TuMobile ADSL e INTERNET senza fili ovunque www.tumobile.it LALANOTA NOTA Pubblicazione semestrale della Società dei Concerti “ROBERTO FIORAVANTI” Direttore responsabile: Nadia Baldi Sede: Via Cairoli, 31 Prato Segreteria: 3285777899 Direttore editoriale: Enrico Belluomini Gennaio 2010 Iscr. Registro Naz.le della stampa RNS n. 8611 www.pratoconcerti.it - e-mail: [email protected] Anno XIV - Numero 25 Edito da: Società dei Concerti “Roberto Fioravanti” - Via Cairoli 31 - 59100 Prato Iscr. Trib. PO n° 10/97 - Dir. resp.: Nadia Baldi - Poste Italiane s.p.a. Sped.abb.post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46), art. 1 comma 1, DCB Prato - Stampa: Si Stampa In caso di mancato recapito inviare al CPO di Prato per la restituzione al mittente previo pagamento resi MUSICA per LA NOSTRA CITTA’ Sembra un titolo scontato che mette in mostra ancora una volta quello che la “Fioravanti” ha fatto in ventuno anni di attività per la nostra città, ma questa volta il titolo ha bisogno di un sottotitolo: “La Musica in Fabbrica” o per non essere originali “La Fabbrica della Musica”. Già perchè la Fabbrica della Cultura, come qualcuno ha chiamato con un illudente auspicio la nostra città, non lo potrà mai essere, per mille motivi, ma può essere il contrario, cioè la “musica va in fabbrica”. Il nostro cartellone di questa Stagione organizzata in estremo ritardo rispetto al consueto, mostra tre appuntamenti in locali inusuali: due in fabbrica e uno in Prefettura: perchè? I motivi sono essenzialmente due: portare la musica in luoghi diversi dal solito quasi un avvicinarsi a mo’ di conforto alla attività principale, che ancora rimane tale, della nostra Prato che sta attraversando un momento difficile, e in Prefettura per mettere in risalto una delle principali Istituzioni che negli ultimi anni si sta adoperando in modo particolare per risolvere o cercare di arginare i problemi della nostra città. Credo che, non solo per essere un po’ più originali, ma soprattutto anche per comodità far avvicinare il pubblico ad alcune attività di cui sempre sentiamo parlare ma che pochi hanno toccato con mano o visto da vicino, sia molto più interessante. Non di meno, sono sicuro, lo è stato il “nostro” Antico Trecentesco Refettorio del Conservatorio di San Niccolò che con il suo antico splendore ha affascinato chiunque, ma forse una buona musica jazz si addice di più ad un ambiente inusuale come quello che abbiamo scelto. Purtroppo il tempo è sempre tiranno e non abbiamo avuto modo di organizzare eventi in altri luoghi inconsueti, ma la prossima Stagione potrebbe riservare belle sorprese. Scorrendo il cartellone il Primo concerto conferma ancora una volta la nostra collaborazione con la programmazione del concittadino Gabriele Giacomelli, musicista e critico musicale di fama nazionale, che anche quest’anno ci ha proposto un appuntamento eccezionale. Il Festival Zipoli rappresenta per la città uno degli eventi musicali più importanti di cui molti apprezzano la qualità e la scelta di grande spessore dei programmi musicali e dei musicisti. Due saranno poi gli appuntamenti di musica jazz e due i concerti di musicisti che hanno vinto due prestigiosi Premi a concorsi nazionali: il Premio G.Rospigliosi e il Premio Taranto. Ma una riflessione in più lo merita il concerto in Prefettura che ospiterà una musicista di alto spessore artistico che con la sua fisarmonica segnerà una novità di un concerto in Prefettura che di poco seguirà l’arrivo del nuovo Prefetto al quale vanno i nostri più sentiti saluti e un benvenuto a Prato. Beh!....possiamo dire con soddisfazione che anche quest’anno ce l’abbiamo fatta, avendo programmato una Stagione Musicale, se pur ridotta nel numero degli eventi, di grande interesse musicale che come sempre incontrerà il favore del nostro pubblico. Ma ricordiamo ai nostri lettori e al nostro pubblico che attendiamo sempre da loro suggerimenti di qualsiasi tipo. Buona Musica a tutti!! Il Presidente Enrico Belluomini e di potere. Già migliaia di anni or sono erano edotti circa l’influenza che la musica avesse sull’agire umano: ci sono melodie e ritmi in grado di suscitare l’ira, di piegare le resistenze amorose, di ammaliare i diffidenti, di scoraggiare i malintenzionati, di scatenare la forza fisica e di aumentarne la resistenza, di quietare i disordini comportamentali e di spronare chi abbia temperamento malinconico. Un valore aggiunto - qualcuno direbbe - che poteva agevolare nel conquistare il potere e perfino nell’attirare consenso, ancora più prima della diffusione della televisione, il mezzo di comunicazione che ha impoverito la memoria uditiva di ciascuno. Dopo le conferme empiriche date dalla psicologia, a dimostrare la forza della musica è intervenuta anche la scienza. Gli effetti della musica sull’uomo e sulle masse consistono in una sorta di costrizione inconscia, non una violenza bensì una seduzione generata dalla combinazione di più fattori: melodia, architettura armonica, ritmo e volume sonoro, che ci spingono a modificare il nostro atteggiamento. Certa musica vi riesce, non tutta. Ecco il perché della suddetta inappellabile critica da parte dei Greci antichi verso chi non era uomo di musica. Chi governava aveva dunque il dovere di possedere un grado sufficiente di conoscenza della musica e doveva saper scegliere la tipologia di musicaspettacolo adeguata all’occasione pubblica o all’obiettivo da raggiungere. Nell’età contemporanea nell’opinione pubblica non solo non si critica negati- STAGIONE MUSICALE 2009 - 2010 I Concerto (Ingresso libero) Lunedi 7 dicembre, ore 18,00 Palazzo Banci Buonamici in coproduzione con il VI Festival Zipoli ANDREW LAWRENCE-KING, arpa barocca spagnola Musiche di A.De Cabezòn, L.Venegas de Henestrosa, L.de Milan, L.Ruiz de Ribayaz, D.Zipoli II Concerto Venerdì 15 gennaio, ore 21,00 “Musica in Fabbrica” - Lanificio Cocci Stefano Loredana Lubrano Quartet VALERIO SILVESTRO, pianoforte LOREDANA LUBRANO, vocal EMILIANO BARRELLA, batteria MARCO GALIERO, basso Musiche jazz tradizionali III Concerto Venerdì 29 gennaio, ore 21,00 “Musica in Fabbrica” - Lanificio Cocci Stefano Fabio P3T (Petretti) Trio FABIO PETRETTI - Saxofoni PAOLO GHETTI - Contrabbasso MASSIMO MANZI - Batteria Gli standard nella storia del