N.22 settembre / febbraio 05-06 - Conservatorio della Svizzera Italiana

conservatorio della svizzera italiana
www.conservatorio.ch
settembre 2005, Numero 22, Anno V
scuola universitaria di musica | musikhochschule | haute école de musique
il giornale del conservatorio
2|05
Editoriale
Un addio, un traguardo, un inizio – e un grande punto interrogativo
Lo scorso 24 giugno il Conservatorio ha perso
un’altra delle sue colonne portanti. Il Dr.
Ermanno Briner-Aimo, una forza trainante
nella fondazione del Conservatorio e stretto
collaboratore di mio padre, ci ha lasciati per
sempre all’età di 87 anni. Munito di un’ottima
ed ampia formazione nel campo della fisica,
della matematica e della musica fu uno dei
primi ad aver conseguito il prestigioso diploma
come “Tonmeister” alla Hochschule di
Detmold/Germania. Tornato a Lugano nel 1956
fu nominato capo servizio per la regia del
suono alla RSI, funzione alla quale si aggiunsero ben presto anche altre.
La fondazione dell’Accademia di musica della
Svizzera italiana nel 1985 lo vede in prima fila,
quale docente di storia della musica, acustica
ed organologia e soprattutto quale uno dei
quattro soci dell’associazione che gestisce la
scuola. Piú tardi diventerà membro del consiglio della neo-costituita fondazione e membro
onorario.
Abbiamo perso una personalità che è sempre
stata vicina al Conservatorio, un docente competente e rispettato, un uomo con principi
chiari e “sani” che non cercava di nascondere,
uno che detestava i compromessi “facili” a scapito della qualità. Ci mancherà.
Ora non è piú provvisorio: è arrivato il riconoscimento formale ed il Conservatorio della
Svizzera italiana è quindi una Scuola universitaria di musica a tutti gli effetti! Complimenti
ed un grande “grazie” a tutti coloro che
hanno contribuito a raggiungere questo traguardo ritenuto un miraggio ancora soli cinque anni fa.
Non è ancora stato stappato lo champagne e
già inizia una nuova era: quella di “Bologna”
che sostituisce il modello del 1999. Anche se a
livello federale diverse domande sono tuttora
aperte la Conferenza delle Scuole universitarie
di musica KMHS ha deciso di non rimandare il
tutto al 2006. Segnatamente il concetto della
“qualifica professionale” imposto dalla
Conferenza dei Direttori della Pubblica
Educazione CDPE nel 2004 – inoltre in aperto
contrasto con le indicazioni della commissione
di riconoscimento che fa capo alla stessa CDPE
– ha provocato l’agguerrita resistenza delle
Scuole universitarie di musica – unanime e
compatte - e degli esperti. Affaire à suivre.
Che cosa cambierà quindi per il Conservatorio
della Svizzera italiana? Poco e tanto: i crediti
formativi ci sono da due anni, la macrostruttura (Studio di base/Bachelor, Studio principale/Master) rimarrà pressoché invariata, eppure
c’è un cambiamento di filosofia: al livello di
Bachelor gli studi si svolgeranno secondo tre
criteri base: crescente specializzazione, crescente individualizzazione e crescente coinvolgimento della ricerca nel processo di formazione, il tutto senza perdere di vista il leitmotiv
della promozione della mobilità, fondamentale nel processo “Bologna” e fondamentale evidentemente per un istituto che si orienta ad
un pubblico ed un mercato internazionale
come il nostro.
A pari passo con l’applicazione del modello di
Bologna procede l’affiliazione della nostra
Scuola universitaria di musica alla SUPSI. La
collaborazione con la SUPSI si annuncia priva
di problemi ma le condizioni finanziarie previste dal messaggio del 24 giugno ci preoccupano non poco. Ricordiamo: la commissione di
riconoscimento ed il Cantone, in seguito alla
prima visita della sottocommissione di riconoscimento nel 2002, avevano richiesto dei
miglioramenti, miglioramenti effettuati ma
non controfinanziati. In effetti, se i conti sono
stati equilibrati fino al 2002, dal 2003 il deficit
è aumentato e diventato strutturale. Ciò non
per ultimo a causa dei contributi federali mancanti: previsti dal 2003 nella misura del 30%
dei costi standard, sono stati posticipati al
2008 per i problemi finanziari della
Confederazione che si limita intanto a versare
dei contributi sotto il 5%. Il sussidio federale
mancante supera perciò il milione di franchi
(all’anno!), una somma che neanche un istituto che lavora con rigidi criteri di economicità
come il nostro riesce a compensare.
Ricordiamo: il costo per studente al CSI si situa
ad un 50% (sic!) del costo standard nazionale,
e ciò nonostante mancano ca. 3'000 franchi
per studente.
Cosa fare? Rinunciare al riconoscimento o alla
sopravvivenza? Speriamo che il Gran Consiglio
agisca come gli altri Cantoni che hanno deciso
– seppur con entusiasmo limitato – di compensare fino al 2008 la mancanza del contributo
federale.
Christoph Brenner, direttore generale
di più:
Conservatorio 1999-2005:
i conti della serva
L’orchestra giovanile del
Conservatorio in tournèe negli
USA
Quanti “Signori G.”
abbiamo, noi?
Caro Direttor Dillena,
ho letto con interesse il suo editoriale sul
Corriere del Ticino di qualche tempo fa intitolato “Il Signor G. e i suoi figli”. Nello scritto (fra l’altro, complimenti per la sua “penna
narrativa”) ha dipinto con estrema efficacia il
ritratto di un padre di famiglia disorientato e
umiliato davanti ai due figli che è riuscito a
far studiare con tanti sacrifici e che adesso si
trovano con la laurea in tasca ma… disoccupati ed ai margini della società produttiva:
“Ma a lui, cui la laurea appariva da giovane
una mèta prestigiosa e irraggiungibile, vedere questi giovani accademici, brillanti e poliglotti, arrancare lungo una mulattiera, verso
un’incerta destinazione, fa male al cuore.”.
Devo subito confessarle che la cosa che mi ha
colpito di più è stato il modo in cui è riuscito
a delineare i dubbi, i pensieri, le angosce di
questo uomo semplice che allo stesso tempo
prova per i figli orgoglio e vergogna.
Mentre leggevo mi chiedevo: “ma nella musica come siamo messi, quanti Signor G. ci
sono nel nostro ambiente?” Stando alle statistiche federali siamo ben messi, meglio di
economisti e ingegneri. Il tasso dei non occupati nel mondo della musica è tra i più bassi.
Confermo che anche tra i laureati al
Conservatorio della Svizzera italiana quasi
tutti hanno trovato posti di lavoro, anche di
alto, altissimo livello.
I genitori che hanno figli che studiamo professionalmente la musica hanno inoltre un
bel vantaggio… possono ritrovarsi solo sorpresi dai risultati professionali dei loro figli,
dal momento che l’equazione musicista/artista = disoccupato è uno tra i pregiudizi più
duri a morire.
Certo, la vita del musicista non è facile, ma
per chi lo è oggi? Solo 15/20 anni fa veniva
detto: “entra in banca, almeno il posto è
sicuro!”. Caro Direttor Dillena, le confido che
oggi i bancari a spasso sono molti, ma molti
di più dei musicisti professionisti.
Termino dicendo ai tanti “Signor G.” di non
abbattersi: se i vostri figli sono in gamba (per
davvero e non solo sui libri) sapranno sicuramente trovare la loro strada… e magari
anche l’ ”autostrada”.
Roberto Valtancoli, membro di direzione
Spazio21 incontra OGGIMUSICA
Martha Argerich sostiene il
Conservatorio
Concerti: SWISS CHAMBER CONCERTS e NOVECENTO e presente
L’agenda delle
manifestazioni del
Conservatorio?
Consultate il sito
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settembre 2005, numero 22, anno V
CSI News
In veste di rappresentanti del Conservatorio, dall’11
al 16 aprile scorsi Hubert Eiholzer e Massimo Zicari
hanno partecipato ad una conferenza sulla nuova
prospettiva dell’analisi e dello studio per l’interpretazione musicale attraverso le fonti fonografiche che
si è svolta alla Royal Holloway University di Londra.
È uscita la quarta edizione del popolarissimo libro
del nostro docente di Didattica Roberto Braccini
“Vocabolario pratico della musica” edito dalla Schott
Musik. Questa edizione 2005, riveduta e ampliata,
contiene piú di 4000 termini musicali in quattro lingue, destinata a musicisti, studenti, insegnanti e
amatori che vogliono capire e usare la terminologia
musicale in altre lingue. Il “Vocabolario pratico della
musica” non è un libro accademico ma basato sull'esperienza pratica dell'autore, dallo studio di numerose partiture orchestrali,
trascrizioni per piano e
parti strumentali. Grandi
specialisti di dizionari e
musicologi sono stati
consultati al fine di completare questo grande
dizionario. É stata anche
inserita la nuova terminologia della musica
contemporanea, del jazz,
della musica elettronica.
Una dedica particolare
coinvolge anche il
Conservatorio in quanto
il volume è dedicato alla
memoria di Armin
Brenner.
Cristiana Nicolini, studentessa della Scuola
Universitaria (Classe di Nora Doallo) ha vinto due
primi premi pianistici in Italia. Si tratta del 1° premio
assoluto di categoria al Concorso Nazionale
“Hyperion” a Ciampino – Roma e il 1°
premio al “Guido Monaco World Competition” a
Montevarchi – Arezzo.
