la nota 25 (scarica pdf) - Società dei concerti: Roberto Fioravanti

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LALANOTA
NOTA
Pubblicazione semestrale della Società dei
Concerti “ROBERTO FIORAVANTI”
Direttore responsabile: Nadia Baldi
Sede: Via Cairoli, 31 Prato
Segreteria: 3285777899
Direttore editoriale: Enrico Belluomini
Gennaio 2010
Iscr. Registro Naz.le della stampa RNS n. 8611
www.pratoconcerti.it - e-mail: [email protected]
Anno XIV - Numero 25
Edito da: Società dei Concerti “Roberto Fioravanti” - Via Cairoli 31 - 59100 Prato
Iscr. Trib. PO n° 10/97 - Dir. resp.: Nadia Baldi - Poste Italiane s.p.a.
Sped.abb.post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46), art. 1 comma 1, DCB Prato - Stampa: Si Stampa
In caso di mancato recapito inviare al CPO di Prato per la restituzione al mittente previo pagamento resi
MUSICA per LA NOSTRA CITTA’
Sembra un titolo scontato che mette
in mostra ancora una volta quello che
la “Fioravanti” ha fatto in ventuno
anni di attività per la nostra città, ma
questa volta il titolo ha bisogno di un
sottotitolo: “La Musica in Fabbrica” o
per non essere originali “La Fabbrica
della Musica”.
Già perchè la Fabbrica della Cultura,
come qualcuno ha chiamato con un
illudente auspicio la nostra città, non
lo potrà mai essere, per mille motivi,
ma può essere il contrario, cioè la
“musica va in fabbrica”.
Il nostro cartellone di questa Stagione
organizzata in estremo ritardo rispetto
al consueto, mostra tre appuntamenti
in locali inusuali: due in fabbrica e
uno in Prefettura: perchè?
I motivi sono essenzialmente due:
portare la musica in luoghi diversi dal
solito quasi un avvicinarsi a mo’ di
conforto alla attività principale, che
ancora rimane tale, della nostra Prato
che sta attraversando un momento
difficile, e in Prefettura per mettere in
risalto una delle principali Istituzioni
che negli ultimi anni si sta adoperando in modo particolare per risolvere
o cercare di arginare i problemi della
nostra città.
Credo che, non solo per essere un po’
più originali, ma soprattutto anche
per comodità far avvicinare il pubblico ad alcune attività di cui sempre
sentiamo parlare ma che pochi hanno
toccato con mano o visto da vicino,
sia molto più interessante.
Non di meno, sono sicuro, lo è stato il
“nostro” Antico Trecentesco Refettorio del Conservatorio di San Niccolò
che con il suo antico splendore ha
affascinato chiunque, ma forse una
buona musica jazz si addice di più ad
un ambiente inusuale come quello che
abbiamo scelto.
Purtroppo il tempo è sempre tiranno e
non abbiamo avuto modo di organizzare eventi in altri luoghi inconsueti,
ma la prossima Stagione potrebbe
riservare belle sorprese.
Scorrendo il cartellone il Primo
concerto conferma ancora una volta la nostra collaborazione con la
programmazione del concittadino
Gabriele Giacomelli, musicista e critico musicale di fama nazionale, che
anche quest’anno ci ha proposto un
appuntamento eccezionale.
Il Festival Zipoli rappresenta per la
città uno degli eventi musicali più
importanti di cui molti apprezzano
la qualità e la scelta di grande spessore dei programmi musicali e dei
musicisti.
Due saranno poi gli appuntamenti di
musica jazz e due i concerti di musicisti che hanno vinto due prestigiosi
Premi a concorsi nazionali: il Premio
G.Rospigliosi e il Premio Taranto.
Ma una riflessione in più lo merita
il concerto in Prefettura che ospiterà una musicista di alto spessore
artistico che con la sua fisarmonica
segnerà una novità di un concerto
in Prefettura che di poco seguirà
l’arrivo del nuovo Prefetto al quale
vanno i nostri più sentiti saluti e un
benvenuto a Prato.
Beh!....possiamo dire con soddisfazione che anche quest’anno ce l’abbiamo
fatta, avendo programmato una Stagione Musicale, se pur ridotta nel numero degli eventi, di grande interesse
musicale che come sempre incontrerà
il favore del nostro pubblico.
Ma ricordiamo ai nostri lettori e al nostro pubblico che attendiamo sempre
da loro suggerimenti di qualsiasi tipo.
Buona Musica a tutti!!
Il Presidente
Enrico Belluomini
e di potere. Già migliaia di anni or
sono erano edotti circa l’influenza
che la musica avesse sull’agire umano:
ci sono melodie e ritmi in grado di
suscitare l’ira, di piegare le resistenze
amorose, di ammaliare i diffidenti, di
scoraggiare i malintenzionati, di scatenare la forza fisica e di aumentarne
la resistenza, di quietare i disordini
comportamentali e di spronare chi
abbia temperamento malinconico. Un
valore aggiunto - qualcuno direbbe
- che poteva agevolare nel conquistare il potere e perfino nell’attirare
consenso, ancora più prima della
diffusione della televisione, il mezzo
di comunicazione che ha impoverito
la memoria uditiva di ciascuno. Dopo
le conferme empiriche date dalla
psicologia, a dimostrare la forza della
musica è intervenuta anche la scienza.
Gli effetti della musica sull’uomo e
sulle masse consistono in una sorta di
costrizione inconscia, non una violenza bensì una seduzione generata dalla
combinazione di più fattori: melodia,
architettura armonica, ritmo e volume
sonoro, che ci spingono a modificare
il nostro atteggiamento. Certa musica
vi riesce, non tutta.
Ecco il perché della suddetta inappellabile critica da parte dei Greci antichi
verso chi non era uomo di musica. Chi
governava aveva dunque il dovere
di possedere un grado sufficiente di
conoscenza della musica e doveva
saper scegliere la tipologia di musicaspettacolo adeguata all’occasione
pubblica o all’obiettivo da raggiungere.
