La tutela del Lupo

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La tutela del Lupo
per la valorizzazione dei luoghi
della cultura silana
MINISTERO POLITICHE AGRICOLE
ALIMENTARI E FORESTALI
Corpo Forestale dello Stato
Progetto LIFE04NAT/IT/000190:
Ripristino della catena alimentare
del lupo attraverso il recupero di prati naturali
per favorire l’aumento di cervi e caprioli
Abstract
In order to preserve the existing biodiversity and, particularly, to protect
a number of habitats, animal and plant species,
according to the Directives for “Habitats” and
“Birds”, the European Council has selected different parts of the Union territory to establish a
natural areas network, called Natura 2000.
The purpose of the planned activities is to provide a better knowledge of the natural world in
our national territory, and they include the elaboration of species check-lists, the description of
the flora environment, the processing of data
banks about species distribution, the planning of
projects for natural patrimony monitoring, and
the publication of scientific works and information material.
The Corpo Forestale dello Stato (State Forest
Service) is responsible for the management of a
number of Natural Reserves, many of which are
included in the Natura 2000 sites list.
Sila National Park - Centro visitatori del Cupone
In mountain areas, it has been observed a decrease in the prairie ecosystems, as a consequence of a gradual desertion of territories and traditional silvo-pastroral activities and as a result of the decline and modification of the forest
form and composition. In the past, woodlands have suffered non-sustainable practices of use,
which were not compatible with the need to preserve the balance of nature. The forest formation
impoverishment and the loss of some microhabitats that are essential for survival of the fauna
are closely connected and the impoverishment of food chains, too, is a threatening factor for the
survival of many carnivores.
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The Local Office for Biodiversity in Cosenza has carried out a project for the
“REESTABLISHMENT OF THE WOLF FOOD CHAIN, THROUGH THE RECOVERY
OF NATURAL GRASSLANDS TO HELP INCREASE THE POPULATION NUMBER
OF DEER AND ROE DEER, THE WOLF’S PREYS”.
In fact, the shortage of big preys, such as deer and roe deer, represents one of the main threats
for the diffusion of the wolf. The lack of these preys makes the big carnivores leave their territory
and make them search for preys among grazing sheep and goats herds. The preying upon domestic animals causes a serious conflict and consequently the breeders’ persecution. Although
the wolf is a protected species, illegal killings still continue and on the Sila Apennine they occur
with annual frequency.
People fear wolves and have always considered these animals as enemies to be hunted by means
of shotguns, poisoned food and traps. There is danger of extinction for them. The growth of wild
stray dogs has also contributed to make confusion between dogs and wolves and, often, damages
caused by the former have been attributed to the latter.
The importance of this carnivore in the Sila territory is testified by the fact that this figure is present in local popular tradition and it has been chosen as symbol of the Sila National Park.
Corpo Forestale dello Stato
N
atura 2000 è il nome che il Consiglio dei Ministri
dell'Unione Europea ha assegnato ad un sistema, una "rete",
di aree destinate alla conservazione della diversità biologica
presente nel territorio dell'Unione stessa ed in particolare alla tutela
di una serie di habitat e specie animali e vegetali indicati dalla
Direttiva "Habitat" e dalla Direttiva "Uccelli".
La Rete Natura 2000, ai sensi della Direttiva "Habitat", è costituita dalle Zone Speciali di
Conservazione (ZSC) e dalle Zone di Protezione Speciale (ZPS). Attualmente la "rete" è
composta da due tipi di aree: le Zone di Protezione Speciale, previste dalla Direttiva "Uccelli",
e i Siti di Importanza Comunitaria proposti (pSIC); tali zone possono avere tra loro diverse
relazioni spaziali, dalla totale sovrapposizione alla completa separazione.
L'individuazione dei siti è stata realizzata in Italia dalle singole Regioni e Province autonome in
un processo coordinato a livello centrale.
