conservatorio della svizzera italiana www.conservatorio.ch settembre 2005, Numero 22, Anno V scuola universitaria di musica | musikhochschule | haute école de musique il giornale del conservatorio 2|05 Editoriale Un addio, un traguardo, un inizio – e un grande punto interrogativo Lo scorso 24 giugno il Conservatorio ha perso un’altra delle sue colonne portanti. Il Dr. Ermanno Briner-Aimo, una forza trainante nella fondazione del Conservatorio e stretto collaboratore di mio padre, ci ha lasciati per sempre all’età di 87 anni. Munito di un’ottima ed ampia formazione nel campo della fisica, della matematica e della musica fu uno dei primi ad aver conseguito il prestigioso diploma come “Tonmeister” alla Hochschule di Detmold/Germania. Tornato a Lugano nel 1956 fu nominato capo servizio per la regia del suono alla RSI, funzione alla quale si aggiunsero ben presto anche altre. La fondazione dell’Accademia di musica della Svizzera italiana nel 1985 lo vede in prima fila, quale docente di storia della musica, acustica ed organologia e soprattutto quale uno dei quattro soci dell’associazione che gestisce la scuola. Piú tardi diventerà membro del consiglio della neo-costituita fondazione e membro onorario. Abbiamo perso una personalità che è sempre stata vicina al Conservatorio, un docente competente e rispettato, un uomo con principi chiari e “sani” che non cercava di nascondere, uno che detestava i compromessi “facili” a scapito della qualità. Ci mancherà. Ora non è piú provvisorio: è arrivato il riconoscimento formale ed il Conservatorio della Svizzera italiana è quindi una Scuola universitaria di musica a tutti gli effetti! Complimenti ed un grande “grazie” a tutti coloro che hanno contribuito a raggiungere questo traguardo ritenuto un miraggio ancora soli cinque anni fa. Non è ancora stato stappato lo champagne e già inizia una nuova era: quella di “Bologna” che sostituisce il modello del 1999. Anche se a livello federale diverse domande sono tuttora aperte la Conferenza delle Scuole universitarie di musica KMHS ha deciso di non rimandare il tutto al 2006. Segnatamente il concetto della “qualifica professionale” imposto dalla Conferenza dei Direttori della Pubblica Educazione CDPE nel 2004 – inoltre in aperto contrasto con le indicazioni della commissione di riconoscimento che fa capo alla stessa CDPE – ha provocato l’agguerrita resistenza delle Scuole universitarie di musica – unanime e compatte - e degli esperti. Affaire à suivre. Che cosa cambierà quindi per il Conservatorio della Svizzera italiana? Poco e tanto: i crediti formativi ci sono da due anni, la macrostruttura (Studio di base/Bachelor, Studio principale/Master) rimarrà pressoché invariata, eppure c’è un cambiamento di filosofia: al livello di Bachelor gli studi si svolgeranno secondo tre criteri base: crescente specializzazione, crescente individualizzazione e crescente coinvolgimento della ricerca nel processo di formazione, il tutto senza perdere di vista il leitmotiv della promozione della mobilità, fondamentale nel processo “Bologna” e fondamentale evidentemente per un istituto che si orienta ad un pubblico ed un mercato internazionale come il nostro. A pari passo con l’applicazione del modello di Bologna procede l’affiliazione della nostra Scuola universitaria di musica alla SUPSI. La collaborazione con la SUPSI si annuncia priva di problemi ma le condizioni finanziarie previste dal messaggio del 24 giugno ci preoccupano non poco. Ricordiamo: la commissione di riconoscimento ed il Cantone, in seguito alla prima visita della sottocommissione di riconoscimento nel 2002, avevano richiesto dei miglioramenti, miglioramenti effettuati ma non controfinanziati. In effetti, se i conti sono stati equilibrati fino al 2002, dal 2003 il deficit è aumentato e diventato strutturale. Ciò non per ultimo a causa dei contributi federali mancanti: previsti dal 2003 nella misura del 30% dei costi standard, sono stati posticipati al 2008 per i problemi finanziari della Confederazione che si limita intanto a versare dei contributi sotto il 5%. Il sussidio federale mancante supera perciò il milione di franchi (all’anno!), una somma che neanche un istituto che lavora con rigidi criteri di economicità come il nostro riesce a compensare. Ricordiamo: il costo per studente al CSI si situa ad un 50% (sic!) del costo standard nazionale, e ciò nonostante mancano ca. 3'000 franchi per studente. Cosa fare? Rinunciare al riconoscimento o alla sopravvivenza? Speriamo che il Gran Consiglio agisca come gli altri Cantoni che hanno deciso – seppur con entusiasmo limitato – di compensare fino al 2008 la mancanza del contributo federale. Christoph Brenner, direttore generale di più: Conservatorio 1999-2005: i conti della serva L’orchestra giovanile del Conservatorio in tournèe negli USA Quanti “Signori G.” abbiamo, noi? Caro Direttor Dillena, ho letto con interesse il suo editoriale sul Corriere del Ticino di qualche tempo fa intitolato “Il Signor G. e i suoi figli”. Nello scritto (fra l’altro, complimenti per la sua “penna narrativa”) ha dipinto con estrema efficacia il ritratto di un padre di famiglia disorientato e umiliato davanti ai due figli che è riuscito a far studiare con tanti sacrifici e che adesso si trovano con la laurea in tasca ma… disoccupati ed ai margini della società produttiva: “Ma a lui, cui la laurea appariva da giovane una mèta prestigiosa e irraggiungibile, vedere questi giovani accademici, brillanti e poliglotti, arrancare lungo una mulattiera, verso un’incerta destinazione, fa male al cuore.”. Devo subito confessarle che la cosa che mi ha colpito di più è stato il modo in cui è riuscito a delineare i dubbi, i pensieri, le angosce di questo uomo semplice che allo stesso tempo prova per i figli orgoglio e vergogna. Mentre leggevo mi chiedevo: “ma nella musica come siamo messi, quanti Signor G. ci sono nel nostro ambiente?” Stando alle statistiche federali siamo ben messi, meglio di economisti e ingegneri. Il tasso dei non occupati nel mondo della musica è tra i più bassi. Confermo che anche tra i laureati al Conservatorio della Svizzera italiana quasi tutti hanno trovato posti di lavoro, anche di alto, altissimo livello. I genitori che hanno figli che studiamo professionalmente la musica hanno inoltre un bel vantaggio… possono ritrovarsi solo sorpresi dai risultati professionali dei loro figli, dal momento che l’equazione musicista/artista = disoccupato è uno tra i pregiudizi più duri a morire. Certo, la vita del musicista non è facile, ma per chi lo è oggi? Solo 15/20 anni fa veniva detto: “entra in banca, almeno il posto è sicuro!”. Caro Direttor Dillena, le confido che oggi i bancari a spasso sono molti, ma molti di più dei musicisti professionisti. Termino dicendo ai tanti “Signor G.” di non abbattersi: se i vostri figli sono in gamba (per davvero e non solo sui libri) sapranno sicuramente trovare la loro strada… e magari anche l’ ”autostrada”. Roberto Valtancoli, membro di direzione Spazio21 incontra OGGIMUSICA Martha Argerich sostiene il Conservatorio Concerti: SWISS CHAMBER CONCERTS e NOVECENTO e presente L’agenda delle manifestazioni del Conservatorio? Consultate il sito www.conservatorio.ch 2 settembre 2005, numero 22, anno V CSI News In veste di rappresentanti del Conservatorio, dall’11 al 16 aprile scorsi Hubert Eiholzer e Massimo Zicari hanno partecipato ad una conferenza sulla nuova prospettiva dell’analisi e dello studio per l’interpretazione musicale attraverso le fonti fonografiche che si è svolta alla Royal Holloway University di Londra. È uscita la quarta edizione del popolarissimo libro del nostro docente di Didattica Roberto Braccini “Vocabolario pratico della musica” edito dalla Schott Musik. Questa edizione 2005, riveduta e ampliata, contiene piú di 4000 termini musicali in quattro lingue, destinata a musicisti, studenti, insegnanti e amatori che vogliono capire e usare la terminologia musicale in altre lingue. Il “Vocabolario pratico della musica” non è un libro accademico ma basato sull'esperienza pratica dell'autore, dallo studio di numerose partiture orchestrali, trascrizioni per piano e parti strumentali. Grandi specialisti di dizionari e musicologi sono stati consultati al fine di completare questo grande dizionario. É stata anche inserita la nuova terminologia della musica contemporanea, del jazz, della musica elettronica. Una dedica particolare coinvolge anche il Conservatorio in quanto il volume è dedicato alla memoria di Armin Brenner. Cristiana Nicolini, studentessa della Scuola Universitaria (Classe di Nora Doallo) ha vinto due primi premi pianistici in Italia. Si tratta del 1° premio assoluto di categoria al Concorso Nazionale “Hyperion” a Ciampino – Roma e il 1° premio al “Guido Monaco World Competition” a Montevarchi – Arezzo. L’Orchestra Due del Dipartimento Scuola di Musica del Conservatorio della Svizzera italiana è stata a Parigi nello scorso giugno. L’invito è arrivato da Radio France grazie ad un gemellaggio avviato con alcune scuole parigine quali il Collège Gambetta (Saint Etienne), il Collège Pablo Picasso (Noisiel), il Collège Alain Fournier (Clamart). L’orchestra è composta da 21 ragazzi d’età compresa tra i 10 ei 16 anni ed è organizzata da alcuni docenti della Scuola di Musica quali Jocelyne Helfenberger, Beat Helfenberger, Katalin Mayor. La fagottista Orsolya Juhász, studentessa unversitaria nella classe di Gabor Meszaros ha ottenuto il terzo premio (primo e secondo non assegnati) al prestigioso Concorso internazionale per Oboe e Fagotto di Lôdz (Polonia). Alla competizione avevano partecipato 26 fagottisti da tutto il mondo. 