Strumenti per la didattica, l’educazione,
la riabilitazione, il recupero e il sostegno
Collana diretta da Dario Ianes
Angelika Albrecht-Schaffer e Petra Hagl
Bambini, in scena!
22 sceneggiature e giochi teatrali per la scuola
dell’infanzia e primaria
Erickson
Indice
7 Introduzione
sceneggiature e giochi
13 Concerto di primavera
19 Principessa per un giorno!
16 Il prato dei sogni
26 Ginnastica mattutina nel regno dei numeri
29 La fata della città si è ammalata
33 Un viaggio intorno al mondo sul tappeto volante
41 Ora sono contenta di andare a scuola!
46 Io sono te e tu sei me. Scambio di ruoli in famiglia
51 Fratello all’improvviso!
55 Tre fate salvano il bosco
61 Avventure nella tasca dei pantaloni
64 Bisticciare e fare pace
67 Aiuto, i miei gioielli sono scomparsi! Un giallo
71 I bambini dell’armadio
77 Una gara di celebri inventori e bizzarre macchine trasformatrici
81 Un’insolita storia di fantasmi
85 Nel bosco ci sono i briganti
90 Un po’ come San Martino
92 Che baraonda sul ghiaccio
96 Un regalo speciale
99 Fiaba natalizia di un topolino
102 Una favola d’inverno
Introduzione
«Ci piacerebbe fare teatro con i bambini, ma ci manca un buon pezzo da
mettere in scena…»
In cerca di rappresentazioni teatrali per la scuola dell’infanzia e primaria
abbiamo dato la parola ai bambini stessi. Sono loro infatti gli autori della maggior parte delle storie contenute in questo volume: noi ci siamo limitati a far
sì che le loro idee fossero rappresentabili su un palcoscenico. In questo modo
potevamo essere sicuri che le storie avrebbero avuto un nesso con la quotidianità
e il vissuto dei bambini.
Il risultato è un ventaglio di scenette, da pezzi relativamente semplici a
idee un po’ più impegnative. Molte di queste storie possono essere sviluppate
come parte di un progetto più ampio, ad esempio sul tema «ambiente», oppure
confluire in un programma teatrale comprendente recita, inviti, scenografia,
musica e danza. La maggior parte delle scenette è adatta soprattutto per essere
realizzata con i bambini più grandi. I più piccoli possono integrare le scene come
comparse, ad esempio nel ruolo di piante e animali, oppure ballando, suonando
e producendo rumori.
«La principessa deve assolutamente avere il vestito rosa»
Questa frase, pronunciata da una bimba di sei anni, è tipica di questa età.
Per i bambini la parte formale della rappresentazione — cioè quella riguardante
il travestimento, i cartelloni, gli inviti o determinati accessori — riveste un’importanza maggiore rispetto alla recita più o meno spontanea di fronte al pubblico.
Eppure nessuno si stupisce di cosa sono capaci i bambini se solo si dà loro
fiducia. D’altra parte i bambini, soprattutto della scuola dell’infanzia, non fanno
teatro nel vero senso della parola, se con ciò si intende studiare un ruolo o elaborare un personaggio; è ancora difficile per loro mettere in relazione la parte
che interpretano con la storia nel suo complesso. In questa fase dello sviluppo
hanno solitamente ancora difficoltà a recitare insieme ai compagni, adeguando
il loro ruolo a quello degli altri. Spesso sono già soddisfatti della propria parte.
Il bagaglio a cui attingono i bambini quando recitano è ciò che vedono
intorno a sé e che vivono nella vita di tutti i giorni. Il compito dell’insegnante
Introduzione ◆ 7
regista è accompagnarli mettendo insieme le molte idee, stimolando con tatto
una recita interattiva e dando ai piccoli attori sicurezza sul palcoscenico.
Generalmente i bambini si divertono a studiare una parte e non vedono l’ora
di presentare il risultato davanti a un pubblico. Il fatto poi che alla prima tutto
si svolga proprio come nel teatro «dei grandi», con inchini, fiori per gli attori e
«brindisi» finale, li riempie di orgoglio.
