Scheda sulla Chiesa Ortodossa La parola “ortodossia” (dal greco

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Scheda sulla Chiesa Ortodossa
La parola “ortodossia” (dal greco ’oρθòς, “retto”, “corretto” e δόξα, “opinione”, “dottrina”, ma
anche “gloria” nel greco biblico e liturgico) indica la Chiesa Ortodossa, che ha circa 200 milioni di
aderenti – nell’Europa dell’Est, ma con appoggi anche in Occidente (Parigi, Stati Uniti d’America),
dovuti soprattutto all’emigrazione.
Storicamente il grande scisma è avvenuto nel 1054, con scomuniche reciproche tra Roma e
Costantinopoli (ora tolte). L’Ortodossia è rappresentata in massima parte da una serie di Chiese
Autocefale, che pur essendo in piena Comunione sacramentale e canonica tra loro, agiscono
indipendentemente l'una dall'altra.
La Chiesa Ortodossa ritiene di essere l’unica vera Chiesa di Cristo, perché è la sola che ha
conservato integralmente la sacra Tradizione, cioè il deposito delle Sacre Scritture, dei Santi Padri
e dei santi sette Concili ecumenici (I Nicea – Costantinopoli – Efeso – Calcedonia – II
Costantinopoli – III Costantinopoli – II Nicea). La Chiesa è Cattolica perché è ortodossa, cioè ha
conservato la vera fede (=Tradizione) e la vera glorificazione di Dio (liturgia).
Secondo gli Ortodossi, la Chiesa cattolico–romana dopo il X sec. si è staccata dall’ortodossia,
abbandonando la sacra Tradizione dei Padri e dei Concili ecumenici, ed è caduta così in gravi errori
ed eresie. Gli Ortodossi non accettano la dottrina di s. Agostino sul peccato originale e sono
fortemente contrari a s. Tommaso e a tutta la Scolastica, rea di aver introdotto il razionalismo in
teologia. Scrive P.A. Botsis1: «Non vi è dubbio che la Chiesa di Cristo, orientale ed ortodossa, ha
conservato inalterata la tradizione dei Padri, ha mantenuto immutata la fede così come era stata
ricevuta, senza nulla aggiungere o togliere, così come i santi Apostoli ed i santi Padri l’avevano
insegnata e trasmessa […]. Al contrario, a partire dal X sec. la Chiesa occidentale ha introdotto,
attraverso il Papato, delle dottrine bizzarre ed eretiche e delle innovazioni e, in ciò, si è allontanata
dalla vera Chiesa ortodossa di Cristo, […] fuori della quale non vi è affatto salvezza» (pp. 44–45).
Normalmente si dice che tra cattolici e ortodossi le differenze teologiche siano di poco conto: nulla
di più sbagliato! Le differenze, soprattutto agli occhi degli ortodossi, sono molte e di importanza
decisiva per la fede. Elenchiamo le principali.
1. L’aggiunta del Filioque. Nel simbolo niceno–costantinopolitano, recitato ogni domenica alla
messa, si professa dello Spirito Santo «che procede dal Padre e dal Figlio, e con il Padre e il Figlio
è adorato e glorificato». Ora nel testo del Concilio di Costantinopoli (381) non c’è «e dal Figlio»
(Filioque), che è stato introdotto più tardi in Occidente. Gli orientali questo non lo perdonano: un
testo conciliare può essere corretto solo da un altro concilio. Per loro questa aggiunta non solo è
illegittima, ma è anche erronea, se non eretica! Introduce nella dottrina trinitaria uno schema
razionalistico, che annulla il mistero. Da questa aggiunta sono scaturiti tutti i mali della chiesa
latina: il cristomonismo, il prevalere dell’istituzione sulla persona, la dimenticanza dello Spirito
Santo. Sulla posizione cattolica, cfr CCC 245–248.
2. La distinzione tra essenza di Dio ed energie increate. Questa distinzione, sostenuta
vigorosamente da S. Gregorio Palamas (XII sec.) è stata invece combattuta dagli Scolastici e da s.
Tommaso in particolare. Per gli ortodossi l’essenza di Dio è inconoscibile e impartecipabile, mentre
PIETRO A. BOTSIS, Che cos’è l’Ortodossia? (Breve spiegazione dell’essenza dell’Ortodossia e delle
differenze fra le Chiese), Atene 1985.
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Dio si fa conoscere e partecipare attraverso le “energie” (operazioni) increate. Non ammettere
questa distinzione significa perdere il senso del mistero di Dio e cadere nel razionalismo.
3. Il Papato. Il vescovo di Roma è il primo tra i Patriarchi, ma ha solo un primato di onore (primus
inter pares). Gli ortodossi non accettano il primato come è inteso dalla Chiesa cattolico–romana, e
cioè che il papa abbia giurisdizione diretta e immediata su tutta la Chiesa, né che sia infallibile in
docendo (solo un concilio ecumenico è infallibile – ma c’è un contenzioso sui concili ecumenici,
che per gli ortodossi sono solo sette). La sinodalità è un elemento essenziale della Chiesa, e il
papato la intacca.
4. Dottrina del peccato originale. Il peccato originale è solo dei progenitori; ciò che viene
trasmesso non è la colpa, ma la pena (corruzione, morte). Di conseguenza il battesimo non è dato
per togliere il peccato originale, ma per inserire l’uomo in Cristo.
