continuo dove si ha sempre il contributo di Qp, come avviene nel caso di cottura di biscotti, laterizi, … o forni di tipo discontinuo (batch) dove il termine Qp è diverso da zero solo finché la carica inserita non raggiunge la temperatura di regime, come avviene per alcuni trattamenti termici di acciai. Per diminuire le dispersioni di potenza, è necessario utilizzare del materiale isolante e, per evitare il degrado di quest’ultimo a causa delle elevate temperature, tra le pareti del forno e l’isolante è necessario interporre uno strato di materiale refrattario, resistente alle alte temperature. 3 Linea di alimentazione di un bruciatore Dimensionamento economico: È necessario fare un bilancio tra costi di investimento (strutture, componenti dell’impianto, manodopera per la realizzazione, …) e costi di esercizio (consumo di combustibile, manutenzione, …) e determinare il minimo dei costi totali d’esercizio al variare della variabile desiderata (spessore dell’isolante) facendone la derivata ed eguagliandola a zero. πππ¨π = ππ’ β π + ππ [€] ππππ¨π = π → spessore economico di isolante ππ¬ Ci τ Ce s = costi di investimento [€] = tasso di ammortamento annuo = costi di esercizio [€] = spessore isolante [cm] 4 Linea di alimentazione di un bruciatore Un’altra importante scelta progettuale è l’alimentazione del forno: a gas naturale, elettrica, … Il gas estratto e compresso arriva in Italia tramite grandi pipeline. In Italia è distribuito attraverso la rete principale SNAM (Società nazionale metanodotti) e le reti locali. Dalle pipeline partono le dorsali principali alla pressione di 60-72 bar. Non si scende sotto i 60 bar perché l’aumento di volume specifico dovuto all’abbassamento di pressione, comporterebbe un aumento di portata volumetrica e quindi un aumento di velocità e quindi un aumento di perdite di carico. Queste porterebbero a pressioni sempre più basse e perdite sempre più rilevanti. Ogni 150 km circa è pertanto necessario ricomprimere il gas fino a 72 bar. Per farlo, dati i bassi rapporti di compressione (72/60=1,2) si utilizzano compressori centrifughi. Il gas naturale arriva quindi alle centrali di decompressione delle reti locali. La decompressione può avvenire con valvole di laminazione o con turboespansione. In quest’ultimo caso l’espansione del gas fa raggiungere temperature così basse che è necessario frazionare l’espansione in stadi con riscaldamento intermedio del gas (bastano cascami termici di recupero a 120°C). Si arriva ai confine della città con pressioni dell’ordine dei 5 bar. Prima della rete di distribuzione cittadina avviene la riduzione della pressione a 50mbar. Il colore giallo, identifica solitamente le condutture contenenti gas naturale. In centrale termica si ha infine un’ulteriore riduzione di pressione del gas a 5mbar. 5 Linea di alimentazione di un bruciatore Il gas naturale in rete di distribuzione, deve contenere una componente pari al 98% di metano Il potere calorifico del metano è pari a: k i,CH4 = 49000 kJ/kg Il potere calorifico del gas naturale fornito dalla rete ha valori dell’ordine k i,NG = 45000 kJ/kg La reazione stechiometrica della combustione di gas naturale è la seguente: CH4 + 202 → CO2 + 2H2O L’aria stechiometrica per la combustione di metano è: g a,t = 17,238 kg aria /kg CH4 Per ottenere una combustione ottimale, sono necessari eccessi di aria dell’ordine di: π = 3 − 5% 6 Linea di alimentazione di un bruciatore Con riferimento ad un forno della potenza di 1 MW al focolare (piccolo), senza considerare i rendimenti, la portata di combustibile vale: gc = Q 1 = = 0,02 kg CH4 /s k i 49 e la portata di aria vale: g a = g a,t 1 + e = 17,238 β 1 + 0,05 = 18,1 kg aria /kg CH4 Ga = g a β g c = 18,1 β 0,02 = 0,36 kg aria /s 7 Linea di alimentazione di un bruciatore Confrontando le potenzialità del metano con quelle dell’idrogeno, è bene ricordare che 1 mole di qualsiasi gas, in condizioni normali (temperatura di 0°C e pressione di 1bar) occupa 22,414 m3. H2: k i,H2 = 120000 kJ/kg 1 kmol di H2 pesa 2 kg ( ο 22,414 m3 H2 pesano 2 kg) e contiene: 2 kg/kmol β 120000 kJ kg = 240000 kJ kmol CH4: 1 kmol di CH4 pesa 16 kg ( ο 22,414 m3 CH4 pesano 16 kg) e contiene: 16 kg/kmol β 49000 kJ kg = 784000 kJ kmol (in condizioni normali ππΆπ»4 = 0,717 ππ/ππ3 ) A parità di serbatoio/tubazioni, l’energia contenuta in un serbatoio di metano è 3,27 volte quella di un serbatoio di idrogeno. Per accumulare la stessa quantità di energia è necessario un serbatoio 3,27 volte maggiore, oppure delle stesse dimensioni ma con una pressione 3,27 volte maggiore (un serbatoio a 200 bar di metano equivale a un serbatoio a 650 bar di idrogeno di eguali dimensioni). 8 Linea di alimentazione di un bruciatore Schema 9 Linea di alimentazione di un bruciatore Linea dell’aria Velocità nei condotti Più un tubo è piccolo (fino 30-60 metri) e più piccola può essere la velocità. Con tubi grandi si accettano velocità maggiori, e quindi perdite maggiori, perché aumentare il diametro costa sempre di più. Soffiante Mentre il gas arriva già in pressione dalla rete, l’aria deve essere introdotta in condotta con una soffiante. Per identificare la girante, sono note portata (dai bilanci di combustione) e prevalenza (dalle perdite di carico da vincere). La soffiante viene poi scelta in maniera tale che possa lavorare in un intorno della zona di funzionamento a più elevato rendimento. Motore elettrico La motorizzazione va identificata in base al numero di attacchi orari della soffiante. Questi dipendono dal funzionamento dell’impianto. 10 Linea di alimentazione di un bruciatore Manicotto antivibrante (5) Le vibrazioni non vanno mai trasmesse sulla linea a valle: 1. se la line è in pressione, le condotte sono state dimensionate per resistere in condizioni statiche e non dinamiche: le tensioni ammissibili dovuto ad un sollecitamento a fatica possono essere 3 volte inferiori alle tensioni statiche. 