Locandina mostra Rose del Redoutè Gentile lettore, mi chiamo Cristina Parenti e sono intervenuta in qualità di farmacista alla conferenza di apertura per l'inaugurazione di una mostra di stampe di rose di un autore ottocentesco tale Pierre Joseph Redoutè (1759-1840) per trattare il tema “Della rosa in farmacia ieri e oggi”. Il tema devo dire mi ha coinvolto moltissimo, ho trovato nel corso delle ricerche che ho fatto tra la biblioteca Palatina, internet e considerazioni personali tanti di quei riferimenti che quando mi è stato proposto di intervenire alla conferenza mai avrei immaginato. Trascrivo il mio intervento su richiesta dei colleghi presenti alla conferenza confidando di far cosa gradita a chi non ha potuto partecipare. Pierre Joseph Redoutè Pierre-Joseph Redoutè è stato un pittore e botanico francese, divenne celebre per le sue pitture di fiori all'acquerello e più particolarmente delle rose. Fu soprannominato “ il Raffaello dei fiori”. Girò le corti europee ad insegnare a dipingere a nobili fanciulle e ad immortalare i fiori dei loro giardini. Fu pittore di corte di Josephine Beuharnais (1763-1814) prima moglie di Napoleone; Josephine amava moltissimo le rose, possedeva un roseto molto vasto alla Malmaison e il Redoutè ne immortalò tantissime nelle sue stampe. Nel 1809 insegnò le tecniche dell'acquerello a Maria Luisa seconda moglie di Napoleone e futura duchessa di Parma. Le sue stampe acquerellate conservano a distanza di tempo un qualcosa di delizioso, ve ne mostro di seguito qualcuna presa da internet. Rosa Centifolia Rosa Gallica Rosa Damascena Botanica. La rosa è una pianta che appartiene alla famiglia della rosacee, comprende circa 150 specie, originarie dell'Europa e dell'Asia, è una pianta che si presta molto alle modificazioni genetiche per cui l'uomo ha saputo trarre da essa numerose varietà, infiniti ibridi e cultivar. Le rose sono state coltivate in Europa da tempi immemorabili, avevano la caratteristica di fiorire solo una volta all'anno e possedevano colori tenui, bianco o rosa. Una svolta importante per quanto riguarda l'aspetto si ebbe a fine settecento quando le rose europee vennero incrociate con le prime rose provenienti dalla Cina, dove da secoli abili ibridatori lavoravano per le rose dei giardini dell'imperatore, le rose europee acquistarono in rifiorenza, dalla primavera all'autunno, e, ai colori che già conoscevamo si aggiunsero il giallo e il rosso acceso. Altra svolta importante si ebbe quando sempre dalla Cina (1867) arrivò una nuova varietà la rosa Tea, che incrociata con le nostre dette origine alle rose definite “moderne” quelle che hanno i petali che si girano all'insotto e il bocciolo allungato. La rosa è stata da sempre apprezzata come pianta da giardino, ma nei secoli è stata anche apprezzata come pianta medicinale allo scopo di porre rimedio ai malanni umani; diciamo che la rosa è una pianta “buona” non contiene sostanze velenose, giusto un po di tannino e olio essenziale nei petali, vitamina C nei falsi frutti detti cinorrodi e olio nei semi. Nei codici farmaceutici della medicina ufficiale è sempre stata presente. Usi medicinali della rosa a Parma inizio ottocento. Allora regnante Maria Luisa d'Austria, era arrivata a Parma nell'aprile del 1816, nel 1823 approva un formulario farmaceutico col nome di CODEX MEDICAMENTARIUS PARMENSIS a motivo, lo dice lei stessa nell'introduzione “non vi fossero abusi nell'esercizio dell'arte di guarire, che dettasse le regole della composizione e della preparazione dei medicamenti e che stabilisse un formulario certo e invariabile da tenersi ed eseguirsi in tutti i laboratori farmaceutici. Aggiunge sarà stampato e posto in esecuzione in tutti i nostri stati a datare dal 1° giugno 1823.” E' legge. [Si può notare nel frontespizio la scritta Ducali Tipographaeo, siamo nel 1823, Bodoni era morto nel 1813 ma l'attività sarà continuata dalla vedova fino agli anni 40 dell'ottocento quindi quello che vediamo è quindi un testo bodoniano, si noti il particolare equilibrio compositivo e l'eleganza dei tipi.] Il