9 sono entrati alla seconda selezione, mentre solo tre sono giunti in finale, tra cui Orsolya Juhász, ungherese di nascita che studia in Ticino. Il soprano Barbara Zanichelli, che è stata allieva della classe di perfezionamento di Luisa Castellani presso la Scuola Universitaria di Musica di Lugano, dove si è diplomata con la lode nel 2003, ha eseguito in maggio, al Duomo di Milano, la prima mondiale di PRIMA ORA, per organo, soprano e tenore di K. Stockhausen. Il pezzo inaugura un ciclo di brani sulle ore del giorno dal titolo "KLANG", che segue quello teatrale sui giorni della settimana "LICHT". Per il concerto di Milano, Stockhausen ha espressamente richiesto il soprano Barbara Zanichelli che l'anno scorso, in uno dei concerti dei Corsi di Kürten, aveva eseguito un brano per sintetizzatore e voce. Stefano Parrino, assistente della classe di flauto di Mario Ancillotti presso la nostra Scuola Universitaria, su invito partito da Ramson Wilson, professore di flauto alla Yale University, ha tenuto recentemente una serie di concerti e masterclass in diverse Università statunitensi, tra le quali l’University of California, il Conservatory of Music Ohio, University Wisconsin, la Yale University, l’Ucla University di Los Angeles e molte altre. Stefano Parrino ha raccolto consensi e successo unanime sia da professori che da studenti. Nei suoi concerti ha presentato, oltre al repertorio tradizionale, anche nuovi pezzi per flauto solo, come ad esempio “FLUTILITIS” di Davide Zannoni, compositore italiano che vive a New York. Interesse hanno suscitato le sue masterclass e in particolare gli approfondimenti inerenti la tecnica della “respirazione circolare”, tanto da ricevere inviti per tenere altri corsi nel prossimo futuro. È stato edita dalla Ut Orpheus (www.utorpheus.com) la "Cantata a tre per la traslazione del sangue del glorioso martire S. Gennaro" (1793) per Soli, Coro e Orchestra di Giovanni Paisiello (1740-1816). Il curatore dell'opera è Massimo Zicari del Dip. Ricerca e Sviluppo del CSI, in collaborazione con Leonardo Muzii e Florian Grampp. Il volume consta di 208 pagine ed è in vendita a 60 EURO. L’Orchestra giovanile del Conservatorio della Svizzera italiana diretta da Anna Modesti suonerà all’Unesco Day il prossimo novembre a Bellinzona, sotto il patrocinio della Fondazione Castelli di Bellinzona. Tra gli sponsor dell’operazione, senza il cui contributo questo importante viaggio artistico, formativo e culturale non sarebbe stato possibile: Banca Raiffeisen, Associazione Via Nassa Lugano, Centro Commerciale di Tenero. A loro gli studenti, i docenti e la direzione del Conservatorio rivolgono i più vivi ringraziamenti. L’Associazione “Amici del Torchio” ha organizzato dal 4 al 16 settembre al Torchio delle noci di Sonvico una mostra fotografica dal titolo “Fotografando la musica”. Tra i soggetti anche studenti del Conservatorio che si sono prestati a questa iniziativa artistica tesa a trasferire il mondo dei suoni in immagini. Il sito del Conservatorio www.conservatorio.ch è stato interamente rinnovato. Il sito è ora graficamente più accativante e più navigabile, grazie ad un frame laterale fisso che si espande ad albero. Il sito del CSI ha una media di 400 visite giornaliere da 30 paesi del mondo. Nello scorso anno i contatti sono stati circa 150.000. Venerdì 16 settembre si è tenuto il Concerto dei solisti accompagnati dall’Orchestra della Svizzera italiana all’Auditorium della RSI di Lugano Besso. Gli studenti della Scuola Universitaria che si sono avvalsi di questa bella ed importante collaborazione ormai attiva da molti anni sono stati: Giovanni Crola, flauto; Marlène Prodigo, violino; Roman Mayor Alvarez, oboe; Severine Payet, clarinetto; Davide Muccioli, pianoforte. Il direttore d’orchestra è stato Luca Pfaff. La finale del 30° Concorso svizzero di musica per la gioventù 2005 si è tenuta con grande successo in maggio a Lugano, al Conservatorio della Svizzera italiana. La cerimonia di premiazione e il concerto dei premiati si sono tenuti all’Auditorio Stelio Molo della Radio della Svizzera Italiana, alla presenza di un folto pubblico che ha potuto apprezzare la qualità dei giovani strumentisti premiati. Gli studenti della Scuola di Musica del Conservatorio si sono affermati in maniera eccellente riportando importanti premi: -Trio “La Ciaccona”, 1° premio con lode, Lea Ruscher (1996, violino, Savosa), Alessandra Doninelli (1995, violoncello, Giubiasco), Kevin Giraudeau (1995, violino, Lugano Aldesago); -Lorenzo Reggiani 1° premio con lode (1995, chitarra, Lugano); -Lidia Cadamuro 1° premio (1992, chitarra, Barbengo); -Carmen Morotti 1° Premio (1990, chitarra, Agno); -Miriam Moretti 2° premio (1993, pianoforte, Semione); -Gianni Guida, 3° premio (1987, pianoforte, Castel S. Pietro). Congratulazioni vivissime agli allievi, ai docenti e un grazie particolare ad Ellen Frau per l’eccellente e impegnativa organizzazione del Concorso. Sabato 8 ottobre si tiene la “1a giornata mondiale degli Hospice e delle cure palliative”, nella nostra regione organizzata da Hospice Ticino. Il movimento delle cure palliative, si propone di sviluppare e promuovere tutte quelle cure atte ad alleviare le sofferenze fisiche, psicologiche e spirituali, dovute a malattia cronica e degenerativa. Per far meglio conoscere le cure palliative e chi ne può beneficiare l’Associazione ticinese di cure palliative, Hospice Ticino, la Lega ticinese contro il cancro, e il Servizio di cure palliative dell’Ente ospedaliero cantonale hanno deciso di partecipare attivamente alla giornata organizzando due momenti particolari: ore 11.00 – 15-00 PORTE APERTE nella sede di Hospice Ticino, viale dei Faggi 8, Lugano Cassarate; ore 17.00 CONCERTO delle orchestre della Scuola di musica e degli studenti del CSI nell’Aula Magna del Conservatorio. Alla manifestazione parteciperà anche la Consigliera di Stato Patrizia Pesenti. Seguirà un rinfresco. Massimo Zicari, del Dipartimento Ricerca e Sviluppo (Dip. R&S) nonché responsabile della Postformazione presso il Conservatorio della Svizzera italiana è stato invitato, in qualità di relatore, al prossimo convegno su "Musica e Formazione" che si terrà a Milano, Università di Milano-Bicocca, il prossimo 10 e 11 novembre, organizzato dalla facoltà di Scienze della Formazione. In questa occasione Massimo Zicari presenterà il nostro modello universitario e il concetto che il Dip. R&S ha cercato di sviluppare in questi anni presso il CSI. La pianista Laura Alvarez ed i percussionisti Pietro Luca Congedo e Simone Mancuso, tutti e tre studenti del nostra Scuola Universitaria, hanno riportato un prestigioso riconoscimento ricevendo un premio agli Stockhausen-Kurse di Kürten lo scorso agosto in Germania. I corsi sono tra i più rinomati al mondo per quel che concerne la musica contemporanea ed i tre giovani hanno ricevuto questo importante premio proprio dalle mani del celebre Maestro Karlheinz Stockhausen dopo un’ecellente esecuzione del suo “Schlagtrio für Klavier und 2X3 Pauken”. settembre 2005, numero 22, anno V 3 Ricerca e sviluppo Questioni nuove sulla natura dell’ascolto Primo Simposio del Research Centre for the History and Analysis of Recorded Music (CHARM), Londra L’attuale pratica musicale, il panorama discografico, l’uso estensivo dei supporti per la riproduzione audio, sollevano una serie di questioni nuove sulla natura dei cambiamenti occorsi nella pratica dell’ascolto della musica nell’ultimo secolo. In cosa consiste realmente un brano musicale se considerato nella sua forma immateriale, quella della registrazione audio? Vi è una differenza tra il tipo di apprezzamento estetico che deriviamo dall’ascolto di un’aria d’opera, diciamo Vissi d’arte, in una registrazione storica, acustica, e quello che deriva da una registrazione moderna, digitale, tecnologicamente all’avanguardia? Vi è una differenza tra l’ascolto di un’interpretazione