Con il contributo di Comune di Sanremo, Casino, NordiConad Teatro dell’Opera del Casino di Sanremo Il Rosso e il Nero La stagione teatrale del Casino di Sanremo Dal 15 Dicembre al 20 Aprile RITORNANDO Giovedì’ 15 Dicembre 2011 - ore 21.00 Rassegna CANTORI E MUSICI DI LIGURIA “Farenight” Freddy Colt and his Red Cat Combo Ingresso libero Domenica 18 Dicembre 2011 - ore 16.00 Rassegna VOLTI E STORIE “Il diario di Maria Pia” con Iris Fusetti, Fausto Paravidino, Monica Samassa Biglietti: platea: euro 25; galleria: euro 18 Sabato 31 Dicembre 2011 - ore 21.15 e Domenica 1° Gennaio 2012 - ore 16.00 Rassegna LES RIRES SONT FAITS “Cose che mi sono capitate a mia insaputa” con Gene Gnocchi Biglietti replica 31 Dicembre: platea: euro 39; galleria: euro 25 In omaggio un buono per 10 euro di giocate gratis nelle sale del Casino Martedì 3 e Mercoledì 4 Gennaio 2012 - ore 21.00 Rassegna VOLTI E STORIE “La verità... fa male si sa” con Massimo Dapporto e Antonella Elia Biglietti: platea: euro 25; galleria: euro 18 Venerdì 6 Gennaio 2012 - ore 16.00 Rassegna CANTORI E MUSICI DI LIGURIA “Poeti di Liguria in salsa jazz” con Dodo Goya, Andy Dulbecco, Alessio Menconi Giorgia Brusco voce recitante con la partecipazione di Giuseppe Conte Biglietti: euro 10 Sabato 7 Gennaio 2012 - ore 21.00 Rassegna LES RIRES SONT FAITS “Arie” con Lella Costa Biglietti: platea: euro 25; galleria: euro 18 Domenica 26 febbraio 2012 - ore 16.00 Rassegna LES RIRES SONT FAITS “’70 mi dà tanto” con i Pappazzum Biglietto posto unico: euro 20 Venerdì 2 Marzo 2012 - ore 21.00 Rassegna MADE IN PONENTE “La disunità d’Italia” con Il Teatro dell’Albero Biglietti: euro 10 Domenica 4 Marzo 2012 - ore 16.00 Rassegna CANTORI E MUSICI DI LIGURIA Enrico Rava e Andrea Pozza Esibizione musicale e presentazione del libro di Enrico Rava “Incontro con musicisti straordinari” Biglietti: euro 10 Sabato 10 Marzo 2012 - ore 21.00 Rassegna LES RIRES SONT FAITS “Tutto quello che non avreste voluto sapere sulla donna... ma io ci tengo a dirvelo” con Debora Villa Biglietti: platea: euro 25; galleria: euro 18 Venerdì 16 Marzo 2012 - ore 21.00 Rassegna VOLTI E STORIE “Quella sera al Vel d’Hiver” con Massimo Poggio, Gualtiero Burzi e Davide Iacopini In collaborazione con la Gazzetta dello Sport Biglietti: platea: euro 25; galleria: euro 18 Venerdì 23 Marzo 2012 - ore 21.00 Rassegna VOLTI E STORIE “Gl’innamorati” con Isa Barzizza, Selvaggia Quattrini e Stefano Artissunch Biglietti: platea: euro 25; galleria: euro 18 Venerdì 30 Marzo 2012 - ore 21.00 Rassegna MADE IN PONENTE “Finale di partita” con il Teatro Instabile di Imperia Biglietti: euro 10 Venerdì 13 Aprile 2012 - ore 21.00 Rassegna MADE IN PONENTE “Le serve” con il Teatro del Banchero e i Cattivi di Cuore Biglietti: euro 10 Domenica 15 Aprile 2012 - ore 16.00 Rassegna CANTORI E MUSICI DI LIGURIA Davide Laura Duo - Gian Guregna Duo Biglietti: euro 10 Venerdì 20 Aprile 2012 - ore 21 Rassegna MADE IN PONENTE “Piccole ali nel vento” con Ciro Perrino Voce recitante Elio Marchese Biglietti: euro 10 Organizzazione generale a cura di Nidodiragno Produzioni Teatrali/Cooperativa CMC Sanremo Via Matteotti 194 18038 Sanremo Tel. 0184.544633 Fax 0184.540915 E mail: [email protected] Direzione artistica e organizzativa: Angelo Giacobbe Assistente di produzione: Ilaria Grigoletto Direzione amministrativa: Andrea De Martini Assistenza ad ufficio stampa: Andrea Poli Grafica: Andrea Novaro, Studio Slidea La rassegna CANTORI E MUSICI DI LIGURIA è a cura dell'Associazione Jazz & Folk di Dodo Goya Con il patrocinio di Regione Liguria e Provincia Imperia Ritornando. Questa è la parola chiave di una stagione teatrale che Sanremo (ri)conquista dopo anni di assenza. Tanto più significativo il ritorno in tempi come questi di austerity che vedono le stagioni culturali sparire anzichè rinascere. Ma grazie ad una sinergia virtuosa di enti – Casinò di Sanremo, Comune di Sanremo, insieme al supporto prezioso di uno sponsor vicino al valore della cultura come NordiConad – eccoci a realizzare questo piccolo, grande miracolo: quattro mesi di programmazione divisi a loro volta in quattro filoni abbracciando generi, sonorità, tematiche e messaggi assai diversi. Un fluire di emozioni, di storie e di immagini insomma che ritornano su quel palcoscenico che ha visto esibirsi tutti i più grandi del Novecento. Un vero patrimonio per la città, appunto, ritrovato. Tante emozioni, tante storie. “Volti e storie” è peraltro il filone che asseconda la programmazione di prosa. Volutamente si è inteso esordire con uno spettacolo che presenta a Sanremo il talento drammaturgico di Fausto Paravidino, firma tra le più prestigiose del “nuovo” panorama teatrale italiano che a Sanremo propone il suo ultimo lavoro, commedia che riesce ad affrontare il tema della malattia con una cifra leggera e colma di dolcezza. Che dire poi dei ritorni in patria di due figli di Sanremo come Massimo Dapporto e Isa Barzizza? Li volevamo fortissimamente nella prospettiva della rassegna “ritrovata” dalla città… Hanno dalla loro due carriere straordinarie, partite in entrambi i casi dalla città dei fiori. Dapporto affiancato da una vibrante Antonella Elia sarà protagonista de “La verità”, una interessante commedia dell’autore francese Florian Zeller (con la regia di Maurizio Nichetti) che si diverte a “giocare” cinicamente sul tema sempre attuale del tradimento attraverso un inquietante gioco di specchi. La Barzizza si cimenta in un must Goldoniano, “Gl’Innamorati”, piece che intreccia le vicende amorose di una coppia richiamando i canovacci della commedia dell’arte Dai classici alle rievocazioni sportive. La Milano-Sanremo di ciclismo rappresenta un evento trai più importanti per la Città di Sanremo. L’arrivo della grande carovana, che sancisce anche l’ingresso nella primavera, è salutato con uno spettacolo che vede protagonista Massimo Poggio, attore di cinema e tv nella rilettura (storicamente corretta) della vicenda de “Il bandito e il campione” di “Degregoriana” memoria ovvero Costante Girardengo e Sante Pollastri. Si riderà anche al Casinò. Ma con intelligenza. Quattro eventi sotto il cartellone “Les rires soint faits” sono in programma con attori-autori che non si limitano alla mera battuta. Va oltre certamente Gene Gnocchi che sarà il mattatore del capodanno (con replica il pomeriggio del primo gennaio) così come Lella Costa protagonista in conclusione delle festività con un monologo antologico di suoi classicissimi. E poi che dire di Debora Villa? E’ la comica più interessante- secondo noi- tra le giovani generazioni. In tema di “nuova comicità che avanza” ecco anche il lavoro del gruppo comico Pappazzum, veri eredi della Banda Osiris: musica al servizio della comicità. La programmazione teatrale si intreccia con quella musicale che sarà curata dall’associazione Jazz e Folk di Dodo Goya, il più importante jazz man del Ponente. Il titolo “Cantori e musici di Liguria” è esemplificativo: sono in programma quattro eventi che mettono in luce talenti della nostra terra. Freddy Colt ed il suo quintetto tiene a battesimo l’iniziativa con la serata “Farenight”, percorso trai cantori di un fascinoso universo notturno (Bruno Martino, Lelio Luttazzi, Sergio Caputo, Fred Bongusto, Peppino Di Capri, etc.). In un successivo appuntamento le poesie e le parole di Giuseppe Conte, poeta e scrittore radicato nel Ponente ligure ma conosciuto in tutto il mondo, si sposano a liriche di autori liguri (Sbarbaro, Caproni, Montale, etc.) in una serata dedicata all’incontro tra musica jazz e poesia con interventi dell’attrice Giorgia Brusco e di un trio di super jazzisti liguri (Dodo Goya, Alessio Menconi, Andy Dulbecco). A seguire Enrico Rava, che salirà sul palco nella duplice veste di scrittore e musicista. In chiusura due altri talenti sanremesi – il violinista Davide Laura, figlio di Massimo Laura, e il chitarrista Marco Parodi – sono valorizzati nel successivo appuntamento. Per tre volte il Casinò ospita compagnie “Made in Ponente” come recita il titolo di questo particolare contenitore. Ognuna con una sua storia ed una attività significativa. Ognuna impegnati con testi che, a loro modo, rivestono una straordinaria attualità. Si è voluto insomma compattare gli sforzi dell’attivissimo teatro locale, cercando di dare organicità a proposte che spesso hanno percorsi autonomi. Il Teatro dell’Albero replica il lavoro “La disunità di Italia” scritto da Franco Bianchi che riflette sulle contraddizioni di un paese che vuole sentirsi unito (o no?). Il Teatro Instabile lavora sul beckettiano “Finale di partita” che rivisita grazie ad un allestimento tutt’altro che scontato. Infine sarà quasi un debutto per la sinergia Banchero/Cattivi di Cuore nel proporre un testo cardine nell’opera del drammaturgo francese JeanGenet, “Le serve”, emblematico. La stagione si conclude con l’atteso concerto di Ciro Perrino. Compositore sanremese, conosciuto molto all’estero dove ha numerosi estimatori ha deciso di rimettersi a suonare dal vivo. E di farlo da solo. Raccontandosi. A Sanremo è una anteprima. Dice il presidente della Casinò di Sanremo Pino Di Meco: “Nonostante le contingenti difficoltà, la Casa da gioco, in linea con la sua grande tradizione, presenta un programma variegato e di qualità con nomi di primo piano della scena teatrale, musicale e televisiva, che tornano a calcare un palcoscenico tra i più famosi per aver ospitato i più grandi nomi del teatro italiano del ‘900. In particolare, ci piace evidenziare