2. la vita di uno strumento posto costantemente in vibrazione si abbassa notevolmente. Valvola motorizzata (10) Valvola di regolazione di taratura (12) Serve per la messa a punto del sistema. Venturi di miscelazione (13) Serve per miscelare aria e metano. 11 Linea di alimentazione di un bruciatore Come si realizza la regolazione della portata di un fluido? Si vorrebbe mantenere la pressione dell’aria ad un valore costante, ma variando l’apertura della valvola, la soffiante si porta a lavorare in condizioni diverse. R 3-15 psi 20 psi H [m] K Q402 K Q502 Q40 Q50 L’introduzione di un riduttore di pressione, stabilizza la pressione tagliando la curva caratteristica della girante. R 20 psi Q [m3/h] H [m] 3-15 psi VR RP Q [m3/h] Nella linea dell’aria tuttavia non è presente il riduttore di pressione. Infatti, trattandosi di una regolazione a due posizioni, non occorre porsi nessun problema di stabilizzare la pressione: la pressione c’è o non c’è. Poiché si ha un solo punto di funzionamento, si parla di regolazione a punto fisso. 12 Linea di alimentazione di un bruciatore Linea del gas Riduttore di pressione (3): La pressione ridotta deve essere la pressione di funzionamento del bruciatore (12-15 mbar). Se la pressione cala sotto il valore di funzionamento non fluisce sufficiente portata di gas e, quindi, non si riesce a raggiungere la potenza di target. Inoltre la velocità del gas si abbasserebbe con il rischio di ritorni di fiamma; questo qualora si scenda al di sotto del valore della velocità di fiamma. Valvola di intercettazione (7) : sempre presente su gas Prelievo di pressione (11) Elettrovalvola del gas (15): valvola a solenoide Linea di alimentazione del bruciatore pilota L’aria e il gas vengono prelevati a monte dei dispositivi di regolazione e alimentano il bruciatore pilota. Il bruciatore pilota è una fiamma garantita accesa davanti al bruciatore principale. Un elettrodo viene mantenuto a 6000 volt e la carcassa viene portata a terra o collegata ad un’altra fase. Questa grande differenza di potenziale garantisce sempre la presenza di una scintilla. Il combustibile che passa viene quindi acceso. A volte i bruciatori pilota si controllano con temperatura, altre volte con celle fotoelettriche. 13 Linea di alimentazione di un bruciatore Regolatore di pressione (14) Quando la valvola solenoide sulla linea del combustibile VE3 chiude, chiude istantaneamente, mentre la valvola motorizzata sulla linea dell’aria VM1, chiude lentamente. Grazie a ciò si riesce a realizzare il lavaggio della linea allo spegnimento. Più problematica è l’apertura: anche in questo caso, VE3 apre istantaneamente e VM1 apre lentamente. In tal modo, alla partenza non si avrebbe il corretto miscelamento di combustibile e comburente. Il metano ha un suo campo di infiammabilità compreso tra 5 e 14 m3aria/m3metano. Al di fuori di questo range la miscela aria-metano non brucia. Per risolvere questo problema, a valle di VE3, viene inserito un regolatore di pressione (14) che prende il segnale di pressione sulla linea dell’aria, a valle di VM1. Appena viene dato segnale VM1 e VE3 si aprono essendo valvole normalmente chiuse (NC): VE3 si apre istantaneamente, VM1 con un certo ritardo. La linea del gas è tuttavia ‘’ostruita’’ dal regolatore di pressione (14). All’aumentare della portata di aria, aumenta la pressione sulla linea dell’aria e il regolatore di pressione (14) si apre proporzionalmente ad essa. La carburazione del sistema è quindi realizzata dall’attuatore (14), ed è quindi comandata da una presa di pressione e non da un regolatore. 14 Linea di alimentazione di un bruciatore Esploso di elettrovalvola a servomembrana (Doc. Danfoss) Elettrovalvola con servo comando a pistone (Doc. Danfoss) VE3 15 Linea di alimentazione di un bruciatore Le elettrovalvole VE1 e VE2 sono valvole che vanno inserite per ragioni di sicurezza. VE2 intercetta la linea del gas, mentre VE1 intercetta lo sfiato della linea (sfiato che va portato sopra il colmo). Questo gruppo di elettrovalvole interviene nel caso in cui si raggiungano temperature elevate. Se la temperatura sale sopra ad un certo valore, la bobina di VE1 e di VE2 si diseccitano. L’equipaggio della valvola VE2 va a chiudere la linea del gas (valvola NC), mentre l’equipaggio di VE1 si sgancia e va ad aprire la linea di sfogo del gas verso l’esterno (valvola NA). Affinché il gas possa sfogarsi verso l’esterno occorre che la pressione sia superiore rispetto alla pressione atmosferica. La pressione subito a valle di EV2 è data dal Venturi (13). p1 = 10 mbar c1 = 10 m/s c0 = 40 m/s p0 = ? 16 Linea di alimentazione di un bruciatore Bernoulli: c02 c12 p1 − p0 − = 2 2 π c0 2 − c1 2 402 − 102 p0 = p1 − π = 101300 + 1000 − 1,2 = 102300 − 900 = 101400 2 2 L’ultimo elemento di sicurezza riguarda la necessità di sapere se aria e gas sono presenti in linea. Non si possono utilizzare flussostati perché in una regolazione on-off una delle due condizioni di funzionamento è a flusso zero. Si utilizzano pressostati (6) che, confrontando la pressione in linea con una pressione minima, interrompono o meno il funzionamento dell’impianto. Sono trasduttori pressione-spostamento. A seconda della pressione, un soffietto fa alzare o abbassare un alberello precaricato con una molla. Questi spostamenti controllano una lamella che va ad aprire o chiudere il contatto pulito di un interruttore elettrico. 17 Linea di alimentazione di un bruciatore Valvola a riarmo manuale (VE2) Una chiavetta ruota muovendo con sé una squadretta attaccata ad una elettrocalamita. Quando la calamita è eccitata, è agganciata al piattello del nottolo che regge il clapet di apertura/chiusura. A seconda della rotazione della chiavetta, il clapet apre o chiude la luce di scarico. Se viene interrotta l’alimentazione, la calamita si diseccita, il piattello si sgancia e il clapet chiude la luce di scarico. Se anche tornasse l’alimentazione, finché l’elettrocalamita non viene riportata manualmente a contatto col piattello, l’equipaggio mobile rimane abbassato in posizione di chiusura della valvola. 