L’Orchestra Due del Dipartimento Scuola di Musica
del Conservatorio della Svizzera italiana è stata a
Parigi nello scorso giugno. L’invito è arrivato da
Radio France grazie ad un gemellaggio avviato con
alcune scuole parigine quali il Collège Gambetta
(Saint Etienne), il Collège Pablo Picasso (Noisiel), il
Collège Alain Fournier (Clamart). L’orchestra è composta da 21 ragazzi d’età compresa tra i 10 ei 16
anni ed è organizzata da alcuni docenti della Scuola
di Musica quali Jocelyne Helfenberger, Beat
Helfenberger, Katalin Mayor.
La fagottista Orsolya Juhász,
studentessa unversitaria nella
classe di Gabor Meszaros ha
ottenuto il terzo premio
(primo e secondo non assegnati) al prestigioso
Concorso internazionale per
Oboe e Fagotto di Lôdz
(Polonia). Alla competizione
avevano partecipato 26
fagottisti da tutto il mondo.
9 sono entrati alla seconda
selezione, mentre solo tre
sono giunti in finale, tra cui Orsolya Juhász, ungherese di nascita che studia in Ticino.
Il soprano Barbara Zanichelli, che è stata allieva della
classe di perfezionamento di Luisa Castellani presso la
Scuola Universitaria di Musica di Lugano, dove si è
diplomata con la lode nel 2003, ha eseguito in maggio, al Duomo di Milano, la prima mondiale di
PRIMA ORA, per organo, soprano e tenore di K.
Stockhausen. Il pezzo inaugura un ciclo di brani sulle
ore del giorno dal titolo "KLANG", che segue quello
teatrale sui giorni della settimana "LICHT". Per il
concerto di Milano, Stockhausen ha espressamente
richiesto il soprano Barbara Zanichelli che l'anno
scorso, in uno dei concerti dei Corsi di Kürten, aveva
eseguito un brano per sintetizzatore e voce.
Stefano Parrino, assistente della classe di
flauto di Mario
Ancillotti presso la
nostra Scuola
Universitaria, su invito
partito da Ramson
Wilson, professore di
flauto alla Yale University, ha tenuto recentemente
una serie di concerti e masterclass in diverse
Università statunitensi, tra le quali l’University of
California, il Conservatory of Music Ohio, University
Wisconsin, la Yale University, l’Ucla University di Los
Angeles e molte altre. Stefano Parrino ha raccolto
consensi e successo unanime sia da professori che da
studenti. Nei suoi concerti ha presentato, oltre al
repertorio tradizionale, anche nuovi pezzi per flauto
solo, come ad esempio “FLUTILITIS” di Davide
Zannoni, compositore italiano che vive a New York.
Interesse hanno suscitato le sue masterclass e in particolare gli approfondimenti inerenti la tecnica della
“respirazione circolare”, tanto da ricevere inviti per
tenere altri corsi nel prossimo futuro.
È stato edita dalla Ut Orpheus (www.utorpheus.com)
la "Cantata a tre per la traslazione del sangue del
glorioso martire S. Gennaro" (1793) per Soli, Coro e
Orchestra di Giovanni Paisiello (1740-1816). Il curatore dell'opera è Massimo Zicari del Dip. Ricerca e
Sviluppo del CSI, in collaborazione con Leonardo
Muzii e Florian Grampp. Il volume consta di 208
pagine ed è in vendita a 60 EURO.
L’Orchestra giovanile del Conservatorio della
Svizzera italiana diretta da Anna Modesti suonerà
all’Unesco Day il prossimo novembre a Bellinzona,
sotto il patrocinio della Fondazione Castelli di
Bellinzona.
Tra gli sponsor dell’operazione, senza il cui contributo questo importante viaggio artistico, formativo e
culturale non sarebbe stato possibile: Banca
Raiffeisen, Associazione Via Nassa Lugano, Centro
Commerciale di Tenero. A loro gli studenti, i docenti
e la direzione del Conservatorio rivolgono i più vivi
ringraziamenti.
L’Associazione “Amici del Torchio” ha organizzato dal
4 al 16 settembre al Torchio delle noci di Sonvico una
mostra fotografica dal titolo “Fotografando la musica”. Tra i soggetti anche studenti del Conservatorio
che si sono prestati a questa iniziativa artistica tesa a
trasferire il mondo dei suoni in immagini.
Il sito del Conservatorio www.conservatorio.ch è
stato interamente rinnovato. Il sito è ora graficamente più accativante e più navigabile, grazie ad un
frame laterale fisso che si espande ad albero. Il sito
del CSI ha una media di 400 visite giornaliere da 30
paesi del mondo. Nello scorso anno i contatti sono
stati circa 150.000.
Venerdì 16 settembre si è tenuto il Concerto dei solisti accompagnati dall’Orchestra della Svizzera italiana all’Auditorium della RSI di Lugano Besso. Gli studenti della Scuola Universitaria che si sono avvalsi di
questa bella ed importante collaborazione ormai
attiva da molti anni sono stati: Giovanni Crola, flauto;
Marlène Prodigo, violino; Roman Mayor Alvarez, oboe;
Severine Payet, clarinetto; Davide Muccioli, pianoforte.
Il direttore d’orchestra è stato Luca Pfaff.
La finale del 30° Concorso svizzero di musica per la
gioventù 2005 si è tenuta con grande successo in
maggio a Lugano, al Conservatorio della Svizzera italiana. La cerimonia di premiazione e il concerto dei
premiati si sono tenuti all’Auditorio Stelio Molo
della Radio della Svizzera Italiana, alla presenza di
un folto pubblico che ha potuto apprezzare la qualità dei giovani strumentisti premiati.
Gli studenti della Scuola di Musica del Conservatorio
si sono affermati in maniera eccellente riportando
importanti premi:
-Trio “La Ciaccona”, 1° premio con lode, Lea Ruscher
(1996, violino, Savosa), Alessandra Doninelli (1995, violoncello, Giubiasco), Kevin Giraudeau (1995, violino,
Lugano Aldesago);
-Lorenzo Reggiani 1° premio con lode (1995, chitarra,
Lugano);
-Lidia Cadamuro 1° premio (1992, chitarra, Barbengo);
-Carmen Morotti 1° Premio (1990, chitarra, Agno);
-Miriam Moretti 2° premio (1993, pianoforte, Semione);
-Gianni Guida, 3° premio (1987, pianoforte, Castel S.
Pietro).
Congratulazioni vivissime agli allievi, ai docenti e un
grazie particolare ad Ellen Frau per l’eccellente e
impegnativa organizzazione del Concorso.
Sabato 8 ottobre si tiene la “1a giornata mondiale
degli Hospice e delle cure palliative”, nella nostra
regione organizzata da Hospice Ticino. Il movimento
delle cure palliative, si propone di sviluppare e promuovere tutte quelle cure atte ad alleviare le sofferenze fisiche, psicologiche e spirituali, dovute a
malattia cronica e degenerativa.
Per far meglio conoscere le cure palliative e chi ne
può beneficiare l’Associazione ticinese di cure palliative, Hospice Ticino, la Lega ticinese contro il cancro,
e il Servizio di cure palliative dell’Ente ospedaliero
cantonale hanno deciso di partecipare attivamente
alla giornata organizzando due momenti particolari: ore 11.00 – 15-00 PORTE APERTE nella sede di
Hospice Ticino, viale dei Faggi 8, Lugano Cassarate;
ore 17.00 CONCERTO delle orchestre della Scuola di
musica e degli studenti del CSI nell’Aula Magna del
Conservatorio. Alla manifestazione parteciperà
anche la Consigliera di Stato Patrizia Pesenti. Seguirà
un rinfresco.
Massimo Zicari, del Dipartimento Ricerca e Sviluppo
(Dip. R&S) nonché responsabile della Postformazione
presso il Conservatorio della Svizzera italiana è stato
invitato, in qualità di relatore, al prossimo convegno
su "Musica e Formazione" che si terrà a Milano,
Università di Milano-Bicocca, il prossimo 10 e 11
novembre, organizzato dalla facoltà di Scienze della
Formazione. In questa occasione Massimo Zicari presenterà il nostro modello universitario e il concetto
che il Dip. R&S ha cercato di sviluppare in questi anni
presso il CSI.