il ritorno di due “figli di Sanremo” : Massimo Dapporto ed Isa Barzizza, personaggi amati dal pubblico come sono Gene Gnocchi, Lella Costa, Enrico Rava, Debora Villa, Fausto Paravidino, Antonella Elia. Il calendario è fitto e accattivante, capace di raggiungere qualsiasi fascia di pubblico per accompagnarci in un inverno ed una primavera davvero vibranti. Non resta che augurare buon divertimento ai tanti turisti che scelgono di soggiornare a Sanremo e ai residenti che seguono da sempre l’offerta culturale e di spettacolo del Casinò”. Afferma il vicesindaco Claudia Lolli: “Una rassegna di teatro e di musica nel prestigioso Teatro dell’Opera del Casinò è un’iniziativa ideale per arricchire il panorama degli eventi che Sanremo offre, a turisti e residenti, a partire dal periodo delle festività natalizie fino a primavera inoltrata. La stagione teatrale, con un cartellone di rappresentazioni di livello nazionale, costituisce un gradito ritorno per la Città ed è arricchita da una serie di appuntamenti musicali che rendono ancora più interessante la rassegna. “Il Rosso e il Nero” è un’iniziativa che, nel nome, richiama i colori simbolo del gioco della roulette, a ricordare che ci troviamo pur sempre nel tempio dell’azzardo. Tuttavia, da sempre, il Casinò è stato in grado – e lo dimostra ancora oggi - di offrire anche prestigiosi appuntamenti culturali di grande richiamo. Questo è il nostro auspicio per la manifestazione: che riesca ad attirare pubblico nella nostra città, oltre, naturalmente, a divertire ed appassionare gli spettatori”. Giovedì 15 Dicembre 2011 - ore 21.00 Rassegna CANTORI E MUSICI DI LIGURIA “Farenight” Con questo appuntamento si apre la rassegna “Cantori e musici di Liguria” curata dall’Associazione Jazz & Folk con la direzione artistica di Dodo Goya. Si tratta di una proposta che nasce quest’anno nell’intento di valorizzare proposte musicali di ambito jazzistico e non solo che abbiano particolari radici nella nostra regione. Evento di maggiore risalto della rassegna, quello con Enrico Rava, atteso domenica 4 Marzo. Freddy Colt and his Red Cat Combo con: Andy Arnaldi (voce e chitarra) Andrea De Martini (sax tenore e soprano) Freddy Colt (pianoforte) Alberto Micciché (basso) Enzo Cioffi (batteria) Ospite: Marco Moro (flauto) Ingresso libero Negli anni ‘50 e ‘60 il jazz si suonava al Night Club. Lo spettacolo di Freddy Colt e del suo quintetto ripercorre musicalmente quella stagione: i brani del Re del Night Bruno Martino e del leggendario Fred Buscaglione si alternano al repertorio internazionale e alle migliori canzoni del periodo: successi di Fred Bongusto, Bruno Lauzi e Sergio Endrigo. La calda voce del crooner Andy Arnaldi ripropone il clima “confidenziale” delle serate estive, mentre il sax e la ritmica conferiscono al sound un tocco gradevolmente jazzy. Red Cat Combo Freddy Colt (mandolino, banjo, piano, arr.) è sulla scena musicale da ormai vent’anni “suonati”. Con la sua orchestra “Red Cat” ha avuto esperienze televisive (Rai uno, Mediaset), teatrali e concertistiche. Ha inciso quattro album di jazz tradizionale e swing italiano d’autore. Come solista ha collaborato con artisti di vaglia, soprattutto nel mondo del jazz: Stefano Bollani, Dado Moroni, Lino Patruno, Nicola Arigliano e molti altri. Dal 2008 ricopre il ruolo di Sultano nello Swing, riconosciuto a livello nazionale, mentre è del 2011 la sua prima tournée negli USA con l’Orchestra dell’Accademia internazionale di Mandolino. Parallelamente alla band di nove-dieci elementi ha, nel corso degli anni, coltivato progetti monografici con la “costola” chiamata Red Cat Combo, composta da alcuni solisti dell’orchestra. Dal 2009 la formazione si è arricchita della voce del giovane crooner Andy Arnaldi, un promettente vocalist che ha sposato stile e sonorità dei “Gatti Rossi”. Domenica 18 Dicembre 2011 - ore 16.00 Rassegna VOLTI E STORIE “Il diario di Maria Pia” con Iris Fusetti, Fausto Paravidino, Monica Samassa Testo e regia di Fausto Paravidino Costumi di Sandra Cardini Scene di Laura Benzi Collaborazione allestimento di Lucia Giorgio Produzione Teatro Regionale Alessandrino Biglietti: platea: euro 25; galleria: euro 18 Una commedia che parla della vita quando si avvicina alla morte e dell’effetto suscitato ai futuri superstiti. Il valore di questo testo e di questa messa in scena consiste nella ricerca di una particolare dimensione di calma con la quale avvicinare l’orecchio ad un testimone di una fase straordinaria della vita, forse la più spaventosa, per cercare dei piccoli indizi sul segreto del nostro percorso, con la speranza che questa prospettiva ci possa dire qualcosa... E la rivelazione sorprendente è che oltre a commuoverci sa anche farci sorridere molto. Dopo Goldoni, D’Annunzio, Pirandello, Eduardo, Pasolini, Fo e Scimone, Fausto Paravidino è l’ottavo autore italiano ad essere rappresentato alla Comédie Française, per la quale nella stagione 2010 ha curato la regia del suo testo “La malattia della famiglia M”, messo in scena al Théâtre du Vieux-Colombier di Parigi con attori francesi. I suoi testi sono molto rappresentati in Europa. La storia, nel bene e nel male, è quella dei più. Una famiglia normale. Una donna che non vorrebbe morire, ma che non potendo fare altrimenti cerca di farlo meglio che può. E non è facile, ed è sufficiente ad un dramma. Il contesto, per contro, non è drammatico. Nessuno dei personaggi toccati dalla tragedia aggrotta le ciglia, la tragedia non lascia posto al formalismo, è quel che è, si ride e si piange, la vita continua anche quando sta per finire. Quello che cerchiamo di portare in scena è una festa del teatro e una sfida alla recitazione. Morire è dare piano piano l’addio alle cose che sapevamo fare. Diventar grandi attori è conquistarsi l’economia. Se noi non riusciamo più a muoverci, ad avere una vita sufficientemente autonoma, a parlare bene, a pensare bene, siamo ancora persone? Se noi facciamo lo stesso in scena siamo ancora attori? Pensiamo di sì, ma non lo diamo per scontato, è il lavoro che stiamo facendo. Qualcosa che abbiamo trovato nella scrittura e che stiamo cercando di seguire. La pièce comincia con uno spettacolo di Shakespeare, la festa del teatro per eccellenza, continua con dei virtuosismi, cambi di stile, passaggi di luogo, due attori che fanno una pletora infinita di personaggi, poi piano piano, a mano a mano che la protagonista perde le sue facoltà la cosa diventa più semplice fino ad arrivare a qualcosa di molto vicino al nulla, ma che invece è pieno di qualcosa. Trovare quel pieno, senza trucchi, è un esercizio teatrale difficile, è una grossa scommessa, è il senso della cosa. Fausto Paravidino Fausto Paravidino Cresciuto in un piccolo centro della provincia di Alessandria, Fausto Paravidino inizia a lavorare in teatro già dal 1990 preparando il saggio di fine anno al corso di recitazione tenuto presso l’Associazione Culturale La Soffitta di Acqui Terme. Nel 1995 torna a Genova, dove inizia a frequentare la scuola di recitazione del Teatro Stabile che abbandona l'anno successivo per spostarsi a Roma dove scrive “Trinciapollo”, la sua prima commedia di cui nel 1999 firmerà anche la regia teatrale. Nel 1998, con la compagnia Gloriababbi Teatro, mette in scena “Gabriele”, scritto insieme a Giampiero Rappa, che vince la “3ª Rassegna della Drammaturgia Emergente”. Nel 1998 scrive anche Due fratelli - tragedia da camera in 53 giorni, che vince il premio Pier Vittorio Tondelli nel 1999, e il premio Ubu come migliore novità italiana nel 2001. Sono del 1999 anche le prime apparizioni al cinema in La via degli angeli, diretto da Pupi Avati e in Vuoti a perdere, regia di Massimo Costa. Scrive la sceneggiatura della fiction televisiva Caro domani che sarà diretta da Mariantonia Avati. Nel 2004 il pubblico italiano voterà il suo testo teatrale Natura morta in un fosso come miglior testo permettendogli di vincere il Premio Gassman. Nel 2005 con Iris Fusetti e Carlo Orlando scrive, interpreta e dirige Texas, prodotto da Fandango e presentato al Festival di Venezia (nomination per regista esordiente ai David di Donatello del 2006). Nel 2007 recita nel film di Wilma Labate, Signorina Effe. Nel 2008 interpreta il ruolo di Ranocchia nella serie tv Romanzo criminale - La serie, regia di Stefano Sollima, in onda su SKY Cinema. Nel 2009 riappare sulla stessa rete con la miniserie Moana, regia di Alfredo Peyretti, dedicata alla vita di Moana Pozzi, in cui interpreta il ruolo di Riccardo Schicchi. Nel 2010 legge "Ho servito il re d'Inghilterra" di Bohumil Hrabal per la trasmissione "Ad alta voce" di Radio3. Nel 2011 viene messa in scena a Taipei, in Taiwan l'opera tragica di Paravidino La Malattia della Famiglia M a cura del Dipartimento di Lingua Italiana dell'Università Fu-Jen. Sabato 31 Dicembre 2011 - ore 21.15 e Domenica 1° Gennaio 2012 - ore 16.00 Rassegna LES RIRES SONT FAITS “Cose che mi sono capitate a mia insaputa” con Gene Gnocchi di Eugenio Ghiozzi Collaborazione ai testi Francesco Freyrie, Ugo Cornia, Simone Bedetti, Maurizio Giambroni Regia di Massimo Navone Produzione Itc 2000 Biglietti replica 31 Dicembre: platea: euro 39; galleria: euro 25 In omaggio un buono per 10 euro di giocate gratis nelle sale del Casino Biglietti replica 1° Gennaio: platea: euro 25; galleria: euro 18 Il Capodanno a Sanremo sarà con un personaggio di grande visibilità televisiva, quel Gene Gnocchi che abbiamo apprezzato in tante occasioni: dalla popolarità a “Quelli che il