22
23
CORPO DI GUARDIA
CORTILE INTERNO CON MERLATURE
Inchiostro a penna su carta
Foglio 189 × 271 mm
Firmato in basso a destra “A.D.N. Ac. Clem.o”
Acquarello a pennello su carta,
inchiostro a penna su carta
Foglio 189 × 272 mm
24
ACCESSO CON ARCO A TUTTO SESTO RIBASSATO
E INTERNO CON ARCATE GOTICHE
Inchiostro a penna su carta
Foglio 133 × 187 mm
I disegni 22, 23 e 24 si discostano dalla raccolta della Fondazione per iconografia e caratteristiche
tecniche. Sono tre interni disegnati interpretando elementi architettonici d’ispirazione medievale che, riuniti, contribuiscono alla creazione di un alfabeto architettonico di gusto “eclettico”.
Nel disegno 22, quattro colonne su basamenti bassi sono il fulcro di più logge che si aprono
ai margini della scena. Il punto di vista dell’osservatore è ribassato, contribuendo così a dare
maestosità all’impianto architettonico che, complice la lavorazione delle colonne a fasce orizzontali ben distinte, possiede la ricercatezza delle architetture manieriste.
Nel disegno 23, la scena è all’interno delle mura di una fortificazione. Una scala sulla destra
conduce a un ballatoio centrale con balaustra semplice, posto sopra all’accesso alle cantine o
prigioni, dietro un cortile d’armi con loggiati a tutto sesto e sesto acuto che sorreggono le cortine
con merlature. L’effetto è quello di un edificio massiccio che trasmette il fascino delle fortezze.
Il disegno 24 è realizzato accentuando la percezione del punto di vista ribassato e coglie solo
la parte alta di un arco a tutto sesto leggermente ribassato che dà accesso a un ampio spazio su
cui si affacciano portoni con catenaccio e alte cancellate. L’autore non compie nessun richiamo
a elementi architettonici dell’antichità classica, ma propone archi a sesto acuto, unghiature,
camminamenti sopraelevati.
I tre disegni sono privi di quelle quadrature lineari che incorniciano gli altri esemplari dell’album;
uno solo, il disegno 22 reca un’iscrizione in calce che funge da titolo “Corpo Di Guardia” e le
iniziali dell’artista accompagnate dall’attestazione di appartenenza del pittore all’Accademia
Clementina; per quanto riguarda la datazione possiamo collocarla successivamente al 1790,
anno in cui gli viene conferito il diploma di accademico d’onore.
I disegni molto particolareggiati e tecnicamente assai elaborati si prestano a essere considerati
opere finite destinate a committenti dai gusti raffinati in grado di apprezzarne la qualità. Si
tratta con ogni probabilità di bozzetti per scenografie teatrali: è documentata infatti l’esperienza
di Dalla Nave come scenografo, coadiuvato da Antonio Villa, per l’Olimpiade di Metastasio al
teatro di Macerata, aperto nel 1774. Lo stesso titolo “Corpo di guardia” richiama le trame e gli
intrecci delle pièces teatrali.
L’arte della scenografia si era arricchita nel Settecento dell’importante contributo di Ferdinando
Galli da Bibiena che aveva ideato e disegnato illusi e grandiosi corpi architettonici da cui si
dipartono fughe divergenti. La veduta per angolo dei Bibiena non poteva essere sconosciuta ad
Alessandro Dalla Nave grazie al suo status di accademico Clementino e di decoratore impegnato su grandi pareti e nei teatri. Nel disegno 22, gli elementi di questa conoscenza fanno sì
che davanti allo spettatore si aprano almeno due fuochi prospettici che spalancano il fondale a
un respiro ampio e pausato dai massicci corpi di fabbrica.
La fantasia architettonica del resto non è estranea ai disegnatori settecenteschi, dalle Carceri di
Giovan Battista Piranesi alle pagine dei taccuini di Antonio Basoli, che ideavano scene sommando
elementi dall’antico e fantasie del pittoresco, verso quello che sarà lo spirito pre romantico.