jazz IV Concerto CHI SONO GLI IGNORANTI Nell’antica Grecia gli ignoranti erano coloro che non conoscevano affatto la musica, indipendentemente dal fatto che spiccassero o meno in altre competenze. Ed era quanto meno imbarazzante per non dire oltraggioso verso la cittadinanza che un condottiero o il capo della polis non suonasse alcuno strumento né sapesse apprezzare le esecuzioni musicali. Così Temistocle si vergognava della sua imperdonabile carenza. Oggi la nostra cultura è decisamente più indulgente sull’argomento. La drasticità del giudizio degli antichi, di quei Greci che hanno posto le radici per lo sviluppo della civiltà occidentale (dove “occidentale” ha il significato di “avanzato”), trova ragione nell’essenza stessa della musica. Più di ogni altra disciplina la musica sfugge dall’approssimazione e mal si arrangia, tanto vuole preparazione, studio e rispetto delle regole, quanto necessita di istintività e sensibilità, dato che non si lascia ingabbiare dalla rigidità del calcolo della mente. Non ha la natura di alcun oggetto sensibile, anzi possiede virtù fra le più eteree e spirituali. Chi sa fare musica e riesce a sentirla, ad apprezzarla, a farsi attraversare da essa, ha innata una capacità ulteriore rispetto a chi vi rimane indifferente: gli antichi ritenevano che intelligenza e saggezza fossero direttamente proporzionali alla predisposizione musicale, fino al punto di giudicare che ogni uomo che l’avesse coltivata a fondo così da renderla parte delle proprie competenze e assimilata alla propria emotività, potesse utilizzarla come strumento a fini politici in collaborazione e con il contributo di: ASSESSORATO alla CULTURA della PROVINCIA di PRATO, del COMUNE di PRATO, FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI PRATO, PREFETTURA di PRATO vamente chi non ne abbia competenza ma si è perfino perso il senso di riconoscenza verso la musica, né si sente un qualche obbligo pedagogico di trasmissione agli studenti della cultura musicale. Non dovunque. In Europa gli Italiani risultano fra i peggiori conoscitori di pratica strumentale e di storia della musica. E succede proprio nel paese che ha dato i natali all’opera lirica più di quattrocento anni fa, nel luogo in cui gli artisti di ogni disciplina venivano (e vengono tuttora) da tutto il mondo a trarre ispirazione e laddove quegli stessi hanno dato vita ad opere di straordinario valore. Abbiamo il vanto di aver avuto fra i nostri connazionali i genii della produzione operistica e di aver ospitato gli artisti che scelsero l’Italia per far cullare la propria arte fra cui le generazioni dei Fiamminghi sia pittori che musicisti, e poi Richard Wagner, Felix Mendelssohn, Robert Schumann solo per citarne alcuni. Un italiano ha costruito il primo pianoforte della storia, Bartolomeo Cristofori, più di tre secoli fa. Abbiamo i teatri architettonicamente più belli del mondo. In Italia sono disseminati dovunque antichi documenti musicali che costituiscono tutti insieme un repertorio di cui andare orgogliosi. L’arte della costruzione organaria italiana ha prodotto degli eccellenti strumenti che arredano la sacralità delle nostre basiliche e chiese, anche delle più umili. Eppure oggi buona parte degli Italiani non ha alcuna dimestichezza con la musica. Lascia scivolare via il bagaSegue a pag 2... Venerdi 12 febbraio, ore 21,00 Conservatorio San Niccolò GIUSEPPE GRECO, pianoforte Vincitore Concorso pianistico “Città di Taranto” ed. 2009 Musiche di: F. Chopin, R.Schumann V Concerto (Ingresso libero) Venerdi 26 febbraio, ore 21,00 Prefettura di Prato DANIELA MAIMONE, fisarmonica Musiche di A. Piazzolla, J.S.Bach,G.Frescobaldi VI Concerto Venerdì 5 marzo, ore 21,00 Conservatorio San Niccolò GEORGY GROMOV, pianoforte Vincitore Concorso pianistico “G.Rospigliosi” ed. 2009 Musiche di S.Bach, L.van Beethoven, F.Schubert, R.Schumann. INGRESSI 2°, 3°, 4°, e 6° Concerto Interi _ 13,00 Ridotti _ 11,00 Stud.e All. Sc.Musica<25 anni _ 5,00 1° e 5° Concerto Ingresso gratuito QUOTE SOCIALI COMPRENDENTI 4 INGRESSI AI CONCERTI Quota Sociale Benemerito con ingresso omaggio a 4 concerti Quota Sociale Ordinario con ingresso omaggio a 4 concerti Quota Sociale Ridotto con ingresso omaggio a 4 concerti Quota Sociale Ridotto ing. omaggio 4 concerti allievi Sc. Musica G Verdi e studenti < 25 anni _ 95,00 _ 45,00 _ 35,00 _ 15,00 Luoghi dei concerti a Prato: Palazzo Banci Buonamici (sede della Provincia di Prato), Via Ricasoli, 25 - tel. 0574.5341 Lanificio Cocci Stefano, Via del Ferro, 317 - tel. 0574.594290 Prefettura di Prato, Via Cairoli, 27 - tel 0574.4301 Conservatorio di S. Niccolò, P.za Cardinale Niccolò, 6 - tel. 0574.26103 per ulteriori informazioni: tel. 328.5777899 - fax 055.3906992 www.pratoconcerti.it - [email protected] La Direzione si riserva, in caso di estrema necessità, di variare il presente programma. Sede legale: Via Cairoli, 31 - 59100 Prato tel. 328.5777899 - fax 055 3906992 Gennaio 2010 LA NOTA “Nipote e successore di Chopin.” (Incontro con Giuseppe Tavanti, pianista) di Goffredo Gori così tanto lusinghiero espresso da tale Contessa Olga Sukarev in occasione di un ricevimento in casa della Principessa russa Fedora Romazov, anch’essa esule a Parigi. Qui, nel segreto salotto di Parigi si intrecciano vaghe chiacchiere e dispute socio-politiche sui destini della Russia e dello Zar, dove fuoriusciti per nulla indigenti, anzi, imbellettati di cipria e di gioielli giocano a fare i rivoluzionari e a dir male dei nichilisti. A disputare di “donna russa femmina due volte” messa a confronto con il maschio “parigino che è come il vino”. Insomma: insulsaggini in un interno “fin de siecle”, intorno a un pianoforte che cita Chopin. La scena del “verista” Giordano non manca di autenticità; e il colpo di teatro qui sta nell’evocazione proprio di Chopin nella finzione rievocativa dell’ambiente salottiero di fine Ottocento: la citazione pianistica come supporto drammaturgico è una attualizzazione azzeccata. La Contessa Olga chiede alla padrona di casa, la Principessa Fedora, I “sogni notturni” di Chopin in una cartolina postale se quel “Lazinski può cominciare? d’epoca stampata a Vienna. (Archivio Goffredo Gori) Eseguirà il Notturno in si maggiore….Udrete che portento!”