codice medicamentario di Maria Luigia è l'antenato delle nostre Farmacopee Ufficiali, e' una raccolta delle preparazioni galeniche in uso nelle farmacie del tempo da dispensare ai clienti che si servivano della farmacia. Quando si farà l'Italia (1861) la prima Farmacopea Ufficiale del Regno d'Italia (1892) sarà la summa dei vari codici dei piccoli stati ante unificazione. La terapia farmacologica del tempo si basava molto sull'uso di piante medicinali alcune facilmente reperibili nei territori abitualmente frequentati e conosciuti, altre importate dall'oriente e da paesi lontani. La rosa è presente come pianta medicinale con due specie: 1) ROSA CENTIFOLIA .L detta “rosa pallida” 2) ROSA GALLICA.L detta “rosa rossa” Erano rose profumate con un'unica fioritura annuale; nella terapia del tempo si usavano i petali freschi o secchi contenenti principalmente tannini ad azione astringente e un olio essenziale che conferiva alle preparazioni galeniche un gradevole profumo. Andiamo a vedere ora le preparazioni con la rosa nel codice di Maria Luigia. Da notare il testo in latino e il sistema di pesi antecedente l'avvento del sistema metrico decimale. In queste due pagine vediamo una conserva di petali di rosa rossa e l'indicazione per la preparazione di un alkermes. Conserva di petali di rosa rossa petali di rosa rossa polverizzati....once ½ acqua di rose.......once 6 infondi a bagno maria per 6 ore poi aggiungi: zucchero finemente polverizzato …..libra 1 succo di limone.....once 1 mescola e nello stesso bagno fai conserva. Questa conserva di petali di rosa rossa è una preparazione fatta con ingredienti facilmente reperibili in loco doveva essere un emolliente atto a curare un mal di gola, una tosse secca o una raucedine. Alkermes Cassia lignea....once ½ rosa rossa petali ….dracme 3 cannella …...once 1 coccinelle …..dracme 1 sciroppo kermisino …..libre 1 Scalda lo sciroppo a bagno maria, filtra con panno di lana, aggiungi le polveri e mescolando confeziona. In questa preparazione sono gli ingredienti a essere particolarmente interessanti, vi troviamo due specie di cannella la cassia lignea e il “cinnamomi acuti” chiamato comunemente cannella due piante di provenienza orientale, ma l'ingrediente più curioso e il “coccinelle” che è quello che da alla preparazione il colore rosso tipico dell'alkermes. Il coccinellae o cocciniglia è un colorante di origine animale tuttora usato, si ottiene da un insetto il Dactylopius-coccus che vive sulle foglie spinose di un cactus la napalea coccinellifera nel Sud America, questo insetto produce l'acido carminico il colorante in questione, per proteggersi dai predatori; trattando il carapace dell'insetto con acqua calda si estrae questa sostanza di colore rosso cremisi adatta ad uso alimentare. Attualmente è indicato come E120, si può trovare in alcune preparazioni dolciarie destinate ai bambini (es: M&M's) e in alcuni aperitivi (es: Martini bitter aperitivo). Nelle preparazioni alimentari di colore rosso per motivi economici è più facile trovare un altro colorante rosso questo di sintesi l'E124, tuttavia il vecchio colorante di origine animale ha ancora credito e questo è dovuto al fatto che ha fama di scarsa tossicità; attualmente si ha una produzione ragguardevole in Perù e in minor misura nelle isole Canarie. Fonte: fr.m.wikipedia.org/wiki/dactylopius_coccus Le proprietà medicinali dell'Alkermes sciroppo le attribuirei essenzialmente ai due tipi di cannella, quindi digestivo, antispasmodico, antibatterico. Se ci fossimo trovati in quel tempo con qualche problema di digestione, spasmi allo stomaco, gonfiore intestinale, cosa avremmo fatto? Saremmo andati alla farmacia di San Giovanni, che adesso ha preso il nome di “Storica Spezieria di San Giovanni” ma che è stata una normale farmacia operante sul territorio da metà settecento a fine ottocento (circa 130 anni) quando fu acquistata dallo stato italiano per farne un museo, avremmo confidato il nostro problema al Dottor Gardoni (tre generazioni di questa famiglia gestirono la farmacia nei 130 anni di apertura