Le attività svolte, finalizzate al miglioramento delle conoscenze naturalistiche sul territorio
nazionale, vanno dalla realizzazione delle check-list delle specie alla descrizione della trama
vegetazionale del territorio, dalla realizzazione di banche dati sulla distribuzione delle specie
all'avvio di progetti di monitoraggio sul patrimonio naturalistico, alla realizzazione di
pubblicazioni e contributi scientifici e divulgativi.
Il LIFE Natura prevede, all'interno dei siti, la preparazione e l'attuazione di interventi che si
possono quindi distinguere essenzialmente in tre categorie:
- Attività di programmazione e di ricerca;
- Azioni di conservazione;
- Programmi di divulgazione.
Il Corpo Forestale dello Stato si occupa della gestione di una rete di Riserve Naturali, molte
delle quali, sono comprese nell'elenco
dei Siti Natura 2000. Tali aree protette
sono ampiamente distribuite nella
penisola italiana comprendendo, dalle
Alpi fino alla Calabria, una vasta
tipologia di ambienti.
Sono state individuate diverse tipologie
di minacce ambientali che interessano i
33 siti d'importanza comunitaria del
progetto Life Natura 2000.
Nelle zone montane si registrano in
particolare la riduzione degli ecosistemi
di prateria, conseguenza dell'abbandono
graduale dei terreni e delle tradizionali
attività silvo-pastorali, nonché il
degrado e le alterazioni della
composizione e della struttura dei
boschi. Le formazioni forestali in
passato hanno subìto pratiche di utilizzo
non sostenibili ed incompatibili con le esigenze di conservazione della biodiversità.
L'impoverimento delle formazioni forestali è connesso con la perdita di alcuni microhabitat
essenziali per la sopravvivenza della fauna e il generale depauperamento delle catene
alimentari è anche un fattore di minaccia per la sopravvivenza di grandi carnivori.
MINISTERO POLITICHE AGRICOLE
ALIMENTARI E FORESTALI
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F
oresta demaniale di Macchialonga (SIC Pianori di Macchialonga). Si tratta di un
altopiano a quota compresa tra 1.630 e 1.460 mt. Il clima è tipicamente mediterraneo, con
estati calde e siccitose e inverni rigidi e piovosi.Il SIC per la sua ubicazione (si trova nel
cuore dell’Altopiano della Sila Grande) e le sue peculiarità naturalistiche risulta di estrema
importanza sia per la conservazione e riproduzione della fauna che per la protezione degli habitat
in esso presenti, in particolare per i 120 Ha di pineta mediterranea a pino laricio e i 200 Ha di
prati erbosi in buona parte su sabbie xerofitiche.Quest’alternanza di boschi e prati crea un habitat
ideale per numerose specie animali. Infatti le foreste di pino offrono rifugio a lupi, caprioli e
cervi, mentre l’ambiente prativo costituisce un’importante area di pascolo per gli ungulati e la
zona ideale di caccia per il lupo.
La composizione geologica lungo la Fiumarella di Macchialonga è rappresentata da depositi
alluvionali antichi e recenti costituiti da conglomerati in matrice sabbiosa grossolana, sabbie
ghiaiose, fini e siltose.
Più ad ovest prevalgono invece granodioriti biotitiche a grana media e granodioriti a biotite e
orneblenda.
Le cenosi vegetali più importanti sono rappresentate da associazioni di pascoli (Astragalus
calabrus, Festuca panicolata, Potentilla calabra, Koeleria splendens) e dalla foresta di pino laricio
(Hypochaerido-pinetum laricionis).
Per quanto riguarda la fauna, oltre al lupo (Canis lupus), capriolo (Capreolus capreolus) e cervo
(Cervus elaphus), sono presenti anche gatto selvatico (Felis silvestris) e martora (Martes martes).
Recenti sopralluoghi, effettuati dal CFS con l’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica hanno
mostrato probabili presenze di lepre italica (Lepus corsicanus) e lepre europea (L. europaeus).
L’area coinvolta nel progetto è il Sito di Importanza Comunitaria “Pianori di Macchialonga”
contenuto all’interno della “Foresta demaniale di Macchialonga”, gestita dall’Ufficio territoriale
per la biodiversità di Cosenza. Il territorio è compreso nel Parco Nazionale della Sila.
