Facoltà di Ingegneria - Università di Pisa Anno Accademico: 2012/13 TECNICA ED ECONOMIA DEI TRASPORTI Docente: Marino Lupi MECCANICA DELLA LOCOMOZIONE - EQUAZIONE GENERALE DEL MOTO. MOTO IN CURVA DEI VEICOLI STRADALI E FERROVIARI. SPAZIO DI FRENATURA - TRAZIONE 1 Equazione generale del moto dv T − R = Me dt Me = M ⋅ (1 + β ) Massa Equivalente Si introduce il concetto di massa equivalente per tenere conto delle masse rotanti. Principali masse rotanti in un veicolo da trasporto: •ruote •pistoni, alberi, organi del cambio e volano (veicoli equipaggiati con motore a combustione interna) •rotore (veicoli equipaggiati con motore elettrico) Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. 2 Vediamo come si può ricavare β P v2 I iωi2 +∑ g 2 2 1442i443 Energia cinetica del mezzo reale = P v2 (1 + β ) g 2 14243 Energia cinetica del mezzo fittizio In pratica per tenere conto delle masse rotanti incremento, in modo fittizio, il valore della massa di un coefficiente β . I i : momento di inerzia dell’i-esimo corpo rotante. ωi : velocità angolare dell’i-esimo corpo rotante. Velocità di avanzamento ωi εi = del veicolo ωr Velocità angolare delle ruote = v raggio delle ruote r Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. 3 v ωi = ε i r Sostituisco nella equazione precedente 2 Ii 2 v P v2 P v2 + ∑ ε i 2 = (1 + β ) g 2 r g 2 i 2 P v2 g (1 + 2 g 2 Pr g β= 2 Pr 2 P v 2 I ε ∑i i i ) = g (1 + β ) 2 2 I ε ∑ii i Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. 4 Posso calcolare β con delle formule pratiche: β = 0,04 + a m 2 10 −3 2÷3 autovetture m è il rapporto di trasmissione N 2 −4 β = 0,04 + 0,95 m 10 M autocarri vecchio tipo N 2 −4 β = 0,04 + (0,7 ÷ 0,8) m 10 M autocarri nuovo tipo N è la potenza in KW del motore; M è la massa in tonnellate del veicolo. Nel caso di motore a combustione interna poiché β = f (ε i ) ⇒ β Lupi M., "Tecnica Trasporti", Univ. , A.A. 2012-13. varia con laed Economia marcia,deiossia con ilPisa rapporto di trasmissione m. 5 Schema della trasmissione Cω Motore Trasmissione, di rapporto totale m N = Cω C 'ω ' Ruote motrici A meno del rendimento della trasmissione: C 'ω ' = Cω C' ω = =m C ω' m >1 perché voglio incrementare la coppia in uscita dal motore Il rapporto di trasmissione, totale, dipende dalla marcia i: mi i i c m = mpm rapporto al cambio (varia al variare della marcia) rapporto al ponte (è fisso per un certo veicolo) Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. 6 Esempio: Calcolo del coefficiente β per l'autovettura FIAT Punto. mP = 3,866 m1c = 3,909 m1 = 15,11 β 1 = 0,04 + 2,5(15,11) 2 10 −3 = 0,61 m 2c = 2,157 mc3 = 1,48 m 2 = 8,34 m 3 = 5,72 m 3 = 4,33 β 2 = 0,21 β 3 = 0,12 β 4 = 0,09 β 5 = 0,07 mc4 = 1,121 5 c m = 0,902 m 5 = 3,49 Equazione generale del moto dv T − R = M (1 + 0,07) dt dv T − R = M (1 + 0,61) dt 5° marcia 1° marcia 7 Valori esemplificativi di β Autobus (operante in servizio urbano) β = 0,22 Filobus / tram β = 0,12 Locomotiva elettrica Automotrice elettrica β = 0,15 ÷ 0,20 β = 0,10 ÷ 0,15 Veicolo rimorchiati (treno) Treno completo β = 0,06 ÷ 0,08 β = 0,05 ÷ 0,06 Locomotiva diesel β = 0,05 ÷ 0,4 Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. 8 Forma dell’equazione generale del moto (seconda equazione di Newton in cui sono esplicitate le resistenze). [N] [N]/[KN] ‰ [KN] [m2] [Km/h] [KN] [m/sec] P dv (1 + β ) =0 T − (rr ± i ) P − 0,0473 ⋅ Ca ⋅ S ⋅ V − 1000 g dt 2 [m/sec2] Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. [sec] 9 9 Moto in curva di un veicolo da trasporto Fc Si inclina la piattaforma in modo tale che la risultante della forza peso e della forza centrifuga sia ortogonale al piano stradale e non esista una componente di tale risultante lungo il piano della via. angolo retto θ P θ Ptgθ = Fc P v2 Fc = g R v2 = gtgθ R Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. 10 θ P θ Però all’aumentare di v affinché la risultante della forza peso e della forza centrifuga sia ortogonale al piano stradale dovrei avere una piattaforma troppo inclinata. Quindi si ha una θ componente trasversale, non Fc compensata, lungo la piattaforma, che provocherebbe lo sbandamento del mezzo: ad essa si oppone, nel caso stradale, l’aderenza trasversale esercitata dalla via sui pneumatici; nel caso θ ferroviario la reazione di contatto rotaia - bordino.11 Caso stradale Equilibrio alla traslazione lungo il piano stradale FC cos θ − Psenθ ≤ N ft Coefficiente di aderenza trasversale Forza che “schiaccia” il veicolo sulla via N = Fc senθ + P cos θ FC cos θ − Psenθ ≤ ( Fc senθ + P cos θ ) ft Divido ambo i membri per cos θ Fc (1 − tgθ f t ) ≤ P (tgθ + f t ) v2 tg θ + f t ≤ g R 1 − tg θ f t Posso trascurare rispetto all’unità 12 2 v = gtgθ + gf t R Parte della accelerazione centrifuga compensata dall’aderenza. Parte della accelerazione centrifuga compensata dalla pendenza. Se introduco il valore max della pendenza secondo la nostra normativa, 0,07, ed il valore max del coefficiente di aderenza alla velocità di progetto f t (vP ) posso ricavare il valore del raggio minimo di progetto. Rmin vP2 = g (0,07 + f t (vP )) Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. 13 Caso ferroviario v2 = gtgθ R Nel caso di perfetta compensazione Sopraelevazione max della rotaia esterna (FS) Nel caso ferroviario tgθ max = 16 150 Scartamento di binario 16 cm (approssimato) 150 cm Quindi una curva di raggio R massima: può essere percorsa alla velocità 16 Vmax = 3,6 R ⋅ g ⋅ ( ) ≈ 3,6 R 150 m Km/h Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. 