al pubblico) e lui ci avrebbe consigliato di assumere un cucchiaio di Alkermes prima dei pasti principali, avrebbe preso dallo scaffale un vaso (albarello) contenente il nostro rimedio e ce ne avrebbe venduto facciamo mezza libra, 164 grammi. Se vorrete fare una visita alla storica spezieria potrete vedere di persona lo storico vasetto bianco e azzurro con la scritta Alkermes come tanti altri vasi delle preparazioni che andrò ad illustrarvi. (a sinistra del nome di alcune preparazioni, prima del numero potete vedere un piccolo asterisco, erano le preparazioni di cui la farmacia doveva obbligatoriamente essere provvista.) Andiamo avanti nello sfogliare il nostro codice e troviamo la preparazione di due unguenti, uno che possiamo equiparare ad un unguento base in cui la nostra rosa sotto forma di acqua di rose ha lo scopo di profumare i due grassi che compongono l'unguento, e il secondo in cui i nostri due grassi adeguatamente profumati sono uniti a due piante medicinali la malva e il solano nero cui la medicina attuale riconosce il potere di risolvere foruncoli, ascessi ed eczemi. Unguento rosato semplice adipe porcina depurata....libre 3 sebo bovino.......libra 1 in vaso di terracotta lento cuoci finché i due grassi siano entrambi liquefatti unisci a caldo: acqua di rose.....libre 4 agita per tre giorni finché l'acqua esce e l'unguento si depone. Unguento rosato malvino unguento rosato semplice.....libre 3 foglie di malva recenti foglie di solano recenti......ana oncie 6 contundi le foglie, all'unguento sopraddetto a lento calore unisci dopo tre giorni spremi, raffredda e separa l'unguento dall'acqua. I due sciroppi a seguire, li vedrei bene per curare la tosse. Sciroppo di petali di rosa rossa petali di rosa rossa acqua bollente parti uguali in cucurbita stannea munita di coperchio fare infusione per tre ore, cola spremendo, decanta il liquido e aggiungi il doppio di zucchero, fai lo sciroppo a bagno maria. Sciroppo di rosa pallida o sciroppo rosato solutivo (emolliente) succo raffinato di rosa pallida zucchero polverizzato.....parti uguali chiarifica e cuoci a sciroppo. Ecco il miele rosato, l'unico medicamento sopravvissuto da quei dì, tuttora usato per curare le afte buccali e il mughetto nel neonato. Miele rosato sciroppo di miele ….libre 6 succo raffinato di rosa pallida......oncie 6 lento cuoci a consistenza di sciroppo. Miele rosato solutivo sciroppo di miele.....libre 6 succo raffinato di rosa pallida ….libre 3 lento cuoci a consistenza di sciroppo. L'acqua di rose, tonico astringente per la pelle o acqua profumata per chi voglia aspergersene. Acqua di petali di rose petali di rose recenti …...libre 12 acqua fontis....libre 48 porto l'acqua a libre 24 ( si otteneva tramite distillazione in alambicco) Per quanto riguarda le rose e Maria Luigia è detto tutto. Un pizzico di storia. Maria Luisa muore nel 1847, tornano i Borbone con da prima Carlo II che nel 1848 abdica in favore del figlio Carlo III che viene ucciso nel 1854, al potere va la moglie Luisa Maria di Borbone Francia che diventa reggente nel nome del figlio Roberto I°. A distanza di 35 anni nel 1858 Luisa Maria di Borbone approva il CODICE FARMACEUTICO PER GLI STATI PARMENSI, la necessità la si legge nell'introduzione “dell'aumentare del numero delle sostanze medicinali e ai miglioramenti continui che portò la scienza nelle loro preparazioni”. Curiosità di questo codice rispetto al precedente è che questo è redatto in italiano invece che in latino, che introduce l'obbligo del sistema metrico decimale e che per quanto riguarda le temperature prescrive si misurino in gradi centigradi invece che con il termometro dotato della scala Reamur. Da notare in questa pagina le sanzioni minacciate a medici e farmacisti che non si atterranno al nuovo sistema di pesi e misure (i farmacisti che tenessero le marche degli antichi pesi nelle loro officine!!!), si prevede in primis un'ammonizione e poi la sospensione dall'esercizio della professione o la chiusura della farmacia da uno a sei mesi. Altra nota di interesse è dovuta al