Con il contributo di Comune di Sanremo, Casino, NordiConad
Teatro dell’Opera del Casino di Sanremo
Il Rosso e il Nero
La stagione teatrale del Casino di Sanremo
Dal 15 Dicembre al 20 Aprile
RITORNANDO
Giovedì’ 15 Dicembre 2011 - ore 21.00
Rassegna CANTORI E MUSICI DI LIGURIA
“Farenight”
Freddy Colt and his Red Cat Combo
Ingresso libero
Domenica 18 Dicembre 2011 - ore 16.00
Rassegna VOLTI E STORIE
“Il diario di Maria Pia”
con Iris Fusetti, Fausto Paravidino, Monica Samassa
Biglietti: platea: euro 25; galleria: euro 18
Sabato 31 Dicembre 2011 - ore 21.15 e Domenica 1° Gennaio 2012 - ore 16.00
Rassegna LES RIRES SONT FAITS
“Cose che mi sono capitate a mia insaputa”
con Gene Gnocchi
Biglietti replica 31 Dicembre: platea: euro 39; galleria: euro 25
In omaggio un buono per 10 euro di giocate gratis nelle sale del Casino
Martedì 3 e Mercoledì 4 Gennaio 2012 - ore 21.00
Rassegna VOLTI E STORIE
“La verità... fa male si sa”
con Massimo Dapporto e Antonella Elia
Biglietti: platea: euro 25; galleria: euro 18
Venerdì 6 Gennaio 2012 - ore 16.00
Rassegna CANTORI E MUSICI DI LIGURIA
“Poeti di Liguria in salsa jazz”
con Dodo Goya, Andy Dulbecco, Alessio Menconi
Giorgia Brusco voce recitante
con la partecipazione di Giuseppe Conte
Biglietti: euro 10
Sabato 7 Gennaio 2012 - ore 21.00
Rassegna LES RIRES SONT FAITS
“Arie”
con Lella Costa
Biglietti: platea: euro 25; galleria: euro 18
Domenica 26 febbraio 2012 - ore 16.00
Rassegna LES RIRES SONT FAITS
“’70 mi dà tanto”
con i Pappazzum
Biglietto posto unico: euro 20
Venerdì 2 Marzo 2012 - ore 21.00
Rassegna MADE IN PONENTE
“La disunità d’Italia”
con Il Teatro dell’Albero
Biglietti: euro 10
Domenica 4 Marzo 2012 - ore 16.00
Rassegna CANTORI E MUSICI DI LIGURIA
Enrico Rava e Andrea Pozza
Esibizione musicale e presentazione del libro di Enrico Rava “Incontro con musicisti
straordinari”
Biglietti: euro 10
Sabato 10 Marzo 2012 - ore 21.00
Rassegna LES RIRES SONT FAITS
“Tutto quello che non avreste voluto sapere sulla donna... ma io ci tengo a dirvelo”
con Debora Villa
Biglietti: platea: euro 25; galleria: euro 18
Venerdì 16 Marzo 2012 - ore 21.00
Rassegna VOLTI E STORIE
“Quella sera al Vel d’Hiver”
con Massimo Poggio, Gualtiero Burzi e Davide Iacopini
In collaborazione con la Gazzetta dello Sport
Biglietti: platea: euro 25; galleria: euro 18
Venerdì 23 Marzo 2012 - ore 21.00
Rassegna VOLTI E STORIE
“Gl’innamorati”
con Isa Barzizza, Selvaggia Quattrini e Stefano Artissunch
Biglietti: platea: euro 25; galleria: euro 18
Venerdì 30 Marzo 2012 - ore 21.00
Rassegna MADE IN PONENTE
“Finale di partita”
con il Teatro Instabile di Imperia
Biglietti: euro 10
Venerdì 13 Aprile 2012 - ore 21.00
Rassegna MADE IN PONENTE
“Le serve”
con il Teatro del Banchero e i Cattivi di Cuore
Biglietti: euro 10
Domenica 15 Aprile 2012 - ore 16.00
Rassegna CANTORI E MUSICI DI LIGURIA
Davide Laura Duo - Gian Guregna Duo
Biglietti: euro 10
Venerdì 20 Aprile 2012 - ore 21
Rassegna MADE IN PONENTE
“Piccole ali nel vento”
con Ciro Perrino
Voce recitante Elio Marchese
Biglietti: euro 10
Organizzazione generale a cura di Nidodiragno Produzioni Teatrali/Cooperativa CMC
Sanremo
Via Matteotti 194
18038 Sanremo
Tel. 0184.544633
Fax 0184.540915
E mail: [email protected]
Direzione artistica e organizzativa: Angelo Giacobbe
Assistente di produzione: Ilaria Grigoletto
Direzione amministrativa: Andrea De Martini
Assistenza ad ufficio stampa: Andrea Poli
Grafica: Andrea Novaro, Studio Slidea
La rassegna CANTORI E MUSICI DI LIGURIA è a cura dell'Associazione Jazz & Folk di Dodo
Goya
Con il patrocinio di Regione Liguria e Provincia Imperia
Ritornando. Questa è la parola chiave di una stagione teatrale che Sanremo (ri)conquista
dopo anni di assenza.
Tanto più significativo il ritorno in tempi come questi di austerity che vedono le stagioni
culturali sparire anzichè rinascere.
Ma grazie ad una sinergia virtuosa di enti – Casinò di Sanremo, Comune di Sanremo,
insieme al supporto prezioso di uno sponsor vicino al valore della cultura come
NordiConad – eccoci a realizzare questo piccolo, grande miracolo: quattro mesi di
programmazione divisi a loro volta in quattro filoni abbracciando generi, sonorità,
tematiche e messaggi assai diversi.
Un fluire di emozioni, di storie e di immagini insomma che ritornano su quel palcoscenico
che ha visto esibirsi tutti i più grandi del Novecento. Un vero patrimonio per la città,
appunto, ritrovato.
Tante emozioni, tante storie.
“Volti e storie” è peraltro il filone che asseconda la programmazione di prosa.
Volutamente si è inteso esordire con uno spettacolo che presenta a Sanremo il talento
drammaturgico di Fausto Paravidino, firma tra le più prestigiose del “nuovo” panorama
teatrale italiano che a Sanremo propone il suo ultimo lavoro, commedia che riesce ad
affrontare il tema della malattia con una cifra leggera e colma di dolcezza.
Che dire poi dei ritorni in patria di due figli di Sanremo come Massimo Dapporto e Isa
Barzizza? Li volevamo fortissimamente nella prospettiva della rassegna “ritrovata” dalla
città…
Hanno dalla loro due carriere straordinarie, partite in entrambi i casi dalla città dei fiori.
Dapporto affiancato da una vibrante Antonella Elia sarà protagonista de “La verità”, una
interessante commedia dell’autore francese Florian Zeller (con la regia di Maurizio
Nichetti) che si diverte a “giocare” cinicamente sul tema sempre attuale del tradimento
attraverso un inquietante gioco di specchi. La Barzizza si cimenta in un must Goldoniano,
“Gl’Innamorati”, piece che intreccia le vicende amorose di una coppia richiamando i
canovacci della commedia dell’arte
Dai classici alle rievocazioni sportive. La Milano-Sanremo di ciclismo rappresenta un
evento trai più importanti per la Città di Sanremo. L’arrivo della grande carovana, che
sancisce anche l’ingresso nella primavera, è salutato con uno spettacolo che vede
protagonista Massimo Poggio, attore di cinema e tv nella rilettura (storicamente corretta)
della vicenda de “Il bandito e il campione” di “Degregoriana” memoria ovvero Costante
Girardengo e Sante Pollastri.
Si riderà anche al Casinò. Ma con intelligenza. Quattro eventi sotto il cartellone “Les rires
soint faits” sono in programma con attori-autori che non si limitano alla mera battuta. Va
oltre certamente Gene Gnocchi che sarà il mattatore del capodanno (con replica il
pomeriggio del primo gennaio) così come Lella Costa protagonista in conclusione delle
festività con un monologo antologico di suoi classicissimi. E poi che dire di Debora Villa? E’
la comica più interessante- secondo noi- tra le giovani generazioni. In tema di “nuova
comicità che avanza” ecco anche il lavoro del gruppo comico Pappazzum, veri eredi
della Banda Osiris: musica al servizio della comicità.
La programmazione teatrale si intreccia con quella musicale che sarà curata
dall’associazione Jazz e Folk di Dodo Goya, il più importante jazz man del Ponente. Il titolo
“Cantori e musici di Liguria” è esemplificativo: sono in programma quattro eventi che
mettono in luce talenti della nostra terra.
Freddy Colt ed il suo quintetto tiene a battesimo l’iniziativa con la serata “Farenight”,
percorso trai cantori di un fascinoso universo notturno (Bruno Martino, Lelio Luttazzi, Sergio
Caputo, Fred Bongusto, Peppino Di Capri, etc.).
In un successivo appuntamento le poesie e le parole di Giuseppe Conte, poeta e scrittore
radicato nel Ponente ligure ma conosciuto in tutto il mondo, si sposano a liriche di autori
liguri (Sbarbaro, Caproni, Montale, etc.) in una serata dedicata all’incontro tra musica
jazz e poesia con interventi dell’attrice Giorgia Brusco e di un trio di super jazzisti liguri
(Dodo Goya, Alessio Menconi, Andy Dulbecco).
A seguire Enrico Rava, che salirà sul palco nella duplice veste di scrittore e musicista. In
chiusura due altri talenti sanremesi – il violinista Davide Laura, figlio di Massimo Laura, e il
chitarrista Marco Parodi – sono valorizzati nel successivo appuntamento.
Per tre volte il Casinò ospita compagnie “Made in Ponente” come recita il titolo di questo
particolare contenitore. Ognuna con una sua storia ed una attività significativa. Ognuna
impegnati con testi che, a loro modo, rivestono una straordinaria attualità.
Si è voluto insomma compattare gli sforzi dell’attivissimo teatro locale, cercando di dare
organicità a proposte che spesso hanno percorsi autonomi.
Il Teatro dell’Albero replica il lavoro “La disunità di Italia” scritto da Franco Bianchi che
riflette sulle contraddizioni di un paese che vuole sentirsi unito (o no?). Il Teatro Instabile
lavora sul beckettiano “Finale di partita” che rivisita grazie ad un allestimento tutt’altro
che scontato. Infine sarà quasi un debutto per la sinergia Banchero/Cattivi di Cuore nel
proporre un testo cardine nell’opera del drammaturgo francese JeanGenet, “Le serve”,
emblematico.
La stagione si conclude con l’atteso concerto di Ciro Perrino. Compositore sanremese,
conosciuto molto all’estero dove ha numerosi estimatori ha deciso di rimettersi a suonare
dal vivo. E di farlo da solo. Raccontandosi. A Sanremo è una anteprima.
