UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA FACOLTÀ DI INGEGNERIA CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA MECCATRONICA ______ TESI DI LAUREA TRIENNALE COMUNICAZIONI DIGITALI: i bus di comunicazione nel settore industriale Relatore: Prof. DIEGO DAINESE Laureando: MATTEO SCAPIN Matricola 595247 ANNO ACCADEMICO 2011-2012 Indice generale 1 I bus di comunicazione digitale...................................................................................3 1.1.La comunicazione digitale......................................................................................3 1.1.1.Comunicazione parallela e seriale...................................................................4 1.1.2.Sincronizzazione e codifica.............................................................................4 1.1.3.Comunicazione sincrona e asincrona..............................................................5 1.2.I bus di comunicazione digitali...............................................................................6 1.2.1.Concetti generali e terminologia.....................................................................7 1.2.2.Sincronizzazione, timing e handshaking.........................................................8 1.2.3.Rilevamento degli errori e fault tolerance.......................................................9 1.2.4.Disadattamento di impedenza e Return Loss................................................10 2 PROFIBUS, Process Fieldbus....................................................................................12 2.1.Introduzione..........................................................................................................12 2.2.Caratteristiche e funzioni di base..........................................................................13 2.3.Profili di comunicazione.......................................................................................15 2.4.Tempo di risposta..................................................................................................17 2.5.Efficienza..............................................................................................................18 2.6.Fault tolerance, interoperabilità, sostituibilità......................................................18 2.7.PROFIBUS time-cycle..........................................................................................19 2.8.Esempi ed applicazioni.........................................................................................20 3 CAN Bus, Controller Area Network.........................................................................22 3.1.Introduzione..........................................................................................................22 3.2.Caratteristiche e proprietà.....................................................................................22 3.3.Il CAN Bus secondo il modello ISO-OSI.............................................................23 3.4.Comunicazione: caratteristiche e sensori..............................................................26 3.5. Struttura dei messaggi..........................................................................................27 3.6. Tipologie e gestione degli errori..........................................................................29 3.7.Esempi ed applicazioni.........................................................................................31 4 FlexRay........................................................................................................................32 4.1.Introduzione..........................................................................................................32 4.2.Caratteristiche principali.......................................................................................32 1 4.3.Topologia e layout del network.............................................................................34 4.4.Il protocollo FlexRay............................................................................................36 4.5.Communication cycle...........................................................................................37 4.6.Data Frame............................................................................................................39 4.7.Data Security and Error Handling.........................................................................40 4.8.Esempi ed applicazioni.........................................................................................40 5 Fibra ottica..................................................................................................................42 5.1.Introduzione..........................................................................................................42 5.2.Caratteristiche principali.......................................................................................42 5.3.Principio di funzionamento...................................................................................44 5.4.Tipi e applicazioni.................................................................................................46 5.5.Attenuazione e dispersione...................................................................................48 5.6.Applicazioni e prospettive future..........................................................................50 6 Conclusioni..................................................................................................................52 6.1.Bus a confronto.....................................................................................................52 6.1.1.PROFIBUS....................................................................................................52 6.1.2.CAN Bus.......................................................................................................53 6.1.3.FlexRay.........................................................................................................53 6.1.4.Fibra Ottica....................................................................................................54 6.1.5.Confronto conclusivo....................................................................................54 Bibliografia.....................................................................................................................55 2 CAPITOLO 1 I bus di comunicazione digitale 1.1.La comunicazione digitale Con il termine comunicazioni si intende l'insieme delle discipline scientifiche e tecniche che si occupano dello studio, della progettazione, della costruzione e dell'utilizzo di sistemi per la trasmissione a distanza di informazioni rappresentate sotto forma di segnali elettrici. La funzione di trasmissione è la caratteristica essenziale di qualsiasi sistema di comunicazione, il cui scopo specifico è il trasferimento di dati (o informazioni) tra parti diverse. La comunicazione può essere simplex (fig. 1.1 a), quando una parte trasmette ed una parte riceve, o duplex, quando ogni parte può trasmettere e può ricevere. Distinguiamo ulteriormente tra due tipi di comunicazione duplex. In comunicazione full duplex (fig. 1.1 b), ambo le parti possono trasmettere simultaneamente. Ogni sistema comprende sistemi reciprocamente indipendenti di ricezione e trasmissione. Tale comunicazione richiede due canali separati di comunicazione. Nella comunicazione half duplex (fig. 1.1 c), quando una parte trasmette, l'altra riceve e non può trasmettere nello stesso tempo. Entrambe le parti utilizzano lo stesso canale bidirezionale per trasmettere i dati. Fig. 1.1: a) simplex; b) full duplex; c) half duplex. Nella comunicazione elettronica distinguiamo tra comunicazione analogica e comunicazione digitale. Nella comunicazione analogica i dati sono composti da segnali che cambiano con continuità (onde acustiche, onde acustiche trasformate in onde elettriche, segnali radio e simili). 3 Nella comunicazione digitale, i segnali sono composti da stati distinti (tensione diversa o livelli di corrente senza livelli intermedi). I dati sono composti da bit (cifre binarie, 0 o 1) che compongono numeri binari a 8-bit, chiamati byte, o numeri a 16-bit chiamati word. L'uso della comunicazione digitale sta oggi aumentando sia nel campo industriale sia nei settori della telefonia, della televisione e dell'automotive: i segnali analogici sono convertiti in numeri binari e trasmessi sotto forma di segnali digitali. 1.1.1.Comunicazione parallela e seriale Nella comunicazione parallela i bit costituenti l'informazione vengono trasmessi su più linee contemporaneamente. Il sistema che trasmette può essere connesso al sistema ricevente con un cavo a conduttori multipli nel quale ogni conduttore trasmette 1 bit del numero binario. Per esempio per trasmettere numeri binari a 8-bit è usato un cavo a 8 fili, e un segnale di massa è usato in modo che i livelli di tensione di entrambi i sistemi siano allineati sullo stesso livello di riferimento. Ogni conduttore costituisce un canale di comunicazione. La comunicazione parallela è adatta per distanze estremamente brevi. Quando è necessario trasmettere dati su distanze lunghe si preferisce usare un minor numero di canali di comunicazione. Si usano pertanto tipi diversi di comunicazione – linee telefoniche, comunicazione wireless (in cui ogni frequenza costituisce un canale di comunicazione), comunicazione ottica e comunicazioni infrarosse (IR). Nella comunicazione seriale i bit vengono trasmessi in sequenza su una sola linea, uno dopo l'altro. Questo rallenta la velocità di comunicazione (almeno in rapporto alla comunicazione parallela), ma permette la trasmissione di dati su distanze molto lunghe (inclusa la comunicazione via satellite). Inoltre, rispetto alla comunicazione parallela, la comunicazione seriale è più economica. 1.1.2.Sincronizzazione e codifica I bit possono essere trasmessi usando numerosi metodi di codifica. Il termine codifica si riferisce al modo in cui i bit sono rappresentati nella trasmissione delle stringhe di impulsi. Lo scopo è far sì che la trasmissione possa avvenire alla massima velocità consentita affinché il ricevitore possa ricevere e decodificare correttamente le informazioni. 4 Questa velocità dipende anche dal tipo di canale di comunicazione. Il compito principale della codifica è identificare quale bit è 0 e quale 1. Un primo metodo è la trasmissione completamente binaria o bipolare, nel quale esiste un impulso specifico per il bit 0 e un altro per il bit 1: il bit 1 può essere spedito come un impulso di segno positivo e il bit 0 come un impulso di segno negativo. Quando non c'è nessun impulso, la linea è a tensione di 0 Volt. Un altro metodo è chiamato trasmissione semi-binaria o unipolare, nel quale vi è un impulso solamente per il bit 1, mentre i bit 0 sono espressi dall'assenza di impulsi. Un terzo metodo è chiamato trasmissione a gruppo di bit o multi-livello. In questo metodo ogni impulso rappresenta più bit. Questo è possibile se sono disponibili più livelli di tensione in cui ciascun livello rappresenta una combinazione diversa di bit. Per esempio, se gli impulsi hanno quattro livelli di tensione, questi possono essere usati per rappresentare le quattro possibili combinazioni di due bit, come illustrato in fig. 1.2. Fig. 1.2: Con quattro livelli di tensione disponibili, ogni livello è rappresentato da una combinazione di 2 bit. 1.1.3.Comunicazione sincrona e asincrona La comunicazione sincrona è definita solitamente come comunicazione nella quale, insieme con i segnali dati trasmessi sulla linea dati, dei segnali di clock vengono trasmessi su una linea separata, per indicare quando campionare la linea dati e identificarne i bit. Questo tipo di comunicazione viene usata, ad esempio, tra una tastiera (che contiene un controllore indipendente) e un computer. 5 Nella comunicazione sincrona vi è sincronizzazione a livello di bit: la linea cambia stato con ogni bit, permettendo al ricevitore di re-sincronizzarsi con ciascun bit, rilasciando un impulso di clock per ogni bit nei dati. Nella comunicazione asincrona ogni sequenza di bit trasporta informazioni sufficienti alla sua decodifica, con opportuni bit di start e stop: dopo l'identificazione del bit di avvio, il ricevitore testa la linea e acquisisce i bit. La sincronizzazione del trasmettitore e del ricevitore avviene solamente a livello di byte, e la linea cambia stato solamente quando c'è un cambio del valore dei bit sulla linea. 