Corso di Laurea Ingegneria Civile - AA 1112 Corso di: Fondamenti di Trasporti Lezione: Cenni di meccanica della locomozione: aderenza e resistenze al moto Giuseppe Inturri Università di Catania Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale [email protected] Meccanica della locomozione La meccanica della locomozione studia il moto del singolo veicolo sotto l’azione delle forze attive (forze di trazione) e forze passive (resistenze). Lo scopo è quello di poter definire le prestazioni dei veicoli attraverso i parametri caratteristici del moto (spazio, velocità e accelerazione in funzione del tempo) e attraverso i parametri economici (consumi, costi di esercizio). Queste conoscenze sono indispensabili per potere individuare il campo ottimale di impiego dei diversi modi di trasporto. Introduzione del corso 2 CLASSIFICAZIONE DEI VEICOLI 3 Classificazione generale veicoli motoveicoli automezzi su gomma TERRESTRI autocarri autobus su ferro filobus treno, tram metropolitana idrodinamici MARINI idrostatici aliscafo senza motopropulsione velieri con motopropulsione motonavi, motoscafi dirigibile, pallone aerost. aerostatici aeroplano, idroplano ad ala fissa AEREI 4 Guida libera aerodinamici a getto aliante ad ala rotante elicottero, convertiplano Introduzione del corso razzo Guida vincolata Classificazione dei sistemi di motopropulsione Introduzione del corso 5 Fattore di utilizzazione dell’energia f = Q pag ⋅ d E Introduzione del corso 6 Fattore di utilizzazione dell’energia Introduzione del corso 7 Fattore di utilizzazione dell’energia Con 500 chilocalorie, che corrispondono a 100 grammi di zucchero o 55 grammi di grasso o benzina, un ciclista percorre 37 chilometri. Con 55 grammi di benzina una macchina si spegne dopo appena 700 metri Introduzione del corso 8 Condizioni meccaniche per il moto Introduzione del corso 9 Condizioni meccaniche per il moto SOSTENTAZIONE Il veicolo, sottoposto ad un insieme di forze, si mantiene alla quota dovuta, ovvero la reazione verticale della superficie di rotolamento equilibra l’insieme delle altre forze applicate Veicoli terrestri Veicoli marini Veicoli aerei reazione del terreno spinta idrostatica/idrodinamica spinta aerostatica/aerodinamica/a getto STABILITÀ L’insieme delle forze e dei momenti applicati al veicolo sono nulle Introduzione del corso 10 Condizioni meccaniche per il moto Se sono verificate le condizioni di equilibrio, il veicolo è in grado di muoversi se viene fornita energia da un motore ad un propulsore Il propulsore è il sistema meccanico capace di trasmettere al veicolo sul quale è installato la forza che ne provoca il moto I sistemi di propulsione sono: Traino con fune (funicolare, funivie, minimetro, etc.) Ruota motrice (autoveicoli, locomotori) Ruota trainata (veicoli stradali e ferroviari rimorchiati, funicolari) Elica (natanti, aeromobili) Esoreattore (aeromobili e missili) Endoreattore (razzo) Il moto avviene se si dispone della potenza necessaria a produrre il movimento nel modo richiesto per: spostare un certo carico utile (spinta motrice) alla velocità più opportuna (potenza motrice) seguendo un certo itinerario con le modalità stabilite (guida) Introduzione del corso 11 Categorie veicoli stradali 12 Introduzione del corso massa limite veicoli sradali 13 Introduzione del corso IL FENOMENO DELL’ADERENZA 14 Il fenomeno dell’aderenza La maggior parte dei veicoli terrestri utilizzano ai fini del moto, l'aderenza, sfruttando il fenomeno connesso al rapporto ruota motrice - via di sostegno. Solo in casi particolari, per esempio i veicoli che adottano il fenomeno misto dell'aderenza e dell'impuntamento (cingolati), o per quelli che adottano la sostentazione magnetica o su cuscino d'aria, non viene sfruttato tale fenomeno. Di seguito, si prenderà in considerazione il caso della propulsione per mezzo di ruote motrici che, tra l'altro, è il più importante, riguardando praticamente tutti i veicoli stradali e ferroviari. Detto L il peso totale del veicolo, o del convoglio nel caso di un trattore e parte rimorchiata, si può assumere L = Pa + Pp, con Pa peso gravante sulle ruote motrici e Pp peso gravante sulle ruote portanti. Introduzione del corso 15 Il fenomeno dell’aderenza Le ruote motrici sono collegate, attraverso la trasmissione, all'apparato motore sicché si può dire che, in tali veicoli, è collocato un apparato motopropulsore costituito dal motore, dalla trasmissione del moto alle ruote e dalle ruote motrici stesse. Introduzione del corso 16 Il fenomeno dell’aderenza La coppia motrice del motore viene trasmessa alla ruota che prende appunto il nome di “ruota motrice”. La coppia equivale a una forza applicata alla periferia della ruota di entità T, che verifica la relazione M = T ⋅ D/2 essendo D/2 il raggio della ruota. Introduzione del corso 17 Il fenomeno dell’aderenza - ruota motrice M = T ⋅ D/2 La coppia M