18 Linea di alimentazione di un bruciatore Dati targhetta del pressostato: • Tensione: il pressostato supporta fino a 220V, tuttavia la tensione massima ammessa sugli elementi di controllo di linea è limitata a 110V, a tutela degli operatori; • Corrente: 3A. La potenza elettrica complessiva supportata è quindi P = V β I = 220 β 3 = 660 W (Circa ¼ della potenza di un asciugacapelli) ο non può controllare direttamente un motore elettrico. Agirà su un relè che a sua volta controlla il motore. • Temperature di esercizio: 0÷60°C ο è un oggetto per applicazioni interne. • Indice di protezione: IP 54. La normativa CEI EN 60529 classifica il grado di protezione degli involucri (ex CEI 70-1). • Pressione massima: 150mbar; è la pressione superata la quale si rischia la deformazione plastica del soffietto e si perdono tutte le caratteristiche di regolazione. • Campo di regolazione: 2,5÷30mbar. (da notare come la pressione massima di esercizio è cinque volte il fondoscala dello strumento.) • DIN: conformità alla normativa tecnica tedesca (equivalente alla normativa UNI italiana). • Registrazione dell’omologazione: oggi sarebbe sostituita dalla marcatura CE. • Simbolo di uscita con un contatto pulito. 19 Linea di alimentazione di un bruciatore Gradi di protezione degli involucri. CEI EN 60529:1997 (variante2:2014) Elemento Cifre o lettere Lettere caratteristiche IP Prima cifra caratteristica Seconda cifra caratteristica Lettera addizionale (opzionale) Lettera supplementare (opzionale) Significato per la protezione dell’apparecchiatura – 0 1 2 3 4 5 6 Contro la penetrazione di corpi solidi estranei: (non protetto) ≥ 50 mm di diametro ≥ 12,5 mm di diametro ≥ 2,5 mm di diametro ≥ 1,0 mm di diametro protetto contro la polvere totalmente protetto contro la polvere 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 Contro la penetrazione di acqua con effetti dannosi: (non protetto) caduta verticale caduta di gocce d’acqua (inclinazione 15°) pioggia spruzzi d’acqua getti d’acqua getti potenti immersione temporanea immersione continua getti d’acqua ad alta pressione e a temperatura elevata A B C D H M S W – Informazioni supplementari relative a: Apparecchiatura ad alta tensione Prova con acqua con apparecchiatura in moto Prova con acqua con apparecchiatura non in moto Condizioni atmosferiche Significato per la protezione delle persone Contro l’accesso a parti pericolose con: (non protetto) dorso della mano dito attrezzo filo filo filo – Contro l’accesso a parti pericolose con: dorso della mano dito attrezzo filo – 20 Linea di alimentazione di un bruciatore Riduttore di pressione Da notare il tubicino di retroazione, detto a becco di falco, orientato in maniera tale da rilevare la pressione statica e non quella dinamica. È proprio grazie a questa presa di pressione che si riesce a mantenere la pressione a valle. La presa per la pressione è posta ad una certa distanza dal regolatore e dal successivo dispositivo o elemento di disturbo. A protezione dello strumento viene posto a monte un pozzetti di raccolta dei condensabili, per evitare che eventuali goccioline possano andare a compromettere il funzionamento del riduttore con il tempo. Lo schema di installazione è completo di accessori quali filtro, valvole di intercettazione, valvola di bypass, manometro, e valvola di sicurezza. 21 Agenda Linea di alimentazione di un bruciatore Circuiti elettrici Quadro elettrico di una linea di alimentazione di un bruciatore Quadro elettrico di un impianto per la produzione di aria compressa Quadro elettrico di un impianto frigorifero 22 Circuiti elettrici Evoluzione storica della normativa di riferimento in materia di sicurezza: • 1955 D.P.R. n°547: Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro. • 1990 Legge n°46: Norme per la sicurezza degli impianti. • 1996 Recepita la prima Direttiva Macchine europea. • 2008 D.Lgs. n°81: Testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro. Per la progettazione degli impianti elettrici sin dal 1990 era in vigore in Italia la Legge 46/90 ora sostituita dal D.M. n°37 del 2008 e dal D.L. n°112 del 2008. Fondamentale nella progettazione, realizzazione e collaudo di un impianto elettrico sono le norme del Comitato Elettrotecnico Italiano (CEI). Per considerare adeguati gli impianti già esistenti, è necessario che questi dispongano di: 1) intercettazione all’origine dell’impianto; 2) protezione dalle sovracorrenti; 3) protezione dai contatti diretti; 4) protezione dai contatti indiretti. Non è contemplato l’impianto di messa a terra, obbligatorio per quanto riguarda i nuovi impianti. I vecchi impianti industriali avevano già l’obbligo di comprendere un impianto di messa a terra per la protezione dai contatti indiretti. 23 Circuiti elettrici 1) Intercettazione all’origine dell’impianto Quando non sono da applicare normative superiori, la prima cosa di cui un impianto deve disporre è l’intercettazione. Questa può anche essere affiancata da un elemento di ridondanza di sicurezza. 2) Protezione dalle sovracorrenti Una sovracorrente determina riscaldamenti eccessivi che possono danneggiare le guaine di materiale isolante. Può essere causata da un sovraccarico o da un corto circuito. Per proteggere l’impianto dalle sovracorrenti si utilizza l’interruttore magnetotermico: la corrente viene fatta passare anche attraverso lamelle che, per effetto Joule, si scaldano e si dilatano. La dilatazione può essere tale da far scattare un interruttore interrompendo il passaggio di corrente. Nel caso di un cortocircuito, tuttavia, la corrente è così elevata che, durante i pochi secondi che la lamella impiega per scaldarsi, si possono già essere verificati dei danni. Si utilizzano allora dei fusibili, elementi costituiti da materiali bassofondenti che, se percorsi da correnti elevate, fondono e interrompono il circuito. 