1.2.I bus di comunicazione digitali Un sistema computerizzato è costituito da un numero di componenti distinti: processori, memorie e periferiche. Questi componenti devono condividere e scambiarsi informazioni costituite da istruzioni o dati, e affinché ciò sia permesso è necessario fornire un mezzo fisico per il trasferimento delle informazioni e stabilire un set di regole mutualmente condivise che governino la comunicazione. Questa combinazione di regole (bus protocol) e mezzo fisico per il trasporto di segnali costituisce un bus. I bus giocano un ruolo significativo nell'integrazione di sistemi di acquisizione real-time e sistemi di controllo, dove forniscono l'interfaccia tra un computer e gli strumenti che misurano e controllano i fenomeni fisici del mondo esterno. La parola bus è spesso utilizzata in un senso più ristretto per indicare qualsiasi tipologia di interconnessione lineare. Un bus protocol base definisce le regole che governano l'uso del bus per il trasferimento di byte e word di dati tra dispositivi. Il modo in cui questi tasselli di informazione sono raggruppati e interpretati può essere anch'esso soggetto di ulteriori regole, ad esempio la sintassi e la semantica dei messaggi passati attraverso il bus. Tali regole possono essere applicate da procedure software invocate da linguaggi computazionali di alto livello, che forniscono un'appropriata interfaccia all'utente. Pur non esistendo un bus adatto ad ogni applicazione, le ragioni tecniche per l'esistenza di decine di tipologie di bus sono difficili da trovare. Spesso considerazioni di mercato conducono, secondo una propria logica, al design di nuovi bus. 6 1.2.1.Concetti generali e terminologia I trasferimenti delle informazioni su un bus sono inizializzati dai bus master. Potendo esserci più master sullo stesso bus vi è la necessita di risolvere eventuali conflitti tramite un processo di arbitraggio. Solamente a un master per volta, detto bus master corrente o commander, è consentito il controllo del bus. L'access latency (latenza di accesso) è il tempo impiegato dal master per prendere controllo del bus e il bus tenure (possesso del bus) è l'intervallo di tempo nel quale il bus è occupato da un commander. Un commander può dare inizio al trasferimento dei dati tra dispositivi chiamati listeners e talkers, o, più generalmente, partecipare al trasferimento con uno o più slave. Uno slave viene selezionato dal commander immettendo nel bus informazioni di indirizzo: gli slave comparano queste informazioni con un set di indirizzi validi internamente noti e, se trovano corrispondenza, diventano connessi. Indirizzi che portano alla connessione di più slave sono detti broadcast addresses. Il termine generico utilizzato per rappresentare master e slave connessi a un bus è dispositivo. Un dispositivo può agire come master e come slave, ma non contemporaneamente. Una volta connessi, gli slave diventano responder e partecipano al trasferimento delle informazioni con il commander. Quando il trasferimento è completato, il commander termina la connessione con i responder, che diventano quindi disconnessi. Fig. 1.3: Struttura concettuale di una comunicazione tramite bus. Questa sequenza di azioni – creazione della connessione, trasferimento dei dati, interruzione della connessione – viene detta transaction (transazione). Un commander può successivamente cedere il controllo del bus o continuare con altre transaction. 7 Le transaction sul bus sono sincronizzate tramite informazioni temporali che indicano quando indirizzi e dati sono validi. Inoltre quasi tutti i bus possiedono meccanismi per generare segnali di interrupt. Un interrupt corrisponde a una richiesta di attenzione, fatta da un dispositivo sul bus a un altro dispositivo. L'ammontare delle informazioni che fluiscono tra dispositivi che implementano un bus protocol è spesso molto grande. Per ridurre il numero di linee bus separate richieste per tali informazioni si ricorre a varie tecniche di multiplexing e time-sharing. Il rischio di degradare le performance utilizzando tali tecniche deve essere bilanciato con il potenziale risparmio dovuto all'utilizzo di meno linee. 1.2.2.Sincronizzazione, timing e handshaking Una volta guadagnato il controllo del bus, il commander procede all'adempimento del bus cycle. Un bus cycle coinvolge lo scambio di informazioni tra commander e responder, dove l'informazione può essere un indirizzo, una word di dati, o entrambi se non vi è multiplexing. Segnali di timing (temporizzazione) sono utilizzati per indicare quando l'informazione è valida e sono generati sia in modo sincrono che asincrono. In un sistema con bus asincroni il commander invia un impulso (strobe timing signal) per indicare la validità dell'informazione sulle linee del bus e il responder restituisce un segnale per confermare la ricezione (acknowledge timing signal). Tale segnale accompagnato dai dati per un'operazione di lettura, permette al commander di sapere che il responder ha risposto. Tale meccanismo è chiamato handshaking. L'handshaking avviene quindi tra un talker (il commander) e un listener (il responder) che si interscambiano segnali per regolare la velocità, i protocolli di compressione, di controllo degli errori e le regole mutualmente valide prima di iniziare la trasmissione vera e propria. Maggiore è la complessità dell'handshaking, minore è la velocità del sistema. Nella maggior parte dei sistemi a bus sincroni, un segnale di clock è generato centralmente e inviato a tutti i dispositivi collegati al bus. I cambiamenti dello stato delle linee del bus avvengono solo ad istanti di tempo fissati dal clock. La durata del bus cycle è impostata dalla frequenza di clock, regolata a sua volta dal dispositivo più lento collegato al bus. Per evitare questa riduzione delle performance generali del sistema si possono utilizzare dei protocolli di 8 attesa (wait protocol). Ad esempio, un responder può inviare un segnale di attesa (wait signal) finché non è pronto ad eseguire l'azione richiesta. I dispositivi che rispondono velocemente non richiederanno alcuna attesa mentre i dispositivi più lenti impiegheranno svariati periodi di clock prima di essere in grado di rispondere. I meriti relativi dei sistemi a bus sincroni ed asincroni sono soggetto di molte controversie. Considerazioni di marketing sembrano spesso pesare più di serie questioni tecniche. 1.2.3.Rilevamento degli errori e fault tolerance Quando le informazioni vengono trasferite tra i vari dispositivi esiste una possibilità che la configurazione di bit recuperata possa risultare diversa da quella originale. Gli errori possono essere introdotti dalla presenza di rumore e interferenze durante la trasmissione dell'informazione attraverso un bus. Poiché la frequenza di tali errori è in generale molto bassa, la maggior parte dei bus è sprovvista di sistemi di rilevamento degli errori. I moderni bus ad alte performance generano e controllano uno o più bit di parità per bus cycle: questo metodo semplice di rilevazione degli errori si basa sul principio che se tutte le configurazioni di bit elaborate presentano un numero dispari di 1 e ne viene individuata una con un numero pari, allora c'è la possibilità che si sia verificato un errore. Per garantire che tutte le configurazioni contengano un numero dispari di 1 è necessario aggiungere davanti al bit più significativo (MSB, Most Significant Bit, il bit più a sinistra) un bit di parità, che corrisponde ad un 1 o ad uno 0 a seconda che la configurazione iniziale abbia un numero pari o dispari di 1. Quando viene rilevato un errore di parità legato a un indirizzo, la richiesta di connessione viene ignorata. Quando, invece, viene rilevato un errore di parità legato ai dati, si procede alla ritrasmissione dell'informazione. Questo metodo ha tuttavia dei limiti nel rilevamento di più errori su una stessa configurazione di bit. Per questo sono stati sviluppati sistemi di rilevazione più avanzati detti codici a ridondanza ciclica (CRC, Cyclic Redundancy Codes). Il CRC si basa su un algoritmo che calcola un codice binario, detto cyclic redundancy code, come risultato di alcune operazioni aritmetiche e logiche sui dati. Questo codice è inviato insieme ai dati attraverso il bus, e il ricevente esegue le stesse operazioni verificando che il risultato coincida con quello ricevuto: se ciò non si verifica si è in presenza di un errore. Le 9 moderne implementazioni del CRC non eseguono i calcoli con delle formule, ma utilizzano delle tabelle preformattate per velocizzare il processo. Oltre alla trasmissione degli errori, nei dispositivi collegati al bus si possono verificare delle anomalie. Una considerazione importante riguarda la vulnerabilità del sistema a un singolo punto di fallimento e quanto rapidamente il sistema può essere riconfigurato. Un'anomalia che fa passare a un dispositivo un segnale indesiderato influenza tutti i dispositivi successivi collegati, mentre un'anomalia a un dispositivo che chiede un interrupt o la partecipazione a un ciclo di arbitraggio non influenza direttamente l'attività degli altri dispositivi. I sistemi che supportano la riconfigurazione software tramite tecniche quali la reallocazione degli indirizzi logici, permettono l'isolamento dei dispositivi difettosi o la sostituzione con unità di standby. Molti dei nuovi sistemi includono un bus seriale provvisorio che fornisce un percorso alternativo al bus principale nel caso di fallimento dei dispositivi. Questo sistema rende più facile l'individuazione e la correzione di condizioni di anomalia. Il bus seriale può essere utilizzato anche durante le normali operazioni per trasportare messaggi di interrupt e monitorare le performance del bus principale. 1.2.4.Disadattamento di impedenza e Return Loss Se il segnale propagandosi incontra delle discontinuità (connettori, deformazioni, ecc.) viene in parte riflesso a causa del disadattamento di impedenza. Il return loss è un parametro che quantifica la perdita di potenza dovuta alle riflessioni sulla linea, e si esprime come il rapporto tra la potenza incidente (Pi) del segnale inviato e la potenza del segnale riflesso (Pref) alla sorgente. Espresso in dB, il return loss è: RL=10log Pi P ref [ dB ] Maggiore è il valore di RL, minore è l'energia del segnale riflesso. 10 Il return loss è un modo efficace per caratterizzare il disadattamento della linea, soprattutto quando le riflessioni sono piccole. Fig. 1.4: a) attenuazione del segnale di ingresso per disadattamento della linea; b) attenuazione e distorsione per effetto eco Come si può osservare in fig. 1.4, il segnale che percorre la linea viene in parte riflesso a causa delle discontinuità dell'impedenza del canale, e l'energia riflessa riduce la potenza del segnale trasmesso. Può verificarsi anche un effetto eco quando il segnale riflesso non viene completamente assorbito dalla sorgente e una nuova tensione si sovrappone ai segnali presenti sulla linea, dando luogo a un'ulteriore distorsione del segnale iniziale. 11 CAPITOLO 2 PROFIBUS, Process Fieldbus 2.1.Introduzione Il PROFIBUS è un sistema di comunicazione digitale con un ampio range di applicazioni, ed è adatto sia per operazioni veloci e temporalmente critiche sia per complesse operazioni di calcolo. Nato dal lavoro combinato del governo tedesco e di alcune tra le industrie leader alla fine degli anni '80, il PROFIBUS è oggi la tecnologia più diffusa nel settore dei bus di campo. Fig. 2.1 – Logo PROFIBUS I requisiti che deve soddisfare un bus di campo sono assai diversi. Nell'industria di processo le linee di produzione sono spesso "ibride". I processi primari caratterizzati da operazioni come reazione, miscelazione o separazione vengono combinati con le applicazioni dei processi secondari, della logistica di ingresso o della logistica di uscita (identificazione, trasporto, prova, imballaggio o stoccaggio). Per l'automazione di processi, in ambienti spesso aggressivi, dannosi per la salute o a rischio d'esplosione, sono di fondamentale importanza il collegamento diretto di apparecchiature a sicurezza intrinseca con relativa alimentazione tramite il mezzo trasmissivo nonché l'elevato contenuto informativo della comunicazione. Per le applicazioni manifatturiere sono invece importanti la velocità e la funzionalità deterministica. Il PROFIBUS può soddisfare tutte queste esigenze come bus di campo attualmente unico al mondo. Con tecniche di trasmissione combinabili tra di loro, un profilo di comunicazione uniforme e profili applicativi addizionali per le tipiche funzionalità delle apparecchiature, il PROFIBUS è in grado come nessun altro bus di campo di collegare tra di loro in modo omogeneo la produzione di processo e la produzione manifatturiera. 12 Una simile architettura di bus omogenea offre un enorme risparmio economico. La riduzione dei costi riguarda la tecnica costruttiva, il montaggio e il cablaggio ma anche la pianificazione, l'engineering, la messa in servizio, il test e la documentazione. 