Dice il presidente della Casinò di Sanremo Pino Di Meco:
“Nonostante le contingenti difficoltà, la Casa da gioco, in linea con la sua grande
tradizione, presenta un programma variegato e di qualità con nomi di primo piano della
scena teatrale, musicale e televisiva, che tornano a calcare un palcoscenico tra i più
famosi per aver ospitato i più grandi nomi del teatro italiano del ‘900.
In particolare, ci piace evidenziare il ritorno di due “figli di Sanremo” : Massimo Dapporto
ed Isa Barzizza, personaggi amati dal pubblico come sono Gene Gnocchi, Lella Costa,
Enrico Rava, Debora Villa, Fausto Paravidino, Antonella Elia.
Il calendario è fitto e accattivante, capace di raggiungere qualsiasi fascia di pubblico
per accompagnarci in un inverno ed una primavera davvero vibranti.
Non resta che augurare buon divertimento ai tanti turisti che scelgono di soggiornare a
Sanremo e ai residenti che seguono da sempre l’offerta culturale e di spettacolo del
Casinò”.
Afferma il vicesindaco Claudia Lolli:
“Una rassegna di teatro e di musica nel prestigioso Teatro dell’Opera del Casinò è
un’iniziativa ideale per arricchire il panorama degli eventi che Sanremo offre, a turisti e
residenti, a partire dal periodo delle festività natalizie fino a primavera inoltrata.
La stagione teatrale, con un cartellone di rappresentazioni di livello nazionale, costituisce
un gradito ritorno per la Città ed è arricchita da una serie di appuntamenti musicali che
rendono ancora più interessante la rassegna.
“Il Rosso e il Nero” è un’iniziativa che, nel nome, richiama i colori simbolo del gioco della
roulette, a ricordare che ci troviamo pur sempre nel tempio dell’azzardo. Tuttavia, da
sempre, il Casinò è stato in grado – e lo dimostra ancora oggi - di offrire anche prestigiosi
appuntamenti culturali di grande richiamo.
Questo è il nostro auspicio per la manifestazione: che riesca ad attirare pubblico nella
nostra città, oltre, naturalmente, a divertire ed appassionare gli spettatori”.
Giovedì 15 Dicembre 2011 - ore 21.00
Rassegna CANTORI E MUSICI DI LIGURIA
“Farenight”
Con questo appuntamento si apre la rassegna “Cantori e musici di Liguria” curata
dall’Associazione Jazz & Folk con la direzione artistica di Dodo Goya. Si tratta di una
proposta che nasce quest’anno nell’intento di valorizzare proposte musicali di ambito
jazzistico e non solo che abbiano particolari radici nella nostra regione. Evento di
maggiore risalto della rassegna, quello con Enrico Rava, atteso domenica 4 Marzo.
Freddy Colt and his Red Cat Combo
con: Andy Arnaldi (voce e chitarra)
Andrea De Martini (sax tenore e soprano)
Freddy Colt (pianoforte)
Alberto Micciché (basso)
Enzo Cioffi (batteria)
Ospite: Marco Moro (flauto)
Ingresso libero
Negli anni ‘50 e ‘60 il jazz si suonava al Night Club. Lo spettacolo di Freddy Colt e del suo
quintetto ripercorre musicalmente quella stagione: i brani del Re del Night Bruno Martino e
del leggendario Fred Buscaglione si alternano al repertorio internazionale e alle migliori
canzoni del periodo: successi di Fred Bongusto, Bruno Lauzi e Sergio Endrigo. La calda
voce del crooner Andy Arnaldi ripropone il clima “confidenziale” delle serate estive,
mentre il sax e la ritmica conferiscono al sound un tocco gradevolmente jazzy.
Red Cat Combo
Freddy Colt (mandolino, banjo, piano, arr.) è sulla scena musicale da ormai vent’anni
“suonati”. Con la sua orchestra “Red Cat” ha avuto esperienze televisive (Rai uno,
Mediaset), teatrali e concertistiche. Ha inciso quattro album di jazz tradizionale e swing
italiano d’autore. Come solista ha collaborato con artisti di vaglia, soprattutto nel mondo
del jazz: Stefano Bollani, Dado Moroni, Lino Patruno, Nicola Arigliano e molti altri. Dal 2008
ricopre il ruolo di Sultano nello Swing, riconosciuto a livello nazionale, mentre è del 2011 la
sua prima tournée negli USA con l’Orchestra dell’Accademia internazionale di Mandolino.
Parallelamente alla band di nove-dieci elementi ha, nel corso degli anni, coltivato
progetti monografici con la “costola” chiamata Red Cat Combo, composta da alcuni
solisti dell’orchestra.
Dal 2009 la formazione si è arricchita della voce del giovane crooner Andy Arnaldi, un
promettente
vocalist che ha sposato stile e sonorità dei “Gatti Rossi”.
Domenica 18 Dicembre 2011 - ore 16.00
Rassegna VOLTI E STORIE
“Il diario di Maria Pia”
con Iris Fusetti, Fausto Paravidino, Monica Samassa
Testo e regia di Fausto Paravidino
Costumi di Sandra Cardini
Scene di Laura Benzi
Collaborazione allestimento di Lucia Giorgio
Produzione Teatro Regionale Alessandrino
Biglietti: platea: euro 25; galleria: euro 18
Una commedia che parla della vita quando si avvicina alla morte e dell’effetto suscitato
ai futuri superstiti. Il valore di questo testo e di questa messa in scena consiste nella ricerca
di una particolare dimensione di calma con la quale avvicinare l’orecchio ad un
testimone di una fase straordinaria della vita, forse la più spaventosa, per cercare dei
piccoli indizi sul segreto del nostro percorso, con la speranza che questa prospettiva ci
possa dire qualcosa... E la rivelazione sorprendente è che oltre a commuoverci sa anche
farci sorridere molto.
Dopo Goldoni, D’Annunzio, Pirandello, Eduardo, Pasolini, Fo e Scimone, Fausto Paravidino
è l’ottavo autore italiano ad essere rappresentato alla Comédie Française, per la quale
nella stagione 2010 ha curato la regia del suo testo “La malattia della famiglia M”, messo
in scena al Théâtre du Vieux-Colombier di Parigi con attori francesi. I suoi testi sono molto
rappresentati in Europa.
La storia, nel bene e nel male, è quella dei più. Una famiglia normale. Una donna che non
vorrebbe morire, ma che non potendo fare altrimenti cerca di farlo meglio che può. E
non è facile, ed è sufficiente ad un dramma. Il contesto, per contro, non è drammatico.
Nessuno dei personaggi toccati dalla tragedia aggrotta le ciglia, la tragedia non lascia
posto al formalismo, è quel che è, si ride e si piange, la vita continua anche quando sta
per finire.
Quello che cerchiamo di portare in scena è una festa del teatro e una sfida alla
recitazione. Morire è dare piano piano l’addio alle cose che sapevamo fare. Diventar
grandi attori è conquistarsi l’economia. Se noi non riusciamo più a muoverci, ad avere
una vita sufficientemente autonoma, a parlare bene, a pensare bene, siamo ancora
persone? Se noi facciamo lo stesso in scena siamo ancora attori? Pensiamo di sì, ma non
lo diamo per scontato, è il lavoro che stiamo facendo. Qualcosa che abbiamo trovato
nella scrittura e che stiamo cercando di seguire.
La pièce comincia con uno spettacolo di Shakespeare, la festa del teatro per eccellenza,
continua con dei virtuosismi, cambi di stile, passaggi di luogo, due attori che fanno una
pletora infinita di personaggi, poi piano piano, a mano a mano che la protagonista perde
le sue facoltà la cosa diventa più semplice fino ad arrivare a qualcosa di molto vicino al
nulla, ma che invece è pieno di qualcosa. Trovare quel pieno, senza trucchi, è un
esercizio teatrale difficile, è una grossa scommessa, è il senso della cosa.
Fausto Paravidino
Fausto Paravidino
Cresciuto in un piccolo centro della provincia di Alessandria, Fausto Paravidino inizia a
lavorare in teatro già dal 1990 preparando il saggio di fine anno al corso di recitazione
tenuto presso l’Associazione Culturale La Soffitta di Acqui Terme.
Nel 1995 torna a Genova, dove inizia a frequentare la scuola di recitazione del Teatro
Stabile che abbandona l'anno successivo per spostarsi a Roma dove scrive “Trinciapollo”,
la sua prima commedia di cui nel 1999 firmerà anche la regia teatrale. Nel 1998, con la
compagnia Gloriababbi Teatro, mette in scena “Gabriele”, scritto insieme a Giampiero
Rappa, che vince la “3ª Rassegna della Drammaturgia Emergente”.
Nel 1998 scrive anche Due fratelli - tragedia da camera in 53 giorni, che vince il premio
Pier Vittorio Tondelli nel 1999, e il premio Ubu come migliore novità italiana nel 2001.
Sono del 1999 anche le prime apparizioni al cinema in La via degli angeli, diretto da Pupi
Avati e in Vuoti a perdere, regia di Massimo Costa. Scrive la sceneggiatura della fiction
televisiva Caro domani che sarà diretta da Mariantonia Avati.
Nel 2004 il pubblico italiano voterà il suo testo teatrale Natura morta in un fosso come
miglior testo permettendogli di vincere il Premio Gassman.
Nel 2005 con Iris Fusetti e Carlo Orlando scrive, interpreta e dirige Texas, prodotto da
Fandango e presentato al Festival di Venezia (nomination per regista esordiente ai David
di Donatello del 2006).
Nel 2007 recita nel film di Wilma Labate, Signorina Effe. Nel 2008 interpreta il ruolo di
Ranocchia nella serie tv Romanzo criminale - La serie, regia di Stefano Sollima, in onda su
SKY Cinema. Nel 2009 riappare sulla stessa rete con la miniserie Moana, regia di Alfredo
Peyretti, dedicata alla vita di Moana Pozzi, in cui interpreta il ruolo di Riccardo Schicchi.
Nel 2010 legge "Ho servito il re d'Inghilterra" di Bohumil Hrabal per la trasmissione "Ad alta
voce" di Radio3.
Nel 2011 viene messa in scena a Taipei, in Taiwan l'opera tragica di Paravidino La Malattia
della Famiglia M a cura del Dipartimento di Lingua Italiana dell'Università Fu-Jen.