Quando si fa teatro con i più piccoli il modo migliore per stimolare al massimo
il loro apprendimento è coinvolgerli attivamente nella preparazione della recita,
facendo sì che agiscano, pensino e sperimentino quanto più possibile in prima
persona: quindi, anche se avete già un modello pronto per la rappresentazione,
rielaboratelo con loro, ricreando insieme i dialoghi e l’organizzazione delle scene.
Non è poi sempre detto che un progetto teatrale debba per forza concludersi
con una rappresentazione pubblica. Mostrare ai compagni delle altre classi quello
che hanno imparato è già una grande sfida per i bambini.
Bisogna infine tenere presente che una recita non deve mai diventare
un’«esibizione» dei più piccoli. Per evitarlo, occorre che l’insegnante-regista
abbia molta pazienza e riesca a contenere le proprie ambizioni e pretese senza
tuttavia perdere di vista l’obiettivo finale, vale a dire uno spettacolo ben riuscito.
Stimolare le competenze dei bambini a 360 gradi
Quando si recita la cosa più importante è stimolare la fantasia e la creatività,
entrambe fondamentali per lo sviluppo della personalità individuale.
La promozione dell’apprendimento linguistico è già implicita in vari aspetti
del recitare, sia nell’elaborazione e comprensione linguistica sia nella produzione
testuale.
Attraverso lo sviluppo della consapevolezza corporea e delle abilità motorie — il teatro migliora fra l’altro anche la motilità —, i bambini scopriranno
quante cose possono esprimere con il proprio corpo.
Un’esperienza fondamentale che il teatro consente di fare riguarda poi
l’intesa di gruppo, unita al rispetto e alla capacità di creare qualcosa insieme,
accettando le idee altrui ed esprimendo le proprie.
Fare teatro stimola inoltre le dimensioni ludica e percettiva fornendo ai
bambini, oggi sempre più abituati a esperienze mediate dalla tecnologia, una
grande opportunità di partecipare per una volta in maniera molto concreta. E
per finire vi è la scoperta che l’«avventura» teatrale si può vivere e superare con
successo soltanto tutti insieme.
La recita prende forma
Studiare un pezzo e alla fine metterlo in scena è un’esperienza speciale per
tutti i partecipanti, anche se a volte il cammino che conduce all’esibizione finale
non è proprio semplice e richiede perseveranza. Ma il gioco vale la candela!
Alcune storie possono venir messe direttamente in atto senza grande dispendio di mezzi. Tutte quante prevedono però anche un certo margine di manovra per
8 ◆ Bambini, in scena!
poter essere rielaborate con i bambini e adattate alle capacità e agli interessi di
ciascun gruppo.
I pezzi proposti possono essere integrati con canzoni e filastrocche imparate
per l’occasione o già note ai bambini. I nomi utilizzati nei testi da rappresentare
vanno intesi come spunti, ma in ogni caso è importante che i bambini si scelgano
un nome diverso dal proprio per la recita, in modo che sia chiaro quando sono
nella parte.
Costa un po’ di tempo e di fatica elaborare insieme ai bambini dialoghi e testi,
ma ne vale senz’altro la pena. In questa maniera infatti i bambini acquistano sicurezza
rispetto al testo, risparmiandosi la noia di doverlo imparare a memoria. Inoltre i
piccoli hanno spesso un modo tutto loro per esprimere una certa cosa o situazione.
E poi: meglio poche frasi chiare fissate prova dopo prova che troppo testo.
Così i bambini non avranno la propria parte da studiare come compito a casa e
si evita — una cosa che capita fin troppo spesso — di sentir recitare meccanicamente frasi imparate a memoria che non dicono niente né dei bambini né della
rappresentazione. Può risultare utile guidare i piccoli attori a preparare la loro
parte sia esplorando gli aspetti emotivi sia chiedendo: «Che cosa diresti o faresti
tu in questa situazione?».
Finalmente si prova!
Il tema della storia può essere avvicinato ai bambini con un gioco appropriato.