24 Circuiti elettrici 3) Protezione dai contatti diretti Non ci possono essere parti in tensione esposte all’operatore. Spesso l’interruttore di un quadro elettrico svolge anche la funzione di chiavistello: se il quadro è aperto non vi è tensione. (Se il manutentore deve operare sul quadro in tensione, può by-passare tale protezione, ma è necessario seguire delle ben precise procedure di sicurezza.) 4) Protezione dai contatti indiretti. Può accadere che alcune parti normalmente non in tensione, come dovrebbe essere la carcassa di una macchina elettrica, in realtà sono sotto tensione. Ciò può succedere, ad esempio, se la carcasse viene in contatto con il materiale conduttore a seguito dell’invecchiamento e successivo degradamento del materiale isolante. Se la carcassa è collegata a terra, circola una corrente diretta verso l’impianto di terra. Se la carcassa non è collegata a terra, non circola corrente, ma nel momento in cui un operatore viene a contatto con la carcassa in tensione, è l’operatore stesso che chiude il circuito per il passaggio della corrente (la resistenza elettrica del corpo umano varia indicativamente tra 1000÷5000Ω a seconda delle condizioni, la resistenza di terra ha valori di riferimento pari a 20Ω). 25 Circuiti elettrici Per proteggersi dai contatti indiretti, si utilizza un interruttore differenziale. È costituito da un circuito magnetico su cui sono avvolti dei solenoidi. In condizioni di equilibrio tra corrente entrante ed uscente il flusso magnetico prodotto si annulla reciprocamente. In caso di squilibrio, il flusso magnetico non è più nullo ed è sufficiente per attrarre una ancorina, che provoca lo scatto di una molla che apre l'interruttore. La corrente di soglia di un differenziale è la massima differenza tollerabile tra corrente entrante ed uscente. L’interruttore differenziale è caratterizzato da tempi di intervento dell’ordine del decimillesimo di secondo. Si definiscono interruttori differenziali ad alta sensibilità quelli che hanno una corrente di intervento ≤30 mA. Per impianti già esistenti sprovvisti dell’impianto di messa a terra, è necessario disporre di un interruttore differenziale ad alta sensibilità. 26 Circuiti elettrici Schema di un relay doppio 27 Circuiti elettrici Per motivi di sicurezza il valore massimo dell’alimentazione non può superare i 110V. Dove possibile si preferisce utilizzare i 12V o i 24V. Con questi valori di tensione e ragionevoli valori di corrente per non avere cavi di dimensioni proibitive (in linea di massima si possono considerare ragionevoli valori di densità di corrente pari a 3 A/mm2), è impossibile controllare organi di potenza. Una bobina funge da interfaccia tra organi di controllo e organi di potenza. In figura è rappresentato un relay doppio (possiede due coppie di contatti N.A. ed N.C.). I pin 2 e 7 collegano la bobina. Dando tensione alla bobina, questa si eccita attraendo contatti contrastati da una molla. I contatti normalmente chiusi (1-4 e 5-8) si aprono e i contatti normalmente aperti (1-3 e 6-8) si chiudono. Nell’esempio riportato in figura, alimentando il relay la lampadina risulta accesa, essendo in serie al contatto normalmente chiuso 1-4. Quando il pressostato fa chiudere l’interruttore di alimentazione della bobina, il contatto normalmente chiuso 1-4 si apre facendo spegnere la lampadina. 28 Circuiti elettrici Schema unifilare Per rappresentare lo schema funzionale di un circuito elettrico si utilizza la seguente simbologia: Relay Carichi (motori, spie visive, …) Contatto N.A del relay R1 Pulsante N.A Contatto N.C del relay R1 Pulsante N.C 29 Circuiti elettrici Per verificare che ad ogni ramo corrisponda un carico, così da evitare cortocircuiti, è consigliabile rappresentare i carichi nella parte alta di un ramo ed i contatti nella parte bassa. L1 L2 L3 Carichi R1 I ∼ 110V Contatti R1 R1 30 Circuiti elettrici Circuito di autoritenuta Per comandare l’accensione e lo spegnimento di un relay, si utilizza il circuito di autoritenuta. Spingendo il pulsante di avviamento A (normalmente aperto), il relay R1 viene eccitato. Il contatto N.A R1 si chiude mantenendo eccitato il relay anche quando il pulsante A viene rilasciato e torna alla sua posizione iniziale. Il circuito è in autoritenuta: è il contatto stesso della bobina che permette il passaggio di corrente. Per diseccitare la bobina occorre interrompere il circuito premendo il pulsante di esclusione E (normalmente chiuso). Il contatto N.A R1 torna ad aprirsi e al rilascio del pulsante E il circuito rimane aperto. 31 Agenda Linea di alimentazione di un bruciatore Circuiti elettrici Quadro elettrico di una linea di alimentazione di un bruciatore Quadro elettrico di un impianto per la produzione di aria compressa Quadro elettrico di un impianto frigorifero 32 Quadro elettrico di una linea di alimentazione di un bruciatore Schema unifilare del quadro elettrico di una linea di alimentazione di un bruciatore 33 Quadro elettrico di una linea di alimentazione di un bruciatore Connessioni elettriche alla linea di alimentazione: T Il motore è alimentato da una sistema trifase (R,S,T). Le tensioni concatenate tra fase e fase hanno modulo pari a 400V e sono sfasate di 120° tra loro. Il motore è anche collegato al circuito di terra. Il collegamento alle tra fasi deve essere intercettabile mentre la linea di terra no. VTn VTR VST n VRn R VSn 30° VRS S Le linee monofase sono alimentate dalla tensione presente tra la fase da cui si stacca la linea ed il neutro: VRS 2 400 2 VRn = = = 230V cos π 6 3 2 Dei trasformatori portano la tensione al valore desiderato: per la linea di controllo è presente un trasformatore 230:110 V, mentre per il bruciatore pilota è presente un trasformatore 400:6000 V. Per evitare di avere una fase sovraccaricata rispetto le altre, è bene distribuire i carichi tra le tre fasi, cercando di ottenere un sistema il più equilibrato possibile. La fase più impegnata la si distingue ad occhio poiché, dopo un certo periodo di funzionamento, risulta maggiormente ossidata e quindi annerita. 