Nell’età contemporanea nell’opinione
pubblica non solo non si critica negati-
STAGIONE MUSICALE
2009 - 2010
I Concerto (Ingresso libero)
Lunedi 7 dicembre, ore 18,00
Palazzo Banci Buonamici in coproduzione con il VI Festival Zipoli
ANDREW LAWRENCE-KING, arpa barocca spagnola
Musiche di A.De Cabezòn, L.Venegas de Henestrosa, L.de Milan,
L.Ruiz de Ribayaz, D.Zipoli
II Concerto
Venerdì 15 gennaio, ore 21,00
“Musica in Fabbrica” - Lanificio Cocci Stefano
Loredana Lubrano Quartet
VALERIO SILVESTRO, pianoforte
LOREDANA LUBRANO, vocal
EMILIANO BARRELLA, batteria
MARCO GALIERO, basso
Musiche jazz tradizionali
III Concerto
Venerdì 29 gennaio, ore 21,00
“Musica in Fabbrica” - Lanificio Cocci Stefano
Fabio P3T (Petretti) Trio
FABIO PETRETTI - Saxofoni
PAOLO GHETTI - Contrabbasso
MASSIMO MANZI - Batteria
Gli standard nella storia del jazz
IV Concerto
CHI SONO GLI IGNORANTI
Nell’antica Grecia gli ignoranti erano
coloro che non conoscevano affatto la
musica, indipendentemente dal fatto
che spiccassero o meno in altre competenze. Ed era quanto meno imbarazzante per non dire oltraggioso verso la
cittadinanza che un condottiero o il
capo della polis non suonasse alcuno
strumento né sapesse apprezzare le
esecuzioni musicali. Così Temistocle
si vergognava della sua imperdonabile carenza. Oggi la nostra cultura è
decisamente più indulgente sull’argomento. La drasticità del giudizio degli
antichi, di quei Greci che hanno posto
le radici per lo sviluppo della civiltà
occidentale (dove “occidentale” ha
il significato di “avanzato”), trova ragione nell’essenza stessa della musica.
Più di ogni altra disciplina la musica
sfugge dall’approssimazione e mal si
arrangia, tanto vuole preparazione,
studio e rispetto delle regole, quanto
necessita di istintività e sensibilità,
dato che non si lascia ingabbiare dalla
rigidità del calcolo della mente. Non
ha la natura di alcun oggetto sensibile,
anzi possiede virtù fra le più eteree e
spirituali. Chi sa fare musica e riesce
a sentirla, ad apprezzarla, a farsi attraversare da essa, ha innata una capacità ulteriore rispetto a chi vi rimane
indifferente: gli antichi ritenevano
che intelligenza e saggezza fossero
direttamente proporzionali alla predisposizione musicale, fino al punto di
giudicare che ogni uomo che l’avesse
coltivata a fondo così da renderla parte
delle proprie competenze e assimilata
alla propria emotività, potesse utilizzarla come strumento a fini politici
in collaborazione e con il contributo di:
ASSESSORATO alla CULTURA della PROVINCIA di PRATO,
del COMUNE di PRATO, FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI
PRATO, PREFETTURA di PRATO
vamente chi non ne abbia competenza
ma si è perfino perso il senso di riconoscenza verso la musica, né si sente
un qualche obbligo pedagogico di
trasmissione agli studenti della cultura
musicale. Non dovunque. In Europa
gli Italiani risultano fra i peggiori
conoscitori di pratica strumentale
e di storia della musica. E succede
proprio nel paese che ha dato i natali
all’opera lirica più di quattrocento
anni fa, nel luogo in cui gli artisti di
ogni disciplina venivano (e vengono
tuttora) da tutto il mondo a trarre
ispirazione e laddove quegli stessi
hanno dato vita ad opere di straordinario valore. Abbiamo il vanto di
aver avuto fra i nostri connazionali i
genii della produzione operistica e di
aver ospitato gli artisti che scelsero
l’Italia per far cullare la propria arte
fra cui le generazioni dei Fiamminghi
sia pittori che musicisti, e poi Richard
Wagner, Felix Mendelssohn, Robert
Schumann solo per citarne alcuni.
Un italiano ha costruito il primo pianoforte della storia, Bartolomeo Cristofori, più di tre secoli fa. Abbiamo
i teatri architettonicamente più belli
del mondo. In Italia sono disseminati
dovunque antichi documenti musicali
che costituiscono tutti insieme un
repertorio di cui andare orgogliosi.
L’arte della costruzione organaria
italiana ha prodotto degli eccellenti
strumenti che arredano la sacralità
delle nostre basiliche e chiese, anche
delle più umili.
Eppure oggi buona parte degli Italiani
non ha alcuna dimestichezza con la
musica. Lascia scivolare via il bagaSegue a pag 2...
Venerdi 12 febbraio, ore 21,00
Conservatorio San Niccolò
GIUSEPPE GRECO, pianoforte
Vincitore Concorso pianistico “Città di Taranto” ed. 2009
Musiche di: F. Chopin, R.Schumann
V Concerto (Ingresso libero)
Venerdi 26 febbraio, ore 21,00
Prefettura di Prato
DANIELA MAIMONE, fisarmonica
Musiche di A. Piazzolla, J.S.Bach,G.Frescobaldi
VI Concerto
Venerdì 5 marzo, ore 21,00
Conservatorio San Niccolò
GEORGY GROMOV, pianoforte
Vincitore Concorso pianistico “G.Rospigliosi” ed. 2009
Musiche di S.Bach, L.van Beethoven, F.Schubert, R.Schumann.
INGRESSI
2°, 3°, 4°, e 6° Concerto Interi _ 13,00
Ridotti
_ 11,00
Stud.e All. Sc.Musica<25 anni
_ 5,00
1° e 5° Concerto
Ingresso gratuito
QUOTE SOCIALI COMPRENDENTI
4 INGRESSI AI CONCERTI
Quota Sociale Benemerito con ingresso omaggio a 4 concerti Quota Sociale Ordinario con ingresso omaggio a 4 concerti Quota Sociale Ridotto con ingresso omaggio a 4 concerti Quota Sociale Ridotto ing. omaggio 4 concerti allievi Sc. Musica G Verdi e studenti < 25 anni
_ 95,00
_ 45,00
_ 35,00
_ 15,00
Luoghi dei concerti a Prato:
Palazzo Banci Buonamici (sede della Provincia di Prato),
Via Ricasoli, 25 - tel. 0574.5341
Lanificio Cocci Stefano, Via del Ferro, 317 - tel. 0574.594290
Prefettura di Prato, Via Cairoli, 27 - tel 0574.4301
Conservatorio di S. Niccolò, P.za Cardinale Niccolò, 6 - tel. 0574.26103
per ulteriori informazioni: tel. 328.5777899 - fax 055.3906992
www.pratoconcerti.it - [email protected]
La Direzione si riserva, in caso di estrema necessità,
di variare il presente programma.
Sede legale: Via Cairoli, 31 - 59100 Prato
tel. 328.5777899 - fax 055 3906992
Gennaio 2010
LA NOTA
“Nipote e successore di Chopin.”
(Incontro con Giuseppe Tavanti, pianista)
di Goffredo Gori
così tanto lusinghiero espresso da tale
Contessa Olga Sukarev in occasione
di un ricevimento in casa della Principessa russa Fedora Romazov, anch’essa
esule a Parigi. Qui, nel segreto salotto di
Parigi si intrecciano vaghe chiacchiere
e dispute socio-politiche sui destini
della Russia e dello Zar, dove fuoriusciti
per nulla indigenti, anzi, imbellettati
di cipria e di gioielli giocano a fare i
rivoluzionari e a dir male dei nichilisti.
A disputare di “donna russa femmina
due volte” messa a confronto con il
maschio “parigino che è come il vino”.