dal vivo e quello di una registrazione effettuata in uno studio? La registrazione va considerata l’espressione sedimentata del lavoro artistico del musicista, o piuttosto il risultato di una catena produttiva cha ha tra i suoi attori il produttore e l’ingegnere del suono, oltre a quello dell’interprete? Queste e altre problematiche sono state sollevate e discusse in occasione della prima conferenza organizzata dal Research Centre for the History and Analysis of Recorded Music (CHARM) alla Royal Holloway University of London, dal 14 al 17 aprile scorsi a Londra. Saremmo tentati di dire che si è trattato di una conferenza “storica” dal momento che, malgrado la questione delle registrazioni sonore sia stata da tempo trattata da ricercatori provenienti da ambiti disciplinari diversi, questa conferenza ha fornito per la prima volta l’occasione per un incontro istituzionale finalizzato allo scambio di idee, di esperienze e di vedute in tal senso. Uno degli effetti più significativi del simposio è stato quello di far maturare, tra i ricercatori intervenuti, la coscienza che l’analisi della musica attraverso i supporti sonori possa essere considerata, da oggi in poi, piuttosto che una sotto-disciplina della musicologia, una nuova disciplina a se stante, dotata di un suo campo di indagine e di investigazione, sul quale convergono gli interessi non soltanto di studiosi vicini alla musica (musicologi, etnomusicologi, studiosi delle scienze cognitive, psicologi e) ma anche figure professionali il cui interesse è soprattutto rivolto alla questione dei diritti e all’uso commerciale dei supporti sonori (ingegneri, produttori e tecnici). Il simposio, che si è rivelato di altissimo interesse, anche per la qualità ed il livello di organizzatori ed ospiti è stato presieduto da Nicholas Cook, della Royal Holloway, già professore presso la Southampton University, ed ha visto intervenire personaggi quali John Rink (Royal Holloway), Eric Clarke (University of Sheffield), Daniel LeechWilkinson (King’s College), Robert Philip (Open University). Scopo del CHARM, il centro di studi che ha promosso il simposio, fondato nell’aprile del 2004 e sostenuto grazie ad una sovvenzione quinquennale di circa due milioni di franchi dell’Arts and Humanities Research Board, è quello di “promuovere lo studio della performance attraverso l’analisi delle registrazioni”. Con un secolo di musica registrata a nostra disposizione, lo studio della performance musicale dovrebbe porsi al centro dell’attenzione dello studioso e promuovere una musicologia basata non più sui testi scritti, ma piuttosto sulle registrazioni audio. Questo approccio risulta particolarmente significativo nella prospettiva di un conservatorio di musica, dove la ricerca potrebbe occuparsi in maniera privilegiata proprio di questo aspetto della storia della nostra cultura musicale. In particolare, il Conservatorio della Svizzera Italiana ha promosso la partecipazione di due suoi delegati, per poter prendere contatto con una realtà che si pone ai vertici del panorama internazionale. Lo scopo è quello di acquisire elementi fondamentali per la promozione della ricerca all’interno del Dipartimento Ricerca e Sviluppo, non da ultimo in funzione della implementazione di progetti (alcuni già esistenti, altri in procinto di prendere avvio) che hanno nello studio dei cambiamenti nello stile interpretativo dell’ultimo secolo il loro centro focale. Le problematiche che nascono intorno a questo nuovo ambito sono facilmente comprensibili. Tradizionalmente, la sola figura che si è occupata di ricerca sul campo facendo uso estensivo e sistematico delle registrazioni audio è stata (ed è tuttora) quella dell’etnomusicologo, di cui è ben nota la necessità oggettiva di orientare il proprio studio verso un oggetto musicale che non trova nel testo scritto il suo primo referente. La storiografia musicale ha tradizionalmente fatto propri criteri e orientamenti metodologici propri della storiografia e della filologia, facendo del testo scritto il punto d’origine e allo stesso tempo il punto d’arrivo del proprio percorso d’indagine, magari perdendo di vista quello che dovrebbe essere, in ultima analisi, l’oggetto più genuino della pratica musicale, la performance. Il quadro che oggi si sta profilando vede invece delinearsi una figura piuttosto eclettica di studioso, in possesso, da una parte, dei tradizionali strumenti di indagine storiografica e musicale e, dall’altra di quegli altri strumenti che lo mettono in grado di lavorare con le tecnologie più aggiornate dell’audio editing e dell’informatica. Hubert Eiholzer Massimo Zicari Dip. Ricerca e Sviluppo CSI 4 settembre 2005, numero 22, anno V Il Conservatorio della Svizzera italiana 1999-2005 Introduzione Nel 1999 il Conservatorio della Svizzera italiana era uno di 15 con- servatori svizzeri, un istituto piccolo con una buona reputazione per il suo livello qualitativo, ma di gran lunga il piú povero su scala nazionale. In effetti non figurava tra i conservatori che potevano aspirare a diventare Scuola universitaria di musica ed era perciò destinato alla chiusura. (v. allegato 1) Il merito dei risultati ottenuti è da attribuire a chi ha lavorato al e per il Conservatorio, a chi non ha rinunciato a battersi di fronte alle numerose difficoltà incontrate e a chi ha saputo affrontare l’improbabile, se non l’impossibile. Con il sostegno del Consigliere di Stato Giuseppe Buffi la domanda di riconoscimento fu mandata a Berna e poi successivamente formalizzata dal Consiglio di Stato che nel dicembre 2000 incaricò il Conservatorio di trasformarsi in Scuola universitaria di musica. I problemi allora erano molteplici: A livello nazionale andava affrontato il “cartello” delle grandi scuole, con una lunga tradizione, spesso fondate già nel 1800, provviste di strutture solide e con una disponibilità di mezzi finanziari che al CSI potevamo – e possiamo – solo sognare. La torta era già divisa – anche in prospettiva dei futuri sussidi federali - ed ulteriori concorrenti non erano graditi. A livello strutturale il Conservatorio si stava trasformando, partendo da un sistema a gestione familiare, con meccanismi semplici, economici ed efficaci ma non adatti alle nuove esigenze. A livello formativo il numero degli studenti (nettamente sotto i cento) non raggiungeva per niente la massa critica minima fissata a 250 studenti. Inoltre era richiesto un minimo di 3 corsi di studio. Bisognava quindi creare dal nulla nuovi curricula con nuovi docenti. A livello finanziario incontrammo però i problemi piú grossi: l’esigenza di trasformare il conservatorio da “azienda familiare” in scuola universitaria richiedeva notevoli investimenti nel personale e nell’infrastruttura. Per raggiungere lo standard finanziario delle scuole che avevano già portato avanti la trasformazione i costi si sarebbero dovuti quadruplicare. I passi compiuti sono stati i seguenti: Grazie ad una politica attiva ed un buon lobbying nella Conferenza dei Direttori dei Conservatori Svizzeri il fronte del “no” si è sgretolato. Il CSI è diventato membro fondatore della Conferenza delle Scuole universitarie di musica ed è rappresentato nel Comitato della stessa. Singole opposizioni erano e sono causate dal fatto che il Conservatorio, lavorando a prezzi stracciati, abbassa la media nazionale. Già nel 1999 la vecchia associazione (formata unicamente da quattro persone) fu trasformata in una fondazione. Bisognava creare i dipartimenti di ricerca e sviluppo e di postformazione e servizi. Veniva nominato un nuovo direttore. La formazione era da riorganizzare e da suddividere in uno studio di base (di 2-3 anni) ed uno studio principale (di 2 anni), in pratica una struttura 3+2 (anni) già orientata verso le normative europee formulate dalla Dichiarazione di Bologna. Nel 2003 sono poi stati rilasciati ulteriori regolamenti, organizzativi e del personale Ancora nel 1999, per poter dare piú sostegno ai giovani ticinesi e per ovviare al fatto che l’inizio della formazione sarebbe stato formalmente rimandato a dopo la maturità, venne creata la sezione preprofessionale da frequentare parallelamente al liceo ed unica nella sua forma a livello nazionale, con lo scopo di permettere ai giovani di prepararsi ad una formazione professionale e di poter distinguere i candidati “promettenti” da coloro ai quali è consigliabile scegliere un altro indirizzo di studio, riducendo di conseguenza il tasso di non riuscita o abbandono nella sezione professionale. In questa maniera viene resa possibile una gestione oculata delle risorse finanziarie, dato che l’allievo della sezione pre-professionale costa nettamente meno dello studente professionale. Oltre alla riorganizzazione degli studi sono stati creati nuovi curricula nell’ambito della direzione. È stato completamente riformato il curriculum di pedagogia musicale (Corso di studio I) e contemporaneamente il numero degli studenti è aumentato in modo controllato, secondo le disponibilità finanziarie, fino a raggiungere quota 140. Al livello finanziario l’evoluzione invece non c’è stata: da parte del Cantone il contributo non è cresciuto in modo significativo, da parte della città di Lugano non esiste nessun sussidio destinato alla sezione professionale e da parte delle Confederazione le promesse fatte sono risultate vane in quanto il contributo al settore sanità-sociale-arte (e quindi la musica), previsto per l’inizio dell’anno 2003 è stato rimandato (a fine 2002) di cinque anni al 2008. Contemporaneamente però le esigenze per il riconoscimento hanno richiesto degli investimenti consistenti. 