GIANLUCA ARCOPINTO
presenta
MOVIMENTI
un film scritto e diretto da CLAUDIO FAUSTI e SERAFINO MURRI
con FABRIZIO GIFUNI e CECILIA DAZZI e…
Uscita: 5 marzo
Distribuzione
Ufficio stampa
Studio PUNTOeVIRGOLA
CAST TECNICO
Regia
CLAUDIO FAUSTI e S ERAFINO MURRI
sceneggiatura
CLAUDIO FAUSTI e S ERAFINO MURRI
Fotografia
VITTORIO OMODEI ZORINI
Montaggio
LETIZIA CAUDULLO
Scenografia e
costumi
PAOLA DONZELLI
Suono di presa
diretta
GABRIELE MORETTI
Prodotto da
GIANLUCA ARCOPINTO
Produzione
PABLO
Distribuzione
PABLO
Ufficio Stampa
S TUDIO PUNTO EVIRGOLA
+39.06 39388909
[email protected]
Durata
103’
2
CAST ARTISTICO
Marcello
FABRIZIO GIFUNI
Cate
CECILIA DAZZI
Gabo
GABRIELE PARRILLO
Hoss
HOSSEIN TAHERI
Carmen
J ULIA S ARANO
El Fantasma
ROLANDO RAVELLO
Luca
FRANCESCO PINI
Sandra
ROBERTA TERREGNA
Alex
PAOLO ZUCCARI
Tommi
ROBERTO DE PAOLIS
Andrea
LUCA MURRI
Con l’amichevole partecipazione di
MICAELA ESDRA
e PAOLO BRIGUGLIA
3
SINOSSI
Venerdì Sera, a Roma. Un gruppo di vecchi amici, tutti intorno ai trentacinque anni, si riunisce dopo tanto tempo per fare quella
che anni prima chiamavano “serata bastarda”: vestire in smoking e fare il giro di locali e feste bevendo, fumando e andando
avanti senza dormire fino allo stremo. Ma il tempo è passato, ognuno ha fatto un suo percorso, e le cose non andranno come
previsto: Movimenti è la storia del naufragio di questa “serata bastarda”. Intorno al gruppo, una lunga galleria di animali urbani
di ogni classe ed età con le loro nevrosi, i loro sogni e le loro speranze: due ragazzi fratelli da parte di padre che si incontrano
per la prima volta in attesa di un padre critico d’arte che deve tornare dall’America a presenziare ad un vernissage e che,
derubato all’aeroporto, non arriverà mai all’appuntamento, che in quest’attesa diventano fratelli; un ragazzo con la madre in
carcere alla disperata ricerca di denaro per pagare le spese legali; uno strano figuro che fa traffici loschi con la sua bellissima
ragazza spagnola. Queste strade si intrecciano con effetti a volta comici, a volta drammatici. E la notte passa al suono della
radio di uno strano “DJ Zippetta”, che ammonisce tutti gli spensierati del venerdì notte a riflettere sulla follia del mondo.
4
NOTE DI REGIA
Movimenti: storie diverse che si intrecciano nell’arco di una notte, a Roma. Unite da un filo comune: la ricerca di qualcosa che
non c’è. Utopie, amori, ossessioni: perdersi nella notte, senza meta, per sfuggire alla normalità. Per trovarsi.
Un film generazionale? Forse, ma per paradosso: mettere in scena la generazione per dire che una generazione non esiste. Che
è l’invenzione di un certo cinema, di una certa, pessima letteratura. I personaggi di Movimenti sono parte di una generazione
invisibile, che sfugge agli schemi con cui in genere se ne parla: famiglia, coppia, collocazione politica nel senso più trito e
banale, ceto sociale. Una generazione fatta di individui diversi, che non parlano il gergo della normalità mediatica, pieni di
manie e strampalati progetti personali, che non si accontentano di sogni a buon mercato e dell’«essere realizzati»: anarcoidi,
inquieti, fuori da mode e nevrosi da magazine televisivo, che per quanto a casaccio, si muovono, pretendono di cambiare,
vogliono essere felici. Personaggi sempre in bilico, spaventati forse, ma anche appassionati, non affascinati dal luccicare della
superficialità, alla ricerca di qualcosa di comune, monadi che incontrano altre monadi, e con stupore si accorgono che nel fondo
c’è qualcosa che li lega, un’intuizione del mondo in cui credere: è l’entusiasmo dell’incontro che li sospinge a veleggiare nella
strana nottata del film.