Dopodiché si racconta la storia o la si rappresenta in maniera narrativa.
Durante il secondo incontro si rievoca la vicenda attraverso una narrazione
collettiva. Subito dopo si provano le varie scene in successione logica.
Negli incontri seguenti si arricchisce la trama di base e la si consolida attraverso la ripetizione.
Complessivamente le prove non dovrebbero protrarsi per più di quattro o
cinque settimane, in modo che la tensione si mantenga viva. L’ideale è provare il
pezzo vero e proprio due volte a settimana per circa 45 minuti.
Il percorso che dall’idea porta alla rappresentazione non è semplice e può
comportare numerose deviazioni se ai bambini piace molto raccontare, se hanno
sempre nuove idee o semplicemente se vogliono giocare e di tanto in tanto perdono di vista l’obiettivo finale della rappresentazione. Non lasciatevi scoraggiare se
prova dopo prova i piccoli attori continuano a proporre innovazioni e cambiamenti;
procedete con prudenza seguendo il filo conduttore e valutate cosa può essere
inserito. Naturalmente ciò richiede una notevole dose di presenza e flessibilità,
ma anche di chiarezza.
Di sicuro al debutto lo spettacolo sarà diverso da quello delle prove generali.
L’importante è non lasciarsi sopraffare dallo stress quando il giorno della prima
si avvicina. L’esperienza dimostra che tutto sarà pronto per tempo.
Accompagnare la recita sul palcoscenico
Per alcune rappresentazioni è sufficiente che l’insegnante-regista rimanga
dietro le quinte per far sì che sul palcoscenico tutto proceda come deve. A volte
Introduzione ◆ 9
C oncerto di primavera
Temi/obiettivi didattici e educativi
•
•
•
•
Festa della mamma.
Festa di primavera.
Giocare e suonare insieme è più divertente che da soli.
Malgrado il lavoro concedersi del tempo per giocare e divertirsi.
Contenuto
Il maggiolino invita gli altri animali a fare insieme a lui un concerto di primavera,
ma purtroppo nessuno di loro ha tempo, hanno tutti un sacco di cose da fare.
Sconsolato il maggiolino comincia così a suonare solo soletto. Un po’ alla volta
però arrivano anche gli altri animali e alla fine fanno un bel concerto tutti insieme.
Grado di difficoltà
Medio-facile.
Età
Possono partecipare o contribuire, secondo le loro capacità, bambini di ogni età.
Personaggi principali
• Maggiolino: questo ruolo lo dovrebbe interpretare un bambino in grado di suonare uno strumento melodico.
• Vari animali, ad esempio il lombrico, il merlo, il topo, il bombo, la lepre e altri
coleotteri.
Altri ruoli possibili
I bambini più piccoli possono fare i fiori, le pianticelle, un ruscello e rappresentare
così il prato. E poi sole, luna, stelle.
Scenografia/allestimento
• Prato; eventualmente sullo sfondo una scenografia (bosco, cielo) dipinta su stoffa.
• Animali: costumi semplici, come quelli di carnevale, oppure magliette/leggings
del colore appropriato. Senza esagerare!
• Costruite gli strumenti insieme ai bambini oppure usate quello che avete a scuola
(bacchette, batteria, campanelli, ecc.), modificando di conseguenza la storia.
Inserite le conoscenze strumentali dei bambini.
© 2012, A. Albrecht-Schaffer e P. Hagl, Bambini, in scena!, Trento, Erickson ◆
13
C oncerto di primavera
Consigli per la preparazione
• Riflettete insieme ai bambini su quali strumenti si addicono ai vari animali e su
quali scuse ciascuno di loro può addurre per non suonare.
• Calcolate abbastanza tempo per organizzare e provare il concerto.
Variazioni/sviluppi
Integrate la rappresentazione con una danza di primavera.
Narratore: Il sole splende finalmente di nuovo caldo sulla terra. Il maggiolino esce dalla sua
tana e si riscalda ai suoi raggi.
Dopo il lungo inverno scuote le ali e prova con cautela a volare, quando a un tratto gli
viene una bella idea.
