OSSERVATORIO ASTRONOMICO GALILEO GALILEI 28019 SUNO (NO) - Tel. 032285181 - 032285210 apansuno @ tiscalinet.it www.apan.it BOLLETTINO N. 293 Mercoledì 20 giugno 2012, dopo le ore 21, in osservatorio, per i tradizionali incontri del terzo mercoledì di ogni mese si terrà una conferenza dal titolo “TECNICHE DI REALIZZAZIONE DEI TIMELAPSE ASTRONOMICI E STARTRAIL” a cura di esperti del GRUPPO FOTOCLUB VERBANIA .Al termine, se il cielo sarà sereno, si potranno effettuare delle osservazioni al telescopio. La Luna sarà di un giorno dopo il novilunio. Data la sua assenza sarà pertanto possibile osservare le costellazioni di inizio estate e numerosi oggetti del cielo profondo quali le galassie della Chioma e dalla Vergine, l’ammasso globulare M 13 in Ercole e la nebulosa anulare della Lira. Venere e Giove sorgeranno poco prima del Sole nella costellazione del Toro, ma sarà difficile osservarli nel bagliore dell’alba. Saturno e Marte saranno visibili tutta sera nella costellazione della Vergine. Mercurio tramonterà poco dopo il Sole nella costellazione dei Gemelli. RECENSIONI MASSIMO BUCCIANTINI, MICHELE CAMEROTA E FRANCO GIUDICE IL TELESCOPIO DI GALILEO - Una storia europea Einaudi 2012-06-15 Formato 14x21 cm – pagg. 318 € 25.00 «Questo libro racconta di un delitto. Tutto comincia ed esplode tra il 1608 e il 1610, quando il cielo che si credeva di conoscere viene distrutto. Quando il cielo contemplato da Omero e Ovidio, da Aristotele e Tolomeo, da Dante e Tommaso d'Aquino, viene definitivamente cancellato». Indice Prologo. I. Dai Paesi Bassi. II. Arcipelago Venezia. III. Breaking News. Vetri e buste da lettera. IV. In un baleno. V. Peregrinazioni. VI. La battaglia di Praga. VII. Oltremanica: poeti, filosofi, astronomi. VIII. Alla conquista della Francia. IX. Milano: alla corte di "re" Federico. X. Il cielo scuro di Firenze. XI. Missione romana. XII. In viaggio: Portogallo, India, Cina. - Epilogo. - Bibliografia. - Indici. Spesso descritta in modo lineare e al limite della banalità, l'invenzione del telescopio assume qui, grazie anche alla pubblicazione di numerose lettere e documenti d'archivio inediti, i tratti di una storia più complicata e sofferta, dove in primo piano non c'è solo Galileo. Con lui, protagonisti sono matematici, astronomi, filosofi e teologi come Paolo Sarpi, Johannes Kepler e il cardinale Bellarmino, ma anche artigiani, uomini di corte, ambasciatori, nunzi pontifici e sovrani come Rodolfo II, Enrico IV e Giacomo I, insieme a poeti e artisti della levatura di John Donne e Jan Brueghel. Una storia avvincente, raccontata istante per istante, dove la potenza visiva del nuovo strumento finì per incarnare significati che andavano ben oltre la scienza degli astri. La metafora dell'«occhiale dalla vista lunga» era troppo seducente e scandalosa per restare racchiusa dentro i confini di un semplice avviso astronomico. (a cura di Silvano Minuto) MERIDIANE E QUADRANTI SOLARI Continuiamo l’esame del quadrante analemmatico del comune di Invorio. Se l’architetto Mones, avesse munito la scala delle date con un analemma, come nel caso delle meridiane di Novara e Biandrate, sostituendo l’indicazione dei mesi con date scaglionate di 15 giorni in 15 giorni lungo la curva a 8 e, nel determinare la posizione dei punti orari, avesse tenuto conto della differenza di longitudine tra il meridiano centrale del nostro fuso orario e il meridiano transitante per Invorio, sarebbe stata risparmiata, all’eventuale osservatore, la fatica del calcolo perché la meridiana avrebbe fornito l’ora esatta indicata dai nostri orologi da