2.2.Caratteristiche e funzioni di base Nell'industria di processo, la trasmissione convenzionale dei segnali tra i sensori e i moduli di ingresso/uscita del sistema di controllo è realizzata tramite collegamenti punto a punto paralleli con conduttori in rame. Al contrario, i sistemi a bus di campo come il PROFIBUS consentono la comunicazione digitale tra il sistema di controllo e le apparecchiature nel campo tramite un unico bus seriale (fig. 2.2). La conseguente riduzione dell'onere di cablaggio e dell'hardware di ingresso/uscita rappresenta un enorme potenziale di risparmio. Fig. 2.2 – Confronto fra trasmissione convenzionale a conduttori paralleli e trasmissione PROFIBUS con singolo bus seriale. Una caratteristica del PROFIBUS è la comunicazione deterministica (fig. 2.3), caratterizzata dalla trasmissione ciclica di dati di processo e dall'inoltro aciclico di dati di progettazione, di allarme/interrupt e di diagnostica. I PROFIBUS utilizzano un metodo di comunicazione detto token-passing (passaggio del testimone): nella rete sono presenti più master, ma solo uno di essi è attivo in ogni momento. La comunicazione è simile al meccanismo master-slave, e la cessione del token avviene in modo voluto, ciclico o in caso di rottura del master attivo. 13 La finestra temporale per la comunicazione aciclica viene considerata automaticamente nella progettazione. Se il volume di dati in arrivo è maggiore della capacità di questa finestra, la comunicazione aciclica con un nodo viene ripartita su più cicli. Fig. 2.3 – Comunicazione deterministica su PROFIBUS Il contenuto di informazioni notevolmente maggiore della trasmissione digitale implica ulteriori vantaggi quali la comunicazione bidirezionale e una precisione molto elevata (risoluzione di 32 bit). Il PROFIBUS è un bus semplice, robusto e affidabile, che può essere ampliato online e impiegato in ambienti standard non critici come pure in aree a rischio d'esplosione. Come bus aperto universale il PROFIBUS gestisce sia comunicazioni veloci con apparecchiature da campo intelligenti decentrate, sia comunicazione e contemporanea alimentazione d'energia per trasmettitori e attuatori. Grazie al suo concetto modulare con tecniche di trasmissione complementari, un protocollo di comunicazione omogeneo ed una molteplicità di profili sovrapposti per applicazioni specifiche (DP/PA, I/O remoti per PA, PROFIsafe, sistemi di identificazione o di pesatura/dosaggio), il PROFIBUS può essere impiegato sia nell'industria manifatturiera sia nell'industria di processo. 14 2.3.Profili di comunicazione I profili sono utilizzati nelle tecnologie dell'automazione per definire specifiche proprietà e comportamenti di famiglie di dispositivi e sistemi. Il PROFIBUS ha un design modulare e offre un range molto ampio di profili applicativi, coprendo così diverse esigenze per applicazioni specifiche. La tecnologia PROFIBUS si è evoluta attraverso varie revisioni, che in alcuni casi hanno portato a nuove tipologie di PROFIBUS. I due profili di comunicazione più diffusi sono il PROFIBUS DP e il PROFIBUS PA (fig. 2.4) Fig. 2.4 – tecniche di trasmissione con profili PROFIBUS DP e PROFIBUS PA Il PROFIBUS DP (Decentralized Periphery) è il profilo più diffuso, progettato per elevate velocità di trasmissione (fino a 12 Mbit/s) e brevi tempi di reazione (fino a 1 ms), ed è quindi perfettamente adatto all'impiego per il comando diretto di apparecchiature da campo intelligenti, come avviatori di motore, apparecchiature di analisi, regolatori di processo o pannelli operatore. Il PROFIBUS DP può essere realizzato tramite tecniche di trasmissione elettrica semplici ed economiche, sulla base di un cavo schermato a due fili (RS 485), o tecniche di trasmissione ottica con cavi in fibra di vetro o di plastica, per la trasmissione veloce di grandi quantità di dati in ambienti fortemente inquinati da disturbi e su grandi distanze. 15 Con moduli OLM (Optical Link Module) è possibile la realizzazione di una rete ottica in struttura lineare, ad anello o a stella. In questo caso la struttura ad anello garantisce automaticamente la tolleranza da rottura conduttore (rete fault-tolerant). La distanza tra due OLM può arrivare fino a 15 km. In virtù della trasmissione ottica pressoché senza perdite d'energia, l'estensione complessiva della rete è limitata solo dai tempi di propagazione dei segnali. Il PROFIBUS PA (Process Automation) è un profilo orientato al controllo di processo che standardizza il metodo di trasmissione dei dati misurati, ed è progettato specificatamente per l'utilizzo in ambienti pericolosi. Il PROFIBUS PA consente la trasmissione digitale di dati e la contemporanea alimentazione di energia, prestandosi perfettamente all'impiego nell'industria di processo per l'integrazione diretta di apparecchiature come attuatori pneumatici, elettrovalvole o sensori per la misura e l'analisi. Nonostante la velocità relativamente bassa di 31,25 kbit/s, il tempo di comunicazione tipico di un trasduttore di misura è di circa 10 ms. Sono pertanto realizzabili tutte le applicazioni tipiche dell'industria di processo, anche con impianti molto estesi. Esiste anche un profilo per la comunicazione tra apparecchiature orientate alla sicurezza nel campo, chiamato PROFIsafe. Il profilo PROFIsafe viene implementato come strato software addizionale nelle apparecchiature e nei sistemi, senza che siano modificati i meccanismi di comunicazione standard di PROFIBUS. E' pertanto possibile impiegare senza modifiche le apparecchiature PROFIsafe in rete PROFIBUS, insieme ad apparecchiature standard, a scelta anche ridondanti. Fig. 2.5 – comunicazione PROFIsafe tramite lo stesso bus. 16 Come mostrato in fig. 2.5, dati standard e orientati alla sicurezza vengono trasmessi con PROFIsafe tramite lo stesso cavo di bus. Una comunicazione senza collisioni è possibile tramite un sistema di bus con componenti di rete indipendenti dal mezzo trasmissivo. PROFIsafe riconosce una molteplicità di possibili errori nella comunicazione seriale – ritardo, perdita, ripetizione o alterazione di dati, sequenze errate, indirizzamenti errati. PROFIsafe rileva questi errori mediante numerazione progressiva dei telegrammi di sicurezza, timbratura oraria per i telegrammi in arrivo e relativo riconoscimento, identificazione di trasmettitore e ricevitore, salvataggio supplementare dei dati (Cyclic Redundancy Check). 2.4.Tempo di risposta Un requisito cruciale nelle applicazioni a bus di campo è legato al tempo di risposta. In altre parole deve esserci la garanzia che il sistema di comunicazione soddisfi una richiesta di trasmissione dati entro un intervallo di tempo massimo, possibilmente molto breve. Nel caso dei PROFIBUS significa minimizzare il ritardo massimo che si presenta tra l'inoltro di una richiesta di servizio al network e la ricezione del corrispondente messaggio. Il PROFIBUS supporta uno schema a due livelli di priorità: i frame con alta priorità hanno sempre la precedenza su quelli a bassa priorità, e un master può inviare al massimo un messaggio ad alta priorità ogni volta che ottiene il controllo del bus (token). Le trasmissioni a bassa priorità e il polling con gli slave possono essere eseguiti solamente se il tempo di ciclo del token misurato è inferiore a un tempo di ciclo stabilito. In questo modo un messaggio ad alta priorità può soffrire di un ritardo massimo che è fortemente dipendente dal tempo di ciclo del token. E' utile notare che le richieste a bassa priorità sono accodate nel trasmettitore, e sono eseguite dal network solamente quando le trasmissioni urgenti lo permettono. Il livello ad alta priorità può essere utilizzato solo con le connessioni acicliche convenzionali, in modo che il polling ciclico degli slave possa essere ritardato quando la quantità di traffico urgente sia molto elevata. Lo standard raccomanda che il livello ad alta priorità venga utilizzato esclusivamente da eventi veramente importanti. 17 2.5.Efficienza I bus di campo sono particolarmente orientati alle applicazioni che richiedono uno scambio periodico di piccoli pacchetti di informazioni, con una frequenza che può essere molto elevata. Il termine efficienza è utilizzato per esprimere il ratio tra l'ammontare dei dati utili trasmessi attraverso il network in un time cycle e il numero di bit richiesti per trasmettere tali informazioni. Nei PROFIBUS, quando viene stabilita una connessione ciclica master-slave, il trasferimento delle informazioni avviene solo quando nuovi valori nei dati diventano disponibili nel trasmettitore; i ricevitori (slave) hanno una copia locale di ognuno dei dati coinvolti nella trasmissione, e tale copia è aggiornata ogni qualvolta un nuovo valore viene recepito. Se il valore è invariato rispetto a quello nel buffer locale del ricevitore, lo slave risponde al master con un segnale di acknowledgement molto breve per comunicare la ridondanza delle informazioni. Questo meccanismo permette di limitare l'occupazione della banda del sistema, evitare la trasmissione di dati ridondanti e mantenere i messaggi che viaggiano sul network più brevi possibili, massimizzando così l'efficienza del bus. 2.6.Fault tolerance, interoperabilità, sostituibilità Le prime cinque fonti di guasti nei bus di campo sono: terminazioni, alimentazioni, cablaggio, errori di configurazione, interfacce danneggiate o non certificate. Il meccanismo di token ad anello dei PROFIBUS è sicuro contro perdita, corruzione dei dati o guasti. I dispositivi sono liberi di entrare o lasciare l'anello logico in qualsiasi istante. L'interoperabilità del PROFIBUS (fig. 2.6 a) consente all'utente di far funzionare in coesistenza su un controllore apparecchiature da campo di produttori diversi. Sulla base della descrizione (tramite file di testo GSD o tramite EDD, Electronic Device Description) fornita dal produttore dell'apparecchiatura è possibile, con opportuni strumenti di engineering, definire le caratteristiche e le funzioni della comunicazione ciclica master-slave e i parametri specifici della comunicazione aciclica (come la diagnostica o la visualizzazione di valori di misura). Un ulteriore caratteristica dei PROFIBUS è la sostituibilità (fig. 2.6 b): grazie ad un profilo PA indipendente dal produttore, è possibile sostituire apparecchiature PROFIBUS aventi un determinato profilo con apparecchiature equivalenti di un altro produttore. 18 Fig. 2.6 – a) interoperabilità di apparecchiature di produttori diversi; b) sostituibilità di trasduttori di pressione di produttori diversi. 2.7.PROFIBUS time-cycle Lo scambio ciclico di valori variabili è una delle principali caratteristiche dei bus di campo. La capacità di campionare dati dai sensori e inviare comandi agli attuatori a una frequenza sufficientemente alta per un elevato numero di applicazioni a controllo automatico dipende da quanto efficientemente un network esegue un trasferimento ciclico. Si può quindi utilizzare come indice di analisi delle performance il tempo trascorso tra due scambi successivi della stessa variabile ciclica. Per un PROFIBUS l'espressione del time cycle TC è data da: NM Hi T C =∑ T TC ∑ T i=1 j=1 Li high MC i , j ∑ T k =1 Ri low MC i ,k retry ∑ T MC i,l l =1 Dove NM è il numero dei master nella rete, TTC è il tempo di ciclo del token e TMCi,n è il tempo di ciclo del messaggio n-esimo inviato dall'i-esimo master. Hi, Li e Ri sono rispettivamente il numero dei messaggi ad alta priorità, a bassa priorità e di retry inviati dall'i-esimo master in un ciclo. Per minimizzare il valore di TC è necessario che tutte le trasmissioni vadano a buon fine (assenza di retry) e che tutti i messaggi siano inviati alla priorità più bassa. 