Maggiolino: Potrei organizzare un concerto di primavera. Da soli però non è divertente.
Inviterò a suonare con me anche gli altri animali.
Narratore: Il maggiolino va dagli altri animali e chiede loro con gentilezza se hanno voglia
di suonare insieme a lui.
Maggiolino: Buongiorno, signor lombrico. Vorrei organizzare un concerto di primavera. Lei
è così bravo con il suo tamburello, ha voglia di suonare insieme a me?
Lombrico: Mi piacerebbe, ma ho troppo da fare, devo rivoltare la terra per crescere. Mi
spiace, magari un’altra volta.
Maggiolino: Buongiorno, signora merla. Vorrei organizzare un concerto di primavera. Lei
ha una voce così bella, ha voglia di cantare insieme a me?
Merla: Mi piacerebbe, ma devo costruire il nido per deporre le uova e far nascere i miei
piccoli. Mi spiace, magari un’altra volta.
Maggiolino: Buongiorno, signora topolina. Vorrei organizzare un concerto di primavera. Lei
è così brava con il suo flauto, ha voglia di suonare insieme a me?
Topolina: Mi piacerebbe, ma ho appena dato alla luce i miei piccoli. Sono affamati e devo
occuparmi di loro. Mi spiace, magari un’altra volta.
Maggiolino: Buongiorno, signor bombo. Vorrei organizzare un concerto di primavera. Lei è
così bravo con la sua tromba, ha voglia di suonare insieme a me?
Bombo: È una bella idea, ma purtroppo non ho tempo. Devo volare di fiore in fiore per
distribuire il polline. Mi spiace, magari un’altra volta.
Maggiolino: Buongiorno, amica lepre. Vorrei organizzare un concerto di primavera. Lei è
così brava con il suo xilofono, ha voglia di suonare insieme a me?
Lepre: Questa sì che è una bella idea. Ma purtroppo non ho tempo, devo cercare carote
fresche per mia moglie e i miei piccoli. Mi spiace, magari un’altra volta.
14 ◆
© 2012, A. Albrecht-Schaffer e P. Hagl, Bambini, in scena!, Trento, Erickson
C oncerto di primavera
Narratore: Nel frattempo è scesa la sera. È sorta la luna e nel cielo brilla già qualche stella.
Il maggiolino è stanco di volare di qua e di là per invitare gli amici animali: vorrà dire
che il concerto lo farà tutto solo.
Prende il violino e comincia piano a suonare. È così assorto nella musica che non si accorge che uno dopo l’altro gli altri animali incuriositi fanno la loro comparsa sul prato:
dapprima si fermano ad ascoltare, poi tirano fuori i loro strumenti e iniziano anche loro
a suonare. Ed eccoli alla fine fare tutti quanti insieme un bel concerto di primavera.
© 2012, A. Albrecht-Schaffer e P. Hagl, Bambini, in scena!, Trento, Erickson ◆
15
I o sono te e tu sei me
Scena I. Antefatto
Narratore: Oggi vi raccontiamo una storia bizzarra.
In questa storia ci sono due bambini, Simone e Anna, e i loro genitori, mamma e papà.
Della famiglia fa parte anche un gattino.
Nella storia ci sono anche la maestra di Simone, che fa la prima classe primaria, e la
maestra di scuola dell’infanzia del gruppo dei topi, di cui fa parte Anna.
La famiglia abita in una bella casa di periferia con le imposte rosa e un grande giardino.
Mentre vengono elencati i vari personaggi i bambini che li interpretano vengono avanti
e fanno un inchino.
Scena II. La sera a casa
Narratore: La nostra storia ha inizio poco prima di cena. Anna e Simone hanno giocato tutto
il pomeriggio con i lego e il gatto.
La mamma ha riordinato, pulito e cucinato.
Il papà torna a casa, saluta tutti e va in giardino ad annaffiare i fiori. Dopo un po’ la
mamma chiama dalla cucina.
Mamma: Venite ad apparecchiare la tavola, per favore!