polso. Rimaneva il problema dell’ora legale, ma sommare un’unità all’ora indicata è semplice e non dovrebbe comportare nessuna difficoltà. Nella meridiana analemmatica di Torino (Cascina Vallere) si è risolto il problema munendo i punti orari di doppia indicazione dell’ora (es. 12 ora invernale, 13 ora estiva). Nonostante queste mie precisazioni sono grato all’architetto Mones per aver arricchito la provincia di Novara di un manufatto così particolare. (a cura di Salvatore Trani) CONSIGLI PER L’OSSERVAZIONE La costellazione della Lira Alfa – Vega AR 18h 36m – D +38° 47 Mag. 0.03 – Sp A0 Il nome deriva dall’arabo e significa “Aquila che piomba”. Quando osserviamo questa stella, vediamo la sua luce come era 27 anni fa. E’ questa infatti la distanza di questo brillante astro di colore bianco-blu. Data la sua vicinanza si vede molto vivida; è infatti la quinta stella più luminosa di tutto il cielo; la precedono solo Sirio, Canopo, Alfa del Centauro e Arturo; quest’ultima sembra meno brillante di Vega a causa di un effetto ottico; infatti Arturo e di colore arancione. Alle nostre latitudini transita quasi allo zenit. E’ anche una stella circumpolare e un tempo era quella che si avvicinava di più al Polo Nord Celeste. Lo ridiventerà fra 11.500 anni. Ha anche un primato, è stata la prima stella ad essere fotografata nella notte tra il 16 e il 17 luglio 1859 all’Osservatorio di Harvard. Il suo splendore si attesta intorno alla magnitudine zero e quindi è un buon campione per fare delle comparazioni con altri astri. Per quanto riguarda il suo diametro, questo risulta due volte e mezzo quello del nostro Sole e brilla 60 volte di più. Nel 1993 il satellite IRAS scoprì che Vega è circondata da un alone di polveri che si stanno condensando. La stella è molto giovane con età di qualche centinaio di milioni di anni. Forse un giorno potrà essere circondata da una serie di pianeti. Curva di luce di Beta Lyrae Beta - Shellak AR 18h 50m – D +33° 21’ Separazione 46” m. 3.4-8.6 – ap 150° Var. m. 3.4-4.1 – periodo 12.9 gg Nome che in arabo indica lo “strumento musicale”. Stella doppia facile, ma soprattutto il prototipo di una classe di variabili che viene appunto chiamata “Beta Lyrae”. A differenza di altre variabili simili classificate come “Algol” o “Beta Persei” presentano due minimi anziché uno solo. Infatti la beta varia la sua luminosità da 3.4 quando è al massimo alternativamente a 3.8 e 4.1 in un periodo di 12.9 giorni. La variazione è dovuta alle eclissi che si verificano in un sistema di almeno due corpi che ruotano su un orbita allungata. La scoperta è avvenuta nel 1784 per merito di John Goodricke, mediante osservazioni effettuate ad occhio nudo. Le reciproche attrazioni gravitazionali modificano il periodo orbitale che sta progressivamente riducendosi Gamma– Salaphan AR 18h 58m – D +32° 41’ - Mag. 3.25 – Sp A0 Il suo nome come per il precedente Sheliak fa riferimento allo strumento musicale. E’ una stella di colore blu-bianco e può essere utilizzata come stella di confronto per tenere sotto controllo la variazione di luminosità della vicina Beta. Delta 1 e 2 AR 18h 53m – D +36° 58’ - Separazione 70” – mag. 5.5 e 4.3 – AP° 115 Sistema doppio con componente variabile. Delta 1 è di colore blu-bianco e mag. 5.5, mentre Delta 2 è rosso-arancio di magnitudine 4.3. la separazione è di 70” e quindi già visibile ad occhio nudo. Delta 2 è anche una variabile irregolare con oscillazione tra la quarta e la quinta magnitudine. Epsilon Lyrae AR 18h 44m – D + 39° 40’ Stella quadrupla – Separazione 210” m. 5.1 – 5.2 AP° 172 E’ forse la stella multipla più famosa del cielo. Si trova ad un grado e mezzo ad est nord est di Vega. Le due stelle principali sono rispettivamente di magnitudine 5.1 e 5.2; entrambe di classe spettrale A e quindi di colore bianco. La separazione è di ben 210” e permette a chi è dotato di una buona vista di distinguerle. Un binocolo le evidenzia meglio e un telescopio di una decina di centimetri, con un centinaio di ingrandimenti, rivela che le due stelle non sono singole ma sono composte entrambe da una coppia. Se il cielo non è limpido e lo strumento non è adatto, si ha la sensazione che le stelle siano allungate. I dati caratteristici sono i seguenti: magnitudine 4.6 e 6.3 separazione 2.9” e 4.9 e 5.2 separazione 2.3”. Fra le due coppie si trovano alcune stelle deboli di mag. 12 e 13 che non fanno parte del sistema. Zeta AR 18h 44m – D +37° 36’ - Separazione 43” – mag. 4.3 e 5.6 – AP° 149 Le componenti sono entrambe di colore bianco; la principale è anche una binaria spettroscopica. Sono facili da osservare anche in piccoli strumenti. Eta AR 19h 13m – D +39° 08’ - Separazione 28” – Mag 4.4 e 9.1 – AP° 82 Accessibile e visibile anche con piccoli telescopi. R Lyrae AR 18h 55m – D + 43° 56’ Variabile semiregolare - m. 3.8 – 5.0 – periodo 56 gg Stella di colore rosso arancio, di tipo spettrale M3. Abbastanza facile da localizzare in quanto si trova nel vertice di un triangolo avente come base le stelle Eta e Alfa. Può essere seguita lungo tutta la variazione anche ad occhio nudo; un binocolo permetterà di distinguere meglio le tonalità di colore. RR Lyrae AR 19h 25m – D +42° 47’ – Tipo RR Lyr - Mag. 7.0 – 8.1 – periodo 13,5 ore Siamo in presenza di una classe di variabili che prende il nome proprio da questa stella. Si tratta di Cefeidi a corto periodo (meno di un giorno) che sono spesso presenti negli ammassi globulari. Per questo motivo vengono anche chiamate variabili di ammasso. Per quanto riguarda RR Lyrae durante il periodo di variazione la stella cambia anche classe spettrale da A a F. Si trova a circa 900 anni luce di distanza. Non è facile da rintracciare, conviene utilizzare i cerchi graduati o effettuare delle riprese con CCD. Ngc 6720 – M 57 AR 18h 51m – D + 32° 57’ Dimensioni 76” – m. 9.7 – tipo planetaria E’ la famosa nebulosa anulare della Lira, e rappresenta più di ogni altra questa categoria di oggetti celesti. E’ facile da rintracciare in quanto si trova a metà strada tra la beta e la gamma della costellazione. Malgrado la sua scarsa luminosità si distingue bene anche utilizzando piccoli telescopi. Presenta una forma ad anello leggermente allungata. La zona centrale risulta più scura dell’anello ma più chiara del profondo cielo. La stella centrale, pare sia variabile tra la 14 e la 16 mag. E può essere vista solo con strumenti notevoli. La distanza stimata è di 1500 anni luce e le dimensioni centinaia di volte quelle del sistema solare. IL fenomeno che ha provocato l’esplosione della stella dovrebbe essere avvenuto 20 mila anni fa. Osservando M 57 si può avere un’idea di come saranno le condizioni del Sole fra circa 5 miliardi di anni. M 57 – Nebulosa anulare della Lira NGC 6779 – M 56 AR 19h 16m – D + 30° 10’ – Dim. 7.1’ Mag. 8.2 – tipo globulare Si trova a metà strada tra gamma Lyrae e Beta Cygni (la bellissima Albireo). La visione di questo ammasso risulta offuscata da nubi di materia interstellare presenti ai confini delle Via Lattea. Può essere visto con un piccolo telescopio ma per risolverlo in stelle (le più luminose non superano l’undicesima magnitudine), occorre utilizzare un