. E la didascalia in partitura recita: “Due val...Continua da pag 1 letti scoperchiano il pianoforte, Lazinski si glio di conoscenze e la sensibilità mette alla tastiera: la Contessa e le altre trasmessaci da generazioni di culsignore siedono intorno nella gran sala. I tori della disciplina che più delle cavalieri stanno in piedi dietro le dame.” altre stimola contemporaneamente Troppo stimolante per chi scrive, la raziocinio e emotività. Non c’è mucasualità melodrammatica di questa sica nelle nostre vite. E quella che scena tratta da “Fedora” di Giordano ci circonda in maniera invadente dove tale Lazinski personaggio-pianista è per lo più musica commerciale, “nipote e successore di Chopin” si siede gingle di bassissima qualità che, alla tastiera e esegue l’ “andante” di un mascherati da pop o rock, riem“Notturno in si maggiore” (Chopin piono lo spazio di una stagione per ha in effetti composto un “Notturno accontentare il bisogno consumiin si maggiore”) che fa da sfondo sostico che guida purtroppo ogni noro rarefatto allo scorrere del (melo) nostra azione. dramma. Non c’è l’ingombro distraente dell’orchestra in questa scena: ci sono E’ necessario porvi rimedio: per gli ospiti in piano fondale disposti cominciare ascoltiamo più musica intorno al pianoforte per l’ascolto; ma buona, non solo quella cosiddetta lei-Fedora-soprano e lui-Loris-tenore “colta”, ma anche il jazz, la musica sono a proscenio seduti su un divanetto della tradizione popolare, ed anche e dialogano d’amore e d’intrighi e di un parte della “leggera”; andiamo a misterioso delitto, con un “quasi parlato chiedere consiglio agli esperti, per a mezzavoce”. Nel fondale del palcofarlo rubiamo un po’ di tempo da scenico, dietro la finzione teatrale di quello normalmente speso di fronte una vetrata, tutti applaudono Lazinski alla tv; iscriviamo i più piccoli a che ha terminato il primo tempo e ora corsi di strumento e seguiamo la attacca l’ “allegro agitato” del secondo. loro attività. E soprattutto parteQuesto accade dentro un’opera nel cipiamo ai concerti: negli ultimi teatro lirico del 1898: rappresentazione anni i teatri e le sale da concerto attualizzata e “verista” di un interno di hanno scelto di proporre biglietti salotto musicale d’epoca quando ancora a prezzi popolari che consentono a non erano stati inventati gli altoparlanchiunque di accedere al patrimonio ti e la musica registrata. musicale. Fryderyk Chopin nacque a Varsavia nel La vita di Roberto Fioravanti, che 1810 e quest’anno il mondo ne celebra non era un musicista di professione, il bicentenario. E anche la “Società dei fu un esempio di ciò che tutti noi Concerti R. Fioravanti” lo fa con un dovremmo fare. Ancora oggi la programma che include sue celeberrime Società dei Concerti a lui intitolata polacche, notturni e mazurke. ne prosegue la mission. Il prologo introduttivo all’intervista a Utilizziamo dunque i mezzi già a Giuseppe Tavanti non potevo risparnostra disposizione per non abbrumiarlo a chi mi legge: troppo forte era tirci. Affinché non ci si debba penla serie di combinazioni celebrative e di tire in futuro di ciò che potremmo fantasie “polacche” che si combinano. C’è un bravo pianista come Tavanti, aver perso e affinché nessuno possa già stato ospite applauditissimo della rimproverarci per ciò che non gli “Fioravanti”, quando a gennaio del abbiamo trasmesso. 2009 ci sorprese aprendoci la porta un Non abbiamo bisogno di ignoranti. po’ segreta e dimenticata del “salotto operistico” dell’Ottocento con un Nadia Baldi programma di musica al femminile, Prologo ad una intervista. “Vi presento Lazinski, il maestro polacco, nipote e successore di Chopin… un poeta del pianoforte, un principe del sentimento …”. E’ una battuta dal secondo atto di “Fedora”, opera lirica del 1898 che Umberto Giordano ha tratto da Sardou con la mediazione di Arturo Colautti librettista. Il poeta del pianoforte d’ascendenza chopiniana è Boleslao Lazinski, personaggio muto, che nell’opera non canta: mima sulla scena la figura di un pianista polacco esule a Parigi (Chopin morì a Parigi nel 1849) presentato all’aristocrazia di un salotto alla moda con quell’accredito che lui eseguì magistralmente ma che anche ce la raccontò con dote di affabulatore non facilmente rinvenibile nelle sale da concerto. Tavanti è inoltre un esecutore di Chopin reduce da due tournèe in Polonia e che sta per intraprenderne un’altra in Europa ancora nel nome di Chopin con tanto di concerti celebrativi (e produzione di un cd) a Vienna, a Roma, a Varsavia in occasione dell’evento mondiale “Premio Chopin”. E soprattutto c’è il fatto che la caratteristica professionale del pianista Tavanti, ai miei occhi, in una mia libera proiezione immaginaria me lo ha fatto identificare un po’ a quel Bolelaslao Lazinski che nei salotti dell’Ottocento riproduce la musica, diffondendo le novità musicali del momento, quando ancora la riproduzione era possibile solo dal vivo. E allora nascevano le riduzioni per pianoforte, le fantasie, i pensieri e le dediche musicali, le trascrizioni, gli arrangiamenti di opere liriche con tale fecondità e impegno divulgativo da farne una vera e autentica letteratura oggi perduta per via della riproduzione registrata. Ecco, il grande merito di Giuseppe Tavanti è quello di essere appassionato esploratore di quel mondo, di quella storia: di saperla raccontare con le parole e con le dita di virtuoso pianista. Fryderyck Chopin “in salotto”. (E dintorni) “Il salotto operistico”. Giuseppe Tavanti, pianista e musicologo, lo “frequenta” appassionatamente questo spazio non più di moda. Ce lo racconta ? La vita sociale della nobiltà e dell’alta borghesia aveva identificato nel cosiddetto “salotto” il luogo di ritrovo ideale. Questo ambiente, ristretto ed eletto, richiamava necessariamente i vertici Rara e curiosa cartolina postale dedicata ad una altrettanto singolare quanto sconosciuta opera lirica intitolata a “Chopin” di Giacomo Orefice, compositore vicentino di fine Ottocento. L’opera fu data in prima al Teatro Lirico di Milano nel 1901 (editore Sonzogno) e, qui, Chopin protagonista è il tenore di Montespertoli Amedeo Bassi. (Archivio Goffredo Gori) del mondo artistico ed intellettuale del tempo, che cercavano occasioni di sponsorizzazione e visibilità per il proprio