calcio” a “Zelig”, fino alla “Domenica Sportiva”. Dopo un consulto medico e il susseguente esame diagnostico eseguito da lui medesimo, un anziano individuo della middle-up-class riceve un responso inquietante: lui sta benissimo ma nella sua vita si è sempre tenuto tutto dentro. Non ha mai esternato nessuna emozione, alcun sentimento. Rileggendo col pubblico quella lastra grigia si accorge che quell’esame medico è stato pagato da altri a sua insaputa. Inizia così una febbrile rincorsa a ripercorrere i fatti accorgendosi che sono accaduti tutti a sua insaputa e concertati dalla longa manus di un burattinaio più scaltro di lui ( Dio? Il ministro per l’attuazione del federalismo? Il direttore del catasto? Un impiegato dell’ACI? Il carrozziere?). Ma tutto comunque avviene, dalla visita alla tenda di Gheddafi al mistero se sia più conveniente l’eolico o il fotovoltaico fino alla scoperta della vera identità del garante della privacy. E mentre questa discesa verso gli inferi non si arresta, agli spettatori non rimane che chiedersi ancora una volta: "Perché sono qui? Non era meglio una visita guidata al museo delle ceramiche di Faenza?" Gene Gnocchi Nato a Fidenza in una famiglia borghese, Gene Gnocchi è un comico, conduttore televisivo ed ex calciatore italiano. Dopo la laurea in Giurisprudenza si divide con eguale insuccesso tra la carriera di avvocato e quella di aspirante-rocker. Le prime esperienze come cabarettista avvengono nei primi anni ottanta quando Gnocchi comincia a calcare l’allora ancora poco noto palco dello Zelig di Milano. Dopo alcune apparizioni al “Maurizio Costanzo Show”, Gnocchi viene selezionato nel 1989 per la trasmissione “Emilio”, spettacolo concepito e sponsorizzato dalla Gialappa’s band e condotto da Teo Teocoli, nella quale il comico emiliano si propone come il più improbabile degli inviati speciali a bordo di una mongolfiera. Nello stesso periodo, al “Gioco dei 9” allora condotto da Raimondo Vianello si distingue per la sua comicità surreale e irriverente. Successivamente forma una affiatata coppia artistica con Teo Teocoli (tanto adrenalinico e incontenibile il comico milanese quanto compassato e flemmatico lui) prima nella sitcom ante-litteram “I vicini di casa” e poi nelle trasmissioni della Gialappa’s band “Mai dire gol”, dove Gnocchi crea l’inviato bergamasco Ermes Rubagotti. Conduce alcuni varietà televisivi come “Meteore” e “Striscia la notizia” (per due edizioni insieme a Tullio Solenghi), ma anche strampalati programmi di seconda serata come “Dillo a Wally” e “La grande notte”; è inoltre animatore del programma “Quelli che il calcio” e autore di libri non solamente comici. È anche protagonista di diversi spettacoli teatrali di successo. Nel 2003 ha interpretato “La Constatazione Amichevole nei Tamponamenti tra Mietitrebbie” per la regia di Gerard Livon. Da Settembre 2008 Gene Gnocchi passa all’emittente televisiva Sky (pur mantenendo la conduzione di “Artù” su Rai 2) per condurre “Gnok Calcio Show” la domenica pomeriggio. Da Gennaio 2010 partecipa come comico monologhista ad alcune puntate programma televisivo “Zelig” su Canale 5 e nello stesso anno torna a lavorare in Rai con “L’almanacco del Gene Gnocco”, in onda su Rai 3. Nel 2011 diviene membro del cast fisso de “La Domenica Sportiva”. Martedì 3 e Mercoledì 4 Gennaio 2012 - ore 21.00 Rassegna VOLTI E STORIE “La verità... fa male si sa” con Massimo Dapporto e Antonella Elia e con Massimo Cimaglia, Susanna Marcomeni Scene di Alessandro Chiti Costumi di Silvia Morucci Regia di Maurizio Nichetti Produzione Enzo Sanny/Andromeda Spettacoli srl Biglietti: platea: euro 25; galleria: euro 18 Il ritorno di un attore legato a Sanremo come Massimo Dapporto ha un significato particolare per la rinascita della stagione teatrale del Casinò. In quello stesso teatro dove Massimo è stato più volte applaudito e in quella Sanremo che ha visto protagonista infinite volte anche il padre Carlo, eccolo calato nel ruolo di Michel, un uomo felicemente sposato ma che intrattiene da tempo una relazione con Alice (Antonella Elia), moglie del suo migliore amico Paul. Entrambi i coniugi dei due improvvidi amanti capiscono presto quello che sta accadendo fra Michel e Alice, ma sopportano in silenzio convinti che una buona bugia sia molto meglio di una crudele verità. Il fantasioso regista Maurizio Nichetti adatta la pièce di Zeller, enfant prodige della letteratura francese con garbo e ironia, portando allegramente per mano il pubblico fra tradimenti veri e tradimenti raccontati in un gioco di specchi che è il vero divertimento della commedia: specchi che rimbalzano verità sorprendenti. Michel e Alice. Una camera. Hanno appena fatto l’amore… così inizia la storia. Michel ha fretta di rientrare a casa, da Laurence, sua moglie mentre Alice è assalita da continui sensi di colpa, perché Paul, suo marito, è anche il miglior amico di Michel. Laurence non ci mette molto a capire che quelle continue riunioni serali in ufficio sono solo una miserabile scusa, ma sopporta in silenzio come una moglie timorosa di suscitare conseguenze gravi al proprio rapporto di coppia. Alice non resiste alla tentazione di raccontare tutto al suo amato Paul, che a sua volta non si scandalizza più di tanto. Secondo lui tutti hanno diritto alle proprie zone di libertà. Anche lui non è immune da qualche distrazione… Così Michel si troverà a doversi giustificare col suo migliore amico di un’azione davvero indegna. Ma mai così bassa come quello che Paul gli confesserà col sorriso sulle labbra… A questo punto le molteplici verità della storia si complicano. Il pubblico viene condotto per mano, allegramente, tra tradimenti veri e tradimenti raccontati. La natura dei singoli personaggi oscilla continuamente dal ruolo della vittima a quella del colpevole… e alla fine al pubblico rimarrà il piacere di capire dalle ultime battute di Laurence la Verità del titolo… ma sarà un bene conoscerla davvero ? perché come è noto la Verità può anche far male… Florian Zeller gioca con il classico tema del tradimento coniugale portandolo alle estreme conseguenze in un continuo scambio di ruoli tra i quattro personaggi della pièce, un gioco di specchi che è il vero divertimento della commedia, specchi che rimbalzano verità sorprendenti. Maurizio Nichetti Massimo Dapporto Figlio del noto attore Carlo Dapporto, ha seguito le orme paterne formandosi prima come attore di teatro e poi di cinema e fiction-tv. Nel 1987 ha interpretato il Tenente Fili dell’Esercito Italiano nel film di grande successo “Soldati - 365 all’alba” di Marco Risi, con Claudio Amendola e Ivo Garrani. Nel 1988 è nel cast del film diretto da Francesca Archibugi “Mignon è partita”, con Stefania Sandrelli. Nel 1996 recita in “Celluloide”, con Giancarlo Giannini e Massimo Ghini, con la regia del maestro Carlo Lizzani. L’anno seguente è protagonista della serie tv “Un prete tra noi” nella quale interpreta Don Marco mentre nel 2002 ricopre il ruolo principale nella fiction Mediaset “Il commissario”, per la regia di Alessandro Capone; è poi Claudius nella fiction-tv storica del 2004 “Imperium: Nerone”, con Laura Morante e due anni dopo interpreta il giudice Giovanni Falcone nel film-tv di RaiUno “Giovanni Falcone, l'uomo che sfidò Cosa Nostra”, diretto da Andrea Frazzi, in cui recita a fianco di Elena Sofia Ricci. Per la sua convincente interpretazione ottiene una candidatura come Miglior Attore agli Emmy Awards. Nella stagione televisiva 2007-2008 è il protagonista di “Distretto di Polizia 7”, nel ruolo del commissario di Polizia Marcello Fontana, per la regia Alessandro Capone e di suo figlio Davide Dapporto. Ha alle spalle anche esperienze come doppiatore, avendo prestato la propria voce dapprima al personaggio di Tim Curry nel film “Mamma, ho riperso l'aereo - Mi sono smarrito a New York” del 1992 e, in seguito, al personaggio di Buzz Lightyear nei film Disney “Toy Story - Il mondo dei giocattoli”, “Toy Story 2 - Woody e Buzz alla riscossa” e “Toy Story 3 - La grande fuga”. Nel 2011 è protagonista dello spettacolo teatrale La Verità con Antonella Elia per la regia di Maurizio Nichetti. Venerdì 6 Gennaio 2012 - ore 16.00 Rassegna CANTORI E MUSICI DI LIGURIA “Poeti di Liguria in salsa jazz” con Dodo Goya (contrabbasso) Andy Dulbecco (vibrafono) Alessio Menconi (chitarra) Giorgia Brusco voce recitante con la partecipazione di Giuseppe Conte Biglietti posto unico: euro 10 Dodo Goya, il più noto jazz man del Ponente e Giuseppe Conte, poeta e scrittore conosciuto in Italia ed all’estero, si sono spesso divertiti ad unire il linguaggio del jazz e della poesia in un fecondo connubio. Si rinnova la felice commistione di questi linguaggi trovando la complicità di un novero di artisti qualificatissimo e interamente ligure. La voce dell’attrice imperiese Giorgia Brusco si unisce alle vibrazioni jazz di tre “giganti” quali lo stesso Dodo Goya, Alessio Menconi da Genova ed il sanremese (anche se trapiantato a Milano) Andy Dulbecco. La serata prevede l’omaggio alla poesia di Giorgio Caproni, Eugenio Montale, Camillo Sbarbaro e altri seguita da un vero reading di Conte con letture di sue stesse liriche e con un tributo all’“eterno” Walt Whitman. Dodo Goya Rodolfo “Dodo” Goya è nato a Livorno ma da sempre risiede a Sanremo. Completamente autodidatta, nella seconda metà degli anni Sessanta si è imposto sulle scene del jazz italiano come il contrabbassista forse più significativo di quel periodo. Dal punto di vista tecnico, i suoi punti di