2002 – anno di svolta La prima visita della commissione di riconoscimento alla fine del 2002 ci tolse la spada di Damocle della massa critica, portò ad un giudizio positivo inerente al nostro livello qualitativo, ma mise in evidenza la necessità di ulteriori sviluppi in ambito strutturale e finanziario. In sostanza – e questo fu un grande passo in avanti – vedeva nel Conservatorio un potenziale di Scuola universitaria. Per ottenere tale titolo però furono richiesti ulteriori miglioramenti, segnatamente in ambiti che richiedevano degli investimenti finanziari. Se fino al 2002 avevamo sempre investito nel rispetto dei margini dei mezzi finanziari disponibili (e quasi esclusivamente nella formazione a scapito dell’amministrazione), ora eravamo obbligati, considerando le richieste da parte della commissione, ma anche del Cantone, ad affrontare delle uscite supplementari, non controfinanziate, a meno di rinunciare al riconoscimento e, di conseguenza, di chiudere l’istituto. Il solo prolungamento della durata delle lezioni individuali da 60 a 90 minuti settimanali, criterio insindacabile, provocò un aumento di costi di diverse centinaia di migliaia di franchi. La situazione attuale Attualmente il Conservatorio lavora al 50% dei costi rispetto alle grandi scuole – con tutti i problemi connessi -, e difficilmente ci sarà un’altra scuola svizzera o ticinese (forse ad eccezione della Scuola Teatro Dimitri) obbligata a lavorare in condizioni simili, potendosi contemporaneamente vantare di un buon livello qualitativo e di un forte richiamo internazionale. Il contributo intercantonale per studente stabilisce il costo medio di tutte le scuole, incluse quelle non riconosciute a livello di Scuole universitaria, a 31'000 franchi. La media (costo standard) delle scuole già riconosciute che fanno capo alle Scuole universitarie professionali (Berna, Lucerna, Zurigo), si aggira per l’anno 2004 attorno ai 43'000 franchi. Il costo per studente al CSI è di 23'000 franchi*. (v. allegato 2) Nonostante l’estrema riduzione dei costi, il livello dei ricavi non permette neanche di coprire i costi attuali. Per arrivare ad un risultato pari, i costi andrebbero ridotti a 20'000 -, cifra assolutamente incompatibile con le esigenze del riconoscimento -, oppure i ricavi aumentati di 500'000 franchi. La grave situazione è causata principalmente dall’evidente inadeguatezza del contributo federale. La differenza tra il contributo annunciato e quello effettivo supera il milione annuo: per il CSI corrisponde ad un introito mancante (per gli anni 2003-2007) di ben 5 milioni di franchi… Di fronte a questa mancanza di sussidi federali gli altri Cantoni universitari hanno – seppure con poco entusiasmo – deciso di coprire il buco: il Canton Ticino invece, nel messaggio, propone di non seguire questo esempio e neanche prevede una copertura parziale. Oltre a questo non è ancora risolta la questione delle condizioni vincolanti per il riconoscimento, condizioni che richiedono ulteriori investimenti. *Secondo i criteri BBT/UFFT. Di solito i costi d’infrastruttura, per fare un esempio, non vengono contemplati. I costi “reali” di tutte le scuole sono quindi piú alti, ma rimangono, nel caso del CSI, nettamente sotto i fr. 30'000. settembre 2005, numero 22, anno V 5 10 punti Il CSI è un istituto con un alto livello qualitativo, rinomato a livello nazionale ed internazionale. Il CSI lavora con costi estremamente bassi – i piú bassi a livello nazionale -, al 50% del benchmark nazionale. Nonostante il costo estremamente basso mancano quasi 500'000 franchi annui fino al 2008. Non ci sono ulteriori margini per abbassare i costi, a meno che non si voglia rinunciare al riconoscimento quale Scuola universitaria, rinuncia che equivale ad una chiusura dell’istituto. A partire dal 2008 anche il settore SSA (Sanità, Sociale, Arte) dovrebbe approfittare dei contributi federali. Per il CSI si prospetta un contributo annuo sopra il milione di franchi. Chiudere l’istituto corrisponde alla perdita di 100 posti di lavoro. Considerando che la Scuola di musica sopravviverà difficilmente senza le sinergie con la Scuola universitaria, a meno di apportare tagli drastici, la cifra potrebbe aumentare a 200 persone. Chiudere l’istituto significa rinunciare ad un ente che ha un giro di affari di oltre 6 milioni di franchi (ben 4 senza la scuola di musica) con un impatto economico considerevole. Considerando gli sforzi politici e finanziari compiuti da altri Cantoni, con delle chance ridotte di vedere la propria scuola riconosciuta quale Scuola universitaria, la chiusura del nostro istituto, Scuola universitaria ormai riconosciuta, equivarrebbe ad una beffa nazionale. Chiudere l’istituto significa rinunciare ogni anno fino al 2007 a ben 500'000 franchi di contributi intercantonali e federali, e quasi 2 milioni dal 2008 in poi. Chiudere l’istituto equivale ad un aumento dei costi per contributi intercantonali, da versare agli altri cantoni, senza tener conto di una – prevedibile - maggiore esigenza di borse di studio. In altre parole: ci saranno delle spese - alte - senza un ritorno diretto sul territorio. Ricerca e sviluppo Back, Looking Through and Looking Forward Looking Il 27 ed il 28 ottobre 2005 si tiene presso il Conservatorio della Svizzera italiana la conferenza dal titolo “Looking Back, Looking Through and Looking Forward”. Con questa tavola rotonda, il Dipartimento Ricerca e Sviluppo del CSI si prepone l’obiettivo di riportare all’attenzione degli studiosi e di tutti gli interessati una delle questioni più controverse che animano gli studi più recenti nel campo della Psicologia e della Pedagogia della Musica, quella del “Music Modelling” ovvero dell’uso di modelli uditivi all’interno dei processi di apprendimento musicale. Occasione per questo approfondimento è offerta dalla recente pubblicazione di Mastery through Imitation: A preliminary Study, di Tânia Lisboa, Aaron Williamon, Massimo Zicari e Hubert Eiholzer, su “Musicae Scientiae”, giornale della “European Society for the Cognitive Sciences of Music”, a conclusione di un progetto di ricerca, dallo stesso titolo, svoltosi a Lugano, presso il CSI, in collaborazione con il Centre for the Study of Music Performance del Royal College of Music di Londra, e finanziato dal Fondo Nazionale Svizzero per la Ricerca Scientifica. Obiettivo degli animatori sarà quello di avviare la discussione su questioni relative alla natura del progetto in sé, alle implicazioni relative al fare ricerca in un Conservatorio di musica, alle difficoltà ideologiche dovute a questo nuovo approccio nei confronti della pratica musicale, e alle questioni metodologiche relative alla necessità di ottenere risultati scientificamente consistenti ma, allo stesso tempo, spendibili nella pratica musicale e quindi utili per migliorare la qualità dell’approccio verso di essa, da parte dei musicisti. Allo scopo sono stati invitati ad apportare il loro contributo alla discussione i protagonisti di questo progetto, Tânia Lisboa ed Aaron Williamon, del Royal College of Music di Londra, Hubert Eiholzer e Massimo Zicari del Dipartimento Ricerca e Sviluppo del CSI. A questi si affiancherà, “primus inter pares” il professor Harald Joergensen Rettore della Norwegian Academy of Music di Oslo, autore di numerosi volumi sulle teorie della musicalità, la storia dell’educazione musicale nelle scuole in Norvegia e più in generale nel campo della psicologia della musica. L’appuntamento, per le sue implicazioni relative alle problematiche e alle strategie dell’apprendimento si prospetta ricco di spunti di riflessione ed ulteriore discussione. 