19 2.8.Esempi ed applicazioni La Norsk Hydro Energy gestisce la più grande piattaforma per l'estrazione di petrolio e gas nel Mare del Nord, in Norvegia. Questa piattaforma doveva essere modernizzata durante l'esercizio. Lo scopo era quello di convertire gradualmente l'impianto esistente con un sistema di controllo di processo con una comunicazione realizzata tramite PROFIBUS. La struttura d'impianto progettata è così omogenea fino al livello di campo. Oltre alla periferia standard decentrata viene collegata a PROFIBUS anche la periferia di ingresso/uscita orientata alla sicurezza. Con la sua struttura di profilo PROFIBUS soddisfa tutte le esigenze per il settore applicativo descritto. I vantaggi della soluzione PROFIBUS partono dall'interoperabilità e la sostituibilità, grazie ai quali la completa modernizzazione dell'impianto è stata eseguita durante l'esercizio evitando l'interruzione del processo di estrazione. Tramite PROFIBUS è stato collegato un grande numero di punti di misura. La possibilità di continuare ad utilizzare le periferiche esistenti ha rappresentato per Norsk Hydro Energy un'elevata protezione degli investimenti già fatti. Fig. 2.7: Norsk Hydro Energy - Oil & Gas Plattform, Norvegia 20 Presso la Bitburger Brauerei Th. Simon, fabbrica di birra in Germania, vengono prodotte giornalmente quasi 200000 bottiglie di birra di vario tipo. La Bitburger Brauerei adotta già dal 1992 soluzioni di automazione basate su PROFIBUS. Per la modernizzazione dell'impianto doveva essere impiegato un PROFIBUS PA, che nel 1997 aveva dimostrato per la prima volta tutta la sua validità nell'automazione delle cantine di fermentazione e di stoccaggio. Nell'impianto automatizzato, la comunicazione tra controllori e periferia di processo avviene tramite PROFIBUS. Le apparecchiature da campo intelligenti vengono integrate via PROFIBUS PA. In virtù delle possibilità offerte per la realizzazione di sistemi multimaster, PROFIBUS era perfettamente adatto all'impiego per il progetto. A salvaguardia degli investimenti già fatti è stato possibile combinare parti dell'impianto già esistenti con parti completamente nuove. L'accoppiamento e il disaccoppiamento di apparecchiature PROFIBUS PA è stato possibile senza influenzare altri nodi di comunicazione. Grazie all'impiego di PROFIBUS i costi sono risultati inferiori di oltre il 50% rispetto alla tecnologia convenzionale. La comunicazione omogenea tramite PROFIBUS ha comportato ulteriori vantaggi per Bitburger: oltre all'elevata precisione di misura ed alla gestione coerente dei dati in tutto l'impianto, vi è il vantaggio di una maggiore efficacia della diagnostica, della manutenzione preventiva e di quella ordinaria. Fig. 2.8: Bitburger Brauerei Th. Simon - Birreria, Germania 21 CAPITOLO 3 CAN Bus, Controller Area Network 3.1.Introduzione Nel 1986 la Bosch, su richiesta del gruppo Mercedes e di BMW, cercò di risolvere gran parte dei problemi che si riscontravano nella diffusione delle informazioni tra i sempre più numerosi dispositivi elettronici presenti all'interno di un'autovettura (Air Conditioning Control, Antiblock Braking System, Traction Control, ecc.). Nacque così il CAN Bus, il più noto e diffuso tra i bus di campo di livello inferiore. La larga diffusione del protocollo CAN in questi venticinque anni ha determinato un'ampia disponibilità di chip ricetrasmettitori, di microcontrollori che integrano porte CAN, di tools di sviluppo, oltre che una sensibile diminuzione del costo di questi sistemi, fattore determinante per far sì che uno standard si affermi nell'ambito industriale. 3.2.Caratteristiche e proprietà Il CAN (Controller Area Network) è un protocollo di comunicazione nato in ambito automobilistico, ma ora usato sempre più anche in ambito navale e in ambiente industriale. Il CAN Bus è un bus seriale di comunicazione digitale con un livello di sicurezza molto elevato. I diversi nodi di una rete, che comunicano tra loro attraverso un doppino intrecciato, non hanno un indirizzo specifico, e pertanto possono essere aggiunti o tolti senza dover riorganizzare il sistema. Il metodo di comunicazione è di tipo multi-master, in cui tutti i nodi possono essere master e tutti possono chiedere in qualsiasi istante di trasmettere sul bus. Per risolvere i conflitti ogni nodo è dotato di un identificativo, che determina la priorità che il dispositivo ha nella competizione per accedere al bus, e in base all’identificativo il ricevente decide se processare il dato o meno. 22 Fig 3.1 – Velocità di trasmissione massima in un CAN Bus in relazione alla sua lunghezza. Dal grafico di fig. 3.1 si osserva che per distanze inferiori ai 40 metri, il CAN Bus opera con una velocità massima di trasmissione (bit rate) pari a 1 Mbit/s, mentre per distanze più lunghe la velocità si riduce, sino ad una distanza massima di 1 km alla quale può operare con un bit rate di 50 kbit/s. Il successo del CAN Bus è dovuto ai notevoli vantaggi tecnologici che offre: tempi di risposta rigidi, semplicità e flessibilità del cablaggio, alta immunità ai disturbi, elevata affidabilità, confinamento degli errori. Il maggior punto di forza del CAN Bus è, infatti, l’incredibile capacità di gestire gli errori: il meccanismo di rilevamento degli errori e la capacità di gestirli e di ritrasmettere i messaggi è affidata all’hardware. Se un nodo si guasta potrebbe mettere in crisi l’intero sistema: il protocollo CAN fa sì che il nodo guasto si autoescluda dal sistema, evitando così inconvenienti dovuti alla sua presenza. E' stato calcolato che una rete basata su CAN Bus operante a 1 Mbit/s, con un'utilizzazione media del bus del 50%, una lunghezza media dei messaggi di 80 bit e un tempo di lavorazione di 8 ore al giorno per 365 giorni l'anno, avrà un errore non rilevato ogni 1000 anni. Praticamente la rete non è soggetta ad errori per tutta la durata della sua vita. 3.3.Il CAN Bus secondo il modello ISO-OSI Facendo riferimento alla schematizzazione in livelli definita dall'ISO (International Standard Organization) col progetto OSI (Open System Interconnection), il CAN Bus implementa solamente il Physical Layer (livello fisico) e il Data Link Layer (livello Data Link), ovvero i due livelli più bassi della pila ISO-OSI (fig. 3.2). 23 Fig. 3.2 – pila ISO-OSI. Lo scopo principale del Data Link Layer è di trasformare una trasmissione grezza in una linea per il livello superiore che appaia libera da errori di trasmissione non segnalati. Dato che il Physical Layer accetta e trasmette sequenze di bit senza far riferimento al loro significato o alla loro struttura, è compito del Data Link Layer creare e riconoscere i limiti dei pacchetti. Il Data Link Layer ha, inoltre, l'importante compito dell'arbitraggio nella competizione per la contesa del canale trasmissivo da parte dei vari nodi che, contemporaneamente, ne richiedono l'utilizzo. Durante la fase di arbitraggio, ogni stazione trasmittente confronta il livello del bit trasmesso con il livello monitorato sul canale. Se i due bit coincidono il nodo continua la trasmissione, altrimenti l'unità interrompe immediatamente l'operazione. Il Data Link Layer è implementato attraverso altri due livelli (fig. 3.3): l'Object Layer (livello di oggetto) ed il Transfer Layer (livello di trasferimento). Fig. 3.3 – suddivisione del Data Link Layer secondo il modello ISO-OSI. L'Object Layer si occupa del filtraggio dei messaggi ricevuti: in una comunicazione broadcast tutti i nodi ricevono gli stessi pacchetti, e di volta in volta devono essere scartati quelli non rilevanti per il nodo considerato. Inoltre l'Object Layer si occupa della gestione dei messaggi da trasmettere e dell'interfaccia con l'Application Layer (il livello più alto della pila ISO-OSI). 24 Il Transfer Layer definisce le modalità di trasferimento: formato dei messaggi, arbitraggio, segnalazione e correzione degli errori, esclusione dei nodi mal funzionanti, validazione dei messaggi. Le proprietà dell'Object Layer dipendono dal particolare hardware che lo implementa, mentre le caratteristiche del Transfer Layer costituiscono il nucleo del protocollo CAN e sono quindi rigidamente specificate. La definizione dell'Application Layer è infine lasciata interamente al progettista (non è standardizzato), al quale spettano i dettagli dell'interfacciamento degli utenti verso il bus. Secondo il modello ISO-OSI il Physical Layer si occupa del trasferimento dei bit di informazione tra nodi differenti all'interno di una rete, e deve quindi essere lo stesso per tutti i nodi. Il Physical Layer deve anche specificare il mezzo trasmissivo: nel CAN Bus deve essere un singolo canale bidirezionale, che può essere di tipo differenziale o a cavo singolo. Solitamente si usa un doppino intrecciato, schermato o meno a seconda della rumorosità (elettrica e magnetica) dell'ambiente. Il Physical Layer si divide in tre sottogruppi: PLS, PMA, MDI. Il PLS (Physical Signaling) si occupa della temporizzazione e sincronizzazione dei segnali sul bus. Per la sincronizzazione utilizza la tecnica del Bit Stuffing (fig. 3.4) che consiste nell'aggiungere, ogni volta che si hanno 5 bit consecutivi, un bit complementare (Stuff Bit). Prima di essere scartato in ricezione, viene utilizzato per la sincronizzazione. Fig. 3.4 – Bit Stuffing nella sincronizzazione dei dati in un CAN Bus. Il PMA (Physical Medium Attachment) definisce la struttura di ogni nodo CAN e come esso è connesso al Bus. 25 Il nodo CAN è composto da tre parti principali (fig. 3.5): il Transceiver, che rileva lo stato del bus valutando la differenza di tensione tra CAN_H e CAN_L; il CAN Controller che trasmette e riceve dati seriali dal microprocessore al bus (e viceversa); il Microcontroller che costituisce il cuore del nodo CAN e gestisce tutte le operazioni che la periferica deve svolgere. Fig. 3.5 – struttura di un nodo in un CAN Bus. Il MDI (Medium Dependent Interface) stabilisce le caratteristiche elettriche e fisiche standardizzate che devono avere il cavo del bus (tipo di media, impedenza di uscita, ritardo della linea, ecc.) e il connettore che collega il nodo al bus. 3.4.Comunicazione: caratteristiche e sensori La comunicazione nei CAN Bus avviene tramite dispositivi intelligenti, ovvero sensori o attuatori in grado di produrre dati autonomamente per poi immetterli sulla linea. Questa tipologia di apparecchiature è in grado, inoltre, di richiedere e utilizzare i dati prodotti da un altro dispositivo intelligente. I sensori intelligenti, prima di inviare un dato, svolgono determinati compiti: amplificazione del piccolo segnale d'uscita dal sensore vero e proprio, traslazione del segnale in un range opportuno per la conversione analogico-digitale (A/D), elaborazione ed emissione dei dati sul bus. 26 Fig. 3.6 – layout e componenti di un sensore intelligente. Come si può osservare in fig. 3.6, un nodo intelligente ha un processore e una memoria per gestire ed elaborare autonomamente i dati. I singoli microcontrollori sono provvisti di memoria RAM, eprom, convertitore A/D e di un interfacciamento con i dispositivi esterni. 3.5. Struttura dei messaggi Nel protocollo CAN esistono cinque differenti strutture di messaggi: Data Frame, Remote Frame, Interframe Space, Overload Frame, Error Frame. Il Data Frame (DF) è il tipo di messaggio più diffuso e permette la trasmissione dei dati da un nodo trasmettitore (TX) a tutti gli altri, che si comportano quindi come ricevitori (RX). Ciascun nodo decide separatamente se ritenere rilevanti i dati ricevuti o se scartarli. Come si può osservare in fig. 3.7, il Data frame e' costituito da 7 campi. Fig. 3.7 – Struttura del Data Frame in un CAN Bus. 27 Lo Start of Frame (SoF), costituito da un solo bit, segnala l'inizio di un messaggio e ha una funzione di sincronizzazione per tutti gli altri nodi che riconoscono l'inizio della trasmissione. L'Arbitration Field è costituito da 11 bit dell'identificatore del contenuto del messaggio più un bit RTR (Remote Transmission Request) che distingue fra richiesta o trasmissione di un dato: se si ha contemporaneamente la richiesta di un dato e la trasmissione dello stesso, la richiesta viene abortita. Il Control Field è costituito da 6 bit, di cui 4 servono a specificare il numero di byte di cui è composto il messaggio vero e proprio e 2 sono riservati per eventuali espansioni del protocollo. Il Data Field contiene i dati veri e propri, per un massimo di 8 byte. Il CRC Field è costituito da 16 bit, di cui i primi 15 contengono la sequenza di controllo (Cyclic Redundancy Check) mentre l'ultimo è un bit di delimitazione. L'ACK Field è costituito da 2 bit, uno detto ACK Slot ed uno di delimitazione detto ACK Delimiter. Se il codice di ridondanza ciclica non rivela la presenza di un errore, il nodo mette un bit nell'ACK Slot del Data Frame attuale. L'End of Frame (EoF) è costituito da 7 bit che indicano la fine del Frame. Il Remote Frame serve a sollecitare l'invio di un determinato Data Frame da parte di un nodo interrogato. Il nodo trasmettitore interessato risponderà con un Data Frame contenente l'informazione richiesta nel campo Data Field. La struttura del messaggio (fig. 3.8) è molto simile a quella di un Data Frame, con l'assenza del Data Field. Fig. 3.8 – Struttura del Remote Frame in un CAN Bus. Il terzo tipo di messaggio per il CAN Bus è l'Interframe Space, che precede ogni Data Frame e Remote Frame e ha una funzione separatrice. In termini di struttura non si tratta di un vero e proprio messaggio, ma di una sequenza indefinita di bit suddivisa in campi per specificare gli eventi che sono ammessi: sospensione, interruzione della trasmissione, bus idle (bus libero). 28 L'Overload Frame viene inviato da un nodo che risulta occupato (busy) per ritardare la trasmissione del DF o RF successivo. Poiché è sufficiente che un nodo invii un Overload Frame perché la comunicazione di tutti gli altri venga automaticamente ritardata, per questo tipo di messaggi il protocollo CAN prevede un meccanismo di confinamento dei nodi più lenti: non possono infatti essere inviati più di due Overload Frame successivi da parte dello stesso ricevitore. Inoltre, i moderni chip di interfaccia non prevedono la possibilità di inviare questo tipo di messaggi, che restano una prerogativa dei chip obsoleti. L'Error Frame (EF), infine, viene inviato da un nodo che rivela un errore e provoca la ritrasmissione del messaggio da parte del nodo trasmettitore. Poiché è sufficiente che un solo nodo segnali un errore per avere la ritrasmissione, il protocollo CAN prevede che ciascun nodo monitorizzi il proprio stato di salute, autoescludendosi in caso di tasso di errore elevato. 