lavoro. Gli operisti, da Rossini a Puccini, erano particolarmente graditi nei salotti dell’ Ottocento ita- d’Oltralpe. Il repertorio nato dal “salotto operistico” italiano, a mio avviso, ha piena dignità di sopravvivere nelle sale da concerto, purchè non si cerchi necessariamente in esso gli stilemi espressi dai grandi rappresentanti della “Concerto di Giuseppe Tavanti nella storica Sala Pod Orlem di Bielsko Biala, in Slesia (Polonia) che ospitò il grande pianista Arthr Schnabel” liano, anche perché spesso sedevano musica dell’800 mitteleuropeo. Nelle al pianoforte ed intrattenevano il pub- pagine pianistiche di Bellini, Donizetti, blico con la musica a volte desunta da Catalani, Puccini e Leoncavallo non lavori ancora non ultimati. Talvolta il troviamo certo le architetture formali pubblico musicofilo del salotto, che era di Beethoven e Brahms: tuttavia esse prevalentemente femminile, costituiva brillano per purezza melodica e lirismo. un vero banco di prova per le creazioni Azzardando un parallelo, il salotto dei nostri compositori. Un esempio su operistico sta ai grandi compositori tutti: il celeberrimo valzer di Musetta stranieri come Verdi sta a Wagner. di “Boheme”, che in origine fu un pezzo pianistico tipicamente salottiero. La Toscana e i compositori toscani. Come nasce in Giuseppe Tavanti Ci dica un brano operistico che abbia l’idea di recuperare una sorta di “sa- valenza sinfonica e valore pianistico. lotto operistico”? Le pagine paradigmatiche a riguardo Nasce innanzitutto dall’amore per sono diverse. Ne cito una, “Sulle rive l’opera. In passato mi ero specia- di Chiaja” di Pietro Mascagni, brano lizzato come esecutore della fantasia pianistiche che Franz Liszt e il meno conosciuto Sigismund Thalberg dedicarono a celebri pagine operistiche. Ho eseguito, fra le altre cose, le fantasie di Liszt su “Trovatore”, “Rigoletto”, sul “Cuius animam” di Rossini (dallo “Stabat Mater”) e di Thalberg “Salotto musicale” nell’opera “Fedora” di Giordano con sulla “Zelmira” di Rossini, Mirella Freni e Giorgio Gatti - Palermo 1998. su “Traviata” e “Ballo in Maschera”, nonchè la grande serie di pubblicato nel 1923 dal “Corriere dei variazioni, denominata “Exameron” Piccoli”, ma probabilmente si tratta che alcuni compositori, fra i quali di una pagina scritta in precedenza. Liszt, Chopin e Thalberg, elaborarono Il titolo allude al quartiere di Napoli, sulla celebre Marcia dei “Puritani” di ove fra l’altro era nato Leoncavallo. Bellini. Ad un certo punto mi sono Melodia struggente, poi un mandolino chiesto se i nostri Donizetti, Verdi e che accenna vagamente, cita quasi un Puccini non avessero anche composto motivo tipo “Musica proibita” di Gabrani originali per pianoforte. Da lì è staldon. Ovvero: dall’opera napoletana, iniziata una ricerca che ha dato risultati alla Toscana di Mascagni, innovatore, qualitativamente e quantitativamente ma anche cultore dell’antico. Per dire di sorprendenti. un brano di valore pianistico sinfonico: Che senso può avere oggi riproporre la versione pianistica dell’Intermezzo di la formula del “ salotto operistico”? “Manon Lescaut” di Puccini e, uscendo Il salotto operistico può contribuire dalla Toscana, la Sinfonia per pianoforda una parte a riavvicinare il grande te “La partenza” di Gaetano Donizetti, pubblico ai capolavori del melodram- una vera scoperta. ma italiano, proponendo situazioni di Dopo Leoncavallo e Puccini (libri carattere divulgativo, non sostitutive scritti insieme a Oriano De Ranieri, ma propedeutiche dell’evento teatrale. Mauro Lubrani per “Polistampa”), Dall’altra parte, proporre nell’ambiente sta uscendo ora dal cantiere una puboriginale le composizioni pianistiche blicazione su Giuseppe Verdi. dei nostri operisti può riempire un vuo- La scelta di dedicare un volume a Verdi to culturale creatosi per lo strapotere viene da alcune riflessioni su Puccini dei compositori di musica strumentale che, in fin dei conti, pare veramente il Segue a pag 3... 2 Gennaio 2010 LA NOTA Prato, musica a parte Da presunta esperta di economia della cultura o forse più da pratese mi si domanda spesso un commento sulla situazione culturale cittadina e sul rapporto fra cultura ed economia. Questi due saperi convivono fin dall’antichità, soprattutto nell’accezione moderna del mecenatismo (fund raising odierno) quando si sostenevano direttamente gli artisti ed il rapporto fra i musicisti e la committenza era strettissimo. Per quello che poteva apparire un investimento improduttivo dal punto di vista economico, gli imprenditori di ieri (imperatori, papi, sovrani, mer- canti) hanno ottenuto la più grande rendita immaginabile. Anche oggi, a Prato, nonostante la crisi, esistono donne e uomini che intraprendono questa scelta (opzionale e non necessaria) economicamente poco ragionevole, reinvestendo i loro guadagni non solo in azienda ma anche nella cultura. Sono capitani d’industria e politici illuminati, artigiani, professionisti, pensionati, casalinghe … alcuni di loro appaiono con i marchi aziendali sulle brochure o nelle tabulae gratulatorie dei libretti dei concerti, altri semplicemente pagano un biglietto per goderne l’esperienza, altri ancora ...Continua da pag 2 predestinato ad essere il successore del grande bussetano. Quindi era naturale che la mia indagine inquadrasse Giuseppe Verdi da un angolatura squisitamente toscana, punto di vista dal quale possiamo assistere a numerose vicende. Tutto iniziò con il “Macbeth” alla Pergola di Firenze. Poi, da lì, una serie di eventi e circostanze, tutte avvenuti in terra di Toscana, da cui emergono aspetti inediti, che gettano un luce nuova sia sul Verdi personaggio pubblico (i rapporti con la politica, la società) che su quello privato. Quest’ultima sfera, della quale il compositore era particolarmente geloso, viene come d’incanto in primo piano, con vicende che chiamano in causa luci ed ombre del rapporto con Giuseppina Strepponi. E poi l’incontro con il poeta Giuseppe Giusti, il soggiorno alle Terme di Montecatini, la romanza dedicata ai …… brigidini di Lamporecchio. E tanta Toscana ancora. Veniamo a Chopin nel bicentenario della nascita. Un “salotto” per Chopin oggi: l’interpretazione, la lettura, le proposte esecutive. I punti di vista dai quali si può prendere