telescopio di grande apertura. Si trova ad oltre 46 mila anni luce dal sistema solare e il diametro reale dell’ammasso si aggira sui 60 anni luce. Stelle cadenti – Liridi La costellazione è interessata da due sciami meteorici. Il primo raggiunge il massimo tra il 21 e il 22 aprile, ma è attivo dal 5 aprile al 10 maggio, l’altro in giugno. Sono sciami abbastanza poveri in quanto il primo mostra circa 15 meteore all’ora e il secondo la metà. Per l’osservazione del primo sciame si deve tener conto che in aprile questa costellazione può essere osservata solo nella tarda nottata. Novae e supernovae Siamo nei pressi della Via Lattea quindi è facile che si accendano improvvisamente delle stelle novae. In questa costellazione se ne segnalano tre. NGC 6791 AR 19h 20m – D +37° 50’ - Dimensioni 16’ – mag. 9.5 – tipo Ammasso aperto E’ localizzato in una zona del cielo ricca di stelle. Questo ammasso aperto ne contiene tra 200 e 300, con le più brillanti (una decina) di magnitudine 9 e 10. La sua ètà è molto avanzata, le stime parlano di 7 miliardi di anni; in un periodo così lungo però le stelle dovrebbero essersi disperse nella Galassia. Dista dal nostro sistema circa 5200 parsec /17.000 anni luce). SE LA LUNA BRILLASSE DAVVERO! E' noto che la Luna, a volte disturba le osservazioni del Cielo con la sua luminosità in particolar modo nei pressi della fase di Luna Piena, ovvero tra il primo e l'ultimo quarto circa. Ma consideriamoci ugualmente fortunati perché se la Luna fosse molto più brillante le cose si metterebbero nel peggiore dei modi. Vediamo. L'albedo è la capacità riflettente di un oggetto celeste. Una superficie che rifletta perfettamente ha albedo "1" ( tutta la luce incidente viene riflessa ), mentre una superficie nera che assorbe tutta la luce che cade su di essa , ha albedo "0". Venere, essendo coperta da nubi, ha un albedo abbastanza elevata, "0.65" . Mercurio, privo di atmosfera, ha un albedo di "0.11". L'albedo della Terra è "0.37" mentre quella della Luna, che ha avuto prodotto l'idea per questa nota, è di "0.17". Ora appare evidente dall'esame dei numeri relativi ai vari albedo che la Luna ha fatto di tutto per aiutarci; infatti con la sua superficie tendente al grigio, rende la riflessione del Sole abbastanza tollerabile, ricordiamo che ha un albedo di "0.17" . Se la Luna avesse un albedo pari a Venere "0.65" saremmo veramente (noi appassionati del Cielo ) rovinati con l'osservazione del Cielo che sarebbe limitata a forse meno di due settimane per ogni lunazione. E' giusto asserire che l'impostazione del Cielo nel suo insieme con tutti gli oggetti celesti è fatto proprio affinché l'uomo , non tutti purtroppo, possa godere appieno del Firmamento. La Luna proprio così come la vediamo da sempre è semplicemente affascinante, e non posso chiudere questa nota ricordando che anche la canzone popolare cita spesso e volentieri la Luna , uno su tutti il grande Salvatore Di Giacomo (1860-1934) poeta e drammaturgo dialettale: Quando spunta la Luna a Marechiaro pure li pisce nce fanno all'amore ....... Uranio ASTRONOMI DEL PASSATO Leonardo Ximenes (Trapani, 27 dicembre 1716 – Firenze, 4 maggio 1786) è stato un gesuita, astronomo, ingegnere e geografo italiano di grande rilievo della Toscana dei Lorena. Nato da un'antica famiglia di origini spagnole, studiò presso il locale collegio dei Gesuiti che sorge ad appena un isolato dalla sua casa natale. Vestì poi l'abito della compagnia di Gesù che lo destinò alla provincia toscana. Mente eclettica, fu ingegnere idraulico (a lui si deve l'avvio della bonifica della