14 Le FS però ammettono che esista una accelerazione non compensata. v2 = gtgθ + anc R Ler FS suddividono i treni in ranghi: in base alla anc max che possono sopportare: - Rango A anc = 0,6 m / s 2 treni merci. - Rango B anc = 0,8 m / s 2 materiale viaggiatori e merci “certificato” per i 140km/h. - Rango C anc = 1 m / s 2 elettrotreni e treni viaggiatori composti di carrozze “certificate” per velocità superiori a 160 km/h. Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. 15 m/sec v2 = gtgθ + anc R Km/h Da questa formula posso ricavare le velocità massime di percorrenza per una curva di raggio R per i vari ranghi di velocità. 16 V = 3,6 R ⋅ ( g + anc ) 150 - Rango A V = 3,6 R(9,81 ⋅16 / 150 + 0,6) ≈ 4,619 R - Rango B V = 3,6 R(9,81 ⋅16 / 150 + 0,8) ≈ 4,892 R - Rango C V = 3,6 R(9,81 ⋅16 / 150 + 1) ≈ 5,150 R Un carrello ferroviario in realtà è in grado di sopportare anc > 1 ; il valore di 1 m / sec 2 è imposto per la limitare l’accelerazione che Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. 16 subiscono i passeggeri. Esiste però anche il rango P che si riferisce agli elettrotreni (assi motori distribuiti su numerosi veicoli, materiale cosiddetto “leggero”, ossia a peso max per asse limitato) ad assetto variabile: infatti P sta per Pendolino. Assi portanti Assi motori Schema rodiggio ETR 500 (rodiggio: parte di un veicolo ferroviario che sta sotto le sospensioni) Schema rodiggio Pendolino (assi motori distribuiti): ETR 401; ETR450; ETR 460; ETR 470; ETR 480; ETR600, ma ora anche AGV (Automotrice à Grande Vitesse) Schema composizione TGV( due locomotive, una in testa un’altra in Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. 17 coda, come ETR 500) Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. axle load: 17 tonnes per axle 18 Fonte:Vicuna G. (1986) Organizzazione e Tecnica Ferroviaria. CIFI, Roma. Nel pendolino alla compensazione della forza centrifuga dovuta all’inclinazione della piattaforma si aggiunge la compensazione (per i passeggeri) dovuta alla inclinazione della cassa. Schema del meccanismo di inclinazione dell’elettrotreno ad assetto variabile ETR 401. Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. 19 V = 3,6 R 9,81( 16 + tg 8o ) + 0,8 = 6,46 R 150 Quindi, a parità di R , in rango P (ossia da un pendolino) una curva può essere percorsa (supponendo una inclinazione della cassa di 8°) con una velocità superiore di circa il 25% rispetto al rango C .Il progetto pendolino fu pensato per aumentare la velocità sulla cosiddetta “rete storica” (in pratica l’insieme delle linee che esistevano prima della II guerra mondiale, poi comunque ricostruite dopo la guerra). Comunque le FS hanno fissato per il rango P la anc = 1,8 m / s 2 (sul carrello). Quindi ottengo per la velocità max di percorrenza di una curva di raggio R : V = 3,6 R(9,81 ⋅16 / 150 + 1,8) ≅ 6,07 R In questo caso l’incremento, rispetto al rango C, risulta di circa il 18%. 20 Linee ferroviarie ad alta velocità Linea direttissima: Firenze-Roma (prima linea ad alta velocità italiana) VP = 250 km/h 12,5 tgθ = 150 anc = 0,8 m / s 2 ⇒ V = 3,6 R(9,81 ⋅12,5 / 150 + 0,8) ≅ 4,579 R Rmin VP 250 2 =( )=( ) ≈ 3000 m 4,579 4,579 Pendenza massima della linea imax = 8 ‰ Alimentazione della linea: corrente continua a 3000 volt. Tratto più recente della direttissima, Rovezzano- Chiusi Sud (la direttissima Firenze-Roma è stata costruita in circa 20 anni): VP = 300 km/h Rmin ≈ 3900m Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. 21 Nuove linee ad alta velocità: Roma-Napoli; Torino-Milano, BolognaMilano, Firenze-Bologna VP = 300 km/h V = 3,6 R (9,81 ⋅ 10,5 / 150 + 0,6) ≅ 4,08 R 10,5 tgθ = VP 300 2 150 Rmin = ( )=( ) ≈ 5400 m 2 4,08 4,08 anc = 0,6 m / s Alimentazione della linea: corrente elettrica alternata monofase 25000 volt, 50 Hz, in modo simili alle linee ad alta velocità francesi. Roma-Napoli: imax = 18 ‰ (in galleria 10 ÷ 12 ‰ , due brevi tratti al 21 ‰ ) VP = 240 km / h La linea ha due tratti a ‰ i = 15 Bologna-Milano: max (Rmin ≈ 3440 m ) Torino-Milano, Firenze- Bologna: imax = 15 ‰ (Per l’attraversamento sotterraneo di Firenze22è prevista una imax = 18 ‰ ) Fonte:Ottomanelli M., Tecnica ed Economia dei Trasporti, Politecnico di Bari; Stagni E., Meccanica della Locomozione, Patron, Bologna ,1980. 23 Fonte:Stagni E., Meccanica della Locomozione. Patron, Bologna ,1980. Fenomeno dello svio La forza laterale FY provoca una forza di attrito f ' N che tende a fare “arrampicare” la ruota sulla rotaia e quindi a fare sviare la Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. 24 ruota. Fonte:Stagni E. (1980) Meccanica della Locomozione. Patron, Bologna. Forze agenti sulla ruota ferroviaria in condizioni di svio (situazione limite) FY cos β + f ' N ≤ P cos(90 − β ) N = P cos β + FY cos(90 − β ) P f 'N β FY FY cos β + f ' ( P cos β + FY senβ ) ≤ Psenβ β FY (cos β + f ' senβ ) ≤ P( senβ − f ' cos β ) N FY (1 + f 'tgβ ) ≤ P(tgβ − f ' ) 90 − β Formula di Pochet FY tan β − f ' = P 1 + f ' tan β Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. 25 ' β ≈ 60° e f = 0,25 ⇒ FY tan 60° − 0,25 = = 1,03 P 1 + 0,25 tan 60° Nella pratica dell’esercizio ferroviario si considera che la stabilità allo svio sia assicurata quando risulti: FY ≤ 1 P Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. 