forza - sostiene il critico Arrigo Zoli - risiedono sicuramente nel sostegno efficace e vigoroso e nella bella sonorità. Dal 1964, anno del suo esordio, ha suonato con Kenny Clarke, Johnny Griffin, Dexter Gordon, Art Farmer, Franco Cerri, Gerry Mulligan, Chet Baker, Franco D'Andrea, Enrico Rava, Philly Joe Jones, Lee Konitz ed altri ancora, esibendosi sui più prestigiosi palcoscenici europei come quelli dei festival di Montreux e Umbria Jazz, a Lubiana come a Varsavia. Negli ultimi anni la sua attività strettamente concertistica è stata affiancata a recital musico-teatrali spesso in collaborazione con il poeta e scrittore Giuseppe Conte. Giuseppe Conte Nato da madre ligure e da padre siciliano, frequenta il "Ginnasio-Liceo De Amicis" ad Oneglia e sviluppa i primi interessi letterari. Si esercita in questi anni alle prime traduzioni dall'inglese, compone i primi versi, alcune opere teatrali e la bozza di un romanzo che si ispira all'opera e allo stile di Laurence Sterne che, insieme ad Omero, Shakespeare, Goethe, Foscolo e Shelley, riveste un ruolo significativo nella sua prima formazione. Tra la fine degli anni ’60 e l’inizio dei ’70 sono datate le prime esperienze di lavoro nella scuola e come assistente universitario. Tiene due corsi di estetica alla Statale di Milano. Nel 1972, esce il suo primo libro, che è in nuce nella sua tesi di laurea: La metafora barocca. Viene accolto molto bene, preso come modello da Umberto Eco nel suo manuale su come si fa una tesi di laurea ed entra in tutte le bibliografie sul barocco. Negli anni settanta si impone all'attenzione della critica con due libri di poesia: Il processo di comunicazione secondo Sade (1975) e L'ultimo aprile bianco (1979) e negli anni ottanta si cimenta con successivo anche nella narrativa (Primavera incendiata e Equinozio d'autunno), cui faranno seguito, nei decenni successivi, L'impero e l'incanto (1995), Il Terzo ufficiale (2002), ecc. Risale ai primi anni Ottanta l’impegno di Giuseppe Conte come collaboratore su importanti giornali italiani. Diventa commentatore su Stampa Sera del Lunedì, poi proseguirà la sua esperienza su Mercurio, supplemento letterario di Repubblica, poi sul Secolo XIX, dove scrive per anni in prima pagina e su Il Giornale, dove scriverà sulla pagina della cultura. Si intensifica la produzione sia poetica sia in prosa. E' invitato sempre più spesso a fare conferenze e poetry reading in Europa e negli altri continenti. Leggerà a San Francisco e nella Bay Area, in seguito alla traduzione dei suoi libri di poesia dovuti a Anna Laura Stortoni-Hager, e man mano nei più importanti Festival del mondo, in Asia, Africa, America Latina. Nel frattempo trasferisce la sua residenza abituale da Sanremo a Nizza, che eleggerà tra le città più amate. In quegli anni, Conte inizia la sua esperienza televisiva attraverso L’ altra Edicola di Silvia Ronchey e Giuseppe Scaraffia su RAI2, dove si produce in clips e commenti. L'esperienza televisiva prosegue su RAI1, dove Conte commenta fatti di attualità ad Uno Mattina e in seguito racconta miti occidentali e non occidentali a Casa RAI1 in venticinque puntate della trasmissione. Continua a viaggiare, invitato sempre più spesso da prestigiose università, Berkeley, Trinity College a Dublino, Lovanio, Collège de France a Parigi, dove è presentato da Yves Bonnefoy e partecipa a letture di poesia in sempre più paesi del mondo. Tra le ultime produzioni L’adultera, Ferite e rifioriture (con il quale vince il Premio Viareggio sezione poesia) e Terre del Mito (Milano Longanesi). Sabato 7 Gennaio 2012 - ore 21.00 Rassegna LES RIRES SONT FAITS “Arie” di e con Lella Costa Regia di Giorgio Gallione Produzione Irma Spettacoli srl Biglietti: platea: euro 25; galleria: euro 18 C’è un comune denominatore nel modo di fare teatro e di stare in scena di Lella Costa. Questo comune denominatore è la musica. In ogni testo compaiono brani costruiti con una scansione metrica che li rende molto più simili a uno spartito che a un copione, a un assolo che a un monologo. Negli anni, poi, le sue collaborazioni con diversi musicisti di ambito jazz - Paolo Fresu, Stefano Bollani, Rita Marcotulli, Furio Li Castri, Paolo Damiani, Danilo Rea, Antonello Salis, Bebo Ferra - e di musica classica - Ruggero Laganà, Giorgio Mezzanotte, Rosetta Cucchi - sono state particolarmente significative. Non a caso l’attrice ha recentemente ricevuto dagli Amici del Conservatorio di Milano il premio “Una vita per la musica”. Questo riconoscimento è stato il pretesto, per Lella per andarsi a rileggere tutti i suoi copioni, e verificare se davvero in ognuno di loro ci fosse, più o meno esplicito, più o meno consapevole, qualcosa che aveva a che fare con la musica. Così nasce “Arie”, un connubio di piccole romanze recitate. Un nuovo spettacolo che rivisita alcuni dei più significativi testi di Lella Costa, per cucire insieme momenti in apparenza lontani e scoprire invece che c’è un filo, che li unisce e regge al tempo e all’usura. Nel marzo del 2010, gli Amici del Conservatorio di Milano hanno deciso di insignirmi del premio “Una vita per la musica”, insieme a Luciana Serra e Liliana Cosi, e scusate se è poco. Lì per lì ho pensato si fossero sbagliati:macchè, me l’hanno confermato. Convinti e contenti. E la motivazione era, tra l’altro, bellissima. E coglieva nel mio lavoro qualcosa “che aveva a che fare con la musica/e il modo in cui la musica scorre, emblema della vita/e come non puoi isolare una sola nota e dire/se va bene o no:devi aspettare/che sia finita”. Questi versi di John Ashbery, scoperti mentre lavoravo al copione di “Ragazze”, alla luce di quel premio acquisivano un valore e un significato ancora più precisi e decisivi: non mi è sembrato saggio ignorare tutte queste coincidenze. E così sono andata a rileggermi i copioni dei miei spettacoli, da “Ragazze” su su fino ad “Adlib”, per verificare se davvero in ognuno di loro ci fosse, più o meno esplicito, più o meno consapevole, qualcosa “che aveva a che fare con la musica”. E se ci tenete a saperlo sì, c’era. C’era la costante presenza della musica, non solo come semplice colonna sonora, ma proprio come voce altra, come interlocutore e comprimario e complice di palcoscenico; e c’erano anche, in ogni testo, dei brani costruiti con una scansione metrica che li rendeva molto più simili a uno spartito che a un copione, a un assolo che a un monologo . Piccole romanze recitate. Arie. Riproporle, oggi, non vuole essere soltanto una sorta di rivisitazione antologica, ma anche e forse soprattutto un’occasione per cucire insieme momenti in apparenza lontani e diversi e magari scoprire che sì, c’è un filo che li unisce,ed è saldo, e regge al tempo e all’usura. Quanto al colore, non può essere che “rosso Marras”, il ligazzo rubio che da qualche anno avvolge di bellezza i miei abiti di scena, e non solo. E poi a tutto questo materiale, che è ricco e vivo e vibrante di suo, non posso non sommare il meraviglioso regalo che è stato, in questi ultimi anni soprattutto, lavorare con i musicisti in carne e ossa, vivi e dal vivo, sul palco e in sala d’incisione : Paolo Fresu, Stefano Bollani, Rita Marcotulli, Furio Li Castri, Paolo Damiani, Danilo Rea, Antonello Salis, Bebo Ferra. Per non parlare delle incursioni nella musica classica, con Ruggero Laganà, con Giorgio Mezzanotte, con Rosetta Cucchi. Insomma: ho un curriculum, e intendo farlo valere. E chissà che non trovi anche il coraggio di andare a riscuotere la promessa pronunciata in presenza di testimoni da Paolo Conte, qualche tempo fa, di scrivere qualcosa per la soubrette che è in me (testuale). In fondo è stato lui-il Maestro che è nell’anima- a dichiarare che per fare musica “ci va carattere e fisarmonica, senso del brivido e solitudine”: almeno due elementi su quattro mi appartengono profondamente. E se volete scoprire quali, dovete solo venire a teatro. Lella Costa Lella Costa Gabriella “Lella” Costa nasce a Milano ed è un’attrice italiana, famosa soprattutto per i suoi monologhi teatrali. Dopo gli studi in Lettere e il diploma all’Accademia dei Filodrammatici esordisce con il suo primo monologo da attrice nel 1980. Nei primi anni di carriera si è cimentata con autori contemporanei (tra cui Renzo Rosso e Mrozek), ha partecipato a trasmissioni radiofoniche e si è sempre di più avvicinata al cabaret. Nel marzo del 1987 debutta con il primo spettacolo di cui è anche autrice, “Adlib”, cui seguirà “Coincidenze”. Con gli anni si è affermata come una delle attrici più caratteristiche della scena teatrale italiana con grandi apprezzamenti sia di critica che di pubblico. Dopo i primi successi ha cominciato a frequentare varie trasmissioni televisive, tra cui “Ieri Goggi e domani”, “Omnibus”, “La TV delle ragazze”, “Fate il vostro gioco”, “Ottantanonpiùottanta”, “Il gioco dei nove”, “Maurizio Costanzo Show” e ha partecipato ad alcuni film (“Ladri di Saponette” di Maurizio Nichetti; “Visioni private” di Francesco Calogero). Nel 1990 presenta il suo terzo monologo, “Malsottile”. E due anni dopo pubblica “La daga nel loden”, una raccolta dei testi degli spettacoli realizzati. Nello stesso anno va in scena con “Due”, unico caso in cui non si presenta da sola sulla scena. Negli anni ’90 e 2000 interpreta numerosi altri spettacoli teatrali quali: “Magoni”, “Un’altra storia”, “Precise parole”, “Sherazade”, “Amleto” e “Ragazze”. Durante il 2010 è apparsa in alcune puntate del programma televisivo Zelig e nel 2011 ha interpretato un ruolo all’interno