34 Quadro elettrico di una linea di alimentazione di un bruciatore Sezionamento all’origine dell’impianto L’interruttore è caratterizzato da una corrente nominale IN, una corrente differenziale IΔN e una corrente massima Imax (che è la corrente di intervento dell’interruttore magnetotermico). Fusibili Sono dimensionati in funzione della dimensione dei cavi e vengono posti ai capi di ogni derivazione per proteggere il circuito a valle da cortocircuiti. Trasformatori Sono presenti il trasformatore per la linea di controllo e il trasformatore per assicurare accesa la fiamma pilota. La carcassa dei trasformatori va portata a terra e i circuiti protetti con fusibili. 35 Quadro elettrico di una linea di alimentazione di un bruciatore Quadro di avviamento/esclusione Il quadro di avviamento ed esclusione è collegato direttamente all’interruttore generale dei servizi. È presente il circuito di autoritenuta con i pulsanti di avviamento ed esclusione. Una luce verde segnala la presenza di alimentazione al quadro ma non ai servizi. Una luce rossa segnala l’avvenuto avviamento dell’impianto (pressione del pulsante A e alimentazione dei servizi). Interruttore magnetotermico È presente un bussolotto che si può muovere all’interno di spazzole con contatti striscianti. Se le fasi si scaldano, l’architettura a coda di rondine dei conduttori fa abbassare il bussolotto. La presenza di un magnete permette la rapida estrazione del bussolotto dalle spazzole, evitando i grandi fenomeni di scintillio che si avrebbe con estrazione lenta. Si interrompe così il circuito della bobina che si diseccita e comanda l’apertura dell’interruttore di intercettazione del motore elettrico della soffiante. 36 Quadro elettrico di una linea di alimentazione di un bruciatore Termocoppia regolatrice L’alimentazione è collegata tra i pin 1 e 2 e l’involucro viene portato a terra. La termocoppia è collegata tra i pin + e – tramite cavo compensato. Sono presenti un contatto normalmente chiuso 3-4 ed un contatto normalmente aperto 3-5. In serie a quest’ultimo si è scelto di collegare il relay R1 per la regolazione dell’elettrovalvola del gas VE3 e la valvola motorizzata dell’aria VM1. 37 Quadro elettrico di una linea di alimentazione di un bruciatore In condizioni normali di funzionamento, l’interruttore manuale AUT/MAN è chiuso. Viene aperto per la calibrazione iniziale in fase di collaudo. Se la temperatura supera gli 808°C, il contatto 3-4 (N.C.) si apre e il contatto 3-5 (N.A.) si chiude. Ipotizzando chiuso il contatto R3 relativo alla presenza della fiamma pilota e ipotizzando chiuso l’interruttore manuale, il relay R1 viene eccitato. Quando la temperatura torna sotto i 792°C, il contatto 3-4 torna a chiudersi e il contatto 3-5 torna ad aprirsi. 38 Quadro elettrico di una linea di alimentazione di un bruciatore Elettrovalvola del gas Considerando la sola presenza del contatto R1 (N.C.), essendo l’elettrovalvola VE3 normalmente chiusa, quando R1 si eccita (temperatura troppo elevata) la valvola si chiude rapidamente e viene interrotta l’alimentazione di gas. Valvola motorizzata dell’aria La valvola motorizzata VM1 funziona a 24V e pertanto richiede la presenza di un trasformatore. La valvola non ha una posizione normale, ma va alimentata sia in chiusura sia in apertura. Collegato l’ingresso responsabile della chiusura della valvola con un contatto N.A. e l’ingresso responsabile dell’apertura della valvola con un contatto N.C., quando R1 si eccita (temperatura troppo elevata), l’albero ruota fino a raggiungere il fine corsa chiudendo la valvola. Quando R1 si diseccita (temperatura troppo bassa) l’albero ruota in senso contrario aprendo la valvola. 39 Quadro elettrico di una linea di alimentazione di un bruciatore Termocoppia di sicurezza Si tratta di una ridondanza sulla regolazione, che impedisce il raggiungimento di una seconda temperatura di soglia nel caso in cui non sia intervenuta la termocoppia regolatrice. Il funzionamento è simile a quanto visto per la precedente termocoppia ma la linea di regolazione è inserita in serie al contatto N.C. 3-4. Tutti i comandi relativi agli elementi di sicurezza sono inseriti su questo ramo. Oltre al relay R2 dotato di sistema di autoritenuta, troviamo: • Il contatto N.A. T del teleruttore della soffiante. Si chiude quando il relativo relay è eccitato, ovvero quando viene avviata la soffiante; • i contatti N.A. dei due pressostati P1 e P2; • Il contatto N.A. relativo alla presenza della fiamma pilota R3. 40 Quadro elettrico di una linea di alimentazione di un bruciatore Se la temperatura è all’interno dei valori desiderati, se è presente la fiamma pilota, se è attiva la soffiante e se sono chiusi i contatti dei pressostati, premendo il pulsante si eccita il relay R2. Il contato N.A. R2 sulla linea delle elettrovalvole di sfiato si chiude e alimenta le valvole VE1 e VE2. La valvola VE1 normalmente aperta si chiude intercettando il canale di sfiato e la valvola VE2 normalmente chiusa si apre. L’elettrovalvola VE3 normalmente chiusa si apre facendo fluire il gas in linea. Qualora la temperatura dovesse superare gli 850°C (set point di sicurezza), il contatto 3-4 si apre ed il relay R2 si diseccita. Le valvole di sfiato tornano alle proprie condizioni normali aprendo il canale di scarico. Anche l'elettrovalvola del gas VE3 si chiude tornando in condizioni normali. Da notare il riarmo manuale della valvola VE2. Da notare anche come sulla linea di controllo della valvola motorizzata dell’aria non è presente alcun contatto R2, perché se la temperatura fosse salita eccessivamente ci deve essere un lavaggio con aria del forno. 