Sabato 31 Dicembre 2011 - ore 21.15 e Domenica 1° Gennaio 2012 - ore 16.00
Rassegna LES RIRES SONT FAITS
“Cose che mi sono capitate a mia insaputa”
con Gene Gnocchi
di Eugenio Ghiozzi
Collaborazione ai testi Francesco Freyrie, Ugo Cornia, Simone Bedetti, Maurizio Giambroni
Regia di Massimo Navone
Produzione Itc 2000
Biglietti replica 31 Dicembre: platea: euro 39; galleria: euro 25
In omaggio un buono per 10 euro di giocate gratis nelle sale del Casino
Biglietti replica 1° Gennaio: platea: euro 25; galleria: euro 18
Il Capodanno a Sanremo sarà con un personaggio di grande visibilità televisiva, quel
Gene Gnocchi che abbiamo apprezzato in tante occasioni: dalla popolarità a “Quelli
che il calcio” a “Zelig”, fino alla “Domenica Sportiva”.
Dopo un consulto medico e il susseguente esame diagnostico eseguito da lui medesimo,
un anziano individuo della middle-up-class riceve un responso inquietante: lui sta
benissimo ma nella sua vita si è sempre tenuto tutto dentro. Non ha mai esternato nessuna
emozione, alcun sentimento. Rileggendo col pubblico quella lastra grigia si accorge che
quell’esame medico è stato pagato da altri a sua insaputa.
Inizia così una febbrile rincorsa a ripercorrere i fatti accorgendosi che sono accaduti tutti
a sua insaputa e concertati dalla longa manus di un burattinaio più scaltro di lui ( Dio? Il
ministro per l’attuazione del federalismo? Il direttore del catasto? Un impiegato dell’ACI? Il
carrozziere?). Ma tutto comunque avviene, dalla visita alla tenda di Gheddafi al mistero
se sia più conveniente l’eolico o il fotovoltaico fino alla scoperta della vera identità del
garante della privacy. E mentre questa discesa verso gli inferi non si arresta, agli spettatori
non rimane che chiedersi ancora una volta: "Perché sono qui? Non era meglio una visita
guidata al museo delle ceramiche di Faenza?"
Gene Gnocchi
Nato a Fidenza in una famiglia borghese, Gene Gnocchi è un comico, conduttore
televisivo ed ex calciatore italiano. Dopo la laurea in Giurisprudenza si divide con eguale
insuccesso tra la carriera di avvocato e quella di aspirante-rocker.
Le prime esperienze come cabarettista avvengono nei primi anni ottanta quando
Gnocchi comincia a calcare l’allora ancora poco noto palco dello Zelig di Milano. Dopo
alcune apparizioni al “Maurizio Costanzo Show”, Gnocchi viene selezionato nel 1989 per
la trasmissione “Emilio”, spettacolo concepito e sponsorizzato dalla Gialappa’s band e
condotto da Teo Teocoli, nella quale il comico emiliano si propone come il più
improbabile degli inviati speciali a bordo di una mongolfiera.
Nello stesso periodo, al “Gioco dei 9” allora condotto da Raimondo Vianello si distingue
per la sua comicità surreale e irriverente.
Successivamente forma una affiatata coppia artistica con Teo Teocoli (tanto adrenalinico
e incontenibile il comico milanese quanto compassato e flemmatico lui) prima nella sitcom ante-litteram “I vicini di casa” e poi nelle trasmissioni della Gialappa’s band “Mai dire
gol”, dove Gnocchi crea l’inviato bergamasco Ermes Rubagotti.
Conduce alcuni varietà televisivi come “Meteore” e “Striscia la notizia” (per due edizioni
insieme a Tullio Solenghi), ma anche strampalati programmi di seconda serata come
“Dillo a Wally” e “La grande notte”; è inoltre animatore del programma “Quelli che il
calcio” e autore di libri non solamente comici.
È anche protagonista di diversi spettacoli teatrali di successo. Nel 2003 ha interpretato “La
Constatazione Amichevole nei Tamponamenti tra Mietitrebbie” per la regia di Gerard
Livon.
Da Settembre 2008 Gene Gnocchi passa all’emittente televisiva Sky (pur mantenendo la
conduzione di “Artù” su Rai 2) per condurre “Gnok Calcio Show” la domenica
pomeriggio.
Da Gennaio 2010 partecipa come comico monologhista ad alcune puntate programma
televisivo “Zelig” su Canale 5 e nello stesso anno torna a lavorare in Rai con
“L’almanacco del Gene Gnocco”, in onda su Rai 3.
Nel 2011 diviene membro del cast fisso de “La Domenica Sportiva”.
Martedì 3 e Mercoledì 4 Gennaio 2012 - ore 21.00
Rassegna VOLTI E STORIE
“La verità... fa male si sa”
con Massimo Dapporto e Antonella Elia
e con Massimo Cimaglia, Susanna Marcomeni
Scene di Alessandro Chiti
Costumi di Silvia Morucci
Regia di Maurizio Nichetti
Produzione Enzo Sanny/Andromeda Spettacoli srl
Biglietti: platea: euro 25; galleria: euro 18
Il ritorno di un attore legato a Sanremo come Massimo Dapporto ha un significato
particolare per la rinascita della stagione teatrale del Casinò. In quello stesso teatro dove
Massimo è stato più volte applaudito e in quella Sanremo che ha visto protagonista
infinite volte anche il padre Carlo, eccolo calato nel ruolo di Michel, un uomo felicemente
sposato ma che intrattiene da tempo una relazione con Alice (Antonella Elia), moglie del
suo migliore amico Paul. Entrambi i coniugi dei due improvvidi amanti capiscono presto
quello che sta accadendo fra Michel e Alice, ma sopportano in silenzio convinti che una
buona bugia sia molto meglio di una crudele verità.
Il fantasioso regista Maurizio Nichetti adatta la pièce di Zeller, enfant prodige della
letteratura francese con garbo e ironia, portando allegramente per mano il pubblico fra
tradimenti veri e tradimenti raccontati in un gioco di specchi che è il vero divertimento
della commedia: specchi che rimbalzano verità sorprendenti.
Michel e Alice. Una camera. Hanno appena fatto l’amore… così inizia la storia. Michel ha
fretta di rientrare a casa, da Laurence, sua moglie mentre Alice è assalita da continui
sensi di colpa, perché Paul, suo marito, è anche il miglior amico di Michel.
Laurence non ci mette molto a capire che quelle continue riunioni serali in ufficio sono
solo una miserabile scusa, ma sopporta in silenzio come una moglie timorosa di suscitare
conseguenze gravi al proprio rapporto di coppia.
Alice non resiste alla tentazione di raccontare tutto al suo amato Paul, che a sua volta
non si scandalizza più di tanto. Secondo lui tutti hanno diritto alle proprie zone di libertà.
Anche lui non è immune da qualche distrazione… Così Michel si troverà a doversi
giustificare col suo migliore amico di un’azione davvero indegna. Ma mai così bassa
come quello che Paul gli confesserà col sorriso sulle labbra…
A questo punto le molteplici verità della storia si complicano. Il pubblico viene condotto
per mano, allegramente, tra tradimenti veri e tradimenti raccontati. La natura dei singoli
personaggi oscilla continuamente dal ruolo della vittima a quella del colpevole… e alla
fine al pubblico rimarrà il piacere di capire dalle ultime battute di Laurence la Verità del
titolo… ma sarà un bene conoscerla davvero ? perché come è noto la Verità può anche
far male…
Florian Zeller gioca con il classico tema del tradimento coniugale portandolo alle estreme
conseguenze in un continuo scambio di ruoli tra i quattro personaggi della pièce, un
gioco di specchi che è il vero divertimento della commedia, specchi che rimbalzano
verità sorprendenti.
Maurizio Nichetti
Massimo Dapporto
Figlio del noto attore Carlo Dapporto, ha seguito le orme paterne formandosi prima come
attore di teatro e poi di cinema e fiction-tv. Nel 1987 ha interpretato il Tenente Fili
dell’Esercito Italiano nel film di grande successo “Soldati - 365 all’alba” di Marco Risi, con
Claudio Amendola e Ivo Garrani. Nel 1988 è nel cast del film diretto da Francesca
Archibugi “Mignon è partita”, con Stefania Sandrelli. Nel 1996 recita in “Celluloide”, con
Giancarlo Giannini e Massimo Ghini, con la regia del maestro Carlo Lizzani.
L’anno seguente è protagonista della serie tv “Un prete tra noi” nella quale interpreta Don
Marco mentre nel 2002 ricopre il ruolo principale nella fiction Mediaset “Il commissario”,
per la regia di Alessandro Capone; è poi Claudius nella fiction-tv storica del 2004
“Imperium: Nerone”, con Laura Morante e due anni dopo interpreta il giudice Giovanni
Falcone nel film-tv di RaiUno “Giovanni Falcone, l'uomo che sfidò Cosa Nostra”, diretto da
Andrea Frazzi, in cui recita a fianco di Elena Sofia Ricci. Per la sua convincente
interpretazione ottiene una candidatura come Miglior Attore agli Emmy Awards.
Nella stagione televisiva 2007-2008 è il protagonista di “Distretto di Polizia 7”, nel ruolo del
commissario di Polizia Marcello Fontana, per la regia Alessandro Capone e di suo figlio
Davide Dapporto.
Ha alle spalle anche esperienze come doppiatore, avendo prestato la propria voce
dapprima al personaggio di Tim Curry nel film “Mamma, ho riperso l'aereo - Mi sono
smarrito a New York” del 1992 e, in seguito, al personaggio di Buzz Lightyear nei film Disney
“Toy Story - Il mondo dei giocattoli”, “Toy Story 2 - Woody e Buzz alla riscossa” e “Toy Story
3 - La grande fuga”.
Nel 2011 è protagonista dello spettacolo teatrale La Verità con Antonella Elia per la regia
di Maurizio Nichetti.
Venerdì 6 Gennaio 2012 - ore 16.00
Rassegna CANTORI E MUSICI DI LIGURIA
“Poeti di Liguria in salsa jazz”
con Dodo Goya (contrabbasso)
Andy Dulbecco (vibrafono)
Alessio Menconi (chitarra)
Giorgia Brusco voce recitante
con la partecipazione di Giuseppe Conte
Biglietti posto unico: euro 10
Dodo Goya, il più noto jazz man del Ponente e Giuseppe Conte, poeta e scrittore
conosciuto in Italia ed all’estero, si sono spesso divertiti ad unire il linguaggio del jazz e
della poesia in un fecondo connubio.
Si rinnova la felice commistione di questi linguaggi trovando la complicità di un novero di
artisti qualificatissimo e interamente ligure. La voce dell’attrice imperiese Giorgia Brusco si
unisce alle vibrazioni jazz di tre “giganti” quali lo stesso Dodo Goya, Alessio Menconi da
Genova ed il sanremese (anche se trapiantato a Milano) Andy Dulbecco.
La serata prevede l’omaggio alla poesia di Giorgio Caproni, Eugenio Montale, Camillo
Sbarbaro e altri seguita da un vero reading di Conte con letture di sue stesse liriche e con
un tributo all’“eterno” Walt Whitman.