26 Spazio di frenatura dv T − R = Me dt T = 0 Ff in frenatura stacco la trazione. aggiungo alle resistenze una consistente forza frenante dv − F f − R = Me dt sf = ∫ sf 0 Equazione generale del moto dv ds ⇒ − F f − R = Me dt ds 0 ⇒ v0 v v ds = − Me ∫ dv = Me ∫ dv Ff + R Ff + R vo 0 v ds = − Me dv ( Ff + R) s f Spazio di frenatura v0 P s f = (1 + β ) ∫ g 0 v dv 2 rr kSv i ‰ F f + P( + ± ) Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", 2012-13. 1000 Univ. Pisa P , A.A.1000 P e F f sono in N, rr è in N/KN 27 v P 0 s f = (1 + β ) ∫ g 0 v dv 2 i‰ r kSv F f + P( r + ± ) 1000 P 1000 N N/KN N v0 v (1 + β ) sf = dv 2 ∫ F rr kSv i‰ g 0 f +( + ± ) P 1000 P 1000 v v (1 + β ) 0 sa = v0t0 + dv 2 ∫ r kSv i ‰ g 0 Ff +( r + ± ) P 1000 P 1000 sa Spazio di arresto Valida sia per il caso stradale, sia per quello ferroviario. Tempo di percezione e reazione del conducente e di intervento meccanico del freno ( tempo alto nel caso ferroviario). Caso stradale Considero una frenatura al limite dell’aderenza e perciò pongo: F f = Pf a 2 r kSv Al posto di f a + r + 1000 P aderenza equivalente: f e (v0 ) introduco un coefficiente di f e (v0 ) Tiene conto del fatto che il coefficiente f a di aderenza varia con la velocità. Inoltre tiene conto del fatto che anche le resistenze al rotolamento e la resistenza dell’aria variano con la velocità. Integro l’equazione precedente ed ottengo: v02 1+ β sa = v0t0 + g 2g ( f ± i ‰ ) e 1000 Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. 29 vo2 sf = 2ab Formula per lo spazio di frenatura nel caso di moto uniformemente decelerato. g i ‰ ( fe ± ) Coincide con la precedente quando pongo: ab = 1+ β 1000 i ‰ = 0 nel caso di marcia in piano β ≈0 In questo caso: nel caso di autovettura a marcia “alta” vo2 sf = 2g fe Posso utilizzare la formula precedente per fare delle misurazioni sperimentali di f e . Misuro: s f ⇒ ricavo f e Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. 30 Fonte: AASHO, A Policy on Geometric Design of Rural Highways, AASHO, Washington, 1965. Ho una serie di curve sperimentali (americane) che tengono conto del tipo e condizione delle superfici a contatto. Il coefficiente f e non è facile da stimare. Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. 31 Potrei utilizzare un approccio un po’ diverso. Fare delle prove ”normalizzate” per ciascun veicolo: ossia su un determinato tratto stradale, con pneumatici nelle medesime condizioni, con frenata che inizia ad una determinata velocità ed in condizioni atmosferiche normalizzate. Potrei interpretare in questo caso f e come una misura della capacità frenante del veicolo sottoposto a prova ed attribuire un valore di f e a ciascun veicolo che ne esprimerebbe, in maniera sperimentale, la capacità frenante. Questo tipo di approccio viene utilizzato, ed è normalizzato, nel caso ferroviario. Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. 32 Caso ferroviario Fonte:Vicuna G., Organizzazione e Tecnica Ferroviaria. CIFI, Roma ,1986. Consideriamo il “classico” freno a ceppo. Quale è il problema di una tale tipo di freno? f 'Q ≤ f a P ⇒ Q fa ≤ ' P f Al variare di V varia f a f ' Coefficiente di attrito fra ceppo e cerchione della ruota. , ma anche f ' . Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. 33 Fonte: Vicuna G. (1986) Organizzazione e Tecnica Ferroviaria. CIFI, Roma. Si deve evitare il blocco della ruota: perché non si avrebbe più la forza di aderenza, ma la forza di attrito radente (ruota-rotaia) che è inferiore. Inoltre se si blocca la ruota ho il danneggiamento del cerchione. Con un freno che può esercitare un unico valore di Q, se si vuole evitare a tutte le velocità il blocco della ruota, si deve considerare la Lupi M., "Tecnicapiù ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa A.A.in 2012-13. situazione vincolante: questa si, ha prossimità di V=0, dove f34' > f a Poiché: f a ,V =0 f ' V =0 ≈ 0,7 Posso ammettere un valore max per Q che è 0,7 P. Q = λr ≤ 0,7 P Percentuale di peso frenato reale. Consideriamo un treno che è composto da numerosi assi e consideriamo il rapporto fra sforzo frenante totale F f e peso totale del treno P : peso sull’i-esimo asse ' f Qi percentuale di peso frenato Ff ∑ Q P ' ' = i = f ∑ i i = f λr reale per tutto il treno: P P i Pi P valore max =0,7 per freni a ceppo vecchio tipo. i-esimo asse peso totale del treno Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. 35 E’ stata introdotta una percentuale di peso frenato detta convenzionale, indicata con λc , che è uguale ad 1 quando λr = 0,7 . Quindi sarà: Ff P = f ' 0,7λc Percentuale di peso convenzionale del treno Sostituisco nella formula per il calcolo dello spazio di arresto v0 (1 + β ) sa = v0t0 + g ∫0 v 2 rr kSv i‰ 0,7 λc f + ( + ± ) 1000 P 1000 dv ' Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. 36 Per la risoluzione dell’integrale precedente è stata suggerita la seguente formula (empirica): V02 sa = 1,09375λc 0,127 + ± 0,235i ‰ ϕ (V0 ) ϕ (V0 ) Formula di Pedelucq (1920) - V0 è in km/h - il coefficiente ϕ (V0 ) assume i seguenti valori : Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. 