può essere scomposta nelle due forze T, la prima fa avanzare il veicolo, la seconda tende a spostare indietro la via di corsa. La via di corsa reagisce con una forza uguale e contraria che al massimo può assumere il valore fadPa. L’interazione tra le due forze determina il rotolamento fadPa Introduzione del corso 18 Il fenomeno dell’aderenza Si definisce "potere aderente" il valore massimo della forza T applicabile all'area di contatto ruota-sostegno senza che si rompa il legame di rotolamento puro (senza slittamenti) tra ruota motrice e supporto. Tale valore, che s’indicherà con T max , è proporzionale, secondo un coefficiente fad che prende il nome di "coefficiente di aderenza", al peso Pa che grava sulla ruota motrice. T max = f ad ⋅ Pa E' chiaro quindi che, per valori di T ≥ Tmax, si rompe il legame di aderenza e la ruota slitta, di conseguenza il coefficiente f varia assumendo i valori di: fatt fad se c'è slittamento se non c'è slittamento con fad ≥ fatt Introduzione del corso 19 Il fenomeno dell’aderenza Ogni veicolo, o convoglio ferroviario, sia per avanzare ad una certa velocità V di regime, sia nella fase di avviamento o di frenatura, deve vincere le forze che si oppongono all'avanzamento (attriti, resistenze del mezzo, componenti del peso e così via) la cui sommatoria R indicherà la resistenza totale all'avanzamento. Con le notazioni dette possono verificarsi i seguenti casi: 1. Se T ≤ fad ⋅ Pa , la ruota non slitta – T=R avanza di moto uniforme – T>R avanza accelerando T<R avanza decelerando – 2. T-R=ma=0→a=0 oppure resta ferma se non è in moto T-R=ma>0 →a>0 T-R=ma<0→a<0 oppure resta ferma se non è in moto Se T > f ad ⋅ Pa , la ruota slitta, quindi il coefficiente di aderenza f ad viene sostituito dal coefficiente di attrito f att e T assume un valore limite T= f att Pa ≤ f ad ⋅ Pa Introduzione del corso 20 Il fenomeno dell’aderenza I coefficienti fatt e fad, in campo stradale, si ricavano sperimentalmente e dipendono da diversi fattori: condizioni e caratteristiche della superficie stradale; caratteristiche della ruota (elasticità e deformabilità); disegno del battistrada e pressione di gonfiaggio; velocità di avanzamento del veicolo; Di seguito sono riportati dei valori indicativi del coefficiente di aderenza per ruote gommate in relazione al tipo e/o allo stato della pavimentazione. Introduzione del corso 21 Coefficiente di aderenza per ruote gommate Introduzione del corso 23 Il fenomeno dell’aderenza - ferrovia Nel caso ferroviario in cui le ruote con cerchione di acciaio rotolano su rotaia anch’essa di acciaio, emerge la dipendenza del coefficiente fad dalla velocità; In figura è riportato l’andamento del coefficiente fad in funzione della velocità. Introduzione del corso 24 Il fenomeno dell’aderenza - ferrovia Un altro elemento che interviene a modificare le condizioni di aderenza è lo stato delle superfici a contatto; queste non sono quasi mai pulite: vi può essere polvere, olio, umidità, ed ancora una leggera pellicola di ossido di ferro; a quest'ultimo inconveniente si ovvia in diversi modi: mediante lavaggio con vapore nel punto di contatto e mediante un getto di sabbia ad aria compressa. Introduzione del corso 25 Aderenza ferrovia vs strada 27 Introduzione del corso Road pushes up LE RESISTENZE AL MOTO Drag etc. pulls back Weight pulls car down 28 Le forze su un autoveicolo reazione del terreno forza di trazione resistenze peso del veicolo Introduzione del corso 29 Le resistenze al moto Il motore fornisce l’energia necessaria alla traslazione del veicolo, mediante lo sforzo di trazione T che deve superare le resistenze al moto e fornire l’accelerazione del veicolo secondo la seguente relazione: T(v)=R(v)+m(1+ka)dv/dt T(v) è la forza (o sforzo) di trazione, risultante di tutte le forze attive R è la somma di tutte le resistenze al moto o forze passive m=P/g è la massa del veicolo ka è il coefficiente di inerzia di maggiorazione che tiene conto delle masse rotanti L’equazione del moto generale è: R ≤ T ≤ fad ⋅Pa L’equazione del moto impone da una parte la verifica del limite di aderenza e dall'altra l'equilibrio tra sforzo di trazione e forze resistenti. Il rapporto tra la resistenza R [kg] ed il peso P [tonn] prende il nome di resistenza specifica: r=R/P [kg/tonn ] Introduzione del corso 30 Le Resistenze al moto Le resistenze al moto vengono distinte in: resistenze ordinarie resistenze accidentali. Le resistenze ordinarie sono quelle che si oppongono sempre all'avanzamento del veicolo nel suo moto uniforme (v=cost) in rettilineo ed in piano. Le resistenze accidentali sono quelle che si aggiungono algebricamente alle resistenze ordinarie durante le fasi di accelerazione o decelerazione del veicolo, per la presenza di una pendenza (livelletta) della via e durante il moto in curva del veicolo. Nella determinazione della resistenza totale, la resistenza