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Corpo Forestale dello Stato
UFFICIO TERRITORIALE
PER LA BIODIVERSITÀ
COSENZA
“RIPRISTINO CATENA ALIMENTARE DEL LUPO ATTRAVERSO IL RECUPERO DI PRATI
NATURALI PER FAVORIRE
L’AUMENTO DI CERVI E CAPRIOLI, SUE PREDE”.
Minaccia 13: impoverimento della
catena alimentare.
Descrizione: Una delle principali
minacce della diffusione del lupo è
costituita dalla carenza di prede di
grandi dimensioni quali cervi e
caprioli.
Impatto sugli habitat/specie: l’assenza
delle grosse prede porta i grandi
carnivori all’abbandono del loro
territorio andando a ricercare le prede
fra le greggi di pecore e capre al
pascolo. La predazione a carico di
animali domestici determina una grave
conflittualità e la relativa persecuzione
da parte degli allevatori. Nonostante la
specie sia protetta, le uccisioni illegali
continuano e sull’Appennino Silano
ricorrono con relativa frequenza.
Esemplare di capriolo - Osservatorio faunistico del Cupone
Campo sperimentale e laghetto di Macchialonga
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MINISTERO POLITICHE AGRICOLE
ALIMENTARI E FORESTALI
P
ATTIVITÀ DI PROGRAMMAZIONE E DI RICERCA
er acquisire elementi utili alla realizzazione degli
interventi che contribuiscano a ridurre la vulnerabilità
degli habitat conservando gli equilibri biologici degli
ecosistemi è stato realizzato il piano di gestione.
Esso è stato elaborato dall'Università della Calabria Dipartimento di Ecologia, in modo conforme al progetto
originario, approvato dal Corpo Forestale dello Stato,
organismo di gestione dell'area, e dal Parco Nazionale della
Sila. Il Piano è stato anche trasmesso all’Assessorato Politiche
dell’Ambiente della Regione Calabria.
Dallo studio sulle caratterizzazioni abiotica, biotica e socio-economica del SIC, il sito presenta
un medio grado di vulnerabilità dovuto soprattutto al rischio di sovrapascolamento. Per la sua
dimensione e localizzazione, il sito oggetto di questo studio è infatti caratterizzato dalle attività
produttive legate unicamente alla pastorizia, che hanno permesso di mantenere fino ad oggi un
discreto livello di conservazione degli habitat.
Per la salvaguardia del sito, è di fondamentale importanza informare e sensibilizzare il
pubblico sulle caratteristiche e l'estensione dell'area. Pertanto lungo i confini del SIC Pianori
di Macchialonga sono stati installati un pannello ed alcune tabelle che illustrano rispettivamente
le principali caratteristiche dell'area e alcuni dei divieti vigenti all'interno del sito, permettendo
ai visitatori ed ai cittadini di capire di trovarsi in un'area di particolare pregio naturalistico a
livello comunitario. La sensibilizzazione del pubblico è infatti importante affinché, nella
fruizione dell'area, vengano adottati dei comportamenti compatibili con gli equilibri naturali che
si intendono salvaguardare.
Come azioni di conservazione si è attivata la produzione di semi di specie foraggere autoctone
realizzando un campo sperimentale per la formazione di un miscuglio di semi di piante foraggere
spontanee, delimitando una superficie di 5 ettari dei prati polifiti naturali esistenti nel SIC.
Tali sementi, non disponibili in commercio, sono state utilizzate per ricostituire formazioni
erbose naturali, in modo tale da non alterare la composizione floristica dei prati, sia sotto l'aspetto
quantitativo (proporzioni tra le varie specie) sia qualitativo (conservazione della biodiversità).
La semina finalizzata alla rinnovazione dei prati erbosi naturali è stata effettuata dopo
operazioni di aratura e frangizollatura utilizzando i semi ottenuti dal campo sperimentale in una
quantità stimata attorno ai 30 kg per ettaro.