3.6. Tipologie e gestione degli errori Come sottolineato precedentemente, una delle caratteristiche principali del CAN Bus è l'efficienza nella rilevazione e gestione degli errori, elemento critico nel campo delle applicazioni automotive per il quale è stato sviluppato inizialmente. In una rete CAN, i nodi che hanno rilevato un errore hanno la capacità di passare in una modalità adeguata ed eventualmente autoescludersi dal bus. Questa caratteristica è chiamata Fault Confinement. Lungo il bus ci possono essere diverse cause per le quali si verifica un errore di trasmissione o di ricezione. Le principali sono dovute a disturbi sulla linea, attenuazione e degradazione del segnale su tratti lunghi. Il meccanismo di rilevamento degli errori garantisce che siano rilevati tutti gli errori globali, tutti gli errori locali del trasmettitore e al massimo cinque errori distribuiti casualmente in un messaggio. Il tempo trascorso tra il rilevamento di un errore e la ritrasmissione del messaggio è di circa 29 bit time (bit time = 1 / bit rate), se non ci sono altri errori. Il protocollo CAN definisce 5 differenti tipi di errore, di cui 3 a livello di bit e 2 a livello di messaggio, rilevati attraverso opportune tecniche descritte di seguito. Si verifica un Bit Error quando una stazione trasmette un bit ma legge sul bus un valore differente. Tramite un'operazione di monitoraggio ciascun nodo confronta i bit che invia con 29 quelli effettivamente presenti sul bus e in caso di discordanza si ha un Bit Error. Fa eccezione a questo monitoraggio il campo identificatore di un DF o di un RF: la presenza di un bit diverso da quello inviato viene infatti interpretata come perdita dell'arbitraggio e il nodo si pone in modalità di ricezione. Uno Stuff Error viene rilevato al sesto bit identico consecutivo in un campo codificato con Bit Stuffing. Questa tecnica viene utilizzata nei messaggi di tipo DF e RF, mentre un EF viola questa regola. Un CRC Error è rilevato dal ricevitore quando la sequenza CRC inviata dal trasmettitore risulta errata. Tramite controllo ciclico di ridondanza, ciascun nodo ricevitore calcola la sequenza CRC corrispondente al messaggio ricevuto e la confronta con quella che il trasmettitore ha accodato al messaggio stesso. In caso di differenza fra le due sequenze si ha un CRC Error. Un Form Error è rilevato quando un campo contiene valori che non rispettano la forma fissata. Tramite un controllo del frame, se il ricevitore rileva che non sono state rispettate le 5 possibili strutture dei messaggi nei CAN Bus, genera un Form Error. Un Acknowledgement Error viene rilevato dal trasmettitore quando non riscontra sul canale un bit alto all'interno del segmento ACK Slot (nessuna unità ha ricevuto il pacchetto). Ciascun nodo che riceve correttamente un DF o un RF è tenuto a inviare un bit '1' nel bit-time del campo ACK di questo frame. Se la sovrascrittura non avviene il bit nell'ACK Slot resta '0' e il trasmettitore invia un messaggio di errore: si ha Acknowledgement Error soltanto se nessuno degli altri nodi invia un bit alto. A ciascun tipo di errore è assegnata una determinata gravità tramite l'incremento di due contatori presenti in ciascun nodo CAN, +1 nel Receive Error Counter (REC) per un errore in ricezione, +8 nel Transmit Error Counter (TEC) per un errore in trasmissione. Se entrambi i contatori sono inferiori a 128 il nodo si pone in uno stato detto Error Active, secondo il quale la frequenza e la gravità degli errori sono trascurabili e il nodo può partecipare normalmente alle attività del bus. Se almeno uno due contatori è maggiore di 128 il nodo passa allo stato di Error Passive e viene temporaneamente sospeso. Se uno dei due contatori raggiunge il valore 256, il nodo è gravemente soggetto ad errori e, passando allo stato di Bus Off, non partecipa alle attività del bus. 30 3.7.Esempi ed applicazioni In campo automobilistico, le reti CAN vengono utilizzate in gran parte dei veicoli europei (e.g. Audi, BMW, Renault, Volvo) per il coordinamento dei numerosi dispositivi elettronici a bordo delle autovetture, come il sistema di condizionamento dell'aria, la chiusura centralizzata delle porte, la motorizzazione dei sedili e degli specchi retrovisori, l'ABS (Antilock Braking System), l'ECU (Electronic Control Unit). Come si può notare in fig. 3.8, le periferiche critiche sono collegate sul bus più veloce. Fig. 3.8 – Applicazione di un CAN Bus per collegare i dispositivi elettronici di un'automobile. I vantaggi introdotti dall'uso di una rete CAN Bus sono particolarmente evidenti nelle autovetture a propulsione ibrida, dove il sistema gestisce autonomamente il passaggio da una forma di propulsione all'altra a seconda delle condizioni di moto, riducendo significativamente i consumi e le emissioni. Le reti basate su CAN Bus sono impiegate pesantemente in qualunque tipo di applicazione industriale: esempi tipici sono i sistemi di controllo delle macchine tessili, delle macchine per la stampa e il packaging (e.g. TetraPak) e dei robot industriali (e.g. ABB, Bosch). Nel settore dell'edilizia, le reti CAN sono utilizzate principalmente per i sistemi di condizionamento dell'aria, di illuminazione, di controllo degli ascensori e dell'oscuramento delle vetrate. Altre applicazioni speciali dei CAN Bus sono i sistemi telescopici (e.g. gli osservatori delle Hawaii e di Greenwich), i simulatori di volo (e.g. Eurocopter), impianti per esperimenti fisici ad alta energia (e.g. CERN a Ginevra, BESSY a Berlino, NIKHEF ad Amsterdam) e impianti medici per l'angiografia e la tomografia. 31 CAPITOLO 4 FlexRay 4.1.Introduzione Nelle prossime generazioni di automobili si avranno una serie di importanti innovazioni: appositi sensori ottici rileveranno i veicoli nelle vicinanze per evitare incidenti, l'energia dissipata in frenata verrà utilizzata per rigenerare le batterie, gli airbag si adatteranno in dimensione, peso e posizione in base al passeggero; altri miglioramenti si avranno nella sicurezza, nelle emissioni, nella comunicazione, nel comfort e l'intrattenimento, nell'assistenza alla guida, nella diagnostica e nella manutenzione. Fig. 4.1 – Logo FlexRay. Il numero sempre maggiore di componenti elettronici su un'autovettura richiede un network veloce, sicuro e affidabile. Il protocollo FlexRay, creato nel 2000 da un consorzio formato da alcune delle più grandi industrie automobilistiche (BMW, Daimler Chrysler, General Motors, Volkswagen) ed elettroniche (Motorola, Philips, Bosch), si sta affermando come standard nelle generazioni attuali e future di automobili. 4.2.Caratteristiche principali Il FlexRay si focalizza su un set di bisogni primari per l'industria moderna dell'automotive, che includono velocità di trasmissione più elevate rispetto agli standard precedenti, comunicazioni 32 flessibili, topologie di rete versatili e operazioni fault-tolerant. Il FlexRay, quindi, fornisce la velocità e l'affidabilità richieste dai sistemi integrati nelle auto di prossima generazione, con un bit rate massimo di 10 Mbit/s disponibile su doppio canale (per un bit rate totale di 20 Mbit/s) e alcune caratteristiche di sicurezza di cui altri bus non dispongono. I messaggi nei FlexRay possono avere una lunghezza del frame variabile da 2 a 254 byte. Per soddisfare diversi requisiti di comunicazione, il FlexRay fornisce in ogni communication cycle sia comunicazioni statiche (con un tempo di trigger fisso) che dinamiche (con un tempo di trigger variabile). Durante la configurazione del sistema, è necessario impostare la durata del communication cycle, il quale è suddiviso in due finestre temporali: statica e dinamica. La prima, adatta per messagi triggerati sulla dimensione temporale, è riservata alle comunicazioni di tipo sincrono ed è in grado di garantire valori prefissati di latenza. La seconda è invece riservata alle comunicazioni di tipo asincrono ed è adatta per messaggi triggerati sugli eventi, per i quali è previsto un meccanismo di priorità simile a quello adottato dai CAN bus. Tale metodo di comunicazione è detto deterministico, in cui l’output corretto è sempre determinato dai corrispondenti input: questo comportamento può essere esteso all'intero network, rendendolo così un sistema predicibile. Per garantire un comportamento deterministico, la sincronizzazione del clock è molto importante nell’architettura FlexRay. In ogni communication cycle, ciascun nodo di sincronizzazione presente nella rete trasmette un messaggio di sync (in genere una rete FlexRay include almeno quattro nodi di sincronizzazione). Quando ciascun nodo riceve il messaggio di sync, compara il suo clock con quello trasmesso dal nodo di sincronizzazione ed esegue le necessarie correzioni per renderli uguali. Se questa operazione fallisce su un certo nodo, gli altri possono continuare a funzionare poichè sono stati correttamente sincronizzati. Molti aspetti del FlexRay sono progettati per mantenere bassi i costi fornendo al contempo massime performance. Per connettere tra loro i vari nodi di una rete, FlexRay utilizza un cablaggio tramite cavo non schermato a due fili. Oltre al funzionamento come sistema a singolo canale (come il CAN Bus), il FlexRay può operare come un sistema dual-channel a doppio cavo (fig.4.2). Fig. 4.2 – Comunicazione dual-channel su bus FlexRay tra due ECU (Electronic Control Unit) di un veicolo. 33 Il doppio canale rende i dati disponibili attraverso un network ridondante, caratteristica vitale per un sistema ad alta affidabilità, e riduce gli effetti del rumore esterno sul network senza l'utilizzo di costose schermature. La configurazione dual-channel permette di avere, quindi, un'elevato fault-tolerance o una larghezza di banda maggiore. I bus FlexRay richiedono delle terminazioni alle estremità, che possono essere dei resistori connessi tra la coppia di cavi. Impedenze troppo elevate o troppo basse possono portare alla rottura di un network FlexRay: tranne alcune applicazioni specifiche, i network FlexRay tipici hanno impedenze di cablaggio variabili nel range 80-110 Ω, e i nodi alle estremità sono terminati in modo da combaciare con tali valori. Le moderne interfacce FlexRay su PC contengono dei resistori di terminazione on-board per semplificare il cablaggio. 4.3.Topologia e layout del network FlexRay offre diverse configurazioni flessibili che supportano differenti topologie di rete. A seconda del layout del sistema e del livello di utilizzo del FlexRay, la selezione della corretta topologia permette di ottimizzare i costi, le performance e l'affidabilità. I requisiti principali di una topologia di network FlexRay sono il contenimento degli errori e dei guasti, il supporto per comunicazioni ridondanti, un layout flessibile ed estensibile. Una topologia comunemente utilizzata è il Multi-drop Bus (fig. 4.3), costituito da un singolo cavo di rete che connette più dispositivi. Ognuno di questi dispositivi può diramarsi fino a una distanza massima di 0,2 m dal cavo principale (core trunk) del bus, con una lunghezza massima del cavo tra due nodi pari a 12 m. I terminali della linea hanno dei resistori installati che eliminano i problemi dovuti alla riflessione dei segnali. Fig. 4.3 – Topologia Multi-drop Bus in un network FlexRay. Il Multi-drop Bus si adatta facilmente al cablaggio dei veicoli che spesso condividono un simile layout, semplificando così l'installazione e riducendo la quantità di cavi attraverso il mezzo. 34 Una seconda topologia di network FlexRay è la configurazione a stella (Star Network, fig. 4.4), che consiste in diversi collegamenti individuali connessi a uno stesso nodo centrale attivo, fino ad un massimo di 16 diramazioni, ognuna con una lunghezza massima di 12 m. La configurazione a stella permette di far funzionare un network FlexRay su lunghe distanze o di segmentare la rete in modo da renderla più affidabile: se uno dei rami viene tagliato o cortocircuitato, gli altri nodi continuano a funzionare. Dal momento che l'utilizzo di cavi su lunghe distanze tende ad aumentare la sofferenza al rumore esterno, implementare più ramificazioni riduce la quantità di cavo esposto e di conseguenza l'immunità al rumore. Fig. 4.4 – Topologia Star Network. Il Multi-drop Bus e lo Star Network possono essere combinati per formare una topologia ibrida, l'Hybrid Network (fig. 4.5). Questa soluzione unisce i vantaggi della facilità di utilizzo e dei costi ridotti della configurazione a singolo bus con le performance e l'affidabilità della configurazione a stella. Fig. 4.5 – Topologia Hybrid Network. 