di “Manuale d’amore 3” di Giovanni Veronesi. Domenica 26 Febbraio 2012 - ore 16.00 Rassegna LES RIRES SONT FAITS “’70 mi dà tanto” con i Pappazzum Testo e regia di Eugenio Allegri Allestimento scenico di Lucia Giorgio Produzione Nidodiragno Biglietto posto unico: euro 20 Si chiamano Pappazzum un nome onomatopeico che evoca atmosfere circensi e festose. La banda del paese? Per certi aspetti sì. Una sgangherata fanfara balcanica? Anche. Ma forse i Pappazzum, sono semplicemente... i Pappazzum. Per scoprirli ecco il loro spettacolo, evoluzione di un progetto nato in strada a contatto con il pubblico di mezza Italia. Grazie alla sapiente guida di Eugenio Allegri, la carovana dei Pappazzum raggiunge con una virata decisa l’immaginario degli anni ’70, rievocati con una serie di quadri ad alto tasso di divertimento: dai riferimenti cinematografici (Arancia Meccanica, Easy Rider, Jesus Christ Superstar), a quelli storici (gli anni di piombo, la guerra in Vietnam...): uno spettacolo divertente, intenso, ma non privo di spunti di riflessione e dal forte valore evocativo. I Pappazzum prendono gli strumenti e ne cambiano completamente la loro funzione (il paragone d’obbligo è con la Banda Osiris): danno vita ad improbabili figure zodiacali, rievocano gli “intervalli” della Rai TV d’antan, improvvisano una inguardabile breakdance, diventano un “corpo unico” e poi si “frangono” in svariati sketch per poi nuovamente riunirsi in performance musicali di impatto. Pappazzum I Pappazzum sono una fanfara comica che propone un delirante spettacolo dove la musica si fonde con la commedia dell’arte in una surreale danza visibile anche ad occhio nudo. Musicisti adatti a tutti, e a tutte le situazioni: festival di strada, matrimoni, inaugurazioni, palchi, sale d’attesa e navi orbitanti - con uno straordinario contributo di italica simpatia. La natura istrionica dei singoli musicisti e la comune attitudine all'improvvisazione costituiscono la cifra stilistica dei Pappazzum, gruppo che mescola con disinvoltura musica, danza, numeri comici e atmosfere anni settanta. Composto prevalentemente da pezzi originali, il repertorio della banda spazia dalle sonorità etniche al jazz senza disdegnare suggestioni funky e latine, dando luogo ad un'originale commistione di stili e generi diversi. Sassofoni, clarinetti e percussioni, vengono sfruttati non solo dal punto di vista sonoro, ma anche sotto il profilo scenico e teatrale. Ad oggi il gruppo ha preso parte a numerosi festival in Italia ed all’estero tra cui D'ailleurs d'ici, Colmar (Francia), Oron Word Festival (Svizzera), Festi’Neuche (Svizzera), Ferrara Buskers Festival, Chietinstrada Buskers Festival, Festival di Mercogliano (Avellino), Ulicnihčh Svirača, Novi Sad (Serbia), Circumnavigando (Liguria), Ratataplan (Sanremo), Incanti e Banchi (Castel Fiorentino), Imaginarium, Santa Maria da Feira (Portogallo). Con lo spettacolo teatrale ’70 mi dà tanto, diretto da Eugenio Allegri, hanno preso parte a diverse stagioni teatrali nel Nord Italia. I Pappazzum sono stati inoltre chiamati a far parte del laboratorio di Zelig, naturale “anticamera” alla trasmissione televisiva di cabaret più importante d’Italia. Venerdì 2 Marzo 2012 - ore 21.00 Rassegna MADE IN PONENTE “La disunità d’Italia” con la Compagnia Il Teatro dell’Albero di Franco Bianchi con Loredana De Flaviis, Franco La Sacra, Nicoletta Napolitano, Paolo Paolino, Anselmo Nicolino, Graziella Tufo, Toni Damiano Musica dal vivo Alberto Viganò Scene e costumi di Carlo Senesi Luci/Audio di Toni Damiano Foto di Fulvio De Faveri Regia di Cloris Brosca Biglietti posto unico: euro 10 Nel 2011 si celebrano i centocinquant’anni dell’unità nazionale. Raramente nell’ultimo secolo e mezzo l’unità d’Italia è stata così messa in discussione come negli ultimi anni, sia al sud con la nascita di movimenti neoborbonici sia al nord con l’irrompere sulla scena politica di un partito di buon successo elettorale. Lo spettacolo, che prende le mosse da fatti anche attuali, si pone la domanda di come sia stato possibile, per un paese che cade spesso in preda a deliri di secessione, giungere ad essere una delle prime dieci nazioni del mondo in termini di ricchezza. Una possibile risposta sembrerebbe quella di abbandonare la retorica e tornare a guardare il Risorgimento e la Resistenza come momenti che hanno contenuto anche elementi negativi e talvolta terribili, ma che sono stati, insieme alla nostra Costituzione figlia del Risorgimento e della Resistenza, il motore di un benessere che è comunque ai primi posti nel mondo. La firma registica allo spettacolo è di un nome conosciuto nel circuito teatrale e televisivo, ovvero quello di Cloris Brosca. Il Teatro dell’Albero Franco Bianchi, uomo di teatro prestato all’Amministrazione di San Lorenzo al Mare, non sa e non saprà mai che una sera, di nascosto, ci siamo introdotti nel cantiere aperto della nascente sala all’interno del Palazzo Comunale e abbiamo visto un bellissimo albero, piantato tra i muri. Qualcuno di noi ha detto: “Non so dove sia Godot, ma se lo aspetto qui, di sicuro prima o poi passa, perché questa è la sua casa”. Quando poi siamo tornati con Franco per la prima volta nel teatro ormai ultimato, e lui ci ha detto: “Questa è la casa di Beckett, l’albero è quello di Godot” abbiamo capito che l’ennesima magia, che solo l’arte sa regalare, si stava compiendo. Così è nato Il Teatro dell’albero. Con Beckett, in una sala bella dalle finestre infinite. In questa piccola bomboniera la Compagnia dell’Albero sorge nel 2002 proprio intorno a questa pianta, simbolo di vita, così come simbolo di vita è l’arte in genere ed il teatro in particolare. Se “Il Teatro dell’Albero” è un giovane sodalizio, Franco La Sacra, Paolo Paolino, Nicoletta Napolitano, Loredana De Flaviis hanno iniziato il loro percorso artistico già da molto tempo e, nell’Albero, hanno unito le proprie energie per mettere in scena e produrre: “Aspettando Godot”, “Don Giovanni”, “La storia”, “Dr. Shakespeare”, “Mental care”, “Tutti pazzi per Shakespeare”, “L’ultimo viaggio di Sindbad”, “Trame”, “Dialoghi, monologhi e battute”, “Dico….o non dico, Lo dico!!!!!!!!”, “Chi d’amore…”, “Dalla guerra alla pace interiore Omaggio a T. Terzani”, “M … come mostro”, “Ius primae noctis”, “Guerra è pace? Dialogo ideale tra Gandhi e Einstein”, “Guardami esisto”, “Castra diva”, “Dame”, “Cavalieri, intrighi e…..”, “L’uomo dal fiore in bocca”, “Gli innamorati”, “Pretesti teatrali”, “La disunità d’Italia”, “Visioni e divagazioni. Contemporaneamente all’attività creativa arricchita da recital di poesie, presentazioni teatralizzate di opere di poeti e scrittori, mostre di quadri e sculture, partecipazioni straordinarie in eventi teatrali, l’organizzazione della rassegna Alberoinprosa, giunta alla ottava edizione, ha conferito al Teatro dell’albero un’importante e riconosciuta posizione all’interno del panorama nazionale, alimentata dagli ormai consolidati rapporti con il Festival Teatrale di Borgio Verezzi, il Teatro Segreto di Roma, il Teatro Argot di Roma, il Vesuvio Teatro di Napoli, il Teatro Stabile di Torino, il Teatro Franco Parenti di Milano, Il Teatro Filodrammatici di Milano. In seguito alla collaborazione con Cloris Brosca Il Teatro dell’albero ha prodotto sul territorio nazionale gli spettacoli “Echidiversi”, “Amogliuominielicanto”, ”Barbailblu”. Oltre a varie collaborazioni con Gianpiero Alloisio, noto cantattore di Genova già del Teatro della Tosse, la Compagnia ha contribuito sempre alla realizzazione della “Luna e i suoi raggi” consolidata manifestazione che da più di quindici anni si svolge a Taggia nel mese di Agosto. Negli anni 2009 e 2010 si è rafforzata la collaborazione con il regista, scenografo e costumista Carlo Senesi con il quale sono stati messi in scena “Castra diva” “Dame, cavalieri, intrighi e…..” ed un eccezionale allestimento de “Gli innamorati” di Goldoni che ha avuto gran riscontro di pubblico. Nel 2011 è stato allestito il nuovo lavoro “La disunità d’Italia”, con la regia straordinaria di Cloris Brosca, e lo spettacolo estivo itinerante “Visioni e divagazioni” con la regia di Carlo Senesi. Domenica 4 Marzo 2012 - ore 16.00 Rassegna CANTORI E MUSICI DI LIGURIA Enrico Rava (tromba) Andrea Pozza (pianoforte) Esibizione musicale e presentazione del libro di Enrico Rava “Incontro con musicisti straordinari” Biglietti posto unico: euro 10 Enrico Rava si racconta in un libro o meglio racconta tanti incontri di una carriera costellata di successi internazionali nel corso della quale ha avuto la fortuna di avvicinarsi a tante personalità che hanno offerto, ognuna, un prezioso contributo di arricchimento raccontando storie ora divertenti, ora amare. Gato Barbieri, Steve Lacy, Chet Baker, Miles Davis, Cecil Taylor, Don Cherry, Carla Bley, Stefano Bollani, Paolo Fresu, Gianluca Petrella, Giovanni Guidi: una lunga galleria di personaggi attraverso i quali Rava restituisce uno spaccato vivido, con il sorriso e lo sguardo ironico di chi, alla fine, di cose ne ha viste accadere veramente tante. Ma il pomeriggio del Casinò consentirà anche di apprezzare l’immenso talento di Enrico Rava grazie all’esibizione che ci regala insieme ad Andrea Pozza, tra i più apprezzati pianisti della scena jazzistica italiana. Enrico Rava Enrico Rava è sicuramente il jazzista italiano più conosciuto ed apprezzato a livello internazionale. Da sempre impegnato nelle esperienze più diverse e stimolanti, è apparso sulla scena jazzistica a metà degli anni