ordinaria ha lo stesso segno delle resistenza in curva mentre la resistenza d'inerzia e la resistenza di livelletta possono assumere segno opposto, in particolare la prima è negativa durante la fase di frenatura mentre la seconda è negativa quando il veicolo percorre una discesa. Introduzione del corso 31 Le Resistenze al moto Potrà scriversi allora: R tot = R o ± R i + R c ± R a R o sono le resistenze ordinarie, che comprendono tutte le resistenze dovute agli attriti e la resistenza del mezzo (aerodinamica) R i è la resistenza dovuta alla pendenza della via R c è la resistenza in curva R a è la resistenza d'inerzia. Introduzione del corso 32 Le resistenze al moto Note le resistenze al moto R, la potenza necessaria al moto (in CV) ed erogata alle ruote motrici è data da: N r = R V/270 [CV ] con V in [km/h] e R in [kg] La potenza erogata dal motore sarà ovviamente maggiore, ed è legata alla potenza erogata alle ruote motrici attraverso i rendimenti degli organi della trasmissione motore-ruote (ηt rendimento della trasmissione): N m = N r / ηt 1 CV = 75 kgf m/s 1 km/h = 3.6 m/s 75x3.6=270 Introduzione del corso 33 Resistenze ordinarie 34 Resistenze ordinarie Le resistenze ordinarie sono sempre presenti in ogni fase del moto e sono: la resistenza di rotolamento; la resistenza d'attrito ai perni; la resistenza aerodinamica; Introduzione del corso 35 Resistenza di rotolamento o di attrito volvente Una schematizzazione qualitativa della resistenza di attrito volvente o di rotolamento è rappresentata di seguito La distribuzione delle pressioni sulla superficie stradale, ovviamente simmetrica a ruota ferma, in moto si deforma in modo che la risultante P delle reazioni del terreno si sposti di una quantità δ nella direzione del moto. Introduzione del corso 36 Resistenza di rotolamento o di attrito volvente Ciò è dovuto alla isteresi elastica del materiale che costituisce la ruota (avendo supposto nella schematizzazione il terreno perfettamente rigido ed indeformabile), cioè al fatto che l’energia che ha deformato la ruota nella parte compressa (che da curva è costretta a diventare piana) non viene restituita tempestivamente nella fase di ripristino della forma curva Questo fenomeno è più sentito per materiali meno elastici, ad esempio nel caso stradale rispetto a quello ferroviario in quanto la gomma, sebbene più deformabile dell’acciaio, è meno “elastica” dell’acciaio stesso. Introduzione del corso 37 Resistenza di rotolamento o di attrito volvente Si avrà un momento resistente pari a M r = P ⋅δ Dall’equilibrio dei momenti e dal fatto che, nel moto a regime, trascurando tutte le altre resistenze, lo sforzo di trazione uguaglia la sola resistenza di rotolamento, si avrà: Resistenza specifica di rotolamento (kg/t) – formula teorica Introduzione del corso 38 Resistenza di rotolamento o di attrito volvente Introduzione del corso 39 Influenza della velocità sulla resistenza di rotolamento Il De Gregorio per gli attuali tipi di autovetture europee consiglia (per velocità elevate V≥150 km/h): Resistenza specifica di rotolamento (kg/t) – formula pratica In realtà, la resistenza di rotolamento nel caso stradale è imputabile a numerosi fenomeni tra i quali attriti localizzati lungo l'area d'impronta ed attriti che si destano durante la rotazione del pneumatico all'interno tra i filetti fluidi dell'aria in pressione (Tab. 1). Nel campo ferroviario le aree di impronta sono piccolissime e le deformazioni sono limitate dalla natura delle superfici a contatto (acciaio su acciaio) per cui la resistenza di rotolamento è quasi indipendente dalla velocità (vedi Tab. 1). Introduzione del corso 41 Resistenza di rotolamento o di attrito volvente Introduzione del corso 45 Resistenza di attrito ai perni La resistenza di attrito ai perni si manifesta per effetto dell'attrito tra perno e cuscinetto, il cuscinetto costituisce accoppiamento toroidale con un corpo cilindrico detto “perno” ed ha la funzione di consentire la rotazione relativa dei due elementi col minimo attrito e con la massima resistenza all’usura. Il tipo più semplice di cuscinetto è costituito da un foro di diametro leggermente superiore a quello del perno ad esso accoppiato in modo da rendere agevole il moto rotatorio relativo. La resistenza di attrito ai perni assume forma e rilevanza diversa a seconda che si tratti di cuscinetti di strisciamento o di rotolamento. Il primo caso è specifico della trazione ferroviaria, nella quale il peso P del veicolo si ripartisce sulle ruote attraverso le boccole costituite da una staffa su cui poggia il telaio e che grava sul perno (o fusello) attraverso la intermediazione di un cuscinetto, contenuto nella boccola, costituito da metallo antifrizione (lega di stagno e antimonio a cui può essere aggiunto del rame). telaio staffa cuscinetto perno Introduzione del corso 46 Resistenza di attrito ai perni • L'attrito tra il metallo del cuscinetto ed il perno d'acciaio è molto elevato, e condurrebbe rapidamente alla fusione del metallo di frizione se non venisse lubrificato. • Per tale motivo la boccola ferroviaria consente, attraverso opportuni sistemi, di sostituire all'attrito secco, l'attrito mediato di un fluido che si interpone durante il moto tra perno e cuscinetto. • Tale fluido è un olio minerale di opportune caratteristiche e la valutazione del coefficiente di attrito viene fatta attraverso la teoria idrodinamica della lubrificazione. Introduzione del corso 47 Resistenza di attrito ai perni Per calcolare la forza tangenziale di attrito alla periferia del perno occorre considerare F = fatt P ', con P' peso agente sul cuscinetto: P'= P −Q, dove P è il peso del veicolo e Q è il peso delle ruote e quanto ad esse collegato (assali, freni). Il momento resistente vale M r = fatt P' d /2 dove d è il diametro convenzionale del cuscinetto (medio tra i diametri del cuscinetto e del perno). Indicando con D il diametro della ruota, la resistenza d'attrito (riportata alla periferia della ruota stessa) è data da: Introduzione del corso 49 Resistenza di attrito ai perni – cuscinetti di rotolamento Nel campo automobilistico ed in qualche caso di applicazione per locomotori elettrici, vengono adottati cuscinetti di rotolamento nelle varie articolazioni costruttive, a sfera, a rulli cilindrici, conici ecc. I cuscinetti di rotolamento constano generalmente di un anello interno e di un anello esterno di acciaio, provvisti di corsie opportune, entro le quali rotola un certo numero di sfere o rulli, trattenuti in posizione da una gabbia distanziatrice di bronzo o di lamierino di acciaio. L’anello interno viene forzato leggermente sul perno e l’anello esterno viene forzato in una sede opportuna, a forma di cavità cilindrica. Nel funzionamento le sfere o i rulli rotolano senza strisciare nelle loro corsie, consentendo il moto rotatorio del perno rispetto alla sua sede e trasmettendo il carico. In questo caso il valore del coefficiente di attrito è pressoché costante con la velocità ed i suoi valori relativi sono sempre più bassi di quelli dei cuscinetti di strisciamento. Introduzione del corso 50 Resistenza di attrito ai perni – resistenza specifica Di seguito sono indicati i valori di resistenza specifica in kg/tonn nel caso ferroviario per cuscinetti a strisciamento e cuscinetti a rotolamento. Introduzione del corso 51 Resistenza aerodinamica La resistenza aerodinamica è la più importante per i veicoli terrestri a grande velocità, ed è l'unica resistenza per gli aeromobili in volo rettilineo ed uniforme. Si abbia una lastra piana indefinita investita da una corrente d’aria di velocità V. In un elemento d’aria di spessore dx , adiacente alla lastra, si ha una variazione di pressione tale che p0 diviene p. Il lavoro elementare dL dovuto alla forza F per lo spostamento dx vale: dL = F ⋅ dx , e poichè F = p ⋅ S , dove S è la superficie, si ha: dL = F ⋅ dx = p ⋅ S ⋅ dx . Tale lavoro corrisponde allo spegnimento dell’energia cinetica del fluido contro la lastra: dL = 1/2⋅ dm ⋅ V 2 Introduzione del corso 52 Resistenza aerodinamica Per cui avremo: dL = p ⋅ S ⋅ dx = 1/2⋅ dm ⋅ V 2 (*) Visto che la massa elementare dm è uguale al volume elementare S ⋅ dx per la densità ρ del fluido, si ha che dm = S ⋅ dx ⋅ ρ di conseguenza la (*) diventa dL = p ⋅ S ⋅ dx =1/2 ⋅(S ⋅ dx ⋅ ρ) ⋅ V 2. Dunque, la resistenza sarà: R =dL/ dx = 1/2 ⋅ ρ S V 2 Introduzione del corso 53 Resistenza aerodinamica Se la lastra non è indefinita si introduce un coefficiente di correzione (o meglio di forma) Crf , pertanto si avrà: Rf =1/2 ⋅ Crf ⋅ ρ ⋅ S ⋅ V 2 avendo indicato con: - Crf il coefficiente di resistenza aerodinamica di forma, in conseguenza della distribuzione delle pressioni a monte e a valle della lastra piana. La figura mostra l’andamento delle pressioni aerodinamiche (graduate nelle ascisse) sulla faccia esposta al vento e delle depressioni sulla faccia posteriore nel caso di una lastra piana sottile (a sinistra di forma circolare e a destra di forma rettangolare); - S l’area della sezione maestra ossia la sezione di area massima normale alla direzione del moto del veicolo, in via indicativa S vale: - 6,5 ÷ 9 m2 per veicoli ferroviari su linee a scartamento ordinario; - 4 ÷ 6 m2 per un autobus; - 1,5 ÷ 2,2 m2 per un’autovettura. Introduzione del corso 54 Resistenza aerodinamica Introduzione del corso 55 Resistenza aerodinamica Supponendo costante 1/2 ⋅ Crf ρ, ad es. nei veicoli terrestri, si perviene alla formula di Eiffel: R f = K ⋅ S ⋅ V2 Questa formula, applicata tradizionalmente per la valutazione delle forze dovute al vento sulle costruzioni, può essere utilizzata (Tab. 3) per veicoli che si spostano a velocità inferiori ai 100 km/h e comunque per basse velocità, in quanto tiene conto soltanto della forma del solido