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Un momento dello sfalcio e della semina
Corpo Forestale dello Stato
L
'azione prevede anche il monitoraggio e il censimento della fauna, prevalentemente lupi,
cervi e caprioli, per tutta la durata dei lavori del progetto. Le osservazioni e i censimenti
sono stati effettuati nei periodi più propizi, sia di notte che di giorno e sono previsti anche
nelle azioni future, allo scopo di acquisire informazioni complete e dettagliate sulle
caratteristiche delle popolazioni di lupo, cervo e capriolo presenti nell'area, prima e dopo la
conclusione del progetto.
Per effettuare i censimenti su specie animali particolarmente elusive quali il lupo e gli
ungulati, sono state scelte metodologie d’indagine indirette in quanto la possibilità di effettuare
un censimento quantitativo mediante avvistamento, risulta poco produttivo e di gran lunga più
dispendioso.
Molto efficace, in termini di risultati, è lo studio dei segni indiretti della loro presenza quali:
impronte, escrementi, individuazione di tane, etc.
Nello studio del monitoraggio del lupo, se si esclude la radiotelemetria, la tecnica dello snowtracking, cioè il rilevamento delle tracciature su neve, rappresenta la metodologia più idonea e
di insostituibile supporto che permette di pervenire a informazioni indispensabili quali la
presenza/assenza e la stima della consistenza numerica.
Il lupo presenta una particolare struttura locomotoria, per cui le tracce sulla neve appaiono
come una singola linea di impronte, in cui quella del
piede posteriore si sovrappone a quelle del piede
anteriore; inoltre, se più lupi viaggiano associati nel
territorio innevato, per minimizzare lo sforzo, tenderanno
a viaggiare sulla stessa linea poggiando i piedi all’interno
delle impronte impresse dall’individuo che li precede o
nelle piste eventualmente lasciate da altri animali.
Al fine di produrre una stima accurata del numero di
individui è indispensabile rilevare anche eventuali
aperture “a ventaglio” o ad “asola” in cui i singoli
individui si dissociano per un tratto più o meno breve.
Inoltre, è preferibile seguire le tracce lungo la direzione
di provenienza dei lupi (back tracking) invece che nella
stessa direzione di cammino dei lupi (front tracking) per
non creare fattore di disturbo, soprattutto se le tracce
risultano essere recenti.
Per lo studio della dieta del lupo è stato utilizzato il
Tracciatura di lupi con asola
metodo dell’analisi del contenuto fecale. L’escremento
del lupo ha una forma cilindrica fusiforme e al suo
interno è possibile trovare i peli e le ossa della specie di
cui si è nutrito; esso ha un caratteristico odore acre
dovuto ad una particolare ghiandola perianale posseduta
dall’animale.
Il lupo utilizza gli escrementi per delimitare il proprio
territorio, infatti percorrendo un sentiero utilizzato dallo
stesso è possibile ritrovare gli escrementi in appositi
luoghi, denominati “siti di marcatura”, che vengono
utilizzati in tutte le stagioni, e spesso sono situati
all’incrocio di sentieri che loro utilizzano per spostarsi,
Escremento di lupo
o nei pressi delle prede uccise.
MINISTERO POLITICHE AGRICOLE
ALIMENTARI E FORESTALI
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È
IL LUPO
sempre stato considerato dall’uomo come un grande
nemico e perciò oggetto di uno sterminio con fucili,
bocconi avvelenati e trappole. L’aumento del numero
di cani randagi rinselvatichiti ha poi contribuito
enormemente a creare la confusione
lupo/cane e
l’attribuzione dei danni da questi provocati.
L’importanza di questo carnivoro nel territorio Silano è
testimoniata dalla presenza di questa figura nella tradizione
popolare locale e dal fatto che sia stato scelto come simbolo Trappole per lupo - Museo del Cupone
del Parco Nazionale della Sila.