6 settembre 2005, numero 22, anno V L’orchestra giovanile del Conservatorio in tournèe negli USA. Il racconto. A dieci anni dalla nascita del progetto col- lettivo per le classi di strumento ad arco all’interno della Scuola di Musica del Conservatorio della Svizzera Italiana, nonostante il livello sempre più alto delle diverse orchestre, nonostante l’interesse sempre maggiore che l’iniziativa inizia a riscuotere nell’ambiente della formazione e dell’educazione musicale europea, e nonostante l’invito ormai ufficiale del prof. Robert Culver, inse“Abbiamo registrato il nostro primo (vero) CD, e sembra venire bene (spero!)… Era quasi più faticoso fare silenzio che suonare….” (Saskia) gnante di fama internazionale presso l’Università del Michigan, il poter partire per una serie di concerti negli Stati Uniti sembrava un sogno davvero impossibile. I problemi, dall’enorme mole di lavoro organizzativo alla gravità degli aspetti finanziari, sembravano insolubili, ed è soltanto grazie al sostegno dei genitori (e di Paolo Brenna in particolare) ed al supporto organizzativo delle strutture del Conservatorio se sono riuscita a non abbandonare il progetto nei momenti più difficili della sua preparazione. La motivazione e la serietà dei ragazzi, inoltre, hanno ulteriormente contribuito a sostenere il mio impegno: così il 17 giugno, siamo finalmente partiti per gli USA. Abbiamo trascorso la prima settimana ad Ann Arbor, sede dell’Università del Michigan. In questo periodo siamo stati ospiti presso il Campus Universitario di Concordia University nell’ambito di American Workshop, una settimana di incontri di aggiornamento per gli insegnanti di strumento ad arco che operano nell’ambito delle scuole pubbliche americane. Spesso abbiamo avuto pubblico, durante le prove, e forse a momenti ci siamo sentiti un po’ sotto esame… ma anche questo ha contribuito all’efficacia e all’intensità del nostro lavoro, ed è stato emozionante, di prova in prova, percepire il crescere della compattezza e pienezza della nostra sonorità, l’affinarsi dell’intonazione nei passaggi più scoperti, ed il miglioramento globale della qualità della nostra orchestra! Il quarto giorno abbiamo inciso il nostro (primo) disco. Quanto eravamo tesi mentre Robert Martens, il tecnico del suono, regolava i microfoni in sala e noi provavamo i brani da incidere! E quanto è stato emozionante ascoltare, ancora dalla sala di registrazione, la prima traccia del nostro CD! Robert ci ha poi fatto un grande regalo preparandoci subito il master e centocinquanta dischi da vendere durante i concerti successivi, in modo da poter rientrare nelle spese il più rapidamente possibile. Nei giorni successivi, oltre al susseguirsi delle prove in funzione dei successivi concerti, i “All’inizio pensavo che non ce l’avremmo mai fatta ad arrivare in Michigan, e neppure a raggiungere la Malpensa”…. (Giacomo) ragazzi hanno potuto partecipare alle attività connesse con American Workshop: conversazione inglese, musica country con Ben Culver e i Saline Fiddlers - un gruppo di ragazzi della stessa età che suonano repertorio popolare americano - , violino jazz e lettura serale, insieme con tutti gli insegnanti iscritti al corso, della bellissima serenata per archi di A. Dvorak, diretti da M°. James Tapia. L’unico nostro “dovere”, durante questa prima settimana, è stato quello di servire, per un’ora al giorno durante i tre giorni consecutivi alla registrazione, come laboratorio “Il concerto ha avuto molto successo (qualcuno ha anche versato qualche lacrima, da tanto era commosso…) e in più i nostri CD sono stati venduti alla grande!” (Livia e Irene) Durante i primi tre giorni abbiamo esclusivamente studiato e provato intensamente. Non avevo infatti voluto sovraccaricare con prove supplementari i ragazzi, fin troppo stanchi e stressati a causa dell’ultimo periodo scolastico e degli esami di passaggio che la maggior parte di loro aveva dovuto sostenere, prima della partenza: tuttavia a quel punto era veramente necessario rimettere in sesto il nostro programma! ca da camera a Lake Forest, poco lontano dalla città, presso il Midwest Summer Camp, uno dei maggiori e più rinomati campus musicali estivi per ragazzi tra i tredici e i diciotto anni del Midwest americano. Dopo il concerto, i ragazzi del campus ci hanno ospitato nelle loro camere per la notte, così abbiamo avuto l’opportunità di assistere anche alla master classe che William Preucill, primo violino del famoso quartetto Cleveland, ha tenuto il mattino successivo. per il corso di direzione d’orchestra che il M° Tapia stava tenendo per i partecipanti al workshop. Ci siamo inoltre prodotti in due concerti, di cui uno si è svolto fuori dal campus e l’altro ha costituito la manifestazione conclusiva di American Workshop. Ci siamo in seguito trasferiti a Chicago, dove abbiamo trascorso il resto del tempo. Qui abbiamo offerto un nostro concerto ai ragazzi che stavano seguendo i corsi di musi- Dopo l’ultimo concerto, a favore dell’American-Italian group for human realations, ci siamo infine goduti gli ultimi due giorni a Chicago da turisti, visitando uno dei più grandi laboratori di liuteria della città, arrampicandoci fino all’ultimo piano di uno dei grattacieli più alti del mondo, visitando i famosissimi (e immensi) musei d’arte e di storia naturale, e …facendo shopping nella lussuosissima Michigan Avenue. Durante tutto il viaggio, a mia iniziale insaputa, i ragazzi hanno composto insieme un “diario di bordo”, in cui hanno annotato le loro sensazioni e i loro pensieri. Si ringraziano specialmente: Gli sponsor: Gli Amici del Conservatorio, Nazionale Svizzera Assicurazioni, l’Associazione Castelli di Bellinzona, l’Associazione Commercianti di Via Nassa, L’Associazione Castelli di Bellinzona, Il Comune di Lugano, Il Comune di Bellinzona. I genitori: Paolo Brenna, Bettina Doninelli,Elena Martignoni. I colleghi: Domenico Cutrì e Augusto Salazar La struttura del Conservatorio e in particolare, Christoph Brenner, Roberto Valtancoli e Ellen Frau. Anna Modesti, docente CSI Pillole SMUS (Dip. Scuola di Musica) I campus della SMUS hanno riscosso anche quest’anno un notevole successo: le orchestre, il coro, il campus di musica d’insieme e i flauti dolci hanno raccolto oltre i duecento partecipanti e hanno richiesto l’assistenza di una ventina di docenti. L’interesse di ragazzi e genitori è per queste iniziative sempre in crescendo, ciò ci stimola ulteriormente nel proseguire questi validi momenti di formazione e socializzazione. Un grande grazie a tutti i docenti che si mettono a disposizione e un invito a chi non ha ancora provato queste iniziative a volerlo fare. Dal semestre autunnale 2005/2006 i corsi di solfeggio saranno gratuiti per tutti gli allievi SMUS: in seguito ad una iniziativa del Cantone infatti sarà possibile frequentare i corsi di solfeggio senza costi supplementari. Ciò favorisce da un lato i nostri utenti, dando loro la possibilità di completare la formazione musicale senza costi supplementari, d’altro canto bisognerà studiare attentamente insieme ai responsabili del Cantone quali potrebbero essere le conseguenze finanziarie per la Scuola. Da questo anno scolastico la struttura degli esami di livello verrà leggermente modificata: non saranno più centralizzati gli esami dal livello medio 1 in avanti, bensì la fine di ogni ciclo formativo vedrà un esame centralizzato, di conseguenza inferiore 4, medio 3 e superiore 3. Oltre all’esame strumentale verranno effettuati dei colloqui orientativi con gli studenti, in modo da rendere l’esperienza dell’esame ancora più formativa. A Lugano verrà avviato durante questo anno scolastico un progetto pilota che prevede la dislocazione di alcuni saggi presso le case per anziani della città. Questo progetto in collaborazione con gli istituti sociali comunali mira a creare delle occasioni di scambio e di incontro tra varie generazioni, a portare momenti musicali agli anziani. Tra gli obiettivi annuali della SMUS per il futuro, riveste particolare importanza il progetto di collaborazione con altre scuole di musica: è nostra idea cercare di potenziare questo settore cercando di far beneficiare il più possibile gli utenti delle scuole di musica di sinergie tra i vari istituti che operano in questo campo. Un invito quindi a tutti i docenti e genitori di segnalare eventuali conoscenze o possibilità ai responsabili regionali o al responsabile SMUS. settembre 2005, numero 22, anno V 7 I docenti del CSI: Incontro con Ivo Antognini Presentazione... di me stesso Musica Jazz e musica Classica Essenzialmente mi sento… uno e trino. “Trino” perché sono attivo come compositore, specialmente di musica per l’immagine (film e documentari), come insegnante di ascolto al Conservatorio e infine come pianista Jazz. “Uno” perché queste tre discipline molto diverse fra di loro le pratico con la stessa passione e con il medesimo coinvolgimento emotivo. Adoro scrivere musica perché essendo un po’ “orso” mi piace stare solo e sono convinto che la solitudine sia una condizione indispensabile per la composizione. E