Dodo Goya
Rodolfo “Dodo” Goya è nato a Livorno ma da sempre risiede a Sanremo.
Completamente autodidatta, nella seconda metà degli anni Sessanta si è imposto sulle
scene del jazz italiano come il contrabbassista forse più significativo di quel periodo. Dal
punto di vista tecnico, i suoi punti di forza - sostiene il critico Arrigo Zoli - risiedono
sicuramente nel sostegno efficace e vigoroso e nella bella sonorità.
Dal 1964, anno del suo esordio, ha suonato con Kenny Clarke, Johnny Griffin, Dexter
Gordon, Art Farmer, Franco Cerri, Gerry Mulligan, Chet Baker, Franco D'Andrea, Enrico
Rava, Philly Joe Jones, Lee Konitz ed altri ancora, esibendosi sui più prestigiosi palcoscenici
europei come quelli dei festival di Montreux e Umbria Jazz, a Lubiana come a Varsavia.
Negli ultimi anni la sua attività strettamente concertistica è stata affiancata a recital
musico-teatrali spesso in collaborazione con il poeta e scrittore Giuseppe Conte.
Giuseppe Conte
Nato da madre ligure e da padre siciliano, frequenta il "Ginnasio-Liceo De Amicis" ad
Oneglia e sviluppa i primi interessi letterari. Si esercita in questi anni alle prime traduzioni
dall'inglese, compone i primi versi, alcune opere teatrali e la bozza di un romanzo che si
ispira all'opera e allo stile di Laurence Sterne che, insieme ad Omero, Shakespeare,
Goethe, Foscolo e Shelley, riveste un ruolo significativo nella sua prima formazione.
Tra la fine degli anni ’60 e l’inizio dei ’70 sono datate le prime esperienze di lavoro nella
scuola e come assistente universitario. Tiene due corsi di estetica alla Statale di Milano.
Nel 1972, esce il suo primo libro, che è in nuce nella sua tesi di laurea: La metafora
barocca. Viene accolto molto bene, preso come modello da Umberto Eco nel suo
manuale su come si fa una tesi di laurea ed entra in tutte le bibliografie sul barocco. Negli
anni settanta si impone all'attenzione della critica con due libri di poesia: Il processo di
comunicazione secondo Sade (1975) e L'ultimo aprile bianco (1979) e negli anni ottanta si
cimenta con successivo anche nella narrativa (Primavera incendiata e Equinozio
d'autunno), cui faranno seguito, nei decenni successivi, L'impero e l'incanto (1995), Il Terzo
ufficiale (2002), ecc.
Risale ai primi anni Ottanta l’impegno di Giuseppe Conte come collaboratore su
importanti giornali italiani. Diventa commentatore su Stampa Sera del Lunedì, poi
proseguirà la sua esperienza su Mercurio, supplemento letterario di Repubblica, poi sul
Secolo XIX, dove scrive per anni in prima pagina e su Il Giornale, dove scriverà sulla
pagina della cultura.
Si intensifica la produzione sia poetica sia in prosa. E' invitato sempre più spesso a fare
conferenze e poetry reading in Europa e negli altri continenti. Leggerà a San Francisco e
nella Bay Area, in seguito alla traduzione dei suoi libri di poesia dovuti a Anna Laura
Stortoni-Hager, e man mano nei più importanti Festival del mondo, in Asia, Africa, America
Latina. Nel frattempo trasferisce la sua residenza abituale da Sanremo a Nizza, che
eleggerà tra le città più amate.
In quegli anni, Conte inizia la sua esperienza televisiva attraverso L’ altra Edicola di
Silvia Ronchey e Giuseppe Scaraffia su RAI2, dove si produce in clips e commenti.
L'esperienza televisiva prosegue su RAI1, dove Conte commenta fatti di attualità ad Uno
Mattina e in seguito racconta miti occidentali e non occidentali a Casa RAI1 in
venticinque puntate della trasmissione.
Continua a viaggiare, invitato sempre più spesso da prestigiose università, Berkeley, Trinity
College a Dublino, Lovanio, Collège de France a Parigi, dove è presentato da Yves
Bonnefoy e partecipa a letture di poesia in sempre più paesi del mondo.
Tra le ultime produzioni L’adultera, Ferite e rifioriture (con il quale vince il Premio Viareggio
sezione poesia) e Terre del Mito (Milano Longanesi).
Sabato 7 Gennaio 2012 - ore 21.00
Rassegna LES RIRES SONT FAITS
“Arie”
di e con Lella Costa
Regia di Giorgio Gallione
Produzione Irma Spettacoli srl
Biglietti: platea: euro 25; galleria: euro 18
C’è un comune denominatore nel modo di fare teatro e di stare in scena di Lella Costa.
Questo comune denominatore è la musica. In ogni testo compaiono brani costruiti con
una scansione metrica che li rende molto più simili a uno spartito che a un copione, a un
assolo che a un monologo. Negli anni, poi, le sue collaborazioni con diversi musicisti di
ambito jazz - Paolo Fresu, Stefano Bollani, Rita Marcotulli, Furio Li Castri, Paolo Damiani,
Danilo Rea, Antonello Salis, Bebo Ferra - e di musica classica - Ruggero Laganà, Giorgio
Mezzanotte, Rosetta Cucchi - sono state particolarmente significative. Non a caso
l’attrice ha recentemente ricevuto dagli Amici del Conservatorio di Milano il premio “Una
vita per la musica”.
Questo riconoscimento è stato il pretesto, per Lella per andarsi a rileggere tutti i suoi
copioni, e verificare se davvero in ognuno di loro ci fosse, più o meno esplicito, più o
meno consapevole, qualcosa che aveva a che fare con la musica.
Così nasce “Arie”, un connubio di piccole romanze recitate. Un nuovo spettacolo che
rivisita alcuni dei più significativi testi di Lella Costa, per cucire insieme momenti in
apparenza lontani e scoprire invece che c’è un filo, che li unisce e regge al tempo e
all’usura.
Nel marzo del 2010, gli Amici del Conservatorio di Milano hanno deciso di insignirmi del
premio “Una vita per la musica”, insieme a Luciana Serra e Liliana Cosi, e scusate se è
poco. Lì per lì ho pensato si fossero sbagliati:macchè, me l’hanno confermato. Convinti e
contenti. E la motivazione era, tra l’altro, bellissima. E coglieva nel mio lavoro qualcosa
“che aveva a che fare con la musica/e il modo in cui la musica scorre, emblema della
vita/e come non puoi isolare una sola nota e dire/se va bene o no:devi aspettare/che sia
finita”. Questi versi di John Ashbery, scoperti mentre lavoravo al copione di “Ragazze”,
alla luce di quel premio acquisivano un valore e un significato ancora più precisi e
decisivi: non mi è sembrato saggio ignorare tutte queste coincidenze. E così sono andata
a rileggermi i copioni dei miei spettacoli, da “Ragazze” su su fino ad “Adlib”, per verificare
se davvero in ognuno di loro ci fosse, più o meno esplicito, più o meno consapevole,
qualcosa “che aveva a che fare con la musica”. E se ci tenete a saperlo sì, c’era. C’era
la costante presenza della musica, non solo come semplice colonna sonora, ma proprio
come voce altra, come interlocutore e comprimario e complice di palcoscenico; e
c’erano anche, in ogni testo, dei brani costruiti con una scansione metrica che li rendeva
molto più simili a uno spartito che a un copione, a un assolo che a un monologo . Piccole
romanze recitate. Arie. Riproporle, oggi, non vuole essere soltanto una sorta di rivisitazione
antologica, ma anche e forse soprattutto un’occasione per cucire insieme momenti in
apparenza lontani e diversi e magari scoprire che sì, c’è un filo che li unisce,ed è saldo, e
regge al tempo e all’usura. Quanto al colore, non può essere che “rosso Marras”, il ligazzo
rubio che da qualche anno avvolge di bellezza i miei abiti di scena, e non solo. E poi a
tutto questo materiale, che è ricco e vivo e vibrante di suo, non posso non sommare il
meraviglioso regalo che è stato, in questi ultimi anni soprattutto, lavorare con i musicisti in
carne e ossa, vivi e dal vivo, sul palco e in sala d’incisione : Paolo Fresu, Stefano Bollani,
Rita Marcotulli, Furio Li Castri, Paolo Damiani, Danilo Rea, Antonello Salis, Bebo Ferra. Per
non parlare delle incursioni nella musica classica, con Ruggero Laganà, con Giorgio
Mezzanotte, con Rosetta Cucchi. Insomma: ho un curriculum, e intendo farlo valere. E
chissà che non trovi anche il coraggio di andare a riscuotere la promessa pronunciata in
presenza di testimoni da Paolo Conte, qualche tempo fa, di scrivere qualcosa per la
soubrette che è in me (testuale). In fondo è stato lui-il Maestro che è nell’anima- a
dichiarare che per fare musica “ci va carattere e fisarmonica, senso del brivido e
solitudine”: almeno due elementi su quattro mi appartengono profondamente. E se
volete scoprire quali, dovete solo venire a teatro.
Lella Costa
Lella Costa
Gabriella “Lella” Costa nasce a Milano ed è un’attrice italiana, famosa soprattutto per i
suoi monologhi teatrali.
Dopo gli studi in Lettere e il diploma all’Accademia dei Filodrammatici esordisce con il suo
primo monologo da attrice nel 1980.
Nei primi anni di carriera si è cimentata con autori contemporanei (tra cui Renzo Rosso e
Mrozek), ha partecipato a trasmissioni radiofoniche e si è sempre di più avvicinata al
cabaret. Nel marzo del 1987 debutta con il primo spettacolo di cui è anche autrice,
“Adlib”, cui seguirà “Coincidenze”. Con gli anni si è affermata come una delle attrici più
caratteristiche della scena teatrale italiana con grandi apprezzamenti sia di critica che di
pubblico.
Dopo i primi successi ha cominciato a frequentare varie trasmissioni televisive, tra cui “Ieri
Goggi e domani”, “Omnibus”, “La TV delle ragazze”, “Fate il vostro gioco”,
“Ottantanonpiùottanta”, “Il gioco dei nove”, “Maurizio Costanzo Show” e ha partecipato
ad alcuni film (“Ladri di Saponette” di Maurizio Nichetti; “Visioni private” di Francesco
Calogero).
Nel 1990 presenta il suo terzo monologo, “Malsottile”. E due anni dopo pubblica “La daga
nel loden”, una raccolta dei testi degli spettacoli realizzati. Nello stesso anno va in scena
con “Due”, unico caso in cui non si presenta da sola sulla scena.
Negli anni ’90 e 2000 interpreta numerosi altri spettacoli teatrali quali: “Magoni”, “Un’altra
storia”, “Precise parole”, “Sherazade”, “Amleto” e “Ragazze”.