Il Corpo Forestale dello Stato, con l’Ente Parco, svolge da anni azioni per incentivare il
ripopolamento del capriolo e la reintroduzione del cervo nell’altipiano Silano, proprio per ristabilire
gli equilibri naturali, la catena alimentare che fa capo al lupo. Tutto ciò anche allo scopo di ridurre
i danni al bestiame domestico e quindi le situazioni di conflitto con l’uomo, principale causa della
sua scomparsa nonostante l’emanazione di una serie di leggi a tutela di questo predatore.
Canis lupus
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Il peso oscilla tra i 25 e i 35 Kg. – le femmine hanno dimensioni e peso inferiori.
La lunghezza arriva fino a 140 cm più la coda (altri 40 cm. al massimo).
Il mantello in inverno è prevalentemente grigio- fulvo; in estate è marrone – rossiccio.
L’isolamento termico è dato dalla variazione di spessore dei due strati del mantello: borra - strato
inferiore lanoso, folto e corto; e giarra – strato superficiale lungo e variegato.
Presenta una mascherina chiara sul muso che appare allungato e aguzzo. Le mandibole possono
esercitare una pressione di oltre 100 kg per cm2. L'odorato è il senso più sviluppato del lupo: 100
volte più sensibile di quello dell'uomo e può individuare la sua preda ad un chilometro di
distanza. Orecchie triangolari di circa 10 cm. L'udito è eccezionale: può udire l'ululato dei suoi
simili a oltre 16 km di distanza. Gli occhi, disposti in posizione frontale e piuttosto distanziati
tra loro, hanno un colore giallo ambrato con un taglio obliquo che lo differenzia dal cane. La sua
vista notturna è molto sviluppata ma non è in grado di focalizzare oggetti lontani più di 20 metri.
Eccellente corridore, molto resistente: può coprire oltre 30 km con un trotto costante alla velocità
di 6 -10 km/h.. e compie notevoli spostamenti per la ricerca del cibo (la distanza percorsa
giornalmente varia da 1 Km fino ad un massimo di 10 Km).
Vive fino a 10 anni in natura, fino a 16 se in cattività. Vive in piccoli gruppi familiari, di solito
fino a 7: genitori, figli fino a tre anni di età, e
qualche adulto subordinato.
I rapporti sociali sono mantenuti attraverso un
complesso sistema di comunicazione visivo
(postura del corpo, posizione della coda e delle
orecchie ecc.), olfattivo (secrezioni ghiandolari,
marcatura con feci ed urine) e sonoro (ululati,
guaiti, uggiolii e latrati).
Solo la coppia dominante (il maschio alfa e la
femmina alfa) si riproduce: l’accoppiamento
avviene in genere tra gennaio e marzo e la
gestazione oscilla intorno ai 64 giorni. Nascono
Scheletro “Canis Lupus” - Museo del Cupone
Corpo Forestale dello Stato
dai 4 ai 6 piccoli che dopo 20 giorni
aprono gli occhi e vengono allattatati per
circa 2 mesi. Dopo 8-12 mesi iniziano a
seguire il branco negli spostamenti e
nella caccia.
Animale prevalentemente notturno, di
giorno si limita al riposo, al gioco e
talvolta a piccoli spostamenti. L'habitat
prescelto, al di sopra degli 800-1000 m.,
presenta un alto grado di selvaticità,
presenza umana ridotta, ampi superfici
boscose alternate a radure, pascoli e
macchie.
Esemplare di cervo maschio - Osservatorio di Golia
Specializzato nella predazione di
grossi erbivori selvatici (Cervo, Capriolo, Cinghiale) può includere nella propria dieta erbivori
domestici (pecore, capre, cavalli, mucche ecc.) e all’occorrenza, anche mammiferi di piccole
dimensioni (lepri, topi), rettili, insetti oppure frutta e bacche, carcasse, e in certe aree, rifiuti
rinvenuti nelle discariche.
Si è adattato ad una alimentazione non uniformemente cadenzata nel tempo: un lupo medio per
sopravvivere necessita dai 1,3 ai 4,5 kg di carne al giorno.