Prima di tutto, Movimenti è un progetto collettivo: una piccola summa delle passioni e delle ossessioni personali dei registi e dei
loro attori. Attori che sono diventati co-autori nel workshop che ha preceduto le riprese del film. Che si sono appropriati dei
personaggi (che in alcuni casi erano già stati scritti su di loro) fino a fonderli con le proprie, personali attitudini e reazioni,
portando le diverse storie ad un livello incandescente di verità contestuale. Attori che hanno abbandonato l’identificazione con
un “tipo” (“lo scrittore”, “il padre insoddisfatto”, “la ragazza innamorata”, ecc.), e attraverso il lavoro dell’improvvisazione hanno
regalato ai personaggi un’identità unica, aggiungendogli spezzoni di se stessi, del proprio temperamento, del proprio modo di
stare al mondo, con tutte le azioni e le reazioni ingiustificate tipiche della vita. Ci sono film che funzionano come un’inchiesta
per un rapporto di polizia: lo spettatore è chiamato ad identificare alcuni sconosciuti, e le domande che deve porsi sono del tipo
“perché il personaggio fa questo”, “chi è?”, e così via. Il modo di procedere di Movimenti è stato l’opposto: lasciare i personaggi
5
alla loro libertà, alla loro incoerenza, a tutta la loro intensità. Quel che ci interessava dei personaggi non era il dramma della
loro quotidianità, del quale ce ne sbattiamo più che mai, ma un momento particolare della loro vita, quello in cui si spezza la
normalità e il senso sottile dell’alienazione e del tran tran. Il momento in qui qualcosa (un sentimento, una rivelazione, un
dubbio o un semplice evento) rompe la monotonia dell’esistenza, e fa cadere la faccia indossata per una settimana.
Raccontare queste storie, per i registi e i loro attori, non ha significato dare vita a qualcosa di scritto, ma lasciare agire i
rapporti esistenti tra le persone, per poi documentarli. Con un metodo di ripresa particolare: non a favore dell’inquadratura, ma
“a rubare” quel che accade da tre punti di vista simultanei sempre presenti, di modo che gli attori non sappiano mai se sono
ripresi in figura intera, in primo piano, o non sono ripresi affatto: e dunque, devono agire con tutto il corpo, senza difese o
trucchi del mestiere. Tre punti di vista per cogliere azioni e reazioni di una serie di performance, al di là delle battute dette e
delle espressioni in primo piano; per indagare nelle pieghe involontarie dei comportamenti e catturarne la nascita, abbattere la
soglia tra emozioni del personaggio e quelle di chi lo agisce. Quello che volevamo cogliere, insomma, è quanto c’è dietro le
parole e le situazioni. Non il dialogo, ma quello che non è possibile scrivere, e che sta prima, durante e attorno al dialogo: il
modo, infinitamente più ricco, di sentire la vita, a cui le parole rimandano. E il montaggio, nella sua convulsa ritmicità, cerca
allo stesso modo di afferrare la simultaneità di tutto quel che accade. Di non legare gli eventi in un racconto lineare (quello del
rapporto di polizia), ma di decostruire e moltiplicare le prospettive di visione, riflettendo così quel sentimento di necessità di
una liberazione che tentano i personaggi nelle loro vicende, contromano all’appiattimento imposto dalla socialità alla vita
quotidiana, o alle difficoltà che derivano dal corpo a corpo con il destino.
Serafino Murri e Claudio Fausti
6
GLI AUTORI
Claudio Fausti (Roma 1966), ha pubblicato libri e saggi di critica radicale della politica e della società industriale, filosofia della
società, critica cinematografica e storia del cinema d’avanguardia. E’ stato redattore della rivista Close-Up, Storie della visione.