poi partire da un foglio bianco rappresenta ogni volta una nuova sfida; é come improvvisare... ma a velocità ridotta. Insegnare ascolto è per me un piacere: è un bisogno naturale trasmettere ciò che ho imparato e imparo ogni nuovo giorno. Non è però così scontato trovare il modo più idoneo per riuscire nell’impresa. Penso che diventerà sempre più complesso educare i futuri musicisti ad ascoltare una musica che ogni anno diventa più vecchia e al Conservatorio cerchiamo appunto con tutte le forze di... conservare. Più o meno ogni cinque anni mi diverto a registrare un CD di musica Jazz con mie composizioni; per fare ciò riunisco attorno a me amici musicisti o artisti incontrati per caso e cerco di creare un clima famigliare e piacevole. È molto importante per me fissare dei momenti nella mia vita artistica; mi permette di guardare con calma e da lì ripartire ... per un’altra destinazione. È possibile, e anche frequente, trovare un jazzista (soprattutto trombettista o sassofonista, molto più raramente pianista o contrabbassista) che suona ad orecchio ed è comunque molto bravo. È praticamente impossibile trovare l’equivalente nella musica “seria”, autistici esclusi. È possibile incontrare un pianista “classico” che pur essendo bravissimo tecnicamente non sappia suonare nulla al di fuori di ciò che legge. È impossibile trovare il corrispettivo nella musica Jazz. Quindi possiamo concludere che un musicista Jazz deve per forza saperne di più sulla musica che suona rispetto ad un musicista classico. È obbligato, non ha via di scampo. Ed inoltre se non ascolta è spacciato. Il Jazz è basato sull’ascolto reciproco degli esecutori. Con questo non voglio dire che il mondo della musica “seria” sia pieno di sordi e di ignoranti. Però c’è questa possibilità, specialmente per quanto riguarda l’ignoranza. E purtroppo i musicisti classici snobbano spesso i jazzisti ritenendoli di serie B. Al contrario i jazzisti hanno di solito una grande ammirazione per i musicisti classici perché quest’ultimi riescono a suonare senza errori le note che hanno per ore ed ore studiato... È paradossale, ma è così! La mia opinione personale è che i jazzisti dovrebbero concentrarsi di più sulla cura del suono e sulla scrittura di composizioni più interessanti e sull’altro fronte i “classici” dovrebbero ritrovare il piacere di improvvisare, magari in piccoli ensembles, su delle strutture armoniche anche molto semplici. Credo fermamente che la musica la si può capire solo suonandola e scrivendola, non guardandola o ascoltandola. Pensieri a proposito del Conservatorio Quando io ho iniziato a studiare in questa scuola (sono stato in assoluto uno dei primi studenti) non avrei mai pensato che un giorno sarebbe diventata una Scuola Universitaria di Musica. Oggi abbiamo studenti ed insegnanti da tutto il mondo e ciò è un grande arricchimento per gli allievi e anche per i docenti stessi. Io sono stato molto fortunato perché quando iniziai ad insegnare ascolto, nel 1987, l’allora direttore, Armin Brenner, mi diede completa carta bianca e ciò mi ha permesso di sperimentare e rinnovarmi di anno in anno senza nessun tipo di impedimento. L’esperienza maturata in poco meno di due decenni sto cercando di trasformarla in un libro che ha l’obiettivo di spiegare la struttura del ritmo, della melodia e dell’armonia e il modo in cui questi tre elementi interagiscono fra di loro. Mi sono promesso che entro il 2006 terminerò di scriverlo. Io ritengo che il CSI sia una scuola molto interessante per gli studenti. Offre loro delle opportunità che tante altre scuole nemmeno si sognano. Sto pensando in particolar modo a Musica del ‘900, la stagione “Passato e Presente”, al fatto di poter suonare nell’ambito del progetto Martha Argerich accanto a musicisti eccezionali e anche ai vari corsi di improvvisazione che il nostro Conservatorio propone. Ora c’è anche la possibilità di intraprendere uno studio con indirizzo verso la composizione. Certo, non è tutto rose e fiori: dal punto di vista dell’organizzazione possiamo solo migliorare. E poi c’è l’eterno problema dell’insonorizzazione dei locali. Per un musicista che sta studiando è fondamentale avere il silenzio attorno a sé. A parte questi piccoli inconvenienti, per me insegnare al CSI è sempre stato un onore, un piacere e una passione. Se escludiamo il mese di giugno che è sempre quello più sfibrante perché ci sono tutti gli esami e studenti e insegnanti stanno esaurendo le energie devo dire che a scuola ci vengo sempre con il buon umore pur sapendo che le mie giornate qui al Conservatorio sono sempre molto lunghe. Pensieri a proposito dell’ascolto Educare un individuo all’ascolto è una delle imprese più ardue. Sono talmente tante le cose che si possono e a volte si devono ascoltare contemporaneamente! Facciamo un esempio concreto. Stiamo ascoltando il primo movimento di una sinfonia di Beethoven: - quali sono gli strumenti che suonano? - siamo in una tonalità maggiore o minore? - mi è possibile riconoscere la “melodia” - riesco a distinguere chiaramente le note dei contrabbassi e violoncelli? - l’intonazione è buona? - gli attacchi sono precisi? - ci troviamo in 4/4, 3/4, 6/8 o 2/4? - riesco a capire su quali gradi armonici Beethoven si sposta? - capisco quando e verso quale tonalità avvengono le modulazioni? - l'orchestra suona con strumenti d’epoca oppure moderni? - l' equilibrio tra le varie sezioni è soddisfacente? - la qualità della registrazione è buona? - questa musica mi trasmette un’emozione? Quale? Potremmo continuare per ore parlando del fraseggio, della dinamica, dell’interpretazione, dei respiri, dello stile, della forma e di quant’altro. Ma per poter rispondere anche ad una sola di queste domande serve esperienza. Mi spiego: come fa uno studente di musica a riconoscere gli strumenti che sta ascoltando se tutto il giorno si rintana nella sua stanza e suona la sua chitarra per otto ore consecutive e gli unici tre concerti all’anno a cui partecipa sono dei recital chitarristici? Come sarà possibile per uno studente di pianoforte che studia da anni su uno strumento scordato comprendere se una nota è calante o crescente? Come farà l’arpista che conosce solo i brani che ha suonato a distinguere una composizione di Bach da una di Vivaldi o Haydn? Come riuscirà il soprano leggero a distinguere chiaramente ciò che stanno suonando i contrabbassi se l’unica sua preoccupazione è intonare le note che escono dalla sua bocca? E’ una questione di attitudine: ascoltare vuol dire fare silenzio, mettere da parte l’ego e essere pronti a creare il vuoto per imparare a capire piano piano e sempre di più la musica che suoniamo o che ascoltiamo. Posso garantire che le persone più egocentriche ed egoiste sono quelle che in percentuale ascoltano meno rispetto a ciò che il DNA musicale potrebbe permettere loro. Al contrario gli altruisti e le persone generose di solito riescono ad ottenere buoni risultati in Ascolto. Ci sono le eccezioni e comunque è chiaro che se uno nasce in una famiglia di musicisti diventa tutto molto più semplice. Breve presentazione del CD “Feggàri mou” Il CD dal titolo “Feggàri mou” (in greco significa “Luna mia”) contiene otto composizioni originali di Ivo Antognini. La sezione ritmica è formata da Stefano Dall’Ora (contrabbasso) e Silvano Borzacchiello (batteria) oltre ad Ivo Antognini al pianoforte. Troviamo pure Arno Haas ai sassofoni, Jochen Feucht ai sassofoni e al corno di bassetto, Oskar Boldre alla voce, Claudio Pontiggia al corno francese, Marco Fratantonio alla fisarmonica e Marco Brioschi al flicorno. Partecipa anche Danilo Moccia (trombone) in un brano. Le otto composizioni sono molto diverse fra di loro, per strumentazione, velocità, forma e caratteristiche melodico-ritmiche. Troviamo brani di modern Jazz dal sapore mainstream, melodie molto mediterranee miscelate ad armonie gustosamente raffinate, delicate ballads dalle sfumature notturne dove i musicisti hanno il giusto spazio per colorare la tela bianca con le loro improvvisazioni. Gran parte degli incassi provenienti dalla vendita di questo CD saranno devoluti all’Associazione GIROTONDO di Lugano che aiuta i bambini in tutto il mondo. Il CD lo si può acquistare nella Biblioteca del Conservatorio oppure è possibile comandarlo via e-mail scrivendo a [email protected]. Chi volesse può anche ordinarlo per posta scrivendo a Gramon Edizioni – casella postale 13 - 6994 Aranno. Il CD è in vendita a fr. 30.