Durante il 2010 è apparsa in alcune puntate del programma televisivo Zelig e nel 2011 ha
interpretato un ruolo all’interno di “Manuale d’amore 3” di Giovanni Veronesi.
Domenica 26 Febbraio 2012 - ore 16.00
Rassegna LES RIRES SONT FAITS
“’70 mi dà tanto”
con i Pappazzum
Testo e regia di Eugenio Allegri
Allestimento scenico di Lucia Giorgio
Produzione Nidodiragno
Biglietto posto unico: euro 20
Si chiamano Pappazzum un nome onomatopeico che evoca atmosfere circensi e
festose. La banda del paese? Per certi aspetti sì. Una sgangherata fanfara balcanica?
Anche. Ma forse i Pappazzum, sono semplicemente... i Pappazzum.
Per scoprirli ecco il loro spettacolo, evoluzione di un progetto nato in strada a contatto
con il pubblico di mezza Italia. Grazie alla sapiente guida di Eugenio Allegri, la carovana
dei Pappazzum raggiunge con una virata decisa l’immaginario degli anni ’70, rievocati
con una serie di quadri ad alto tasso di divertimento: dai riferimenti cinematografici
(Arancia Meccanica, Easy Rider, Jesus Christ Superstar), a quelli storici (gli anni di piombo,
la guerra in Vietnam...): uno spettacolo divertente, intenso, ma non privo di spunti di
riflessione e dal forte valore evocativo.
I Pappazzum prendono gli strumenti e ne cambiano completamente la loro funzione (il
paragone d’obbligo è con la Banda Osiris): danno vita ad improbabili figure zodiacali,
rievocano gli “intervalli” della Rai TV d’antan, improvvisano una inguardabile breakdance, diventano un “corpo unico” e poi si “frangono” in svariati sketch per poi
nuovamente riunirsi in performance musicali di impatto.
Pappazzum
I Pappazzum sono una fanfara comica che propone un delirante spettacolo dove la
musica si fonde con la commedia dell’arte in una surreale danza visibile anche ad occhio
nudo. Musicisti adatti a tutti, e a tutte le situazioni: festival di strada, matrimoni,
inaugurazioni, palchi, sale d’attesa e navi orbitanti - con uno straordinario contributo di
italica simpatia.
La natura istrionica dei singoli musicisti e la comune attitudine all'improvvisazione
costituiscono la cifra stilistica dei Pappazzum, gruppo che mescola con disinvoltura
musica, danza, numeri comici e atmosfere anni settanta.
Composto prevalentemente da pezzi originali, il repertorio della banda spazia dalle
sonorità etniche al jazz senza disdegnare suggestioni funky e latine, dando luogo ad
un'originale commistione di stili e generi diversi.
Sassofoni, clarinetti e percussioni, vengono sfruttati non solo dal punto di vista sonoro, ma
anche sotto il profilo scenico e teatrale.
Ad oggi il gruppo ha preso parte a numerosi festival in Italia ed all’estero tra cui D'ailleurs
d'ici, Colmar (Francia), Oron Word Festival (Svizzera), Festi’Neuche (Svizzera), Ferrara
Buskers Festival, Chietinstrada Buskers Festival, Festival di Mercogliano (Avellino), Ulicnihčh
Svirača, Novi Sad (Serbia), Circumnavigando (Liguria), Ratataplan (Sanremo), Incanti e
Banchi (Castel Fiorentino), Imaginarium, Santa Maria da Feira (Portogallo).
Con lo spettacolo teatrale ’70 mi dà tanto, diretto da Eugenio Allegri, hanno preso parte
a diverse stagioni teatrali nel Nord Italia.
I Pappazzum sono stati inoltre chiamati a far parte del laboratorio di Zelig, naturale
“anticamera” alla trasmissione televisiva di cabaret più importante d’Italia.
Venerdì 2 Marzo 2012 - ore 21.00
Rassegna MADE IN PONENTE
“La disunità d’Italia”
con la Compagnia Il Teatro dell’Albero
di Franco Bianchi
con Loredana De Flaviis, Franco La Sacra, Nicoletta Napolitano,
Paolo Paolino, Anselmo Nicolino, Graziella Tufo, Toni Damiano
Musica dal vivo Alberto Viganò
Scene e costumi di Carlo Senesi
Luci/Audio di Toni Damiano
Foto di Fulvio De Faveri
Regia di Cloris Brosca
Biglietti posto unico: euro 10
Nel 2011 si celebrano i centocinquant’anni dell’unità nazionale. Raramente nell’ultimo
secolo e mezzo l’unità d’Italia è stata così messa in discussione come negli ultimi anni, sia
al sud con la nascita di movimenti neoborbonici sia al nord con l’irrompere sulla scena
politica di un partito di buon successo elettorale.
Lo spettacolo, che prende le mosse da fatti anche attuali, si pone la domanda di come
sia stato possibile, per un paese che cade spesso in preda a deliri di secessione, giungere
ad essere una delle prime dieci nazioni del mondo in termini di ricchezza. Una possibile
risposta sembrerebbe quella di abbandonare la retorica e tornare a guardare il
Risorgimento e la Resistenza come momenti che hanno contenuto anche elementi
negativi e talvolta terribili, ma che sono stati, insieme alla nostra Costituzione figlia del
Risorgimento e della Resistenza, il motore di un benessere che è comunque ai primi posti
nel mondo.
La firma registica allo spettacolo è di un nome conosciuto nel circuito teatrale e televisivo,
ovvero quello di Cloris Brosca.
Il Teatro dell’Albero
Franco Bianchi, uomo di teatro prestato all’Amministrazione di San Lorenzo al Mare, non
sa e non saprà mai che una sera, di nascosto, ci siamo introdotti nel cantiere aperto della
nascente sala all’interno del Palazzo Comunale e abbiamo visto un bellissimo albero,
piantato tra i muri.
Qualcuno di noi ha detto: “Non so dove sia Godot, ma se lo aspetto qui, di sicuro prima o
poi passa, perché questa è la sua casa”. Quando poi siamo tornati con Franco per la
prima volta nel teatro ormai ultimato, e lui ci ha detto: “Questa è la casa di Beckett,
l’albero è quello di Godot” abbiamo
capito che l’ennesima magia, che solo l’arte sa regalare, si stava compiendo. Così è nato
Il Teatro dell’albero.
Con Beckett, in una sala bella dalle finestre infinite. In questa piccola bomboniera la
Compagnia dell’Albero sorge nel 2002 proprio intorno a questa pianta, simbolo di vita,
così come simbolo di vita è l’arte in genere ed il teatro in particolare. Se “Il Teatro
dell’Albero” è un giovane sodalizio, Franco La Sacra, Paolo Paolino, Nicoletta Napolitano,
Loredana De Flaviis hanno iniziato il loro percorso artistico già da molto tempo e,
nell’Albero, hanno unito le proprie energie per mettere in scena e produrre: “Aspettando
Godot”, “Don Giovanni”, “La storia”, “Dr. Shakespeare”, “Mental care”, “Tutti pazzi per
Shakespeare”, “L’ultimo viaggio di Sindbad”, “Trame”, “Dialoghi, monologhi e battute”,
“Dico….o non dico, Lo dico!!!!!!!!”, “Chi d’amore…”, “Dalla guerra alla pace interiore Omaggio a T. Terzani”, “M … come mostro”, “Ius primae noctis”, “Guerra è pace? Dialogo ideale tra Gandhi e Einstein”, “Guardami esisto”, “Castra diva”, “Dame”,
“Cavalieri, intrighi e…..”, “L’uomo dal fiore in bocca”, “Gli innamorati”, “Pretesti teatrali”,
“La disunità d’Italia”, “Visioni e divagazioni.
Contemporaneamente all’attività creativa arricchita da recital di poesie, presentazioni
teatralizzate di opere di poeti e scrittori, mostre di quadri e sculture, partecipazioni
straordinarie in eventi teatrali, l’organizzazione della rassegna Alberoinprosa, giunta alla
ottava edizione, ha conferito al Teatro dell’albero un’importante e riconosciuta posizione
all’interno del panorama nazionale, alimentata dagli ormai consolidati rapporti con il
Festival Teatrale di Borgio Verezzi, il Teatro Segreto di Roma, il Teatro Argot di Roma, il
Vesuvio Teatro di Napoli, il Teatro Stabile di Torino, il Teatro Franco Parenti di Milano, Il
Teatro Filodrammatici di Milano. In seguito alla collaborazione con Cloris Brosca Il Teatro
dell’albero ha prodotto sul territorio nazionale gli spettacoli “Echidiversi”,
“Amogliuominielicanto”, ”Barbailblu”.
Oltre a varie collaborazioni con Gianpiero Alloisio, noto cantattore di Genova già del
Teatro della Tosse, la Compagnia ha contribuito sempre alla realizzazione della “Luna e i
suoi raggi” consolidata manifestazione che da più di quindici anni si svolge a Taggia nel
mese di Agosto.
Negli anni 2009 e 2010 si è rafforzata la collaborazione con il regista, scenografo e
costumista Carlo Senesi con il quale sono stati messi in scena “Castra diva” “Dame,
cavalieri, intrighi e…..” ed un eccezionale allestimento de “Gli innamorati” di Goldoni che
ha avuto gran riscontro di pubblico. Nel 2011 è stato allestito il nuovo lavoro “La disunità
d’Italia”, con la regia straordinaria di Cloris Brosca, e lo spettacolo estivo itinerante “Visioni
e divagazioni” con la regia di Carlo Senesi.
Domenica 4 Marzo 2012 - ore 16.00
Rassegna CANTORI E MUSICI DI LIGURIA
Enrico Rava (tromba)
Andrea Pozza (pianoforte)
Esibizione musicale e presentazione del libro di Enrico Rava “Incontro con musicisti
straordinari”
Biglietti posto unico: euro 10
Enrico Rava si racconta in un libro o meglio racconta tanti incontri di una carriera
costellata di successi internazionali nel corso della quale ha avuto la fortuna di avvicinarsi
a tante personalità che hanno offerto, ognuna, un prezioso contributo di arricchimento
raccontando storie ora divertenti, ora amare. Gato Barbieri, Steve Lacy, Chet Baker, Miles
Davis, Cecil Taylor, Don Cherry, Carla Bley, Stefano Bollani, Paolo Fresu, Gianluca Petrella,
Giovanni Guidi: una lunga galleria di personaggi attraverso i quali Rava restituisce uno
spaccato vivido, con il sorriso e lo sguardo ironico di chi, alla fine, di cose ne ha viste
accadere veramente tante.
Ma il pomeriggio del Casinò consentirà anche di apprezzare l’immenso talento di Enrico
Rava grazie all’esibizione che ci regala insieme ad Andrea Pozza, tra i più apprezzati
pianisti della scena jazzistica italiana.