E’ scrittore e lavora con la Eos società di consulenza editoriale per il cinema. Ha realizzato e prodotto, assieme a Serafino Murri,
il cortometraggio video sperimentale Roma, disturbi nello specchio, distribuito dall’archivio del cinema sperimentale della
Lightcone di Parigi, e, assieme a Marco Cicala, il medio metraggio Diario di Viaggio all’assenzio, presentato nel 2002 alla 59a
Mostra d’arte internazionale di Venezia, nella sezione Nuovi Territori.
Serafino Murri (Roma, 1966), critico cinematografico, scrittore e regista. Autore di monografie per Il Castoro Cinema
(Pasolini, Kieslowski, Scorsese) e Lindau (Salò o le 120 giornate di Sodoma), e di opere collettive come L’Enciclopedia del
Cinema Treccani, collabora con RaiSat CinemaWorld dal 1999 (ha scritto e condotto trasmissioni come Potemkin, 1999-2000,
Online, 2002-2003, e diretto serie di docu-narrazioni come Nascita di un film, 2001, e Cronache Marziane, 2002). È consulente
de La Biennale di Venezia in qualità di selezionatore per la Mostra del Cinema dal 2002. Dialoghista e adattatore
cinematografico di film stranieri dal 1994 (tra gli autori adattati, Oshima, Loach, Gitai, Scorsese, Bodrov, Payami, Im-Kwon
Taek, Imamura, Kiarostami, Stone, Tikwer), insieme a Claudio Fausti, oltre a diversi saggi critici, ha scritto e diretto il video
Roma, disturbi nello specchio (1998), distribuito dalla Light Cone di Parigi. Tra le opere letterarie, il poema Invisibile a me
stesso (Nuovi Argomenti, NS, n.20. ottobre-dicembre 2002), e Navarro Waltz, in La qualità dell'aria. Nuovi scrittori italiani
(Minimum fax, 2004).
Movimenti, che con Claudio Fausti ha scritto, diretto e musicato, è il suo lungometraggio d'esordio.
7
GLI INTERPRETI
Fabrizio Gifuni. Diplomato nel '92 all'Accademia Nazionale d'Arte drammatica "Silvio D'Amico", ha esordito in teatro nel '93, nel ruolo di Oreste, nell'
Elettra di Euripide per la regia di Massimo Castri. Lo stesso regista lo ha negli anni diretto in tre allestimenti della goldoniana Trilogia della villeggiatura.
Nel 1994, al Teatro romano di Verona, interpreta il ruolo di Malcolm nel Macbeth di Shakespeare (regia di G. Sepe). Nel 1995 entra nella compagnia
greca diretta da Theodoros Terzopoulos, con la quale tutt’ora collabora, interpretando il ruolo di Creonte nell'Antigone di Sofocle al Teatro greco di
Epidauro ('95) e poi in tournée in Cina , Giappone e Corea ('97). E’ ideatore e interprete dello spettacolo ‘Na specie de cadavere lunghissimo (da
P.P.Pasolini e G.Somalvico), per la regia di Giuseppe Bertolucci (2004).
Nel cinema debutta nel '96 nel film La bruttina stagionata di Anna Di Francisca. Fra i suoi film Vite in sospeso di Marco Turco, Così ridevano di Gianni
Amelio (Leone d'oro al Festival di Venezia 1998), Un amore ( Nomination al David di Donatello 2000 come Miglior attore protagonista) e Qui non è il
paradiso di Gianluca Tavarelli, Il partigiano Johnny di Guido Chiesa, Hannibal di Ridley Scott, L'amore probabilmente di Giuseppe Bertolucci, Sole negli
occhi di Andrea Porporati e L'inverno di Nina Di Majo. E’ tra gli interpreti del film La meglio gioventù (Premio Un certain regard, festival di Cannes 2003)
per la regia di Marco Tullio Giordana.
Nel 2002 riceve il premio come “Attore rivelazione europeo” al Festival di Berlino (Premio Shooting Star), e il “Globo d'oro della stampa estera” per i film
L’amore probabilmente, Sole negli occhi e L’inverno.