- 8 settembre 2005, numero 22, anno V Incontri di Spazio21 in collaborazione con il festival OGGIMUSICA Dal 27 al 30 ottobre il Conservatorio ospiterà una coproduzione con il festival OGGIMUSICA. Cinque produzioni concertistiche e altrettante conferenze. L'intrigante titolo "La dimensione dello strappo" farà da file rouge alle scelte musicali. Alcuni degli strappi tematizzati sono, per esempio, quello tra la musica affidata a una dimensione grafico/simbolica (la notazione in partitura) e quella che nasce nell'improvvisazione, quello di ordine cronologico che vede coesistere nell'oggi musica del presente e musica del passato, quello che si riferisce alle funzioni della musica distinguendo, per esempio, una musica creata solo per sé (assoluta) da una destinata a combinarsi con altre forme d'espressione (come la musica per film). Le conferenze che intendono aprire uno spazio di approfondimento teorico, e che inevitabilmente daranno corpo ad un ulteriore "strappo" (tra musica e parola), ruotano attorno ad una tematica tanto evidente quanto trascurata: l'ascolto. Fin dai suoi albori la filosofia ha articolato pensieri e significati intorno a quel fenomeno peculiare che è l'esperienza dell'ascolto musicale. Come ogni esperienza, anche l'ascolto non ha mai smesso di percorrere una strada lungo la quale ha mille volte cambiato aspetto, divenendo l'oggetto linguistico di mille differenti interpretazioni. Non si può parlare di un'interpretazione dell'ascolto musicale, ma di una serie di interpretazioni che formano a buon diritto la "storia dell'ascolto musicale". La filosofia è quella scienza che si è presa carico nel corso della storia di essere "soggetto" di queste interpretazioni. Solo ripercorrendo le tappe di questa storia e scavando fino alle radici di questa esperienza sarà possibile costruire un senso autentico intorno all'ascolto musicale. Gli incontri di queste giornate, mettendo a confronto voci diverse e impostazioni teoretiche anche assai divergenti fra loro, intendono fare il punto sulla ricerca filosofica applicata alla musica. Raramente, anche negli ambienti specialistici, alcuni dei protagonisti più autorevoli della filosofia contemporanea si sono confrontati sul senso dell'ascolto. Prendendo le distanze dalla chiacchiera musicale, e con lo scopo di sviluppare un discorso autenticamente e genuinamente filosofico, questi incontri contribuiranno a rimettere l'ascolto musicale al centro della discussione teoretica contemporanea. Nadir Vassena, membro di direzione Diventa AMICO L’associazione AMICI del Conservatorio vuole proporsi a tutti gli amanti della musica e della cultura come punto di riferimento per favorire idealmente e finanziariamente la Fondazione del Conservatorio della Svizzera italiana per lo svolgimento di attività artistiche e didattiche. Comitato 2005 Carlo Donadini, presidente Felice Dafond, vicepresidente Marc Andreae Efrem Beretta Alfredo Gysi Lucienne Rosset-Zoboli Roberto Valtancoli Progetti 2005 *Borse di studio: consegnate 13 borse a studenti del CSI *Sostegno alle orchestre: aiuto finanziario al viaggio negli Stati Uniti dell’Orchestra giovanile della Svizzera italiana (articolo pag. 6) *Sostegno pubblicazione libro di Harvey Sachs per i 20 anni del CSI *Sostegno rinnovo pianoforti: in corso di definizione Venerdì 28.10.2005, Conferenza: Carlo Sini (20.00) Concerti: duo Frank-Schucan; Médéric Collignon (20.30) Sabato 29.10.2005 Conferenze: Gianluca Capuano (10.00), Elio Matassi (11.30), Quirino Principe (15.00), Hubert Eiholzer (16.30) Concerto: Ensemble Opera21 (20.30) Domenica 30.10.05 Conferenza: tavola rotonda con tutti i conferenzieri (10.00) Concerto: Ensemble Antipodes (11.00) Info Associazione degli "Amici del Conservatorio della Svizzera Italiana" Via Soldino 9 6900 Lugano Tel 091 9603040 Fax 091 9603041 CCP 69-6772-3 [email protected] Diventi socio: il suo aiuto è importante Si, voglio diventare membro Quote per anno: persone singole 40 fr. coppie 70 fr. persone giuridiche da 300 fr. studenti e giovani sotto 25 anni 20 fr. Programma dettagliato disponibile presso il CSI o scrivendo a [email protected] Nome e cognome Volete essere aggiornati sulle attività del Conservatorio per mail? Segnalatevi a [email protected] Indirizzo E-mail (per il newsletter/manifestazioni) Data e firma settembre 2005, numero 22, anno V Caro pubblico, Gli Swiss Chamber Concerts sono nati all’inizio del XXI secolo dall’unione delle tre serie di concerti da camera che si svolgevano a Ginevra, Zurigo e Basilea. Proponendo questa serie anche in Ticino – per la prima volta cinque anni fa a Bellinzona – abbiamo coperto le tre regioni linguistiche svizzere e garantito una (e l’unica) serie di concerti che si estende a livello nazionale. Gli interpreti proposti sono per la maggior parte svizzeri di reputazione internazionale. Per la stagione 2005/06 invitiamo il pubblico per la prima volta a Lugano. Vivrete momenti indimenticabili grazie ad una programmazione originale che si estende dai capolavori della musica barocca e classica fino alle affascinanti esecuzioni di musica contemporanea. Gli SWISS CHAMBER CONCERTS restano fedeli al loro principio e infatti durante la prossima stagione di concerti si potrà constatare una volta di più quanto grandi e varie siano le possibilità espressive date all’interno di tutti i concetti musicali seri: la musica del primo Barocco si fonderà con elementi moderni del free jazz, grazie a raffinate tecniche di esecuzione si creeranno sonorità del tutto nuove e magiche nei numerosi brani di musica contemporanea, la musica elettronica live incontrerà uno dei più antichi strumenti a fiato, l’improvvisazione si rivelerà essere una sorgente di energia primordiale tanto in composizioni nuove quanto nell’esecuzione di brani di musica antica. Si potranno riudire opere d’importanza fondamentale nella storia della musica, come le Variazioni Goldberg di Bach o i 24 Capricci per violino solo di Paganini, e la varietà dell’offerta sarà assicurata grazie a tre prime assolute (opere commissionate da Pro Helvetia a compositori svizzeri), due prime svizzere, dieci prime ticinesi ed un promettente contributo letterario. 9 Il 250. della nascita di Mozart verrà sottolineato da tre opere simbolicamente scelte per permetterci di gettare uno sguardo ravvicinato sulle sue composizioni, sempre geniali. L’esecuzione di uno degli ultimi quartetti di Beethoven alla fine della stagione è la rappresentazione metonimica di questo programma ricco di momenti brillanti, di sorprese, di humour e di sensualità e che offre un’alternativa a quanto i cartelloni generalmente propongono. I musicisti degli SWISS CHAMBER CONCERTS sono pronti a scoprire e percorrere insieme a voi questo affascinante viaggio musicale. Anche durante la prossima stagione avrete la possibilità di conoscere molti volti nuovi e ottimi giovani artisti: abbonatevi oggi stesso! Spero di incontrarvi numerosi al Conservatorio della Svizzera Italiana. la vostra Rachele Giudici Responsabile per il Ticino degli SWISS CHAMBER CONCERTS Programma fino a marzo Domenica 6 novembre 05, 20.30 h Conservatorio della Svizzera Italiana Paganinian(n)a Niccoló Paganini 24 Capricci per violino solo op.1 Iso Camartin Lettura di testi suoi, ispirati dal diabolico virtuosismo dei capricci e dalla magia della musica. Swiss Chamber Soloists: Anna Reszniak, violino (1° premio del Concorso Rahn); Iso Camartin, recitante Mercoledì 21 dicembre 05, 20.30 h Conservatorio della Svizzera Italiana Variazioni Goldberg J.S. Bach Variazioni Goldberg BWV 988 in una versione per trio d’archi,interpretata su tre strumenti barocchi. Swiss Chamber Soloists: Hanna Weinmeister, violino; Jürg Dähler, viola; Thomas Grossenbacher, violoncello Lunedì 30 gennaio 06, 20.30 h Conservatorio della Svizzera Italiana Schattenblätter Gabriel Fauré Trio op.120 in re minore per pianoforte, clarinetto e violoncello (1922-23) Klaus Huber (1924) Schattenblätter (1975) per clarinetto basso, violoncello e pianoforte prima ticinese Michel Roth (1976) prima mondiale (2005/06) composizione commissionata da Pro Helvetia Alexander v. Zemlinsky Trio in re minore op. 3 per clarinetto, violoncello e pianoforte Vega Trio: Reto Bieri, clarinetto; Antoine Lederlin, violoncello; Ricardo Bovino, pianoforte In collaborazione con il Percento culturale Migros Venerdi 3 marzo 06, 20.30 h Conservatorio della Svizzera Italiana Mosaic J.S. Bach / W.A. Mozart Adagio e Fuga in do minore per archi, KV 546 Elliott Carter (1908) Enchanted Préludes per flauto e violoncello – prima ticinese J.S. Bach Estratti dall’«Arte della Fuga», BWV 1080 Elliott Carter Mosaic (2004) per ensemble strumentale prima svizzera Heinz Holliger (1939) Toronto Exercises per ensemble strumentale (2005) – prima svizzera W.A. Mozart Quintetto per clarinetto ed archi in la maggiore, KV 581 Swiss Chamber Soloists: Ursula Holliger, arpa; Heinz Holliger, oboe; Felix Renggli, flauto; François Benda, clarinetto; Muriel Cantoreggi, violino; Urs Walker, violino; Jürg Dähler, viola; Daniel Haefliger, violoncello; Johannes Nied, contrabasso; Matthias Würsch, percussione In memoriam Arturo Benedetti Michelangeli (1920-1995) In occasione della ricorrenza del decimo anno dalla scomparsa del grande pianista e maestro Arturo Benedetti Michelangeli la signora Lotti Lehmann (Bottega del Pianoforte, Lugano), sua fidata amica, ha risposto molto gentilmente ad alcune domande che le ho posto. Cortesia Cord Garben Quando e in che occasione ha conosciuto il Maestro? “...Quando lavoravo ancora per il noto negozio di pianoforti “Colombo” di Lugano, il maestro Arturo Benedetti Michelangeli mi fu affidato come cliente, ed è stato un caso fortunato conoscerlo...” Che personaggio era, che carattere aveva? “... Era una persona molto riservata che più di far conoscere la sua vita privata voleva far conoscere la sua musica, insegnare. Sotto l’aspetto umano donava moltissimo ai suoi allievi, a volte li ospitava addirittura a casa sua per dei corsi!”