35 4.4.Il protocollo FlexRay Il protocollo FlexRay fornisce opzioni di funzionamento sia per comunicazioni deterministiche che arrivano in un intervallo temporale prevedibile (nell'ordine dei microsecondi) sia per comunicazioni dinamiche basate su eventi. Il FlexRay gestisce tale diversificazione grazie a un communication cycle preimpostato che definisce uno spazio apposito per dati statici e dinamici. Questo spazio è stabilito al momento della configurazione del network. In un network FlexRay ogni nodo, per essere in grado di comunicare, deve conoscere la configurazione di tutti gli altri nodi presenti nella rete. Durante la trasmissione, solo un nodo alla volta può scrivere dati sul bus: quando più nodi tentano di comunicare in contemporanea, si contendono il bus e si ha corruzione dei dati. Il protocollo FlexRay previene la contesa del bus tramite una tecnica detta Time Division Multiple Access o schema TDMA. Ogni nodo nella rete è sincronizzato dal medesimo clock, e ognuno attende il suo turno per comunicare sul bus. Questo meccanismo fornisce molti vantaggi ai sistemi che dipendono dallo scambio di dati aggiornati tra i nodi. Poiché un network TDMA come il FlexRay funzioni in modo corretto, tutti i nodi devono essere configurati correttamente. Lo standard FlexRay è adattabile a diversi tipi di reti, e permette ai progettisti di trovare un compromesso tra velocità di aggiornamento, volume dei dati deterministici, volume dei dati dinamici e altri parametri. Ogni network FlexRay può essere differente, perciò ogni nodo deve essere programmato con i parametri di rete corretti prima di poter partecipare alla comunicazione sul bus. Per facilitare la manutenzione della configurazione di rete tra i nodi, il consorzio FlexRay ha standardizzato un formato per la memorizzazione e il trasferimento di questi parametri nel processo di ingegnerizzazione. Il Field Bus Exchange Format, o FIBEX file è uno standard che permette ai designer, progettisti e tester di un network di condividere facilmente i parametri di rete e di configurare velocemente ECU, strumenti di test, sistemi di simulazione e altri dispositivi per un accesso rapido al bus. 36 4.5.Communication cycle Il communication cycle nei FlexRay è un elemento fondamentale dello schema TDMA. La durata di un ciclo è stabilita durante la progettazione del network, e tipicamente varia nel range 1-5 ms. In un communication cycle vi sono quattro parti principali (fig.4.6): Static Segment (per i dati determistici), Dynamic Segment (per i dati basati su eventi), Symbol Window (per segnali di start e manutenzione), Network Idle Time (periodo di quiete). Fig. 4.6 – suddivisione del communication cycle. L'unità di tempo utile più piccola è chiamata macrotick. I controller FlexRay si sincronizzano attivamente e regolano i loro clock interni in modo che il macrotick sia identico per tutti i nodi nella rete. Sebbene il macrotick possa essere configurato, tipicamente è posto pari a 1 μs. Lo Static Segment, che corrisponde allo spazio nel ciclo dedicato alla schedulazione dei messaggi triggerati su istanti di tempo, è suddiviso in slot di tempo riservati ai vari dispositivi: ogni volta che nel communication cycle si raggiunge uno slot, il dispositivo corrispondente ha l'opportunità di trasmettere dati al suo interno. Quando si supera lo slot, il dispositivo deve attendere che nel ciclo successivo si raggiunga nuovamente lo slot dedicato. In fig. 4.7 è rappresentato un semplice network con tre ECU che utilizzano quattro slot dello Static Segment. Se una delle tre ECU viene esclusa dalla rete o non trasmette dati, lo slot relativo rimane libero e non viene utilizzato da nessun altro dispositivo. Fig. 4.7 – occupazione degli slot negli Static Segment di due communication cycle consecutivi. 37 La maggior parte delle reti integrate ha una piccola quantità di messaggi ad alta velocità e una grande quantità di messaggi lenti e non critici. Per gestire un'ampia varietà di dati senza rallentare il communication cycle con un numero eccessivo di slot statici, il Dynamic Segment è riservato ai messaggi occasionali. Questo segmento ha una lunghezza fissa, per cui vi è un limite all'ammontare di dati che possono essere ospitati ogni ciclo. Per dare priorità ai messaggi, vengono pre-assegnati dei minislot per ogni frame idoneo ad essere trasmesso nel Dynamic Segment. Un minislot è una porzione di tempo pari a un macrotick nello spazio inutilizzato di un Dynamic Segment. Messaggi con priorità più alta ottengono minislot più vicini all'inizio del Dynamic Segment. Quando si raggiunge un minislot, il dispositivo associato ha per un breve istante l'opportunità di trasmettere un frame nel Dynamic Segment. Se la trasmissione non avviene, il dispositivo perde la sua priorità e si passa al minislot successivo, finchè non avviene la trasmissione dai dati. Non appena inizia la trasmissione di un messaggio, eventuali minislot successivi dovranno attendere la fine della comunicazione. In fig. 4.8, nel primo communication cycle nessun dispositivo ha iniziato una trasmissione nei primi sette minislot, e di conseguenza la prima ECU trasmette nel suo minislot. Nel secondo ciclo le ECU 2 e 3 trasmettono entrambe nei primi due minislot, occupando interamente il Dynamic Segment e lasciando in attesa i dispositivi associati ai rimanenti minislot. Fig. 4.8 – utilizzo dei minislot nei Dynamic Segment di due communication cycle consecutivi. La Symbol Window è utilizzata prevalentemente per il mantenimento e l'identificazione di speciali cicli, per cui gran parte delle applicazioni di alto livello non interagisce mai con questo segmento di tempo. Il Network Idle Time ha una lunghezza predefinita e nota a tutti i dispositivi del network. I dispositivi utilizzano questa porzione libera per sincronizzarsi al clock ed effettuare aggiustamenti agli eventuali spostamenti avvenuti durante il ciclo precedente. 38 4.6.Data Frame Ogni slot di uno Static o Dynamic Segment contiene un frame. Un frame è suddiviso in tre ulteriori segmenti: l'Header, il Payload e il Trailer. L'Header è formato da 40 bit (5 byte), suddivisi come in fig. 4.9. I primi 5 bit contengono informazioni di stato che indicano se il frame è null (non contiene dati nel Payload) o se il frame deve essere utilizzato per la sincronizzazione. Il Frame ID definisce lo slot in cui il frame può essere trasmesso ed è utilizzato per dare priorità ai messaggi triggerati sugli eventi. Il Payload Length contiene il numero di word (16 bit) trasmessi nel frame. L'Header CRC è utilizzato per rilevare eventuali errori durante la trasmissione. Il Cycle Count contiene il valore di un contatore che incrementa all'inizio di ogni communication cycle. Fig. 4.9 – suddivisione dei campi nell'Header del Data Frame di un FlexRay. Il Payload (fig. 4.10) contiene i dati veri e propri trasmessi nel frame. La lunghezza del Payload in un FlexRay è di massimo 127 word, che corrisponde a più di 30 volte la lunghezza del Data Field nei CAN Bus. Fig. 4.10 – Payload del Data Frame di un FlexRay. Il Trailer, lungo 24 bit, contiene tre codici a ridondanza ciclica (CRC) calcolati sull'Header e sul Payload per il rilevamento degli errori. 39 4.7.Data Security and Error Handling Una rete FlexRay fornisce una tolleranza ai guasti scalabile, permettendo l'utilizzo di entrambi i canali di comunicazione per le applicazioni la cui sicurezza è critica. Tuttavia, è possibile utilizzare un solo canale quando la ridondanza non è necessaria, o utilizzare entrambi i canali per incrementare la larghezza di banda per la trasmissioni di dati non ridondanti. A livello fisico il FlexRay fornisce, attraverso il Bus Guardian, un sistema per il rilevamento, la segnalazione e il contenimento degli errori. Il Bus Guardian è un meccanismo indipendente in grado di proteggere un canale dalle interferenze provocate da eventuali trasmissioni non sincronizzate. Quando un dispositivo inizia una comunicazione, il Bus Guardian monitora l'accesso al bus in corrispondenza dello slot di tempo allocato. Se il Bus Guardian rileva un gap temporale nella trasmissione disconnette il canale di comunicazione, altrimenti permette al dispositivo di inviare i dati nel time slot relativo. 4.8.Esempi ed applicazioni Grazie all'integrazione di sistemi FlexRay, nei prossimi anni, viaggiando su un'autovettura, i sensori radar a bordo del veicolo saranno in grado di individuare eventuali ostacoli sulla strada, trasmettere l'informazione a un'ECU e mettere in funzione i freni a controllo elettronico per avvertire il conducente del pericolo, imprimendo una dolce decelerazione. Il FlexRay, essendo un bus deterministico, fault-tolerant e ad alta velocità, è in grado di fornire la sicurezza e le elevate performance richieste dalle applicazioni x-by-wire, dove x sta per drive (controllo acceleratore), steer (controllo sterzo), o brake (controllo freni). Le tecnologie by-wire sostituiscono i sistemi idraulici tradizionali con sistemi elettro-meccanici più leggeri, efficienti e maggiormente manutenibili. Questo tipo di tecnologia è stata introdotta per la prima volta nel settore avionico, dove è nota con il nome fly-by-wire, con lo scopo di assistere il pilota nella guida dei velivoli supersonici. Su aeroplani militari come l’F16, volando a velocità superiori a mach 1 con alcuni g di accelerazione, il pilota non è costretto ad agire con forza sulla pedaliera o sulla cloche: può agevolmente controllare il velivolo per mezzo di un joystick connesso ad un bus di attuatori e sensori elettro-meccanici. Ciò ovviamente comporta un enorme beneficio in termini di sicurezza del volo, tenendo conto delle sollecitazioni meccaniche e fisiche a cui sono sottoposti sia il velivolo che il pilota. 40 Nel 2006, il SUV BMW X5 è stata la prima auto sulla quale il FlexRay è stato impiegato commercialmente, per un’applicazione che consiste nella capacità di selezionare in tempo reale (on the fly) la corretta regolazione da applicare ai quattro ammortizzatori per garantire sempre la migliore stabilità del veicolo. Una tipica applicazione del FlexRay è costituita dal sistema brake-by-wire, una soluzione sviluppata per eliminare la dipendenza della frenata dai sistemi idraulici, aumentando la sicurezza ed il controllo di stabilità del veicolo. Il sistema ABS è oggi presente su molti modelli di veicolo, mentre il controllo di stabilità è ancora un optional costoso. Il brake-by-wire, noto anche come EMB (Electro-Mechanical Braking), genera la forza necessaria per frenare su ogni singola ruota grazie a potenti ed efficienti motori elettrici connessi ad una ECU, che riceve il comando da un pedale del freno elettronico. Poiché ciascuna ruota può essere controllata indipendentemente dalle altre, è possibile aggiungere dei sensori addizionali per rilevare la distribuzione dei pesi, la posizione dei passeggeri sui sedili e la conformazione del terreno, affinché l’azione frenante intrapresa sia maggiormente veloce, precisa e confortevole. Inoltre, i sistemi frenanti di tipo idraulico fanno uso di fluidi tossici, ed i loro guasti non sono facilmente individuabili: una soluzione di tipo brake-by-wire basata su FlexRay risulta meno dannosa per l’ambiente e consente l’utilizzo di apparecchiature di diagnosi elettroniche, per una manutenzione più rapida e meno costosa. Il protocollo FlexRay si sta imponendo come uno standard per sistemi avanzati di controllo della trasmissione e del motore e nei sistemi x-by-wire, ma non sostituisce completamente i protocolli e le reti attualmente presenti sulle autovetture: per ottimizzare i costi e ridurre le difficoltà dovute a una transizione di tecnologia, le nuove generazioni di automobili integrano il bus FlexRay per le applicazioni più performanti e altri protocolli (come il CAN Bus) per le comunicazioni principali e i dispositivi elettronici a basso costo. Il FlexRay può essere un'opzione per l'aggiornamento di sistemi basati su reti CAN nel settore dell'automotive o in altre applicazioni di controllo. Può essere anche implementato in nuove soluzioni per l'automazione industriale, dove la sicurezza e l'affidabilità nell'ambiente di lavoro sono della massima importanza, grazie all'approccio deterministico alla comunicazione digitale delle informazioni. 41 CAPITOLO 5 Fibra ottica 5.1.Introduzione L'idea di impiegare segnali ottici come mezzo di comunicazione a distanza risale a circa due secoli fa, quando alcuni scienziati inglesi riuscirono a trasmettere un segnale luminoso lungo un percorso non rettilineo, sfruttando le proprietà riflessive e rifrattive dell'acqua. I primi risultati pratici apprezzabili si ebbero durante la Seconda Guerra Mondiale, dove la necessità di sviluppare un sistema di comunicazione protetto dagli impulsi elettromagnetici delle testate atomiche condusse a importanti sviluppi nel campo delle trasmissioni ottiche su fibre di vetro. Tuttavia, fu solo all'inizio degli anni Settanta che la fibra ottica divenne una valida alternativa ai sistemi di comunicazione tradizionali, grazie allo sviluppo di nuove tecniche di purificazione e filatura del vetro di alcune aziende come l'americana Corning Glass e l'italiana Pirelli, le quali realizzarono dei vetri ad altissima trasparenza e bassa attenuazione. Negli ultimi anni si è verificato un grande impulso nelle comunicazioni ottiche, senza dubbio originato da tali perfezionamenti tecnologici nella fabbricazione delle fibre ottiche in vetro, che ha permesso la realizzazione di spezzoni di fibra lunghi alcuni chilometri. Attualmente per i collegamenti interregionali e intercontinentali a lunga distanza si impiegano dorsali di comunicazione in fibra ottica, e ci si sta muovendo sempre più verso la sostituzione completa dei collegamenti in rame dei cavi coassiali per le reti internet a livello geografico e domestico. 