37 Il coefficiente ϕ (V0 ) varia con la velocità iniziale di frenatura e tiene conto del fatto che f ' varia con la velocità e che con la velocità variano le resistenze al moto. Tiene inoltre conto del tempo meccanico di intervento del freno . I coefficienti della tabella, e quindi l’utilizzo della formula di Pedelucq, sono stati estesi fino a 200km/h (quando fu messa a punto la formula la velocità massima dei treni era consistentemente inferiore). Quando è stata elaborata la formula di Pedelucq i freni ferroviari erano del tipo a ceppo. Però già da tempo la tipologia dei freni è cambiata. In particolare esistono i freni, sempre a ceppo, ma a doppio stadio (in particolare utilizzati sulle locomotive). Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. 38 Fonte: Carpignano (1989) Meccanica dei Trasporti Ferroviari e Tecnica delle Locomotive. Levrotto e Bella, Torino. f 'Q fa P Ho due valori di Q, forza con la quale “spingo” il ceppo: un valore maggiore alle alte velocità (in cui f ' < f a ) ed uno minore per le basse velocità (in cui f ' > f a ). In questo modo l’aderenza non viene mai superata, ma la “sfrutto” meglio alle alte velocità. Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. 39 Inoltre sulle moderne carrozze viaggiatori i freni sono sempre a disco e i freni a disco si stanno diffondendo sulle locomotive stesse. Nel caso dei freni a disco f ' variare della velocità. risulta praticamente costante al f' V Allora come posso interpretare la formula di Pedelucq con questi nuovi tipi di freni? Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. 40 Dico che la formula è O.K. V02 sa = 1,09375λc 0,127 + ± 0,235i ‰ ϕ (V0 ) ϕ (V0 ) Faccio delle prove di frenata normalizzate, per un certo tipo di veicolo ferroviario (veicolo trainato isolato, locomotiva isolata, treni di stessi veicoli trainati). Misuro sa con una certa V0 (per esempio 120Km/h) fissata dalla normativa UIC (“Union Internationale de Chemins de Fer”: questo organismo non suggerisce direttamente la formula di Pedelucq, ma suggerisce di utilizzare dei grafici basati su di essa). Ricavo dall’equazione precedente l’unica incognita: λc λc = Pf P Conoscendo P posso ricavare Pf dato veicolo ferroviario. Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. per il 41 Operando in questo modo Pf , il peso frenato, diventa una quantità convenzionale, data una volta dato il singolo veicolo ferroviario, che esprime la capacità frenate di esso. Ossia si tratta di quel valore di peso frenato che diviso per il peso reale del veicolo ed introdotto nella formula di Pedelucq mi dà, alla velocità normalizzata, lo spazio di frenatura che è stato misurato sperimentalmente. Poiché è una quantità convenzionale Pf può essere superiore λc = 1,3 al peso del veicolo ossia: λc > 1 ; per esempio: . Spesso λc viene espressa in percentuale in questo caso: λc = 130% Indicazione del peso frenato e del peso reale sulla fiancata di una locomotiva. 42 Peso totale Tara Posti a sedere Indicazione del peso frenato e del peso reale sulla fiancata di una carrozza Peso frenato (non è quello del veicolo precedente) Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. 43 Esempio: E402B+15 carrozze. E402B Pf = 78 t f P = 87 t f (λc ≈ 0,9, ossia : 90%) carrozza Pf = 70 t f P = 50 t f (λc ≈ 1,4, ossia : 140%) 78 + 15 × 70 λc = = 135% Percentuale di peso frenato per il 87 + 15 × 50 treno completo (160) 2 sa (160 km / h) = = 1205m 1,09375 ⋅ 1,35 0,127 + 0,0755 0,0755 ϕ (160) = 0,0755 (dalla tabella) Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. 44 (190) 2 sa (190 km / h) = = 1754m 1,09375 ⋅ 1,35 0,127 + 0,0779 0,0779 ϕ (190) = 0,0779 La formula di Pedelucq vale per valori di velocità fino, all’incirca, a 200km/h. Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. 45 ETR500 prima serie 11 carrozze 100 + 36 + 11 × 74 λc = = 159% 2 × 68 + 11 × 42 Percentuale di peso frenato per il treno completo (200)2 sa (200 km / h ) = = 1686m 1,09375 ⋅ 1,59 0,127 + 0,0787 0,0787 Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. 46 Come distanza di sicurezza (distanza libera da ostacoli) per un ETR 500 viaggiante a 300 km/h, sulle nuove linee ad alta velocità, si assume 9 km. La distanza di arresto, con frenatura di servizio, per un ETR 500 viaggiante a 300 km/h, è di circa 7-8 km. La distanza di arresto, con frenatura di emergenza, sempre per un ETR 500 viaggiante a 300 km/h è poco superiore ai 3 km. Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. 47 Un’altro aspetto da tenere presente, a proposito della frenatura dei treni, è che nelle locomotive elettriche moderne si utilizza la frenatura elettrica: ossia la locomotiva (o i carrelli motori nel caso degli elettrotreni a trazione distribuita) non assorbe energia elettrica, ma assorbe energia meccanica e la trasforma in energia elettrica, ossia funziona come un generatore di elettricità, non come un motore. trasforma Motore elettrico: Energia elettrica Energia meccanica trasforma Generatore elettrico: Energia meccanica Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. Energia elettrica 48 Caratteristica meccanica di trazione T(kN) La caratteristica meccanica di trazione di un veicolo da trasporto è una curva T (V ) che mi fornisce il valore massimo della trazione che posso avere ad una determinata velocità. A B Zona della potenza η N max = cos t C Caratteristica Meccanica Ideale (è quella che vorrei avere). Si individuano: •una zona detta dell’aderenza •una zona detta della potenza Fonte:Vicuna G. (1986) Organizzazione e Tecnica Ferroviaria. CIFI, Roma. A basse velocità la Tmax è limitata dall’aderenza, mentre a velocità più alte la Tmax è limitata della potenza: T V = N max η Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. 