sessanta, imponendosi rapidamente come uno dei più convincenti solisti del jazz europeo. La sua schiettezza umana ed artistica lo pone al di fuori di ogni schema e ne fa un musicista rigoroso ma incurante delle convenzioni. La sua poetica immediatamente riconoscibile, la sua sonorità lirica e struggente sempre sorretta da una stupefacente freschezza d’ispirazione, risaltano fortemente in tutte le sue avventure musicali. Tra la sua numerosa discografia sono da segnalare gli imperdibili “Quartet” (1978) “Rava l’opera Va” (1993), “Easy Living” (2004), “Tati” (2005), “The Words and the Days” (2007), “New York Days” (2009) e “Tribe” (2010). Non è difficile usare i superlativi per raccontare la sua avventura musicale, talmente ricco è il suo curriculum, talmente affascinante il suo mondo musicale, talmente lungo l’elenco dei musicisti con i quali ha collaborato quali: Franco D’Andrea, Massimo Urbani, Stefano Bollani (con cui suona da anni in un acclamatissimo duo), Joe Henderson, John Abercrombie, Palle Danielsson, Jon Christensen, Pat Metheny, Archie Shepp, Miroslav Vitous, Daniel Humair, Michel Petrucciani, Charlie Mariano, Joe Lovano, Albert Mangelsdorff, Dino Saluzzi, Richard Gallliano, Martial Solal, Steve Lacy, etc... Ha effettuato tour e concerti in tutto il mondo partecipando ai più importanti Festival (Montreal, Toronto, Houston, Los Angeles, Perugia, Antibes, Berlino, Parigi, Tokyo, Rio e Sao Paulo, etc...) E’ stato più volte votato “miglior musicista” nel referendum annuale della rivista “Musica Jazz”, risultando vincitore anche nelle categorie “miglior gruppo” e “miglior disco italiano”. Nominato “Cavaliere delle Arti e delle Lettere” dal Ministro della Cultura Francese, nel 2002 ha anche ricevuto il prestigioso “Jazzpar Prize” a Copenhagen. Nel 2009 ha vinto l’ambito European Jazz Prize come miglior musicista europeo e nel referendum di Musica Jazz è stato nuovamente eletto miglior musicista. Negli ultimi quattro anni è comparso nei primi cinque posti del referendum della rivista americana Down Beat, nella sezione riservata ai trombettisti, alla spalle di Dave Douglas, Wynton Marsalis e Roy Hargrove. Attualmente, oltre al suo New Quintet (insieme a Gianluca Petrella, Giovanni Guidi, Pietro Leveratto e Fabrizio Sferra) ama esibirsi in duo con il pianista Stefano Bollani e con il gruppo Pm Jazz Lab. Sabato 10 Marzo 2012 - ore 21.00 Rassegna LES RIRES SONT FAITS “Tutto quello che non avreste voluto sapere sulla donna... ma io ci tengo a dirvelo” di e con Debora Villa Musiche eseguite dal vivo da Rafael Didoni Testi di Debora Villa, Francesca Micardi, Alessandra Torre Regia di Leo Muscato Produzione AGIDI srl Biglietti: platea: euro 25; galleria: euro 18 Debora Villa è, al momento, la più interessante esponente della comicità al femminile “di nuova generazione”. Talento autentico, sta conducendo il programma di Rai Tre “Lilith”, ma abbiamo avuto modo di apprezzarla in diverse altre circostanze televisive (Camera Caffè, Glob, etc). A Sanremo, affiancata dal polistrumentista Rafael Didoni, porterà il suo spettacolo che si presenta come un viaggio, un vagabondare tra storia antica e recente, tra favole e cronache, tra cinema e canzoni per provare a capire qual è la situazione della donna ai giorni nostri, se è davvero cambiata dai tempi delle caverne o ci sono ancora inquietanti analogie con le sue sorelle preistoriche. Per rispondere agli annosi quesiti che girano intorno all’universo femminile e la sua misteriosa evoluzione da Adamo ed Eva a oggi, Debora Villa ci accompagna in un percorso fatto di microracconti ironici e taglienti, una brillante arringa in difesa dell’affermazione della donna, a dimostrazione del fatto che forse il sesso debole oggi giorno non sia più quello femminile. Debora Villa Attrice e comica, è inviata de “Le Iene”, Patty in “Camera Café”, coprotagonista con Alessia Marcuzzi in “Così fan tutte”, opinionista a “Glob l’osceno del villaggio”. Come cabarettista ha partecipato a numerose trasmissioni televisive quali “Scatafascio”, “Colorado Café Live”, “Super Ciro” e, nelle edizioni 2010 e 2011, a “Zelig Arcimboldi”. Dal 2005 al 2010 è stata co-conduttrice del morning show “Caffelatte News” e “Si salvi chi può” di RMC, mentre al cinema ha partecipato ai film “Il cosmo sul comò” di e con Aldo Giovanni e Giacomo e, recentemente, a “Tutta colpa della musica” di Ricky Tognazzi. Ha realizzato un videoclip musicale dal titolo “Oca del re” visibile su You Tube, con le musiche di Claudio Guidetti e la regia di Duccio Forzano. Dal 30 ottobre 2011 conduce su Rai 3 la trasmissione “Lilit - in un mondo migliore”. Venerdì 16 Marzo 2012 - ore 21.00 Rassegna VOLTI E STORIE In occasione della Milano-Sanremo “Quella sera al Vel d’Hiver” con Massimo Poggio, Gualtiero Burzi e Davide Iacopini Regia di Massimo Poggio, Gualtiero Burzi e Davide Iacopini In collaborazione con la Gazzetta dello Sport Produzione Teatro Regionale Alessandrino Biglietti: platea: euro 25; galleria: euro 18 Massimo Poggio, apprezzatissimo attore di cinema e fiction (ha lavorato con Ferzan Ozpetek, Liliana Cavani, etc...) è protagonista insieme a Gualtiero Burzi e Davide Iacopini di uno spettacolo che racconta le stagioni epiche di un ciclismo d’altri tempi, fatto di sudore e polvere, passione e sacrificio. Il lavoro è ispirato alla storia vera di due uomini che, nati entrambi a Novi Ligure, in provincia di Alessandria, alla fine dell'Ottocento, riescono a tirarsi fuori dal fango e dalla miseria. Uno e' Costante Girardengo, vincitore di innumerevoli corse in bicicletta, tanto da meritare l'appellativo di “campionissimo”. L'altro è Sante Decimo Pollastri, protagonista anche lui di molti chilometri in bicicletta fatti però per sfuggire a chi gli dà la caccia. Due campioni, uno del pedale, l'altro della rivoltella; due vite che, a furia di correre l’una opposta all’altra, finiscono per incontrarsi. Accade a Parigi, al Velodromo d' Inverno, una sera di settembre del 1925. Lo spettacolo si propone quale evento collaterale della classicissima Milano-Sanremo. Massimo Poggio Massimo Poggio è un attore italiano. Studia recitazione presso la Scuola dell’Azienda Teatrale Alessandrina e la Scuola del Teatro Stabile di Torino diretta da Luca Ronconi, debuttando in teatro per poi lavorare in televisione e nel cinema. Nel 2000 è sul grande schermo con i film “Due come noi, non dei migliori” diretto da Stefano Grossi, e con “Rosa e Cornelia” diretto da Giorgio Treves, ai quali fanno seguito “Il quaderno della spesa” di Tonino Cervi, “La finestra di fronte” e “Cuore sacro” entrambi diretti da Ferzan Ozpetek. Nel 2004 prende parte a “Vicino al fiume” di Carlo Marcucci e, in seguito, è protagonista del film di Andrea Adriatico, “All’amore assente”. Lavora anche in numerose fiction tv, tra cui: “L’avvocato delle donne” di Andrea e Antonio Frazzi, “Ama il tuo nemico” di Damiano Damiani, “L’uomo del vento” di Paolo Bianchini, “Le ragioni del cuore”, “Casa famiglia 2” di Tiziana Aristarco e Riccardo Donna, “De Gasperi, l’uomo della speranza” di Liliana Cavani, nel ruolo di Giacomo Matteotti; “Questa è la mia terra”, regia di Raffaele Mertes, in cui è protagonista, nel ruolo di Giacomo De Santis, insieme a Roberto Farnesi e Kasia Smutniak; “Il segreto di Arianna” di Gianni Lepre, e “Maria Montessori - Una vita per i bambini”, di Gianluca Maria Tavarelli. Nel 2008 partecipa alle miniserie “Zodiaco” e “Amiche mie”. Nello stesso anno ritorna sul grande schermo con i film “Il monastero” di Antonio Bonfacio, “Il sangue dei vinti” di Michele Soavi, e “Il prossimo tuo” di Anne Riitta Ciccone. Nel 2009 esce il film “Il compleanno” di Marco Filiberti. Nel 2010 appare su Canale 5 con la miniserie in due puntate “Nel bianco” di Peter Keglevic, tratta dal romanzo omonimo dello scrittore gallese Ken Follett. Nel 2011 prende parte alla terza serie de “I liceali” e a “6 giorni sulla terra”, pellicola diretta da Varo Venturi. Venerdì 23 Marzo 2012 - ore 21.00 Rassegna VOLTI E STORIE “Gl’Innamorati” di Carlo Goldoni con Isa Barzizza, Selvaggia Quattrini, Stefano Artissunch e con Stefano De Bernardin, Laura Graziosi, Stefano Tosoni Scene di Francesco Cappelli Costumi di Ipsia Moda e Maria Amurri Regia di Stefano Artissunch Produzione Danila Celani per Synergie Teatrali e Teatro Ventidio Basso Biglietti: platea: euro 25; galleria: euro 18 Un altro ritorno significativo per la città di Sanremo. Isa Barzizza, figlia del direttore d'orchestra Pippo Barzizza ed attrice tra le più straordinarie del panorama nazionale (già a fianco di Erminio Macario prima, e di Totò poi) si esibisce nuovamente in quel Teatro del Casinò dove è stata applaudita moltissime volte. Ne “Gl’innamorati” di Carlo Goldoni, opera tra le più fortunate dello scrittore veneto, messa in scena nella lettura del regista Stefano Artissunch, interpreta il ruolo della zia Fabrizia, millantatrice esagerata ed ostentatrice, colorita da vaniloqui e svenevolezze assolutamente irresistibili. A fianco di Isa, nel ruolo di Eugenia, la talentuosa figlia d'arte Selvaggia Quattrini, degna erede della grande Paola Quattrini, e l’istrionico Stefano Artissunch, un Fulgenzio impetuoso, travolto dal sentimento della gelosia. Isa Barzizza Isa Barzizza è un’attrice e doppiatrice italiana, considerata una delle più importanti interpreti della rivista, del cinema e della televisione italiani. Figlia del direttore d'orchestra Pippo Barzizza, studia al Liceo Classico Vincenzo Gioberti di Torino e al Liceo Classico