che si muove a velocità V (o simmetricamente investito da una corrente d'aria a velocità V) e dell'andamento conseguente delle pressioni e depressioni relative alla forma stessa Introduzione del corso 56 Resistenza aerodinamica Introduzione del corso 57 Resistenza aerodinamica frontale e laterale La resistenza aerodinamica di forma, quindi, è dovuta all’imperfetto richiudersi dei filetti a poppa cioè alla formazione della scia che impedisce il recupero totale di pressione; tanto più ampia è la “scia” tanto maggiore sarà tale resistenza. Inoltre un corpo e quindi un veicolo in moto relativo rispetto all'aria ed avente una certa dimensione nella direzione del moto, produce una alterazione del campo aerodinamico intorno ad esso, per il fatto che i filetti fluidi adiacenti alla superficie longitudinale del veicolo hanno la stessa velocità del veicolo, mentre quelli più lontani hanno velocità nulla in quanto indisturbati; il fenomeno è uguale nel caso in cui sia il veicolo fermo e l'aria si muova a velocità V. Per effetto del gradiente di velocità tra i filetti fluidi che costituiscono il campo aerodinamico intorno al veicolo, si desta una resistenza di attrito che costituisce, nella sua risultante, la resistenza aerodinamica di attrito. Essa può scriversi nella forma: Ra =1/2 ⋅ Cra ⋅ ρ ⋅ S’ ⋅ V 2 ove S’ è la superficie laterale del veicolo. Introduzione del corso 58 Resistenza aerodinamica Il valore di Cra , coefficiente di resistenza aerodinamica d'attrito, dipende dalla configurazione del campo aerodinamico intorno al veicolo, potendosi verificare i due casi estremi di moto laminare o di moto turbolento. Precisamente si ha moto laminare quando le linee di corrente non si intersecano durante il moto, ciascun elemento di fluido viaggia lungo una traiettoria regolare e ben definita, ne consegue che il vettore velocità in ogni punto ed a ogni istante non può avere componenti che non siano lungo la traiettoria del moto, in questo tipo di moto la velocità del fluido è bassa. Di contro si ha moto turbolento quando le linee di corrente percorrono delle traiettorie che si intersecano durante il moto, i vari elementi di fluido non si muovono ordinatamente, il flusso è più “caotico e turbolento”, il vettore velocità in ogni punto ed a ogni istante presenta componenti anche ortogonali alla direzione del moto, in questo tipo di moto la velocità del fluido risulta più elevata. La resistenza aerodinamica totale sarà data dalla formula. Raer = Rf + Ra = 1/2 (C rf + C ra S' / S)⋅ ρ ⋅ S ⋅ V 2 = 1/2 ⋅ Cr ⋅ ρ ⋅ S ⋅ V 2 essendo C r= C rf + C ra S' / S Introduzione del corso 59 Resistenza aerodinamica Raer =1/2 ⋅ Cr ⋅ ρ ⋅ S ⋅ V 2 [N] Dividere per 9.81 per avere il risultato in kgf ρ =1.225 kg/mc Veicolo S(m2) Cr Macchine da corsa 0.80÷1.00 0.25-0.30 Autovetture di piccola cilindrata 1.50÷1.70 0.40-0.55 0.80-0.90 Autovetture di media cilindrata 1.70-2.20 0.40-0.60 1.00-1.50 Autobus 6.00-6.50 0.50-0.70 10.00-15.00 Autocarri 4.50-5.00 0.80-1.00 6.00-14.00 Automotrice (2 unità carenate) 0.40-0.45 Automotrice (2 unità) 0.50-0.56 Treni viaggiatori con n carrozze P (t) 9.0+0.9 n Treni merci con a carri scoperti 9.0+0.32a+1.62b carichi e b carri scoperti vuoti Introduzione del corso 61 Resistenza in galleria Ulteriori resistenze di tipo aerodinamico sorgono in particolari condizioni come ad esempio per un veicolo marciante in galleria. L’incremento di resistenza all’avanzamento è tanto maggiore quanto più la sezione maestra del veicolo si avvicina alla sezione libera della galleria. L’effetto più vistoso si ha nella percorrenza delle gallerie ferroviarie a semplice binario da parte dei convogli, infatti il treno che percorre la galleria a velocità v si comporta come uno stantuffo in un cilindro, comunicando all’aria contenuta nella galleria una velocità di trascinamento. La resistenza che l’aria incontra lungo le pareti della galleria genera una maggiore pressione in corrispondenza della testata del treno ed una depressione in corrispondenza della coda, quindi l’aria viene messa in moto per tutta la lunghezza del traforo. Introduzione del corso 63 Resistenza in galleria In figura è mostrato il diagramma teorico della pressione dell’aria in un tunnel ferroviario, attraversato da un convoglio a forte andatura Il treno mette in moto l’aria della galleria: la velocità del cilindro fluido è più o meno prossima a quella del treno a seconda che il traforo sia rispettivamente meno o più lungo, e le pareti più o meno lisce Detti L e D lunghezza e diametro della galleria, si ha una resistenza addizionale L v2 Radd = ξ , kg D 2g ξ il coefficiente di scabrezza, varia da 0.02 a 0.10 in funzione della finitura delle pareti e della sagoma del treno D il diametro medio equivalente. Se P è il perimetro dell’intradosso del tunnel e Ω la sezione Ω πD 2 / 4 D = = P 4 πD 4Ω D= P 64 Introduzione del corso Resistenza in