LE NOSTRE INIZIATIVE MERCOLEDÌ 29 GENNAIO 2014 IC Ponte Lambro - Ponte Lambro LA REDAZIONE - CLASSE 3ªC: Lucrezia Alberti, Ilaria Bellotti, Silvia Borgolotto, Rosy De Luca, Rafael Dobos, Nathan Esposito y Castillo, Filippo Frigerio, Khadjia Hattana, Maik Jin, Simone Lione, Melissa Mancusi, Akrem Mehalhali, Alessandro Mele, Jacopo Pauletto, Rebecca Pegorari, Prisacaru Katy, Alessandro Radio, Simone Sinelli, Martina Villa, Cristiano Vitale DOCENTI: Daniela Grassi, Roberta Molteni, Salvatore Silvestri. La musica è più forte del dolore: La tromba di De Capitani insegna In un incidente l’ingegnere ha perso l’uso di un braccio ma non la passione IL COMMENTO Lasciamo ai posteri l’ardua sentenza QUELLA di oggi è vera musica? Ai posteri l’ardua sentenza. Oggi la musica, come tutti i giovani sanno, è molto spesso sviluppata al computer piuttosto che suonata. Spesso non ci si accorge neanche che le canzoni sono create in questo modo poiché un computer può generare suoni distorti, rumori e anche suoni di strumenti musicali, infatti, in caso di assenza di uno strumento in un gruppo musicale, viene utilizzato uno speciale software per sostituirlo. INOLTRE il computer “distorce” il suono degli strumenti e spesso ogni genere musicale utilizza effetti diversi; ad esempio coloro che suonano canzoni metal usano una distorsione molto forte mentre in brani classici si usa un suono più pulito o si utilizza la tecnologia per “pulire” ancor di più il suono. Generi musicali come l’house sono completamente costruiti a computer: queste canzoni si ascoltano e ballano spesso in discoteca assieme a parti di canzoni originali modificate digitalmente. In discoteca il dj utilizza una console per amministrare meglio gli effetti. Dj apprezzati dai giovani sono: Hardwell, Avicii, Martin Garrix, Juicy M e David Guetta. INGEGNERE nucleare di Erba, Paolo De Capitani, 45 anni, nel 2007 rischia la vita in un terribile incidente stradale, riesce a sopravvivere, ma perde l’uso dell’arto sinistro. Questa perdita comporta un cambiamento profondo nella sua vita: dal non poter più abbracciare la moglie e i figli a non poter più suonare la sua amata chitarra. Cambia lo “strumento” musicale, passa alla tromba che affronta come una sfida, nel nome della Musica con la emme maiuscola. «Da piccolo odiavo la musica perché ritenevo che essa isolasse le persone dal resto del mondo, alle elementari consideravo il flauto un oggetto infernale- dice De Capitani raccontando il suo primo approccio con la musica- solo a 18 anni, partecipando ad un concerto Takabanda ad Erba, sono rimasto colpito da un chitarrista di un gruppo rock». DA LÌ LA MUSICA ha iniziato a far parte della sua vita in modo crescente sino a diventare una parte indispensabile di tutte le sue giornate. La chitarra l’ha accompagnato sempre: all’inizio come autodidatta, poi prendendo lezioni da Aldo Guarisco sino a fondare più band e a coronare il suo sogno ovvero portare il musical “Jesus Christ Superstar” in molti teatri della Lombardia. Il 2007, a seguito dell’incidente in moto, segna il cambiamento. A livello musicale, dopo una pausa, Paolo cerca di ricominciare acquistando una tromba in Do: «Questa scelta è stata un ripiego- spiega Paolo- perché pensavo di poter riprodurre il mio repertorio da chitarrista con la tromba anche se tutto ciò non è stato possibile perché la tromba ha una sua personalità e un suo timbro». Galeotto fu Marco Bodo che gli prestò la sua prima e “vera” tromba in Si bemolle: «Sin dall’inizio suonare la tromba è stata una sfida- racconta Paolo- ho dovuto imparare il solfeggio, a sopportare la fatica di dover ricominciare daccapo, a vivere la musica con maggior fisicità perché la tromba lo pretende». Paolo ha poi conosciuto Fabio Somaini: «Colui che mi ha dato e continuerà a darmi cultura e amore per il mondo dei fiati». Prima di questo importante incontro, come affermato nel suo libro: “Pb”, edito nel 2011 dal Ricerca Sviluppo Padre Monti, a scopi benefici, Paolo odiava la denominazione “trombettista” e il fatto di suonare in una banda, ma ora ne va fiero: «La banda di Ponte Lambro “Cavalier Pietro Masciadri” mi ha cambiato: mi ha fatto apprezzare l’approfondimento della musica in termini di conoscenza teorica e poi ho scoperto la bellezza della musica d’insieme legata a regole che tutti devono rispettare per raggiungere un obiettivo comune: un’ottima esecuzione!». Sostenuto da sempre dalla sua famiglia e in particolare dalla “sua mogliettina”, oggi Paolo è anche il trombettista di una band pop-jazz, da ottobre ha ridato vita al sogno di suonare insieme ad alcuni suoi amici e prossimamente ricomincerà ad esibirsi nei locali della zona in nome della Musica… oltre ogni ostacolo! ECCOLI ANGELO TAGLIABUE, 75 ANNI, AL BASSO TUBA E LUCA, 5 ANNI, AI LEGNETTI Young Band: nonni e nipoti uniti dal pentagramma LA MUSICA non ha età, la dimostrazione è la Young Band. Nata nel 2011 dalla volontà di Alessandro Pontiggia, giovanissimo maestro del Corpo musicale «Cavalier Pietro Masciadri» di Ponte Lambro, la Young Band permette a tutti di imparare a suonare uno strumento e a coltivare la passione per la musica. Nel gruppo, anziani e bambini sono uniti dalle sette note e da numerosi strumenti, dalle percussioni ai fiati. La musica è divertimento, ma anche impegno e passione: il solfeggio ri- chiede costanza e studio così come la pratica dello strumento. «Il corpo musicale organizza anche un corso propedeutico per bambini piccoli, a partire dai tre anni- spiega Licia Mauri, presidente della banda- in questo modo si incontrano, in un’unica passione, nonni, genitori e nipoti». LA YOUNG BAND si è già esibita in vari momenti musicali prima di alcuni concerti del gruppo dei «veterani». Lo scorso anno la Young Band ha dato il meglio di sé a Turate, rassegna giovanile organizzata dall’Anbima (Associazione nazionale bande italiane musicali autonome), il gruppo si auspica di ospitare a Ponte Lambro la rassegna 2014 in occasione del novantesimo anno di fondazione del «Cavalier Masciadri». «Un concerto unicamente eseguito dalla Young è l’obiettivo che si vorrebbe raggiungere prossimamente, magari in occasione della Festa della mamma» conclude Mauri. XI ••