Insomma: insulsaggini in un interno
“fin de siecle”, intorno a un pianoforte
che cita Chopin. La scena del
“verista” Giordano non manca
di autenticità; e il colpo di teatro
qui sta nell’evocazione proprio di
Chopin nella finzione rievocativa
dell’ambiente salottiero di fine
Ottocento: la citazione pianistica
come supporto drammaturgico è
una attualizzazione azzeccata. La
Contessa Olga chiede alla padrona di casa, la Principessa Fedora,
I “sogni notturni” di Chopin in una cartolina postale se quel “Lazinski può cominciare?
d’epoca stampata a Vienna. (Archivio Goffredo Gori) Eseguirà il Notturno in si maggiore….Udrete che portento!”. E la
didascalia in partitura recita: “Due val...Continua da pag 1
letti scoperchiano il pianoforte, Lazinski si
glio di conoscenze e la sensibilità
mette alla tastiera: la Contessa e le altre
trasmessaci da generazioni di culsignore siedono intorno nella gran sala. I
tori della disciplina che più delle
cavalieri stanno in piedi dietro le dame.”
altre stimola contemporaneamente
Troppo stimolante per chi scrive, la
raziocinio e emotività. Non c’è mucasualità melodrammatica di questa
sica nelle nostre vite. E quella che
scena tratta da “Fedora” di Giordano
ci circonda in maniera invadente
dove tale Lazinski personaggio-pianista
è per lo più musica commerciale,
“nipote e successore di Chopin” si siede
gingle di bassissima qualità che,
alla tastiera e esegue l’ “andante” di un
mascherati da pop o rock, riem“Notturno in si maggiore” (Chopin
piono lo spazio di una stagione per
ha in effetti composto un “Notturno
accontentare il bisogno consumiin si maggiore”) che fa da sfondo sostico che guida purtroppo ogni
noro rarefatto allo scorrere del (melo)
nostra azione.
dramma. Non c’è l’ingombro distraente
dell’orchestra in questa scena: ci sono
E’ necessario porvi rimedio: per
gli ospiti in piano fondale disposti
cominciare ascoltiamo più musica
intorno al pianoforte per l’ascolto; ma
buona, non solo quella cosiddetta
lei-Fedora-soprano e lui-Loris-tenore
“colta”, ma anche il jazz, la musica
sono a proscenio seduti su un divanetto
della tradizione popolare, ed anche
e dialogano d’amore e d’intrighi e di un
parte della “leggera”; andiamo a
misterioso delitto, con un “quasi parlato
chiedere consiglio agli esperti, per
a mezzavoce”. Nel fondale del palcofarlo rubiamo un po’ di tempo da
scenico, dietro la finzione teatrale di
quello normalmente speso di fronte
una vetrata, tutti applaudono Lazinski
alla tv; iscriviamo i più piccoli a
che ha terminato il primo tempo e ora
corsi di strumento e seguiamo la
attacca l’ “allegro agitato” del secondo.
loro attività. E soprattutto parteQuesto accade dentro un’opera nel
cipiamo ai concerti: negli ultimi
teatro lirico del 1898: rappresentazione
anni i teatri e le sale da concerto
attualizzata e “verista” di un interno di
hanno scelto di proporre biglietti
salotto musicale d’epoca quando ancora
a prezzi popolari che consentono a
non erano stati inventati gli altoparlanchiunque di accedere al patrimonio
ti e la musica registrata.
musicale.
Fryderyk Chopin nacque a Varsavia nel
La vita di Roberto Fioravanti, che
1810 e quest’anno il mondo ne celebra
non era un musicista di professione,
il bicentenario. E anche la “Società dei
fu un esempio di ciò che tutti noi
Concerti R. Fioravanti” lo fa con un
dovremmo fare. Ancora oggi la
programma che include sue celeberrime
Società dei Concerti a lui intitolata
polacche, notturni e mazurke.
ne prosegue la mission.
Il prologo introduttivo all’intervista a
Utilizziamo dunque i mezzi già a
Giuseppe Tavanti non potevo risparnostra disposizione per non abbrumiarlo a chi mi legge: troppo forte era
tirci. Affinché non ci si debba penla serie di combinazioni celebrative e di
tire in futuro di ciò che potremmo
fantasie “polacche” che si combinano.
C’è un bravo pianista come Tavanti,
aver perso e affinché nessuno possa
già stato ospite applauditissimo della
rimproverarci per ciò che non gli
“Fioravanti”, quando a gennaio del
abbiamo trasmesso.
2009 ci sorprese aprendoci la porta un
Non abbiamo bisogno di ignoranti.
po’ segreta e dimenticata del “salotto
operistico” dell’Ottocento con un
Nadia Baldi
programma di musica al femminile,
Prologo ad una intervista.
“Vi presento Lazinski, il maestro polacco, nipote e successore di Chopin…
un poeta del pianoforte, un principe
del sentimento …”. E’ una battuta dal
secondo atto di “Fedora”, opera lirica
del 1898 che Umberto Giordano ha
tratto da Sardou con la mediazione di
Arturo Colautti librettista. Il poeta del
pianoforte d’ascendenza chopiniana è
Boleslao Lazinski, personaggio muto,
che nell’opera non canta: mima sulla
scena la figura di un pianista polacco
esule a Parigi (Chopin morì a Parigi nel
1849) presentato all’aristocrazia di un
salotto alla moda con quell’accredito
che lui eseguì magistralmente ma che
anche ce la raccontò con dote di affabulatore non facilmente rinvenibile
nelle sale da concerto. Tavanti è inoltre
un esecutore di Chopin reduce da due
tournèe in Polonia e che sta per intraprenderne un’altra in Europa ancora nel
nome di Chopin con tanto di concerti
celebrativi (e produzione di un cd) a
Vienna, a Roma, a Varsavia in occasione dell’evento mondiale “Premio
Chopin”. E soprattutto c’è il fatto che la
caratteristica professionale del pianista
Tavanti, ai miei occhi, in una mia libera
proiezione immaginaria me lo ha fatto
identificare un po’ a quel Bolelaslao
Lazinski che nei salotti dell’Ottocento
riproduce la musica, diffondendo le
novità musicali del momento, quando
ancora la riproduzione era possibile solo
dal vivo. E allora nascevano le riduzioni
per pianoforte, le fantasie, i pensieri e
le dediche musicali, le trascrizioni, gli
arrangiamenti di opere liriche con tale
fecondità e impegno divulgativo da
farne una vera e autentica letteratura
oggi perduta per via della riproduzione
registrata. Ecco, il grande merito di
Giuseppe Tavanti è quello di essere appassionato esploratore di quel mondo,
di quella storia: di saperla raccontare
con le parole e con le dita di virtuoso
pianista.
Fryderyck Chopin “in salotto”.
(E dintorni)
“Il salotto operistico”. Giuseppe
Tavanti, pianista e musicologo, lo
“frequenta” appassionatamente
questo spazio non più di moda. Ce lo
racconta ?