galleria, esempio ξ=0.03 D=5 m v=30 m/s Radd L v2 , kg =ξ D 2g Radd=590 kg Tale resistenza va aggiunta a tutte le altre resistenze Il problema si pone per linee lunghe e treni ad alta velocità 65 Introduzione del corso Resistenze accidentali 66 Resistenza di livelletta Si consideri un veicolo che si muove lungo una pendenza, il suo peso P applicato al baricentro, si può scomporre in una componente P ⋅ cosα ed in una P⋅senα, rispettivamente normale e parallela al piano di rotolamento: quest'ultima componente ha verso opposto a quello del moto e rappresenta la resistenza di livelletta. Introduzione del corso 67 Resistenza di livelletta Indicando le resistenze R in [kg]ed il peso del veicolo P in [tonn]la resistenza di livelletta vale: Ri = 1000 ⋅ P ⋅ sen α [kg] Poiché in genere α è piccolo, si può confondere il seno con la tangente dell’angolo, per cui, essendo i = tg α, si ha: Ri = 1000 P⋅i La resistenza specifica vale allora: ri = 1000⋅i Introduzione del corso 68 Resistenza di livelletta Quindi esprimendo la pendenza in o/oo , il numero che indica la pendenza eguaglia quello che indica la resistenza specifica di livelletta: ri = i [kg/tonn], i = [o/oo] Ricordiamo che i (pendenza) è il rapporto numerico tra le misure dell’innalzamento (verticale) e l’avanzamento (orizzontale) del mezzo, e che la resistenza di livelletta è opposta allo sforzo di trazione in salita, mentre è concorde in discesa. Nel caso ferroviario, a causa dell’aderenza limitata, non si superano valori di pendenze dell'ordine del 30 - 35 o/oo. Introduzione del corso 69 Resistenza di livelletta Nel caso stradale le pendenze raggiungibili sono più elevate, e vi sono casi per cui non è possibile confondere sen α con tg α; di conseguenza la resistenza di livelletta sarà: r i = 1000 ⋅ senα Per i casi di pendenza limitata l'approssimazione è sempre valida, per cui si ha: (i %) ; r i =10 ⋅ i avendo espresso, come è d'uso comune nel caso stradale, le pendenze in “per cento”. Introduzione del corso 70 Resistenza di livelletta In sintesi, considerando soltanto le resistenze di rotolamento e di livelletta, si può scrivere, nel caso stradale, Rtot = Resistenze di rotolamento + Resistenze addizionali , e per pendenze sino a i = 10% si ha: Rtot = r rot ⋅ P + 10 ⋅ P ⋅ i ; per pendenze superiori al 10% si ha: Rtot = r rot ⋅ P ⋅ cosα + 1000 ⋅ P ⋅ senα Introduzione del corso 71 Resistenza di livelletta Valori tipici di pendenza i(‰) <10 Ferrovie principali 25÷30 Ferrovie di montagna <35 Ferrovie a scartamento ridotto <60 Tranvie 20÷30 Autostrade 40÷50 Strade ordinarie importanti 70÷80 Strade di montagna 200 Trattori militari o agricoli Introduzione del corso 72 Pendenza massima L peso veicolo locomotore Q peso veicolo trainato = mL Pa peso aderente = αL Tmax = 1000 f·Pa = rLL+ rQQ+(L+Q)imax 1000fαL= rLL+ rQmL+(1+m)Limax 1000fα= rL+ rQm+(1+m)imax Caso generale (a= α= Pa/L, m=Q/L, rL≠rQ) imax = (Pa=L, m=Q/L, rL≠rQ) imax = (Pa=L, m=Q/L, rL=rQ ) = imax (Pa≠L, Q=0 Q=L, rL=rQ ) (1000α f − r L ( m + 1) (1000 f − r L − mrQ ) − mrQ ) ( m + 1) 1000 f −r ( m + 1) ord = imax 1000α f − rord Introduzione del corso 73 Resistenza di inerzia Ogni variazione di velocità (accelerazione) induce una resistenza dovuta all'inerzia che vale: R a = 1000 (P/g) (dv/dt) [kg] con P in [tonn]; con: g accelerazione di gravità; P peso totale del veicolo; a = dv /dt accelerazione del veicolo La resistenza specifica risulterà: r a = (1000 /g) (dv/dt) [kg/t] Introduzione del corso 74 Resistenza di inerzia Tale resistenza si riferisce alla traslazione del veicolo e non tiene conto della presenza di organi rotanti (almeno le ruote) la cui massa oltre che traslare deve accelerare angolarmente. Chiamando con P' e Q rispettivamente il peso del veicolo meno il peso delle ruote e il peso delle ruote, il peso totale del veicolo sarà P = P' + Q, la resistenza di inerzia solo traslatoria di tutto il veicolo si può scrivere: • Le ruote hanno peso Q e momento di inerzia polare j= Q/g ρi2 , la coppia resistente relativa ad una variazione angolare a' della velocità, sarà: Introduzione del corso 75 Resistenza di inerzia - C = coppia d'inerzia; - a' = a/ r accelerazione angolare; - ρ = giratore d’inerzia delle ruote rispetto al loro asse di rotazione; - r = raggio delle ruote La forza periferica, corrispondente alla coppia C, genera una resistenza : La resistenza totale dovuta all'inerzia del veicolo vale allora: Introduzione del corso 76 Resistenza di inerzia Resistenza di inerzia Il termine ka prende il nome di coefficiente d'inerzia e il prodotto P⋅ ka rappresenta la massa equivalente del veicolo ovvero il peso d’inerzia (peso fittizio che bisogna considerare nel calcolo della Ra per tenere conto delle masse rotanti connesse alle ruote). La resistenza d'inerzia è molto gravosa, infatti per a =1 m/sec2 si ha ra =102 kg/tonn Considerando il caso di un veicolo che, oltre alle