Cecilia Dazzi. Ha lavorato in molti film tra cui: La Famiglia di E. Scola (1986), La città dei sogni di P. Bonora (1991), Tra Due Risvegli di A. Fago (1992),
Miracolo Italiano di E. Oldoini (1994), Albergo Roma di Ugo Chiti (1995), La classe non è acqua di Cecilia Calvi (1995), Un inverno freddo freddo di
Roberto Cimpanelli (1996), Matrimoni di C. Comencini (1998) per cui ha vinto un David di Donatello come Miglior Attrice non Protagonista, Le sciamane
di A. R. Ciccone (1999), Caruso, zero in condotta di Francesco Nuti (2000), Emma sono io di Francesco Falaschi (2001 – Miglior Film al Nice Film Festival
2003; Premio Flaiano e Premio Gallo come Miglior Attrice Protagonista nel 2003), Bell’amico di L. D’Ascanio (2002), Move- episodio italiano di Pietro Jona
(2003), Winbledon di Richard Loncrain (2003), Ogni volta che te ne vai di D. Cocchi (2003). Tra i corti è da ricordare Gioco di squadra di C. del Punta
(1999), vincitore del Globo d’oro come miglior cortometraggio.
In televisione ricordiamo tra l’altro: Albero dei diamanti di Tommaso Dazzi (1981), Il sogno di Amleto di U. Silva (1986), Fernanda di R. Tognazzi (1987),
I ragazzi del muretto di Poeti-Salerno-Deodato-Ruberto (1990), L’altalena di Vincenzo Terracciano (1991), I ragazzi del muretto 2 di Deodato-Gasparini
(1993), Dio vede e provvede di E. Oldoini (1995), Ama il tuo nemico di D. Damiani (1997), Un colpo al cuore di A Benvenuti (1999), La squadra (19992000), O la va o la spacca di F. Massaro (2003).
Gabriele Parrillo. E’ nato a Roma nel 1967. Diplomato all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "Silvio D'Amico", di Roma, ha lavorato a teatro tra gli
altri con Aldo Trionfo, Peter Stein, Federico Tiezzi, Memè Perlini, Lorenzo Salveti, Franco Branciaroli, Gabriele Lavia. Fondatore con Hossein Taheri e
Serafino Murri del gruppo Teatrale "I Costruttori" attivo dal 1990 al 1996, è docente con in laboratori di teatro presso l'Università La Sapienza" di Roma.
8
Doppiatore e speaker radiotelevisivo, ha interpretato numerosi cortometraggi e serie tv.
Hossein Taheri. Si diploma come attore presso l'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "Silvio D'Amico" nel triennio 1985-88, avendo come maestri di
corso docenti quali Aldo Trionfo, Andrea Camilleri, Monica Vitti, Luca Ronconi, Mario Ferrero, Marisa Fabbri, R. Guicciardini, L. Salveti, W. Pagliaro, P.
Passalacqua, M. Flasch, A. Corti. Segue un corso di perfezionamento con il regista russo Anatoli Vassil'ev e l'assistente Y. Aschlitz.
Tra i numerosi spettacoli da lui interpretati a teatro ricordiamo: La morte innamorata di F. Glissandi, Amor nello specchio di G.B. Andreini, Mirra di V.
Alfieri per la regia di Luca Ronconi; Cronaca di L. Trieste per la regia di Mario Ferrero; I giganti della montagna di L. Pirandello; Antigone di Sofocle;
Tamerlano (I e II parte) di C. Marlowe, Ager Sanguinis (Federico II) di A. Pes per la regia di Carlo Quartucci; La vita di Moliere di C. Goldoni; Il teatro
comico di C. Goldoni per la regia di Lorenzo Salvati; Maria Stuarda di F. Schiller per la regia di Roberto Guicciardini; Anfitrione di Plauto, Alcesti di
Euripide, Arda Viraf poema zoroastriano, Divin Diwan da Hafez per la regia di Sharoo Kheradmand; Coefore di Eschilo, Edoardo II di C. Marlowe, Per un
pezzo di pane di R. W. Fassbinder, Office di S. Khan, Entrate di A. Bassetti, La fine del Titanic di M. Enzensberger per la regia di Pier Paolo Sepe; Coefore
di Eschilo, Eumenidi di Eschilo, I Persiani di Eschilo per la regia di Antonio Calende; I cannibali di G. Tabori per la regia di Laura Forti e Teo Paoli.