La vita sociale della nobiltà e dell’alta
borghesia aveva identificato nel cosiddetto “salotto” il luogo di ritrovo ideale.
Questo ambiente, ristretto ed eletto,
richiamava necessariamente i vertici
Rara e curiosa cartolina postale dedicata
ad una altrettanto singolare quanto sconosciuta opera lirica intitolata a “Chopin”
di Giacomo Orefice, compositore vicentino di fine Ottocento. L’opera fu data
in prima al Teatro Lirico di Milano nel
1901 (editore Sonzogno) e, qui, Chopin
protagonista è il tenore di Montespertoli
Amedeo Bassi. (Archivio Goffredo Gori)
del mondo artistico ed intellettuale
del tempo, che cercavano occasioni
di sponsorizzazione e visibilità per il
proprio lavoro. Gli operisti, da Rossini a Puccini, erano particolarmente
graditi nei salotti dell’ Ottocento ita-
d’Oltralpe. Il repertorio nato dal “salotto operistico” italiano, a mio avviso,
ha piena dignità di sopravvivere nelle
sale da concerto, purchè non si cerchi
necessariamente in esso gli stilemi
espressi dai grandi rappresentanti della
“Concerto di Giuseppe Tavanti nella storica Sala Pod Orlem di Bielsko Biala, in Slesia
(Polonia) che ospitò il grande pianista Arthr Schnabel”
liano, anche perché spesso sedevano musica dell’800 mitteleuropeo. Nelle
al pianoforte ed intrattenevano il pub- pagine pianistiche di Bellini, Donizetti,
blico con la musica a volte desunta da Catalani, Puccini e Leoncavallo non
lavori ancora non ultimati. Talvolta il troviamo certo le architetture formali
pubblico musicofilo del salotto, che era di Beethoven e Brahms: tuttavia esse
prevalentemente femminile, costituiva brillano per purezza melodica e lirismo.
un vero banco di prova per le creazioni Azzardando un parallelo, il salotto
dei nostri compositori. Un esempio su operistico sta ai grandi compositori
tutti: il celeberrimo valzer di Musetta stranieri come Verdi sta a Wagner.
di “Boheme”, che in origine fu un pezzo
pianistico tipicamente salottiero.
La Toscana e i compositori toscani.
Come nasce in Giuseppe Tavanti Ci dica un brano operistico che abbia
l’idea di recuperare una sorta di “sa- valenza sinfonica e valore pianistico.
lotto operistico”?
Le pagine paradigmatiche a riguardo
Nasce innanzitutto dall’amore per sono diverse. Ne cito una, “Sulle rive
l’opera. In passato mi ero specia- di Chiaja” di Pietro Mascagni, brano
lizzato come esecutore
della fantasia pianistiche
che Franz Liszt e il meno
conosciuto Sigismund
Thalberg dedicarono a
celebri pagine operistiche.
Ho eseguito, fra le altre
cose, le fantasie di Liszt
su “Trovatore”, “Rigoletto”, sul “Cuius animam”
di Rossini (dallo “Stabat
Mater”) e di Thalberg
“Salotto musicale” nell’opera “Fedora” di Giordano con
sulla “Zelmira” di Rossini,
Mirella Freni e Giorgio Gatti - Palermo 1998.
su “Traviata” e “Ballo in
Maschera”, nonchè la grande serie di pubblicato nel 1923 dal “Corriere dei
variazioni, denominata “Exameron” Piccoli”, ma probabilmente si tratta
che alcuni compositori, fra i quali di una pagina scritta in precedenza.
Liszt, Chopin e Thalberg, elaborarono Il titolo allude al quartiere di Napoli,
sulla celebre Marcia dei “Puritani” di ove fra l’altro era nato Leoncavallo.
Bellini. Ad un certo punto mi sono Melodia struggente, poi un mandolino
chiesto se i nostri Donizetti, Verdi e che accenna vagamente, cita quasi un
Puccini non avessero anche composto motivo tipo “Musica proibita” di Gabrani originali per pianoforte. Da lì è staldon. Ovvero: dall’opera napoletana,
iniziata una ricerca che ha dato risultati alla Toscana di Mascagni, innovatore,
qualitativamente e quantitativamente ma anche cultore dell’antico. Per dire di
sorprendenti.
un brano di valore pianistico sinfonico:
Che senso può avere oggi riproporre la versione pianistica dell’Intermezzo di
la formula del “ salotto operistico”?
“Manon Lescaut” di Puccini e, uscendo
Il salotto operistico può contribuire dalla Toscana, la Sinfonia per pianoforda una parte a riavvicinare il grande te “La partenza” di Gaetano Donizetti,
pubblico ai capolavori del melodram- una vera scoperta.
ma italiano, proponendo situazioni di Dopo Leoncavallo e Puccini (libri
carattere divulgativo, non sostitutive scritti insieme a Oriano De Ranieri,
ma propedeutiche dell’evento teatrale. Mauro Lubrani per “Polistampa”),
Dall’altra parte, proporre nell’ambiente sta uscendo ora dal cantiere una puboriginale le composizioni pianistiche blicazione su Giuseppe Verdi.
dei nostri operisti può riempire un vuo- La scelta di dedicare un volume a Verdi
to culturale creatosi per lo strapotere viene da alcune riflessioni su Puccini
dei compositori di musica strumentale che, in fin dei conti, pare veramente il
Segue a pag 3...
2
Gennaio 2010
LA NOTA
Prato, musica a parte
Da presunta esperta di economia
della cultura o forse più da pratese
mi si domanda spesso un commento
sulla situazione culturale cittadina
e sul rapporto fra cultura ed economia. Questi due saperi convivono
fin dall’antichità, soprattutto nell’accezione moderna del mecenatismo
(fund raising odierno) quando si
sostenevano direttamente gli artisti
ed il rapporto fra i musicisti e la
committenza era strettissimo.
Per quello che poteva apparire un
investimento improduttivo dal punto
di vista economico, gli imprenditori
di ieri (imperatori, papi, sovrani, mer-
canti) hanno ottenuto la più grande
rendita immaginabile. Anche oggi,
a Prato, nonostante la crisi, esistono
donne e uomini che intraprendono
questa scelta (opzionale e non necessaria) economicamente poco ragionevole, reinvestendo i loro guadagni non
solo in azienda ma anche nella cultura. Sono capitani d’industria e politici
illuminati, artigiani, professionisti,
pensionati, casalinghe … alcuni di
loro appaiono con i marchi aziendali
sulle brochure o nelle tabulae gratulatorie dei libretti dei concerti, altri
semplicemente pagano un biglietto
per goderne l’esperienza, altri ancora
...Continua da pag 2
predestinato ad essere il successore del grande bussetano. Quindi era naturale
che la mia indagine inquadrasse Giuseppe Verdi da un angolatura squisitamente
toscana, punto di vista dal quale possiamo assistere a numerose vicende. Tutto
iniziò con il “Macbeth” alla Pergola di Firenze. Poi, da lì, una serie di eventi e
circostanze, tutte avvenuti in terra di Toscana, da cui emergono aspetti inediti,
che gettano un luce nuova sia sul Verdi personaggio pubblico (i rapporti con
la politica, la società) che su quello privato. Quest’ultima sfera, della quale il
compositore era particolarmente geloso, viene come d’incanto in primo piano,
con vicende che chiamano in causa luci ed ombre del rapporto con Giuseppina
Strepponi. E poi l’incontro con il poeta Giuseppe Giusti, il soggiorno alle Terme
di Montecatini, la romanza dedicata ai …… brigidini di Lamporecchio. E tanta
Toscana ancora.