La pianista Laura Alvarez ed i percussionisti Pietro
Luca Congedo e Simone Mancuso, tutti e tre studenti del nostra Scuola Universitaria, hanno riportato un
prestigioso riconoscimento ricevendo un premio agli
Stockhausen-Kurse di Kürten lo scorso agosto in
Germania. I corsi sono tra i più rinomati al mondo
per quel che concerne la musica contemporanea ed i
tre giovani hanno ricevuto questo importante premio proprio dalle mani del celebre Maestro
Karlheinz Stockhausen dopo un’ecellente esecuzione
del suo “Schlagtrio für Klavier und 2X3 Pauken”.
settembre 2005, numero 22, anno V
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Ricerca e sviluppo
Questioni nuove sulla natura dell’ascolto
Primo Simposio del Research Centre for the History and Analysis
of Recorded Music (CHARM), Londra
L’attuale pratica musicale, il panorama discografico, l’uso estensivo
dei supporti per la riproduzione audio, sollevano una serie di questioni nuove sulla natura dei cambiamenti occorsi nella pratica dell’ascolto della musica nell’ultimo secolo. In cosa consiste realmente un
brano musicale se considerato nella sua forma immateriale, quella
della registrazione audio? Vi è una differenza tra il tipo di apprezzamento estetico che deriviamo dall’ascolto di un’aria d’opera, diciamo
Vissi d’arte, in una registrazione storica, acustica, e quello che deriva
da una registrazione moderna, digitale, tecnologicamente all’avanguardia? Vi è una differenza tra l’ascolto di un’interpretazione dal
vivo e quello di una registrazione effettuata in uno studio? La registrazione va considerata l’espressione sedimentata del lavoro artistico
del musicista, o piuttosto il risultato di una catena produttiva cha ha
tra i suoi attori il produttore e l’ingegnere del suono, oltre a quello
dell’interprete? Queste e altre problematiche sono state sollevate e
discusse in occasione della prima conferenza organizzata dal
Research Centre for the History and Analysis of Recorded Music
(CHARM) alla Royal Holloway University of London, dal 14 al 17 aprile scorsi a Londra. Saremmo tentati di dire che si è trattato di una
conferenza “storica” dal momento che, malgrado la questione delle
registrazioni sonore sia stata da tempo trattata da ricercatori provenienti da ambiti disciplinari diversi, questa conferenza ha fornito per
la prima volta l’occasione per un incontro istituzionale finalizzato allo
scambio di idee, di esperienze e di vedute in tal senso. Uno degli
effetti più significativi del simposio è stato quello di far maturare, tra
i ricercatori intervenuti, la coscienza che l’analisi della musica attraverso i supporti sonori possa essere considerata, da oggi in poi, piuttosto che una sotto-disciplina della musicologia, una nuova disciplina
a se stante, dotata di un suo campo di indagine e di investigazione,
sul quale convergono gli interessi non soltanto di studiosi vicini alla
musica (musicologi, etnomusicologi, studiosi delle scienze cognitive,
psicologi e) ma anche figure professionali il cui interesse è soprattutto rivolto alla questione dei diritti e all’uso commerciale dei supporti
sonori (ingegneri, produttori e tecnici).
Il simposio, che si è rivelato di altissimo interesse, anche per la qualità
ed il livello di organizzatori ed ospiti è stato presieduto da Nicholas
Cook, della Royal Holloway, già professore presso la Southampton
University, ed ha visto intervenire personaggi quali John Rink (Royal
Holloway), Eric Clarke (University of Sheffield), Daniel LeechWilkinson (King’s College), Robert Philip (Open University).
Scopo del CHARM, il centro di studi che ha promosso il simposio, fondato nell’aprile del 2004 e sostenuto grazie ad una sovvenzione quinquennale di circa due milioni di franchi dell’Arts and Humanities
Research Board, è quello di “promuovere lo studio della performance
attraverso l’analisi delle registrazioni”. Con un secolo di musica registrata a nostra disposizione, lo studio della performance musicale
dovrebbe porsi al centro dell’attenzione dello studioso e promuovere
una musicologia basata non più sui testi scritti, ma piuttosto sulle
registrazioni audio. Questo approccio risulta particolarmente significativo nella prospettiva di un conservatorio di musica, dove la ricerca
potrebbe occuparsi in maniera privilegiata proprio di questo aspetto
della storia della nostra cultura musicale. In particolare, il
Conservatorio della Svizzera Italiana ha promosso la partecipazione
di due suoi delegati, per poter prendere contatto con una realtà che
si pone ai vertici del panorama internazionale. Lo scopo è quello di
acquisire elementi fondamentali per la promozione della ricerca all’interno del Dipartimento Ricerca e Sviluppo, non da ultimo in funzione
della implementazione di progetti (alcuni già esistenti, altri in procinto di prendere avvio) che hanno nello studio dei cambiamenti nello
stile interpretativo dell’ultimo secolo il loro centro focale. Le problematiche che nascono intorno a questo nuovo ambito sono facilmente
comprensibili. Tradizionalmente, la sola figura che si è occupata di
ricerca sul campo facendo uso estensivo e sistematico delle registrazioni audio è stata (ed è tuttora) quella dell’etnomusicologo, di cui è ben
nota la necessità oggettiva di orientare il proprio studio verso un
oggetto musicale che non trova nel testo scritto il suo primo referente. La storiografia musicale ha tradizionalmente fatto propri criteri e
orientamenti metodologici propri della storiografia e della filologia,
facendo del testo scritto il punto d’origine e allo stesso tempo il
punto d’arrivo del proprio percorso d’indagine, magari perdendo di
vista quello che dovrebbe essere, in ultima analisi, l’oggetto più
genuino della pratica musicale, la performance. Il quadro che oggi si
sta profilando vede invece delinearsi una figura piuttosto eclettica di
studioso, in possesso, da una parte, dei tradizionali strumenti di indagine storiografica e musicale e, dall’altra di quegli altri strumenti che
lo mettono in grado di lavorare con le tecnologie più aggiornate dell’audio editing e dell’informatica.
Hubert Eiholzer
Massimo Zicari
Dip. Ricerca e Sviluppo CSI
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settembre 2005, numero 22, anno V
Il Conservatorio della Svizzera italiana 1999-2005
Introduzione
Nel 1999 il Conservatorio della Svizzera italiana era uno di 15 con-
servatori svizzeri, un istituto piccolo con una buona reputazione per
il suo livello qualitativo, ma di gran lunga il piú povero su scala
nazionale. In effetti non figurava tra i conservatori che potevano
aspirare a diventare Scuola universitaria di musica ed era perciò destinato alla chiusura. (v. allegato 1)
Il merito dei risultati ottenuti è da attribuire a chi ha lavorato al e
per il Conservatorio, a chi non ha rinunciato a battersi di fronte alle
numerose difficoltà incontrate e a chi ha saputo affrontare l’improbabile, se non l’impossibile.
Con il sostegno del Consigliere di Stato Giuseppe Buffi la domanda di
riconoscimento fu mandata a Berna e poi successivamente formalizzata dal Consiglio di Stato che nel dicembre 2000 incaricò il
Conservatorio di trasformarsi in Scuola universitaria di musica.
I problemi allora erano molteplici:
A livello nazionale andava affrontato il “cartello” delle grandi scuole, con una lunga tradizione, spesso fondate già nel 1800, provviste
di strutture solide e con una disponibilità di mezzi finanziari che al
CSI potevamo – e possiamo – solo sognare. La torta era già divisa –
anche in prospettiva dei futuri sussidi federali - ed ulteriori concorrenti non erano graditi.
A livello strutturale il Conservatorio si stava trasformando, partendo
da un sistema a gestione familiare, con meccanismi semplici, economici ed efficaci ma non adatti alle nuove esigenze.
A livello formativo il numero degli studenti (nettamente sotto i
cento) non raggiungeva per niente la massa critica minima fissata a
250 studenti. Inoltre era richiesto un minimo di 3 corsi di studio.
Bisognava quindi creare dal nulla nuovi curricula con nuovi docenti.
A livello finanziario incontrammo però i problemi piú grossi: l’esigenza di trasformare il conservatorio da “azienda familiare” in scuola
universitaria richiedeva notevoli investimenti nel personale e nell’infrastruttura. Per raggiungere lo standard finanziario delle scuole che
avevano già portato avanti la trasformazione i costi si sarebbero
dovuti quadruplicare.
I passi compiuti sono stati i seguenti:
Grazie ad una politica attiva ed un buon lobbying nella Conferenza
dei Direttori dei Conservatori Svizzeri il fronte del “no” si è sgretolato. Il CSI è diventato membro fondatore della Conferenza delle
Scuole universitarie di musica ed è rappresentato nel Comitato della
stessa. Singole opposizioni erano e sono causate dal fatto che il
Conservatorio, lavorando a prezzi stracciati, abbassa la media nazionale.
Già nel 1999 la vecchia associazione (formata unicamente da quattro
persone) fu trasformata in una fondazione. Bisognava creare i dipartimenti di ricerca e sviluppo e di postformazione e servizi. Veniva
nominato un nuovo direttore. La formazione era da riorganizzare e
da suddividere in uno studio di base (di 2-3 anni) ed uno studio principale (di 2 anni), in pratica una struttura 3+2 (anni) già orientata
verso le normative europee formulate dalla Dichiarazione di
Bologna. Nel 2003 sono poi stati rilasciati ulteriori regolamenti, organizzativi e del personale
Ancora nel 1999, per poter dare piú sostegno ai giovani ticinesi e per
ovviare al fatto che l’inizio della formazione sarebbe stato formalmente rimandato a dopo la maturità, venne creata la sezione preprofessionale da frequentare parallelamente al liceo ed unica nella
sua forma a livello nazionale, con lo scopo di permettere ai giovani
di prepararsi ad una formazione professionale e di poter distinguere
i candidati “promettenti” da coloro ai quali è consigliabile scegliere
un altro indirizzo di studio, riducendo di conseguenza il tasso di non
riuscita o abbandono nella sezione professionale. In questa maniera
viene resa possibile una gestione oculata delle risorse finanziarie,
dato che l’allievo della sezione pre-professionale costa nettamente
meno dello studente professionale.
Oltre alla riorganizzazione degli studi sono stati creati nuovi curricula
nell’ambito della direzione. È stato completamente riformato il curriculum di pedagogia musicale (Corso di studio I) e contemporaneamente il numero degli studenti è aumentato in modo controllato,
secondo le disponibilità finanziarie, fino a raggiungere quota 140.
Al livello finanziario l’evoluzione invece non c’è stata: da parte del
Cantone il contributo non è cresciuto in modo significativo, da parte
della città di Lugano non esiste nessun sussidio destinato alla sezione
professionale e da parte delle Confederazione le promesse fatte sono
risultate vane in quanto il contributo al settore sanità-sociale-arte (e
quindi la musica), previsto per l’inizio dell’anno 2003 è stato rimandato (a fine 2002) di cinque anni al 2008. Contemporaneamente però
le esigenze per il riconoscimento hanno richiesto degli investimenti
consistenti.