Al cinema e televisione: Quel treno per Vienna di Duccio Tessari; Solstizio d'estate di Vincenzo Verdicchi; Di cielo in cielo di Roberto Giannarelli; La mia
generazione di Wilma Labate; Intolerance, episodio 'Aula senza pareti' di Leonardo Celi; Il caso Montalbano (ladro di merendine) di Alberto Sironi; Un
medico in famiglia (I° serie) di Riccardo Donna; La squadra (II° e III° serie); Camici Bianchi di Stefano Amatucci; Un prete tra noi di Riccardo Donna; Gli
occhi dell'altro di Gianpaolo Tescari.
Julia Sarano. E’ nata a Rosario, Argentina, nel 1979. A 19 anni si trasferisce in Europa per studiare danza contemporanea, ma poco tempo dopo si
ritrova a lavorare nel teatro di ricerca con la Compagnia Babbaluck di Napoli. Con loro fa due spettacoli: Core (vincitore del premio ETI-Scenario) e
Natale in casa Babbaluck libero adattamento dell'opera di Eduardo De Filippo.
Al cinema lavora con Marco Bechis in Hijos/Figli .
Attualmente vive a Roma dove continua i suoi studi di recitazione e danza contemporanea.
Rolando Ravello. Si è diplomato alla scuola di recitazione ”La Scaletta” di Roma.
Al cinema ha interpretato tra l’altro: Romanzo di un giovane povero di E. Scola (1995), Viola di D. Maiorca (1998), La cena di E. Scola (1998), Tutta la
conoscenza del mondo di E. Puglielli (2000), Concorrenza sleale di E. Scola (2000), Almost Blu di A. Infascelli (2000), Operazione Rosmarino di A. Populin
(2001), Fratella e sorello di S. Citti (2002), A.D. Project di E. Puglielli (2002), Gente di Roma di E. Scola (2003), Il siero della vanità di A. Infascelli
(2003), Dentro la città di A. Costantini (2003), Certi bambini di A. e A. Frazzi (2003), Ogni volta che te ne vai di Davide Cocchi (2003).
In televisione: Ultimo 2 di M. Soavi (1999), Il rumore dei ricordi di P. Poeti (2000), Don Matteo di L. Pompucci (2001), Il Papa buono di R. Tognazzi
(2002), Marcinelle di A. e A. Frazzi (2002).
Ha lavorato molto anche in teatro interpretando tra l’altro: Bellissimo di Amendola-Corbucci-Verde (1990-91), Romeo e Giulietta di M. Panici ( 1995-96 –
per cui ha vinto il Premio come Miglio Attore Non Protagonista al Festival di Borgio Verezzi), Domani notte a mezzanotte qui di C. Benso (1998), Cafè di
9
A. Orlando (1999), Tango di F. Zanni (2001 – ripreso nel 2003), Barbara di A. Orlando (2002).
Francesco Pini. E’ musicista, attore e cantante. Nel 1995, seguendo la sua passione per la musica e per il cinema, si trasferisce a New York dove
approfondisce la sua formazione concentrandosi sullo studio della voce e dell’improvvisazione jazz e frequentando corsi di recitazione con Salem Ludwig
(H.B.Studio) e Geraldine Baron (Actor Studio). Negli Stati Uniti, dove ha trascorso gli ultimi sette anni, lavora con alcuni grandi maestri della tradizione
musicale afro-americana come Mark Murphy, Abbey Lincoln e Etta Jones e sviluppa un repertorio originale di canzoni di cui scrive parole, musiche e
arrangiamenti, esibendosi con la sua band nei jazz clubs newyorkesi. Sempre a New York interpreta il ruolo del “demone” nel film lungometraggio “Fire
Dancer” diretto dal regista afgano Jawett Wassel e lavora in diverse produzioni teatrali.