Veniamo a Chopin nel bicentenario della nascita. Un “salotto” per Chopin
oggi: l’interpretazione, la lettura, le proposte esecutive.
I punti di vista dai quali si può prendere in esame un compositore ed esecutore
come Chopin sono tanti. Oggi, purtroppo, si assiste ad una standardizzazione
dell’esecuzione delle composizioni di questo autore, complici le competizioni
pianistiche, che penalizzano l’originalità degli interpreti. L’omologazione e la
piattezza diffusa riguardano anche le proposte a livello di programmi concertistici,
che difficilmente vanno al di là dei quindici/venti brani celebrati dal repertorio
usuale e, ormai, logorati dalla routine.
Chopin sulla tastiera di Giuseppe Tavanti, pianista.
Ho scelto lo Chopin legato al melodramma italiano, innovativo poichè crea un
suono del pianoforte la cui cantabilità è ispirata alla vocalità dell’opera italiana.
Il recital che proporrò nel 2010 sarà appunto “Fryderyk Chopin e l’Italia”.
Tavanti va in tournèe europea per eseguire Chopin “ a casa sua”, cioè in
Polonia. Come ci si sente?
Eseguire Chopin in Polonia ha sempre un fascino particolare. I musicofili polacchi hanno tutt’oggi un forte senso nazionalista, per cui non è facile, per un
pianista straniero, suonare Chopin in casa loro. Infatti, nella mia prima tournée
in Polonia, ho evitato accuratamente questo autore. Successivamente sono stati
gli organizzatori stessi della mia seconda tournée, avendo ascoltato alcune mie
registrazioni, a propormi di inserire qualche brano chopiniano. Nel 2010 sono
chiamato ad eseguire un recital intero dedicato al loro grande idolo, “Chopin e
l’Italia”, di cui parlavo prima. Suonerò a Cracovia, Bielsko Biala e a Varsavia in
ottobre, nel periodo in cui si svolge il celeberrimo “Premio Chopin”. Poi porterò
questo programma in Germania (Kiel, Wolfsburg), Slovenia e Francia. Sono
in trattative anche Londra e Copenaghen. Nel frattempo “Chopin e l’Italia”
diventerà un cd (disponibile da maggio), in una coproduzione italo polacca.
Quella volta alla “ Fioravanti”. Le sue impressioni per essere stato dentro
la rassegna di una associazione che ospitò addirittura Arturo Benedetti
Michelangeli.
In un sodalizio musicale il passato, la storia, sono determinanti e creano
quell’atmosfera particolarmente motivante per l’esecutore. Ho avuto la fortuna
di suonare alla “Fioravanti”, in una sala splendida a gennaio del 2009. So che
Arturo Benedetti Michelangeli, pianista indimenticabile e irripetibile, dalla
cui scuola ho il privilegio di provenire, fu molto legato a Prato e in particolare
alla “Fioravanti”: segno inequivocabile di stima che conferisce ad una società di
concerti un carisma di assoluto valore.
Un episodio personale, un aneddoto del musicista e studioso Giuseppe Tavanti.
Concerto all’Università di Kiel (Germania), con musiche di Donizetti, Verdi,
Puccini e Leoncavallo. Prima di entrare mi dicono: in sala c’è il critico più feroce di tutta la Germania del Nord. Entro, pubblico numeroso e freddino. Inizio
con “larghetto in la minore” di Donizetti, quello che poi diverrà “Una furtiva
lagrima”. Il gelo comincia a sciogliersi. Si sente, nel sottofondo, canticchiare la
melodia all’unisono con la mia mano destra. Poi ci pensa Puccini, con valzer di
“Bohème”, Leoncavallo con “Nights of Italy” e Verdi con il Miserere del “Trovatore” rivisitato da Liszt. Alla fine successone, bis, eccetera. Restava l’incognita
del critico, severo e incorruttibile: abituato agli interminabili profluvi di suoni
dei quartetti di Brahms, delle sonate di Schumann, dei Sestetti di Mendelsshon.
Si sarà degnato di prestare orecchio al “salotto operistico”? Dopo alcuni giorni
mi chiama un amico, che gestisce una stagione operistica in un teatro di Osaka
(Giappone) e mi dice di andare su Internet, che c’è una recensione entusiastica
che mi riguarda su “Die Welte” (quotidiano tedesco). Leggo: il terribile critico si
era davvero divertito al mio concerto, parlava di “leggerezza salottiera tutta italiana” di “freschezza melodica, udibile solo nell’opera”, virtuosismo nel quartetto
del “Rigoletto” dove si poteva apprezzare tutto l’edonismo del Duca di Mantova in
cerca di avventure galanti. Insomma, più che ad un concerto pianistico, pareva
avesse assistito ad una rappresentazione operistica, che so, di un “Don Pasquale”
o di una “Traviata”, e si fosse innamorato di arie, duetti e concertati.
I GIOVANI E LA MUSICA COLTA
decidono di iscrivere i loro figli ad una
scuola di musica con la convinzione
(anche questa opzionale e non necessaria) che vivere in mezzo alle note li
renderà migliori. Cittadini, studenti,
uomini migliori.
Oggi, rispetto a ieri, è più forte l’esigenza che pubblico e privato individuino insieme spazi di collaborazione
in nome della musica, ma c’è ancora
bisogno di tempo perché questo
accada. Soffriamo, in Italia, di un
significativo ritardo nel processo di
mecenatismo partecipativo e Prato,
ahimè, non è un’eccezione nel quadro
nazionale. E’ una questione di mentalità e di cultura; in realtà gli strumenti
fiscali per incentivare le contribuzioni
a vario titolo (liberalità, erogazioni,
sponsorship, lasciti, donazioni, in
denaro e in natura) sono presenti
da molti anni ed il legislatore fiscale
li ha continuamente perfezionati.
Quello che lo Stato a livello centrale
non riesce a fare, mentre potrebbero
entrare fortemente in gioco gli enti
locali, è stimolare una riflessione sul
legame, strettissimo, fra enti culturali,
identità, city life e nuove economie puntando l’attenzione non solo
sull’aspetto speculativo della cultura
quanto su quello dialettico.
La cultura, dal canto suo, e la musica
in particolare, devono scientemente
continuare ad esse se stesse (missione, identità, posizionamento) senza
dimenticare il cambiamento del contesto (flessibilità, fluidità, relazione,
reti, ricerca continua, nuovi pubblici).
