aprile - giugno 2006 ARIS SANITÀ Il Beato Luigi Monza Quello straordinario uomo del quotidiano di Maria Rita Gentile L a santità non consiste nel fare cose straordinarie, ma nel fare straordinariamente bene le cose ordinarie". Questa frase rappresenta al meglio tutta la spiritualità e il vissuto di don Luigi Monza, fondatore delle Piccole Apostole della Carità, elevato agli onori degli altari nell'ultima domenica di aprile nella suggestiva cornice del Duomo di Milano. Il centro della sua esistenza, una incrollabile fede in Dio e nella Divina Provvidenza, si esplica in un messaggio concreto, che si impasta nella quotidianità di una vita spesa in prima linea, nel "nascondimento" della propria giornata, vissuta così intensamente da farla diventare feconda e appassionata e quindi straordinaria sin dalle radici della sua ordinarietà. Baluardo del suo carisma quella carità capace di infiammare l'esistenza, così come succedeva nelle prime comunità cristiane in cui tutti si facevano carico di tutti, della comunità, del singolo. Una grande famiglia che ha per confini quelli del mondo e che viene tenuta unita dall'amore, dalla fra- ternità e dalla solidarietà. Il messaggio evangelico testimoniato da questo parroco così umile eppure così straordinariamente incisivo ieri come oggi, si ammanta di una grande forza proprio in ragione della sua concreta realizzazione nella vita di tutti i giorni. Ogni uomo si trova immerso nella realtà in cui viene chiamato direttamente da Dio ad operare, nella complessa semplicità della propria esistenza, in cui l'agire non si disumanizza nella prevaricazione o nell'isolamento, ma diventa servizio consapevole dell'oggi nella valorizzazione dei propri talenti messi a disposizione degli altri fratelli. Tutta la vita del beato Luigi Monza spesa nel sorridente aiuto verso il prossimo, quel "farsi tutto a rutti", e il suo fecondo insegnamento, che da un piccolo seme ha realizzato un prodigioso raccolto, hanno portato al riconoscimento delle sue virtù suggellato con la solenne proclamazione nella cattedrale milanese. Un cammino semplice e ricco quello del fondatore, la cui traccia si accese nel non troppo lontano 1898, quando venne alla luce da un umile SI PARLA DI: LA NOSTRA FAMIGLIA famiglia di contadini, e non si spense con la morte, nel 1954, per divenire anzi ancora più brillante. Grazie ad una vita vissuta all'insegna del messaggio evangelico testimoniato con convinzione e fiducia, la sua fama di santità si diffuse rapidamente dopo la morte, insieme al rimpianto della gente che aveva avuto la fortuna di godere di quel suo sorriso aperto e gentile. Una così particolare esistenza spinse il Gruppo Amici de La Nostra Famiglia, e il postulatore don Luigi Serenthà, a farsi promotori della petizione per la Causa di Canonizzazione presso la Curia dell'Arcidiocesi di Milano e a sottoporre all'esame della Congregazione per le Cause dei Santi quello che fu presentato come "miracolo". Un giovane, Paolo Peroni, ricoverato presso la Clinica psichiatrica e neurologica dell'Università di Heidelberg, negli anni '59 e '60, in seguito ad un encefalite virale acuta, complicata da uno stato comatoso e con evidenti segni clinici di danni cerebrali, iniziò all'improvviso a migliorare sino alla completa guarigione. PAG.1 aprile-giugno 2006 ARIS SANITÀ terminato l'esame della Positio, diedero il loro parere positivo, e il 19 aprile 2005 Benedetto XVI firmò il Decreto relativo al miracolo avvenuto per intercessione del Venerabile Servo di Dio don Luigi Monza. Il 30 aprile scorso l'umile e amato parroco è stato proclamato Beato. La sua è stata una vita all'insegna dell'umiltà, della semplicità, ma di grandissimo contenuto umano e apostolico. Quel piccolo grande seme di cui parlano i Vangeli. Ordinato sacerdote nel 1925, nella Diocesi di Milano, esplicò la sua azione evangelizzatrice con gioia, zelo e tenacia e cercò di vivere fino in fondo la sua vocazione. Dal 1936 fu inviato nella parrocchia di San Giovanni a Lecco dove potè dare testimonianza di pastore esemplare, grande nella semplicità del suo predicare, eroico nel suo impegno nell'aiuto ai bisognosi, ai malati, ai perseguitati (e lo fu anche lui) a qualsiasi credo politico appartenessero. Non si risparmiò, infatti, nel soccorrere sia i partigiani, nascosti e messi in salvo, che i fascisti e i col- I medici rimasero meravigliati. Ma i familiari no. Quando le condizioni del paziente non lasciavano ormai troppe speranze, la famiglia si era infatti rivolta alle Piccole Apostole della Carità, note per essere particolarmente attente verso i sofferenti, chiedendo preghiere. Le religiose implorarono l'intercessione del loro fondatore e inviarono al malato una sua reliquia. I familiari di Paolo la posero con devozione sotto il suo cuscino. Il giovane iniziò improvvisamente a migliorare sino a riprendersi completamente, senza accusare nessun handicap neuro-psichico. Esaminato il caso, i medici dichiararono senza ombra di dubbio che la