2002 – anno di svolta
La prima visita della commissione di riconoscimento alla fine del
2002 ci tolse la spada di Damocle della massa critica, portò ad un giudizio positivo inerente al nostro livello qualitativo, ma mise in evidenza la necessità di ulteriori sviluppi in ambito strutturale e finanziario. In sostanza – e questo fu un grande passo in avanti – vedeva
nel Conservatorio un potenziale di Scuola universitaria. Per ottenere
tale titolo però furono richiesti ulteriori miglioramenti, segnatamente in ambiti che richiedevano degli investimenti finanziari. Se fino al
2002 avevamo sempre investito nel rispetto dei margini dei mezzi
finanziari disponibili (e quasi esclusivamente nella formazione a scapito dell’amministrazione), ora eravamo obbligati, considerando le
richieste da parte della commissione, ma anche del Cantone, ad
affrontare delle uscite supplementari, non controfinanziate, a meno
di rinunciare al riconoscimento e, di conseguenza, di chiudere l’istituto. Il solo prolungamento della durata delle lezioni individuali da 60
a 90 minuti settimanali, criterio insindacabile, provocò un aumento di
costi di diverse centinaia di migliaia di franchi.
La situazione attuale
Attualmente il Conservatorio lavora al 50% dei costi rispetto alle
grandi scuole – con tutti i problemi connessi -, e difficilmente ci sarà
un’altra scuola svizzera o ticinese (forse ad eccezione della Scuola
Teatro Dimitri) obbligata a lavorare in condizioni simili, potendosi
contemporaneamente vantare di un buon livello qualitativo e di un
forte richiamo internazionale.
Il contributo intercantonale per studente stabilisce il costo medio di
tutte le scuole, incluse quelle non riconosciute a livello di Scuole universitaria, a 31'000 franchi. La media (costo standard) delle scuole già
riconosciute che fanno capo alle Scuole universitarie professionali
(Berna, Lucerna, Zurigo), si aggira per l’anno 2004 attorno ai 43'000
franchi. Il costo per studente al CSI è di 23'000 franchi*.
(v. allegato 2)
Nonostante l’estrema riduzione dei costi, il livello dei ricavi non permette neanche di coprire i costi attuali. Per arrivare ad un risultato
pari, i costi andrebbero ridotti a 20'000 -, cifra assolutamente incompatibile con le esigenze del riconoscimento -, oppure i ricavi aumentati di 500'000 franchi.
La grave situazione è causata principalmente dall’evidente inadeguatezza del contributo federale. La differenza tra il contributo annunciato e quello effettivo supera il milione annuo: per il CSI corrisponde
ad un introito mancante (per gli anni 2003-2007) di ben 5 milioni di
franchi… Di fronte a questa mancanza di sussidi federali gli altri
Cantoni universitari hanno – seppure con poco entusiasmo – deciso di
coprire il buco: il Canton Ticino invece, nel messaggio, propone di
non seguire questo esempio e neanche prevede una copertura parziale.
Oltre a questo non è ancora risolta la questione delle condizioni vincolanti per il riconoscimento, condizioni che richiedono ulteriori investimenti.
*Secondo i criteri BBT/UFFT. Di solito i costi d’infrastruttura, per fare un
esempio, non vengono contemplati. I costi “reali” di tutte le scuole sono
quindi piú alti, ma rimangono, nel caso del CSI, nettamente sotto i fr.
30'000.
settembre 2005, numero 22, anno V
5
10 punti
Il CSI è un istituto con un alto livello qualitativo, rinomato a livello nazionale ed internazionale.
Il CSI lavora con costi estremamente bassi – i
piú bassi a livello nazionale -, al 50% del
benchmark nazionale.
Nonostante il costo estremamente basso
mancano quasi 500'000 franchi annui fino al
2008.
Non ci sono ulteriori margini per abbassare i
costi, a meno che non si voglia rinunciare al
riconoscimento quale Scuola universitaria,
rinuncia che equivale ad una chiusura dell’istituto.
A partire dal 2008 anche il settore SSA
(Sanità, Sociale, Arte) dovrebbe approfittare
dei contributi federali. Per il CSI si prospetta
un contributo annuo sopra il milione di franchi.
Chiudere l’istituto corrisponde alla perdita di
100 posti di lavoro. Considerando che la
Scuola di musica sopravviverà difficilmente
senza le sinergie con la Scuola universitaria,
a meno di apportare tagli drastici, la cifra
potrebbe aumentare a 200 persone.
Chiudere l’istituto significa rinunciare ad un
ente che ha un giro di affari di oltre 6 milioni di franchi (ben 4 senza la scuola di musica) con un impatto economico considerevole.
Considerando gli sforzi politici e finanziari
compiuti da altri Cantoni, con delle chance
ridotte di vedere la propria scuola riconosciuta quale Scuola universitaria, la chiusura
del nostro istituto, Scuola universitaria ormai
riconosciuta, equivarrebbe ad una beffa
nazionale.
Chiudere l’istituto significa rinunciare ogni
anno fino al 2007 a ben 500'000 franchi di
contributi intercantonali e federali, e quasi 2
milioni dal 2008 in poi.
Chiudere l’istituto equivale ad un aumento
dei costi per contributi intercantonali, da
versare agli altri cantoni, senza tener conto
di una – prevedibile - maggiore esigenza di
borse di studio. In altre parole: ci saranno
delle spese - alte - senza un ritorno diretto
sul territorio.
Ricerca e sviluppo
Back,
Looking Through
and Looking Forward
Looking
Il 27 ed il 28 ottobre 2005 si tiene presso il
Conservatorio della Svizzera italiana la conferenza dal titolo “Looking Back, Looking
Through and Looking Forward”. Con questa
tavola rotonda, il Dipartimento Ricerca e
Sviluppo del CSI si prepone l’obiettivo di
riportare all’attenzione degli studiosi e di
tutti gli interessati una delle questioni più
controverse che animano gli studi più recenti
nel campo della Psicologia e della Pedagogia
della Musica, quella del “Music Modelling”
ovvero dell’uso di modelli uditivi all’interno
dei processi di apprendimento musicale.
Occasione per questo approfondimento è
offerta dalla recente pubblicazione di
Mastery through Imitation: A preliminary
Study, di Tânia Lisboa, Aaron Williamon,
Massimo Zicari e Hubert Eiholzer, su
“Musicae Scientiae”, giornale della
“European Society for the Cognitive Sciences
of Music”, a conclusione di un progetto di
ricerca, dallo stesso titolo, svoltosi a Lugano,
presso il CSI, in collaborazione con il Centre
for the Study of Music Performance del Royal
College of Music di Londra, e finanziato dal
Fondo Nazionale Svizzero per la Ricerca
Scientifica.
Obiettivo degli animatori sarà quello di
avviare la discussione su questioni relative
alla natura del progetto in sé, alle implicazioni relative al fare ricerca in un Conservatorio
di musica, alle difficoltà ideologiche dovute a
questo nuovo approccio nei confronti della
pratica musicale, e alle questioni metodologiche relative alla necessità di ottenere risultati
scientificamente consistenti ma, allo stesso
tempo, spendibili nella pratica musicale e
quindi utili per migliorare la qualità dell’approccio verso di essa, da parte dei musicisti.
Allo scopo sono stati invitati ad apportare il
loro contributo alla discussione i protagonisti
di questo progetto, Tânia Lisboa ed Aaron
Williamon, del Royal College of Music di
Londra, Hubert Eiholzer e Massimo Zicari del
Dipartimento Ricerca e Sviluppo del CSI. A
questi si affiancherà, “primus inter pares” il
professor Harald Joergensen Rettore della
Norwegian Academy of Music di Oslo, autore
di numerosi volumi sulle teorie della musicalità, la storia dell’educazione musicale nelle
scuole in Norvegia e più in generale nel
campo della psicologia della musica.
L’appuntamento, per le sue implicazioni relative alle problematiche e alle strategie dell’apprendimento si prospetta ricco di spunti
di riflessione ed ulteriore discussione.
6
settembre 2005, numero 22, anno V
L’orchestra giovanile del Conservatorio in tournèe
negli USA. Il racconto.
A dieci anni dalla nascita del progetto col-
lettivo per le classi di strumento ad arco
all’interno della Scuola di Musica del
Conservatorio della Svizzera Italiana, nonostante il livello sempre più alto delle diverse
orchestre, nonostante l’interesse sempre
maggiore che l’iniziativa inizia a riscuotere
nell’ambiente della formazione e dell’educazione musicale europea, e nonostante l’invito
ormai ufficiale del prof. Robert Culver, inse“Abbiamo registrato il nostro primo (vero)
CD, e sembra venire bene (spero!)… Era
quasi più faticoso fare silenzio che
suonare….” (Saskia)
gnante di fama internazionale presso
l’Università del
Michigan, il poter
partire per una serie
di concerti negli Stati
Uniti sembrava un
sogno davvero impossibile.
I problemi, dall’enorme mole di lavoro organizzativo alla gravità degli aspetti finanziari,
sembravano insolubili, ed è soltanto grazie al
sostegno dei genitori (e di Paolo Brenna in
particolare) ed al supporto organizzativo
delle strutture del Conservatorio se sono riuscita a non abbandonare il progetto nei
momenti più difficili della sua preparazione.