Agli artisti, ai musicisti, ai maestri
chiediamo di essere testimoni ché
nella loro convinzione, come in uno
specchio, possiamo trovare conferma
della nostra umanità. Perché, come
scriveva J. Dewey nel suo magistrale
saggio, l’arte è esperienza.
Musica colta come sinonimo di arte elitaria e di difficile fruizione, classica
per indicare invece le sue radici lontane, pedanti, “vecchie”: affermazioni
stravaganti, ma che popolano le bocche di alcuni giovani, vittime di profondi pregiudizi e complici d’altro canto del sistema sempre più negativo
nei confronti di tutta la classe giovanile, confinata ad essere definita spesso
un agglomerato omogeneo di individui amorfi ed inerti, senza alcun gusto
specifico, come un fattore di intralcio più che una preziosa risorsa per il
presente ed il futuro.
Per smorzare i toni della contesa a Prato negli ultimi anni si è cercato di
proporre un ricco calendario di appuntamenti all’insegna della musica
sinfonica e cameristica: pensiamo all’attività della Camerata Strumentale
e della Società di Concerti Roberto Fioravanti, pensiamo anche ai concerti
delle società corali e alle occasioni di esecuzioni di musica sacra in alcune
Chiese pratesi come in Duomo, in San Francesco, a San Luca alla Querce.
Iniziative volte a dimostrare quanto la conoscenza musicale - e non solo
- sia a portata di tutti, anche dei più giovani - se solo volessero provare
a cimentarsi - quanto essa, assumendo il profilo di storia, sia un possesso
perenne che sfida il tempo e le generazioni, perchè sempre fresca e viva
a distanza di secoli, patrimonio dell’umanità intera, di adulti e giovani. E
sono stati proprio alcuni di questi ultimi a fare da protagonisti nel Natale
pratese, ad esibirsi guidati dai docenti i migliori fra gli allievi delle scuole
di musica, talentuose promesse molti di loro forse, prodighi donatori di
emozioni sicuramente tutti.
Le sinfonie di Vivaldi, Listz, Strauss (eseguite anche in spazi meno utilizzati
per le esecuzioni, come ad esempio il piccolo Teatro Magnolfi alla Pietà),
l’arpa barocca di Andrew Lawrence-King al Festival Zipoli, hanno trovato
terreno fertile nel pubblico, entusiasta di partecipare alla felicità, alla
ricchezza d’invenzione dei compositori e alla meraviglia della forza rappresentativa degli esecutori; lo stupore è stato ancora più forte visto che a dar
luogo ad un tripudio di sensazioni tanto significative quanto variegate (di
natura non solo intima e personale ma anche fisica e percettibile, come una
commozione che si esprime nel pianto) sono stati, fra gli altri, musicisti di
esile età, gli stessi di cui spesso si dimentica l’esistenza quando in vena di
far critica ci si pone a giudizio di un’intera classe di soggetti.
Cornice ideale era la città innevata, allegra nelle sue vesti bianche, quasi
un fortuito ed immaginifico riflesso di una Vienna antica, e il paragone non
viene a caso: la stessa Vienna che nella seconda metà del Settecento divenne il fuso dal quale cominciò ad essere tessuta la fitta maglia della musica
“classica”, così definita convenzionalmente dai posteri per distinguerla da
quella “alla moda” o “leggera”, che sarebbe stata prodotta successivamente.
Incontri importanti con la musica, che si sono proposti sia di coinvolgere
quanti già ne siano sensibili all’ascolto, sia di offrire l’occasione a coloro
che per motivi di varia natura, compresa la giovane età, si trovassero a non
saper percepire il suo messaggio, correndo il rischio così di non vivere a
pieno la propria esistenza nel privarsi di tutte quelle emozioni che solo lei,
la musica, può dare.
Irene Sanesi
Nadia Maccarone
MUSICA..... DOCET?
Provare il piacere del Concerto è
indubbiamente gran cosa. E, dal
momento che, almeno nel profondo, siamo esseri terribilmente
sociali, riuscire a “trasmettere”
questo piacere all’altro, è vero
miele per il proprio ego.
Perché incantarsi con la musica
è stupendo: ti rendi conto che in
quei momenti non hai bisogno di
altro, se non, al massimo, del cd
giusto e di una poltrona comoda
(almeno fino al momento in cui
non ti alzi per ballare…). E, sul
momento, non desideri nemmeno
altre persone intorno a te: il cuore
è pieno di emozione e questo rende
altre presenze del tutto superflue.
E’ per questo che adoro andare ai
concerti anche da sola. Niente di
meglio di un’ora di vacanza per
l’anima: ritagliarmi un pezzettino di solitudine così prezioso in
questo sovrapporsi forsennato di
tutt’altre esigenze è bellissimo.
Ma…Facebook docet: i verbi fondamentali della vita sono proprio
“elimina”, “mi piace”, “condividi”.
Eliminiamo la spazzatura e liberiamo il campo per le cose vere
e piacevoli della vita, e quando
ci piacciono così tanto…condividiamole! E’ per questo che
trovo la massima soddisfazione
nel coinvolgere nelle mie gioie da
spettatrice di concerti i miei amici,
soprattutto quelli scettici verso la
musica classica, che, ahimè, soffre
alle volte di qualche pregiudizio da
parte di chi non ci si è mai avvicinato. Perché tutte le volte che
vado a un concerto…non posso
fare a meno di riflettere con un
velo di disappunto sul fatto che i
giovani sono così spiccatamente
sensibili verso la musica in genere,
ma al contempo…un po’ meno
presenti a certi eventi musicali
sfiziosissimi -parlo in generale,
perché al concerto prenatalizio
di Artes a Prato la Chiesa era
pienissima…e con ragione! E’
evidente che in molti non hanno
resistito alla magia di Vivaldi o di
Corelli splendidamente eseguiti
da un ensamble d’archi…Tuttavia,
in un orizzonte più ampio, il nodo
rimane, almeno nei miei pensieri.
E allora vale la pena di sfatare
alcune idee fastidiosissime che
hanno spesso portato a tristi “luoghi comuni”, ad uso e consumo di
chi semplicemente non si è ancora
avvicinato a questo mondo.
La musica classica non appartiene
a un mondo irreale e tanto meno
noioso….parla semplicemente al
cuore di chiunque, e soprattutto
collega il Seicento (o qualsivoglia
epoca passata) con il 2010 in
un modo così inaspettatamente
rapido ed efficacie da far sbalordire i più scettici. L’anima non ha
tempo e vale la pena di arricchirla
con nuove esperienze. La musica
non è un’esperienza accademica
(ovviamente parlo dell’esperienza
uditiva, dell’ascolto, non certo
dello “studio”): non è esclusiva, ma
molto democratica (si può essere
un p.r. veterano dell’house music
e contemporaneamente adorare J.