in esame un compositore ed esecutore come Chopin sono tanti. Oggi, purtroppo, si assiste ad una standardizzazione dell’esecuzione delle composizioni di questo autore, complici le competizioni pianistiche, che penalizzano l’originalità degli interpreti. L’omologazione e la piattezza diffusa riguardano anche le proposte a livello di programmi concertistici, che difficilmente vanno al di là dei quindici/venti brani celebrati dal repertorio usuale e, ormai, logorati dalla routine. Chopin sulla tastiera di Giuseppe Tavanti, pianista. Ho scelto lo Chopin legato al melodramma italiano, innovativo poichè crea un suono del pianoforte la cui cantabilità è ispirata alla vocalità dell’opera italiana. Il recital che proporrò nel 2010 sarà appunto “Fryderyk Chopin e l’Italia”. Tavanti va in tournèe europea per eseguire Chopin “ a casa sua”, cioè in Polonia. Come ci si sente? Eseguire Chopin in Polonia ha sempre un fascino particolare. I musicofili polacchi hanno tutt’oggi un forte senso nazionalista, per cui non è facile, per un pianista straniero, suonare Chopin in casa loro. Infatti, nella mia prima tournée in Polonia, ho evitato accuratamente questo autore. Successivamente sono stati gli organizzatori stessi della mia seconda tournée, avendo ascoltato alcune mie registrazioni, a propormi di inserire qualche brano chopiniano. Nel 2010 sono chiamato ad eseguire un recital intero dedicato al loro grande idolo, “Chopin e l’Italia”, di cui parlavo prima. Suonerò a Cracovia, Bielsko Biala e a Varsavia in ottobre, nel periodo in cui si svolge il celeberrimo “Premio Chopin”. Poi porterò questo programma in Germania (Kiel, Wolfsburg), Slovenia e Francia. Sono in trattative anche Londra e Copenaghen. Nel frattempo “Chopin e l’Italia” diventerà un cd (disponibile da maggio), in una coproduzione italo polacca. Quella volta alla “ Fioravanti”. Le sue impressioni per essere stato dentro la rassegna di una associazione che ospitò addirittura Arturo Benedetti Michelangeli. In un sodalizio musicale il passato, la storia, sono determinanti e creano quell’atmosfera particolarmente motivante per l’esecutore. Ho avuto la fortuna di suonare alla “Fioravanti”, in una sala splendida a gennaio del 2009. So che Arturo Benedetti Michelangeli, pianista indimenticabile e irripetibile, dalla cui scuola ho il privilegio di provenire, fu molto legato a Prato e in particolare alla “Fioravanti”: segno inequivocabile di stima che conferisce ad una società di concerti un carisma di assoluto valore. Un episodio personale, un aneddoto del musicista e studioso Giuseppe Tavanti. Concerto all’Università di Kiel (Germania), con musiche di Donizetti, Verdi, Puccini e Leoncavallo. Prima di entrare mi dicono: in sala c’è il critico più feroce di tutta la Germania del Nord. Entro, pubblico numeroso e freddino. Inizio con “larghetto in la minore” di Donizetti, quello che poi diverrà “Una furtiva lagrima”. Il gelo comincia a sciogliersi. Si sente, nel sottofondo, canticchiare la melodia all’unisono con la mia mano destra. Poi ci pensa Puccini, con valzer di “Bohème”, Leoncavallo con “Nights of Italy” e Verdi con il Miserere del “Trovatore” rivisitato da Liszt. Alla fine successone, bis, eccetera. Restava l’incognita del critico, severo e incorruttibile: abituato agli interminabili profluvi di suoni dei quartetti di Brahms, delle sonate di Schumann, dei Sestetti di Mendelsshon. Si sarà degnato di prestare orecchio al “salotto operistico”? Dopo alcuni giorni mi chiama un amico, che gestisce una stagione operistica in un teatro di Osaka (Giappone) e mi dice di andare su Internet, che c’è una recensione entusiastica che mi riguarda su “Die Welte” (quotidiano tedesco). Leggo: il terribile critico si era davvero divertito al mio concerto, parlava di “leggerezza salottiera tutta italiana” di “freschezza melodica, udibile solo nell’opera”, virtuosismo nel quartetto del “Rigoletto” dove si poteva apprezzare tutto l’edonismo del Duca di Mantova in cerca di avventure galanti. Insomma, più che ad un concerto pianistico, pareva avesse assistito ad una rappresentazione operistica, che so, di un “Don Pasquale” o di una “Traviata”, e si fosse innamorato di arie, duetti e concertati. I GIOVANI E LA MUSICA COLTA decidono di iscrivere i loro figli ad una scuola di musica con la convinzione (anche questa opzionale e non necessaria) che vivere in mezzo alle note li renderà migliori. Cittadini, studenti, uomini migliori. Oggi, rispetto a ieri, è più forte l’esigenza che pubblico e privato individuino insieme spazi di collaborazione in nome della musica, ma c’è ancora bisogno di tempo perché questo accada. Soffriamo, in Italia, di un significativo ritardo nel processo di mecenatismo partecipativo e Prato, ahimè, non è un’eccezione nel quadro nazionale. E’ una questione di mentalità e di cultura; in realtà gli strumenti fiscali per incentivare le contribuzioni a vario titolo (liberalità, erogazioni, sponsorship, lasciti, donazioni, in denaro e in natura) sono presenti da molti anni ed il legislatore fiscale li ha continuamente perfezionati. Quello che lo Stato a livello centrale non riesce a fare, mentre potrebbero entrare fortemente in gioco gli enti locali, è stimolare una riflessione sul legame, strettissimo, fra enti culturali, identità, city life e nuove economie puntando l’attenzione non solo sull’aspetto speculativo della cultura quanto su quello dialettico. La cultura, dal canto suo, e la musica in particolare, devono scientemente continuare ad esse se stesse (missione, identità, posizionamento) senza dimenticare il cambiamento del contesto (flessibilità, fluidità, relazione, reti, ricerca continua, nuovi pubblici). Agli artisti, ai musicisti, ai maestri chiediamo di essere testimoni ché nella loro convinzione, come in uno specchio, possiamo trovare conferma della nostra umanità. Perché, come scriveva J. Dewey nel suo magistrale saggio, l’arte è esperienza. Musica colta come sinonimo di arte elitaria e di difficile fruizione, classica per indicare invece le sue radici lontane, pedanti, “vecchie”: affermazioni stravaganti, ma che popolano le bocche di alcuni giovani, vittime di profondi pregiudizi e complici d’altro canto del sistema sempre più negativo nei confronti di tutta la classe giovanile, confinata