5.2.Caratteristiche principali In un sistema ottico i segnali vengono trasmessi sotto forma di fotoni privi di carica elettrica e quindi immuni a campi elettrici e magnetici. Si esclude, inoltre, qualsiasi forma di interferenza, dato che un'eventuale perdita di flusso luminoso, che può avvenire all’interfaccia di bordo della fibra, è trattenuta dal rivestimento opaco che la avvolge, garantendo che i segnali ottici non interferiscano con altri provenienti da fibre poste in prossimità. Il confinamento del segnale all’interno della fibra garantisce inoltre l’impossibilità di intercettazione dall’esterno per tutta la lunghezza del collegamento, e quindi la sicurezza della comunicazione. L’uso delle fibre ottiche per le reti di comunicazione elimina i problemi legati all’esigenza di 42 una messa a terra (tipica di una rete metallica) e i rischi di scariche, ed inoltre offre un ottimo rapporto resistenza/peso dei cavi. Il completo isolamento elettrico, la struttura e i metodi di accoppiamento delle fibre ottiche consentono l’inserimento in molti fluidi e un’ottima resistenza in molteplici condizioni meteorologiche. Una proprietà fondamentale è l’incremento della banda passante e la diminuzione delle perdite di trasmissione in alta frequenza rispetto ai cavi coassiali o a quelli paralleli: mentre in questi ultimi la banda passante è inversamente proporzionale al quadrato della lunghezza, nelle fibre è inversamente proporzionale alla lunghezza. Una singola fibra ottica è costituita da un filamento principale di SiO2 detto core (nucleo) con un diametro che va da 10 a 50 μm, ricoperto da un mantello chiamato cladding con diametro di circa 125 μm, anch'esso in materiale vetroso trasparente alla luce a alla radiazione infrarossa, e da una guaina di rivestimento primaria (primary coating) il cui diametro raggiunge i 250 μm garantisce il massimo isolamento e la protezione dalle abrasioni. Fig. 5.2 – struttura della sezione di una fibra ottica. Il core ha un indice di rifrazione superiore a quello del cladding, in modo che una radiazione luminosa incidente sia riflessa totalmente all'interfaccia core/cladding, e così propaghi nel mezzo. Le fibre ottiche possono sopportare grandi sforzi meccanici longitudinali, ma presentano una bassa resistenza agli sforzi trasversali; vengono pertanto protette da rivestimenti plastici e metallici fino a formare aggregati e cavi ottici. Le fibre ottiche vengono comunemente impiegate nelle telecomunicazioni su grandi distanze, con bit rate che va dai 10 Mbit/s a fino a qualche Tbit/s. 43 5.3.Principio di funzionamento Lo studio della propagazione della luce all’interno delle fibre ottiche si effettua con l’ipotesi di validità delle leggi che regolano l’ottica geometrica, essendo i fenomeni di diffrazione trascurabili. Quando la luce attraversa una superficie di separazione tra due mezzi trasparenti, di diversa densità e quindi diverso indice di rifrazione n, in parte prosegue il percorso propagandosi nel nuovo mezzo e in parte viene riflessa. L'entità della deviazione angolare subita dal raggio rifratto dipende dagli indici di rifrazione dei due materiali, secondo la legge di Snell: n 1 sin 1=n 2 sin 2 Dove n1, n2 sono rispettivamente gli indici di rifrazione del nucleo e del mantello e θ1, θ2 rappresentano le direzioni del raggio nei due mezzi. Esiste un angolo limite θ1 = θmax in corrispondenza del quale θ2 = 90°, e dalla legge di Snell si ottiene: sin max = n2 n1 In tali condizioni si verifica il fenomeno della riflessione totale interna (TIR, Total Internal Reflection), che sta alla base del principio di funzionamento delle fibre ottiche, per il quale il raggio rifratto scompare del tutto e quello incidente viene riflesso all'interno del mezzo con un angolo uguale ed opposto a quello di incidenza, e quindi il segnale propaga completamente lungo la fibra rimanendo confinato all'interno del nucleo. Fig. 5.3 – condizioni di rifrazione parziale e riflessione totale interna (TIR). Tale condizione è quindi soddisfatta per angoli di incidenza maggiori o uguali a θmax. I raggi parzialmente rifratti perdono potenza ad ogni riflessione e quindi scompaiono rapidamente. 44 Considerando un raggio proveniente dall’esterno della fibra, il massimo angolo di incidenza che garantisce che la luce rifratta subisca il fenomeno della riflessione totale interna viene definito angolo di accettazione α, il cui seno, all'interfaccia aria-fibra, vale: n 0 sin =n1 sin 90− max =n1 cos max =n 1 1−sin 2 max =n1 2 n 1− 2 = n21−n22 n1 Dove n0 è l'indice di rifrazione dell'aria, pari a 1. L'angolo solido che identifica il cono di accettazione entro il quale la fibra può trasmettere la radiazione incidente, è definito dall'apertura numerica NA (Numerical Aperture): NA=sin = n1−n2 2 2 I valori dell'apertura numerica nelle fibre ottiche variano da 0,2 a 1. La larghezza di banda, che si esprime in Mhz·km, definisce la capacità della fibra ottica di trasportare le informazioni. In termini digitali, la larghezza di banda si esprime come il bit rate massimo al quale i segnali possono essere inviati su una determinata distanza senza che il singolo bit interferisca con quello precedente o con quello seguente, ovvero l'intervallo di frequenze all'interno del quale il segnale passa senza subire variazioni in ampiezza e fase. L’intervallo di frequenza in cui opera un segnale che vine trasmesso tramite fibra ottica può essere molto grande. Va tuttavia considerato il fenomeno della dispersione e il coefficiente di attenuazione della fibra (in particolare il suo andamento in frequenza) affinché i raggi si propaghino senza perdere eccessiva potenza e non subiscano distorsioni. Si definiscono finestre di trasmissione gli intervalli di lunghezza d’onda λ, nell'intorno della portante ottica entro, i quali si ha la minima attenuazione nel trasferimento del segnale. Le frequenze portanti sono 850 nm, 1300 nm, 1550 nm. Finestra I Fibra Lunghezza d'onda Banda passante Multimodale 850 nm 150 MHz/km II Multimodale 1300 nm 500 MHz/km II Monomodale 1300 nm 1 GHz/km III Monomodale 1550 nm 100 Ghz/km Fig. 5.4 – finestre di trasmissione per tipologie di fibra ottica. 45 5.4.Tipi e applicazioni I raggi che si propagano all’interno di una fibra ottica vengono classificati in raggi meridionali, che attraversano l'asse della fibra dopo ogni riflessione, e raggi obliqui, che viaggiano paralleli all'asse senza subire alcuna riflessione per tutta la lunghezza della linea. I raggi meridionali si suddividono ulteriormente in due classi. I modi di basso ordine corrispondono ai raggi inviati nella fibra con angolo di incidenza molto minore rispetto all'angolo di accettazione α (al limite coincidono con i raggi obliqui). I modi di alto ordine corrispondono ai raggi con angolo di incidenza prossimo a α. I modi di basso ordine sono caratterizzati da un numero di riflessioni minore rispetto a quelli ad alto ordine. A seconda del modo in cui varia l'indice di rifrazione nella sezione del core, si hanno diversi tipi di fibre. Le più diffuse, chiamate fibre step index (con indice a gradino, fig. 5.5), sono quelle il cui indice di rifrazione rimane costante all'interno del nucleo, variando bruscamente alla superficie di separazione con il cladding. Fig. 5.5 – modi di propagazione all'interno di una fibra ottica step index. Nelle fibre graded index (con indice graduale, fig. 5.6), l'indice di rifrazione decresce secondo un profilo graduale dal centro del core fino all'interfaccia con il cladding. I raggi luminosi che viaggiano inclinati rispetto all'asse della fibra subiscono deviazioni successive via via che si avvicinano al mantello, a causa della diminuzione progressiva dell'indice di rifrazione: questo porta alla formazione di raggi che seguono percorsi elicoidali. Il principale vantaggio di tali fibre è dovuto al fatto che i raggi che si avvicinano al mantello, incontrando un indice di rifrazione decrescente, possiedono una velocità più alta rispetto ai raggi paralleli all'asse, che compiono un percorso più breve ma con indice di rifrazione maggiore: grazie a ciò tutti i raggi arrivano a destinazione quasi contemporaneamente, limitando così la dispersione modale. 46 Fig. 5.6 – modi di propagazione all'interno di una fibra ottica graded index. Le fibre ottiche si possono suddividere in due macro-categorie, in base alle dimensioni e alla lunghezza d'onda della sorgente luminosa. Le fibre ottiche monomodali presentano un nucleo di diametro pari a 9 μm e un cladding di diametro 125 μm, e hanno un indice di rifrazione a gradino. Le fibre ottiche multimodali hanno diametro del core di 50 μm e del mantello di 125 μm. Queste ultime non trovano grande applicazione, avendo alte perdite di potenza e degradazione del segnale. La sorgente di luce tradizionale per comunicazioni in fibra ottica a 10 Mbit/s e 100 Mbit/s è il LED (Light Emitting Diode), caratterizzato da una emissione di luce uniforme che riempie l’intero core della fibra ed eccita tutti i suoi modi di propagazione. Per bit rate di 1 Gbit/s e superiori è necessario utilizzare sorgenti di luce laser come il VCSEL (Vertical Cavity Surface Emitting Laser), utilizzato principalmente nelle reti di edificio, che genera luce con lunghezza d’onda di 850 nm ed ha emissione non uniforme. Il risultato è che i laser non eccitano tutti i modi di una fibra multimodale ma solo un ristretto sottoinsieme di questi. 47 5.5.Attenuazione e dispersione Nella comunicazione tramite fibre ottiche vi sono diverse cause che possono provocare la degradazione del segnale, come l'attenuazione e la dispersione. L'attenuazione del segnale all'interno di una fibra ottica si può verificare nella connessione tra due fibre, nell'accoppiamento tra la sorgente del segnale e la fibra, nel collegamento tra la fibra e il ricevitore. L'attenuazione può essere dovuta a impurità presenti all'interno del core, che causano l'assorbimento di determinate lunghezze d'onda, e da variazioni di temperatura e composizione che interrompono i cammini di riflessione dei raggi luminosi (scattering di Rayleigh). Inoltre può verificarsi attenuazione nell'interfaccia core-cladding, a causa di irregolarità che producono una trasmissione del segnale nel mantello e una conseguente diminuzione dell'energia nel raggio riflesso. Questi effetti possono essere limitati attraverso processi produttivi della fibra particolarmente accurati e costosi. Un'ulteriore causa di attenuazione è legata alle curvature e alle microcurvature della fibra (fig. 5.8), che possono modificare l'angolo di incidenza all'interfaccia core-cladding portandolo al di sotto della condizione di riflessione totale interna. Fig. 5.8 – effetto delle curvature e delle microcurvature sull'attenuazione del segnale in una fibra ottica. L'attenuazione sulle connessioni tra fibre deriva da diversi fattori. L'interconnessione tra fibre ottiche è una fase molto importante e particolarmente delicata per la realizzazione di un collegamento. Le cause delle perdite sono dovute soprattutto alle diverse caratteristiche trasmissive delle due fibre ottiche nel punto di connessione, ai diversi indici di rifrazione, alle diverse aperture numeriche NA, a differenze nei diametri dei nuclei, a disassamento, errori di accostamento o disallineamento angolare. Fig. 5.9 – disassamento, accostamento e disallineamento angolare nella connessione tra due fibre ottiche. 