S. Bach, posso assicurarlo).
Ed un accorgimento: la musica
classica è termine generalissimo…
perché si provi concretamente un
piacere di tipo di personale, è doveroso notare che Beethoven non
è affatto la stessa cosa di Mozart
o di Chopin. Quindi, in poche
parole, non tutta la musica classica
può piacere…se un autore non
mi fa vibrare come vorrei, non è
detto che non scopra di amarne un
altro. Non ci fermiamo alle prime
esperienze! Personalmente…ho
già fatto le mie scelte in proposito
(è ovvio che sono suscettibili di
cambiamento, ma per adesso i miei
interessi sono ben delineati…).
Ed è per questo che sono così
contenta di aver conosciuto l’Associazione pratese Artes con i suoi
splendidi concerti e il Festival di
Zipoli…. Regali di Natale davvero
preziosi per un’anima “Barocca”
come la mia”!
Grazie Prato per i tuoi Doni Musicali e per l’ Accoglienza preziosa
che ci offri!
Alessandra Norbedo
3
Gennaio 2010
LA NOTA
La parola all’Assessore: Anna Beltrame, assessore alla
Cultura e alla Comunicazione del Comune di Prato
ringrazia la Società dei Concerti Roberto Fioravanti.
LA CULTURA ACCENDE LA CITTÀ
Era il sottotitolo delle iniziative di
Natale del 2008 e ho deciso di mantenerlo, perché in tempi così difficili
per tante famiglie penso davvero che
la cultura possa accendere stimoli,
curiosità, perfino speranza. Il Festival
del Natale 2009, il primo cartellone
di appuntamenti organizzato dall’assessorato alla cultura della nuova
giunta Cenni, è però diverso rispetto
al passato. Per la prima volta sono
state riunite tutte le iniziative del
Pecci, del Metastasio, del Politeama e
di Officina Giovani, e non solo quelle
promosse direttamente dall’assessorato: non hanno senso le distinzioni, è
fondamentale fare sistema, soprattutto in momenti di crisi. Solo unendo
energie e risorse si possono trovare le
soluzioni migliori. Inoltre, la maggior
parte delle iniziative è stata pensata
a ingresso gratuito e molti appuntamenti si sono svolti in centro storico:
deve vivere il cuore della città, perché
la città sia viva.
Non è stato semplice organizzare
questo festival di Natale, perché
all’insediamento della nuova giunta,
lo scorso luglio, le risorse disponibili
per il servizio cultura ammontavano
a 27mila euro, in pratica era stato
speso quasi tutto il budget del 2009
e il capitolo per gli eventi natalizi
contava solo 3333 euro. Conosco
benissimo le difficoltà finanziarie con
le quali ha dovuto fare i conti il mio
predecessore e quindi non è certo mia
intenzione polemizzare, ma la realtà
non può essere negata, soprattutto
quando a fotografarla è l’oggettività
delle cifre. Grazie a un’attenta verifica
del bilancio, in tutte le sue pieghe,
a tagli e razionalizzazioni, è stato
comunque possibile costruire questo
piccolo Festival offrendo, credo,
occasioni di svago, di riflessione, ma
spero anche di piacere e divertimento.
Perché, come scriveva Ezra Pound,
“la cultura comincia quando si riesce
a fare una cosa senza sforzo”. Natale
è il momento dell’anno in cui ci si
può permettere il lusso di fermarsi,
di pensare agli affetti e a se stessi in
modo diverso. Questo credo valga, al
di là della fede, per tutti. A maggior
ragione ho sentito la responsabilità
di contribuire nel mio piccolo e con
la preziosa collaborazione di tante
persone, a cominciare dallo staff
dell’assessorato, ad accendere un po’ la
città grazie alla cultura. Quattro sono
stati gli elementi chiave del Festival
natalizio: l’arte, con la valorizzazione
dei capolavori del Rinascimento
pratese soprattutto grazie alla videoinstallazione di piazza del Comune; la
spiritualità, con le suggestive letture
curate da Massimo Luconi; l’identità
pratese, con la mostra delle splendide
fotografie di Martino Meucci o con gli
incontri organizzati alla nuova Lazzerini, la fabbrica della cultura nel cuore
della città, un luogo straordinario e
così intimamente pratese, appunto.
Consentitemi in proposito un inciso:
inaugurarla lo scorso novembre, dopo
4
tanti anni di infiniti lavori, non è
stato affatto semplice, perché c’erano
ancora mille problemi da risolvere,
perché la burocrazia è spesso lontana
dall’efficienza, ma forzare abitudini
consolidate, combattere contro lentezze e approssimazioni ormai fisiologiche in certe parti della pubblica
amministrazione, è una delle priorità
della giunta Cenni. Se però c’è stata
una protagonista nel cartellone di
Natale questa è stata la musica, perché
secondo me niente come la musica è
in grado di parlare a tutti, di accompagnare le emozioni, i sogni, i dolori
o i ricordi. Non posso vivere senza
ascoltarla, la mattina appena sveglia,
in macchina, camminando con le
cuffiette dell’Mp3, la sera quando
magari sono stanca, la notte quando
non ho voglia di dormire e ho bisogno
di pensare, o solo di staccarmi dai
pensieri. La musica di Natale è stata
la Camerata, la nostra eccellenza, ma
sono stati anche i cori e le bande per le
strade del centro storico, oppure i concerti organizzati al Teatro Magnolfi, a
cominciare da quelli promossi dalla
nostra scuola di musica Verdi, che
è un’altra eccellenza grazie all’impegno e alla passione di persone come
Paolo Ponzecchi. A volte mi capita di
sentirmi razzista, quando ad esempio
dico che i voti di chi ama e apprezza
la musica dovrebbero valere il triplo
di quelli che guardano le squallide
trasmissioni di gossip in tv. E allora a
chi esce la sera per partecipare a un
concerto e rinuncia alla comodità di
un divano o alla stupidità di un reality
show va tutta la mia simpatia, nel
senso etimologico della parola. A chi
invece i concerti li organizza, come la
Società Fioravanti, va il mio ringraziamento. Se poi la musica illumina e
valorizza luoghi così belli della nostra
città, a cominciare dal refettorio del
San Niccolò che la Società Fioravanti
ha contribuito a restaurare, allora la
potenza delle note è ancora più grande
e significativa. Non so quando queste
poche righe che Nadia Baldi mi ha
chiesto saranno pubblicate, mentre
le scrivo è il pomeriggio del 31 dicembre e la quarta sinfonia di Brahms,
nell’esecuzione straordinaria diretta
da Carlos Kleiber, mi fa compagnia:
così come tanti altri capolavori dovrebbero farla ascoltare a scuola, per
trasmettere a tutti i ragazzi il grande
piacere che solo la musica può regalare. Mentre scrivo penso all’anno
per me così faticoso e speciale che sta
finendo e penso a quello che farò nei
prossimi mesi. Una cosa è certa: pur
con tutte le difficoltà, i pochi soldi,
la necessità di promuovere sinergie e
razionalizzare le spese, la musica sarà
al centro della mia vita e dei miei
programmi da assessore. E allora buon
2010 a chi leggerà questi pensieri in
libertà e buona musica, sempre.