Cassini di Sanremo. Già in quegli anni inizia a partecipare a rappresentazioni teatrali di prosa in ruoli secondari, vicino ad attori come Ruggero Ruggeri, Elsa Merlini ed Eduardo De Filippo. Fu Erminio Macario che la lancia nel mondo del teatro e al debutto con “Le educande di San Babila” del 1947, segue “Follie di Amleto”. Dotata di un fisico avvenente e di una spigliata ironia, diventa molto presto una delle beniamine del teatro leggero e musicale del dopoguerra italiano. Il suo secondo padrino è il grande Totò, dal quale Isa Barzizza impara tutti i segreti del mestiere: dal rapporto diretto con il pubblico ai tempi comici, dalla mimica all’uso dello spazio sul palcoscenico. In campo teatrale interpreta con Totò due spettacoli: “C’era una volta il mondo” e “Bada che ti mangio”. La Barzizza intraprende anche la carriera cinematografica grazie a Totò debuttando con “I due orfanelli” nel 1947. Con il “principe della risata” l’attrice realizza undici film. La sua filmografia conta nel complesso una trentina di pellicole, anche se in ruoli per lo più secondari, come spalla dei comici maschili con i quali già lavorava a teatro. Lavora anche con Garinei e Giovannini, che omaggiano la sua grande bellezza e il suo spigliato senso dell’umorismo in riviste come “Gran baldoria”, che riscuotono un grandissimo successo di pubblico. Negli stessi anni si cimenta anche nel teatro di prosa recitando William Shakespeare ne “La dodicesima notte”, per la regia di Renato Castellani. Il 3 gennaio 1954, giorno d’inizio dei programmi ufficiali della televisione italiana, la RAI trasmette l’atto unico di Carlo Goldoni “Osteria della posta” nel quale la Barzizza ricopre il ruolo di attrice protagonista. Numerose altre commedie saranno trasmesse in televisione in quegli anni. Nel 1960, a soli 31 anni, Isa Barzizza decide di interrompere la carriera nel teatro brillante in seguito alla morte del marito, il regista televisivo Carlo Alberto Chiesa, per un incidente stradale. Torna al teatro solo nei primi anni novanta, di nuovo in commedie come “La pulce nell'orecchio” per la regia di Gigi Proietti, o “Arsenico e vecchi merletti” per la regia di Mario Monicelli. Nel 1995 partecipa al Festival di Spoleto con “L’ultimo yankee” di Arthur Miller e nel 1999 interpreta una versione della riduzione teatrale del romanzo “Sorelle Materassi” di Aldo Palazzeschi, accanto a Lauretta Masiero. Nello stesso periodo è tornata a lavorare anche al cinema e alla televisione: ha infatti condotto per Raitre il rotocalco “Mai dire mai” nel 1989 con Fabio Fazio e Giampiero Mughini e ha partecipato alle due serie della fiction di Raiuno “Non lasciamoci più” (del 1999 e del 2001). Venerdì 30 Marzo 2012 – ore 21.00 Rassegna MADE IN PONENTE “Finale di partita” di Samuel Beckett con la Compagnia Teatro Instabile di Imperia con Livia Carli, Paola Carli, Gianni Oliveri, Sergio Raimondo Scenografie di Sergio Raimondo Costumi di Giovanna Faraone Regia di Livia Carli e Gianni Olivieri Biglietti posto unico: euro 10 Il Teatro Instabile di Imperia, già distintosi per un profondo lavoro di ricerca su differenti tipi di drammaturgia dalla tragedia greca alla commedia di Molière, dal Boccaccio al teatro contemporaneo, si cimenta in un’interessante lettura del capolavoro beckettiano. Filo conduttore del testo è l’incalzante botta e risposta tra Hamm e Clov, che sono legati, organicamente, da una specie di tenerezza che si esprime con molto odio, sarcasmo e soprattutto come gioco. Infatti, essi giocano sulla scena come una partita a scacchi e marcano dei punti, uno dopo l’altro, ma colui che può muoversi ha forse maggiore possibilità di cavarsela. Una pièce a tratti comica, che si rivela attraverso l’esplosione di un linguaggio molto quotidiano, dove ogni cosa è contemporaneamente comica e tragica. “Non c’è niente di più comico dell’infelicità” dice Nell; in una società che ha smarrito la fede in Dio e che comunque continua a cercarlo l’assurdità dell’esistenza rivela una profonda verità: l’aspetto tragico e quello comico si fondono insieme. Compagnia Teatro Instabile Fondata dai registi e attori Gianni Oliveri e Livia Carli, debutta nel Novembre 1999 con “L’Amante” di H. Pinter. Nel corso degli anni si confronta con differenti tipi di drammaturgia dalla tragedia greca alla commedia di Molière, dal Boccaccio al teatro contemporaneo. Dal 2009 gestisce il teatro Lo Spazio Vuoto di Imperia dove realizza corsi di teatro per bambini, ragazzi e adulti e si afferma come importante riferimento culturale cittadino. Dirige per conto del Comune, Assessorato ai servizi sociali, il laboratorio di teatro per persone disabili; è stata responsabile del corso di teatro per gli studenti del Liceo ClassicoScientifico Vieusseux e collabora con il Dams nella persona del Presidente Professor Roberto Trovato. Gli attori hanno lavorato sul metodo Stanislavskij, perfezionandosi successivamente sugli esercizi di tecnica dell’attore elaborati da Michail Cechov. Nel Luglio 2011 partecipano allo stage sul ”Misura per Misura” di W. Shakespeare sotto la direzione di Bruce Myers, attore che collabora da quarant’anni con Peter Brook ed il Centro Internazionale di Creazione Teatrale Les Bouffes du Nord di Parigi. Nel corso degli anni la compagnia realizza tournée in tutta Italia, ottenendo importanti premi e riconoscimenti. Si afferma anche a livello internazionale: nel 2006 è invitata dal console Italiano a rappresentare nella città di Basilea lo spettacolo “Beffe”, quattro novelle dal Decameron di G. Boccaccio, ottenendo favore di pubblico e un’ottima recensione da parte della stampa locale, mentre dal 7 al 29 agosto 2009 partecipa al Fringe Festival di Edimburgo con lo spettacolo in lingua Inglese per bambini “Tixi & Moxo:a colourful adventure” di D. Veronese, anche qui riscuotendo l’interesse e il favore sia del pubblico che degli organi di stampa. Attualmente gli attori lavorano sotto la direzione dell’attore e regista Pino Petruzzelli all’allestimento di un testo scritto da quest’ultimo. Venerdì 13 Aprile 2012 - ore 21.00 Rassegna MADE IN PONENTE “Le serve” con Teatro del Banchero e Cattivi di Cuore di Jean Genet con Giorgia Brusco, Chiara Giribaldi, Maura Amalberti Scene di Marco Barberis Ausilio tecnico di Fiorella Regina e Antonio Manconi Regia di Gino Brusco Biglietti posto unico: euro 10 Continua la collaborazione tra le due Compagnie liguri I Cattivi di Cuore di Imperia e il Teatro del Banchero di Taggia. Questa volta in scena tre attrici per un grande classico del Teatro: “Le Serve” di Jean Genet. “Uno straordinario esempio di continuo ribaltamento fra l’essere e l’apparire, fra l’immaginario e la realtà”. Come lo definisce Jean-Paul Sartre. “Le serve” è considerato una perfetta macchina teatrale in cui il gioco del teatro nel teatro è svelato per mettere a nudo in modo straordinario la menzogna della scena. Claire e Solange, vivono un rapporto di amore e odio con la loro padrona che incarna tutti i loro ideali: giovinezza, bellezza, generosità. Quando la padrona non c’è, si ritrovano ad allestire un privato e ossessivo teatrino, una doppia vita in cui giocano “a fare Madame”. A turno, vestono i suoi abiti, la imitano e, alla fine del rito, la uccidono. Ma finzione e realtà nella loro mente schizofrenica si sovrappongono e il tentativo di omicidio si concretizza in una tazza di tisana avvelenata, da cui scaturisce l’impietoso finale. Teatro del Banchéro Il Teatro del Banchéro nasce, a Taggia, nel maggio del 1996, richiamando nel nome, un testo teatrale ottocentesco, “Il Banchéro” appunto, profondamente legato alle radici culturali della città stessa. Nel 1997 da vita all’ Officina, scuola propedeutica di teatro. Ha sede nell’antico Palazzo Soleri in pieno Centro Storico. L’Associazione Culturale si occupa su livelli diversi della diffusione della cultura teatrale. La Scuola di Teatro Officina, è il laboratorio di ricerca e sperimentazione teatrale. La scuola vede ogni anno impegnati artisti e professionisti del mondo del teatro nazionale ed internazionale. L’obiettivo è quello di permettere ai giovani e meno giovani della nostra Provincia di confrontarsi e conoscere direttamente gli operatori del teatro. Sono attivi corsi e laboratori permanenti per bambini, ragazzi, adulti. Produce spettacoli sia per la compagnia stessa, sia per Marcello Prayer (direttore artistico) distribuendoli su tutto il territorio nazionale. Oltre alle attività strettamente teatrali, svolge un’intensa opera di promozione culturale sul territorio, organizzando incontri letterari, conferenze, attività di ricerca e documentazione. I Cattivi di Cuore La compagnia teatrale I Cattivi di cuore nasce sul finire degli anni '80 con l'allestimento di commedie di stampo prettamente goliardico e musicale. Col tempo hanno preso forma il desiderio e l'esigenza di consolidarsi e di crescere qualitativamente, anche attraverso un avvicinamento più specifico alla prosa, fino all'effettiva costituzione legale dell'associazione, nata come compagnia teatrale con il nome "I Cattivi di Cuore" nel 1995. Da allora la compagnia è passata da un repertorio prettamente comico alla messa in scena di drammaturgie coinvolgenti ed impegnative riscuotendo notevoli successi di pubblico e di critica. In particolare le ultime produzioni “Le muse orfane” di Michel Marc Bouchard, “La Gabbia” di Stefano Massini e “From Medea” di Grazia Verasani” hanno dato alla compagnia moltissime soddisfazioni. Con tali opere infatti I Cattivi di