Narratore: Simone e Anna continuano a giocare; non hanno nessuna voglia di dare una
mano. La mamma li chiama di nuovo: i fratellini vanno in cucina tutti imbronciati e apparecchiano la tavola di malumore.
Anna e Simone brontolano: Tocca sempre a noi apparecchiare la tavola! Vogliamo continuare a giocare.
Mamma: Potete anche darmi una mano senza lamentarvi tanto, per il resto faccio tutto io
da sola qui!
Narratore: Finalmente sono tutti seduti a tavola per la cena. Il gatto si è messo comodo vicino
al tavolo. Si augurano a vicenda buon appetito.
Una volta finito di mangiare la mamma esprime un desiderio.
Mamma: Che ne dite di aiutarmi a lavare i piatti? E poi, prima di andare a letto, mettete un
po’ d’ordine in camera vostra, è di nuovo tutto fuori posto!
Anna: Oh, mamma, non ho voglia di riordinare. Preferisco giocare un altro po’ in giardino.
Simone: E io preferisco giocare ancora un po’ con il micio.
Mamma: Sapete cosa vi dico? Neanch’io ho sempre voglia di mettere in ordine, cucinare,
pulire, fare il bucato per voi e poi dovermi ancora occupare del giardino. Anch’io vorrei
prendermela comoda come fate voi, e fare sempre solo ciò che mi va!
© 2012, A. Albrecht-Schaffer e P. Hagl, Bambini, in scena!, Trento, Erickson ◆
47
I o sono te e tu sei me
Papà: Mamma ha ragione. E io devo andare tutti i giorni al lavoro.
Anna ha un’idea: Perché non giochiamo a fare mamma e papà? E tu e papà fate noi!
Narratore: Mamma e papà rimangono per un attimo interdetti. Ci pensano un po’ su… in
effetti non è una cattiva idea.
Mamma: Va bene, proviamo. Domani io sarò Anna e potrò giocare e tu Anna cucinerai e
pulirai.
Papà: E io sarò Simone e potrò giocare in giardino mentre tu, Simone, riordinerai e toglierai
le erbacce.
Anna: Io sarò mamma Anna, cucinerò e farò le pulizie.
Simone: E io sarò papà Simone e lavorerò in giardino.
Narratore: Quella sera vanno tutti a letto molto presto impazienti di vedere come sarà il
giorno dopo.
Scena III. Il mattino dopo
Narratore: Il mattino suona la sveglia. La mamma però rimane a letto; è compito dei bambini
svegliare i genitori oggi. Ed ecco infatti Simone e Anna entrare in camera.
Anna e Simone: È ora di alzarsi, dormiglioni!
Mamma/Papà: Ancora cinque minuti, per favore!
Simone: Non si può, dovete andare al lavoro.
Mamma: È già pronta la colazione?
Anna: Oh, ce l’eravamo proprio dimenticata.
Narratore: Che brutta sorpresa: Anna e Simone non hanno per niente voglia di preparare la
colazione, ma erano rimasti d’accordo che avrebbero svolto i compiti di mamma e papà.
Vanno alla svelta in cucina e apparecchiano la tavola.
Mamma e papà si siedono per la colazione elencando nel frattempo tutto quello che vorrebbero avere.
Mamma: Anna, abbiamo fame! Io vorrei una cioccolata.
Papà: Simone, devo portare in ufficio il mio grosso raccoglitore. Mi prepari la borsa, per
favore?
Narratore: A Simone e Anna scappa da ridere, è divertente sentirsi chiamare papà e mamma
dai propri genitori.
Oggi la colazione è tutta diversa dal solito. La cioccolata non è tanto buona e quando
finalmente anche i fratellini stanno per sedersi a tavola il papà li ferma: è già tardi, devono andare a scuola. Non c’è più tempo per la colazione. Anna si accorge che anche lo
spuntino per l’intervallo non è pronto. Per fortuna a casa ci sono sempre frutta e yogurt,
così infilano di corsa qualcosa negli zainetti.
48 ◆
© 2012, A. Albrecht-Schaffer e P. Hagl, Bambini, in scena!, Trento, Erickson