Anna Beltrame
(Assessore alla Cultura
e Comunicazione del Comune di Prato)
NATALE IN MUSICA
A REGOLA D’ARTES
considerazioni e ringraziamenti a chi sostiene
caparbiamente il valore
della cultura di tasca propria.
Largo agli sponsor delle iniziative musicali natalizie
di Andrea Vitello, direttore artistico di ARTES
L’Associazione Artes, nata a Prato nel Febbraio del 2008, ha animato la vita
culturale pratese nelle scorse festività natalizie con la rassegna Natale a Prato,
realizzata grazie all’entusiasmo dei giovani membri della associazione e al contributo di enti pubblici quali la Provincia di Prato nella persona dell’Assessore alle
Politiche Sociali e Giovanili Loredana Ferrara, il Comune di Prato nella persona
dell’Assessore alla Cultura Anna Beltrame, la Circoscrizione Prato Centro nella
persona di Massimo Taiti. Oltre al contributo pubblico è stato determinante
l’apporto finanziario ma non solo di privati senza i quali la rassegna non avrebbe
potuto avere luogo, è il caso delle ditte Telnet Italia di Marco Valori e Daniele
Luchi, di Tu Mobile di Enrico Belluomini, di Parise Pianoforti di Michele Parise,
di Sandro Citerni consulente del lavoro.
A questi ultimi abbiamo chiesto di raccontare il perché della loro scelta di investire in un settore come quello musicale e in particolare perché proprio attraverso
l’Associazione Artes.
Il motivo principale che ci ha spinto
a sostenere l’associazione Artes –
spiega Daniele Luchi, uno dei soci
titolari di Telnet - è l’affinità che
sentiamo con questo gruppo giovane
e dinamico, in assoluta controtendenza rispetto al trend generale di
questo momento, un gruppo che
in un anno in cui si sentono da più
parti lamentele riguardo alla scarsità
di fondi a disposizione per la cultura
è riuscito a mettere su una rassegna
di 5 concerti natalizi con ensemble
di altissimo livello e di clamoroso
successo di pubblico.
Inoltre, nella nostra azienda siamo
molto attenti alla cultura e siamo
convinti dell’importanza di creare
sinergie e attività comuni anche
al di fuori del tradizionale ambito
lavorativo sia tra i nostri dipendenti
che con clienti e fornitori. L’avere
invitato molti dei nostri contatti ai
concerti di questo Natale ci ha permesso di mostrare la nostra azienda
in una luce del tutto particolare,
quella del mecenate che vuole condividere con le persone (aziende, enti)
che gli sono vicine un momento di
emozione e di “buon vivere” al di
fuori dei consueti rapporti di lavoro.
Non dimentichiamo infine che tutto
questo sviluppo dei rapporti personali si è ripercosso nel rafforzamento
del gruppo e delle partnership anche
in campo strettamente lavorativo.
Per quanto sia presto per fare un bilancio completo di questa esperienza
a fianco della Associazione Artes,
iniziata l’estate del 2009, abbiamo
già constatato come Telnet Italia
abbia raggiunto una visibilità molto
ampia specialmente nei confronti
di enti e strutture non direttamente
legati al businness tradizionale della
ditta, con una conseguente apertura
verso un possibile allargamento di
mercato per il prossimo anno. Vorrei
chiudere queste righe con un messaggio di ottimismo verso cittadini e
colleghi, augurando un 2010 ricco di
musica e di ottimi affari !
Ristorante, lounge bar, ostello,
situata nel bel mezzo dello splendido parco di Galceti è la sede della
Orchestra Artes dall’Ottobre 2009.
Villa Fiorelli, con la nuova gestione
SeTI, sta vivendo una rinascita
che la ha portata in pochi mesi a
diventare un riferimento per lo
svago giovanile e per gli eventi che
possono essere ospitati al suo interno
e nel parco circostante.
La matrice seicentesca della Villa si
sposa perfettamente con le attività
dell’orchestra Artes, che ha trovato
nella Villa la sua “casa”. Artes infatti è una realtà giovane e dinamica, che nel futuro renderà l’offerta
culturale di Villa Fiorelli ancora più
completa e di livello.
Sandro Citerni con il suo studio segue
l’Associazione Artes dalla nascita,
nello spirito di una collaborazione
che oltre che da ragioni strettamente
lavorative è legato al comune amore
per la musica - Citerni è infatti un
valente sassofonista- e al piacere
di seguire una attività artistica così
giovane e dinamica.
Sono fiero di seguire Artes – dice
Citerni – perché è raro trovare un
gruppo di giovani artisti non solo
preparati e motivati ma in grado di
organizzare una struttura completa,
che va dal marketing agli adempimenti nei confronti degli artisti e delle
sale da concerto, alla produzione
artistica in senso stretto.
In questi primi due anni di attività
[Artes è stata fondata nel Febbraio
2008 n.d.r.] l’Associazione ha dimostrato una notevole capacità di
crescita ponendosi obiettivi sempre
più ambiziosi in una sorta di marcia forzata verso un fare musica di
qualità, obiettivo principale di questi
ragazzi.
Dai primi esperimenti del coro polifonico, all’ensemble di archi e voci,
fino alle ultime esperienze con una
intera orchestra, l’Associazione Artes
sotto la direzione artistica di Andrea
Vitello, rappresenta per la città un
esempio fulgido di quanto a Prato ci
siano le forze per essere protagonisti
della ripresa economica e di una
rinascita culturale.
L’esperienza di TuMobile nelle sponsorizzazioni è molto giovane, come
è giovane l’azienda nata nel 2006.
Tuttavia fin da subito Tumobile ha
inquadrato il settore culturale come
uno dei cardini fondamentali su cui
far poggiare la città, lo ha considerato
come un mezzo di locomozione della
vita di Prato, un tramite di coinvolgimento fra le molteplici e differenti
attività non solo locali. Il giudizio che
deriva dall’osservazione delle iniziative
culturali (decisamente da incentivare)
a Prato riconferma – come avviene
in altre realtà – che il connubio fra
arte e imprenditoria privata spesso è
inscindibile. Un distretto produttivo
non può fare a meno della cultura, così
come la cultura non può sopravvivere
senza il sostegno economico che deriva
dall’impresa.
TuMobile crede così di avvicinare
l’interesse del pubblico ad un ragionamento che può sembrare logico, ma
che per molti necessita di uno sforzo
per meglio apprezzare il vero significato
dell’abbinamento. Non per ultimo
avere creduto in Andrea Vitello,
apprezzato musicista, un creatore di
eventi che, oltre ad avere dato vita alla
Associazione Musicale ARTES, non
deluderà le aspettative del pubblico.
TuMobile srl
Telnet Italia
Lorenzo Gambi
Sandro Citerni