49 1) Questa caratteristica meccanica è ideale perché sfrutto al massimo le caratteristiche del mio mezzo: dove la T è limitata dall’aderenza, ho la forza limite di aderenza; dove la T è limitata dalla potenza, ho η N max , ossia sfrutto la potenza massima del motore. T= V In realtà, a volere essere precisi, come abbiamo visto, l’aderenza diminuisce all’aumentare della velocità. Quindi la forma della caratteristica meccanica ideale dovrebbe essere questa: T (V ) Aderenza Fa (V ) Potenza TV = η N max = cos t R (V ) V Bassa velocità Alta velocità 50 T (V ) 2) La caratteristica meccanica: E’ ideale perché è stabile. V R (V , i2 ) T (V ) A R (V , i1 ) i2 i1 dv T − R = Me V2 V1 V dt Appena passato il punto A risulta: T − R < 0 . Il veicolo decelera . Si ristabilisce però un nuovo equilibrio alla velocità V2 Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. 51 A R (V , i1 ) T (V ) i3 R(V , i3 ) i1 V1 V3 V Appena passato il punto A risulta: T − R > 0 Il veicolo accelera . Si ristabilisce però un nuovo equilibrio alla velocità V3 Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. 52 3) La caratteristica meccanica: T (V ) V E’ ideale da un altro punto di vista. Il mezzo di trasporto spesso opera fra due fermate consecutive vicine fra loro (per esempio: autobus, metropolitana). Di conseguenza opera a basse velocità, viene quindi sfruttato solo il primo tratto della caratteristica meccanica: questo primo tratto è quello per il quale lo sforzo acceleratore è massimo. dv T − R = Me T (V ) dt Sforzo (T − R ) max ⇒ dv max dt acceleratore massimo V Vmax operativa 53 4) La caratteristica meccanica: T (V ) V E’ ideale nel senso che solo alcuni tipi di motori hanno una caratteristica di questo tipo, per esempio: i motori elettrici a corrente continua eccitati in serie e i motori elettrici a corrente alternata monofase. In altri motori elettrici si ottiene una caratteristica molto simile a quella ideale attraverso l'impiego di apparecchiature elettroniche (che agiscono sui parametri elettrici di regolazione: tensione, frequenza, flusso): come nel caso dei motori elettrici asincroni trifase e sincroni che negli ultimi anni si sono diffusi nel campo della trazione ferroviaria. Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. 54 I motori a combustione interna, molto diffusi fra i veicoli da trasporto, hanno una caratteristica che è fortemente diversa da quella ideale, ad essa cerco di avvicinarmi tramite l’intervento di una opportuna trasmissione. N Infatti la caratteristica “interna” (ossia “all’albero motore”) di un motore a combustione interna è del tipo qui riportato. ( ) La coppia è abbastanza “piatta”. Per “avvicinarmi” alla curva ideale utilizzo unadeitrasmissione con un2012-13. cambio di velocità. Lupi M., "Tecnica ed Economia Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 55 trasmissione Cω Motore Cambio N = cω i c ' η ω C =ω C ' C ' 'ω ' ' C 'ω ' Ponte C' ω i = = m ⇒ c >1 i ' ηcC ω Ruote motrici Rapporto al cambio alla iesima marcia Riesco ad amplificare la coppia in uscita dal motore C facendo girare l’albero in uscita dal cambio con un numero di giri, nell’unità di tempo, inferiore a quello dell’albero motore. C ' = η ci mci C ' ω ω = m i c Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. 56 ' ' '' η pω C = ω C '' ⇒ ω' C '' = '' = m P > 1 ' η pC ω C '' = ηP mPC ' = ηciηP mci mPC = ηi miC '' ω ' ω ω = = = ω i i m m m m P c P Rapporto di trasmissione al ponte m i rapporto di trasmissione totale alla i-esima marcia (= mci m p ) ηi i rendimento totale alla i-esima marcia '' v (n) = ω r = n ( 2π ) 60 velocità ω (rad/sec) in uscita dall'albero motore 1 Divido per il rapporto di r i mc mP trasmissione totale ed ottengo la velocità angolare delle ruote ω ' ' Velocità di avanzamento del veicolo al numero di giri n (espresso in edgiri/minuto) del motore i-esima marcia Lupi M., "Tecnica Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , alla A.A. 2012-13. radianti/secondo 57 N ( n)η i T ì ( n) = i = ηi v ( n) Caratteristica T (V ) meccanica interna N ( n) n 2π 60 mci mP η i C (n)mci mP = r r I Caratteristica meccanica esterna II ⇒ III IV V veicolo con motore a combustione interna Grazie all’intervento del cambio: da un’unica curva “interna” ottengo una serie di curve “esterne” il cui inviluppo tende alla caratteristica meccanica ideale. V 58 Le curve al banco si riferiscono alla “piena ammissione”: ossia ad acceleratore completamente schiacciato. Coppia a “piena ammissione”. Attraverso il sistema di regolazione, ossia attraverso l’acceleratore, nel caso dei motori a combustione interna, posso ottenere delle curve che sono “più basse” di quella a piena ammissione. Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. 