fatto che compaiono molte sostanze chimiche accompagnate dalla loro formula. Sono stata colpita anche dalla complessità del vecchio sistema di pesi, si partiva dalla libra (328 g) che era costituita da 12 once che erano costituite da 8 dramme a loro volta costituite da 3 scrupoli a loro volta dati da 24 grani, il grano era 47 milligrammi. Il codice entra in vigore il 1° aprile 1858, mentre il sistema metrico decimale entra in vigore il 1° gennaio 1859, si lasciano 9 mesi di tempo a medici e farmacisti per adeguarsi al nuovo sistema e per cambiare le pesiere che allora non doveva essere cosa da poco. Un altro pizzico di storia. Il 9 giugno 1859 Luisa Maria e il figlio sono costretti a lasciare il ducato, il 15 settembre viene dichiarata decaduta la dinastia Borbonica, e Parma viene a far parte delle province dell'Emilia rette da Carlo Farini, nel 1861 si fa l'Italia! Per avere la prima Farmacopea Ufficiale del Regno d'Italia dovremo aspettare il 1892. L rosa è sempre presente nella specie già viste nel codice precedente, cioè la Rosa Centifolia e la Rosa gallica, le preparazioni per quanto riguarda la rosa sono quasi le stesse, risultano solo più accurate le descrizioni delle preparazioni. Vi mostro la pagina del gargarismo antiscorbutico, che ci dice che la malattia era presente nel nostro territorio, dalla formula si deduce che questo collutorio non poteva che essere un palliativo in quanto la cura dello scorbuto è costituita dalla vitamina C a cui chimicamente fu appunto dato il nome di acido ascorbico cioè contro lo scorbuto. La formulazione di un gargarismo correlata allo scorbuto è dovuta al fatto che questa malattia oltre ad altri sintomi si manifesta con emorragie gengivali. La scoperta che lo scorbuto poteva essere prevenuto e curato con alimenti contenenti vitamina C sarà degli anni 30 del 900. Notate anche la presenza di acido cloridrico nel collutorio, notoriamente corrosivo per i denti! Usi nella medicina popolare nel territorio di Parma Per avere informazioni sull'uso della rosa nella medicina popolare mi sono documentata sul testo di Maria Castelli Zanzucchi “Farmacopea Popolare dell'Appennino Emiliano” e qua si parla della rosa, in particolare della rosa canina che cresce spontanea nei nostri boschi. La rosa canina deve il suo nome al fatto che secondo Plinio un soldato romano era stato guarito dalla rabbia con un infuso di radici di questa pianta. A livello popolare le foglie erano usate dai “mediconi” per segnare le storte , le piaghe, il fuoco di S. Antonio, la pratica era legata a segni di croce, a numeri magici 3-7-9 ( le foglie in numero di tre, sette o nove erano passate tre volte sulla parte malata; i segni di croce erano tre, l'operazione doveva essere fatta per nove giorni consecutivi) I falsi frutti o cinorrodi venivano pestati e decotti, venivano bevuti come diuretico e come antidiarroico da lattanti o dalle persona anziane. Uso attuale della rosa in farmacia. Dai tempi di Maria Luisa qualcosa di nuovo si è scoperto a proposito della rosa, in particolare che la polpa dei suoi falsi frutti i cinorrodi (i veri frutti sono all'interno del cinorrode) e' ricchissima di vitamina C, queste bacche sono difficilmente commestibili, quindi l'industria alimentare/farmaceutica si è preoccupata di produrre polpe disidratate per confezionare tisane o estratti secchi concentrati da confezionare in capsule per chi voglia assumere vitamina C di origine naturale. Olio di rosa Mosqueta I semi della rosa contengono piccolissime quantità di olio che estratto viene usato dall'industria cosmetica per le sue proprietà eudermiche. Questo olio ha una storia che viene da lontano, dal Cile. Succede che in tempi recenti vengono di moda le tisane ai frutti di rosa e il Cile diventa produttore ed esportatore di polpe disidratate di frutti di rosa (cascarillas), rimanevano i semi, contenuti all'interno dei frutti e si è pensato di estrarne l'olio, resa bassissima, ma visto che la materia prima era gratis ci stava il conto. L'olio ricavato dai semi di rosa si e' rivelato ricchissimo di omega 