41 Quadro elettrico di una linea di alimentazione di un bruciatore È necessario un interruttore sula linea della fiamma pilota per l'avvio dell'impianto. La partenza dell'impianto deve infatti essere univoca e volontaria; non può dipendere dalla sequenza di attivazione della soffiante e della fiamma pilota, dai consensi dei pressostati, ... Anche il relay della soffiante si attiva dopo la pressione di un pulsante ed ha un proprio sistema di ritenuta. 42 Quadro elettrico di una linea di alimentazione di un bruciatore Schema unifilare del quadro elettrico di una linea di alimentazione di un bruciatore 43 Agenda Linea di alimentazione di un bruciatore Circuiti elettrici Quadro elettrico di una linea di alimentazione di un bruciatore Quadro elettrico di un impianto per la produzione di aria compressa Quadro elettrico di un impianto frigorifero 44 Quadro elettrico di un impianto per la produzione di aria compressa P&I di un impianto per la produzione di aria compressa VT F S # Descrizione SA Serbatoio di accumulo VT Valvola termostatica C Compressore a due stadi F Filtro SC Scaricatore di condensa S Separatore di condensa Pm Pressostato di minima PM Pressostato di massima PS Pressostato di sicurezza VS Valvola di sicurezza PS (10 bar) VS F SC PM (8 bar) Pm (5 bar) VT SA F F S C F VT F SC F SC 45 Quadro elettrico di un impianto per la produzione di aria compressa Compressore L’aria viene aspirata attraverso un filtro ed arriva ad un compressore alternativo con più stadi di compressione. Il raffreddamento dell’aria compressa tra uno stadio ed il successivo, permette di ridurre il lavoro complessivo speso per la compressione. La pressione intermedia di compressione che minimizza il lavoro è pari alla media geometrica tra la pressioni all’aspirazione e alla mandata del compressore. Il raffreddamento viene realizzato con dell’acqua prelevata da un collettore e proveniente da una torre di raffreddamento. Delle valvole economizzatrici regolano la portata di raffreddamento in maniera indipendente. Anche le camicie dei due stadi di compressione necessitano di essere raffreddate. Grazie allo sviluppo di macchine a controllo numerico con alto grado di precisione, è molto diffuso anche l’utilizzo di compressori a viti che, essendo macchine rotative volumetriche riescono ad elaborare portate elevate. Dell’olio garantisce l’isolamento degli stretti meati che contengono l’aria compressa e raffredda molto efficientemente l’aria stessa. 46 Quadro elettrico di un impianto per la produzione di aria compressa Dati (aria): Temperatura all’aspirazione: T1 = 20 °C Pressioni all’aspirazione: p1 = 101300 Pa L= ρ1 = 1,2 kg/m3 v dp [J/kg] 12) Compressione isoentropica pv k = cost 12) Compressione reale con compressore alternativo T −T ηis = T2 −T1 2 1 12’) Compressione isoterma pv = cost 12’’) Compressione reale con compressore a viti 47 Quadro elettrico di un impianto per la produzione di aria compressa Scaricatori di condensa Raffreddando dell’aria compressa, è elevato il rischio di formazione di condensa. Comprimendo l’aria, pressione e temperatura aumentano. Anche la pressione parziale del vapore normalmente presente in aria aumenta proporzionalmente alla pressione (ad esempio, triplica con un rapporto di compressione pari a 3). Raffreddando, cala la temperatura e cala anche la pressione di saturazione. Se si raggiunge una temperatura cui corrisponde una pressione di saturazione inferiore rispetto alla pressione parziale del vapore, l’acqua condensa. Se delle gocce di condensa dovessero arrivare agli utilizzatori dell’aria compressa, ad esempio attrezzi pneumatici ad elevato numero di giri, si avrebbero danni. La condensa viene quindi separata dalla corrente di aria e scaricata da appositi scaricatori di condensa. Un tubo equilibratore, evita la formazione di tappi di aria nello scaricatore di condensa, poiché questi impedirebbero l’innalzamento del galleggiante e, di conseguenza, lo scarico della condensa. 48 Quadro elettrico di un impianto per la produzione di aria compressa Raffreddamento delle camicie del compressore Raffreddamento dell’aria compressa 49 Quadro elettrico di un impianto per la produzione di aria compressa Serbatoio di accumulo e regolazione La regolazione del compressore è a due posizioni e si basa sulla pressione che si riscontra nel serbatoio di accumulo. Questi serbatoi sono soggetti ad omologazione dell’INAIL. Nella targhetta viene indicato se il serbatoio è suscettibile a verifiche periodiche e con che cadenza. Normalmente è il prodotto pressione per volume che determina la necessità e la cadenza di verifiche. Esistono sistemi non intrusivi come spessimetri per determinare lo spessore della parete metallica. Il serbatoio è dotato di • valvola di sicurezza (tarata, ad esempio, a 12 bar); • pressostato di sicurezza: interviene quando la pressione supera i 10 bar; • pressostato di regolazione: stacca il motore quando la pressione supera gli 8 bar e lo riattacca quando scende sotto i 5 bar; possono essere presenti un pressostato di minima e uno di massima, oppure è presente un solo pressostato con pressione di intervento pari a 8 bar e pressione differenziale pari a 3 bar. 50 Quadro elettrico di un impianto per la produzione di aria compressa Schema unifilare del quadro elettrico 51 Quadro elettrico di un impianto per la produzione di aria compressa Alimentazione L’alimentazione del motore è trifase (R,S,T) a 380 V e prevede il sezionamento generale dell’impianto mediante un interruttore caratterizzato da In, Imax, IΔn e architettura a chiavistello. Per minimizzare i danni causati da correnti di cortocircuito, sono inseriti dei fusibili. La carcassa del compressore viene posta a terra per garantire il corretto funzionamento della protezione contro i contatti indiretti. Il teleruttore T si chiude o si apre comandato dai pressostati del serbatoio di compenso. Dall’alimentazione si staccano i 220 V e si trasformano in 110 V per poter alimentare il quadro elettrico. 