Enrico Rava
Enrico Rava è sicuramente il jazzista italiano più conosciuto ed apprezzato a livello
internazionale. Da sempre impegnato nelle esperienze più diverse e stimolanti, è apparso
sulla scena jazzistica a metà degli anni sessanta, imponendosi rapidamente come uno dei
più convincenti solisti del jazz europeo. La sua schiettezza umana ed artistica lo pone al di
fuori di ogni schema e ne fa un musicista rigoroso ma incurante delle convenzioni. La sua
poetica immediatamente riconoscibile, la sua sonorità lirica e struggente sempre sorretta
da una stupefacente freschezza d’ispirazione, risaltano fortemente in tutte le sue
avventure musicali. Tra la sua numerosa discografia sono da segnalare gli imperdibili
“Quartet” (1978) “Rava l’opera Va” (1993), “Easy Living” (2004), “Tati” (2005), “The Words
and the Days” (2007), “New York Days” (2009) e “Tribe” (2010).
Non è difficile usare i superlativi per raccontare la sua avventura musicale, talmente ricco
è il suo curriculum, talmente affascinante il suo mondo musicale, talmente lungo l’elenco
dei musicisti con i quali ha collaborato quali: Franco D’Andrea, Massimo Urbani, Stefano
Bollani (con cui suona da anni in un acclamatissimo duo), Joe Henderson, John
Abercrombie, Palle Danielsson, Jon Christensen, Pat Metheny, Archie Shepp, Miroslav
Vitous, Daniel Humair, Michel Petrucciani, Charlie Mariano, Joe Lovano, Albert
Mangelsdorff, Dino Saluzzi, Richard Gallliano, Martial Solal, Steve Lacy, etc... Ha effettuato
tour e concerti in tutto il mondo partecipando ai più importanti Festival (Montreal, Toronto,
Houston, Los Angeles, Perugia, Antibes, Berlino, Parigi, Tokyo, Rio e Sao Paulo, etc...) E’
stato più volte votato “miglior musicista” nel referendum annuale della rivista “Musica
Jazz”, risultando vincitore anche nelle categorie “miglior gruppo” e “miglior disco
italiano”. Nominato “Cavaliere delle Arti e delle Lettere” dal Ministro della Cultura
Francese, nel 2002 ha anche ricevuto il prestigioso “Jazzpar Prize” a Copenhagen. Nel
2009 ha vinto l’ambito European Jazz Prize come miglior musicista europeo e nel
referendum di Musica Jazz è stato nuovamente eletto miglior musicista. Negli ultimi
quattro anni è comparso nei primi cinque posti del referendum della rivista americana
Down Beat, nella sezione riservata ai trombettisti, alla spalle di Dave Douglas, Wynton
Marsalis e Roy Hargrove. Attualmente, oltre al suo New Quintet (insieme a Gianluca
Petrella, Giovanni Guidi, Pietro Leveratto e Fabrizio Sferra) ama esibirsi in duo con il
pianista Stefano Bollani e con il gruppo Pm Jazz Lab.
Sabato 10 Marzo 2012 - ore 21.00
Rassegna LES RIRES SONT FAITS
“Tutto quello che non avreste voluto sapere sulla donna... ma io ci tengo a dirvelo”
di e con Debora Villa
Musiche eseguite dal vivo da Rafael Didoni
Testi di Debora Villa, Francesca Micardi, Alessandra Torre
Regia di Leo Muscato
Produzione AGIDI srl
Biglietti: platea: euro 25; galleria: euro 18
Debora Villa è, al momento, la più interessante esponente della comicità al femminile “di
nuova generazione”. Talento autentico, sta conducendo il programma di Rai Tre “Lilith”,
ma abbiamo avuto modo di apprezzarla in diverse altre circostanze televisive (Camera
Caffè, Glob, etc).
A Sanremo, affiancata dal polistrumentista Rafael Didoni, porterà il suo spettacolo che si
presenta come un viaggio, un vagabondare tra storia antica e recente, tra favole e
cronache, tra cinema e canzoni per provare a capire qual è la situazione della donna ai
giorni nostri, se è davvero cambiata dai tempi delle caverne o ci sono ancora inquietanti
analogie con le sue sorelle preistoriche.
Per rispondere agli annosi quesiti che girano intorno all’universo femminile e la sua
misteriosa evoluzione da Adamo ed Eva a oggi, Debora Villa ci accompagna in un
percorso fatto di microracconti ironici e taglienti, una brillante arringa in difesa
dell’affermazione della donna, a dimostrazione del fatto che forse il sesso debole oggi
giorno non sia più quello femminile.
Debora Villa
Attrice e comica, è inviata de “Le Iene”, Patty in “Camera Café”, coprotagonista con
Alessia Marcuzzi in “Così fan tutte”, opinionista a “Glob l’osceno del villaggio”. Come
cabarettista ha partecipato a numerose trasmissioni televisive quali “Scatafascio”,
“Colorado Café Live”, “Super Ciro” e, nelle edizioni 2010 e 2011, a “Zelig Arcimboldi”. Dal
2005 al 2010 è stata co-conduttrice del morning show “Caffelatte News” e “Si salvi chi
può” di RMC, mentre al cinema ha partecipato ai film “Il cosmo sul comò” di e con Aldo
Giovanni e Giacomo e, recentemente, a “Tutta colpa della musica” di Ricky Tognazzi. Ha
realizzato un videoclip musicale dal titolo “Oca del re” visibile su You Tube, con le musiche
di Claudio Guidetti e la regia di Duccio Forzano. Dal 30 ottobre 2011 conduce su Rai 3 la
trasmissione “Lilit - in un mondo migliore”.
Venerdì 16 Marzo 2012 - ore 21.00
Rassegna VOLTI E STORIE
In occasione della Milano-Sanremo
“Quella sera al Vel d’Hiver”
con Massimo Poggio, Gualtiero Burzi e Davide Iacopini
Regia di Massimo Poggio, Gualtiero Burzi e Davide Iacopini
In collaborazione con la Gazzetta dello Sport
Produzione Teatro Regionale Alessandrino
Biglietti: platea: euro 25; galleria: euro 18
Massimo Poggio, apprezzatissimo attore di cinema e fiction (ha lavorato con Ferzan
Ozpetek, Liliana Cavani, etc...) è protagonista insieme a Gualtiero Burzi e Davide Iacopini
di uno spettacolo che racconta le stagioni epiche di un ciclismo d’altri tempi, fatto di
sudore e polvere, passione e sacrificio.
Il lavoro è ispirato alla storia vera di due uomini che, nati entrambi a Novi Ligure, in
provincia di Alessandria, alla fine dell'Ottocento, riescono a tirarsi fuori dal fango e dalla
miseria. Uno e' Costante Girardengo, vincitore di innumerevoli corse in bicicletta, tanto da
meritare l'appellativo di “campionissimo”. L'altro è Sante Decimo Pollastri, protagonista
anche lui di molti chilometri in bicicletta fatti però per sfuggire a chi gli dà la caccia. Due
campioni, uno del pedale, l'altro della rivoltella; due vite che, a furia di correre l’una
opposta all’altra, finiscono per incontrarsi. Accade a Parigi, al Velodromo d' Inverno, una
sera di settembre del 1925.
Lo spettacolo si propone quale evento collaterale della classicissima Milano-Sanremo.
Massimo Poggio
Massimo Poggio è un attore italiano. Studia recitazione presso la Scuola dell’Azienda
Teatrale Alessandrina e la Scuola del Teatro Stabile di Torino diretta da Luca Ronconi,
debuttando in teatro per poi lavorare in televisione e nel cinema.
Nel 2000 è sul grande schermo con i film “Due come noi, non dei migliori” diretto da
Stefano Grossi, e con “Rosa e Cornelia” diretto da Giorgio Treves, ai quali fanno seguito “Il
quaderno della spesa” di Tonino Cervi, “La finestra di fronte” e “Cuore sacro” entrambi
diretti da Ferzan Ozpetek. Nel 2004 prende parte a “Vicino al fiume” di Carlo Marcucci e,
in seguito, è protagonista del film di Andrea Adriatico, “All’amore assente”.
Lavora anche in numerose fiction tv, tra cui: “L’avvocato delle donne” di Andrea e
Antonio Frazzi, “Ama il tuo nemico” di Damiano Damiani, “L’uomo del vento” di Paolo
Bianchini, “Le ragioni del cuore”, “Casa famiglia 2” di Tiziana Aristarco e Riccardo Donna,
“De Gasperi, l’uomo della speranza” di Liliana Cavani, nel ruolo di Giacomo Matteotti;
“Questa è la mia terra”, regia di Raffaele Mertes, in cui è protagonista, nel ruolo di
Giacomo De Santis, insieme a Roberto Farnesi e Kasia Smutniak; “Il segreto di Arianna” di
Gianni Lepre, e “Maria Montessori - Una vita per i bambini”, di Gianluca Maria Tavarelli.
Nel 2008 partecipa alle miniserie “Zodiaco” e “Amiche mie”. Nello stesso anno ritorna sul
grande schermo con i film “Il monastero” di Antonio Bonfacio, “Il sangue dei vinti” di
Michele Soavi, e “Il prossimo tuo” di Anne Riitta Ciccone. Nel 2009 esce il film “Il
compleanno” di Marco Filiberti.
Nel 2010 appare su Canale 5 con la miniserie in due puntate “Nel bianco” di Peter
Keglevic, tratta dal romanzo omonimo dello scrittore gallese Ken Follett. Nel 2011 prende
parte alla terza serie de “I liceali” e a “6 giorni sulla terra”, pellicola diretta da Varo
Venturi.
Venerdì 23 Marzo 2012 - ore 21.00
Rassegna VOLTI E STORIE
“Gl’Innamorati”
di Carlo Goldoni
con Isa Barzizza, Selvaggia Quattrini, Stefano Artissunch
e con Stefano De Bernardin, Laura Graziosi, Stefano Tosoni
Scene di Francesco Cappelli
Costumi di Ipsia Moda e Maria Amurri
Regia di Stefano Artissunch
Produzione Danila Celani per Synergie Teatrali e Teatro Ventidio Basso
Biglietti: platea: euro 25; galleria: euro 18
Un altro ritorno significativo per la città di Sanremo. Isa Barzizza, figlia del direttore
d'orchestra Pippo Barzizza ed attrice tra le più straordinarie del panorama nazionale (già
a fianco di Erminio Macario prima, e di Totò poi) si esibisce nuovamente in quel Teatro del
Casinò dove è stata applaudita moltissime volte.