Cuore hanno calcato i più prestigiosi palcoscenici italiani, vincendo importantissimi premi. Con From Medea la compagnia è stata selezionata per rappresentare l'Italia al Festival di Namur in Belgio nell'Agosto 2012. La compagnia inoltre si occupa della direzione artistica del Festival Nazionale d'Arte Drammatica di Imperia, giunto alla sua VII edizione, e della rassegna “Questo piccolo grande Teatro” al Teatro Salvini di Pieve di Teco. Domenica 15 Aprile 2012 - ore 16.00 Rassegna CANTORI E MUSICI DI LIGURIA Davide Laura Duo con Davide Laura (violino) Michele Di Toro (pianoforte) Gian Guregna Duo con Marco Parodi (chitarra) Christophe Bartolomme Kerleau (chitarra) Biglietti posto unico: euro 10 Violinista il primo, chitarrista il secondo. Milanese il primo, torinese il secondo. Eppure uniti da una radice comune: la città di Sanremo. Davide Laura, eclettico violinista capace di spaziare in diversi linguaggi, e Marco Parodi, chitarrista versatile, si ritrovano in una serata speciale che li unisce alle loro radici del Ponente. Proporranno due distinte esibizioni - accompagnati dai propri compagni di ventura, rispettivamente Michele Di Toro e Christophe Bartolomme Kerleau - con un finale corale che si annuncia quanto mai vibrante. Davide Laura Davide Laura nasce a Milano, nel 1988, da una famiglia dalle radici profondamente liguri: il padre Massimo, valente chitarrista della Scala di Milano, è legatissimo alle sue origini di Bajardo. Davide si avvicina sin da bambino alla musica. A sei anni viene ammesso al Conservatorio “G. Verdi” di Milano, nella classe di violino di Cinzia Barbagelata. Studia poi con Daniele Gay e Lydia Cevidalli, affiancando allo strumento lo studio della composizione nella classe di Fabio Vacchi. Nel 2008 frequenta i Civici Corsi di Jazz di Enrico Intra, dove incontra i maestri Franco Cerri e Mario Rusca. Questa esperienza imprime una svolta decisa alla sua formazione classica, orientandola definitivamente verso il jazz. Contemporaneamente, la passione per le musiche “altre” rispetto alla tradizione occidentale, lo porta a fare delle ricerche musicali in Irlanda, Macedonia e nei Paesi arabi. Si iscrive alla facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Statale di Milano, dove è laureando con una tesi in Etnomusicologia con Nicola Scaldaferri. Inoltre, partecipa al masterclass di violino arabo tenuto da Jamal Ouassini. Ha suonato nel 2008 al Teatro alla Scala, partecipando in scena a una nuova produzione della “Vedova Allegra” di Franz Lehar. Nel 2009 si esibisce a Villa Simonetta, a Milano, replicando il concerto nella rassegna “Notti trasfigurate” del 2011, con il trio di Davide Incorvaia. Nel 2010 è stato invitato dall’Orchestra Filarmonica della Scala nel gruppo da camera che ha accompagnato il tenore José Carreras. Nell’estate 2011 ha partecipato alla Settimana mozartiana di Chieti, invitato dal pianista Michele Di Toro, suonando con lui in duo e in quartetto. L’ensemble manouche, “Four on Six”, è la formazione con la quale si esibisce abitualmente in varie città italiane e all’estero. Il suo stile si caratterizza per l’originale commistione di una matrice classica, liberamente intrecciata con i modelli della tradizione violinistica jazz più alta (Joe Venuti, Stephane Grappelli, Jean-Luc Ponty), ma anche aperta alle esperienze più recenti del jazz europeo e della world music. Nel settembre 2011 debutta al Blue Note, per il Festival MITO SettembreMusica, in concerto con Michele di Toro e Attilio Zanchi. Marco Parodi Nasce a Torino nel 1963, e vive a lungo a Sanremo dove si avvicina al mondo del jazz “contagiato” dalla passione del padre. Inizia quindi lo studio della chitarra da autodidatta, all’età di 10 anni e nei primi anni ottanta inizia l’attività concertistica esibendosi nei club torinesi sia con musicisti coetanei come Giuliano Pescaglini, Roberto Regis, Antonio Abete, sia con esponenti della “vecchia guardia”, come Gianpaolo Belgrano, Silvio Rossignoli e Gianni Torello. Nel 1989 viene chiamato da Renato Germonio a far parte della Dixietoday di cui diventa in seguito direttore artistico. Dall’anno successivo, fa parte della Easy Big Band di Giancarlo Capolongo, nella quale oggi riveste anche il ruolo di arrangiatore. Frequenta poi anche i Seminari Senesi di musica jazz studiando con Tomaso Lama. Entra a far parte del Lil Darling Hot Club nel quale oggi riveste anche il ruolo di arrangiatore e nel 1993 si classifica terzo al concorso internazionale per chitarristi jazz “Eddie Lang”. Studia con Joe Diorio e Jerry Bergonzi e dal 1996 fa parte della orchestra stabile “Città di Cherasco”. Dopo una lunga ricerca volta a formarne l'organico nel 1996 fonda il quintetto Djangology caratterizzato dalla presenza di strumenti esclusivamente a corde che si ispira alla musica di Django Reinhardt nella formazione tipica dell’Hot Club de France, composta da violino, tre chitarre e contrabbasso. Nel corso degli anni si è esibito in Italia, Francia, Germania e Giappone suonando con musicisti affermati come Massimo Manzi, Lello Molinari, Felice Reggio, Carlo Sola, Franco Cerri, Romano Mussolini, Dick Mazzanti, Gianni Negro, Larry Nocella, Fabrizio Bosso, Giorgio Rosciglione, Marco Pellacani, Emanuele Cisi, Giorgio Li Calzi, Maurizio Carugno, Tal Farlow, Tanaka Takehisa. Stilisticamente, Marco Parodi si riconduce alla tradizione della chitarra con particolari influenze da parte di Django Reinhardt, Eddie Lang e Bucky Pizzarelli. E’ autore di numerosi dischi, quali “50 Anni di Jazz a Torino” con Dixietoday e Francesco Altamura, “Bargain Day” , “All that Swing”, “Live at the Regio” e “L.O.V.E.” col Lil Darling Hot Club, “Tribute to Swing” con l’Orchestra Stabile Città di Cherasco e “Through the Swing” con la Easy Big Band. Venerdì 20 Aprile 2012 - ore 21 Rassegna MADE IN PONENTE “Piccole ali nel vento” di e con Ciro Perrino Voce recitante Elio Marchese Biglietti posto unico: euro 10 Ciro Perrino per la prima volta si presenta all’appuntamento con il pubblico in veste di solista, suonando il pianoforte. E per la prima volta si propone in questo modo a Sanremo, la sua città. Tratti dal recente lavoro “Piccole ali nel vento”, i brani si alternano a brevi interventi affidati allo stesso Ciro ed alla voce recitante di Elio Marchese: una modalità che persegue il desiderio dell’artista di offrire spazi all’immaginazione di chi si pone all’ascolto, in un fluire di sensazioni e suggestioni. Le atmosfere evocate dal pianoforte tendono infatti a trasportare in un mondo fluttuante e ricco di paesaggi, così come le parole aiutano a rendere comprensibile la natura profonda del viaggio e della provenienza dei linguaggi dai territori dell’anima e dello spirito. Ciro Perrino Nasce a Sanremo dove inizia la sua attività come batterista e percussionista. Nel 1970 è uno dei fondatori del gruppo progressivo Il Sistema, considerato fondamentale per l’impegno nella ricerca musicale di una sintesi riuscita tra varie forme espressive spaziando dal rock alla musica colta. Nel 1972 Perrino è alla guida di Celeste, il cui album “Principe di un giorno”, rappresenta ancora oggi una basilare fonte di ispirazione per tutti quei musicisti di nuova generazione interessati al “progressive rock” più etereo e delicato, vicino a tratti a certi King Crimson. Perrino prosegue la sua carriera artistica attraverso un’intensa attività che lo porta alla sperimentazione di nuove forme musicali legate all'uso di strumentazioni elettroniche in diverse band: St. Tropez, Snc e La Compagnia Digitale. Nel 1979 Perrino decide di intraprendere una carriera solista e pubblica “Solare”, lavoro interamente strumentale contenente otto brani musicali, ognuno dedicato a un pianeta del nostro sistema solare, non lontano da ciò che Jean Michel Jarre stava facendo all'epoca. Del 1990 è “Far East” i cui brani, ispirati dalla cultura orientale, evocano forti suggestioni attraverso l'uso creativo di strumentazioni elettroniche. Segue “The Inner Garden”, lavoro caratterizzato da brani ispirati a lavori di autori contemporanei senza dimenticare la presenza avvertibile di richiami alla musica del seicento italiano. Quest’ultimo è forse l’album che consente a Perrino di essere conosciuto anche all’estero, grazie alla buona distribuzione europea, americana e giapponese. Alla fine del 1994 esce “Moon in the Water” cui segue, quattro anni dopo, “De Rerum Natura”. Segue un lungo periodo di studi che dà origine a “L'Isola” del 2002. L'opera nasce dalla visita al lago d’Orta in occasione di un concerto. La prima versione del lavoro è registrata con un’orchestra sinfonica che si rivela perfetta per poter utilizzare tutti i colori della tavolozza timbrica che solo un organico classico può offrire. Pur essendo soddisfatto del risultato lentamente si fa strada in Perrino il desiderio di rileggere le composizioni in un’altra chiave più terrena e carnale, eliminando il grosso degli archi, potenziando il lato percussivo, esplorando i ritmi inespressi della prima versione ed infine rendendo la voce umana più presente nell'esposizione delle melodie. Ecco quindi nel 2006 la pubblicazione della nuova versione, che mantiene il titolo della precedente e le sue composizioni ma che ne costituisce l’altra metà del cielo. Le melodie ritrovano così la loro essenzialità nell’esecuzione dell’ensemble di dodici musicisti e risultano maggiormente “centrate” grazie alla presenza costante delle percussioni, asse portante nella concezione e nello sviluppo dei brani.