La motivazione e la serietà dei ragazzi, inoltre, hanno ulteriormente contribuito a sostenere il mio impegno: così il 17 giugno, siamo
finalmente partiti per gli USA.
Abbiamo trascorso la prima settimana ad
Ann Arbor, sede dell’Università del Michigan.
In questo periodo siamo stati ospiti presso il
Campus Universitario di Concordia University
nell’ambito di American Workshop, una settimana di incontri di aggiornamento per gli
insegnanti di strumento ad arco che operano
nell’ambito delle scuole pubbliche americane.
Spesso abbiamo avuto pubblico, durante le
prove, e forse a momenti ci siamo sentiti un
po’ sotto esame… ma anche questo ha contribuito all’efficacia e all’intensità del nostro
lavoro, ed è stato emozionante, di prova in
prova, percepire il crescere della compattezza e pienezza della nostra sonorità, l’affinarsi
dell’intonazione nei passaggi più scoperti, ed
il miglioramento globale della qualità della
nostra orchestra!
Il quarto giorno abbiamo inciso il nostro
(primo) disco.
Quanto eravamo tesi mentre Robert
Martens, il tecnico del suono, regolava i
microfoni in sala e noi provavamo i brani da
incidere!
E quanto è stato emozionante ascoltare,
ancora dalla sala di registrazione, la prima
traccia del nostro CD! Robert ci ha poi fatto
un grande regalo preparandoci subito il
master e centocinquanta dischi da vendere
durante i concerti successivi, in modo da
poter rientrare nelle spese il più rapidamente
possibile.
Nei giorni successivi, oltre al susseguirsi delle
prove in funzione dei successivi concerti, i
“All’inizio pensavo che non ce l’avremmo mai fatta ad arrivare in Michigan, e neppure a raggiungere la Malpensa”…. (Giacomo)
ragazzi hanno potuto
partecipare alle attività connesse con
American Workshop:
conversazione inglese,
musica country con
Ben Culver e i Saline
Fiddlers - un gruppo
di ragazzi della stessa età che suonano repertorio popolare americano - , violino jazz e
lettura serale, insieme con tutti gli insegnanti
iscritti al corso, della bellissima serenata per
archi di A. Dvorak, diretti da M°. James
Tapia. L’unico nostro “dovere”, durante questa prima settimana, è stato quello di servire,
per un’ora al giorno durante i tre giorni consecutivi alla registrazione, come laboratorio
“Il concerto ha avuto molto successo (qualcuno ha anche versato qualche lacrima, da
tanto era commosso…) e in più i nostri CD sono stati venduti alla grande!”
(Livia e Irene)
Durante i primi tre giorni abbiamo esclusivamente studiato e provato intensamente.
Non avevo infatti voluto sovraccaricare con
prove supplementari i ragazzi, fin troppo
stanchi e stressati a causa dell’ultimo periodo
scolastico e degli esami di passaggio che la
maggior parte di loro aveva dovuto sostenere, prima della partenza: tuttavia a quel
punto era veramente necessario rimettere in
sesto il nostro programma!
ca da camera a Lake Forest, poco lontano
dalla città, presso il Midwest Summer Camp,
uno dei maggiori e più rinomati campus
musicali estivi per ragazzi tra i tredici e i
diciotto anni del Midwest americano. Dopo il
concerto, i ragazzi del campus ci hanno ospitato nelle loro camere per la notte, così
abbiamo avuto l’opportunità di assistere
anche alla master classe che William Preucill,
primo violino del famoso quartetto
Cleveland, ha tenuto il mattino successivo.
per il corso di direzione d’orchestra che il M°
Tapia stava tenendo per i partecipanti al
workshop.
Ci siamo inoltre prodotti in due concerti, di
cui uno si è svolto fuori dal campus e l’altro
ha costituito la manifestazione conclusiva di
American Workshop.
Ci siamo in seguito trasferiti a Chicago, dove
abbiamo trascorso il resto del tempo.
Qui abbiamo offerto un nostro concerto ai
ragazzi che stavano seguendo i corsi di musi-
Dopo l’ultimo concerto, a favore
dell’American-Italian group for human realations, ci siamo infine goduti gli ultimi due
giorni a Chicago da turisti, visitando uno dei
più grandi laboratori di liuteria della città,
arrampicandoci fino all’ultimo piano di uno
dei grattacieli più alti del mondo, visitando i
famosissimi (e immensi) musei d’arte e di storia naturale, e …facendo shopping nella lussuosissima Michigan Avenue.
Durante tutto il viaggio, a mia iniziale insaputa, i ragazzi hanno composto insieme un
“diario di bordo”, in cui hanno annotato le
loro sensazioni e i loro pensieri.
Si ringraziano specialmente:
Gli sponsor: Gli Amici del Conservatorio,
Nazionale Svizzera Assicurazioni, l’Associazione
Castelli di Bellinzona, l’Associazione
Commercianti di Via Nassa, L’Associazione Castelli
di Bellinzona, Il Comune di Lugano, Il Comune di
Bellinzona.
I genitori: Paolo Brenna, Bettina Doninelli,Elena
Martignoni.
I colleghi: Domenico Cutrì e Augusto Salazar
La struttura del Conservatorio e in particolare,
Christoph Brenner, Roberto Valtancoli e Ellen
Frau.
Anna Modesti, docente CSI
Pillole SMUS (Dip. Scuola di Musica)
I campus della SMUS hanno riscosso anche quest’anno un notevole successo: le orchestre, il coro, il campus di musica d’insieme e i flauti dolci hanno raccolto oltre i duecento partecipanti e hanno richiesto
l’assistenza di una ventina di docenti. L’interesse di
ragazzi e genitori è per queste iniziative sempre in
crescendo, ciò ci stimola ulteriormente nel proseguire questi validi momenti di formazione e socializzazione. Un grande grazie a tutti i docenti che si mettono a disposizione e un invito a chi non ha ancora
provato queste iniziative a volerlo fare.
Dal semestre autunnale 2005/2006 i corsi di solfeggio saranno gratuiti per tutti gli allievi SMUS: in
seguito ad una iniziativa del Cantone infatti sarà
possibile frequentare i corsi di solfeggio senza costi
supplementari. Ciò favorisce da un lato i nostri
utenti, dando loro la possibilità di completare la formazione musicale senza costi supplementari, d’altro
canto bisognerà studiare attentamente insieme ai
responsabili del Cantone quali potrebbero essere le
conseguenze finanziarie per la Scuola.
Da questo anno scolastico la struttura degli esami di
livello verrà leggermente modificata: non saranno
più centralizzati gli esami dal livello medio 1 in
avanti, bensì la fine di ogni ciclo formativo vedrà un
esame centralizzato, di conseguenza inferiore 4,
medio 3 e superiore 3. Oltre all’esame strumentale
verranno effettuati dei colloqui orientativi con gli
studenti, in modo da rendere l’esperienza dell’esame ancora più formativa.
A Lugano verrà avviato durante questo anno scolastico un progetto pilota che prevede la dislocazione
di alcuni saggi presso le case per anziani della città.
Questo progetto in collaborazione con gli istituti
sociali comunali mira a creare delle occasioni di
scambio e di incontro tra varie generazioni, a portare momenti musicali agli anziani.
Tra gli obiettivi annuali della SMUS per il futuro,
riveste particolare importanza il progetto di collaborazione con altre scuole di musica: è nostra idea cercare di potenziare questo settore cercando di far
beneficiare il più possibile gli utenti delle scuole di
musica di sinergie tra i vari istituti che operano in
questo campo. Un invito quindi a tutti i docenti e
genitori di segnalare eventuali conoscenze o possibilità ai responsabili regionali o al responsabile
SMUS.
settembre 2005, numero 22, anno V
7
I docenti del CSI:
Incontro con Ivo Antognini
Presentazione... di me stesso
Musica Jazz e musica Classica
Essenzialmente mi sento… uno e trino.
“Trino” perché sono attivo come compositore, specialmente di musica per l’immagine
(film e documentari), come insegnante di
ascolto al Conservatorio e infine come pianista Jazz. “Uno” perché queste tre discipline
molto diverse fra di loro le pratico con la
stessa passione e con il medesimo coinvolgimento emotivo.
Adoro scrivere musica perché essendo un po’
“orso” mi piace stare solo e sono convinto
che la solitudine sia una condizione indispensabile per la composizione. E poi partire da
un foglio bianco rappresenta ogni volta una
nuova sfida; é come improvvisare... ma a
velocità ridotta.
Insegnare ascolto è per me un piacere: è un
bisogno naturale trasmettere ciò che ho
imparato e imparo ogni nuovo giorno. Non è
però così scontato trovare il modo più idoneo per riuscire nell’impresa. Penso che
diventerà sempre più complesso educare i
futuri musicisti ad ascoltare una musica che
ogni anno diventa più vecchia e al
Conservatorio cerchiamo appunto con tutte
le forze di... conservare.
Più o meno ogni cinque anni mi diverto a
registrare un CD di musica Jazz con mie composizioni; per fare ciò riunisco attorno a me
amici musicisti o artisti incontrati per caso e
cerco di creare un clima famigliare e piacevole. È molto importante per me fissare dei
momenti nella mia vita artistica; mi permette
di guardare con calma e da lì ripartire ... per
un’altra destinazione.
È possibile, e anche frequente, trovare un
jazzista (soprattutto trombettista o sassofonista, molto più raramente pianista o contrabbassista) che suona ad orecchio ed è comunque molto bravo.
È praticamente impossibile trovare l’equivalente nella musica “seria”, autistici esclusi.