52 Quadro elettrico di un impianto per la produzione di aria compressa Avviamento / Esclusione: È presente il tipico circuito di autoritenuta della bobina di avviamento/esclusione. La spia verde si accende a quadro alimentato quando ancora non è stato premuto il pulsante A. La spia rossa si accende quando viene premuto il pulsante di avviamento. 53 Quadro elettrico di un impianto per la produzione di aria compressa Blocco compressore Il teleruttore è legato alle condizioni dei relay R1 e R2. Fintanto che la pressione nel serbatoio di compenso è inferiore a 8 bar, il contatto N.C. del pressostato di massima è in condizioni normali, e quindi è chiuso. Analogamente, il contatto N.A. del pressostato di minima si chiude quando la pressione nel serbatoio di compenso sale sopra i 5 bar. 54 Quadro elettrico di un impianto per la produzione di aria compressa START (il compressore parte) Schema di funzionamento Pressostato ππ Pressostato ππ¦ Relay R1 Chiuso Aperto Eccitato Non eccitato Eccitato p = 8 bar Chiuso Chiuso Eccitato Non eccitato Eccitato STOP Aperto Chiuso Non eccitato Eccitato Non eccitato Chiuso Chiuso Non eccitato Eccitato Non eccitato Chiuso Aperto Eccitato Non eccitato Eccitato Relay R2 T p = 5 bar (il compressore si ferma) p ≤ 5 bar 55 Quadro elettrico di un impianto per la produzione di aria compressa Blocco compressore: soluzione con pressostato di sicurezza. Rispetto al caso precedente viene introdotto un relay RS associato ad un pressostato di sicurezza tarato a 10 bar. Il contatto N.C. del pressostato di sicurezza eccita il relay RS. Il contatto N.A del relay RS viene inserito sul ramo del relay R1 per cui, in condizioni normali di esercizio, il funzionamento è identico alla soluzione vista in precedenza. Se per un qualunque motivo si superano i 10 bar (ad esempio il pressostato di massima non è intervenuto), il relay RS si diseccita, il suo contatto N.A. si apre, il relay R1 si diseccita diseccitando a sua volta il teleruttore T. Si spegne quindi il compressore. 56 Quadro elettrico di un impianto per la produzione di aria compressa Nella soluzione precedente, appena la pressione scende sotto i 10 bar, il compressore riparte. La pressione aumenta nuovamente fino a 10 bar e il pressostato di sicurezza fa spegnere il compressore. La situazione continuerebbe quindi a ripetersi. Poiché l’intervento del pressostato di sicurezza è sintomo di malfunzionamento dell’impianto, è necessario che il riarmo sia manuale. Si utilizza pertanto un sistema di autoritenuta. Sul ramo del relay RS. (Una spia verde indica che è presente tensione e che il compressore è fermo pronto per partire, mentre una spia rossa si accende quando è attivo il compressore.) 57 Quadro elettrico di un impianto per la produzione di aria compressa Blocco compressore: soluzione alternativa L’architettura vista in precedenza, richiedeva l’utilizzo di 3 relay e di un teleruttore. Mentre il teleruttore T e il relay del pressostato di sicurezza RS sono irrinunciabili, i relay R1 e R2 possono essere sostituiti da un unico relay R. Il ramo del relay R presenta un blocco simile ad un circuito di autoritenuta dove però i pulsanti di avviamento ed esclusione sono sostituiti dai pressostati di minima e di massima. Quando la pressione supera i 5 bar, il contatto associato al pressostato di minima si apre, ma il relay R rimane tirato dal proprio contatto chiuso. Il pressostato di massima funziona come una specie di pulsante di esclusione: superati gli 8 bar il relay R si diseccita e il compressore si spegne. Finché la pressione non scende nuovamente sotto i 5 bar il relay R rimane diseccitato e il compressore spento. 58 Quadro elettrico di un impianto per la produzione di aria compressa Schema unifilare del quadro elettrico 59 Agenda Linea di alimentazione di un bruciatore Circuiti elettrici Quadro elettrico di una linea di alimentazione di un bruciatore Quadro elettrico di un impianto per la produzione di aria compressa Quadro elettrico di un impianto frigorifero 60 Quadro elettrico di un impianto frigorifero Ciclo frigorifero a compressione 1→2: il fluido viene compresso dallo stato di vapore saturo secco allo stato di vapore surriscaldato. 2→3: il vapore viene raffreddato fino a condensare. 3→4: il liquido saturo umido, raccolto in un recipiente, subisce una laminazione fino alla pressione di evaporazione (si ottiene un fluido bifase). 4→1: il fluido, acquistando calore dall’ambiente da raffreddare, evapora. 61 Quadro elettrico di un impianto frigorifero P&I di un impianto frigorifero a compressione con separatore di liquido 62 Quadro elettrico di un impianto frigorifero Pressostato di massima PMC Il pressostato di massima impedisce di superare una pressione troppo elevata fermando il motore elettrico. Il pressostato di massima scatta, ad esempio, in caso di ostruzione della linea. La pressione può salire sopra il valore limite anche in assenza di condensazione (la sorgente fredda non riesce più a garantire la condensazione). Pressostato di minima PmC Se la pressione minima cominciasse a scendere sotto un certo valore, il volume specifico del fluido frigorifero aumenterebbe e, a parità di portata volumetrica, i kg di fluido frigorifero circolanti sarebbero meno. Il pressostato di minima scatta, ad esempio, quando il livellostato di massima non è intervenuto: ipotizziamo che le utenze non richiedono potenza frigorifera e si accumula liquido nel separatore. Il compressore continua ad aspirare vapore e la pressione si abbassa perché il liquido non sta più evaporando. La temperatura di evaporazione si abbassa progressivamente, allontanandosi dalla temperatura di progetto della cella, compromettendo, per esempio, la conservazione di una certa derrata alimentare. 