Maremma toscana e del Padule di Bientina) e ingegnere civile (in Toscana esistono ancora strade realizzate secondo i suoi progetti). Nel 1765, durante i lavori di bonifica della Maremma grossetana, progettò la ostruzione ella Casa Rossa. Come astronomo si occupò dello studio dell'obliquità dell'eclittica e restaurò lo gnomone di Santa Maria del Fiore, mentre come professore nell'università di Firenze tenne corsi di ingegneria idraulica. Fu anche scrittore e membro di numerose accademie internazionali (Verona, Siena, Parigi, Pietroburgo). Il suo spessore scientifico e intellettuale era riconosciuto dai grandi del suo tempo, tant'è che il granduca di Toscana lo scelse come suo geografo e ingegnere. Nel 1756 fondò a Firenze l'osservatorio astronomico di "San Giovannino" (o Osservatorio Ximeniano), cui dedicò gli ultimi anni della sua vita e che oggi, pertanto, porta il suo nome. È ancora oggi uno dei più importanti a livello europeo. Alla figura e all'opera di Ximenes sono stati dedicati numerosi libri, convegni e pubblicazioni. Porta ancora oggi il suo nome lo storico liceo classico di Trapani, che ha sede nell'ex collegio dei Gesuiti dove lui studiò. Una targa sul centralissimo corso Vittorio Emanuele di Trapani indica la sua casa natale, in memoria di uno dei più illustri figli della città. Le due piramidi ai lati del passo dell'Abetone, ricordano La Casa Rossa a Castiglione della ancora oggi l'imponente lavoro di costruzione della Pescaia (Grosseto) strada fra Pistoia e Modena, diretto nella seconda metà del Settecento dallo Ximenes nel versante toscano e da Pietro Giardini in quello emiliano. LE COSTELLAZIONI CHE NON CI SONO PIÙ Le costellazioni hanno subito variazioni e modifiche nel corso dei secoli, alcune sono nate in epoche medioevale e altre sono definitivamente scomparse nei secoli successivi. Emisfero australe SOLARIUM (Sceptrum Brandenburgicum) L'origine è sconosciuta. Inserita da Elijha Burritt nel 1835 nel suo Atlas of Heavens, si trovava tra l'Orologio, l'Hydrus, il Serpente di mare e il Dorado. Fonte UAI VENERE PASSA DAVANTI AL SOLE Astronomy Picture of The Day (APOD) è un archivio redatto a partire dal 1995 da Robert Nemiroff e Jerry Bonnell. L’archivio APOD contiene la più grande raccolta di immagini astronomiche ed ognuna di esse è corredata da una breve descrizione fatta da esperti. Per visionare l’archivio basta digitare in internet la sigla “APOD” e di seguito l’indice Il 6 giugno 2012 inizia il transito del pianeta gemello della Terra, Venere, sul Sole. L’immagine spettacolare è della sonda Hinode. I tempi di transito, differenti per i diversi luoghi sulla Terra sono stati utilizzati nel passato per effettuare delle triangolazioni e quindi determinare la distanza di Venere e del Sole (Unità Astronomica). La tecnologia moderna permette di osservare la superficie turbolenta del Sole, i suoi campi magnetici e la sottile atmosfera del pianeta attraversata dalla luce solare. Hinode, chiamata inizialmente Solar B, è la navicella giapponese lanciata il 23 settembre del 2006 dalla Agenzia Spaziale Giapponese, in collaborazione con la NASA e il PPARC, per studiare il comportamento magnetico del Sole. La sonda spaziale segue la sonda Yohkoh ed è dotata di tre strumenti principali: il telescopio ottico, il telescopio a raggi X e lo spettrometro per l'ultravioletto estremo. I tre strumenti analizzano ciascun strato dell'atmosfera solare, dotati di diverse temperature, rivelando una cromosfera estremamente dinamica e turbolenta. Usando il telescopio gruppi di ricerca della NASA hanno analizzato il Sole e individuato delle onde di Alfvén dimostrando che queste giocano un ruolo determinate nella formazione del vento solare e di burst di plasma che generano getti di raggi X ad alta energia.