ruote, abbia altri organi rotanti collegati ed esse, quali ingranaggi, alberi di trasmissione, rotori, volani ecc. Per locomotori elettrici ka può assumere valori da 1,10 a 1,30. Nel caso automobilistico, il ka , variabile a seconda del rapporto inserito, vale 1,1÷1,4 Introduzione del corso 77 78 Accelerazione massima Lo sforzo di trazione massimo che può essere applicato ad un veicolo terrestre è: Tmax = 1000 fad Pa . Tale sforzo deve vincere le resistenze al moto: • Deve essere verificata l'equazione del moto: Tmax = Rtot In pianura e trascurando rc si ha: Accelerazione massima conseguibile P k a amax = 1000 f ad Pa g 1000 + k a amax g Rtot = P ⋅ rord + 1000 1000 f ad amax = Introduzione del corso Pa = rord P g 1000k a Pa − 1000 f r ad ord P Resistenza in curva Nella marcia in curva di un veicolo si destano specifiche resistenze all'avanzamento dovute all‘ inerzia del veicolo alla rotazione intorno all'asse baricentrico ortogonale al piano x-y su cui avviene l'avanzamento e agli attriti supplementari che si destano tra ruote e piano di rotolamento. La prima di queste resistenze è presente per ogni tipo di veicolo, e dipende dalla velocità angolare con cui esso compie una curva; mentre la seconda è propria dei veicoli terrestri e dipende dal tipo di legame fra ruota-guida ed è indipendente dalla velocità. Introduzione del corso 79 Resistenza in curva dovuta alla rotazione Durante il moto in una curva è necessario fornire l’energia per disporre il veicolo in rotazione a spese di una resistenza applicata per tutta la lunghezza della curva. Nel caso automobilistico e in quello ferroviario tale resistenza è trascurabile mentre può essere rilevante nel moto di aeromobili e navi, in quanto si tratta di veicoli in moto a grandi velocità o di veicoli ad elevato momento di inerzia. Energia di rotazione Resistenza in curva Introduzione del corso Sviluppo della curva 80 Caso ferroviario resistenza in curva per accoppiamento ruote su sala montata Introduzione del corso 82 Caso ferroviario resistenza in curva per accoppiamento ruote su sala montata R raggio medio curva R+c/2 raggio curva rotaia esterna R-c/2 raggio curva rotaia interna C scartamento binario Potenza perduta Resistenza in curva Nelle ferrovie locali, con raggi di curvatura modesti, si usa lo scartamento ridotto, anche per 83 ridurre la resistenza in curva. Introduzione del corso Resistenza specifica in curva per rete FS rc2 (kg/t) rc2= 650/(R-55) Ferrovie principali a scartamento ordinario rc2= 600/(R-30) Ferrovie secondarie a scartamento ordinario rc2= 400/(R-20) Ferrovie a scartamento ridotto Introduzione del corso 84 Formule globali per veicoli ferroviari La determinazione pratica delle resistenze ordinarie dei veicoli, viene effettuata, per i calcoli di prima approssimazione, per mezzo di formule globali di carattere semiempirico. Nel caso ferroviario l'espressione più comune è del tipo binomia: rord = a + b V 2 [Kg/tonn] Introduzione del corso 85 Formule globali per veicoli ferroviari, resistenza ordinaria specifica rord = a + b V 2 [Kg/tonn] 2.5+0.00030 V2 Locomotori elettrici veloci 3.0+0.00050 V2 Locomotori elettrici merci 2.5+0.00025 V2 Vetture passeggeri a carrelli 2.5+0.00033 V2 Vetture passeggeri a 2 assi 2.5+0.00040 V2 Carri merci carichi 2.5+0.0010 V2 Carri merci scarichi 3.5+0.6(S/L) [(V+12)/10]2 Locomotori Diesel elettrici (S sezione area frontale, L peso totale in t) 3.0+0.0006 V2 Automotrici con perni e cuscinetti 1.5+0.0006 V2 Automotrici con cuscinetti a sfera 2.5+0.00040 V2 Valore medio per convoglio ferroviario 3.2+0.034V+0.00047 V2 Convoglio metropolitano +30% Per scartamento ridotto 7÷9 kg/t Tramvie con V<50 km/h Introduzione del corso 86 Formule globali per veicoli stradali Per un calcolo di prima approssimazione, per marcia su pavimentazione moderna e in buono stato, si può assumere R ord =aP+K’SV2, V(km/h), a=13÷18, K’=0.0038÷0.0022, S=2.00—3.00 m2 Introduzione del corso 88 Calcolo dello spazio di frenatura sf (caso ferroviario) L’energia dissipata durante la frenatura è uguale all’energia cinetica posseduta dal veicolo 1 2 mv = ( R + F f ) ⋅ s f 2 2 ( ) 1 1000 P V 2 Ka = a + bV ± i + rc + 1000 f ad ⋅ P ⋅ s f 2 g 3.6 2 1 1000 P V Ka = (rm ± i + rc + 1000 f ad ) ⋅ P ⋅ s f 2 g 3.6 Per calcolare lo spazio di arresto bisogna aggiungere allo spazio di frenatura, lo spazio percorso durante il tempo di reazione e quello percorso durante il tempo di inerzia meccanica del dispositivo di frenatura 89 Introduzione del corso Sopraelevazione in curva Nelle curve l’azione orizzontale della forza centrifuga è bilanciata dalla componente del peso del veicolo lungo la stessa direzione, ottenuta mediante il sopralzo della rotaia esterna, cioè mediante la sopraelevazione in curva. L’entità del rialzo dipende dalla forza centrifuga, dunque dal raggio della curva e dalla velocità del veicolo Il perfetto bilanciamento