59 η Nmax = cost Zona innesto frizione Fonte:Vuchic V.R. (1981) Urban Public Transportation. Systems and Technology. Prentice-Hall. Abbiamo definito: Caratteristica meccanica: curva luogo dei punti V , Tmax (V ) . Ossia velocità e trazione max a quella velocità. Però possiamo intendere: Caratteristica meccanica in senso “lato”: insieme dei punti (ossia porzione di piano) V , T (V ) (non massima a quella V) che io posso avere agendo sul sistema di regolazione (acceleratore nel caso dei motori a combustione interna). T R(V,0) V 60 Come scelgo i rapporti di trasmissione? Vediamo come determino il rapporto al ponte. Ho un vincolo di potenza alle ruote: η N max Quale sarà la vmax dato che ho disponibile una potenza η N max ? Calcolo le resistenze alla vmax : 1 2 ( P(a + b vmax ) + Crδ S vmax ) = R(vmax ) 2 resistenze del mezzo (aria) resistenze al rotolamento dv = 0 ⇒ R (vmax ) = T (vmax ) dt 1 2 ( P( a + b vmax ) + Crδ S vmax )vmax = η N max 2 ricavo ⇒ vmax Ricavo la velocità massima “meccanica” (ossia data la potenza alle ruote disponibile e le caratteristiche di resistenza del mezzo). Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. 61 Numero di giri del motore in corrispondenza del quale ho la potenza massima vmax n2 1 = ( 2π ) r IV 60 mc mP Fisso mcIV , per esempio molto spesso. mcIV = 1 , e ricavo mP Come determino gli altri mci ? Vediamo il metodo “classico” della progressione geometrica. Ricordiamoci la formula che mi dà la velocità di avanzamento del veicolo ad un certo numero di giri (giri/minuto) del motore metri e ad una certa marcia: n 1 i v (n) = ( 2π ) r i m/sec 60 mc mP velocità ω (rad/sec) in uscita dall'albero motore Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. 62 n2 numero di giri a cui ho la potenza max n1 numero di giri a cui ho la coppia max “Tengo” il motore fra il numero di giri n1 e n2 Diametro delle ruote A v = A v = π Dn2 60 mP mcI π Dn1 60 mP mcII B v = B v = π Dn2 C II c 60 mP m π Dn1 60 mP mcIII Eseguendo i rapporti ottengo: v = C v = π Dn2 III c 60 mP m D v = π Dn2 60mP mcIV π Dn1 60 mP mcIV mcI mcII mcIII n2 = III = IV = =α II mc mc mc n1 63 Ho che i rapporti di trasmissione seguono una progressione geometrica di ragione α m cIII = α mcIV mcII = α mcIII = α 2 m cIV mcI = α mcII = α 2 mcIII = α 3 m cIV In generale però operando in questo modo ho i cosiddetti “buchi” e i cosiddetti “ricoprimenti”. “Buco” vuol dire che ho delle curve R(V,i) che non intersecano la caratteristica meccanica (a piena ammissione): non posso sfruttare tutta la potenza del motore per una determinata fascia di pendenze. Si ha un “ricoprimento” quando ho una fascia di pendenze per le quali la curva R(V,i) interseca la caratteristica meccanica (a piena Lupi M., "Tecnica ed Economia dei di Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. 64 ammissione) per più una marcia. Per limitare i “buchi” ( che sono quelli che danno più problemi) posso fare una scelta degli mci che posso definire di tipo “parageometrico”. Parto dal metodo geometrico, ma lo modifico: per esempio per “coprire” il buco posso “abbassare” la curva che si riferisce alla marcia “più alta” (nel disegno), moltiplicando per α ' con α ' < α . Vado però a “complicare” la trasmissione perché in generale per evitare i buchi devo aumentare il numero dei rapporti. Spesso si opera così: si lasciano i “buchi” alle marce basse (I e II) e si evitano a quelle alte (III,IV,V). Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. 65 Altro metodo per determinare i rapporti al cambio ed in particolare per evitare i “buchi” Parto dalla marcia più alta, per esempio la IV, a cui, nella figura, corrisponde la curva 1. Per essa fisso, come abbiamo visto, il rapporto di trasmissione, per esempio: mcIV = 1 (di conseguenza posso ricavare, nel modo visto, il rapporto al ponte mP ) T R ηN max = Tv = cos t 2 R(i) A2 TA2 B1 2 TB1 A1 1 TA1 vB1 v A2 v A1 1 1 TA2 − TB1 = r0 + bv A22 ) + i P + C x ρSv A22 − r0 + bvB21 + i P + C x ρSvB21 2 2 144424443 ( ) ( ) resistenze al rotolamento (formula quadratica) 2 A2 2 B1 TA2 − TB1 = K (v − v ) Avendo posto: 1 K = C x ρS + Pb 2 Per evitare i buchi impongo che il punto A2 stia: sia sulla curva R (v, i ) passante per B1 , sia sulla curva Tv = ηN max . Ossia risolvo il sistema: TA2 − TB1 = K (v A22 − vB21 ) TA2 v A2 = TA1 v A1 Incognite: TA2 e v A2 v A1 = vmax ( velocità massima meccanica) TB1 Cmax = TA1 C (n2 ) ⇒ TB1 = TA1 Cmax C (n2 ) Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. N max TA1 = η v A1 Li conosco dalla curva al banco del motore 67 1 1 n1 n2 )r 1 )r 1 vB1 = (2π v A1 = (2π 60 mc mP 60 mc mP vB1 n1 n1 = v v v v = Conoscendo A1 posso ricavare B1 : B1 A1 v A1 n2 n2 Ho ricavato Dal sistema Dati: TA1 e v A1 TB1 e vB1 TA2 e v A2 1 n2 v A1 = (2π )r 1 60 mc mP 1 n2 v A2 = ( 2π )r 2 60 mc mP ⇒ v A1 v A2 mc2 = 1 mc ⇒ 2 c 1 c m =m v A1 v A2 Ricavo il rapporto al cambio della marcia immediatamente inferiore (superiore nel disegno) Continuo con la coppia 2-3 come ho fatto con la coppia 1-2 e ricavo i successivi rapporti al cambio che mi permettono di evitare i buchi. Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. 68 Il procedimento si arresta al raggiungimento del valore Ti e vi (o ad un punto vicino a questo) che mi permette di viaggiare sulla pendenza massima prevista ad una velocità massima accettabile Ti ≅ Tmax = P (rr (vimax ) + imax ) la vimax si ricava dall'equazione: vi ≅ vimax P ( rr (vimax ) + imax )vimax = ηN max Anche in questo caso potrei però avere un numero di marce troppo elevato. Posso agire allora in modo simile al caso precedente: 2 Cmax n TA2 = δ TA1 + K v A22 − v A1 1 n2 C (n2 ) Evito i buchi , per esempio alle marce alte (basse nel δ =1 disegno), ma tendo ad aumentare il numero di rapporti. Ammetto i buchi , per esempio alle marce basse (alte nel δ >1 (δ = 1,2 ÷ 1,3) disegno), ma tendo a diminuire il numero di rapporti. Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. 69 Diagramma di trazione Il diagramma di trazione indica la variazione della velocità in funzione del tempo per un veicolo da trasporto: V=F(t) dv Si ottiene integrando l’equazione generale del moto T − R = Me dt Vediamo la prima parte del diagramma di trazione: il cosiddetto diagramma di avviamento Integro l’equazione generale del moto alle differenze finite ∆v T − R = Me ∆t ⇒ ∆v ∆t = Me T −R Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. 70 Considero una serie di intervalli K di velocità costante ∆v (quanto più questo è piccolo, tanto più l’integrazione con il metodo alle differenze finite è preciso) ∆V T, R (T − R ) R (V , i ) Vmax V Km/h si valuta lo sforzo acceleratore T-R in corrispondenza di un determinato salto di velocità ∆V (costante, per esempio: 5 km/h). Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. 71 71 si valuta il tempo necessario al veicolo da trasporto per fare il salto di velocità ∆v (in m/sec) : M (1 + β ) ∆v ∆t = ∆v ∆v k k T (vi + ) − R (vi + ) 2 2 iniziale k ∀ intervallo k k=1,2……K m/sec tik = t kf −1 con ti1 = 0 k k k t f = ti + ∆t finale S ik = S kf −1 con S i1 = 0 k ∆v k k k S f = S i + ∆t (vi + ) 2 vik = v kf −1 con v1i = 0 k v f = k ∆v 72 costruisco il diagramma di avviamento per punti (∆V, ∆t) V SPAZIO PERCORSO ∆V velocità di regime (T-R) = 0 ∆t t All’aumentare della velocità, diminuisce lo sforzo acceleratore (T-R) e ∆t aumenta V tempo per arrivare alla velocità di regime questo è l’errore che commetto velocità di regime SPAZIO PERCORSO a = cost t In molti casi pratici il diagramma di avviamento si semplifica considerando una accelerazione a costante nella fase di avviamento 73 (l’area sotto il diagramma di trazione rappresenta lo spazio percorso). Fonte:Piro G. e Vicuna G (2000) Il Materiale Rotabile Motore. CIFI, Roma. 1° Esempio: Treno Intercity E402B(87t)+ 15 carrozze (750t) Locomotiva E402B 87 750 β = 0,2 + 0,06 = 0,075 837 837 locomotiva carrozze ∆V 837 10 ∆t = k (1 + 0,07) k T −R 3,6 k Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. 74 Caratteristica meccanica di trazione e curve delle resistenze per un Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. 75 treno intercity: E402B(87t)+750t (carrozze). E402B (87t) + 15 carrozze (750t) Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. 76 Diagramma di avviamento per treno "intercity" con: E402B(87t)+750t (carrozze); tempo t in secondi, V(t) in Km/h. 77 FontePiro G. e Vicuna G (2000) Il Materiale Rotabile Motore. CIFI, Roma. 2° Esempio: ETR 500 1° serie 3KVcc: 2 motrici (68t) + 11 carrozze, massa totale 664t 68 ⋅ 2 664 − (68 ⋅ 2) β= 0,2 + 0,06 ≅ 0,088 664 664 locomotiva carrozze Motrice ETR 500 prima serie 664 25 ∆t = k (1 + 0,1) k T −R 3,6 k ∆V Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. 78 FontePiro G. e Vicuna G (2000) Il Materiale Rotabile Motore. CIFI, Roma. Caratteristica meccanica di trazione e curva delle resistenze per un Lupi M., "Tecnica ed Economia Trasporti", Univ. Pisa+ , A.A. 79 ETR 500 1° serie:2deimotrici (68t) 112012-13. carrozze, massa totale 664t. Tabella per la determinazione del diagramma di avviamento: ETR 500 1° serie:2 motrici (68t) + 11 carrozze, massa totale 664t. Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. 80 Diagramma di avviamento per ETR 500 1° serie:2 motrici (68t) + 11 Lupi M., "Tecnicamassa ed Economia dei Trasporti", Pisa , A.A. carrozze, totale 664t;Univ. tempo in 2012-13. secondi, velocità in km/h. 81 Fonte:Piro G. e Vicuna G (2000) Il Materiale Rotabile Motore. CIFI, Roma. 3° Esempio: Treno ad alta frequentazione TAF(273t) Treno TAF (Treno ad Alta Frequentazione) 273 10 ∆t = k (1 + 0,1) k T −R 3,6 k ∆V 82 Fonte:Piro G. e Vicuna G (2000) Il Materiale Rotabile Motore. CIFI, Roma. Caratteristica meccanica di trazione per treno TAF. Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. 83 Tabella per la determinazione del diagramma di avviamento: Treno ad Alta Frequentazione (TAF) di 273 t. Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. 84 Fonte:Piro G. e Vicuna G (2000) Il Materiale Rotabile Motore. CIFI, Roma. Diagramma di trazione (completo) per treno TAF su tratte di lunghezza differente (5 e 2 km). Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. 85 Fonte: Alstom transport Caratteristica meccanica di Trazione di un AGV (Automotrice à Grande Vitesse) Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. 86 Forme del diagramma di trazione Quando si determina il diagramma di trazione sono dati: - a: accelerazione in fase di avviamento, che, per semplicità, si suppone costante e pari al valore medio. - b: decelerazione costante in fase di frenatura. - Vr : velocità di regime (fra due fermate successive). - S: distanza fra due fermate successive. - t f : tempo medio di fermata. - c: decelerazione in fase di “coasting” (= R / M) Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. 