In Italia ha interpretato il ruolo di attore protagonista nel film lungometraggio Le Mosche in Testa e, recentemente, ha recitato e cantato nel musical
Fare Ponte - la musica del Diavolo - diretto da Cesare Ronconi e prodotto dal Teatro Bonci di Cesena. Attualmente Francesco Pini vive e lavora tra Roma
e New York ed è impegnato nella preparazione del film lungometraggio Lucky Fish - The True Strory of Joseph Delano per la regia di Gabriella Morandi.
Roberta Terregna. Laureatasi all’Università La Sapienza di Roma Lettere D.M.S. segue diversi stage in recitazione tra gli altri con Alvaro Piccardi; con
Yves Lebreton; con Gigi Dall’Aglio ed Elisabetta Pozzi.. Si diploma nel 1993 al Laboratorio di Esercitazioni Sceniche diretto da Gigi Proietti con cui lavora
in diversi spettacoli teatrali: Leggero leggero diretto da Gigi Proietti (1993); L’opera del mendicante diretto da Gigi Proietti (1993); A me gli occhi bis
diretto da Gigi Proietti (1994). A teatro lavora anche in Laudes Evangelorum diretto da Virgilio Zernitz (1992); La partitella diretto da Ennio Coltorti
(1993); Belushi scritto e diretto da Mario Moretti (1994-5).
Al cinema: Cresceranno i carciofi a Mimongo di Fulvio Ottaviano (1996); Abbiamo solo fatto l’amore di Fulvio Ottaviano (1998); Quasi fratelli di Francesco
Falaschi (1998). Ha lavorato anche in alcuni cortometraggi: Ora di pausa di Stefano Reali (1993) ; Risveglio cm di Valter Lupo (1997); Venditori di
Roberto Orazi (2000); I tre volti della paura di Sergio Stivaletti (2003).
Zuccari Paolo. Diplomato all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” dopo aver frequentato lo Studio Fersen e la scuola “Mario Riva”,
come attore ha preso parte a spettacoli teatrali diretti da registi come Luca Ronconi, Giancarlo Cobelli, Federico Tiezzi, Carlo Quartucci, Andrea Camilleri,
Mauro Avogadro, Pierpaolo Sepe, Marcello Cotugno, Arturo Cirillo, Walter Manfrè ed altri. Ha partecipato ai laboratori su Ibsen, Karl Kraus e Giordano
Bruno tenuti da Luca Ronconi.
Come regista ha messo in scena alcuni spettacoli tra cui: Come vi piace di W. Shakespeare (1995), Il barone rampante di Italo Calvino (1998). Come
autore teatrale, con il testo Scarti, è stato segnalato al premio IDI 1995 e ha vinto la rassegna Cantieri Enzimi 1997, mentre Giro di chiave è andato in
scena con la regia di Daniele Formica. Il testo Esasperato ma non troppo è andato in scena nel settembre 1998 al Teatro Vittoria di Roma nell’ambito
della rassegna dei Corti teatrali. Chi è quell’uomo insanguinato è invece andato in scena con la regia di Pierpaolo Sepe.
E’ presidente dell’Associazione Culturale “Illiria” fondata nel 1995.
Nel 1999 è stato docente di recitazione all’Accademia teatrale di Napoli al Teatro Bellini.
Nel 1998 e nel 2000 ha svolto per conto del Comune di Roma, tramite il Teatro Vittoria, dei laboratori con bambini delle elementari che hanno portato
10
alla scrittura di testi e alla creazione di spettacoli.
Roberto De Paolis. E’ nato a Roma nel 1980. Fotografo con alcune esposizioni personali all'attivo, frequenta i corsi di recitazione della scuola di
Beatrice Bracco. Movimenti è la sua prima esperienza cinematografica.
Luca Murri. E’ nato a Roma nel 1987. Frequenta l'Istituto Cinetelevisivo "Roberto Rossellini" di Roma. Movimenti è la sua prima esperienza
cinematografica.
11