63 Quadro elettrico di un impianto frigorifero Pressostato di massima e di minima della ventola PMV e PmV Quando non si riesce a condensare il vapore sfruttando la sola convezione naturale, la pressione a monte del condensatore sale. Il pressostato di massima PMV attiva la ventola facilitando così la condensazione del vapore. La pressione si riabbassa finché il pressostato di minima PmV fa spegnere la ventola. Questa pressione minima deve essere tale da evitare continui attacca e stacca del motore elettrico della ventola. Controllo di livello massimo nel separatore LC Se l’utenza non necessita di potenza frigorifera, il liquido non evapora e il livello nel separatore di liquido sale. Un controllo di livello massimo agisce sul motore elettrico facendolo fermare. Controllo di livello minimo nel separatore LP È necessario garantire un livello minimo per evitare problemi di cavitazione alla pompa. Poiché il liquido nel separatore di liquido è in condizioni sature è necessario garantire alla pompa un battente h che determina una sovrapressione ρgh tale da impedire al fluido di bollire. 64 Quadro elettrico di un impianto frigorifero Pressostato differenziale Pd Un pressostato differenziale avverte una differenza di pressione. La pompa di circolazione dell’olio (solitamente a ingranaggi) del compressore alternativo, fornisce una prevalenza che dipende dalle resistenze del circuito. La pressione all’interno del carter non è nota: sarà una pressione intermedia tra la pressione di aspirazione e quella di mandata a seconda del grado dello stato delle tenute, del grado di usura,… Pertanto non si misura la pressione data dalla prevalenza della pompa più la pressione ambiente, poiché quest’ultima è sconosciuta. Si misura la differenza tra la pressione a valle della pompa e la pressione nel carter. Il pressostato differenziale serve per verificare che non manchi olio. Alla partenza, con la pompa ferma, la pressione differenziale è zero e il motore non partirebbe. Si utilizza pertanto un relay ritardato (pressostato messo in parallelo con un contatto a resistenza che scaldandosi, si dilata e stacca; oppure pressostato con timer) La taratura del pressostato è molto delicata perché in caso di rilevamento di una differenza di pressione troppo bassa, lo strumento deve distinguere se si sta lavorando con olio in temperatura (meno viscoso) o si sta iniziando ad aspirare gas e quindi manca il lubrificante. 65 Quadro elettrico di un impianto frigorifero Valvola a solenoide Vs La Vs è una valvola comandata elettricamente dalla centralina: l’eccitamento della bobina, apre o chiude l’otturatore. La chiusura di questa valvola isola la parte di circuito ad alta pressione (pressione di condensazione) dalla parte di circuito a bassa pressione (pressione di evaporazione). In assenza della Vs, quando il compressore si ferma, la pressione della parte di circuito a più alta pressione si scaricherebbe attraverso il gruppo di laminazione. È bene che la Vs sia una valvola normalmente chiusa, in maniera tale che in assenza di alimentazione (e quindi a compressore fermo) la valvola sia chiusa. La Vs va posta prima della VL perché dopo la laminazione ci si trova a lavorare a basse temperature (es: -10°C). Se la Vs si trovasse in tali condizioni, la condensazione di vapor d’acqua intorno alla valvola e successiva formazione di ghiaccio, ne comprometterebbe l’uso. 66 Quadro elettrico di un impianto frigorifero Schema unifilare del quadro elettrico di un impianto frigorifero 67 Quadro elettrico di un impianto frigorifero Elementi di potenza e circuito avviamento/esclusione É indispensabile la presenza di sezionamento all’origine dell’impianto, protezione dai contatti diretti e indiretti, protezione dalle sovracorrenti. Gli elementi di potenza da alimentare sono i motori elettrici del compressore, del ventilatore e della pompa di circolazione. 68 Quadro elettrico di un impianto frigorifero Compressore Il compressore si avvia e rimane acceso se: • la pressione di mandata è inferiore rispetto alla soglia di PMC ο il contatto N.C. di PMC rimane chiuso; • la pressione di aspirazione è superiore rispetto alla soglia di PmC ο il contatto N.A. di PmC si chiude; • il livello nel separatore è inferiore rispetto alla soglia di LC ο il contatto N.A. di LC rimane aperto; • la pressione differenziale è superiore rispetto alla soglia di Pd ο il contatto N.A. di Pd si chiude (all’avviamento il contatto N.A. di Pd è aperto ma il relay è bypassato per permettere l’accensione del compressore); Quando il compressore è acceso la valvola deve essere aperta; quando il compressore si ferma la valvola si deve chiudere. 69 Quadro elettrico di un impianto frigorifero Ventola Quando la pressione a monte del condensatore sale sopra la soglia di PMV , il contatto N.A. di PMC si chiude e la ventola si accende. La pressione torna a calare ma la ventola rimane accesa perché il contatto R4 rimane tirato dalla sua bobina e il contatto N.A. di PmC resta chiuso. Se la pressione cala sotto la soglia di PMV , il contatto N.A. di PmC si apre e fa spegnere la ventola. Pompa Per evitare la cavitazione, la pompa funziona solo quando è presente un certo livello di liquido nel separatore. In queste condizioni il contatto N.A. di Lp è chiuso. Se il livello scende sotto la soglia Lp , il contatto si apre e fa spegnere il motore della pompa. 70 Quadro elettrico di un impianto frigorifero Schema unifilare del quadro elettrico di un impianto frigorifero 71 Corso di Strumentazione e Automazione Industriale Modulo 6 Automazione di impianti meccanici Prof. Ing. Cesare Saccani Prof. Ing. Augusto Bianchini Ing. Marco Pellegrini Ing. Alessandro Guzzini Department of Industrial Engineering (DIN) - University of Bologna