87 Spazio critico S c : spazio minimo affinché sia raggiunta la velocità di regime. V Sc a tf Calcolo: b Vcomm t tc vR2 vR2 Sc = + 2a 2b VR vR vR tc = + a b Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. vcomm Sc = t f + tc 88 Caso S < S c : Forma triangolare (comincio a frenare prima di arrivare alla velocità di regime). V a S tf t '2 S= b V t ' '2 v v + 2a 2b Calcolo: VR ' ⇒ ricavo v' v' t = + a b ' Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. v' vcomm S = t f + t' 89 Caso S > S c : forma trapezia tR V Vrunning S tf Vr b a Vcomm t vR2 vR2 Ricavo tR dalla seguente relazione: S = + vRtR + 2a 2b vR vR Calcolo t: t = + t R + a b S S vcomm = Calcolo vrunning e vcomm: vrunning = tf +t t Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. 90 90 Caso S > S c : forma con fase di lancio a VR c Vrunning Vc b tf Vcomm t vR2 vR2 − vc2 vc2 Ricavo vc dalla seguente relazione: S = + + 2a 2c 2b Calcolo t: t = Calcolo vrunning e vcomm: vrunning = v R v R − vc vc + + a c b S t Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. vcomm = S tf +t 91 91 Caso S > S c : forma con fase di regime e di lancio tR VR a c Vrunning Vc b Vcomm tf t Fisso vc o tR e ricavo l’altra variabile dalla seguente relazione: vR2 − vc2 vc2 vR2 S= + vR tR + + 2a 2c 2b Calcolo t: t = vR v R − vc vc + + tR + a c b Calcolo vrunning e vcomm: vrunning S = t vcomm S = tf +t 92 La forma con fase di lancio e di regime è considerata la migliore perché: •rappresenta un compromesso fra il diagramma migliore da un punto di vista del livello di servizio (quello trapezio) e quello migliore da un punto di vista energetico (quello con sola fase di lancio); •rende soprattutto il servizio più affidabile in quanto permette il recupero di ritardi accumulati alla fermate con la conseguenza di mantenere la cadenza del servizio. Vmax v VR t t tf t’ t’f t’’f t’’ 93 Velocità commerciali di tratta e di linea i vcomm. tratta Si = i t i t i = trunning + t if i S ∑ vcomm. linea L = = i i t t ∑ ∑ i i i vesercizio L = i t ∑ + tm i Tempo di manovra Tgiro : è il tempo che trascorre fra due passaggi successivi, di uno stesso mezzo, alla stessa fermata. Tgiro = ∑ t i + t m + ∑ t i + t m i A→ B i B→A Numero di mezzi a disposizione per eseguire il servizio N = f Tgiro passaggi/h 94 Per dimensionare il servizio parto dalla domanda. In questo caso intendo per domanda : flusso massimo sulla parte di linea più caricata (sull’arco o insieme di archi). Esempio. Domanda: 1200 pass/h Cmezzo f ≥ 1200 1424 3 Capacità della linea per una data frequenza f Scelgo un certo mezzo di trasporto. Per esempio un autobus lungo (12m): Cmezzo = 85 pass Però la domanda è una variabile aleatoria, ossia 1200 è un valore medio: posso avere punte più alte. Inoltre non posso progettare per un flusso corrispondente alla capacità. Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. 95 f ≥ 1200 ⇒ 0,85 Cmezzo ⇒ 1200 = 16,6 (0,85 ⋅ 85) f ≈ 17 passaggi / h 1 cadenza = ≈ 3,6 minuti f Dai diagrammi di trazione di ciascuna tratta (che posso eseguire perché conosco le caratteristiche della linea e del veicolo da trasporto) determino il tempo al giro: Tgiro = ∑ t i + t m + ∑ t i + t m i N = Tgiro f i ⇒ Ammettiamo che il tempo al giro sia 80 minuti 80 N = 17 ≈ 23 60 Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. Numero di mezzi per eseguire il servizio 96 Diagramma di trazione con presenza di un semaforo fra due fermate F1 F2 S 100m 200m Al semaforo S ho un tempo medio di ritardo che posso calcolare con i metodi della Tecnica del Traffico: per esempio con la formula di Webster: c : ciclo (sec) tritardo medio c(1 − λ )2 x = 0,9 + x S x 2 ( 1 − λ ) 2 λ ( 1 − ) λ : g ( verde effettivo) / c x = Q /(λS ) S : flusso di saturazione (veic/sec) Q : portata veicolare (veic/sec). Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. 97 VR b b S1 tf t F1 − S S2 Vcomm t ritardo t S − F2 semaforo S1 + S 2 = distanza fra due fermate successive S1 + S 2 vcomm = t f + t F1 − S + t ritardo + t S − F2 semaforo Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. 98 Diagramma di trazione con presenza di “stop and go” fra due fermate (schema) 50 km / h 30 km / h 15 km / h tf S3 S2 S1 Vcomm (10 ÷ 15 sec) (10 ÷ 15 sec) S1 + S2 + S3 = distanza fra due fermate successive Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. 99 Esempio: tratto di linea di 8 km: 40% con semaforo di cui la metà con “stop and go”. Tre diagrammi di trazione: 60% di 8 km, 4,8 km, non ho il semaforo: VR Vcomm S S = distanza fra due fermate successive Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. 100 40% di 8 km= 3,2 km ho il semaforo Di questi la metà, 1,6 km non ha lo “stop and go”: VR S1 tf Vcomm S2 t ritardo semaforo S1 + S 2 = distanza fra due fermate Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. 101 1,6 km con semaforo e “stop and go” V = 50 km / h V = 30 km / h V = 15 km / h S1 tf S2 vcomm S3 S4 t ritardo semaforo S1 + S 2 = distanza fra prima fermata e semaforo S3 + S 4 = distanza fra semaforo e successiva fermata Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", Univ. Pisa , A.A. 2012-13. 102 Se faccio una corsia riservata e metto la priorità semaforica: annullo lo “stop and go” e l’attesa al semaforo. VR Vcomm Aumenta la velocità commerciale e perciò il livello del servizio offerto. Inoltre diminuisce il tempo al giro TG Se mantengo costante f diminuisce N: ossia diminuiscono i N = f mezzi (e gli autisti) necessari per eseguire il dato servizio. TG Se mantengo costante N aumenta f : quindi, oltre ad avere una Vcomm maggiore, ho una frequenza del servizio maggiore e, di conseguenza, dei tempi di attesa, alle fermate, minori. Aumenta il livello di servizio offerto.103