ad essere definita spesso un agglomerato omogeneo di individui amorfi ed inerti, senza alcun gusto specifico, come un fattore di intralcio più che una preziosa risorsa per il presente ed il futuro. Per smorzare i toni della contesa a Prato negli ultimi anni si è cercato di proporre un ricco calendario di appuntamenti all’insegna della musica sinfonica e cameristica: pensiamo all’attività della Camerata Strumentale e della Società di Concerti Roberto Fioravanti, pensiamo anche ai concerti delle società corali e alle occasioni di esecuzioni di musica sacra in alcune Chiese pratesi come in Duomo, in San Francesco, a San Luca alla Querce. Iniziative volte a dimostrare quanto la conoscenza musicale - e non solo - sia a portata di tutti, anche dei più giovani - se solo volessero provare a cimentarsi - quanto essa, assumendo il profilo di storia, sia un possesso perenne che sfida il tempo e le generazioni, perchè sempre fresca e viva a distanza di secoli, patrimonio dell’umanità intera, di adulti e giovani. E sono stati proprio alcuni di questi ultimi a fare da protagonisti nel Natale pratese, ad esibirsi guidati dai docenti i migliori fra gli allievi delle scuole di musica, talentuose promesse molti di loro forse, prodighi donatori di emozioni sicuramente tutti. Le sinfonie di Vivaldi, Listz, Strauss (eseguite anche in spazi meno utilizzati per le esecuzioni, come ad esempio il piccolo Teatro Magnolfi alla Pietà), l’arpa barocca di Andrew Lawrence-King al Festival Zipoli, hanno trovato terreno fertile nel pubblico, entusiasta di partecipare alla felicità, alla ricchezza d’invenzione dei compositori e alla meraviglia della forza rappresentativa degli esecutori; lo stupore è stato ancora più forte visto che a dar luogo ad un tripudio di sensazioni tanto significative quanto variegate (di natura non solo intima e personale ma anche fisica e percettibile, come una commozione che si esprime nel pianto) sono stati, fra gli altri, musicisti di esile età, gli stessi di cui spesso si dimentica l’esistenza quando in vena di far critica ci si pone a giudizio di un’intera classe di soggetti. Cornice ideale era la città innevata, allegra nelle sue vesti bianche, quasi un fortuito ed immaginifico riflesso di una Vienna antica, e il paragone non viene a caso: la stessa Vienna che nella seconda metà del Settecento divenne il fuso dal quale cominciò ad essere tessuta la fitta maglia della musica “classica”, così definita convenzionalmente dai posteri per distinguerla da quella “alla moda” o “leggera”, che sarebbe stata prodotta successivamente. Incontri importanti con la musica, che si sono proposti sia di coinvolgere quanti già ne siano sensibili all’ascolto, sia di offrire l’occasione a coloro che per motivi di varia natura, compresa la giovane età, si trovassero a non saper percepire il suo messaggio, correndo il rischio così di non vivere a pieno la propria esistenza nel privarsi di tutte quelle emozioni che solo lei, la musica, può dare. Irene Sanesi Nadia Maccarone MUSICA..... DOCET? Provare il piacere del Concerto è indubbiamente gran cosa. E, dal momento che, almeno nel profondo, siamo esseri terribilmente sociali, riuscire a “trasmettere” questo piacere all’altro, è vero miele per il proprio ego. Perché incantarsi con la musica è stupendo: ti rendi conto che in quei momenti non hai bisogno di altro, se non, al massimo, del cd giusto e di una poltrona comoda (almeno fino al momento in cui non ti alzi per ballare…). E, sul momento, non desideri nemmeno altre persone intorno a te: il cuore è pieno di emozione e questo rende altre presenze del tutto superflue. E’ per questo che adoro andare ai concerti anche da sola. Niente di meglio di un’ora di vacanza per l’anima: ritagliarmi un pezzettino di solitudine così prezioso in questo sovrapporsi forsennato di tutt’altre esigenze è bellissimo. Ma…Facebook docet: i verbi fondamentali della vita sono proprio “elimina”, “mi piace”, “condividi”. Eliminiamo la spazzatura e liberiamo il campo per le cose vere e piacevoli della vita, e quando ci piacciono così tanto…condividiamole! E’ per questo che trovo la massima soddisfazione nel coinvolgere nelle mie gioie da spettatrice di concerti i miei amici, soprattutto quelli scettici verso la musica classica, che, ahimè, soffre alle volte di qualche pregiudizio da parte di chi non ci si è mai avvicinato. Perché tutte le volte che vado a un concerto…non posso fare a meno di riflettere con un velo di disappunto sul fatto che i giovani sono così spiccatamente sensibili verso la musica in genere, ma al contempo…un po’ meno presenti a certi eventi musicali sfiziosissimi -parlo in generale, perché al concerto prenatalizio di Artes a Prato la Chiesa era pienissima…e con ragione! E’ evidente che in molti non hanno resistito alla magia di Vivaldi o di Corelli splendidamente eseguiti da un ensamble d’archi…Tuttavia, in un orizzonte più ampio, il nodo rimane, almeno nei miei pensieri. E allora vale la pena di sfatare alcune idee fastidiosissime che hanno spesso portato a tristi “luoghi comuni”, ad uso e consumo di chi semplicemente non si è ancora avvicinato a questo mondo. La musica classica non appartiene a un mondo irreale e tanto meno noioso….parla semplicemente al cuore di chiunque, e soprattutto collega il Seicento (o qualsivoglia epoca passata) con il 2010 in un modo così inaspettatamente rapido ed efficacie da far sbalordire i più scettici. L’anima non ha tempo e vale la pena di arricchirla con nuove esperienze. La musica non è un’esperienza accademica (ovviamente parlo dell’esperienza uditiva, dell’ascolto, non certo dello “studio”): non è esclusiva, ma molto democratica (si può essere un p.r. veterano dell’house music e contemporaneamente adorare J. S. Bach, posso assicurarlo). Ed un accorgimento: la musica classica è termine generalissimo… perché si provi concretamente un piacere di tipo di personale, è doveroso notare che Beethoven non è affatto la stessa cosa di Mozart o di Chopin. Quindi, in poche parole, non tutta la musica classica può piacere…se un autore non mi fa vibrare come vorrei, non è detto che non scopra di amarne un altro. Non ci fermiamo alle prime esperienze! Personalmente…ho già fatto le mie scelte in proposito (è ovvio che sono