si ha quando la risultante R della forza peso P e della forza centrifuga Fc è normale al piano del ferro P v2 Fc h g R h = ; = P d P d v2 h= d gR Se si esprime h in mm, v in km/h ed R in m, e considerando d=1.50 m, si ha: V2 h = 11.8 R 90 Introduzione del corso h Esercizio 1 – trasporto stradale Autovettura P=1.2 t V=72 km/h S= 2 mq i=6% Calcolare le resistenze totali rrot=15+0.00003(72-50)3=15.32 kg/t Rrot=rrotP=15.32x1.2=18.4 kg Raer=kSV2=0.003x2x722=31.10 kg Ri=60x1.2=72 kg Rrot=121.5 kg 91 Introduzione del corso Esercizio 2 – trasporto stradale Autovettura i=-2% V=120 km/h Vento contrario 12 m/s P=1.25 t Calcolare resistenze (usare valori esercizio 1) 92 Introduzione del corso Esercizio 3 – trasporto stradale Calcolare la pendenza massima che una autovettura può 93 superare a velocità costante pari a 50 km/h P=0.9 t S=2 mq N=60 CV Rendimento meccanico = 0.9 Fare verifica di aderenza considerando fa=0.7 e Pa=0.6P Introduzione del corso Esercizio 3 – trasporto stradale - svolgimento S K V Pa f_ad N eta i_1000 94 2 mq sezxione frontale 0.0025 coeff aerodinamico formula Eiffel 50 km/h velocità veicolo 60% aliquota peso aderente 0.7 coeff aderenza 60 CV potenza fornita dal motore 0.9 rendimento meccanico 295 per mille pendenza T T-R=0 R=Rord+Ri 291.6 kg 0 kg Rord Ri T_lim 26 kg 265.6 kg 378 kg sforzo di trazione a regime in condizioni di regime TV N= η 270 R ord =aP+KSV 2 , V(km/h), a verifica aderenza ok Introduzione del corso 15 kg/t Esercizio 4 – trasporto stradale Autocarro Peso a vuoto 8 t Velocità 40 km/h Pendenza 5% Sezione frontale 6 mq Coeff aerodinamico 0.005 Potenza assorbita 300 KW Rendimento meccanico 80% Calcolare il carico massimo che l’autocarro può trasportare 95 Introduzione del corso Esercizio 4 – trasporto stradale - svolgimento Pv P S K V N eta i_1000 T T-R=0 R=Rord+Ri Rord Ri Ptr=P-Pv 96 8.0 t 32.5 t 6 mq 0.005 40 km/h 400 CV 0.8 50 per mille 2160 kg 0 kg peso a vuoto del veicolo peso totale sezxione frontale coeff aerodinamico formula Eiffel velocità veicolo potenza fornita dal motore rendimento meccanico pendenza sforzo di trazione a regime in condizioni di regime TV N= η 270 R ord =aP+KSV 2 , V(km/h), 535.4 kg 1624.6 kg a 24.5 t Introduzione del corso 15 kg/t Esercizio 5 – trasporto stradale autovettura P= 1 t Peso aderente 70% Resistenza specifica rotolamento 15 kg/t Coefficiente di inerzia 1.05 Coefficiente di aderenza 0.6 Calcolare la pendenza massima permessa dalla condizione di regime in fase di avviamento 97 P k a amax = 1000 f ad Pa g 1000 + k a amax g Rtot = P ⋅ rord + 1000 1000 f ad amax = Introduzione del corso Pa = rord P P g 1000 f ad a − rord 1000k a P Esercizio 6 – trasporto stradale Automobile i= 2% Da V1=0 a V2=50 km/h in 8 s (moto uniform. accel.) P = 1.2 t f_ad=0.60 Coefficiente di inerzia 1.05 Calcolare il peso aderente minimo necessario 98 Introduzione del corso Esercizio 1 – trasporto ferroviario Treno merci L=80 t Q 500 t (10 carri merci di 50 t) r_ord= 2.5 + 0.0003V2 (kg/t), 99 V(km/h) Rendimento motore 85% V=70 km/h i=2% Curva con R=900 m Calcolare la potenza necessaria a b locomotore 2.5 0.0003 r ord = a + b V 2 [Kg/tonn] carico trainato 2.5 0.0003 L 80 t peso lcomotore f_ad 0.3 T_max 24000 kg q 50 t peso di una carrozza n 10 numero carrozze Q 500 t i 20 per mille pendenza V 70 km/h eta 1 R_curva 900 m Rtot 13496.2 kg N 3499.014 CV Introduzione del corso Esercizio 2 – trasporto ferroviario a n=10 carrozze q=50 t peso di una 100 carrozza i=2% N=4000 CV Rendimento 90% r_ord= 2.0 + 0.00028V2 (kg/t), V(km/h) Calcolare velocità massima locomotore 2 0.00028 r ord = a + b V 2 [Kg/tonn] carico trainato 2 0.00028 L 100 t peso lcomotore f_ad 0.3 T_max 30000 kg q 50 t peso di una carrozza n 10 numero carrozze Q 500 t i 20 per mille pendenza N 5000 CV eta 0.9 R_curva 1000000 m Rtot 13200.43 kg V 92.0 km/h 35000 30000 25000 20000 T(V) 15000 R(V) 10000 5000 Introduzione del corso 0 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120 130 140 150 160 170 180 190 200 210 220 230 240 250 260 270 280 290 300 310 320 330 L=100 t b Esercizio 3 – trasporto ferroviario L=100 t n=10 carrozze q=50 t peso di una carrozza a f_ad=0.35 r_ord= 2.0 + 0.00028V2 (kg/t), V(km/h) Coefficiente di inerzia ka=1.1 Calcolare spazio di frenatura nell’ipotesi di moto uniformemente decelerato con decelerazione pari all’accelerazione massima possibile in avviamento 101 locomotore carico trainato L f_ad T_max q n Q ka R a_max V Sf Introduzione del corso b 2 0.00028 r ord = a + b V 2 2 0.00028 [Kg/tonn] 100 t peso lcomotore 0.35 35000 kg 50 t peso di una carrozza 10 numero carrozze 500 t 1.1 coeff inerzia 1200 Tmax - Rord=1000(L+Q)k ax·a max/g 0.502 m/s2 70.0 km/h 376.3 m spazio frenatura Esercizio 4 – trasporto ferroviario Calcolare il peso aderente di una locomotiva necessario per trainare 300 t su un tracciato con Rc=300 m e i=15‰ 102 Introduzione del corso