Ne “Gl’innamorati” di Carlo Goldoni, opera tra le più fortunate dello scrittore veneto,
messa in scena nella lettura del regista Stefano Artissunch, interpreta il ruolo della zia
Fabrizia, millantatrice esagerata ed ostentatrice, colorita da vaniloqui e svenevolezze
assolutamente irresistibili. A fianco di Isa, nel ruolo di Eugenia, la talentuosa figlia d'arte
Selvaggia Quattrini, degna erede della grande Paola Quattrini, e l’istrionico Stefano
Artissunch, un Fulgenzio impetuoso, travolto dal sentimento della gelosia.
Isa Barzizza
Isa Barzizza è un’attrice e doppiatrice italiana, considerata una delle più importanti
interpreti della rivista, del cinema e della televisione italiani.
Figlia del direttore d'orchestra Pippo Barzizza, studia al Liceo Classico Vincenzo Gioberti di
Torino e al Liceo Classico Cassini di Sanremo. Già in quegli anni inizia a partecipare a
rappresentazioni teatrali di prosa in ruoli secondari, vicino ad attori come Ruggero
Ruggeri, Elsa Merlini ed Eduardo De Filippo.
Fu Erminio Macario che la lancia nel mondo del teatro e al debutto con “Le educande di
San Babila” del 1947, segue “Follie di Amleto”.
Dotata di un fisico avvenente e di una spigliata ironia, diventa molto presto una delle
beniamine del teatro leggero e musicale del dopoguerra italiano.
Il suo secondo padrino è il grande Totò, dal quale Isa Barzizza impara tutti i segreti del
mestiere: dal rapporto diretto con il pubblico ai tempi comici, dalla mimica all’uso dello
spazio sul palcoscenico. In campo teatrale interpreta con Totò due spettacoli: “C’era una
volta il mondo” e “Bada che ti mangio”.
La Barzizza intraprende anche la carriera cinematografica grazie a Totò debuttando con
“I due orfanelli” nel 1947. Con il “principe della risata” l’attrice realizza undici film. La sua
filmografia conta nel complesso una trentina di pellicole, anche se in ruoli per lo più
secondari, come spalla dei comici maschili con i quali già lavorava a teatro.
Lavora anche con Garinei e Giovannini, che omaggiano la sua grande bellezza e il suo
spigliato senso dell’umorismo in riviste come “Gran baldoria”, che riscuotono un
grandissimo successo di pubblico.
Negli stessi anni si cimenta anche nel teatro di prosa recitando William Shakespeare ne
“La dodicesima notte”, per la regia di Renato Castellani.
Il 3 gennaio 1954, giorno d’inizio dei programmi ufficiali della televisione italiana, la RAI
trasmette l’atto unico di Carlo Goldoni “Osteria della posta” nel quale la Barzizza ricopre il
ruolo di attrice protagonista. Numerose altre commedie saranno trasmesse in televisione
in quegli anni.
Nel 1960, a soli 31 anni, Isa Barzizza decide di interrompere la carriera nel teatro brillante in
seguito alla morte del marito, il regista televisivo Carlo Alberto Chiesa, per un incidente
stradale.
Torna al teatro solo nei primi anni novanta, di nuovo in commedie come “La pulce
nell'orecchio” per la regia di Gigi Proietti, o “Arsenico e vecchi merletti” per la regia di
Mario Monicelli. Nel 1995 partecipa al Festival di Spoleto con “L’ultimo yankee” di Arthur
Miller e nel 1999 interpreta una versione della riduzione teatrale del romanzo “Sorelle
Materassi” di Aldo Palazzeschi, accanto a Lauretta Masiero.
Nello stesso periodo è tornata a lavorare anche al cinema e alla televisione: ha infatti
condotto per Raitre il rotocalco “Mai dire mai” nel 1989 con Fabio Fazio e Giampiero
Mughini e ha partecipato alle due serie della fiction di Raiuno “Non lasciamoci più” (del
1999 e del 2001).
Venerdì 30 Marzo 2012 – ore 21.00
Rassegna MADE IN PONENTE
“Finale di partita”
di Samuel Beckett
con la Compagnia Teatro Instabile di Imperia
con Livia Carli, Paola Carli, Gianni Oliveri, Sergio Raimondo
Scenografie di Sergio Raimondo
Costumi di Giovanna Faraone
Regia di Livia Carli e Gianni Olivieri
Biglietti posto unico: euro 10
Il Teatro Instabile di Imperia, già distintosi per un profondo lavoro di ricerca su differenti tipi
di drammaturgia dalla tragedia greca alla commedia di Molière, dal Boccaccio al teatro
contemporaneo, si cimenta in un’interessante lettura del capolavoro beckettiano. Filo
conduttore del testo è l’incalzante botta e risposta tra Hamm e Clov, che sono legati,
organicamente, da una specie di tenerezza che si esprime con molto odio, sarcasmo e
soprattutto come gioco. Infatti, essi giocano sulla scena come una partita a scacchi e
marcano dei punti, uno dopo l’altro, ma colui che può muoversi ha forse maggiore
possibilità di cavarsela.
Una pièce a tratti comica, che si rivela attraverso l’esplosione di un linguaggio molto
quotidiano, dove ogni cosa è contemporaneamente comica e tragica. “Non c’è niente
di più comico dell’infelicità” dice Nell; in una società che ha smarrito la fede in Dio e che
comunque continua a cercarlo l’assurdità dell’esistenza rivela una profonda verità:
l’aspetto tragico e quello comico si fondono insieme.
Compagnia Teatro Instabile
Fondata dai registi e attori Gianni Oliveri e Livia Carli, debutta nel Novembre 1999 con
“L’Amante” di H. Pinter. Nel corso degli anni si confronta con differenti tipi di
drammaturgia dalla tragedia greca alla commedia di Molière, dal Boccaccio al teatro
contemporaneo.
Dal 2009 gestisce il teatro Lo Spazio Vuoto di Imperia dove realizza corsi di teatro per
bambini, ragazzi e adulti e si afferma come importante riferimento culturale cittadino.
Dirige per conto del Comune, Assessorato ai servizi sociali, il laboratorio di teatro per
persone disabili; è stata responsabile del corso di teatro per gli studenti del Liceo ClassicoScientifico Vieusseux e collabora con il Dams nella persona del Presidente Professor
Roberto Trovato.
Gli attori hanno lavorato sul metodo Stanislavskij, perfezionandosi successivamente sugli
esercizi di tecnica dell’attore elaborati da Michail Cechov. Nel Luglio 2011 partecipano
allo stage sul ”Misura per Misura” di W. Shakespeare sotto la direzione di Bruce Myers,
attore che collabora da quarant’anni con Peter Brook ed il Centro Internazionale di
Creazione Teatrale Les Bouffes du Nord di Parigi.
Nel corso degli anni la compagnia realizza tournée in tutta Italia, ottenendo importanti
premi e riconoscimenti. Si afferma anche a livello internazionale: nel 2006 è invitata dal
console Italiano a rappresentare nella città di Basilea lo spettacolo “Beffe”, quattro
novelle dal Decameron di G. Boccaccio, ottenendo favore di pubblico e un’ottima
recensione da parte della stampa locale, mentre dal 7 al 29 agosto 2009 partecipa al
Fringe Festival di Edimburgo con lo spettacolo in lingua Inglese per bambini “Tixi & Moxo:a
colourful adventure” di D. Veronese, anche qui riscuotendo l’interesse e il favore sia del
pubblico che degli organi di stampa.
Attualmente gli attori lavorano sotto la direzione dell’attore e regista Pino Petruzzelli
all’allestimento di un testo scritto da quest’ultimo.
Venerdì 13 Aprile 2012 - ore 21.00
Rassegna MADE IN PONENTE
“Le serve”
con Teatro del Banchero e Cattivi di Cuore
di Jean Genet
con Giorgia Brusco, Chiara Giribaldi, Maura Amalberti
Scene di Marco Barberis
Ausilio tecnico di Fiorella Regina e Antonio Manconi
Regia di Gino Brusco
Biglietti posto unico: euro 10
Continua la collaborazione tra le due Compagnie liguri I Cattivi di Cuore di Imperia e il
Teatro del Banchero di Taggia. Questa volta in scena tre attrici per un grande classico del
Teatro: “Le Serve” di Jean Genet. “Uno straordinario esempio di continuo ribaltamento fra
l’essere e l’apparire, fra l’immaginario e la realtà”. Come lo definisce Jean-Paul Sartre.
“Le serve” è considerato una perfetta macchina teatrale in cui il gioco del teatro nel
teatro è svelato per mettere a nudo in modo straordinario la menzogna della scena.
Claire e Solange, vivono un rapporto di amore e odio con la loro padrona che incarna
tutti i loro ideali: giovinezza, bellezza, generosità. Quando la padrona non c’è, si ritrovano
ad allestire un privato e ossessivo teatrino, una doppia vita in cui giocano “a fare
Madame”. A turno, vestono i suoi abiti, la imitano e, alla fine del rito, la uccidono. Ma
finzione e realtà nella loro mente schizofrenica si sovrappongono e il tentativo di omicidio
si concretizza in una tazza di tisana avvelenata, da cui scaturisce l’impietoso finale.
Teatro del Banchéro
Il Teatro del Banchéro nasce, a Taggia, nel maggio del 1996, richiamando nel nome, un
testo teatrale ottocentesco, “Il Banchéro” appunto, profondamente legato alle radici
culturali della città stessa.
Nel 1997 da vita all’ Officina, scuola propedeutica di teatro. Ha sede nell’antico Palazzo
Soleri in pieno Centro Storico. L’Associazione Culturale si occupa su livelli diversi della
diffusione della cultura teatrale. La Scuola di Teatro Officina, è il laboratorio di ricerca e
sperimentazione teatrale. La scuola vede ogni anno impegnati artisti e professionisti del
mondo del teatro nazionale ed internazionale. L’obiettivo è quello di permettere ai
giovani e meno giovani della nostra Provincia di confrontarsi e conoscere direttamente gli
operatori del teatro. Sono attivi corsi e laboratori permanenti per bambini, ragazzi, adulti.
Produce spettacoli sia per la compagnia stessa, sia per Marcello Prayer (direttore artistico)
distribuendoli su tutto il territorio nazionale. Oltre alle attività strettamente teatrali, svolge
un’intensa opera di promozione culturale sul territorio, organizzando incontri letterari,
conferenze, attività di ricerca e documentazione.
I Cattivi di Cuore
La compagnia teatrale I Cattivi di cuore nasce sul finire degli anni '80 con l'allestimento di
commedie di stampo prettamente goliardico e musicale. Col tempo hanno preso forma il
desiderio e l'esigenza di consolidarsi e di crescere qualitativamente, anche attraverso un
avvicinamento più specifico alla prosa, fino all'effettiva costituzione legale
dell'associazione, nata come compagnia teatrale con il nome "I Cattivi di Cuore" nel
1995.