suscettibili di cambiamento, ma per adesso i miei interessi sono ben delineati…). Ed è per questo che sono così contenta di aver conosciuto l’Associazione pratese Artes con i suoi splendidi concerti e il Festival di Zipoli…. Regali di Natale davvero preziosi per un’anima “Barocca” come la mia”! Grazie Prato per i tuoi Doni Musicali e per l’ Accoglienza preziosa che ci offri! Alessandra Norbedo 3 Gennaio 2010 LA NOTA La parola all’Assessore: Anna Beltrame, assessore alla Cultura e alla Comunicazione del Comune di Prato ringrazia la Società dei Concerti Roberto Fioravanti. LA CULTURA ACCENDE LA CITTÀ Era il sottotitolo delle iniziative di Natale del 2008 e ho deciso di mantenerlo, perché in tempi così difficili per tante famiglie penso davvero che la cultura possa accendere stimoli, curiosità, perfino speranza. Il Festival del Natale 2009, il primo cartellone di appuntamenti organizzato dall’assessorato alla cultura della nuova giunta Cenni, è però diverso rispetto al passato. Per la prima volta sono state riunite tutte le iniziative del Pecci, del Metastasio, del Politeama e di Officina Giovani, e non solo quelle promosse direttamente dall’assessorato: non hanno senso le distinzioni, è fondamentale fare sistema, soprattutto in momenti di crisi. Solo unendo energie e risorse si possono trovare le soluzioni migliori. Inoltre, la maggior parte delle iniziative è stata pensata a ingresso gratuito e molti appuntamenti si sono svolti in centro storico: deve vivere il cuore della città, perché la città sia viva. Non è stato semplice organizzare questo festival di Natale, perché all’insediamento della nuova giunta, lo scorso luglio, le risorse disponibili per il servizio cultura ammontavano a 27mila euro, in pratica era stato speso quasi tutto il budget del 2009 e il capitolo per gli eventi natalizi contava solo 3333 euro. Conosco benissimo le difficoltà finanziarie con le quali ha dovuto fare i conti il mio predecessore e quindi non è certo mia intenzione polemizzare, ma la realtà non può essere negata, soprattutto quando a fotografarla è l’oggettività delle cifre. Grazie a un’attenta verifica del bilancio, in tutte le sue pieghe, a tagli e razionalizzazioni, è stato comunque possibile costruire questo piccolo Festival offrendo, credo, occasioni di svago, di riflessione, ma spero anche di piacere e divertimento. Perché, come scriveva Ezra Pound, “la cultura comincia quando si riesce a fare una cosa senza sforzo”. Natale è il momento dell’anno in cui ci si può permettere il lusso di fermarsi, di pensare agli affetti e a se stessi in modo diverso. Questo credo valga, al di là della fede, per tutti. A maggior ragione ho sentito la responsabilità di contribuire nel mio piccolo e con la preziosa collaborazione di tante persone, a cominciare dallo staff dell’assessorato, ad accendere un po’ la città grazie alla cultura. Quattro sono stati gli elementi chiave del Festival natalizio: l’arte, con la valorizzazione dei capolavori del Rinascimento pratese soprattutto grazie alla videoinstallazione di piazza del Comune; la spiritualità, con le suggestive letture curate da Massimo Luconi; l’identità pratese, con la mostra delle splendide fotografie di Martino Meucci o con gli incontri organizzati alla nuova Lazzerini, la fabbrica della cultura nel cuore della città, un luogo straordinario e così intimamente pratese, appunto. Consentitemi in proposito un inciso: inaugurarla lo scorso novembre, dopo 4 tanti anni di infiniti lavori, non è stato affatto semplice, perché c’erano ancora mille problemi da risolvere, perché la burocrazia è spesso lontana dall’efficienza, ma forzare abitudini consolidate, combattere contro lentezze e approssimazioni ormai fisiologiche in certe parti della pubblica amministrazione, è una delle priorità della giunta Cenni. Se però c’è stata una protagonista nel cartellone di Natale questa è stata la musica, perché secondo me niente come la musica è in grado di parlare a tutti, di accompagnare le emozioni, i sogni, i dolori o i ricordi. Non posso vivere senza ascoltarla, la mattina appena sveglia, in macchina, camminando con le cuffiette dell’Mp3, la sera quando magari sono stanca, la notte quando non ho voglia di dormire e ho bisogno di pensare, o solo di staccarmi dai pensieri. La musica di Natale è stata la Camerata, la nostra eccellenza, ma sono stati anche i cori e le bande per le strade del centro storico, oppure i concerti organizzati al Teatro Magnolfi, a cominciare da quelli promossi dalla nostra scuola di musica Verdi, che è un’altra eccellenza grazie all’impegno e alla passione di persone come Paolo Ponzecchi. A volte mi capita di sentirmi razzista, quando ad esempio dico che i voti di chi ama e apprezza la musica dovrebbero valere il triplo di quelli che guardano le squallide trasmissioni di gossip in tv. E allora a chi esce la sera per partecipare a un concerto e rinuncia alla comodità di un divano o alla stupidità di un reality show va tutta la mia simpatia, nel senso etimologico della parola. A chi invece i concerti li organizza, come la Società Fioravanti, va il mio ringraziamento. Se poi la musica illumina e valorizza luoghi così belli della nostra città, a cominciare dal refettorio del San Niccolò che la Società Fioravanti ha contribuito a restaurare, allora la potenza delle note è ancora più grande e significativa. Non so quando queste poche righe che Nadia Baldi mi ha chiesto saranno pubblicate, mentre le scrivo è il pomeriggio del 31 dicembre e la quarta sinfonia di Brahms, nell’esecuzione straordinaria diretta da Carlos Kleiber, mi fa compagnia: così come tanti altri capolavori dovrebbero farla ascoltare a scuola, per trasmettere a tutti i ragazzi il grande piacere che solo la musica può regalare. Mentre scrivo penso all’anno per me così faticoso e speciale che sta finendo e penso a quello che farò nei prossimi mesi. Una cosa è certa: pur con tutte le difficoltà, i pochi soldi, la necessità di promuovere sinergie e razionalizzare le spese, la musica sarà al centro della mia vita e dei miei programmi da assessore. E allora buon 2010 a chi leggerà questi pensieri in libertà e buona musica, sempre. Anna Beltrame (Assessore alla Cultura e Comunicazione del Comune di Prato) NATALE IN MUSICA A REGOLA D’ARTES