22
23
CORPO DI GUARDIA
CORTILE INTERNO CON MERLATURE
Inchiostro a penna su carta
Foglio 189 × 271 mm
Firmato in basso a destra “A.D.N. Ac. Clem.o”
Acquarello a pennello su carta,
inchiostro a penna su carta
Foglio 189 × 272 mm
24
ACCESSO CON ARCO A TUTTO SESTO RIBASSATO
E INTERNO CON ARCATE GOTICHE
Inchiostro a penna su carta
Foglio 133 × 187 mm
I disegni 22, 23 e 24 si discostano dalla raccolta della Fondazione per iconografia e caratteristiche
tecniche. Sono tre interni disegnati interpretando elementi architettonici d’ispirazione medievale che, riuniti, contribuiscono alla creazione di un alfabeto architettonico di gusto “eclettico”.
Nel disegno 22, quattro colonne su basamenti bassi sono il fulcro di più logge che si aprono
ai margini della scena. Il punto di vista dell’osservatore è ribassato, contribuendo così a dare
maestosità all’impianto architettonico che, complice la lavorazione delle colonne a fasce orizzontali ben distinte, possiede la ricercatezza delle architetture manieriste.
Nel disegno 23, la scena è all’interno delle mura di una fortificazione. Una scala sulla destra
conduce a un ballatoio centrale con balaustra semplice, posto sopra all’accesso alle cantine o
prigioni, dietro un cortile d’armi con loggiati a tutto sesto e sesto acuto che sorreggono le cortine
con merlature. L’effetto è quello di un edificio massiccio che trasmette il fascino delle fortezze.
Il disegno 24 è realizzato accentuando la percezione del punto di vista ribassato e coglie solo
la parte alta di un arco a tutto sesto leggermente ribassato che dà accesso a un ampio spazio su
cui si affacciano portoni con catenaccio e alte cancellate. L’autore non compie nessun richiamo
a elementi architettonici dell’antichità classica, ma propone archi a sesto acuto, unghiature,
camminamenti sopraelevati.
I tre disegni sono privi di quelle quadrature lineari che incorniciano gli altri esemplari dell’album;
uno solo, il disegno 22 reca un’iscrizione in calce che funge da titolo “Corpo Di Guardia” e le
iniziali dell’artista accompagnate dall’attestazione di appartenenza del pittore all’Accademia
Clementina; per quanto riguarda la datazione possiamo collocarla successivamente al 1790,
anno in cui gli viene conferito il diploma di accademico d’onore.
I disegni molto particolareggiati e tecnicamente assai elaborati si prestano a essere considerati
opere finite destinate a committenti dai gusti raffinati in grado di apprezzarne la qualità. Si
tratta con ogni probabilità di bozzetti per scenografie teatrali: è documentata infatti l’esperienza
di Dalla Nave come scenografo, coadiuvato da Antonio Villa, per l’Olimpiade di Metastasio al
teatro di Macerata, aperto nel 1774. Lo stesso titolo “Corpo di guardia” richiama le trame e gli
intrecci delle pièces teatrali.
L’arte della scenografia si era arricchita nel Settecento dell’importante contributo di Ferdinando
Galli da Bibiena che aveva ideato e disegnato illusi e grandiosi corpi architettonici da cui si
dipartono fughe divergenti. La veduta per angolo dei Bibiena non poteva essere sconosciuta ad
Alessandro Dalla Nave grazie al suo status di accademico Clementino e di decoratore impegnato su grandi pareti e nei teatri. Nel disegno 22, gli elementi di questa conoscenza fanno sì
che davanti allo spettatore si aprano almeno due fuochi prospettici che spalancano il fondale a
un respiro ampio e pausato dai massicci corpi di fabbrica.
La fantasia architettonica del resto non è estranea ai disegnatori settecenteschi, dalle Carceri di
Giovan Battista Piranesi alle pagine dei taccuini di Antonio Basoli, che ideavano scene sommando
elementi dall’antico e fantasie del pittoresco, verso quello che sarà lo spirito pre romantico.