È possibile incontrare un pianista “classico”
che pur essendo bravissimo tecnicamente
non sappia suonare nulla al di fuori di ciò
che legge.
È impossibile trovare il corrispettivo nella
musica Jazz.
Quindi possiamo concludere che un musicista
Jazz deve per forza saperne di più sulla musica che suona rispetto ad un musicista classico. È obbligato, non ha via di scampo. Ed
inoltre se non ascolta è spacciato. Il Jazz è
basato sull’ascolto reciproco degli esecutori.
Con questo non voglio dire che il mondo
della musica “seria” sia pieno di sordi e di
ignoranti. Però c’è questa possibilità, specialmente per quanto riguarda l’ignoranza. E
purtroppo i musicisti classici snobbano spesso
i jazzisti ritenendoli di serie B. Al contrario i
jazzisti hanno di solito una grande ammirazione per i musicisti classici perché quest’ultimi riescono a suonare senza errori le note
che hanno per ore ed ore studiato... È paradossale, ma è così!
La mia opinione personale è che i jazzisti
dovrebbero concentrarsi di più sulla cura del
suono e sulla scrittura di composizioni più
interessanti e sull’altro fronte i “classici”
dovrebbero ritrovare il piacere di improvvisare, magari in piccoli ensembles, su delle
strutture armoniche anche molto semplici.
Credo fermamente che la musica la si può
capire solo suonandola e scrivendola, non
guardandola o ascoltandola.
Pensieri a proposito del
Conservatorio
Quando io ho iniziato a studiare in questa
scuola (sono stato in assoluto uno dei primi
studenti) non avrei mai pensato che un giorno sarebbe diventata una Scuola
Universitaria di Musica. Oggi abbiamo studenti ed insegnanti da tutto il mondo e ciò è
un grande arricchimento per gli allievi e
anche per i docenti stessi.
Io sono stato molto fortunato perché quando iniziai ad insegnare ascolto, nel 1987, l’allora direttore, Armin Brenner, mi diede completa carta bianca e ciò mi ha permesso di
sperimentare e rinnovarmi di anno in anno
senza nessun tipo di impedimento.
L’esperienza maturata in poco meno di due
decenni sto cercando di trasformarla in un
libro che ha l’obiettivo di spiegare la struttura del ritmo, della melodia e dell’armonia e il
modo in cui questi tre elementi interagiscono fra di loro. Mi sono promesso che entro il
2006 terminerò di scriverlo.
Io ritengo che il CSI sia una scuola molto
interessante per gli studenti. Offre loro delle
opportunità che tante altre scuole nemmeno
si sognano. Sto pensando in particolar modo
a Musica del ‘900, la stagione “Passato e
Presente”, al fatto di poter suonare nell’ambito del progetto Martha Argerich accanto a
musicisti eccezionali e anche ai vari corsi di
improvvisazione che il nostro Conservatorio
propone. Ora c’è anche la possibilità di intraprendere uno studio con indirizzo verso la
composizione.
Certo, non è tutto rose e fiori: dal punto di
vista dell’organizzazione possiamo solo
migliorare. E poi c’è l’eterno problema dell’insonorizzazione dei locali. Per un musicista
che sta studiando è fondamentale avere il
silenzio attorno a sé.
A parte questi piccoli inconvenienti, per me
insegnare al CSI è sempre stato un onore, un
piacere e una passione. Se escludiamo il
mese di giugno che è sempre quello più sfibrante perché ci sono tutti gli esami e studenti e insegnanti stanno esaurendo le energie devo dire che a scuola ci vengo sempre
con il buon umore pur sapendo che le mie
giornate qui al Conservatorio sono sempre
molto lunghe.
Pensieri a proposito
dell’ascolto
Educare un individuo all’ascolto è una delle
imprese più ardue. Sono talmente tante le
cose che si possono e a volte si devono ascoltare contemporaneamente! Facciamo un
esempio concreto.
Stiamo ascoltando il primo movimento di
una sinfonia di Beethoven:
- quali sono gli strumenti che suonano?
- siamo in una tonalità maggiore o minore?
- mi è possibile riconoscere la “melodia”
- riesco a distinguere chiaramente le note dei
contrabbassi e violoncelli?
- l’intonazione è buona?
- gli attacchi sono precisi?
- ci troviamo in 4/4, 3/4, 6/8 o 2/4?
- riesco a capire su quali gradi armonici
Beethoven si sposta?
- capisco quando e verso quale tonalità
avvengono le modulazioni?
- l'orchestra suona con strumenti d’epoca
oppure moderni?
- l' equilibrio tra le varie sezioni è soddisfacente?
- la qualità della registrazione è buona?
- questa musica mi trasmette un’emozione?
Quale?
Potremmo continuare per ore parlando del
fraseggio, della dinamica, dell’interpretazione, dei respiri, dello stile, della forma e di
quant’altro.
Ma per poter rispondere anche ad una sola
di queste domande serve esperienza. Mi spiego: come fa uno studente di musica a riconoscere gli strumenti che sta ascoltando se
tutto il giorno si rintana nella sua stanza e
suona la sua chitarra per otto ore consecutive e gli unici tre concerti all’anno a cui partecipa sono dei recital chitarristici? Come sarà
possibile per uno studente di pianoforte che
studia da anni su uno strumento scordato
comprendere se una nota è calante o crescente? Come farà l’arpista che conosce solo i
brani che ha suonato a distinguere una composizione di Bach da una di Vivaldi o Haydn?
Come riuscirà il soprano leggero a distinguere chiaramente ciò che stanno suonando i
contrabbassi se l’unica sua preoccupazione è
intonare le note che escono dalla sua bocca?
E’ una questione di attitudine: ascoltare vuol
dire fare silenzio, mettere da parte l’ego e
essere pronti a creare il vuoto per imparare a
capire piano piano e sempre di più la musica
che suoniamo o che ascoltiamo.
Posso garantire che le persone più egocentriche ed egoiste sono quelle che in percentuale ascoltano meno rispetto a ciò che il DNA
musicale potrebbe permettere loro. Al contrario gli altruisti e le persone generose di
solito riescono ad ottenere buoni risultati in
Ascolto. Ci sono le eccezioni e comunque è
chiaro che se uno nasce in una famiglia di
musicisti diventa tutto molto più semplice.
Breve presentazione del CD
“Feggàri mou”
Il CD dal titolo “Feggàri
mou” (in greco significa
“Luna mia”) contiene
otto composizioni originali di Ivo Antognini.
La sezione ritmica è formata da Stefano Dall’Ora
(contrabbasso) e Silvano
Borzacchiello (batteria)
oltre ad Ivo Antognini al
pianoforte. Troviamo pure Arno Haas ai sassofoni, Jochen Feucht ai sassofoni e al corno
di bassetto, Oskar Boldre alla voce, Claudio
Pontiggia al corno francese, Marco
Fratantonio alla fisarmonica e Marco Brioschi
al flicorno. Partecipa anche Danilo Moccia
(trombone) in un brano.
Le otto composizioni sono molto diverse fra
di loro, per strumentazione, velocità, forma e
caratteristiche melodico-ritmiche.
Troviamo brani di modern Jazz dal sapore
mainstream, melodie molto mediterranee
miscelate ad armonie gustosamente raffinate, delicate ballads dalle sfumature notturne
dove i musicisti hanno il giusto spazio per
colorare la tela bianca con le loro improvvisazioni.
Gran parte degli incassi provenienti dalla
vendita di questo CD saranno devoluti
all’Associazione GIROTONDO di Lugano che
aiuta i bambini in tutto il mondo. Il CD lo si
può acquistare nella Biblioteca del
Conservatorio oppure è possibile comandarlo
via e-mail scrivendo a
[email protected]. Chi volesse può
anche ordinarlo per posta scrivendo a
Gramon Edizioni – casella postale 13 - 6994
Aranno.
Il CD è in vendita a fr. 30.-
8
settembre 2005, numero 22, anno V
Incontri di Spazio21 in collaborazione
con il festival OGGIMUSICA
Dal 27 al 30 ottobre il Conservatorio ospiterà una coproduzione con il festival OGGIMUSICA.
Cinque produzioni concertistiche e altrettante conferenze. L'intrigante titolo "La dimensione dello strappo" farà da file rouge alle
scelte musicali. Alcuni degli strappi tematizzati sono, per esempio, quello tra la musica
affidata a una dimensione grafico/simbolica
(la notazione in partitura) e quella che nasce
nell'improvvisazione, quello di ordine cronologico che vede coesistere nell'oggi musica
del presente e musica del passato, quello che
si riferisce alle funzioni della musica distinguendo, per esempio, una musica creata solo
per sé (assoluta) da una destinata a combinarsi con altre forme d'espressione (come la
musica per film).
Le conferenze che intendono aprire uno spazio di approfondimento teorico, e che inevitabilmente daranno corpo ad un ulteriore
"strappo" (tra musica e parola), ruotano
attorno ad una tematica tanto evidente
quanto trascurata: l'ascolto.
Fin dai suoi albori la filosofia ha articolato
pensieri e significati intorno a quel fenomeno peculiare che è l'esperienza dell'ascolto
musicale. Come ogni esperienza, anche l'ascolto non ha mai smesso di percorrere una
strada lungo la quale ha mille volte cambiato
aspetto, divenendo l'oggetto linguistico di
mille differenti interpretazioni. Non si può
parlare di un'interpretazione dell'ascolto
musicale, ma di una serie di interpretazioni
che formano a buon diritto la "storia dell'ascolto musicale".