considerazioni e ringraziamenti a chi sostiene caparbiamente il valore della cultura di tasca propria. Largo agli sponsor delle iniziative musicali natalizie di Andrea Vitello, direttore artistico di ARTES L’Associazione Artes, nata a Prato nel Febbraio del 2008, ha animato la vita culturale pratese nelle scorse festività natalizie con la rassegna Natale a Prato, realizzata grazie all’entusiasmo dei giovani membri della associazione e al contributo di enti pubblici quali la Provincia di Prato nella persona dell’Assessore alle Politiche Sociali e Giovanili Loredana Ferrara, il Comune di Prato nella persona dell’Assessore alla Cultura Anna Beltrame, la Circoscrizione Prato Centro nella persona di Massimo Taiti. Oltre al contributo pubblico è stato determinante l’apporto finanziario ma non solo di privati senza i quali la rassegna non avrebbe potuto avere luogo, è il caso delle ditte Telnet Italia di Marco Valori e Daniele Luchi, di Tu Mobile di Enrico Belluomini, di Parise Pianoforti di Michele Parise, di Sandro Citerni consulente del lavoro. A questi ultimi abbiamo chiesto di raccontare il perché della loro scelta di investire in un settore come quello musicale e in particolare perché proprio attraverso l’Associazione Artes. Il motivo principale che ci ha spinto a sostenere l’associazione Artes – spiega Daniele Luchi, uno dei soci titolari di Telnet - è l’affinità che sentiamo con questo gruppo giovane e dinamico, in assoluta controtendenza rispetto al trend generale di questo momento, un gruppo che in un anno in cui si sentono da più parti lamentele riguardo alla scarsità di fondi a disposizione per la cultura è riuscito a mettere su una rassegna di 5 concerti natalizi con ensemble di altissimo livello e di clamoroso successo di pubblico. Inoltre, nella nostra azienda siamo molto attenti alla cultura e siamo convinti dell’importanza di creare sinergie e attività comuni anche al di fuori del tradizionale ambito lavorativo sia tra i nostri dipendenti che con clienti e fornitori. L’avere invitato molti dei nostri contatti ai concerti di questo Natale ci ha permesso di mostrare la nostra azienda in una luce del tutto particolare, quella del mecenate che vuole condividere con le persone (aziende, enti) che gli sono vicine un momento di emozione e di “buon vivere” al di fuori dei consueti rapporti di lavoro. Non dimentichiamo infine che tutto questo sviluppo dei rapporti personali si è ripercosso nel rafforzamento del gruppo e delle partnership anche in campo strettamente lavorativo. Per quanto sia presto per fare un bilancio completo di questa esperienza a fianco della Associazione Artes, iniziata l’estate del 2009, abbiamo già constatato come Telnet Italia abbia raggiunto una visibilità molto ampia specialmente nei confronti di enti e strutture non direttamente legati al businness tradizionale della ditta, con una conseguente apertura verso un possibile allargamento di mercato per il prossimo anno. Vorrei chiudere queste righe con un messaggio di ottimismo verso cittadini e colleghi, augurando un 2010 ricco di musica e di ottimi affari ! Ristorante, lounge bar, ostello, situata nel bel mezzo dello splendido parco di Galceti è la sede della Orchestra Artes dall’Ottobre 2009. Villa Fiorelli, con la nuova gestione SeTI, sta vivendo una rinascita che la ha portata in pochi mesi a diventare un riferimento per lo svago giovanile e per gli eventi che possono essere ospitati al suo interno e nel parco circostante. La matrice seicentesca della Villa si sposa perfettamente con le attività dell’orchestra Artes, che ha trovato nella Villa la sua “casa”. Artes infatti è una realtà giovane e dinamica, che nel futuro renderà l’offerta culturale di Villa Fiorelli ancora più completa e di livello. Sandro Citerni con il suo studio segue l’Associazione Artes dalla nascita, nello spirito di una collaborazione che oltre che da ragioni strettamente lavorative è legato al comune amore per la musica - Citerni è infatti un valente sassofonista- e al piacere di seguire una attività artistica così giovane e dinamica. Sono fiero di seguire Artes – dice Citerni – perché è raro trovare un gruppo di giovani artisti non solo preparati e motivati ma in grado di organizzare una struttura completa, che va dal marketing agli adempimenti nei confronti degli artisti e delle sale da concerto, alla produzione artistica in senso stretto. In questi primi due anni di attività [Artes è stata fondata nel Febbraio 2008 n.d.r.] l’Associazione ha dimostrato una notevole capacità di crescita ponendosi obiettivi sempre più ambiziosi in una sorta di marcia forzata verso un fare musica di qualità, obiettivo principale di questi ragazzi. Dai primi esperimenti del coro polifonico, all’ensemble di archi e voci, fino alle ultime esperienze con una intera orchestra, l’Associazione Artes sotto la direzione artistica di Andrea Vitello, rappresenta per la città un esempio fulgido di quanto a Prato ci siano le forze per essere protagonisti della ripresa economica e di una rinascita culturale. L’esperienza di TuMobile nelle sponsorizzazioni è molto giovane, come è giovane l’azienda nata nel 2006. Tuttavia fin da subito Tumobile ha inquadrato il settore culturale come uno dei cardini fondamentali su cui far poggiare la città, lo ha considerato come un mezzo di locomozione della vita di Prato, un tramite di coinvolgimento fra le molteplici e differenti attività non solo locali. Il giudizio che deriva dall’osservazione delle iniziative culturali (decisamente da incentivare) a Prato riconferma – come avviene in altre realtà – che il connubio fra arte e imprenditoria privata spesso è inscindibile. Un distretto produttivo non può fare a meno della cultura, così come la cultura non può sopravvivere senza il sostegno economico che deriva dall’impresa. TuMobile crede così di avvicinare l’interesse del pubblico ad un ragionamento che può sembrare logico, ma che per molti necessita di uno sforzo per meglio apprezzare il vero significato dell’abbinamento. Non per ultimo avere creduto in Andrea Vitello, apprezzato musicista, un creatore di eventi che, oltre ad avere dato vita alla Associazione Musicale ARTES, non deluderà le aspettative del pubblico. TuMobile srl Telnet Italia Lorenzo Gambi Sandro Citerni