Ma un lupo di rado mangia quotidianamente: si ha notizia
di lupi che sono rimasti fino a 17 giorni senza ingerire
cibo, ma quando ne hanno la possibilità, arrivano ad
ingurgitare anche 9 Kg di carne.
La caccia avviene generalmente all’interno di territori in
cui i lupi persistono per periodi più o meno prolungati. Il
branco ha mediamente un territorio di caccia di 100 km².
I lupi solitari catturano piccole prede lanciandosi addosso
Lepre europea - Osservatorio del Cupone
a quest'ultime e bloccandole al terreno con le zampe
anteriori, una tecnica condivisa da quasi tutti i canidi come volpi e coyote.
L'uccisione di prede di medie dimensioni, come caprioli o pecore, dura di regola solo pochi
secondi: il lupo morde la preda, in corsa, al collo o sulla nuca e lo shock che segue questo morso
porta all'arresto cardiaco o alla rottura della spina dorsale. I branchi di lupi cacciano in maniera
cooperativa. Le tecniche di caccia del branco vanno dall'attacco a sorpresa alle cacce a lungo
termine: un branco di lupi è capace di inseguire una grande preda per alcune ore prima di
arrendersi, sebbene il tasso di successo di questo
tipo di caccia sia molto basso (stimato intorno al
10% del totale degli attacchi, nel caso specifico
di caccia a carico di prede di grosse dimensioni).
I lupi cercano di avvicinarsi il più possibile alla
preda senza mostrarsi: appena quest'ultima fugge
viene rincorsa velocemente, saggiandone la
forza; se l'animale si mostra in buone condizioni
fisiche la caccia viene di regola interrotta, mentre
se i lupi si sentono più forti essa può essere
rincorsa anche per diverse centinaia di metri
Interno del Museo del Centro Visitatori “Cupone”
finché non viene raggiunta.
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ALIMENTARI E FORESTALI
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I
Norm e d i p ro t e z i o n e
n Italia, alla fine degli anni ‘60, il lupo era ancora considerato una specie cacciabile ed era
inserita nella lista degli “animali nocivi”. Le prime politiche di conservazione della specie
si ebbero a partire dagli anni ’70. Nel 1971 viene emanato il primo divieto temporaneo di
caccia al lupo, nel 1973 viene emanato un altro decreto che ne vietò la caccia per altri tre anni
e nel 1976 si trasforma in divieto definitivo. Nello stesso anno viene inserito tra le specie
particolarmente protette e viene reso illegale l’utilizzo di esche avvelenate.
La L. n.968/77 e la successiva 157/92 hanno quindi definitivamente dichiarato il lupo specie
pienamente e particolarmente protetta.
Inoltre il D.P.R. n 357 del 8 settembre 97 di recepimento della Direttiva Habitat inserisce il lupo
nell’allegato D (specie d’interesse comunitario che richiede una protezione rigorosa).
A livello comunitario nel 1979, la specie viene inclusa nell’appendice II della Convenzione di
Berna come specie particolarmente protetta.
Nel 1992 la Direttiva CEE n. 92/43 “Habitat” include il lupo tra le specie animali di interesse
comunitario che necessitano di misure urgenti di protezione; il D.P.R. 357/97 riconosce
l’importanza della specie a livello comunitario e oltre a prevedere azioni mirate alla ricerca e al
monitoraggio, ne vieta la cattura, l’uccisione, lo scambio e la commercializzazione.
A livello internazionale attualmente il lupo è incluso nella Lista Rossa delle specie minacciate
dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura e delle Risorse Naturali, come
specie “Vulnerabile” .
Inoltre la CITES (Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora
minacciate di estinzione) include il lupo nell’allegato II.