Da allora la compagnia è passata da un repertorio prettamente comico alla messa in
scena di drammaturgie coinvolgenti ed impegnative riscuotendo notevoli successi di
pubblico e di critica.
In particolare le ultime produzioni “Le muse orfane” di Michel Marc Bouchard, “La
Gabbia” di Stefano Massini e “From Medea” di Grazia Verasani” hanno dato alla
compagnia moltissime soddisfazioni. Con tali opere infatti I Cattivi di Cuore hanno calcato
i più prestigiosi palcoscenici italiani, vincendo importantissimi premi. Con From Medea la
compagnia è stata selezionata per rappresentare l'Italia al Festival di Namur in Belgio
nell'Agosto 2012.
La compagnia inoltre si occupa della direzione artistica del Festival Nazionale d'Arte
Drammatica di Imperia, giunto alla sua VII edizione, e della rassegna “Questo piccolo
grande Teatro” al Teatro Salvini di Pieve di Teco.
Domenica 15 Aprile 2012 - ore 16.00
Rassegna CANTORI E MUSICI DI LIGURIA
Davide Laura Duo
con Davide Laura (violino)
Michele Di Toro (pianoforte)
Gian Guregna Duo
con Marco Parodi (chitarra)
Christophe Bartolomme Kerleau (chitarra)
Biglietti posto unico: euro 10
Violinista il primo, chitarrista il secondo. Milanese il primo, torinese il secondo. Eppure uniti
da una radice comune: la città di Sanremo. Davide Laura, eclettico violinista capace di
spaziare in diversi linguaggi, e Marco Parodi, chitarrista versatile, si ritrovano in una serata
speciale che li unisce alle loro radici del Ponente.
Proporranno due distinte esibizioni - accompagnati dai propri compagni di ventura,
rispettivamente Michele Di Toro e Christophe Bartolomme Kerleau - con un finale corale
che si annuncia quanto mai vibrante.
Davide Laura
Davide Laura nasce a Milano, nel 1988, da una famiglia dalle radici profondamente liguri:
il padre Massimo, valente chitarrista della Scala di Milano, è legatissimo alle sue origini di
Bajardo. Davide si avvicina sin da bambino alla musica. A sei anni viene ammesso al
Conservatorio “G. Verdi” di Milano, nella classe di violino di Cinzia Barbagelata. Studia poi
con Daniele Gay e Lydia Cevidalli, affiancando allo strumento lo studio della
composizione nella classe di Fabio Vacchi. Nel 2008 frequenta i Civici Corsi di Jazz di
Enrico Intra, dove incontra i maestri Franco Cerri e Mario Rusca. Questa esperienza
imprime una svolta decisa alla sua formazione classica, orientandola definitivamente
verso il jazz. Contemporaneamente, la passione per le musiche “altre” rispetto alla
tradizione occidentale, lo porta a fare delle ricerche musicali in Irlanda, Macedonia e nei
Paesi arabi. Si iscrive alla facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Statale di Milano,
dove è laureando con una tesi in Etnomusicologia con Nicola Scaldaferri. Inoltre,
partecipa al masterclass di violino arabo tenuto da Jamal Ouassini.
Ha suonato nel 2008 al Teatro alla Scala, partecipando in scena a una nuova produzione
della “Vedova Allegra” di Franz Lehar. Nel 2009 si esibisce a Villa Simonetta, a Milano,
replicando il concerto nella rassegna “Notti trasfigurate” del 2011, con il trio di Davide
Incorvaia. Nel 2010 è stato invitato dall’Orchestra Filarmonica della Scala nel gruppo da
camera che ha accompagnato il tenore José Carreras. Nell’estate 2011 ha partecipato
alla Settimana mozartiana di Chieti, invitato dal pianista Michele Di Toro, suonando con lui
in duo e in quartetto. L’ensemble manouche, “Four on Six”, è la formazione con la quale si
esibisce abitualmente in varie città italiane e all’estero. Il suo stile si caratterizza per
l’originale commistione di una matrice classica, liberamente intrecciata con i modelli
della tradizione violinistica jazz più alta (Joe Venuti, Stephane Grappelli, Jean-Luc Ponty),
ma anche aperta alle esperienze più recenti del jazz europeo e della world music.
Nel settembre 2011 debutta al Blue Note, per il Festival MITO SettembreMusica, in
concerto con Michele di Toro e Attilio Zanchi.
Marco Parodi
Nasce a Torino nel 1963, e vive a lungo a Sanremo dove si avvicina al mondo del jazz
“contagiato” dalla passione del padre. Inizia quindi lo studio della chitarra da
autodidatta, all’età di 10 anni e nei primi anni ottanta inizia l’attività concertistica
esibendosi nei club torinesi sia con musicisti coetanei come Giuliano Pescaglini, Roberto
Regis, Antonio Abete, sia con esponenti della “vecchia guardia”, come Gianpaolo
Belgrano, Silvio Rossignoli e Gianni Torello.
Nel 1989 viene chiamato da Renato Germonio a far parte della Dixietoday di cui diventa
in seguito direttore artistico. Dall’anno successivo, fa parte della Easy Big Band di
Giancarlo Capolongo, nella quale oggi riveste anche il ruolo di arrangiatore. Frequenta
poi anche i Seminari Senesi di musica jazz studiando con Tomaso Lama.
Entra a far parte del Lil Darling Hot Club nel quale oggi riveste anche il ruolo di
arrangiatore e nel 1993 si classifica terzo al concorso internazionale per chitarristi jazz
“Eddie Lang”. Studia con Joe Diorio e Jerry Bergonzi e dal 1996 fa parte della orchestra
stabile “Città di Cherasco”.
Dopo una lunga ricerca volta a formarne l'organico nel 1996 fonda il quintetto
Djangology caratterizzato dalla presenza di strumenti esclusivamente a corde che si ispira
alla musica di Django Reinhardt nella formazione tipica dell’Hot Club de France,
composta da violino, tre chitarre e contrabbasso.
Nel corso degli anni si è esibito in Italia, Francia, Germania e Giappone suonando con
musicisti affermati come Massimo Manzi, Lello Molinari, Felice Reggio, Carlo Sola, Franco
Cerri, Romano Mussolini, Dick Mazzanti, Gianni Negro, Larry Nocella, Fabrizio Bosso, Giorgio
Rosciglione, Marco Pellacani, Emanuele Cisi, Giorgio Li Calzi, Maurizio Carugno, Tal Farlow,
Tanaka Takehisa.
Stilisticamente, Marco Parodi si riconduce alla tradizione della chitarra con particolari
influenze da parte di Django Reinhardt, Eddie Lang e Bucky Pizzarelli.
E’ autore di numerosi dischi, quali “50 Anni di Jazz a Torino” con Dixietoday e Francesco
Altamura, “Bargain Day” , “All that Swing”, “Live at the Regio” e “L.O.V.E.” col Lil Darling
Hot Club, “Tribute to Swing” con l’Orchestra Stabile Città di Cherasco e “Through the
Swing” con la Easy Big Band.
Venerdì 20 Aprile 2012 - ore 21
Rassegna MADE IN PONENTE
“Piccole ali nel vento”
di e con Ciro Perrino
Voce recitante Elio Marchese
Biglietti posto unico: euro 10
Ciro Perrino per la prima volta si presenta all’appuntamento con il pubblico in veste di
solista, suonando il pianoforte. E per la prima volta si propone in questo modo a Sanremo,
la sua città. Tratti dal recente lavoro “Piccole ali nel vento”, i brani si alternano a brevi
interventi affidati allo stesso Ciro ed alla voce recitante di Elio Marchese: una modalità
che persegue il desiderio dell’artista di offrire spazi all’immaginazione di chi si pone
all’ascolto, in un fluire di sensazioni e suggestioni. Le atmosfere evocate dal pianoforte
tendono infatti a trasportare in un mondo fluttuante e ricco di paesaggi, così come le
parole aiutano a rendere comprensibile la natura profonda del viaggio e della
provenienza dei linguaggi dai territori dell’anima e dello spirito.
Ciro Perrino
Nasce a Sanremo dove inizia la sua attività come batterista e percussionista. Nel 1970 è
uno dei fondatori del gruppo progressivo Il Sistema, considerato fondamentale per
l’impegno nella ricerca musicale di una sintesi riuscita tra varie forme espressive spaziando
dal rock alla musica colta. Nel 1972 Perrino è alla guida di Celeste, il cui album “Principe
di un giorno”, rappresenta ancora oggi una basilare fonte di ispirazione per tutti quei
musicisti di nuova generazione interessati al “progressive rock” più etereo e delicato,
vicino a tratti a certi King Crimson. Perrino prosegue la sua carriera artistica attraverso
un’intensa attività che lo porta alla sperimentazione di nuove forme musicali legate all'uso
di strumentazioni elettroniche in diverse band: St. Tropez, Snc e La Compagnia Digitale.
Nel 1979 Perrino decide di intraprendere una carriera solista e pubblica “Solare”, lavoro
interamente strumentale contenente otto brani musicali, ognuno dedicato a un pianeta
del nostro sistema solare, non lontano da ciò che Jean Michel Jarre stava facendo
all'epoca. Del 1990 è “Far East” i cui brani, ispirati dalla cultura orientale, evocano forti
suggestioni attraverso l'uso creativo di strumentazioni elettroniche. Segue “The Inner
Garden”, lavoro caratterizzato da brani ispirati a lavori di autori contemporanei senza
dimenticare la presenza avvertibile di richiami alla musica del seicento italiano.
Quest’ultimo è forse l’album che consente a Perrino di essere conosciuto anche all’estero,
grazie alla buona distribuzione europea, americana e giapponese. Alla fine del 1994 esce
“Moon in the Water” cui segue, quattro anni dopo, “De Rerum Natura”. Segue un lungo
periodo di studi che dà origine a “L'Isola” del 2002. L'opera nasce dalla visita al lago
d’Orta in occasione di un concerto. La prima versione del lavoro è registrata con
un’orchestra sinfonica che si rivela perfetta per poter utilizzare tutti i colori della tavolozza
timbrica che solo un organico classico può offrire. Pur essendo soddisfatto del risultato
lentamente si fa strada in Perrino il desiderio di rileggere le composizioni in un’altra chiave
più terrena e carnale, eliminando il grosso degli archi, potenziando il lato percussivo,
esplorando i ritmi inespressi della prima versione ed infine rendendo la voce umana più
presente nell'esposizione delle melodie. Ecco quindi nel 2006 la pubblicazione della nuova
versione, che mantiene il titolo della precedente e le sue composizioni ma che ne
costituisce l’altra metà del cielo. Le melodie ritrovano così la loro essenzialità
nell’esecuzione dell’ensemble di dodici musicisti e risultano maggiormente “centrate”
grazie alla presenza costante delle percussioni, asse portante nella concezione e nello
sviluppo dei brani.