5. Il dogma dell’Immacolata Concezione. Gli ortodossi non l’accettano, perché inutile ed erroneo.
La Madre di Dio – come essi la chiamano sempre, e non vogliono che sia chiamata Maria – è nata
solo con le conseguenze del peccato originale, non con la colpa originale, come tutti. Quindi non
aveva bisogno di un privilegio speciale. All’annuncio dell’angelo fu riempita di grazia. Gli
ortodossi sostengono che la Madre di Dio è morta prima di essere assunta in cielo (quindi è morta
ed è risorta). Quanto alle devozioni cattoliche, essi criticano le statue della Vergine e dei santi (solo
le icone sono ammesse); criticano il rosario; criticano tutte le supposte apparizioni mariane (Rue du
Bac, Lourdes, Fatima…) come fautrici degli errori cattolici.
6. Gli Ortodossi non ammettono il purgatorio, e quindi le preghiere per i morti e le messe di
suffragio. Secondo loro è un’invenzione del medioevo latino, sconosciuto ai Padri della Chiesa.
6. Gli Ortodossi ammettono solo il battesimo per immersione, seguito subito dalla cresima e dalla
comunione. Non ammettono la prassi latina dell’aspersione e la separazione dei sacramenti
dell’iniziazione. Alcuni gruppi più conservatori ritengono invalido il battesimo dei cattolici, perché
considerati eretici (quindi se un cattolico diventa ortodosso, lo ribattezzano).
7. Ammettono solo la comunione sotto le due specie. Criticano l’uso latino del pane azzimo e della
comunione solo con le specie del pane. Affermano che la consacrazione del pane e del vino avviene
non dopo le parole dell’istituzione, ma dopo l’epiclesi successiva (= invocazione dello Spirito
Santo). Gli Ortodossi ignorano il culto eucaristico fuori della messa (tabernacolo, adorazione,
esposizione, benedizione, processioni, quarantore…).
8. Sacramento dell’Ordine: a differenza della Chiesa latina, dove vige la legge del celibato, gli
Ortodossi possono ordinare al diaconato e al presbiterato persone sposate, e ammettono che possono
continuare a usare del matrimonio, cioè avere rapporti con la moglie e figli (questo però non vale
per i vescovi). Il celibato è dunque facoltativo, ma la scelta va fatta prima dell’ordinazione, non
dopo. [Nella Chiesa antica era valida solo la prima parte, non essendoci ancora la legge del celibato,
ma non la seconda].
9. Ammettono qualche forma di divorzio.
10. In campo strettamente morale non sono al corrente delle posizioni degli Ortodossi, ma è certo
che non condividono tutte le posizioni cattoliche in tema di bioetica (all’assemblea ecumenica di
Sibiu del 2007, quando si sono toccate questioni di bioetica è finito l’accordo!).
Conclusione, scrive ancora P.A. Botis: «Se gli occidentali proveranno che, in base agli
insegnamenti dei santi Padri e dei concili ecumenici divinamente radunati, a quell’epoca [IX sec.] la
Chiesa romana–ortodossa sparsa in tutto l’Occidente, leggeva il Credo con l’aggiunta del Filioque,
usava pane azzimo, accettava la dottrina del fuoco del Purgatorio, compiva il battesimo per
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aspersione, insegnava l’immacolata concezione o il potere, l’infallibilità e l’assolutismo del vescovo
di Roma, anche prima del IX secolo, allora non avremmo nulla da dire. Ma se, al contrario, è
pienamente dimostrato che la Chiesa ortodossa–cattolica di Cristo mantiene solidamente le dottrine
confessate un tempo dall’Oriente e dall’Occidente insieme e che la Chiesa occidentale ha mutato
con diverse innovazioni, allora è evidente che la via più naturale per l’unione consiste nel ritorno
della Chiesa occidentale all’antico ordine dottrinale e amministrativo delle cose» (pp. 42–43).
Gli Ortodossi hanno il culto sei santi, delle icone, delle reliquie; hanno il monachesimo, sia
maschile che femminile. Hanno la confessione e la direzione spirituale. Hanno il sacramento
dell’Ordine (diaconato, presbiterato, episcopato) validamente conservato.
A livello teologico il dialogo cattolico–ortodosso dopo il Vaticano II ha conosciuto fasi alterne, e
dopo alcuni anni difficili è stato ripreso nel 2007. Giovanni Paolo II ha detto che dobbiamo
imparare a respirare con i due polmoni, quello dell’Oriente e quello dell’Occidente. Ma gli
Ortodossi non sono d’accordo: secondo loro il polmone dell’Occidente è gravemente malato! Negli
ultimi 40 anni c’è stato un forte interesse da parte cattolica verso la spiritualità ortodossa e i Padri
greci; ma per gli ortodossi questo è in indizio che loro sono nel vero, e sperano sempre che noi ci
uniformiamo a loro. Diversa è la percezione con cui ciascuno guarda l’altro. Per noi è più positiva,
perché ammettiamo un sano pluralismo, che loro invece non ammettono. Tuttavia essi ci fanno
capire che forse ci siamo troppo allontanati dalla Tradizione e abbiamo perso un po’ le nostre radici.
Ciò che più ci unisce, oltre alla carità fraterna, è la preghiera di Gesù: «Signore Gesù, Figlio di Dio
Salvatore, abbi pietà di me, peccatore», o più brevemente Kyrie, eleison! Il contatto con l’Ortossia
ci fa capire che come cattolici dobbiamo essere più umili, meno trionfalistici e più sobri nel nostro
modo di presentarci.
Bibliografia:
P. EVDOKIMOV, L’Ortodossia, EDB, Bologna 19812.
V. LOSSKY, La teologia mistica della Chiesa d’Oriente. La visione di Dio, EDB, Bologna 19852.
K. WARE, L’Ortodossia in Occidente, Qiqajon, Bose 2000.
J. BINNS, Le Chiese Ortodosse. Introduzione di E. Bianchi, San Paolo, Milano 2005.
O. CLÉMENT, La Chiesa ortodossa, Queriniana, Brescia 2005.
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