La filosofia è quella scienza che si è presa
carico nel corso della storia di essere "soggetto" di queste interpretazioni. Solo ripercorrendo le tappe di questa storia e scavando
fino alle radici di questa esperienza sarà possibile costruire un senso autentico intorno
all'ascolto musicale.
Gli incontri di queste giornate, mettendo a
confronto voci diverse e impostazioni teoretiche anche assai divergenti fra loro, intendono fare il punto sulla ricerca filosofica applicata alla musica.
Raramente, anche negli ambienti specialistici,
alcuni dei protagonisti più autorevoli della
filosofia contemporanea si sono confrontati
sul senso dell'ascolto.
Prendendo le distanze dalla chiacchiera musicale, e con lo scopo di sviluppare un discorso
autenticamente e genuinamente filosofico,
questi incontri contribuiranno a rimettere l'ascolto musicale al centro della discussione
teoretica contemporanea.
Nadir Vassena, membro di direzione
Diventa AMICO
L’associazione AMICI del Conservatorio
vuole proporsi a tutti gli amanti della musica e della cultura come punto di riferimento per favorire idealmente e finanziariamente la Fondazione del Conservatorio
della Svizzera italiana per lo svolgimento di
attività artistiche e didattiche.
Comitato 2005
Carlo Donadini, presidente
Felice Dafond, vicepresidente
Marc Andreae
Efrem Beretta
Alfredo Gysi
Lucienne Rosset-Zoboli
Roberto Valtancoli
Progetti 2005
*Borse di studio: consegnate 13 borse a
studenti del CSI
*Sostegno alle orchestre: aiuto finanziario al viaggio negli Stati Uniti
dell’Orchestra giovanile della Svizzera
italiana (articolo pag. 6)
*Sostegno pubblicazione libro di Harvey
Sachs per i 20 anni del CSI
*Sostegno rinnovo pianoforti: in corso di
definizione
Venerdì 28.10.2005,
Conferenza: Carlo Sini (20.00)
Concerti: duo Frank-Schucan; Médéric
Collignon (20.30)
Sabato 29.10.2005
Conferenze: Gianluca Capuano
(10.00), Elio Matassi (11.30), Quirino
Principe (15.00), Hubert Eiholzer
(16.30)
Concerto: Ensemble Opera21 (20.30)
Domenica 30.10.05
Conferenza: tavola rotonda con tutti i
conferenzieri (10.00)
Concerto: Ensemble Antipodes (11.00)
Info
Associazione degli "Amici del
Conservatorio della Svizzera Italiana"
Via Soldino 9 6900 Lugano
Tel 091 9603040 Fax 091 9603041
CCP 69-6772-3
[email protected]
Diventi socio:
il suo aiuto è importante
Si, voglio diventare membro
Quote per anno:
persone singole 40 fr.
coppie 70 fr.
persone giuridiche da 300 fr.
studenti e giovani sotto 25 anni 20 fr.
Programma dettagliato disponibile presso
il CSI o scrivendo a
[email protected]
Nome e cognome
Volete essere aggiornati
sulle attività del
Conservatorio per mail?
Segnalatevi a
[email protected]
Indirizzo
E-mail (per il newsletter/manifestazioni)
Data e firma
settembre 2005, numero 22, anno V
Caro pubblico,
Gli Swiss Chamber Concerts sono nati all’inizio del
XXI secolo dall’unione delle tre serie di concerti da
camera che si svolgevano a Ginevra, Zurigo e Basilea.
Proponendo questa serie anche in Ticino – per la
prima volta cinque anni fa a Bellinzona – abbiamo
coperto le tre regioni linguistiche svizzere e garantito
una (e l’unica) serie di concerti che si estende a livello
nazionale. Gli interpreti proposti sono per la maggior
parte svizzeri di reputazione internazionale.
Per la stagione 2005/06 invitiamo il pubblico per la
prima volta a Lugano. Vivrete momenti indimenticabili grazie ad una programmazione originale che si
estende dai capolavori della musica barocca e classica
fino alle affascinanti esecuzioni di musica contemporanea.
Gli SWISS CHAMBER CONCERTS restano fedeli
al loro principio e infatti durante la prossima stagione
di concerti si potrà constatare una volta di più quanto
grandi e varie siano le possibilità espressive date all’interno di tutti i concetti musicali seri: la musica del
primo Barocco si fonderà con elementi moderni del
free jazz, grazie a raffinate tecniche di esecuzione si
creeranno sonorità del tutto nuove e magiche nei
numerosi brani di musica contemporanea, la musica
elettronica live incontrerà uno dei più antichi strumenti a fiato, l’improvvisazione si rivelerà essere una
sorgente di energia primordiale tanto in composizioni
nuove quanto nell’esecuzione di brani di musica antica. Si potranno riudire opere d’importanza fondamentale nella storia della musica, come le Variazioni
Goldberg di Bach o i 24 Capricci per violino solo di
Paganini, e la varietà dell’offerta sarà assicurata grazie
a tre prime assolute (opere commissionate da Pro
Helvetia a compositori svizzeri), due prime svizzere,
dieci prime ticinesi ed un promettente contributo letterario.
9
Il 250. della nascita di Mozart verrà sottolineato da tre
opere simbolicamente scelte per permetterci di gettare
uno sguardo ravvicinato sulle sue composizioni, sempre geniali. L’esecuzione di uno degli ultimi quartetti
di Beethoven alla fine della stagione è la rappresentazione metonimica di questo programma ricco di
momenti brillanti, di sorprese, di humour e di sensualità e che offre un’alternativa a quanto i cartelloni
generalmente propongono.
I musicisti degli SWISS CHAMBER CONCERTS
sono pronti a scoprire e percorrere insieme a voi questo affascinante viaggio musicale. Anche durante la
prossima stagione avrete la possibilità di conoscere
molti volti nuovi e ottimi giovani artisti: abbonatevi
oggi stesso!
Spero di incontrarvi numerosi al Conservatorio della
Svizzera Italiana.
la vostra
Rachele Giudici
Responsabile per il Ticino degli
SWISS CHAMBER CONCERTS
Programma fino a marzo
Domenica 6 novembre 05, 20.30 h
Conservatorio della Svizzera Italiana
Paganinian(n)a
Niccoló Paganini
24 Capricci per violino solo op.1
Iso Camartin
Lettura di testi suoi, ispirati dal diabolico virtuosismo
dei capricci e dalla magia della musica.
Swiss Chamber Soloists:
Anna Reszniak, violino (1° premio del Concorso Rahn);
Iso Camartin, recitante
Mercoledì 21 dicembre 05, 20.30 h
Conservatorio della Svizzera Italiana
Variazioni Goldberg
J.S. Bach
Variazioni Goldberg BWV 988
in una versione per trio d’archi,interpretata su tre
strumenti barocchi.
Swiss Chamber Soloists:
Hanna Weinmeister, violino; Jürg Dähler, viola;
Thomas Grossenbacher, violoncello
Lunedì 30 gennaio 06, 20.30 h
Conservatorio della Svizzera Italiana
Schattenblätter
Gabriel Fauré
Trio op.120 in re minore per pianoforte, clarinetto e
violoncello (1922-23)
Klaus Huber (1924)
Schattenblätter (1975)
per clarinetto basso, violoncello e pianoforte
prima ticinese
Michel Roth (1976)
prima mondiale (2005/06)
composizione commissionata da Pro Helvetia
Alexander v. Zemlinsky
Trio in re minore op. 3
per clarinetto, violoncello e pianoforte
Vega Trio:
Reto Bieri, clarinetto; Antoine Lederlin, violoncello;
Ricardo Bovino, pianoforte
In collaborazione con il Percento culturale Migros
Venerdi 3 marzo 06, 20.30 h
Conservatorio della Svizzera Italiana
Mosaic
J.S. Bach / W.A. Mozart
Adagio e Fuga in do minore per archi, KV 546
Elliott Carter (1908)
Enchanted Préludes
per flauto e violoncello – prima ticinese
J.S. Bach
Estratti dall’«Arte della Fuga», BWV 1080
Elliott Carter
Mosaic (2004) per ensemble strumentale
prima svizzera
Heinz Holliger (1939)
Toronto Exercises per ensemble strumentale
(2005) – prima svizzera
W.A. Mozart
Quintetto per clarinetto ed archi in la maggiore,
KV 581
Swiss Chamber Soloists:
Ursula Holliger, arpa; Heinz Holliger, oboe; Felix Renggli,
flauto; François Benda, clarinetto;
Muriel Cantoreggi, violino; Urs Walker, violino;
Jürg Dähler, viola; Daniel Haefliger, violoncello;
Johannes Nied, contrabasso;
Matthias Würsch, percussione
In memoriam
Arturo Benedetti Michelangeli (1920-1995)
In occasione della ricorrenza del decimo
anno dalla scomparsa del grande pianista e
maestro Arturo Benedetti Michelangeli la
signora Lotti Lehmann (Bottega del
Pianoforte, Lugano), sua fidata amica, ha
risposto molto gentilmente ad alcune
domande che le ho posto.
Cortesia Cord Garben
Quando e in che
occasione ha
conosciuto il
Maestro?
“...Quando lavoravo ancora per il
noto negozio di pianoforti “Colombo” di
Lugano, il maestro Arturo Benedetti
Michelangeli mi fu affidato come cliente, ed
è stato un caso fortunato conoscerlo...”
Che personaggio era, che carattere aveva?