48 Le perdite nel punto di collegamento tra sorgente e fibra ottica sono dovute al fatto che la luce viene emessa in molte direzioni, mentre la radiazione che si propaga nella fibra è solo quella compresa nel cono di accettazione, e i raggi non dispersi che incidono sulla sezione del core sono solo quelli aventi inclinazione inferiore all'angolo di accettazione. Inoltre una parte della luce che colpisce il core viene riflessa e non entra nella fibra. L'attenuazione di accoppiamento fra sorgente e fibra dipende fortemente dal tipo di sorgente utilizzata (LED o laser). La dispersione, fenomeno che causa la limitazione della banda passante, si può verificare quando all'interno di una stessa fibra ottica si propagano segnali con diverse lunghezze d'onda e diverse velocità, che non giungeranno simultaneamente a destinazione ma accuseranno una dispersione temporale. Questo fenomeno può essere ridotto usando una sorgente con uno spettro di emissione ristretto. Un'altra tipologia di dispersione, detta dispersione modale, ha origine dal differente cammino ottico percorso dai modi di basso ordine rispetto ai modi di alto ordine, i quali, percorrendo un cammino maggiore, sono caratterizzati da tempi di propagazione maggiori. Questo fenomeno può essere ridotto nelle fibre step index diminuendo l’apertura numerica NA, in modo che solo modi di basso ordine possano propagarsi. Nelle fibre graded index, invece, esiste una compensazione intrinseca di questo effetto in quanto i modi di alto ordine viaggiano più velocemente nelle zone a basso indice di rifrazione e quindi la differenza di propagazione temporale risulta notevolmente ridotta. La dispersione modale è presente esclusivamente nelle fibre multimodo. Il fenomeno della dispersione è generalmente un problema solo per comunicazioni su lunghe distanze, perciò le fibre con indice graduale, sebbene più costose rispetto a quelle con indice a gradino, vengono utilizzate insieme ai laser per questo tipo di applicazioni. Per distanze inferiori ai 500 m si preferisce impiegare fibre step index per il costo contenuto e la maggiore facilità di accoppiamento. Nella scelta del tipo di fibra da utilizzare nelle diverse applicazioni occorre considerare il fatto che le fibre monomodali non presentano dispersione modale, sono dotate di notevoli capacità trasmissive (bande di trasmissione di migliaia di GHz per km di fibra), hanno attenuazione più bassa rispetto alle fibre graded index e sono caratterizzate da un minor costo produttivo. La realizzazione di una linea di comunicazione ottica su lunga distanza verrà pertanto implementata utilizzando fibre monomodali accoppiate con laser. 49 5.6.Applicazioni e prospettive future Le fibre ottiche hanno assunto ormai da tempo un ruolo dominante nella tecnologia delle telecomunicazioni su lunghe distanze. Le alte velocità di trasmissione, l’immunità alle interferenze elettromagnetiche e le ridotte dimensioni rispetto ai cavi in rame, hanno portato a scegliere le fibre ottiche anche per altre moderne applicazioni. La tecnologia a fibre ottiche sta trovando impiego nei settori della robotica e dell'automazione industriale (e.g. Industrial Ethernet), dell'automotive (e.g. MOST), della videosorveglianza a circuito chiuso, dell'illuminazione e dell'audio digitale (e.g. Dolby Digital, Toslink), oltre che in sistemi complessi di controllo, nell’industria militare e in varie applicazioni per i trasporti e il settore oil & gas. Dal punto di vista tecnologico, l'impiego di fibre ottiche in diossido di silicio, pur essendo vasto e ben consolidato, ha fatto emergere alcune limitazioni dovute al materiale utilizzato: a causa di alcune impurità nella struttura cristallina del vetro, i segnali con lunghezze d'onda appartenenti alla fascia dell'infrarosso vengono trasmessi con difficoltà. La ricerca, anziché studiare nuovi dispendiosi metodi produttivi ad alta precisione, si sta muovendo verso la realizzazione di fibre con materiali alternativi al SiO2, e in particolare materiali semiconduttori. Gli sviluppi più recenti hanno portato alla realizzazione – da parte di alcuni ricercatori statunitensi dell’Università della Pennsylvania e inglesi dell’Università di Southampton – di una fibra con il nucleo in seleniuro di zinco (ZnSe), un semiconduttore composto, e il mantello in vetro, per mantenere robustezza e buone proprietà di resistenza meccanica. Le potenzialità applicative di fibre in ZnSe, o altri semiconduttori composti, sono molto promettenti, grazie all'elevata trasparenza nell'infrarosso (fino ad oltre 2000 nm) e alla relativa facilità con cui possono essere drogate con elementi otticamente attivi. Dal punto di vista della connettività alla rete internet, promuovere l'impiego e la diffusione della fibra ottica fino al livello dell'abitazione rappresenta secondo la filosofia del Fiber To The Home Council Europe (FTTH Council Europe), un'organizzazione non-profit fondata nel 2004, un modo per migliorare la qualità della vita sotto molteplici punti di vista. Fornire le condizioni di reale banda larga all'utenza domestica, significa permettere la fruizione di una serie di servizi nell'ambito del telelavoro e di e-Learning, che possono generare nuove opportunità di businness, migliorare la competitività e portare all'incremento del prodotto interno lordo di un paese grazie alla creazione di nuovi modi di lavorare e di collaborare. L'FTTH Council Europe rivolge l'attenzione anche all'impatto sull'ambiente. 50 Secondo uno studio condotto da PriceWaterhouseCoopers nel 2008, la diffusione della fibra ottica potrebbe arrivare ad abbattere considerevolmente le emissioni di anidride carbonica in misura pari a quelle di un'automobile che annualmente percorre 4600 km, il tutto per ciascuna abitazione. Il nostro Paese mostra una certa inconsistenza nella diffusione della fibra ottica: secondo le rilevazioni condotte dalla FTTH Council Europe, il tasso di penetrazione non è progredito nell'arco di tre anni. Se nel 2007 l'Italia occupava il tredicesimo posto nella classifica mondiale, attualmente si trova al quartultimo e ventunesimo posto, dietro a paesi come la Romania e la Russia. Fig.5.10 – tasso di penetrazione della fibra ottica a livello mondiale. Tuttavia, alla luce di una serie di nuovi progetti e iniziative, si guarda al futuro con speranza. Una prima iniziativa, chiamata “Fibra per l'Italia”, è nata dalla collaborazione tra Fastweb, Vodafone e Wind con l'obiettivo di portare la fibra ottica a 20 milioni di utenti nelle 15 città italiane più grandi entro il 2015. La seconda iniziativa, proposta da Telecom Italia, si propone di portare il collegamento in fibra ottica a 138 città italiane entro la fine del 2018. 51 CAPITOLO 6 Conclusioni 6.1.Bus a confronto Nelle applicazioni tecnologiche moderne, ogni operazione compiuta dall'utente e ogni input esterno viene convertito in segnali elettrici elaborati da uno o più calcolatori che provvedono alla corretta attuazione del comando. Ciò richiede una grande affidabilità ed elevate velocità. Tuttavia, l'attuale proliferazione di diverse tipologie di bus non è dovuta solamente a necessità tecniche e spesso gli interessi economici hanno guidato all'introduzione di nuovi bus nel mercato, talvolta ignorando completamente le procedure formali di standardizzazione. I progressi verso bus indipendenti dal produttore e dal sistema sono lenti, e le quattro tipologie di bus qui analizzate rappresentano i principali standard per i sistemi di prossima generazione. 6.1.1.PROFIBUS Il PROFIBUS non è un singolo sistema di comunicazione, ma una varietà di protocolli costruiti sullo stesso pacchetto. Gli utenti possono combinare diversi protocolli PROFIBUS con software proprietari, realizzando profili applicativi unici. L'ampia disponibilità di profili permette ai PROFIBUS di adattarsi a svariate necessità specifiche. PROFIBUS permette una comunicazione veloce e sicura tramite bus di campo per tutti i settori dell'industria manifatturiera, di processo e ibrida, in tutte le fasi della produzione e durante l'intero ciclo di vita dell'impianto. Con una forte diffusione in tutto il mondo, PROFIBUS fornisce flessibilità e sicurezza dell'investimento, grazie all'interoperabilità e alla sostituibilità garantite dalla presenza di migliaia di produttori internazionali. Garantisce inoltre la protezione dell'uomo e della macchina, con l'integrazione diretta delle comunicazioni di sicurezza tramite PROFIsafe, al posto di un bus di sicurezza separato. 52 6.1.2.CAN Bus Il CAN Bus si sta affermando come un valido standard nelle reti industriali del prossimo futuro, grazie ai notevoli vantaggi tecnologici che offre. Le principali caratteristiche sono tempi di risposta rigidi, specifica fondamentale nel controllo di processo, e flessibilità del cablaggio, che permette di aggiungere o togliere nodi senza dover riorganizzare il sistema o una sua parte. Il CAN Bus presenta elevata affidabilità, grazie alla gestione hardware della rilevazione degli errori e dalla richiesta di ritrasmissione. Ciascun nodo è in grado di rilevare il proprio malfunzionamento e di autoescludersi dal bus se questo è permanente, impedendo che un solo nodo metta in crisi l'intero sistema. Il CAN Bus è uno standard collaudato, facile da gestire ed economico nella struttura, che si sta affermando in tutti quelle aree dove costi e sicurezza sono due prerogative sempre in conflitto tra di loro. 6.1.3.FlexRay L'impiego di sistemi FlexRay nel settore dell'automazione può portare a grandi vantaggi. Particolarmente favorito per le applicazioni x-by-wire, il FlexRay è un protocollo che può essere utilizzato in molte aree al di fuori del settore dell'automotive, e sono tutt'ora in corso ricerche sulla migrazione da sistemi basati su CAN Bus a sistemi FlexRay. La natura deterministica dei FlexRay permette di realizzare sistemi che reagiscono con uno specifico set di azioni alle condizioni esterne o interne, e l'elevato bit rate consente a un singolo controller di servire più nodi in un certo intervallo di tempo, incrementando l'efficienza. Queste caratteristiche rendono il FlexRay una valida soluzione per applicazioni relative alla sicurezza e al controllo. Tuttavia, quando si progetta un sistema di comunicazione, è necessario prendere in considerazione alcuni compromessi tra FlexRay e altri bus standard: se un CAN Bus è sufficiente a soddisfare tutti i requisiti richiesti, allora FlexRay non è necessario. Viceversa, se un alto bit rate è un requisito fondamentale, il FlexRay è una soluzione migliore. 53 6.1.4.Fibra Ottica Le performance di una rete in un ambiente industriale sono influenzate da lunghezza delle tratte, interferenze elettromagnetiche e altri disturbi. La fibra ottica non è sensibile agli effetti provocati dai disturbi di origine elettromagnetica e da radiofrequenze e può quindi essere installata a contatto o in prossimità di sistemi e impianti elettrici. Inoltre consente collegamenti a lunga distanza, permettendo la centralizzazione degli apparati con una conseguente riduzione dei costi relativi a punti di connessione intermedi. Questo rende conveniente l'impiego della fibra ottica anche in ambito industriale. La scelta fra trasmissioni ottiche ed elettriche per un determinato tipo di sistema si basa su diversi compromessi. La fibra ottica è in generale preferita per sistemi a banda più elevata o per distanze superiori a quelle che possono garantire i sistemi elettrici. Nelle applicazioni su breve distanze e che richiedano banda limitata, spesso, le comunicazioni di tipo elettrico sono preferibili a causa dei minori costi, della maggior facilità di connessione, della capacità di trasportare l'alimentazione elettrica insieme ai segnali. 6.1.5.Confronto conclusivo Nella tabella comparativa qui sotto sono riportate le principali caratteristiche dei quattro bus analizzati, come riepilogo e confronto conclusivo. PROFIBUS Metodo di comunicazione Master-Slave con token-passing CAN Bus FlexRay Fibra Ottica Multi-Master con TDMA e comunicazione diarbitraggio dinamico sul namica bus Dipende dal protocollo Bit Rate Massimo 12 Mbit/s 1 Mbit/s a 40 m 50 kbit/s a 1 km 10 Mbit/s single channel 20 Mbit/s dual channel 40 Gbit/s a 100 km per fibre in SiO2 1 Gbit/s a 100 m per fibre plastiche Dimensione Data Frame 1-244 byte 0-8 byte 0-254 byte Dipende dal protocollo Numero di canali 1 1 2 1 Gestione degli errori Interoperabilità e sostituibilità CRC di 15 bit CRC di 11 bit per l'Header, CRC di 24 bit per il Frame, dual-channel ridondante, Bus Guardian Utilizzo di strumenti per l'ispezione e la verifica (e.g. Fiber inspector, OTDR - Optical Time Domain Reflectometer) Determinismo Trasmissione ciclica e trasmissione aciclica No TDMA Dipende dal protocollo Aree di utilizzo Automazione industriale Automotive, automazione industriale, domotica Automotive, x-by-wire, automazione industriale Telecomunicazioni, robotica e automazione industriale, audio digitale, industria militare, trasporti Vantaggi Interoperabilità, sostituibilità, collegamento plug & play, profili per applicazioni specifiche Fault-confinement, elevata affidabilità, semplicità e flessibilità del cablaggio Dual-channel, elevata veloci- Immunità a disturbi elettromagnetici, tà, elevata affidabilità, confi- basso impatto ambientale, dimensioni gurazione facilitata (FIBEX) e peso contenuti, Svantaggi Connettori costosi Bit rate limitato Costi elevati 54 Bassissima resistenza meccanica, posa e connessione costose Bibliografia [1] Nachum A., ANNO, “Comunicazioni digitali: MODULAZIONI & DEMODULAZIONI – TPS-3431”, CITTA', STATO, SES Scientific Educational System. 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