“Il lupo nelle favo l e e n e l l a t r a d i z i o n e S i l a n a ”
10
Il lupo….. anche contro il “malocchio”
Un lupo eliminato non voleva dire soltanto una minaccia in meno per le greggi, ma l’occasione
per fare una buona scorta d’amuleti. Ad esempio la pelle della bestia è ricca di poteri premonitori e
curativi: per questo ognuno se n’assicurava un brandello da portare in un sacchetto appeso al collo,
“u vurzziddru”. Qualche pelo si nascondeva nella scarpetta destra dei neonati: serviva per tenere il
malocchio lontano dalle creature, per farle crescere sane e forti, ma in caso di necessità era infallibile
anche come antidolorifico: bastava toccare tre volte la parte sofferente d’una persona col piede del
bimbo calzato dalla scarpetta perché ogni dolore passasse all’istante.
A Savelli in Sila per le mastite si applicava il pelo dell’estremitá della coda del lupo. Sempre
in Sila qualche anziana ricorda ancora un tizio che girava con un lupacchiotto al guinzaglio per
offrire i suoi servizi alle puerpere che stentavano a far il latte: faceva succhiare il latte materno
al docile animale.
Nei paesi di montagna, c’era un’usanza a dir poco strana: i bambini che nascevano la notte
del Santo Natale si credeva che avrebbero avuto una fame lupigna o avrebbero rischiato di
divenire lupi mannari!
Per eliminare quest’inconveniente si dondolava il neonato davanti l’apertura del forno prima di
cuocere il pane, recitando, per tre volte, la seguente filastrocca:
Abbuttati lupacchiu
Sfamati lupacchiotto
cù furnu è fattu.
che il forno è caldo.
Abbuttati lupinu
Sfamati lupacchiotto
cù furnu è chijnu.
che il forno è pieno.
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Corpo Forestale dello Stato
CORPO FORESTALE DELLO STATO
CORPO FORESTALE DELLO STATO
UFFICIO TERRITORIALE PER LA BIODIVERSITÀ
Viale della Repubblica n.26 - 87100 Cosenza
Tel./Fax 0984 76760
[email protected]
POSTO FISSO CFS UTB
Centro Visita CUPONE
Tel. 0984 579757
COMANDO STAZIONE CFS CTA
Centro Visita CUPONE
Tel. 0984 579749
POSTO FISSO CFS UTB
CAMIGLIATELLO
Tel. 0984 570808
UNIVERSITÀ DELLA CALABRIA DIPARTIMENTO DI ECOLOGIA
LABORATORIO DI TERIOLOGIA
Le azioni A10 e D12 del Progetto sito SIC “Pianori di Macchialonga” sono state sviluppate tramite apposita Convenzione:
Università della Calabria - Corpo Forestale dello Stato (Atto n. 5765 di rep. del 17/03/2005)
Responsabile scientifico: Dr. Mara Cagnin (Dipartimento di Ecologia UNICAL)
AUTORI DEL PIANO DI GESTIONE:
M. Cagnin, G. Aloise, F. Crispino, G. Gervasio
PARCO NAZIONALE DELLA SILA
PARCO NAZIONALE DELLA SILA
LORICA - S. GIOVANNI IN FIORE
Via Nazionale-87055 Lorica di S.Giovanni in Fiore (CS)
Tel. 0984 537109 • Fax 0984.5378888
[email protected]
CREDITS: V. Perrone, A. Verta, N. Parise
B. De Franco, M. Martinisi, P. Vallone
IMPAGINAZIONE E STAMPA:
AGM srl - Azienda Grafica Meridionale
Via Daniel Bovè, 5 - 87012 Castrovillari -CSTelefax 0981 491957 - e.mail: [email protected]
Finito di stampare nel mese di ottobre 2008
ABSTRACT: Centro Lingue Translate - e.mail: [email protected]
Corpo Forestale dello Stato
Ufficio Territoriale per la Biodiversità - Cosenza
Tel. 0984 76760
Posto Fisso UTB
Centro Visita CUPONE
Tel. 0984 579757
Posto Fisso UTB
Camigliatello
Tel. 0984 570808
Ente Parco Nazionale della Sila
Via Nazionale - 87065 Lorica San Giovanni in Fiore (CS)
Tel. 0984 537109 • Fax 0984 537588
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