“... Era una persona molto riservata che più
di far conoscere la sua vita privata voleva far
conoscere la sua musica, insegnare. Sotto l’aspetto umano donava moltissimo ai suoi
allievi, a volte li ospitava addirittura a casa
sua per dei corsi!”. (La signora Lehman ricorda il maestro con molto cuore e continua
con un sorriso).
“... Il Maestro amava moltissimo la montagna, la natura e gli animali. Aveva una baita
in Trentino e passava molto tempo in quei
luoghi; era amico dei fratelli Pedrotti, membri del coro della SAT... Egli armonizzò ben
19 canti popolari di montagna proprio per
questo coro!”.
Il suo rapporto con il Ticino e con Lugano?
“ ... Arturo Benedetti Michelangeli abitava a
Pura qui sul lago di Lugano, in una casa
molto semplice, immersa nel verde e amava
la tranquillità e l’intimità di quella casa...”.
Che ricordo ha di Michelangeli? Qualche
aneddoto?
“... Un ricordo molto curioso riguarda il suo
gatto, che è tutt’ora qui con me...
L’ho trovato io personalmente mentre passeggiavo sul passo dello Stelvio, mi ha seguito e nonostante il mio impegno per riportarlo al suo padrone, quel piccolo gattino si è
trovato subito a proprio agio nella casa del
Maestro! Era un gatto “amante della musica” tant’è che si metteva addirittura accucciato dentro il pianoforte, nelle corde più
gravi e faceva compagnia al maestro
Michelangeli!”.
Ringrazio molto la signora Lotti Lehmann
che ci ha regalato questi bei ricordi personali
del Maestro.
Elena Revelant, studentessa CSI
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settembre 2005, numero 22, anno V
Concerti: grande successo
Grande successo hanno ricevuto i tre concerti
beethoveniani di fine anno 04-05
dell’Orchestra del Conservatorio diretta da
Lü Jia, ospite fisso ormai da diversi anni del
CSI. Ecco alcune immagini dei concerti dello
scorso luglio a Locarno, Olivone e Lugano e
della grigliata finale organizzata splendidamente da Ellen Frau.
BRUNELLI
MUSICA
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settembre 2005, numero 22, anno V
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NOVECENTO e presente 2005/06
Sulla scia delle esperienze che hanno carat-
terizzato le stagioni passate di Novecento e
presente anche quest’anno il programma dei
concerti è variegato e ricco di primizie.
Numerose sono le collaborazioni e le coproduzioni che coinvolgono altre forme d’arte.
Per il concerto d’apertura avremo nuovamente ospite il coro dell’Università di
Friborgo con il popolare “Le roi David” di
Arthur Honegger.
Il 29 gennaio sarà la volta del cinema con
animazioni dei primi del Novecento di Walt
Disney e di Ladislaw Starewicz abbinate alle
musiche di Paul Dessau.
Sempre animazioni per il concerto di marzo,
ma video e contemporanee, saranno quelle
realizzate dalla SUPSI per la Kammermusik
n°1 di Paul Hindemith.
Il teatro la farà invece da padrone nel concerto di chiusura con i mimi della Scuola
Teatro Dimitri e le musiche di Strawinsky e
Satie. Letteratura infine per il concerto
straordinario con testi di Gianni Celati e
musiche di Gabrio Taglietti.
Questi solo alcuni dei momenti “forti” ma in
realtà ognuno dei sei concerti, pensati e
diretti dal m° Giorgio Bernasconi, ha un particolare motivo di interesse e invita l’ascoltatore a scoprire, o riscoprire, la musica della
contemporaneità e le sue radici nel passato
recente.
Programma
Auditorium Stelio Molo, Radio Svizzera italiana, ore 17.00, entrata gratuita
30 ottobre
ARTHUR HONEGGER
LE ROI DAVID, Psaume symphonique en
trois parties d’après le drame de René
Morax
per soprano,mezzosoprano,tenore, recitanti e orch.da camera
Choeur de l’Université de Fribourg,
(dir.Pascal Mayer)
2 aprile
GIOVANNI BATALONI
OS SONHOS NAO ENVELHECEM, per coro
di bambini e strumenti
29 gennaio
PAUL DESSAU
musiche per i film muti di
WALT DISNEY
FOUR ALICE COMEDIES
IVO ANTOGNINI
JAZZ per coro di bambini e strumenti
Coro Clairiére dir.Brunella Clerici
LEONARD BERNSTEIN
SYMPHONIC DANCES da “West Side
Story”
per 2 pianoforti e 2 percussionisti
26 febbraio
ROSSO/BERIO
SEQUENTIA-TRAUM, per voce ed elletronica; Luisa Castellani, voce
30 aprile
ARNOLD SCHOENBERG
MUSICA DI ACCOMPAGNAMENTO PER
UNA SCENA CINEMATOGRAFICA op.34
trascrizione per orch.da camera di
Johannes Schoellhorn
video: “U’altra città” di Carlo Ippolito
produzione RTSI
Il concerto sarà preceduto da un’intervista-incontro con Carlo Ippolito
BRUNO MADERNA
CONTINUO, Solo Tape
KLAUS HUBER
BEATI PAUPERES III per pf.chit.4 perc.
KARLHEINZ STOCKHAUSEN
KOMET, per percussioni e tape; Pietro
Luca Congedo, percussioni
DMITRI SCHOSTAKOVICH
CONCERTINO IN LA MINORE op.94
per 2 pianoforti
FAUSTO ROMITELLI
AMOK KOMA
per ensemble ed elettronica
JEAN-CLAUDE SCHLAEPFER
CHANT DE LUNE (1996) per ensemble
LADISLAW STAREWICZ
L’OROLOGE MAGIQUE
per orchestra da camera
19 marzo
ERIC SATIE
PARADE ballet realiste per mimi e orchestrea
trascrizione per orch.da camera di
Mathias Steinauer
IGOR STRAWINSKY
RENARD
Histoire bourlesque dansée et jouée
per mimi,voci e strumenti
Scenografie e costumi: SUPSI -sezione Arti
Applicate
Mimica: Scuola Teatro Dimitri
Coreografia: Corinne Vitale
Regia: Jean Roi
PAUL HINDEMITH
KAMMERMUSIK CON FINALE 1921,
N°1 op. 24
per 12 strumenti solisti
animazione video a cura della SUPSI,
Sezione Arti applicate
aprile (data da definire)
Concerto straordinario con la partecipazione di Gianni Celati, voce recitante
“NELLA TORRE”
testo di GIANNI CELATI
musica di GABRIO TAGLIETTI
per voci,recitante,flauto, pianoforte
ed elettronica
Il concerto sarà preceduto da un’intervista con lo scrittore.
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settembre 2005, numero 22, anno V
il giornale del conservatorio
Organo semestrale d’informazione del
Conservatorio della Svizzera Italiana, Via Soldino 9,
CH-6900 Lugano, tel. +41 (0)91 960 30 40, Fax +41
(0)91 960 30 41, www.conservatorio.ch, [email protected]
On the Web
Responsabile: Roberto Valtancoli
[email protected]
Tiratura: 6 000; stampa: Tipo-Offset Aurora S.A.,
Via Sonvico 11, 6952 Canobbio
http://www.music-scores.com
Una bella scelta di partiture da scaricare, di
novità e curiosità sul mondo della musica ed
anche qualche barzelletta musicale.
Dip. Scuola di Musica:
[email protected]
Luganese: Tel/Fax 091 960 3048,
[email protected]
Bellinzonese e Tre Valli: Tel/Fax 091 825 1241, [email protected]
Locarneses e Valli: tel/Fax 091 751 8440,
[email protected]
Mendrisotto: Tel/Fax 091 683 0084
[email protected]
http://www.juilliard.edu
Un’immersione in uno dei più prestigiosi istituti musicali al mondo? Ne vale la pena.
Successi al Lucernefestival
http://www.classicalarchives.com
Classical Music Archives: il maggiore sito web
che esista, tutto dedicato alla musica classica.
http://www.cnsmdp.fr
Conservatoire National Superieur de
Musique et de Danse de Paris, il conservatorio francese per eccellenza.
Pensieri
Un artista non può parlare della sua arte più di
quanto una pianta
possa discutere di orticoltura
(Jean Cocteau)
La musica è una macchina per sopprimere il
tempo.
(Claude Levi-Strauss)
Nel cuore di ogni musicista c'è un inguaribile e
possente eroe romantico che si oppone in religiosa solitudine al
mondo intero
(Anonimo)
Il vostro
conservatorio
online:
www.conservatorio.ch
Grande successo ha incontrato la composizione di
Nadir Vassena, membro di
direzione e docente del
CSI, eseguita lo scorso
agosto all’ultimo Festival
di Lucerna.
A Vassena è stato commissionato il lavoro
“Bagatelle trascendentali”
per liuto, viola da gamba
e ensemble che ha avuto quali solisti Mats
Scheidegger e Vittorio Ghielmi (anch’egli
docente del Conservatorio).
Cinque sono state le composizioni commissionate dal Siemens Arts Program (ww.siemensartsprogram.com) appositamente per l’orchestra di Freiburg. Oltre a Vassena, i compositori coinvolti sono stati Michel van der Aa
(Olanda), Juliane Klein (Germania), Rebecca
Saunders (Inghilterra), Benjamin Schweitzer
(Germania).
L’esecuzione nella Lukaskirche di Lucerna ha
dato avvio ad una tournèe proseguita a
Erlangen, Dortmund, per il Contemporary
Music Festival di Huddesfield e per Musikfest
Berlin nella prestigiosa sala della Filarmonia.
Martha Argerich sostiene
il Conservatorio