3, omega 6 e vitamina E per cui gli sono attribuite una volta applicato sulla pelle proprietà antirughe, antismagliature, e capacità di appianare le cicatrici. Il nome “rosa Mosqueta” è anch'esso legato al Cile, non esiste una rosa con questo nome, è il nome che usano i cileni per indicare le rose selvatiche, è stato ripreso per motivi di marketing dall'industria cosmetica. Olio essenziale di Rosa La rosa ha un profumo molto grato all'olfatto umano, e quindi fin dai tempi dei tempi ci si è industriati per estrarne l'olio essenziale. Le rose attualmente utilizzate allo scopo sono due, la rosa Damascena che viene coltivata nella valle delle rose in Bulgaria, da dove viene il 70% della produzione mondiale di olio essenziale, e la rosa Centifolia che viene coltivata allo scopo nella zona di Grasse in Francia. La resa è bassissima, pensate che per avere un grammo di OE occorrono dai 3 ai 5 Kg di petali di rosa. Dal punto di vista chimico i due componenti principali dell'oe sono citronellolo e geraniolo, in rapporto 3:1 oltre a linalolo, farnesolo, limonene, etc. queste sostanze conferiscono alla rosa il tipico e riconoscibile profumo, hanno un difetto, sono allergizzanti, tanto che il comitato scientifico dell'unione europea ha inserito queste sostanze in un elenco di 26 sostanze da dichiarare obbligatoriamente in etichetta, quindi anche se acquistate un profumo di origine naturale le vedrete inserite nell'elenco dei componenti chimici. Rosa, farmacia e medicine alternative La rosa fa parte dei fiori di Bach, costui un medico degli anni trenta si era prefisso di curare i problemi dello spirito con i fiori, di questi fa parte la rosa selvatica o Wild Rose; Bach lo considerava il fiore dell'entusiasmo, della voglia di vivere. L'assunzione di Wild Rose lo si consiglia per contrastare l'apatia mentale. Mondo Rosa Alla rosa sono da sempre legate esperienze sensoriali positive, gli esseri umani esplorano il mondo attraverso i sensi: l'olfatto, la vista, il tatto, l'udito e il gusto. Il profumo della rosa ha incontrato da sempre il gradimento umano, quindi usiamo profumi alla rosa da godere per noi e per chi ci avvicina, i profumieri ci hanno regalato numerosi profumi che hanno la rosa come nota dominante, possiamo usare un bagnoschiuma alla rosa, una crema viso, mani o corpo alla rosa, o profumare le nostre stanze con un pot-pourrì alla rosa. Per quanto riguarda la vista la rosa ha dato il nome addirittura ad un colore il rosa appunto, che è il colore dell'infanzia al femminile, il colore della bella vita, dell'ottimismo, vedere la vita con occhiali rosa. E poi il tatto, toccare una rosa da una sensazione bellissima, si dice: avere una pelle vellutata come una rosa. La musica, perché non ricordare “Rose del sud” il celebre valzer di Johan Strauss figlio e per avvicinarsi ai nostri giorni Edith Piaf con la Vie en rose o De Andrè con Bocca di rosa. Per quanto riguarda il gusto se avete la pazienza di fare un giro ad hoc su internet troverete tantissime ricette a base di petali di rosa, esistono tisane alla rosa o dolcetti profumati alla rosa, liquori alla rosa, marmellate ai petali di rosa, miele aromatizzato alla rosa anche da realizzare in casa. La rosa da quel che abbiamo visto (le bellissime stampe del Redoutè) e sentito, da sempre nell'immaginario umano è legata a esperienze positive, quindi il consiglio è circondiamoci di rose, coltiviamole nei nostri giardini, vestiamoci noi donne di abiti che riproducano rose, usiamo la rosa come elemento di tappezzeria, un cuscino, un quadro, un tappeto con rose.....ne trarremo senz'altro GRANDI BENEFICI E MOTIVO DI PIACERE. Grazie. P.S. Se volete prendere visione direttamente dei due codici di cui vi ho parlato alla biblioteca Palatina dovete indicare la posizione per quello di Maria Luigia R VI 17427 e per quello di Luisa Maria di Borbone R VI 17428 Un appello ai farmacisti : Se qualcuno possiede qualcuno dei due codici che ho citato e volesse donarlo al Museo Glauco Lombardi sarebbero felici di accoglierlo nelle loro vetrine con dedica al donatore.