guarigione era da attribuirsi ad un fatto eccezionale ed inspiegabile rispetto alle conoscenze scientifiche del tempo. L'iter della Canonizzazione proseguì nel tempo, come di consueto. Nel 2003 Giovanni Paolo II firmò il Decreto con cui il Servo di Dio don Luigi Monza venne dichiarato Venerabile. Le varie Commissioni della Congregazione per le Cause dei Santi, SI PARLA DI: LA NOSTRA FAMIGLIA PAG.2 ARIS SANITÀ aprile - giugno 2006 laborazionisti, che durante la liberazione divennero oggetto di violenza. Lavorava con entusiasta solerzia nella sua piccola parrocchia, seminando amore più che poteva, offrendo conforto e sorriso a tutti, facendosi portatore di un messaggio forte e grande, pieno di un carisma ricco, capace di parlare al cuore di tanti uomini e donne che si sono riconosciuti e si riconoscono ancora nel suo modello in cui vi è una possibilità di vita per tutti. Fu proprio durante questo suo incarico pastorale a Lecco, vissuto con straordinaria serenità e fiducia nel Signore, pronto a seguire con umiltà e impegno tutte le vie indicate dalla Divina Provvidenza, che don Luigi Monza fondò l'Istituto Secolare delle "Piccole Apostole della Carità", una comunità di laiche consacrate che avevano scelto di seguire i suoi passi nel servire gli ultimi. Ancora oggi esse offrono la loro presenza e il loro servizio con lo stesso impegno e lo stesso ardore molto simile a quello dei primi cristiani per trasmettere così il messaggio spirituale del fondatore. Anche il nome fu scelto con cura quasi a voler sottolineare l'umiltà di una vita considerata nulla senza l'aiuto di Dio e donata interamente per il bene degli altri. Da questo anelito di don Monza e delle Piccole Apostole nacque l'Associazione "La Nostra Famiglia", Ente Ecclesiastico civilmente riconosciuto che svolge attività di assistenza sanitaria e socio-sanitaria nei confronti di persone disabili e in difficoltà. Attualmente l'Associazione si avvale del contributo professionale di oltre 2 mila operatori ed è presente in 8 regioni italiane e in 4 Paesi, ma già si pensa a nuove avventure spi- SI PARLA DI: LA NOSTRA FAMIGLIA PAG.3 aprile - giugno 2006 ARIS SANITÀ rituali perché era proprio un desiderio di don Luigi considerare i suoi orizzonti pastorali con i confini del mondo. Le "sue" consacrate, in accordo al desiderio di servizio che animò tutta la vita del Beato Monza, hanno deciso di dedicarsi principalmente alla cura di pazienti con handicap, per tutelarne e migliorarne la qualità di vita, sostenendo anche le realtà familiari che li circondano. Il primo Centro extraospedaliero di riabilitazione in Italia, ufficialmente riconosciuto nel 1954, fu proprio una struttura de La Nostra Famiglia. L'Istituto Scientifico "Eugenio Medea" infatti, sezione di ricerca de la Nostra Famiglia, è un IRCCS che, in qualità di unico Istituto Scientifico italiano riconosciuto per la ricerca e la riabilitazione nell'ambito dell'età evolutiva. Questo istituto, con i suoi quattro poli regionali, costituisce un vero e proprio "Osservatorio Nazionale" nel settore della disabilità infantile. L'intensa spiritualità dell'umile parroco, considerato il tipico modello del "prete ambrosiano", diede vita ancora ad una lunga serie di realtà, fortemente ispirate al suo luminoso carisma, che operano nel mondo con lo stesso entusiasmo e la decisione che il Beato don Luigi Monza ha lasciato quale intramontabile e preziosa eredità. Nel 1959 nasce il Gruppo Amici di don Luigi Monza, una associazione che opera nel volontariato a favore dei disabili e che, con le sue diverse sezioni, fa riferimento ai diversi centri de La Nostra Famiglia. L'anno 1976 è il turno del gruppo maschile dei Piccoli Apostoli della Carità, che attinge fortemente al carisma dell'Istituto Secolare delle Piccole Apostole della Carità. Man mano il messaggio di don Luigi, quale gemma feconda, da vita a tanti altri fiori che invadono con il loro profumo il vissuto quotidiano di molte persone. Nascono l'Associazione Genitori de La Nostra Famiglia, l'Organi- SI PARLA DI: LA NOSTRA FAMIGLIA smo di Volontariato per la Cooperazione Internazionale (OVCI), la FONOS (Fondazione Orizzonti Sereni), l'Associazione di Volontariato "Don Luigi Monza" onlus, l'Associazione Sportiva Dilettantistica Viribus Unitis. Accanto ad essi è tutto un fiorire di vari gruppi di spiritualità, giovanili, familiari, vedovili che sottolineano, con la loro presenza, la ricchezza e la profondità della fede di un uomo la cui vita è stata una continua testimonianza di un credo radicato, convinto e consapevole. Un insegnamento forte offerto con l'amore e la delicatezza di un sorriso che accoglieva sempre chiunque senza condannare mai nessuno. L'uomo del quotidiano potremmo definirlo, l'amico che tutti vorremmo incontrare, in cui traspariva un Amore e una Amicizia molto più grandi, una Carità a cui don Luigi ha offerto tutta la sua esistenza, lasciando a tutta l'umanità il dono del suo esempio e della sua testimonianza di fede. PAG.4