[1] TRANSITO DI VENERE SUL SOLE IL 6 GIUGNO 2012 Immagine ripresa da Oreste Lesca a mano libera con teleobiettivo, comodamente seduto in macchina a Bienate Un gruppo di astrofili si è ritrovato alle 5.30 del mattino a Varallo Pombia in un punto dove l’orizzonte era particolarmente libero. Sono stati piazzati numerosi telescopi con i quali è stato possibile seguire il transito di Venere sul disco del Sole. Un’immagine del transito di Venere sul disco del Sole ripresa da Giuseppe Bianchi. Oltre al disco nero del pianeta sono visibili molte macchie solari. Immagine ripresa da Varallo Pombia da Davide Crespi Le seguenti immagini di Massimo Bagnati mostrano il Sole che sorge tra le nubi, ove è visibile Venere. Le successive mostrano il transito ed il terzo contatto. Venere sul bordo del Sole ripresa da Angelo Fabi in osservatorio Pubblichiamo alcune delle immagini del transito del pianeta Venere sul disco del Sole della mattina del 6 giugno 2012. Chi avesse delle foto può inviarcele. Chi desiderasse ricevere altre immagini ce le può richiedere; provvederemo a spedirle. FLY ME TO THE MOON Il cratere Hansteen Nella parte sud-occidentale dell'Oceanus Procellarum possiamo osservare il cratere "Hansteen", una formazione circolare di 46Km che costituisce un'interessante coppia con Billy. Ha versanti scoscesi su cui si trovano Rima Hansteen a sud-ovest, Hansteen A e B a sud e Hansteen E a nord-est. Le pareti sono poco elevate e leggermente terrazzate, il fondo è tormentato con collinette decentrate. La sua formazione risale al periodo Imbriano Superiore (da -3.8 miliardi di anni a -3.2 miliardi di anni). Il periodo migliore per l’osservazione è 4 giorni dopo il primo quarto oppure 3 giorni dopo l'ultimo quarto. Alcuni dati: Longitudine: 52.0° Ovest Latitudine: 11.5° Sud Quadrante: Sud-Ovest Area: Parte Sud-Occidentale dell'Oceanus Procellarum Origine del nome: Dettagli: Christopher Hansteen Astronomo e geofisico norvegese del 18° secolo nato in Norvegia Nato a: Oslo nel 1784 Morto a: Oslo nel 1873 Fatti notevoli: Ha scoperto le variazioni del campo magnetico terrestre nel 1821. Fondatore di un Osservatorio a Oslo nel 1833. Supervisore del lavoro di triangolazione della Norvegia. Autore del nome: Mädler (1837) Nome dato da Langrenus: Nome non assegnato Nome dato da Hevelius: Nome non assegnato Nome dato da Riccioli: Nome non assegnato Nelle foto una ripresa del cratere "Hansteen" e un ritratto di Christopher Hansteen. Lo strumento minimo per poter osservare questo cratere è un rifrattore da 60mm. Davide Crespi CINQUE PER MILLE Sottoscrivete il cinque per mille a favore dell’Osservatorio: ci permette di ammodernare ed ampliare la struttura (stiamo realizzando un planetario ed adeguando l’automazione del telescopio e della cupola) e di migliore le prestazioni in particolar modo nel campo della divulgazione e della ricerca. APAN Associazione Provinciale Astrofili Novaresi - Onlus Sottoscrivi il tuo cinque per mille per l’Osservatorio Astronomico di Suno a Te non costa nulla ma per Noi è una grande opportunità Casella sostegno del volontariato C.F. osservatorio 00437210032 Alcuni articoli pervenuti non sono stati pubblicati per mancanza di spazio. Provvederemo con la prossima circolare. Hanno collaborato: Silvano Minuto Salvatore Trani Davide Crespi Sandro Baroni Oreste Lesca Giuseppe Bianchi Massimo Bagnati Angelo Fabi Vittorio Sacco