. (La signora Lehman ricorda il maestro con molto cuore e continua con un sorriso). “... Il Maestro amava moltissimo la montagna, la natura e gli animali. Aveva una baita in Trentino e passava molto tempo in quei luoghi; era amico dei fratelli Pedrotti, membri del coro della SAT... Egli armonizzò ben 19 canti popolari di montagna proprio per questo coro!”. Il suo rapporto con il Ticino e con Lugano? “ ... Arturo Benedetti Michelangeli abitava a Pura qui sul lago di Lugano, in una casa molto semplice, immersa nel verde e amava la tranquillità e l’intimità di quella casa...”. Che ricordo ha di Michelangeli? Qualche aneddoto? “... Un ricordo molto curioso riguarda il suo gatto, che è tutt’ora qui con me... L’ho trovato io personalmente mentre passeggiavo sul passo dello Stelvio, mi ha seguito e nonostante il mio impegno per riportarlo al suo padrone, quel piccolo gattino si è trovato subito a proprio agio nella casa del Maestro! Era un gatto “amante della musica” tant’è che si metteva addirittura accucciato dentro il pianoforte, nelle corde più gravi e faceva compagnia al maestro Michelangeli!”. Ringrazio molto la signora Lotti Lehmann che ci ha regalato questi bei ricordi personali del Maestro. Elena Revelant, studentessa CSI 10 settembre 2005, numero 22, anno V Concerti: grande successo Grande successo hanno ricevuto i tre concerti beethoveniani di fine anno 04-05 dell’Orchestra del Conservatorio diretta da Lü Jia, ospite fisso ormai da diversi anni del CSI. Ecco alcune immagini dei concerti dello scorso luglio a Locarno, Olivone e Lugano e della grigliata finale organizzata splendidamente da Ellen Frau. BRUNELLI MUSICA PIANOFORTI A CODA PIANOFORTI VERTICALI Viale dei Faggi 9 CH-6900 Lugano Cassarate Tel. 091 972 87 63 Fax 091 972 88 25 www.brunellimusica.com [email protected] settembre 2005, numero 22, anno V 11 NOVECENTO e presente 2005/06 Sulla scia delle esperienze che hanno carat- terizzato le stagioni passate di Novecento e presente anche quest’anno il programma dei concerti è variegato e ricco di primizie. Numerose sono le collaborazioni e le coproduzioni che coinvolgono altre forme d’arte. Per il concerto d’apertura avremo nuovamente ospite il coro dell’Università di Friborgo con il popolare “Le roi David” di Arthur Honegger. Il 29 gennaio sarà la volta del cinema con animazioni dei primi del Novecento di Walt Disney e di Ladislaw Starewicz abbinate alle musiche di Paul Dessau. Sempre animazioni per il concerto di marzo, ma video e contemporanee, saranno quelle realizzate dalla SUPSI per la Kammermusik n°1 di Paul Hindemith. Il teatro la farà invece da padrone nel concerto di chiusura con i mimi della Scuola Teatro Dimitri e le musiche di Strawinsky e Satie. Letteratura infine per il concerto straordinario con testi di Gianni Celati e musiche di Gabrio Taglietti. Questi solo alcuni dei momenti “forti” ma in realtà ognuno dei sei concerti, pensati e diretti dal m° Giorgio Bernasconi, ha un particolare motivo di interesse e invita l’ascoltatore a scoprire, o riscoprire, la musica della contemporaneità e le sue radici nel passato recente. Programma Auditorium Stelio Molo, Radio Svizzera italiana, ore 17.00, entrata gratuita 30 ottobre ARTHUR HONEGGER LE ROI DAVID, Psaume symphonique en trois parties d’après le drame de René Morax per soprano,mezzosoprano,tenore, recitanti e orch.da camera Choeur de l’Université de Fribourg, (dir.Pascal Mayer) 2 aprile GIOVANNI BATALONI OS SONHOS NAO ENVELHECEM, per coro di bambini e strumenti 29 gennaio PAUL DESSAU musiche per i film muti di WALT DISNEY FOUR ALICE COMEDIES IVO ANTOGNINI JAZZ per coro di bambini e strumenti Coro Clairiére dir.Brunella Clerici LEONARD BERNSTEIN SYMPHONIC DANCES da “West Side Story” per 2 pianoforti e 2 percussionisti 26 febbraio ROSSO/BERIO SEQUENTIA-TRAUM, per voce ed elletronica; Luisa Castellani, voce 30 aprile ARNOLD SCHOENBERG MUSICA DI ACCOMPAGNAMENTO PER UNA SCENA CINEMATOGRAFICA op.34 trascrizione per orch.da camera di Johannes Schoellhorn video: “U’altra città” di Carlo Ippolito produzione RTSI Il concerto sarà preceduto da un’intervista-incontro con Carlo Ippolito BRUNO MADERNA CONTINUO, Solo Tape KLAUS HUBER BEATI PAUPERES III per pf.chit.4 perc. KARLHEINZ STOCKHAUSEN KOMET, per percussioni e tape; Pietro Luca Congedo, percussioni DMITRI SCHOSTAKOVICH CONCERTINO IN LA MINORE op.94 per 2 pianoforti FAUSTO ROMITELLI AMOK KOMA per ensemble ed elettronica JEAN-CLAUDE SCHLAEPFER CHANT DE LUNE (1996) per ensemble LADISLAW STAREWICZ L’OROLOGE MAGIQUE per orchestra da camera 19 marzo ERIC SATIE PARADE ballet realiste per mimi e orchestrea trascrizione per orch.da camera di Mathias Steinauer IGOR STRAWINSKY RENARD Histoire bourlesque dansée et jouée per mimi,voci e strumenti Scenografie e costumi: SUPSI -sezione Arti Applicate Mimica: Scuola Teatro Dimitri Coreografia: Corinne Vitale Regia: Jean Roi PAUL HINDEMITH KAMMERMUSIK CON FINALE 1921, N°1 op. 24 per 12 strumenti solisti animazione video a cura della SUPSI, Sezione Arti applicate aprile (data da definire) Concerto straordinario con la partecipazione di Gianni Celati, voce recitante “NELLA TORRE” testo di GIANNI CELATI musica di GABRIO TAGLIETTI per voci,recitante,flauto, pianoforte ed elettronica Il concerto sarà preceduto da un’intervista con lo scrittore. 12 settembre 2005, numero 22, anno V il giornale del conservatorio Organo semestrale d’informazione del Conservatorio della Svizzera Italiana, Via Soldino 9, CH-6900 Lugano, tel. +41 (0)91 960 30 40, Fax +41 (0)91 960 30 41, www.conservatorio.ch, [email protected] On the Web Responsabile: Roberto Valtancoli [email protected] Tiratura: 6 000; stampa: Tipo-Offset Aurora S.A., Via Sonvico 11, 6952 Canobbio http://www.music-scores.com Una bella scelta di partiture da scaricare, di novità e curiosità sul mondo della musica ed anche qualche barzelletta musicale. Dip. Scuola di Musica: [email protected] Luganese: Tel/Fax 091 960 3048, [email protected] Bellinzonese e Tre Valli: Tel/Fax 091 825 1241, [email protected] Locarneses e Valli: tel/Fax 091 751 8440, [email protected] Mendrisotto: Tel/Fax 091 683 0084 [email protected] http://www.juilliard.edu Un’immersione in uno dei più prestigiosi istituti musicali al mondo? Ne vale la pena. Successi al Lucernefestival http://www.classicalarchives.com Classical Music Archives: il maggiore sito web che esista, tutto dedicato alla musica classica. http://www.cnsmdp.fr Conservatoire National Superieur de Musique et de Danse de Paris, il conservatorio francese per eccellenza. Pensieri Un artista non può parlare della sua arte più di quanto una pianta possa discutere di orticoltura (Jean Cocteau) La musica è una macchina per sopprimere il tempo. (Claude Levi-Strauss) Nel cuore di ogni musicista c'è un inguaribile e possente eroe romantico che si oppone in religiosa solitudine al mondo intero (Anonimo) Il vostro conservatorio online: www.conservatorio.ch Grande successo ha incontrato la composizione di Nadir Vassena, membro di direzione e docente del CSI, eseguita lo scorso agosto all’ultimo Festival di Lucerna. A Vassena è stato commissionato il lavoro “Bagatelle trascendentali” per liuto, viola da gamba e ensemble che ha avuto quali solisti Mats Scheidegger e Vittorio Ghielmi (anch’egli docente del Conservatorio). Cinque sono state le composizioni commissionate dal Siemens Arts Program (ww.siemensartsprogram.com) appositamente per l’orchestra di Freiburg. Oltre a Vassena, i compositori coinvolti sono stati Michel van der Aa (Olanda), Juliane Klein (Germania), Rebecca Saunders (Inghilterra), Benjamin Schweitzer (Germania). L’esecuzione nella Lukaskirche di Lucerna ha dato avvio ad una tournèe proseguita a Erlangen, Dortmund, per il Contemporary Music Festival di Huddesfield e per Musikfest Berlin nella prestigiosa sala della Filarmonia. Martha Argerich sostiene il Conservatorio